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domenica 2 gennaio 2011

La Grecia vuole fortificare la frontiera con la Turchia

La Grecia pensa di costruire un vallo al confine con la Turchia sul modello di quello tra USA e Messico. E' la soluzione, secondo Atene, per bloccare il flusso più corposo di immigrazione illegale verso l'Europa, che passa proprio da questa frontiera. Se, da un lato, vi è del vero sull'entità del problema è anche assodato che siamo in un territorio piuttosto caldo dal punto di vista delle relazioni internazionali. Grecia e Turchia non si sono mai viste di buon occhio, ma in questo momento i rapporti tra i due stati confinanti sono vicini allo zero. La Turchia è sempre in lizza per entrare nell'Unione Europea e la costruzione di un confine invalicabile da parte del vicino più immediato è vissuto come l'ennesima bocciatura alle sue aspirazioni europeiste. Senza malizia la mossa greca desta qualche pensiero non proprio limpido sulle reali intenzioni dell'operazione. L'entrata nella UE del paese turco sposterebbe le frontiere dell'unione più a sud ed Atene non sarebbe più così l'estremità di Bruxelles; ciò potrebbe far perdere cospicui finanziamenti destinati al presidio delle friontiere. Costruire, con un investimento anche cospicuo, un sistema di fortificazione con la Turchia avrebbe l'effetto immediato di rafforzare gli scettici all'ingresso nella UE del nuovo paese rallentandone ulteriormente il processo di ingresso e nel caso di funzionamento del controllo dell'immigrazione illegale costituirebbe una prova aggiuntiva contro il paese del Bosforo, tra l'altro accusato, tra le righe, di non fare molto per impedire il passaggio dei migranti. Sarebbe il colpo definitivo all'ipotesi di un allargamento verso la Turchia dell'Unione Europea, l'occasione tanto desiderata dai contrari per porre fine ad ogni velleità europeista del paese della mezza luna. Atene è consapevole di fare leva su questi sentimenti: no all'immigrazione illegale  e no alla Turchia, sono ragioni che permettono di sfondare porte aperte nei movimenti localistici e particolaristici, al governo in buona parte dei paesi dell'europa, proprio su questi alla fine fa leva la costruzione del vallo. Bruxelles ancora una volta si distingue per l'attendismo incerto, ancora una volta la mancanza di una guida univoca lascia le cose alla propria deriva: è l'ennesima prova della necessità di istituzioni europee meno compassate, più forti e più indipendenti.

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