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martedì 8 febbraio 2011

I Fratelli Musulmani: incognita egiziana

Uno dei protagonisti della rivoluzione egiziana è il partito dei "Fratelli Musulmani" ed è quello su cui sono puntate maggiormente le attenzioni del mondo. Messi fuori legge da Nasser la fratellanza musulmana non gode di una predominanza numerica nel panorama della rivolta ma ricopre, grazie alla propria organizzazione, una funzione determinante nella logistica dei moti di piazza fornendo medicinali e concreti aiuti ai manifestanti. Politicamente il ruolo dei Fratelli Musulmani non è volutamente di primo piano, non tentano di capeggiare la rivolta e mantengono un basso profilo, tuttavia non intendono rinunciare ad essere parte del processo di transizione portando il loro contributo. L'atteggiamento non è frutto di un'esplicita rinuncia ad un ruolo di primo piano, ma pare una mossa calcolata per non permettere all'opinione pubblica interna ed esterna di connotare come islamica la rivolta; mantenendo un atteggiamento di retrovia l'azione della fratellanza, al momento può godere di maggiore libertà d'azione senza essere sotto la luce dei riflettori internazionali. Il tutto rientra in un piano a lungo termine per la presa del potere. Nell'immediato ed anche in periodi successivi un governo a monocolore o almeno a guida della fratellanza non può essere concepito, e di ciò i Fratelli Musulmani sono perfettamente consci, ma facendo una politica adeguata e preparando il terreno l'obiettivo può essere inquadrabile. Ma la ragione della scelta di una politica prudente proviene anche dalla divisione al suo interno della fratellanza che al momento risulta divisa in tre grandi tronconi: il primo persegue l'instaurazione della teocrazia, il secondo il ristabilire le comunità musulmane tramite l'interpretazione fedele del corano e la terza, per ora minoritaria, che vuole coniugare uno stato democratico con la religione islamica. L'evolversi della situazione dirà con quale peso la fratellanza influenzerà il futuro dell'Egitto.

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