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giovedì 17 febbraio 2011

Internet luogo di lotta politica

La protesta libica corre sul filo di internet ed il colonnello Gheddafi denuncia i social network come minaccia imperialista. Sarebbe singolare se la dittatura del leader libico cadesse per le comunicazioni che avvengono attraverso i router di fb, dopo tutti gli sforzi fatti in quarant'anni per bloccare tutte le voci contrarie al regime. L'aspetto informatico sta assumendo l'importanza di un'arma strategica di grande portata in tutte le proteste che si stanno espandendo a macchia d'olio dal nord africa. Non è stato infrequente che il regime di turno oggetto di protesta bloccasse le comunicazioni informatiche e degli sms. La diffusione dell'alfabetizzazione informatica rappresenta una rivoluzione nell'arena della lotta per la libertà, consentendo lo scambio di notizie e la velocità degli appelli per cortei ed adunate. Quello che sorprende è che i regimi non abbiano intuito la portata e la pericolositàdei nuovi mezzi di comunicazione. E' come se, arroccati nella difesa del loro status quo, i dittatori abbiano considerato i loro sudditi incapaci di evolversi perchè tenuti nella completa ignoranza; ma se questo ha funzionato per le generazioni precedenti, cui peraltro bastava bloccare la libertà di stampa, vietare i libri scomodi e passare in tv solo programmi consenzienti, non è stato sufficiente per le ultime generazioni, alle quali l'accesso ai mezzi informatici, grazie al basso costo ed al facile utilizzo, ha consentito di elaborare proprie valutazioni al di fuori dei paletti messi dai regimi. L'accesso a dati ed idee ha permesso la costruzione di una nuova coscienza civile e di una autocoscienza di popolo, una identità condivisa al di fuori dei valori imposti dall'alto. Fino adesso questo aspetto della rete non è stato indagato, ma ora esistono casi pratici destinati a divenire casi di scuola, alla frontiera del guadagno economico si affianca il guadagno politico come beneficio indotto per la democrazia e costo secco per i regimi dittatoriali.

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