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giovedì 24 febbraio 2011

Per la UE svolta epocale

Nonostante i ritardi dell'analisi della situazione e la confusione iniziale non colmata dalle dichiarazioni di rito, finalmente l'Unione Europea pensa al dramma libico con due opzioni di intervento. I due scenari prospettati contemplano due diversi livelli di sviluppo della crisi: il primo prevede la sola necessità di invio di mezzi di soccorso e si prefigura sostanzialmente come intervento umanitario, con precedenza agli europei da portare in salvo con mezzi navali o aerei; si tratterebbe di creare un corridoio umanitario da garantire come zona franca dagli scontri, che consentirebbe presumibilmente la creazione di ospedali da campo e campi profughi così da assicurare almeno una prima assistenza anche di tipo alimentare. La seconda opzione prefigura uno scenario di guerra civile protratta, che non lascia presagire ne sul come, ne sul quando, la soluzione del conflitto. In questo, malaugurato, caso la UE pare decisa ad inviare, oltre ai mezzi di soccorso, anche una forza armata sotto la bandiera europea, che funzioni da dissuasione per gli scontri armati. Per la UE sarebbe un salto di qualità notevole, per la prima volta deciderebbe e programmerebbe un intervento di una propria forza armata di interposizione e sarebbe da sola a gestire il problema. Un atto da grande potenza che finora è mancato. Certo la crisi è sulla porta di casa ed è vitale scongiurare possibili derive o soluzioni che non contemplino altro che una transizione democratica. Ma è ancora necessario sottolineare la portata della decisione, la UE decide di darsi una autocoscenza di potenza mondiale, con un'autonomia decisionale finora mancata e maturata al di sopra delle decisioni nazionali, spesso contrastanti, si muove finalmente come un tutt'uno sia dal punto di vista politico che diplomatico che militare. E' una svolta, che seppur maturata in una situazione tragica e tremenda, potrebbe segnare la storia dell'Unione Europea.

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