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martedì 22 marzo 2011

Dove va l'Occidente?

Cosa conviene e dove va l'Occidente in questo momento storico? Le domande non sono retoriche, occorre interrogarsi sulle reali esigenze e possibilità che il cosidetto mondo ricco ha verso il futuro. Le rivolte arabe sono un buon banco di prova, che danno il polso della situazione, e non forniscono esempi incoraggianti. I nuovi assetti del mondo non permettono i vecchi atteggiamenti di finta disponibilità, ma richiedono una assunzione di responsabilità costante e partecipata. Si tratta di vedere il mondo non più a due, tre o quattro velocità, ma con un movimento sincrono che contempli tutte le variabili. Non sono parole vuote, la necessità di una visione che si omogeneizzi al resto del mondo pone l'Occidente in ritardo rispetto al resto del mondo. Non sono gli altri che si devono portare al nostro livello, siamo noi a doverci adeguare. La nuova redistribuzione delle ricchezze, la nuova circolazione delle idee e delle informazioni, sempre più in tempo reale, impone un atteggiamento diverso prima di tutto verso noi stessi. Non è più ammissibile ragionare sulla base esclusiva della singola territorialità e del piccolo interesse, il mondo tende sempre di più verso una comunità universale. E' vero che ci sono ancora grossi privilegi, ma se si pensa a soli vent'anni addietro, l'asticella si è di molto abbassata. Il terremoto imposto dall'affermazione dell'economia cinese, ha ribaltato situazioni, rispetto alle nazioni, ferme da secoli, e nel mentre si sono verificati fatti nuovi e decisivi come l'affrancamento delle nazioni africane. La necessità di democrazia è cresciuta perchè è cresciuta la consapevolezza dei popoli; il compito dei paesi con democrazia matura deve dare l'impulso ai popoli in cammino, ma non deve essere un neocolonialismo mascherato, con altre finalità. E' anche interesse dell'occidente che il livello di ricchezza cresca di pari passo con il livello di democrazia, infatti, in questa ottica la Cina rappresenta un pericolo, perchè i diritti fondamentali non sono tutelati. Conviene di più avere a che fare con democrazie rispetto a dittature, anche perchè il mercato globale deve avere regole, almeno, minime uguali. In questo momento la bilancia è ancora a favore dell'occidente, ma devono essere pensate strategie che pareggino le braccia, in maniera sufficientemente armonizzata. Soltanto l'incontro tra le comunità e gli stati ed il confronto continuo per migliorare l'approccio globale del movimento comune possono dare risultati. Con un riequlibrio di risorse, non solo materiali ma anche di idee l'occidente si può riappacificare con il mondo, abbracciando anche nuove filosofie con cui rapportarsi all'economia, attuare strategie anche di decrescita che consentano un maggiore equilibrio di ripartizione delle risorse e permettano finalmente l'uscita dal tunnel della storia.

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