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mercoledì 16 marzo 2011

Gheddafi avanza e minaccia Sarkozy

Sarkozy, secondo il figlio di Gheddafi, avrebbe avuto la campagna elettorale finanziata dal rais libico; è questa la rivelazione promessa nei giorni scorsi dall'entourage del colonnello, imbestialito per il tradimento francese. Il proiettile mediatico pare indirizzato al paese capofila degli interventisti e comunque l'unico ad avere riconosciuto come rappresentanti della Libia gli insorti di Bengasi. Se si confronta il trattamento riservato all'Italia, rincrescimento e stupore condito da generiche minacce per il futuro, il livello riservato ai francesi è senz'altro di maggiore intensità e rivela un certo timore di Parigi. La Francia non ha emesso alcun commento, probabilmente preferendo non scendere al livello di Gheddafi junior, ma ha, invece, spostato il discorso su di un possibile intervento in aiuto dei ribelli, anche appoggiato da alcuni, non precisati paesi arabi. Quello che difetta è il fattore tempo, Gheddafi sta cercando di operare con una tattica a tenaglia, mentre l'aviazione bombarda Bengasi, le truppe di Tripoli, che davanti hanno 200 chilometri di desrto denza ostacoli, potrebbero dividersi per puntare una parte su Bengasi, mentre un'altra parte potrebbe puntare su Tobruk per poi prendere alle spalle gli insorti. La possibilità più concreta è un bagno di sangue, come peraltro, più volte minacciato dal colonnello. Gli insorti hanno accusato apertamente di codardia l'occidente ed in particolare gli USA, per il mancato intervento e per la pavidità della politica e della inazione militare, che ben si riassume nelle parole del ministro italiano Frattini, che ritiene che saranno l'isolamento e le sanzioni a danneggiare Tripoli. Ciò pare francamente difficile, dato che diversi paesi si sono già fatti avanti per stipulare l'acquisto delle fonti energetiche libiche e quindi di mantenere le normali relazioni dplomatiche.

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