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mercoledì 16 marzo 2011

Il problema energetico

Aldilà degli oscillamenti della pubblica opinione, che passa dal favore del nucleare, per la crisi petrolifera, alla contrarietà dell'energia atomica, per i disastri giapponesi, il problema energetico è quello su cui verte il futuro del mondo. La necessità di smarcarsi dalla dipendenza dell'oro nero è ormai acclarata, sia per motivi economici che ambientali, tuttavia pare impossibile in tempi brevi smarcarsi completamente dall'utilizzo del greggio; la vera soluzione è ridurlo. Il dibattito sull'efficacia delle energie alternative tiene banco spesso senza trovare sbocchi per svariate ragioni, tra cui quella principale, pare essere la mancanza di volontà per tutelare altri interessi, che influenza anche i mancati investimenti per la ricerca. In Cina è stato costruito un parco eolico capace di fornire elettricità a cento milioni di persone, quindi ben oltre il fabbisogno civile italiano, in Germania l'energia solare è più sviluppata che nel Belpaese ed altri esempi si possono facilmente trovare. E' chiaro che non si può coprire l'intera percentuale di energia necessaria con le energie alternative ma se si riesce a coprirne una parte tale da ridurre una quota rilevante la strada è senz'altro da battere. Un'altra anomalia è la mancanza di sistema, presente nella UE. Ogni stato procede per suo conto ed in ordine sparso nella politica energetica, anche in questo caso la UE non è abbastanza presente, più che altro per volontà dei singoli stati, che anzichè allearsi, sono di fatto avversari nella corsa all'accaparramento delle fonti energetiche. Non si è mai pensato alla UE come unico acquirente delle risorse, per razionalizzare gli acquisti ed i flussi di consumo, con un controllo più pregnate degli sprechi. L'Unione Europea è uno strumento esistente che non viene usato. Infine i dubbi sul nucleare, la questione è spinosa, sia dal punto di vista economico, che da quello della sicurezza, se in uno stato come il Giappone, dove l'efficienza tecnologica ed i parametri di sicurezza sono elevati, si sono verificate fughe radioattive, la perplessità è giustificata. Per quanto riguarda l'Italia, nonostante la convinzione del governo, sarà difficile vedere delle centrali nucleari per l'opposizione delle regioni; in Europa altri stati stanno ritornando sulle loro decisioni rivedendo gli standard, tutto così ritorna in discussione.

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