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venerdì 11 marzo 2011

La Francia punta sui ribelli ed agisce da sola

Lo stallo della situazione libica pare ormai un fatto acclarato, se non interverranno attori esterni, la guerra civile sarà ancora lunga e potrà trasformarsi in guerra di posizione. Pur avendo perso la parte orientale del paese, Gheddafi può contare su due divisione di terra molto fedeli al regime, inoltre dispone di una contraerea molto efficiente, in grado di contrastare un'eventuale decisione di instaurare la zona di non volo. L'impressione è che la truppa aerea fedele al rais sia stata usata per ora marginalmente, nonostante i bombardamenti sui ribelli ci siano stati, proprio con un intento strategico di non accelerare tra i paesi che seguono la situazione la decisione di dichiarare la zona di non volo. Piano piano, Gheddafi, riguadagnando terreno ha, sopratutto, guadagnato tempo prezioso, necessario ad organizzare anche una controffensiva diplomatica. In questo momento la fine del regime appare più lontana. Il risultato più favorevole al rais è stato quello di fare nascere contrasti in seno all'Unione Europea, mentre gli USA, continuano a stare alla finestra, messi all'angolo più che altro dalla loro stessa necessità di non entrare in un ulteriore conflitto. La situazione più grave si è creata all'interno della UE, con l'evidente strappo consumato dalla Francia e dal Regno Unito con la statica politica estera di Bruxelles. Sopratutto la Francia, con la decisione unilaterale e non discussa con gli organismi centrali UE, di riconoscere Bengasi come stato legittimo libico, decisione appoggiata in un secondo momento anche da Cameron, ha determinato una significativa, sul piano della politica estera, rottura. La strategia francese pare tesa a guadagnare una evidente autonomia per guadagnare quel prestigio internazionale, ultimamente appannato, può essere anche inquadrata come diretta a colmare il vuoto lasciato, intenzionalmente dagli USA nel Mediterraneo. La Francia andrebbe così ad assumere un ruolo di preminenza politica nel Mare Nostrum, diventando la nazione più accreditata per gli sviluppi futuri nell'intera area. Impossibile non vedere la mano americana dietro il tutto, gli USA hanno probabilmente scelto il loro cavallo di Troia, ritenendo la Francia il più affidabile e preparato degli alleati disponibili. Un altro indizio in questa direzione è la possibilità palesata da Sarkozy di andare da solo, se necessario, a bombardare le truppe del rais per creare la zona di non volo. Un segnale chiaro e forte delle intenzioni francesi, che guarda caso, collimano con quelle americane. Sullo sfondo una incredula UE, che ancora non sa in quale direzione andare.

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