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giovedì 31 marzo 2011

L'immigrazione fonte di disaccordo in Europa

La questione migratoria è al centro della discussione e del dibattito in Italia. La posizione geografica della penisola favorisce il flusso migratorio dalla costa sud del mediterraneo, questa particolarità ha costituito preoccupazione per il belpaese, tanto da stringere, spesso accordi con regimi non proprio cristallini. La politica migratoria di Roma si è quindi fondata su una serie di manovre per limitare all'origine i flussi dei migranti, chiudendo spesso gli occhi, sulle modalità con le quali questi flussi venivano bloccati. L'Europa ha guardato a questo tipo di risoluzione girando la testa dall'altra parte, ben contenta che altri risolvessero il problema nei confini merdionali del continente. L'Italia, peraltro, ha basato esclusivamente su questi accordi tutta la propria politica migratoria, senza pianificare un modello alternativo che contemplasse situazioni di emergenza. La questione delle rivolte nei paesi arabi ha colto di sorpresa le autorità italiane, che si sono trovate spiazzate senza più poter contare sui loro "guardiani" delle frontiere. La particolare vicinanza alle coste africane dell'isola di Lampedusa, territorio più a sud dell'Italia e vera e propria porta dell'Europa, ha provocato la congestione della piccola isola con continui arrivi dalle coste tunisine e libiche. L'Italia, impreparata a gestire un tale traffico ha praticato una gestione del problema giorno per giorno, riuscendo solo a programmare una serie di campi di accoglienza dove confinare i migranti. L'Europa, aldilà dei discorsi di principio e qualche visita di cortesia di europarlamentari che hanno interpretato la parte per propri fini di visibilità, ha lasciato Roma da sola a gestire la situazione, facendo venire i nodi al pettine della scarsa lungimiranza di Bruxelles. Ogni singolo paese si è rinserrato nel proprio orticello ed ha dichiarato che avrebbe rifiutato eventuali ingressi di immigrati provenienti dall'Italia. La questione riguarda particolarmente la Francia dove la maggior parte dei migranti è diretto e per i quali l'Italia rappresenta una sola tappa di passaggio. La questione è spinosa, perchè Parigi pretenderebbe, con Schengen in vigore, che l'Italia tenesse ferme sul suo territorio delle persone contro la loro volontà; di fatto la Francia abdica la propria responsabilità nei confronti degli abitanti delle ex colonie. Questo avviene in un momento di particolare tensione tra i due paesi transalpini, a causa della guerra libica ed i diversi atteggiamenti dei due paesi. In verità si è più volte sospettato che l'interventismo francese sia dovuto, più che a ragioni umanitarie, al petrolio libico ed al tentativo di accreditarsi presso i ribelli come partner principale, per togliere alle aziende italiane le ricche commesse con la Libia. In ogni caso la questione immigrazione è esplosa nel peggiore dei modi e l'Europa ancorauna volta non ha una linea comune di fronte ad un fenomeno che potrebbe diventare senza progetti adatti un problema enorme sia dal punto di vista umanitario che economico. Occorre mettere in campo subito azioni che facciano parte di un piano più ampio, per incanalare la problematica: senza interventi diretti nei paesi da cui provengono i migranti, la situazione sarà sempre più difficile.

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