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mercoledì 6 aprile 2011

In Libia continua lo stallo, ma ora i ribelli vendono il petrolio

La NATO afferma di avere distrutto il 30% dell'arsenale di Gheddafi, ciò significa che il 70% è ancora in mano al colonnello; il che significa che una parte consistente è ancora a disposizione delle forze lealiste. I soli raid aerei non bastano a sbloccare la situazione di stallo, i limiti della risoluzione 1973 impongono che l'uso della forza aerea deve garantire l'imparzialità tra i contendenti, quindi l'intervento NATO non può spingersi oltre. La conseguenza diretta è che senza intervento con truppe di terra non può esserci lo sblocco della situazione, almeno in senso militare. L'eventualità è però ritenuta remota, lo sforzo economico e sopratutto politico richiede un investimento troppo elevato per essere portato a termine. Resta la strada diplomatica, ma il percorso è ancora troppo accidentato per prospettare una risoluzione in tempi brevi. Intanto La parte est del paese prova a trovare una via propria allo sviluppo economico: attraverso il Qatar è stata infatti avviata la vendita del petrolio proveniente dai giacimenti che si trovano nei territori occupati dai ribelli. E' una piccola svolta nello sviluppo del conflitto, un tentativo di normalità che significa anche sottrarre una quota sostanziale del potere di Gheddafi.

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