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mercoledì 1 giugno 2011

I dirigenti cinesi sempre più preoccupati del fronte interno

Il capitalismo selvaggio instaurato dal comunismo cinese, senza i contrappesi delle democrazia, ha generato un profondo malcontento nella società cinese. Le profonde differenze create su di una società che fino a pochi anni prima era profondamente livellata, hanno provocato vere e proprie ribellioni, sfociate spesso in atti terroristici, che preoccupano le autorità cinesi, più di possibili nemici esterni. I dirigenti cinesi, da un lato hanno mantenuto la mancanza di diritti per consentire il basso costo del lavoro, vero motore dell'economia cinese, ma dall'altro non hanno saputo governare le frizioni tra le diverse classi, basate esclusivamente sul reddito, venutisi a creare per le profonde differenze. La questione è stata poi aggravata dall'aumento esponenziale della corruzione, fenomeno già presente in precedenza, ma dilagato con l'accrescere del PIL. La stessa conformazione territoriale della Cina, ha favorito i due fenomeni, diversi ma spesso collegati, la creazione di un ceto ricco, infatti, è andata di pari passo con l'aumento della corruzione. Questo è stato tanto più vero più la distanza dai centri di potere centrale aumentava, in modo che nelle zone periferiche si sono addensate le maggiori sacche di corruzione e le differenze sociali sono state sempre più marcate. La diffusione dei moderni sistemi di comunicazione ha permesso, come nel nord africa, la costruzione sia di un'autocoscienza, anche negli strati sociali più bassi, sia la presa d'atto dell'esistenza della profonda frammentazione sociale presente nel paese. I più alti ranghi della dirigenza cinese sono consapevoli di questa emergenza sociale, ma paiono più preoccupati del mantenimento dello status quo, anziche di elaborare strategie che possano attenuare il fenomeno. Quello che preme ai capi del Partito Comunista cinese è aumentare il controllo sulla società in modo da continuare ad innalzare il PIL, ma l'atteggiamento pare quello dello struzzo. Non prendere atto in maniera positiva della necessità di praticare aperture sul tema dei diritti, potrà condurre soltanto allo scontro frontale. Il destino cinese sarà quello di affrontare sempre di più il malcontento che si manifesterà in forme sempre più violente, come reazione al mancato miglioramento delle condizioni ed alla repressione come unico strumento per combattere l'insoddisfazione popolare.

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