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sabato 18 giugno 2011

L'Italia ancora in Libia?

La riunone del partito della Lega Nord, componente del governo italiano, potrà decidere le prossime mosse della politica estera italiana. Una delle minacce principali, dopo le sconfitte nelle elezioni delle amministrative e dei referendum, è stata quella di togliere i fnanziamenti per la guerra in Libia, alla quale l'Italia partecipa nella coalizione dei volenterosi. Quale membro della NATO, Roma è stata praticamente obbligata a partecipare, ma con scarsa convinzione ed i maggiori oppositori erano proprio nelle fila della Lega Nord. Il risultato elettorale negativo ha accelerato la situazione, la Lega pensa che per recuperare il suo elettorato perduto, uno dei mezzi sia proprio il taglio delle spese militari contingenti, per girare la voce di bilancio verso capitoli più spendibili in chiave elettorale. Non è un mistero che proprio dalla base del partito siano arrivati ripetuti solleciti per un uso più oculato delle risorse. Questo gesto sarebbe significativo in chiave interna, ma condannerebbe il già compromesso prestigio internazionale del bel paese. Un'Italia che si ritira dalla coalizione, per meri problemi elettorali, scivolerebbe nel punto più basso della propria credibilità. La questione è importante, sopratutto se si pensa che con la Libia, il rapporto italiano è privilegiato, abbandonare la contesa vorrebbe dire precludersi ogni futuro rapporto con un nuovo governo nato dalla parte ribelle. Inoltre sono sul piato i rapporti con gli USA, che non tollererebbero uno sganciamento repentino. Per Berlsconi il problema è scottante, si trova letteralmente tra l'incudine ed il martello.

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