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martedì 27 settembre 2011

Attentato al gasdotto per Israele e sue implicazioni

L'attentato al gasdotto egiziano che fornisce il gas ad Israele ed anche alla Giordania, segna un nuovo passo nell'isolamento di Tel Aviv ed un innalzamento ulteriore della tensione intorno alla frontiera israelo egiziana e dei rapporti tra i due stati. Israele aveva ragione di preoccuparsi della caduta di Mubarak, che assicurava una forte stabilità nei rapporti con l'Egitto, il problema è stato non adeguarsi alla mutata situazione politica maturata al Cairo. Avere mantenuto, prima un atteggiamento avverso e dopo un distacco dalla primavera araba egiziana, ha rinfocolato la tradizionale avversione araba allo stato di Israele. Malgrado le rassicurazioni dei militari egiziani, il popolo ha lasciato libero sfogo alle pulsioni, peraltro a lungo represse, contro Tel Aviv e culminate nell'assalto all'ambasciata israeliana. In verità ci sono stati episodi anche da parte di tel Aviv, che hanno contribuito a riscaldare la tensione, come l'uccisione delle guardie di frontiera egiziane, per errore, da parte di soldati dell'esercito israeliano. Quello che è mancato è stata una disposizione di Israele a rapportarsi in maniera differente con il nuovo stato, preoccupandosi, invece, di autoisolarsi in ottica difensiva, verso possibili aiuti, da parte dell'Egitto alla striscia di Gaza. La freddezza di Tel Aviv ha finito per essere un boomerang nei rapporti con l'Egitto, Israele doveva, invece, passare sopra alle proprie diffidenze ed aprirsi alla nascente democrazia fiorita la Cairo. L'atteggiamento miope, peraltro praticato su tutta la linea della politica estera, non ha prodotto risultati positivi per Israele, che, però, non pare avere imparato la lezione, insistendo in questa direzione ottusa. L'attentato al gasdotto egiziano rischia di avere pesanti ripercussioni per l'economia israeliana, che riceve dall'Egitto oltre il 40% del fabbisogno di gas e che con questo atto terroristico vede compromessa la stabilità delle forniture; l'ennesima prova della necessità della revisione della politica estera israeliana. Questo attentato non è, infatti da sottovalutare, perchè rappresenta la prova provata dell'isolamento in cui versa ormai Tel Aviv e dal quale deve velocemente uscire, per non restare impigliato in una ragnatela, che esso stesso ha creato.

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