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martedì 22 novembre 2011

Sulla cattura del figli di Gheddafi possibili contrasti tra CNT e Corte dell'Aja

Con la cattura di Saif al Islam, l'unico figlio di Gheddafi rimasto sul suolo libico ed il capo dei servizi segreti, Abdala Senussia, il CNT dovrebbe avere eliminato, almeno dal territorio nazionale, le potenziali minacce costituite dalla presenza di esponenti del vecchio regime. Il problema che si pone ora per la comunità internazionale è come si comporterà la giustizia libica nei confronti dei due esponenti del clan Gheddafi; l'esecuzione sommaria del dittatore libico è ancora impressa per la ferocia dei modi ed i sospetti che l'hanno accompagnata e per come sia avvenuta nonostante il mandato di cattura della Corte penale internazionale dell'Aja. Analogo mandato era stato spiccato contro i due esponenti appena catturati per crimini contro l'umanità. L'intenzione della Corte con sede in Olanda sarebbe quella di processare in ambito internazionale sopratutto il figlio di Gheddafi, che era destinato alla sua successione e si ritiene condividesse con il padre diversi segreti inerenti allo stato libico, tuttavia il vice presidente del CNT Abdelhafiz Ghogaha già annunciato che i due saranno giudicati da un tribunale del nuovo stato. Le ragioni di questa decisione sono duplici, da un lato il bisogno di cancellare la vergogna dell'uccisione di Gheddafi ed accreditarsi come stato di diritto pienamente operante e capace di garantire le condizioni per un giusto processo, dall'altro lato, però, potrebbe esserci l'interesse di scavalcare la Corte dell'Aja e quindi l'opinione pubblica internazionale, per impedire la divulgazione di segreti scomodi per le potenze alleate al CNT. Su questo tema si è discusso parecchio e per gli aspetti della repentina morte di Gheddafi, avvenuta in maniera alquanto sospetta, si riversano anche i timori per una possibile fine del figlio. Nonostante questa volontà del CNT di effettuare il processo in Libia, il nuovo governo deve comunque collaborare con la Corte dell'Aja per dimostrare almeno le proprie buone intenzioni in campo giuridico sul piano internazionale, anche perchè il governo libico non ha esercitato il proprio diritto di contestare la competenza della Corte internazionale, in quanto i capi d'accusa contestati agli imputati sono i medesimi. Quello che appare è un CNT ancora poco abituato a rapportarsi con le organizzazioni internazionali, in bilico tra il desiderio di regolare entro i propri confini le questioni con il passato regime e nello stesso tempo di apparire affidabile sul piano internazionale. La questione è fondamentale per l'immagine del regime che si rifletterà sul piano internazionale, una esecuzione sommaria non sarà tollerata dalla comunità internazionale, ed è ormai fuori dalle opzioni disponibili per il nuovo governo libico, che, anzi, dovrà prepararsi ad per effettuare un processo con tutte le garanzie, anche se probabilmente in contrasto con la Corte dell'Aja.

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