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martedì 6 marzo 2012

La vittoria di Putin, nonostante i brogli

E' lo stesso vincitore delle elezioni presidenziali russe Vladimir Putin che riconosce anomalie ed irregolarità avvenute durante il voto che lo ha portato alla vittoria. Putin è diventato nuovamente Presidente della Federazione Russa con il 63,3% dei voti, una percentuale largamente prevista dai sondaggi, un vantaggio ben oltre la soglia che richiedeva il turno di ballottaggio, un vantaggio che gli consente tranquillamente di ammettere le irregolarità avvenute in fase di scrutinio, ma che garantisce anche un margine di consensi talmente ampio da fare rientrare i brogli denunciati in una quota quasi fisiologica del sistema, comunque non in grado di intaccare il largo successo ottenuto. Putin, forte di questo calcolo, apre così alle opposizioni e si mette in regola con la denuncia del capo degli osservatori dell'OCSE, che ha espressamente affermato la presenza di elementi di slealtà nella conta dei voti. L'auspicio del nuovo Presidente russo, che siano gli organi competenti ad investigare sui presunti brogli suona come l'ennesimo mancato rispetto delle procedure elettorali e fanno della Russia una democrazia incompiuta, dove vige il potere oligarchico. Tuttavia l'ammissione di Putin in altri tempi sarebbe stata impensabile, le grandi proteste di questi giorni che hanno coinvolto un gran numero di persone indicano, che determinati comportamenti non passano più sotto silenzio e dimostrano la formazione di una coscienza collettiva, che seppur minoritaria, scuote un mondo ancora condizionato dal rapporto col potere tipico dell'era sovietica. Putin, pur con la grande maggioranza di voti, regolari o no, acquisiti, dovrà per forza cambiare il rapporto con le altre parti sociali, che hanno rinunciato alla accettazione passiva delle direttive dall'alto per portare in piazza le proprie istanze in modo chiaro. Certamente la grande divisione delle forze di opposizione gioca in suo favore, ma non è detto che con il tempo non possa evolversi una intesa che consenta di formare alternative al gruppo di potere che guida la Russia da tempo. Per ora Putin può limitarsi a bollare il disaccordo delle altre forze politiche sulla correttezza del voto, come mezzo di azione politica, che non rispetta il risultato delle urne. Politicamente, poi, la mossa di presiedere la Commissione elettorale centrale, avente il compito di indagare sulla regolarità del voto sembra più che altro una via di mezzo tra provocazione e sfacciataggine, comunque sicuramente non un buon punto di partenza per stabilire un corretto rapporto con le forze di opposizione. La manovra appare come un vecchio rimasuglio dell'era sovietica, dalla quale Putin non si è mai affrancato del tutto. La questione non è irrilevante, giacchè vede minata dalla base la possibilità per il paese di scrollarsi di dosso vecchie usanze, mai abbandonate, che hanno ben poco a che fare con la democrazia. Nonostante il risultato fosse atteso la delusione che serpeggia tra gli oppositori è notevole, con la speranza di un voto regolare potevano ambire almeno ad un ballottaggio, dal quale, però, sarebbero usciti difficilmente vincitori. L'apparato messo in piedi da Putin, vecchio colonnello del KGB, è praticamente imbattibile per penetrazione della società russa, che alla fine si è fidata di una figura non completamente distaccata dall'Unione Sovietica, malgrado la distribuzione fortemente ineguale di ricchezza, sviluppata sotto i suoi precedenti governi. Per la maggioranza dei russi Putin incarna una sorta di classe media che pur abbracciando le novità del nuovo stato, non ha completamente abbandonato i vecchi costumi, rappresentando così una sorta di garanzia di una transizione che non si vuole del tutto completa. Resta però il dubbio della presenza dei brogli elettorali, che sul piano diplomatico, inficiano il successo del nuovo Presidente, malgrado il potere riconquistato, con tali dubbi, per Putin non sarà facile agire da primo attore, per lo meno nel breve periodo, sulla scena internazionale. Non è un handicap da sottovalutare per le sfide mondiali che attendono la Russia e che Putin vuole ritorni ad avere un rilievo di grande potenza.

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