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mercoledì 4 aprile 2012

Nel Mali pericolo della nascita di uno stato islamico

La questione del Mali rischia di diventare un focolaio sempre più pericoloso per l'occidente. Dal colpo di stato, giustificato con la necessità di contrapporre una politica repressiva alle istanze di libertà delle regioni settentrionali del paese, la situazione interna è precipitata. L'avanzata delle armate Tuareg ha imposto la legge islamica, la sharia, nelle città conquistate, praticamente cancellando il turismo da città come Timbuctù e gettando sul lastrico una economia già in grossa difficoltà. Le violenze dei ribelli hanno provocato la fuga di almeno 200.000 persone, che fuggono nelle nazioni vicine Mauritania, Niger, Burkina Faso e in Algeria e nelle zone interne del paese, per sfuggire alla fame e sopratutto ai combattimenti in corso, determinando una frattura territoriale dello stato del Mali, ormai diviso in due. Quello che preoccupa maggiormente le cancellerie occidentali è la possibile saldatura tra i tuareg, i salafiti ed Al Qaeda, che da queste vicende potrebbe avere nuovi e positivi impulsi da innestare in una organizzazione che pareva in disarmo. In realtà quello che muove gli uonimi blu sarebbero ragioni più pragmatiche ad allearsi con gli estremisti islamici, come il controllo dei fiorenti traffici di droga, persone ed armi, che transitano nelle regioni ora occupate. Tuttavia anche questo aspetto non è da sottovalutare, sopratutto se unito con le motivazioni dei gruppi estremisti, che potrebbero trarre anch'essi vantaggio dai movimenti di merci di contrabbando, sopratutto in un'ottica di riorganizzazione di tutto quel movimento variegato che si richiama al terrorismo islamico. In questo quadro il colpo di stato nel Mali, aggrava una situazione già di per se preoccupante; l'instabilità del paese africano non consente una risposta militare adeguata all'avanzata dei tuareg, ma, neppure, un interlocutore affidabile per i paesi occidentali, preoccupati dagli effetti di una spaccatura del paese con una parte costituita in repubblica islamica, in una zona già monitorata per i possibili rifugi che già potava offrire in regime di clandestinità a gruppi terroristici. In quadro, per così dire istituzionalizzato, per Al Qaeda raccogliere proseliti anche fuori dal paese, tra gli emarginati e gli esaltati della religione islamica sarebbe molto più agevole, disponendo di territori al di fuori del controllo di forze istituzionali. Tuttavia la parte moderata del movimento dei tuareg minimizzano su queste alleanze, che presentano come strategiche per il raggiungimento dell'obiettivo di controllare la regione di Azawad ritenuta la patria dei nomadi, che dovrà diventare la Repubblica Islamica Azawad. Ma i successi dei tuareg hanno provocato una grande ondata di risentimento nella popolazione del Mali nei confronti degli autori del colpo di stato, ritenuti una causa del successo dell'avanzata degli uomin blu. Il colpo di stato ha interrotto la catena di comando dello stato, non permettendo di fornire una adeguata risposta militare alle mosse di tuareg. Inoltre il paese è stato gettato, proprio a causa del colpo di stato nell'isolamento internazionale ed oggetto di sanzioni, che hanno scatenato una corsa all'accaparramento dei beni alimentari, che, a loro volta, hanno causato violenze e saccheggi. E' una situazione sia politica che diplomatica complicata, lo stato del Mali rischia di perdere una gran parte del proprio territorio e l'occidente di trovarsi a pochi chilometri di distanza un nuovo stato, base ideale per il terrorismo islamico. La situazione, per ora fluida, rischia di diventare un nuovo caso per il Consiglio di sicurezza dell'ONU, con i probabili relativi contrasti e la necessità di agire per impedire una soluzione del caso che si preannuncia difficile e poco conveniente per chi vuole la stabilità della regione.

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