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martedì 24 luglio 2012

Pericolo Siria per il Libano

La crisi siriana, oltre che per la propria intrinseca gravità, che abbraccia diversi aspetti, da quello morale a quello più strettamente geopolitico, ha nelle sue implicazioni, le conseguenze che potrebbe arrecare alla vicina nazione libanese, da sempre in bilico per le proprie tensioni interne. La ragione principale è una delle matrici del conflitto siriano, che è una caratteristica della zona medio orientale e cioè quella religiosa. Alla base della situazione della Siria, non vi è soltanto la ferrea dittatura di Assad, vista con la sola ottica della repressione dei diritti e dell'imposizione di uno stato tutt'altro che di diritto, ma anche la profonda rivalità ed avversione tra i sunniti e gli sciti, che nel caso siriano sono rappresentati dagli alawiti, la setta islamica che detiene il potere nel paese. Dietro questo confronto vi sono i paesi che fanno da riferimento alle due correnti islamiche: per i sunniti l'Arabia Saudita ed il Qatar, per gli sciti l'Iran. E' uno scontro che si ripete nella storia e che ha ripreso vigore da quando Teheran ha intrapreso una politica che mette al centro la strategia di diventare paese di riferimento, prima per gli sciti e poi come guida dell'Islam. La rivalità con l'Arabia Saudita non ha potuto che aumentare, aggravata dal fatto che Riyad, rappresenta il principale alleato americano della zona. Con l'aggravarsi della situazione questo confronto rischia di ripetersi in quella che viene indicata la zona immediatamente più delicata in prossimità delle frontiere siriane. Gli scontri e gli sconfinamenti di truppe sul territorio libanese testimoniano che questa preoccupazione è tutt'altro che infondata. L'instabilità dei confini del paese dei cedri e la presenza sul suo territorio di una nutrita rappresentanza di Hezbollah, estremisti islamici naturali alleati di Teheran, non fanno che completare il quadro di una situazione che diventa sempre più pericolosa. Quello che viene maggiormente temuto dagli osservatori internazionali, indipendenti e no, è il coinvolgimento del Libano nel conflitto siriano, per prossimità con Damasco e per i profondi legami che legano i due popoli, che aumentano le possibilità di replicare nella società libanese ciò che sta avvenendo in Siria. Questo comporterebbe il tanto temuto allargamento del conflitto fino alla soglia di Israele, con pericolose opportunità che l'Iran potrebbe prendere in considerazione. Anche perchè nell'ambiente degli hezbollah una caduta di Assad significherebbe un profondo ridimensionamento della visibilità e del peso del movimento, recuperabili solo con azioni da protagonisti contro lo stato israeliano. Se questo fa degli hezbollah un'arma in mano all'Iran, potenzialmente molto pericolosa, la circostanza è una delle spie della pericolosità della scarsa stabilità libanese, paradossalmente messa in crisi dalla possibile caduta del dittatore di Damasco. Secondo molti osservatori la diffusione del conflitto in Libano è probabile ancora prima di una eventuale caduta di Assad proprio per la ridotta superficie del paese, che non permette distanze di sicurezza tra le opposte fazioni. Se, infatti, una soluzione del conflitto siriano può essere la frantumazione del paese, in rispettive zone di competenza delle diverse fazioni in campo, di cui è composta l'opposizione al regime, particolarmente frammentata e divisa, nel Libano questo non è ritenuto possibile. Da non sottovalutare poi il ruolo di Al Qaeda, che ha adottato, dopo l'avvento delle primavere arabe, la strategia di infiltrarsi fin dentro le forze laiche e democratiche, per sfruttare questi canali ed inserire elementi di sovversione ulteriore destinati a complicare maggiormente la situazione. Con queste premesse la necessità di fermare la questione siriana diventa ancora più pressante, aldilà delle attuali gravi condizioni umanitarie, che rischiano di moltiplicarsi su di una scala più vasta e con ben altri attori coinvolti e conseguenze non solo limitate al suolo della Siria. Se il conflitto dovesse dilagare in Libano sarà molto più difficile fermarne il contagio anche ad altre zone della regione, con tutte le peggiori conseguenze del caso.

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