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giovedì 6 settembre 2012

Il piano di Cameron per risollevare l'economia inglese

La difficile situazione sociale inglese, impone all'esecutivo di Londra l'elaborazione di strategie che possano contenere il disagio ed evitare pericolose manifestazioni di protesta, poi degenerate, come nel passato. La criticità del mercato immobiliare, che sfiora la tragedia per l'impossibilità per molte persone di avere un alloggio decente, ha contribuito ad alimentare il fenomeno degli squatter, che con le occupazioni abusive di edifici sfitti, costituivano ormai una costante nel panorama sociale britannico. La recente disposizione che vieta questa pratica, rischia di andare ad ingrossare l'esercito di chi non ha più nulla da perdere ed innescare un autunno denso di incognite. Cameron individua nella crisi del settore immobiliare anche una opportunità di crescita economica mediante lo stimolo delle nuove costruzioni ed a tal fine ha presentato un piano che prevede la costruzione di 70.000 nuove abitazioni, capace di coinvolgere fino a 140.000 nuovi posti di lavoro. Le cifre stanziate sono consistenti: 50.000 milioni di euro per la costruzione delle infrastrutture e 12.500 milioni di euro per l'edificazione delle nuove case. Associate a questi stanziamenti, anche le norme di snellimento amministrativo per i costruttori di edifici popolari; inoltre, nel piano, si cercherà di recuperare un gran numero di alloggi sfitti. La misura, con i suoi importanti risvolti sociali, politicamente sembra adatta anche a fare dimenticare la recente proposta del leader liberale, che chiedeva l'introduzione della patrimoniale per abbassare la tassazione. Al forte dibattito che ne è seguito, che è stato fonte di particolari contrasti nella coalizione di governo, si è risposto con la soluzione dell'emergenza abitativa, che non è certo arrivata ora. I tempi sono certamente sospetti, il governo in carica ed il suo leader Cameron, non godono di elevati consensi e la coalizione che regge l'esecutivo sembra sempre meno salda, quale migliore momento per estrarre una soluzione populista, che accontenti, cioè, anche quella parte di elettorato conservatore presente nei ceti bassi, per calmare la situazione? Infatti la lettura del piano abitativo si presta a diversi livelli: se è vero che vi è questa emergenza nel Regno Unito, è anche vero che questa situazione è cristallizzata da tempo e Cameron non è arrivato al governo da poco; le facilitazioni ai costruttori possono rappresentare una occasione per speculazioni edilizie, che possono essere mascherate dallo stato di necessità; l'immissione di tale quantità di liquido a favore delle imprese costruttrici rappresenta un indubbio favore a quel settore produttivo. Resta la volontà di creare nuovi posti di lavoro, che è più una necessità, per calmierare un mercato della occupazione reso asfittico dalla crisi. Aldilà delle buone intenzioni e delle reali necessità del paese, Cameron pare tentare un aggiustamento di rotta del suo non magnifico mandato, imbarcandosi in una impresa in parte populista ed in parte affaristica, che se non giungerà a conclusione si rivelerà, oltre ad un fallimento, un tentativo costoso di impedire la redistribuzione del reddito proposta dai suoi alleati, compiendo la strenua difesa della tanta ricchezza nelle mani di pochi, restando così ancora attaccato alla fallace convinzione che favorire i ricchi rappresenta il maggiore stimolo dell'economia.


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