Politica Internazionale

Politica Internazionale

Cerca nel blog

lunedì 17 dicembre 2012

La Cina guarda con preoccupazione al nuovo assetto politico del Giappone

Sale la preoccupazione di Pechino, dopo l'affermazione della destra giapponese nelle consultazioni elettorali del paese nipponico. Il problema più pressante riguarda i rapporti internazionali che potranno svilupparsi tra i due paesi per la questione delle isole contese: Senkaku, per Tokyo, Diaoyu, per Pechino. Sebbene il precedente leader giapponese avesse un atteggiamento che pareva più conciliante, i contrasti avevano già assunto dimensioni tali da produrre preoccupazione nel mondo diplomatico. La vittoria del Partito Liberal Democratico, con a capo Shinzo Abe, che sarà il futuro primo ministro del Giappone, rappresenta un ulteriore elemento di potenziale aggravamento della frizione diplomatica. Shinzo Abe è infatti, considerato un falco della politica internazionale ed un acceso nazionalista, che già in campagna elettorale ha affermato l'assoluta indisponibilità a qualsiasi negoziazione sul problema delle isole. La Cina, per contro, considera le isole parte integrante del territorio cinese, ma Pechino considerava favorevolmente l'eventualità di lavorare insieme al Giappone a rapporti più stabili, vi era, insomma, una apertura più conciliante verso una soluzione condivisa che non dispiacesse nessuno. La rigidità annunciata di quello che sarà il nuovo primo ministro, però, sicuramente invertirà la linea cinese, creando i presupposti di un muro contro muro, di cui risulta difficile fare una previsione. Questo confronto rischia, poi, di ripercuotersi anche negli altri casi di contesa presenti nel Mar Giallo meridionale, legati sia ad altre isole su cui esiste contenzioso, sia all'ampiezza delle acque territoriali. Se il problema tra Cina e Giappone poteva risolversi grazie ad una soluzione della controversia raggiunta in modo condiviso, poteva costituire un precedente importante anche per le altre situazioni che rappresentano casi fonte di contrasto, viceversa, come pare possa svilupparsi la questione, tutti i casi sul tappeto entrano in una incertezza pesante. L'unica speranza è che gli interessi economici tra i due stati possano essere il mezzo per attutirne i contrasti. Le grandi dimostrazioni avvenute recentemente in territorio cinese contro le attività economiche giapponesi, che hanno assunto anche toni particolarmente violenti, rappresentano soltanto un primo assaggio di quello che potrà succedere a livello internazionale. Risulta facile prevedere ed attendersi una escalation fatta di sanzioni economiche e sgarbi diplomatici nei due sensi, che potrebbe avere ripercussioni sul commercio mondiale; inoltre non appare inverosimile lo schieramento delle rispettive flotte militari nei pressi delle isole, con il concreto pericolo che un incidente dia il via a conseguenze ben più gravi. Già nella scorsa settimana il caso dell'aereo militare cinese che aveva sorvolato il piccolo arcipelago aveva causato la pronta reazione di Tokyo, con lo schieramento della sua forza aerea. Per ora siamo nella dimensione delle scaramucce e delle provocazioni, ma senza una intesa o, almeno, una volontà di collaborazione, che pare, al momento essere del tutto assente, la questione potrebbe andare a degenerare in maniera pericolosa. La regione quindi pare destinata a diventare concretamente uno dei punti più caldi del pianeta ed a ciò arriva, come conferma, la concreta preoccupazione di Washington, che già si vede, in un futuro molto prossimo, impegnata in prima persona a dovere mediare, se non gestire, una crisi che si annuncia di grande portata.

Nessun commento:

Posta un commento