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mercoledì 9 gennaio 2013

In Egitto il vertice per la riconciliazione palestinese

Nella capitale egiziana è previsto un incontro che potrebbe dare una svolta alle divisioni palestinesi, per affrontare uniti il processo di costruzione dello stato della Palestina. Sotto il patrocinio del presidente egiziano Morsi, infatti, il presidente palestinese Abbas si riunirà con il leader di Hamas, in esilio, Khaled Meshaal. Alla luce della nuova nomina del segretario delle Difesa USA, notoriamente a favore del dialogo tra Israele ed Hamas, questo incontro assume una valenza differente rispetto ai tentativi precedenti di riconciliazione delle due parti in cui è diviso il mondo palestinese. Anche il ruolo di Morsi, dopo le recenti polemiche sul fronte interno, che hanno accompagnato l'approvazione della tanto discussa nuova costituzione egiziana, mira a recuperare consensi, grazie al suo ruolo di mediatore, sia nel mondo arabo, che nei confronti degli Stati Uniti, molto guardinghi sullo sviluppo intrapreso dal paese egiziano dopo la primavera araba e le elezioni che hanno portato al potere il partito confessionale dei Fratelli Musulmani. La questione della riconciliazione palestinese è un tema fondamentale nel processo della costituzione del nuovo stato, senza questo passo sono impensabili passi avanti. Pur nelle reciproche diffidenze il processo di distensione tra le due anime del mondo palestinese sembra procedere, sopratutto dopo l'autorizzazione data a Fatah per festeggiare il suo 48° anniversario nella striscia di Gaza, governata da Hamas, che dopo la sua salita al potere nella striscia, aveva sempre osteggiato le manifestazioni pubbliche della controparte araba. Entrambi gli schieramenti sono consci della necessità di trovare un accordo per elaborare una linea comune nei confronti di Israele, sopratutto a livello politico internazionale, la via, che con il riconoscimento ONU della Palestina come membro osservatore nell'assemblea, pare dare i maggiori risultati. La necessità americana di chiudere la questione con la soluzione dei due stati non può essere dietro all'incontro, con gli Stati Uniti rivolti verso l'estemo oriente dare una maggiore stabilità all'area risulta essenziale, tuttavia i due schieramenti dovranno superare l'ostacolo maggiore, rappresentato dalle resistenze israeliane, sopratutto se le previsioni elettorali che danno la coalizione già al governo, vincente nella prossima consultazione. I tentativi di Tel Aviv di mantenere divisi due principali gruppi palestinesi, sono stati ripetuti nel tempo, nel nome della logica di imporre così un maggiore controllo sugli attivisti palestinesi. In ripetuti episodi si sono notate coincidenze che concorrevano a mantenere divise le due fazioni, sicuramente alimentate dagli israeliani, va detto che spesso, se non quasi sempre, il torto del mondo palestinese è stato quello di cadere in queste trappole e di arrivare diviso ad appuntamenti importanti. Ma in questo senso si è mossa, con giudizio, l'azione di Abbas che ha saputo ottenere il maggiore riconoscimento internazionale nella storia del movimento palestinese, con mezzi non violenti. La simpatia e la presa d'atto della maggior parte delle nazioni circa la causa palestinese ha già relegato Israele nell'angolo di un isolamento pericoloso, in relazioni ai possibili e potenziali sviluppi che la politica internazionale potrà prendere. Anche il voto contrario alle Nazioni Unite, sul tema del riconoscimento dello status di osservatore, degli Stati Uniti, è parso dettato più da ragioni elettorali, che come reale espressione dell'amministrazione in carica, che è poi stata riconfermata dalla consultazione elettorale. Sono maturate quindi, le condizioni per un progresso nella costruzione dello stato, che potrebbe essere coincidente con un avanzamento del processo di pace tra israeliani e palestinesi, fortemente voluto da Washington e dalla maggior parte delle nazioni mondiali. Se le due parti sapranno resistere alle pressioni endogene provenienti dalle ali estreme e non cadranno nelle provocazioni, di cui saranno senz'altro fatte oggetto, la pacificazione costituirà un concreto progresso verso la creazione dello stato di Palestina.

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