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lunedì 7 gennaio 2013

USA: un ex repubblicano sarà il nuovo Segretario della Difesa

Nella nomina a Segretario della Difesa degli Stati Uniti, da parte di Obama, nella persona dell'ex senatore del Nebraska Chuck Hagel, si riassumono, in maniera interessante, i punti controversi della fase attuale della politica americana, sia interna che estera. Per quanto riguarda il versante interno la nomina di un uomo, che pur conservando sempre la propria indipendenza, è appartenuto al Partito repubblicano, non può che significare il tentativo di trovare terreni di intesa per l'apertura di una via nuovo per il dialogo con il partito avversario di quello del Presidente in carica. La necessità di trovare soluzioni condivise che possano permettere alla nazione statunitense di uscire da una pericolosa impasse burocratica, sul versante dell'economia, non potrà che essere apprezzata dall'opposizione americana con la nomina di un uomo a lei molto vicino, in una posizione di forte prestigio internazionale e di fondamentale importanza per lo scenario politico del paese. Tuttavia, sul fronte della politica internazionale, le posizioni del nuovo Segretario della Difesa non sono propriamente ortodosse per il Partito Repubblicano. Hagel, secondo fonti repubblicane molto vicine alla comunità ebraica USA, potrebbe essere il Segretario alla Difesa più antagonista per Israele, inoltre vi sono altri aspetti da cui si può desumere l'indirizzo che assumerà la Difesa USA: in passato, infatti, l'ex senatore aveva richiesto tagli al bilancio militare americano e fu critico con l'invasione dell'Iraq. Il nuovo Segretario sembra, quindi, essere in linea con gli intendimenti del Presidente Obama, che forte del suo successo elettorale, vuole reimpostare il rapporto con Tel Aviv, per riportarlo entro confini ben delimitati, che mettano al centro il rispetto del territorio palestinese della Cisgiordania, con il fine ultimo della creazione dei due stati sovrani; del resto la posizione dell'ex senatore del Nebraska è che Israele deve trattare con Hamas, in quanto soggetto legittimato dal voto elettorale palestinese, una posizione singolare all'interno degli stessi democratici. Hagel, inoltre, non è un militarista ma propende per soluzioni più ragionate, l'identikit ideale per gestire la crisi iraniana, che pur vivendo un periodo lontano dai riflettori, è ben lontana da una risoluzione; significativo, in questo senso, che il suo voto sul tema delle sanzioni contro Teheran è stato contrario. Anche per questo motivo il nuovo Segretario alla Difesa, dovrebbe essere accolto dagli iraniani in maniera meno dura, in vista di possibili contatti diplomatici per la questione nucleare. L'unica perplessità potrebbe essere la grande indipendenza sia di giudizio che di azione dimostrata da Hagel nella sua vita politica: in caso di dissidio con il Presidente, anche per Obama potrebbe essere difficoltoso gestirlo.

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