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venerdì 31 maggio 2013

La strategia cinese in America Latina

Terminata la visita in Africa, presidente cinese Xi Jinping inaugura il suo tour in America Latina, che precederà l'incontro con Obama. Il peso e sopratutto il significato politico di questa visita è però di tutt'altro spessore rispetto a quella del continente nero, perchè si svolge in quello che un tempo era definito il cortile degli Stati Uniti. La valenza sul piano internazionale è fondamentale, giacchè pone, di fatto, la Cina sullo stesso piano degli USA, per strategie diplomatiche ed importanza economica. Gli accordi commerciali che verranno presi, pur di grande importanza, passano in secondo piano grazie al fatto che l'intenzione di Pechino di rendere la pariglia a Washington questa volta non resta sulla carta, ma si concreta in maniera esplicita. La Cina è apparsa irritata fin da subito, quando la strategia di Obama in politica internazionale ha messo al centro dell'azione americana la zona del sud est asiatico, ritenuta giustamente di centrale importanza per l'espansione commerciale; Pechino ha vissuto questa mossa come una invasione di campo indebita su zone che riteneva, a torto o a ragione, di propria influenza. Ora Xi Jinping entra direttamente in paesi che gli USA ritenevano, altrettanto a torto o a ragione, ricadessero sotto un rapporto privilegiato con la loro amministrazione, ripetendo, a parti rovesciate quanto accaduto in precedenza. Si capisce come questo aspetto della visita del presidente cinese abbracci significati ben più importanti del tour diplomatico in se stesso. Si tratta di una conferma che l'ordine del mondo è cambiato in maniera decisiva e che il bipolarismo Cina-USA è ormai il dato saliente delle relazioni internazionali. Non è una replica della guerra fredda seguita alla seconda guerra mondiale perchè la situazione attuale non deriva da un conflitto armato, ma è la conseguenza di un conflitto economico che, al momento pare senza fine. L'enorme lavoro cinese fatto sulla propria trasformazione interna, grazie a risorse umane infinite e grande disponibilità di materie prime, unite alla spinta del cambiamento dell'impostazione dello stato verso una industrializzazione esasperata, non mitigata da leggi che con ampia tutela sui diritti civili e democratici, ha creato una crescita che ha fatto del paese cinese l'alternativa come motore economico mondiale agli USA. Se fino a poco tempo fa questa potenza era confinata al campo dell'economia, ora la Cina mostra, grazie allo strumento degli accordi commerciali sostenuti dalla grande liquidità a disposizione, la volontà di giocare un ruolo sempre più preminente nell'arena internazionale, sia con sempre maggiore visibilità nelle questioni e nei rapporti tra gli stati, sia con pesanti investimenti nel proprio budget militare. Con queste premesse Xi Jinping si reca a Trinidad e Tobago, Costa Rica e Messico, dimostrando la volontà di allacciare rapporti sia con piccoli che grandi stati. Commercialmente al centro della visita di Trinidad e Tobago vi è l'estrazione di petrolio e gas, di cui Pechino è sempre alla ricerca spasmodica per alimentare le sue industrie. I rapporti tra Costa Rica e Cina non sono recenti e Pechino reputa di grande importanza il legame con San José, in quanto il paese centroamericano è stato il primo nella zona a riconoscere la Repubblica Popolare Cinese, rompendo le relazioni con Taiwan. Il Messico rappresenta, forse, l'affronto più grande per gli Stati Uniti: i contratti di cooperazione recentemente firmati tra i due paesi sono soltanto l'ultimo anello di una catena molto più lunga, dato che la Cina è per il paese messicano già il secondo partner commerciale dopo gli USA, mentre per Pechino, Città del Messico è al secondo posto tra i paesi dell'America Latina. L'intensificazione degli investimenti cinesi in questa zona del continente americano, nei settori delle risorse minerarie e delle infrastrutture ha determinato una situazione dove ben 21 nazioni dell'area su 33, hanno stabili relazioni diplomatiche con Pechino. Queste sono le premesse che precederanno il primo incontro del 7 ed 8 giugno tra Obama e Xi Jinping per cercare forme di collaborazione tra i due stati, non solo sulle materie economiche ma anche sui grandi temi di politica internazionale, essendo entrambi membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell'ONU.

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