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martedì 28 maggio 2013

Le forniture della Russia alla Siria rischiano di provocare più di un incidente diplomatico.

Le implicazioni della guerra siriana rischiano di andare ben oltre l'area già critica del medioriente. La continua attenzione che la Russia pone verso il mantenimento del regime di Assad, potrebbe provocare, infatti, conseguenze ancora più gravi sul piano internazionale, andando ad incrinare ulteriormente i delicati rapporti che intercorrono attualmente tra Mosca e Washington. La decisione di Putin di fornire alle forze regolari siriane i sistemi anti aerei ha provocato immediatemente la reazione, per ora verbale, di Israele. La decisione maturata in Russia, malgrado a Mosca siano ben consci di provocare reazioni pericolose, è dettata dalla necessità di scongiurare il rischio che venga dichiarata una no fly zone dagli Stati Uniti, sul modello di quella attivata durante la guerra libica, una tale decisione priverebbe l'unico punto di forza incontrastato di Assad, l'arma aeronautica, che ha permesso finora di fare la differenza con gli armamenti e la forza dei ribelli; mediante il controllo assoluto dello spazio aereo ed il conseguente uso della forza aerea, il regime di Damasco ha potuto evitare la sconfitta militare e sostanzialmente mantenere il potere nella maggior parte del paese. Gli apparati anti aereo forniti dai russi sarebbero del tipo S-300, tecnicamente sofisticati sistemi terra-aria, in grado di potere intercettare aerei o missili. Per ora gli Stati Uniti non hanno commentato l'intenzione russa, anche se risulta chiaro, che il provvedimento ha come destinatario principalmente Washington, tuttavia l'installazione di questi sistemi riguarda, in maniera ancora più immediata, anche Israele, impegnata con la propria aviazione ad impedire che la milizia integralista Hezbollah si rifornisca direttamente dagli arsenali siriani, con trasporti di armi verso il Libano benedetti da Teheran. Tel Aviv ha già colpito in territorio siriano colonne di automezzi che trasportavano verso la zona meridionale libanese armi trafugate dai depositi di Assad. Con la possibile installazione dei sistemi anti aerei russi, i raid israeliani si farebbero più complicati. Per questo motivo Israele ha minacciato esplicitamente la Siria ed indirettamente la Russia, sulle iniziative che saranno intraprese per scongiurare queste forniture. La tattica di Tel Aviv, in questo caso è obbligata: distruggere gli apparati anti aerei prima che vengano installati; per fare ciò Israele può impedire l'accesso al territorio siriano degli aerei russi, innescando una pericolosa escalation, sia diplomatica, che militare oppure attendere che il materiale sia consegnato e passare all'azione immediatamente dopo e sopratutto prima dell'installazione e delle messa in funzione. Con questa opzione il confronto resterebbe limitato tra Israele e Siria e non verrebbero coinvolti direttamente altri attori internazionali, in questo caso rappresentati dalla Russia. Questa opzione è vera, ma scongiurerebbe soltanto il coinvolgimento diretto di Mosca, preservando lo scenario da una possibile reazione militare, ma non certo una crisi di tipo diplomatico, in cui, inevitabilmente sarebbe coinvolta anche Washington. Un'altra opzione che Israele potrebbe utilizzare potrebbe essere rappresentata da un attacco preventivo contro la Siria, per obbligare Damasco a recedere dall'accettare il rifornimento russo. Questo scenario ricalcherebbe le azioni già praticate da Tel Aviv per evitare il rifornimento di armi verso Hezbollah ed avrebbe un impatto in qualche misura minore delle opzioni precedenti, perchè la giustificazione sarebbe sempre che le azioni militari non sarebbero dirette contro la Siria ma contro le milizie islamiche, Damasco, d'altro canto, non potrebbe rispondere perchè l'obiettivo principale è preservare la propria forza aerea, determinante contro i ribelli, ma sicuramente sconfitta in un confronto con l'aviazione israeliana. Le intenzioni russe restano comunque quelle di rafforzare le forze regolari siriane, fondamentalmente per non permettere che Damasco possa passare sotto l'influenza di alleati degli USA e questa regione rischia di peggiorare i rapporti tra Mosca e Washington, che potrebbero non trovare più alcun punto di intesa in un dialogo che si sta vivendo i momenti sempre più complicati dalla fine della guerra fredda.

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