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lunedì 30 dicembre 2013

Le ragioni degli attentati in Russia

La Russia è sotto l’attacco del terrorismo, quando manca poco all’inizio delle olimpiadi invernali. Il teatro degli attentati, ben due che si sono ripetuti a poca distanza l’uno dall’altro, è la città di Volgograd, che si trova a circa 700 chilometri da Sochi, sede della manifestazione olimpica. Le modalità degli atti terroristici, un attacco suicida ed una bomba posta in un bagaglio collocato nella stazione ferroviaria, inducono a pensare che dietro vi sia la mano dei radicali islamici, forse provenienti dalla Cecenia, che intendono provocare una ondata di paura in concomitanza con l’appuntamento delle olimpiadi, anche per ottenere una visibilità mediatica notevole. Le ragioni degli attentati andrebbero ricercate, oltre che nei moti indipendentisti ceceni, anche nella questione siriana, dove l’accresciuta importanza dei radicali sunniti, di cui fa parte un grande contingente di combattenti provenienti proprio dalla Cecenia, potrebbe usare il metodo terroristico per fare pressione su Mosca, che resta, insieme all’Iran, la principale alleata di Assad. Si tratterebbe, cioè, di una evoluzione del conflitto della Siria, che andrebbe a colpire a domicilio gli alleati di Damasco. Se questa ipotesi dovesse rivelarsi fondata, le previsioni dell’allargamento del conflitto, che per adesso sono state limitate all’area mediorientale, andrebbero riviste in senso nettamente più negativo. L’ipotesi non pare azzardata, anche se è ancora tutta da confermare: gli estremisti islamici potrebbero mettere assieme la lotta indipendentista con l’avversione alla politica estera russa praticata in Siria. Si tratta di una evoluzione plausibile, che, tuttavia, pare avere colto di sorpresa il Cremlino proprio per la ripetizione a breve distanza degli attentati. Quello a cui si mira è instaurare un clima di terrore, con l’obiettivo di provocare uno svolgimento delle olimpiadi quanto meno difficoltoso. In effetti la prima reazione russa è stata quella di tranquillizzare il mondo intero sullo schieramento dell’apparato di sicurezza a protezione degli atleti e del pubblico atteso. Le olimpiadi di Sochi sono un appuntamento molto sentito da Putin, per la loro rilevanza internazionale ed il ritorno di immagine che può assicurare il loro svolgimento. Il Presidente russo ha già dimostrato di tenere molto all’immagine russa in concomitanza con l’appuntamento sportivo, liberando anzitempo dalle prigioni siberiane le attiviste per i diritti umani del gruppo punk delle “Pussy Riot” ed il nemico storico, l’ex oligarca Khodorkovsky. In questo momento Putin punta ad allontanare l’opinione pubblica mondiale da ogni attenzione dal contrasto al dissenso interno ed anche alla questione ucraina, cercando di mantenere un basso profilo, che non vada ad influenzare il giudizio sull’evento olimpico, già duramente contestato per l’avversione ai gay manifestata dal governo russo in sintonia con la chiesa ortodossa. Sono comunque argomenti importanti, ma che possono essere superati in interesse da un attacco terroristico in grande stile, che possa tenere impegnato tutto l’apparato di Mosca. Da notare che la città dove hanno avuto luogo gli attentati, Volgograd, sarà una sede di svolgimento degli incontri della Coppa del Mondo di calcio, in programma nel 2018. Lo schema dei terroristi risponderebbe al progetto del leader ceceno Umarov, di portare la guerra al centro della Russia, con l’obiettivo finale di creare un Emirato del Caucaso, in risposta a quella che viene considerata la politica moscovita di occupazione nel Caucaso settentrionale. Come si vede vi sono ampie analogie con le formazioni sunnite che intendono fare della Siria un paese islamico dove la legge fondamentale debba essere la sharia. Si sarebbe quindi di fronte ad una internazionale del terrore di matrice islamista capace di diffondere la propria azione fin dentro l’Europa; non a caso è stata accusata esplicitamente la rete di Al Qaeda, capace di fornire i fondamenti ideologici ed il supporto finanziario del progetto. L’evoluzione di questa situazione ha un potenziale di pericolosità molto elevato, che va ben aldilà del momento contingente delle olimpiadi, e che ha provocato la preoccupazione della NATO e della UE, pronte a collaborare con le autorità russe per la lotta la terrorismo di matrice religiosa, che può esplodere in qualunque parte dell’occidente, come già dimostrato con l’uso di cellule dormienti, praticamente impossibile da prevenire. Questa situazione potrebbe portare a collaborazioni più strette tra paesi, che sulla scena internazionale sono avversari, come gli USA e la Russia e potrebbe favorire anche una evoluzione delle mosse diplomatiche sulla questione siriana, dove Assad, per gli americani, sta via via rappresentando un pericolo sempre minore con il passare del tempo, superato proprio dalla prepotente avanzata del radicalismo islamico.

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