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venerdì 20 aprile 2018

La Corea del Nord disponibile al disarmo nucleare

Secondo il governo di Seul, la Corea del Nord sarebbe pronta ad avviare un processo di denuclearizzazione del settore militare del paese, senza chiedere in cambio l’abbandono delle truppe americane dal territorio della Cora del Sud. Seul, in questa fase, sta interpretando in maniera molto attenta il ruolo di mediatore tra Washington e Pyongyang, avendo come obiettivo principale quello di disinnescare il pericolo di un conflitto tra USA e Corea del Nord, che vedrebbe la parte sud del paese come la principale vittima. Se quanto affermato da Seul fosse vero, sarebbe la prima volta che la Corea del Nord non mettesse tra le contropartite per il suo disarmo nucleare la partenza delle truppe USA. I militari americani di stanza in Corea del Sud sono circa 28.000 ed hanno finora costituito l’ostacolo principale al disarmo nuclare nordcoreano, proprio perchè l’arma atomica veniva usata come  possibiledeterrente di una eventuale invasione. D’altro canto il ritiro americano sarebbe un ostacolo insormontabile in un negoziato sul disarmo di Pyongyang. La novità nordcoreana viene spiegata dagli analisti attraverso la richiesta del regime, che richiederà garanzie di sicurezza per la sua sopravvivenza; se questa ipotesi è vera non si può pensare soltanto ad una forma di pressione della Cina, ma anche ai continui incontri informali tra i rappresentanti americani e della Corea del Nord. Kim Jong-Un avrebbe messo la priorità sulla sicurezza di restare a capo della nazione, permanenza minacciata più volte dagli Stati Uniti. Tuttavia credere che questo sia l’unico motivo non sembra reale, una possibilità potrebbe consistere nella paura di scatenare una escalation verso una dotazione dell’arma atomica più diffusa. Le minacce del Giappone di dotarsi di un’arma nucleare sono molto concrete, dato che Tokyo dispone già di tutta la conoscenza necessaria per costruire l’arma atomica in poco tempo. La posizione del Giappone è molto critica verso le possibili concessioni alla Corea del Nord ed alle aperture americane veso Pyongyang; quello che si teme a Tokyo è che il comportamento collaborativo della Corea del Nord non sia sincero, ma possa nascondere una tattica tesa a proteggere parte del proprio arsenale militare. L’atteggiamento giapponese è molto temuto dalla Cina, perchè costituisce una alterazione all’equilibrio regionale e perchè sono sempre in corso tra i due paesi dispute territoriali potenzialmente molto pericolose. Per Pechino trovare un avversario con l’arma atomica è molto diverso da averne di fronte uno dotato di soli armamenti convenzionali. La questione non sembra secondaria negli sviluppi nordcoreani: l’obiettivo cinese è quello di mantenere una situazione nella regione sotto controllo , per preservare la stabilità ed i traffici commerciali: in questa ottica la richiesta di Kim Jong-un rientra completamente, giacché la Cina avrebbe operato in precedenza per fare cedere il regime. Se il dittatore nordcoreano si accorda con gli USA, prima deve essersi accordato con Pechino a cui potrebbe avere garantito una maggiore disponibilità sul piano internazionale. D’altro canto una motivazione ugualmente importante per la Cina è quella di evitare la riunione delle due Coree, che causerebbe la presenza americana  sui propri confini. Tutto ciò può essere ottenuto soltanto con una distensione tra Washington e Pyongyang, aspetto che soddisfa anche Seul. Dal lato americano per Trump ciò sarebbe una vittoria diplomatica, che neppure Obama ha potuto vantare: il disarmo nucleare della Corea del Nord costituirebbe un punto di rilievo nella carriera del Presidente degli Stati Uniti, cosa che farebbe risalire il suo prestigio in patria sulla platea internazionale.    

North Korea available for nuclear disarmament

According to the government of Seoul, North Korea would be ready to start a process of denuclearization of the military sector of the country, without asking for the abandonment of American troops from the territory of South Cora. ​​Seoul, at this stage, is interpreting very careful the role of mediator between Washington and Pyongyang, having as main objective to defuse the danger of a conflict between the US and North Korea, which would see the southern part of the country as the main victim. If what was affirmed by Seoul was true, it would be the first time that North Korea did not place the departure of US troops in the counterparts for its nuclear disarmament. The US military stationed in South Korea is about 28,000 and has so far constituted the main obstacle to North Korean nuclear disarmament, precisely because the atomic weapon was used as a possible possibility of an eventual invasion. On the other hand, the American withdrawal would be an insurmountable obstacle in a negotiation on the disarming of Pyongyang. The North Korean novelty is explained by analysts through the request of the regime, which will require security guarantees for its survival; if this hypothesis is true, one can not think only of a form of pressure from China, but also the continuous informal meetings between the American and North Korean representatives. Kim Jong-Un would have prioritized the security of remaining in charge of the nation, a permanence threatened several times by the United States. However, to believe that this is the only reason does not seem real, one possibility could consist in the fear of triggering an escalation towards a more widespread atomic weapon endowment. Japan's threats to equip themselves with a nuclear weapon are very concrete, given that Tokyo already has all the knowledge necessary to build the atomic weapon in a short time. Japan's position is very critical of the possible concessions to North Korea and the American openings in Pyongyang; what is feared in Tokyo is that the collaborative behavior of North Korea is not sincere, but can hide a tactic aimed at protecting part of its military arsenal. The Japanese attitude is much feared by China, because it constitutes an alteration to the regional equilibrium and because there are always potentially dangerous disputes between the two countries. For Beijing, finding an opponent with an atomic weapon is very different from having one with only conventional armaments. The issue does not seem secondary in North Korean developments: the Chinese objective is to maintain a situation in the region under control, to preserve stability and commercial trafficking: in this perspective, Kim Jong-un's request falls completely, as China would have previously operated to surrender the scheme. If the North Korean dictator agrees with the US, it must first have agreed with Beijing that could have guaranteed greater international availability. On the other hand, an equally important motivation for China is to avoid the meeting of the two Koreas, which would cause the American presence on its borders. All this can only be achieved with a détente between Washington and Pyongyang, which also satisfies Seoul. On the American side for Trump this would be a diplomatic victory, which not even Obama could boast: the nuclear disarmament of North Korea would represent a prominent point in the career of the President of the United States, which would bring his prestige back home on the international stage .

Corea del Norte disponible para el desarme nuclear

Según el gobierno de Seúl, Corea del Norte estaría lista para iniciar un proceso de desnuclearización del sector militar del país, sin pedir el abandono de las tropas estadounidenses del territorio de South Cora. ​​Seúl, en esta etapa, está interpretando muy cuidadoso el papel de mediador entre Washington y Pyongyang, teniendo como objetivo principal desactivar el peligro de un conflicto entre los EE. UU. y Corea del Norte, que vería a la parte sur del país como la principal víctima. Si lo afirmado por Seúl fuera cierto, sería la primera vez que Corea del Norte no coloca la partida de las tropas estadounidenses en las contrapartes para su desarme nuclear. El ejército estadounidense estacionado en Corea del Sur es de alrededor de 28,000 y hasta el momento ha constituido el principal obstáculo para el desarme nuclear de Corea del Norte, precisamente porque el arma atómica fue utilizada como una posible posibilidad de una eventual invasión. Por otro lado, la retirada estadounidense sería un obstáculo insalvable en una negociación sobre el desarme de Pyongyang. La novedad norcoreana es explicada por los analistas a través de la solicitud del régimen, que requerirá garantías de seguridad para su supervivencia; si esta hipótesis es cierta, no se puede pensar solamente en una forma de presión por parte de China, sino también en las reuniones informales continuas entre los representantes estadounidenses y norcoreanos. Kim Jong-Un habría priorizado la seguridad de permanecer a la cabeza de la nación, una permanencia amenazada varias veces por Estados Unidos. Sin embargo, para creer que esta es la única razón que no parece real, una posibilidad podría consistir en el temor de desencadenar una escalada hacia una dotación de armas atómicas más amplia. Las amenazas de Japón de equiparse con un arma nuclear son muy concretas, dado que Tokio ya posee todo el conocimiento necesario para construir el arma atómica en poco tiempo. La posición de Japón es muy crítica con las posibles concesiones a Corea del Norte y las aperturas estadounidenses en Pyongyang; lo que se teme en Tokio es que el comportamiento colaborativo de Corea del Norte no es sincero, pero puede esconder una táctica destinada a proteger parte de su arsenal militar. La actitud japonesa es muy temida por China, porque constituye una alteración del equilibrio regional y porque siempre hay disputas potencialmente peligrosas entre los dos países. Para Pekín, encontrar un oponente con un arma atómica es muy diferente de tener uno con solo armamento convencional. El problema no parece secundario en los desarrollos de Corea del Norte: el objetivo chino es mantener una situación en la región bajo control, para preservar la estabilidad y el tráfico comercial: en este sentido, la solicitud de Kim Jong-un cae por completo, ya que China habría anteriormente operado para entregar el esquema. Si el dictador norcoreano está de acuerdo con los EE. UU., Primero debe haber acordado con Pekín que podría haber garantizado una mayor disponibilidad internacional. Por otro lado, una motivación igualmente importante para China es evitar la reunión de las dos Coreas, lo que causaría la presencia estadounidense en sus fronteras. Todo esto solo se puede lograr con una distensión entre Washington y Pyongyang, que también satisface a Seúl. En el lado estadounidense para Trump, esta sería una victoria diplomática, que ni siquiera Obama podría jactarse: el desarme nuclear de Corea del Norte sería un punto prominente en la carrera del presidente de los Estados Unidos, que trazaría su prestigio en el escenario internacional .

Nordkorea für nukleare Abrüstung verfügbar

Nach Angaben der Regierung von Seoul wäre Nordkorea bereit, einen Prozess der Denuklearisierung des Militärsektors des Landes einzuleiten, ohne nach der Aufgabe amerikanischer Truppen aus dem Gebiet von Süd-Cora zu fragen. Seoul interpretiert in diesem Stadium sehr vorsichtig die Rolle des Vermittlers zwischen Washington und Pjöngjang, mit dem Hauptziel, die Gefahr eines Konflikts zwischen den USA und Nordkorea zu entschärfen, der den südlichen Teil des Landes zum Hauptopfer machen würde. Wenn das, was von Seoul bestätigt wurde, wahr ist, wäre es das erste Mal, dass Nordkorea nicht den Abzug der US-Truppen in die Gegenstücke für seine nukleare Abrüstung angeordnet hätte. Das in Südkorea stationierte US-Militär ist etwa 28.000 und war bisher das Haupthindernis für die nukleare Abrüstung Nordkoreas, gerade weil die Atomwaffe als mögliche Möglichkeit einer eventuellen Invasion genutzt wurde. Auf der anderen Seite wäre der amerikanische Rückzug ein unüberwindliches Hindernis in einer Verhandlung über die Entwaffnung von Pjöngjang. Die nordkoreanische Neuheit wird von Analytikern durch die Forderung des Regimes erklärt, die Sicherheitsgarantien für sein Überleben benötigen; Wenn diese Hypothese zutrifft, kann man nicht nur an eine Form von Druck aus China denken, sondern auch an die kontinuierlichen informellen Treffen zwischen Vertretern Amerikas und Nordkoreas. Kim Jong-Un hätte der Sicherheit Vorrang gegeben, die Verantwortung für die Nation zu behalten, eine Dauer, die von den Vereinigten Staaten mehrfach bedroht wurde. Wenn man jedoch glaubt, dass dies der einzige Grund ist, der nicht real ist, könnte eine Möglichkeit die Angst sein, eine Eskalation hin zu einer weiter verbreiteten Atomwaffe auszulösen. Japans Drohungen, sich mit einer Atomwaffe auszustatten, sind sehr konkret, da Tokio bereits über alle notwendigen Kenntnisse verfügt, um die Atomwaffe in kurzer Zeit bauen zu können. Japans Position ist sehr kritisch gegenüber den möglichen Zugeständnissen an Nordkorea und den amerikanischen Eröffnungen in Pjöngjang; Was in Tokio befürchtet wird, ist, dass das kollaborative Verhalten Nordkoreas nicht aufrichtig ist, sondern eine Taktik verbergen kann, die darauf abzielt, einen Teil seines militärischen Arsenals zu schützen. Die japanische Haltung wird von China sehr gefürchtet, weil es eine Veränderung des regionalen Gleichgewichts darstellt und weil zwischen den beiden Ländern immer potentiell gefährliche Streitigkeiten bestehen. Für Peking ist es sehr anders, einen Gegner mit einer Atomwaffe zu finden als einen, der nur konventionelle Waffen hat. Das Thema scheint in der nordkoreanischen Entwicklung nicht zweitrangig zu sein: Das chinesische Ziel besteht darin, eine Situation in der Region unter Kontrolle zu halten, um Stabilität und Handelsschmuggel zu bewahren. In diesem Licht fällt Kim Jong-uns Forderung vollständig, wie China es getan hätte zuvor betrieben, um das Schema aufzugeben. Wenn der nordkoreanische Diktator den USA zustimmt, muss er zuerst mit Peking abgestimmt haben, das eine größere internationale Verfügbarkeit hätte garantieren können. Auf der anderen Seite ist eine ebenso wichtige Motivation für China, das Treffen der beiden Koreas zu vermeiden, das die amerikanische Präsenz an seinen Grenzen verursachen würde. All dies kann nur mit einer Entspannung zwischen Washington und Pjöngjang erreicht werden, die auch Seoul zufriedenstellt. Auf der amerikanischen Seite wäre das für Trump ein diplomatischer Sieg, den nicht einmal Obama rühmen könnte: Die nukleare Abrüstung Nordkoreas wäre ein herausragender Punkt in der Karriere des Präsidenten der Vereinigten Staaten, der sein Ansehen auf der internationalen Bühne zurückverfolgen würde .

La Corée du Nord disponible pour le désarmement nucléaire

Selon le gouvernement de Séoul, la Corée du Nord serait prête à entamer un processus de dénucléarisation du secteur militaire du pays, sans demander l'abandon des troupes américaines du territoire de South Cora. très prudent le rôle de médiateur entre Washington et Pyongyang, ayant comme objectif principal de désamorcer le danger d'un conflit entre les États-Unis et la Corée du Nord, qui verrait la partie sud du pays comme la principale victime. Si ce qui était affirmé par Séoul était vrai, ce serait la première fois que la Corée du Nord ne placerait pas le départ des troupes américaines dans ses homologues pour son désarmement nucléaire. L'armée américaine stationnée en Corée du Sud compte environ 28 000 personnes et constitue jusqu'à présent le principal obstacle au désarmement nucléaire de la Corée du Nord, précisément parce que l'arme atomique a été utilisée comme une possibilité d'invasion éventuelle. D'un autre côté, le retrait américain serait un obstacle insurmontable dans une négociation sur le désarmement de Pyongyang. La nouveauté nord-coréenne est expliquée par les analystes à la demande du régime, ce qui nécessitera des garanties de sécurité pour sa survie; si cette hypothèse est vraie, on ne peut pas penser seulement à une forme de pression de la Chine, mais aussi aux réunions informelles continues entre les représentants américains et nord-coréens. Kim Jong-Un aurait priorisé la sécurité de rester en charge de la nation, une permanence menacée à plusieurs reprises par les Etats-Unis. Cependant, croire que c'est la seule raison ne semble pas réelle, une possibilité pourrait être la crainte de déclencher une escalade vers une arme nucléaire plus répandue. Les menaces japonaises de se doter d'une arme nucléaire sont très concrètes, étant donné que Tokyo possède déjà toutes les connaissances nécessaires pour fabriquer l'arme atomique dans un court laps de temps. La position du Japon est très critique sur les concessions possibles à la Corée du Nord et les ouvertures américaines à Pyongyang; Ce qui est craint à Tokyo, c'est que le comportement collaboratif de la Corée du Nord n'est pas sincère, mais peut cacher une tactique visant à protéger une partie de son arsenal militaire. L'attitude japonaise est très redoutée par la Chine, car elle constitue une altération de l'équilibre régional et parce qu'il existe toujours des conflits potentiellement dangereux entre les deux pays. Pour Pékin, trouver un adversaire avec une arme atomique est très différent d'en avoir un avec seulement des armes conventionnelles. La question ne semble pas secondaire dans les développements nord-coréens: l'objectif chinois est de maintenir une situation dans la région sous contrôle, de préserver la stabilité et la traite commerciale: dans cette optique, la demande de Kim Jong-un tombe complètement, car la Chine aurait précédemment exploité pour abandonner le régime. Si le dictateur nord-coréen est d'accord avec les États-Unis, il doit d'abord avoir convenu avec Pékin qu'il aurait pu garantir une plus grande disponibilité internationale. D'autre part, une motivation tout aussi importante pour la Chine est d'éviter la rencontre des deux Corées, ce qui provoquerait la présence américaine à ses frontières. Tout cela ne peut être réalisé qu'avec une détente entre Washington et Pyongyang, ce qui satisfait également Séoul. Du côté américain pour Trump, ce serait une victoire diplomatique, dont même Obama ne pourrait se vanter: le désarmement nucléaire de la Corée du Nord représenterait un point important dans la carrière du président des États-Unis, ce qui ramènerait son prestige sur la scène internationale .

Coreia do Norte disponível para desarmamento nuclear

De acordo com o governo em Seul, na Coréia do Norte estaria pronto para iniciar o processo de desnuclearização do setor militar do país, sem pedir o abandono das tropas americanas do território Cora da Ossétia do Sul. Seul, nesta fase, ele está jogando em um muito cuidado como um mediador entre Washington e Pyongyang, tendo como principal objetivo neutralizar o perigo de um conflito entre os EUA ea Coréia do Norte, que veria a parte sul do país, como a vítima principal. Se o que foi afirmado por Seul fosse verdade, seria a primeira vez que a Coréia do Norte não colocava a partida das tropas americanas nas contrapartes por seu desarmamento nuclear. Os militares dos EUA estacionados na Coreia do Sul e cerca de 28.000 têm sido até agora o principal obstáculo para o norte-coreano Desarmamento Nuclear, só porque uma arma nuclear foi usada como possibiledeterrente de uma possível invasão. Por outro lado, a retirada americana seria um obstáculo intransponível em uma negociação sobre o desarmamento de Pyongyang. A novidade norte-coreana é explicada pelos analistas por meio do pedido do regime, que exigirá garantias de segurança para sua sobrevivência; se essa hipótese for verdadeira, não se pode pensar apenas em uma forma de pressão da China, mas também nas reuniões informais contínuas entre os representantes norte-americanos e norte-coreanos. Kim Jong-Un teria priorizado a segurança de permanecer no comando da nação, uma permanência ameaçada várias vezes pelos Estados Unidos. Entretanto, acreditar que essa é a única razão pela qual não parece real, uma possibilidade poderia consistir no medo de desencadear uma escalada em direção a uma dotação de armas atômicas mais difundida. As ameaças do Japão de se equipar com uma arma nuclear são muito concretas, já que Tóquio já possui todo o conhecimento necessário para construir a arma atômica em pouco tempo. A posição do Japão é muito crítica quanto às possíveis concessões à Coréia do Norte e às aberturas americanas em Pyongyang; O que se teme em Tóquio é que o comportamento colaborativo da Coreia do Norte não é sincero, mas pode esconder uma tática destinada a proteger parte de seu arsenal militar. A atitude japonesa é muito temida pela China, porque constitui uma alteração ao equilíbrio regional e porque sempre há disputas potencialmente perigosas entre os dois países. Para Pequim, encontrar um oponente com uma arma atômica é muito diferente de ter um com apenas armamentos convencionais. A questão não parece secundário nos desenvolvimentos da Coreia do Norte: o objetivo da China é manter uma situação na região sob controle, para preservar a estabilidade e tráfego comercial: neste contexto, o pedido de Kim Jong-un retrair completamente, desde que a China faria anteriormente operado para entregar o esquema. Se o ditador norte-coreano concordar com os EUA, deve primeiro ter concordado com Pequim que poderia ter garantido maior disponibilidade internacional. Por outro lado, uma motivação igualmente importante para a China é evitar a reunião das duas Coréias, o que causaria a presença americana em suas fronteiras. Tudo isso só pode ser conseguido com uma détente entre Washington e Pyongyang, que também satisfaz Seul. Do lado americano de Trump o que seria uma vitória diplomática, que nem mesmo Obama podia se gabar: o desarmamento nuclear da Coréia do Norte seria um passo importante para a carreira do presidente dos Estados Unidos, que iria traçar o seu prestígio em casa e no cenário internacional .

Северная Корея готова к ядерному разоружению

По словам правительства Сеула, Северная Корея будет готова начать процесс денуклеаризации военного сектора страны, не попросив отказаться от американских войск с территории Южной Коры. Сеул на данном этапе интерпретирует очень осторожную роль посредника между Вашингтоном и Пхеньяном, имея в качестве основной цели обезопасить опасность конфликта между США и Северной Кореей, которая увидит южную часть страны в качестве главной жертвы. Если бы то, что было подтверждено Сеулом, было правдой, это было бы в первый раз, когда Северная Корея не отправила уход американских войск в своих коллег для своего ядерного разоружения. Американские военные, дислоцированные в Южной Корее, составляют около 28 000 человек и до сих пор являлись основным препятствием для ядерного разоружения Северной Кореи именно потому, что атомное оружие использовалось как возможная возможность возможного вторжения. С другой стороны, уход Америки был бы непреодолимым препятствием на переговорах по разоружению Пхеньяна. Северокорейская новизна объясняется аналитиками по просьбе режима, что потребует гарантий безопасности для его выживания; если эта гипотеза верна, нельзя думать только о форме давления со стороны Китая, а также о постоянных неофициальных встречах между представителями Америки и Северной Кореи. Ким Чен-Юн поставил бы приоритет в отношении безопасности, оставшейся во главе нации, постоянство, которое несколько раз угрожало Соединенными Штатами. Однако полагать, что это единственная причина, которая не кажется реальной, одна из возможностей может заключаться в страхе вызвать эскалацию в сторону более широкого распространения ядерного оружия. Угрозы Японии по оснащению ядерным оружием весьма конкретны, учитывая, что в Токио уже есть все необходимые знания для создания атомного оружия за короткое время. Позиция Японии очень критически относится к возможным уступкам Северной Корее и американским открытиям в Пхеньяне; То, что опасается в Токио, заключается в том, что совместное поведение Северной Кореи не является искренним, но может скрывать тактику, направленную на защиту части своего военного арсенала. Китайский подход сильно опасается Китая, поскольку он представляет собой изменение регионального равновесия и потому, что между двумя странами всегда есть потенциально опасные споры. Для Пекина найти противника с атомным оружием сильно отличается от того, что он имеет только обычные вооружения. Этот вопрос не кажется вторичным в северокорейских событиях: цель Китая состоит в том, чтобы сохранить ситуацию в регионе под контролем, сохранить стабильность и коммерческую торговлю: в этой перспективе просьба Ким Чен Юна полностью падает, так как Китай будет ранее работавший, чтобы сдать схему. Если северокорейский диктатор согласен с США, он должен сначала согласиться с Пекином, который мог бы гарантировать большую международную доступность. С другой стороны, столь же важная мотивация для Китая состоит в том, чтобы избежать встречи двух Корей, что вызовет присутствие Америки на ее границах. Все это может быть достигнуто только с разницей между Вашингтоном и Пхеньяном, что также удовлетворяет Сеулу. На американской стороне для Трампа это была бы дипломатическая победа, которой даже Обама не мог похвастаться: ядерное разоружение Северной Кореи станет важным моментом в карьере президента Соединенных Штатов, который проследит свой престиж на родине на международной арене ,

朝鮮可用於核裁軍

根據首爾政府的說法,朝鮮準備啟動該國軍事部門的無核化進程,而不要求從南科拉島的領土上放棄美軍。首爾在此階段正在口譯非常小心華盛頓和平壤之間的調解人的角色,其主要目的是化解美國和朝鮮之間的衝突危險,而這種危機將把該國南部看作是主要受害者。如果首爾確認的是真實的話,這將是朝鮮第一次不把美軍的出發放在核裁軍的對手身上。駐紮韓國的美軍約有28,000人,迄今為止是朝鮮核裁軍的主要障礙,正是因為原子武器被用作可能的最終入侵。另一方面,在平壤解除武裝的談判中,美國的撤軍將成為不可逾越的障礙。分析人士通過該政權的要求解釋了朝鮮的新穎性,該政權要求為其生存提供安全保證;如果這個假設是真的,那麼我們不能僅僅想到中國的一種壓力,而是美國和朝鮮代表之間持續的非正式會議。金正恩會優先處理國家的安全問題,美國多次威脅到這種永久性。然而,要相信這是唯一的原因似乎並不真實,一種可能性可能在於引發向更廣泛的原子武器禀賦升級的恐懼。鑑於東京已擁有在短時間內製造原子武器所需的全部知識,日本面臨核武器威脅的威脅非常具體。日本的立場對北韓可能的讓步和美國在平壤的開放非常關鍵;東京擔心的是朝鮮的合作行為不是真誠的,但可以隱藏旨在保護部分軍事武器的戰術。日本的態度令中國非常擔心,因為它構成了區域均衡的變化,並且由於兩國之間始終存在潛在的危險糾紛。對於北京來說,用原子武器尋找對手與使用傳統武器的對手非常不同。這個問題似乎並不在二級朝鮮發展:中國的目標是保持在該地區控制局勢,以維護穩定和商業交通:在這種情況下金正恩退的要求充分,因為中國會此前曾經投降該計劃。如果朝鮮獨裁者同意美國的觀點,它必須首先與北京達成一致,才能保證更高的國際可用性。另一方面,對中國同樣重要的一個動機是避免朝鮮兩國會面,這會導緻美國在邊界上的存在。所有這些只能通過華盛頓和平壤之間的緩和才能實現,這也讓首爾感到滿意。美國方面對特朗普這將是一個外交勝利,即使沒有奧巴馬可以誇耀:朝鮮的核裁軍將是美國的總統生涯的重要一步,這將追溯其威望在國內和國際舞台上

北朝鮮は核軍縮に利用可能

ソウルの政府によると、北朝鮮は自国の軍事部門の非核化のプロセスを開始する準備ができてしまう、南オセチア。ソウルのコーラの領土からのアメリカ軍の放棄を求めることなく、この段階では、彼はで再生されています主な被害者として国の南部を見るであろう米国と北朝鮮間の紛争の危険性を打開するための主な目的を持つワシントンと平壌間の仲介者として、非常に慎重に。ソウルが確認したことが真実ならば、北朝鮮が核軍縮の相手に米軍の撤退をしなかったのは初めてだろう。韓国に駐留している米軍は約2万8000人で、核兵器が最終的な侵攻の可能性として利用されたため、北朝鮮の核軍縮の主な障害となっている。一方で、アメリカの撤退は、平壌の武装解除に関する交渉では克服できない障害となるだろう。北朝鮮の斬新さは、その生存のための安全保障が要求される、政権の要求による分析者によって説明される。この仮説が真実ならば、中国からの圧力だけでなく、米国と北朝鮮の代表者間の非公式会合も考えられる。金正日(キム・ジョンウン)大統領は国家維持の安全保障を優先させたが、米国は何度も永続性を脅かした。しかし、これは、それは本当のようではありません唯一の理由であると信じて、可能性が供給より広範囲核兵器へのエスカレーションを引き起こす恐れである可能性があります。日本が核兵器を装備するという脅威は、短期間に原子兵器を作るために必要な知識を既に持っていることから、非常に具体的です。日本の立場は、北朝鮮への譲歩や平壌でのアメリカの開放に非常に重要だ。東京で恐れられているのは、北朝鮮の協力行動は誠実ではなく、軍備の一部を保護するための戦術を隠すことができるということです。日本の態度は、地域平衡への改革を構成し、両国の間に常に潜在的に危険な紛争が存在するため、中国が恐れている。北京にとっては、原子兵器を持つ相手を見つけることは、従来の武器だけを持つこととは大きく異なる。問題は、北朝鮮の発展における二次思えません:中国の目標は、管理下に地域の状況を維持するために、安定性と商業のトラフィックを維持することです:このコンテキストでは金正恩の要求を完全に撤回、中国以来でしょう以前にこの制度を放棄するように操作された。北朝鮮の独裁者が米国と合意すれば、北京との国際的な利用可能性を保証することができる北京との間でまず合意しなければならない。他方、中国にとっても同様に重要な動機は、米国の存在を国境にもたらす南北間の会合を避けることである。このすべては、ソウルをも満足させるワシントンと平壌の間のdétenteによってのみ達成することができます。米国側では、これは外交的勝利であり、オバマでさえも自慢できないだろう。北朝鮮の核軍縮は、国際大国の威信を追いかける米国大統領のキャリアにおける重要なポイントになるだろう

كوريا الشمالية متاحة لنزع السلاح النووي

ووفقًا لحكومة سيول ، فإن كوريا الشمالية ستكون مستعدة لبدء عملية نزع السلاح النووي من القطاع العسكري في البلاد ، دون أن تطلب التخلي عن القوات الأمريكية من إقليم كورا الجنوبية ، في هذه المرحلة ، تقوم سيول بتفسير حرص شديد على دور الوسيط بين واشنطن وبيونغ يانغ ، حيث كان الهدف الرئيسي لنزع فتيل خطر الصراع بين الولايات المتحدة وكوريا الشمالية ، والذي من شأنه أن يرى الجزء الجنوبي من البلاد كضحية رئيسية. إذا كان ما أكدته سيئول صحيحًا ، فستكون هذه هي المرة الأولى التي لا تضع فيها كوريا الشمالية رحيل القوات الأمريكية في نظائرها لنزع سلاحها النووي. يبلغ عدد الجنود الأميركيين المتمركزين في كوريا الجنوبية حوالي 28 ألف جندي ، ويشكلون حتى الآن العقبة الرئيسية أمام نزع السلاح النووي في كوريا الشمالية ، وذلك بالتحديد لأن السلاح النووي استخدم كاحتمال محتمل لغزو في نهاية المطاف. من ناحية أخرى ، فإن الانسحاب الأميركي سيكون عقبة لا يمكن تجاوزها في التفاوض على نزع سلاح بيونغ يانغ. ويفسر المحللون الجدد في كوريا الشمالية محللون من خلال طلب النظام الذي سيتطلب ضمانات أمنية لبقائه ؛ إذا كانت هذه الفرضية صحيحة ، لا يمكن للمرء أن يفكر فقط في شكل من أشكال الضغط من الصين ، ولكن أيضا الاجتماعات غير الرسمية المستمرة بين ممثلي أمريكا وكوريا الشمالية. كان من المفترض أن يمنح كيم جونغ أون الأولوية للأمن المتبقي المسؤول عن الدولة ، وهو تهديد استمر عدة مرات من قبل الولايات المتحدة. ومع ذلك ، وللاعتقاد بأن هذا هو السبب الوحيد الذي لا يبدو حقيقياً ، يمكن أن يتمثل أحد الاحتمالات في الخوف من إطلاق تصعيد نحو هبة أسلحة ذرية أكثر انتشاراً. إن تهديدات اليابان بتزويد نفسها بسلاح نووي أمرًا ملموسًا جدًا ، نظرًا لأن طوكيو لديها بالفعل كل المعرفة اللازمة لبناء السلاح النووي في وقت قصير. موقف اليابان ينتقد بشدة التنازلات المحتملة لكوريا الشمالية والافتتاحات الأمريكية في بيونغ يانغ. ما يُخشى في طوكيو هو أن السلوك التعاوني لكوريا الشمالية ليس صادقًا ، بل يمكنه إخفاء تكتيك يهدف إلى حماية جزء من ترسانته العسكرية. وتخشى الصين كثيراً من الموقف الياباني ، لأنه يشكل تغييراً في التوازن الإقليمي ولأن هناك دائماً خلافات محفوفة بالمخاطر بين البلدين. بالنسبة لبكين ، فإن العثور على منافس بسلاح ذري يختلف اختلافاً كبيراً عن وجود سلاح له أسلحة تقليدية فقط. لا تبدو القضية ثانوية في تطورات كوريا الشمالية: الهدف الصيني هو الحفاظ على وضع في المنطقة تحت السيطرة ، للحفاظ على الاستقرار والاتجار التجاري: في ضوء ذلك ، فإن طلب كيم جونغ أون يقع بالكامل ، عملت سابقا لتسليم النظام. إذا وافق الديكتاتور الكوري الشمالي مع الولايات المتحدة ، فعليه أولاً أن يتفق مع بكين التي يمكن أن تضمن توافر دولي أكبر. من ناحية أخرى ، هناك دافع مهم بنفس القدر للصين هو تجنب اجتماع الكوريتين ، الأمر الذي من شأنه أن يؤدي إلى الوجود الأمريكي على حدودها. لا يمكن تحقيق كل هذا إلا من خلال انفراج بين واشنطن وبيونغ يانغ ، وهو ما يرضي سيول أيضًا. على الجانب الأمريكي بالنسبة إلى ترامب ، سيكون هذا انتصارا دبلوماسيا ، لا يمكن حتى لأوباما أن يتباهى به: إن نزع السلاح النووي لكوريا الشمالية سيكون نقطة بارزة في مسيرة رئيس الولايات المتحدة ، الأمر الذي سيعزز مكانته في الوطن على المسرح الدولي. .

venerdì 13 aprile 2018

L'Europa si interroga sulle sanzioni contro l'Iran per la Siria

Esiste un conflitto all’interno dei paesi europei circa l’atteggiamento da tenere con l’Iran. Le questioni sono due, ed anche se paiono non collegate tra loro, costituiscono un problema sulle relazioni con Teheran, ma anche con Washington. Il coinvolgimento iraniano nella guerra siriana al fianco di Assad, e quindi di tutte le sue malefatte, impone di ai paesi europei di dare una risposta forte di tipo diplomatico al paese iraniano: la soluzione trovata sarebbe quella di imporre a Teheran delle sanzioni, tuttavia, la ragione della discussione è di quale gravità dovrebbero essere questi provvedimenti. L’interrogativo è legato all’accordo sul nucleare che l’Iran ha stipulato anche con l’Unione Europea, la Germania, la Francia ed il Regno Unito. Il timore è che, a causa delle sanzioni per la presenza in Siria, Teheran abbia una reazione negativa anche sull’accordo relativo al nucleare, sopratutto per le pressioni che arrivano dagli USA, che, con il presidente Trump, sembra che vogliano recedere da quanto concordato. Quello che gli europei temono è che mettere nuove sanzioni sull’Iran possa costituire per Teheran una sorta di scusa per rendere inefficace il trattato ed aprire la strada allo sviluppo militare atomico iraniano. Questo scenario sarebbe il peggiore possibile in questa fase, caratterizzata dalle tensioni tra americani e russi, perchè riaprirebbe ufficalmente il fronte iraniano. In realtà il comportamento di Trump è influenzato, oltre che dai preconcetti della Casa Bianca, anche dalle pressioni degli israeliani e delle monarchie sunnite, tradizionali avversari di Teheran. Il rischio concreto è quello della proliferazione nucleare e di uno stato di tensione permanente, con l’Iran che potrebbe rivendicare il suo diritto alla ricerca nucleare, anche per fini militari e una dialettica costituita da minacce di intervento armato, e di adeguate risposte, come era già accaduto prima del raggiungimento della firma sull’accordo. Per evitare il ritorno di un equilibrio del terrore su scala multipolare, e, quindi, più difficile da controllare, Berlini, Parigi e Londra hanno proposto di sanzione l’Iran con uno schema di provvedimenti selettivi: la ragione è quella di non causare un irrigidimento di Teheran e, nello stesso tempo, dimostrare a Washington, che, con questa modalità, si può essere severi con  l’Iran senza indurlo a  ritirarsi dal trattato.  Nonostante il disaccordo con alcuni partner europei, le misure proposte riguardano non lo stato iraniano, ma i suoi funzionari ritenuti direttamente coinvolti nel conflitto siriano. Se, da un lato, si tratta evidentemente di una operazione condotta dimostrando tutta la buona volontà possibile nei confronti di un paese che si è comunque reso responsabile di massacri verso i civili, dall’altro lato, proprio questa cautela potrebbe essere scambiata per debolezza da Trump e, di conseguenza fornirgli l’occasione per continuare nel progetto di boicottare il trattato sul nucleare. Il pericolo reale è che, oltre al presidente statunitense, anche il governo iraniano approfitti di queste sanzioni per rinnegare il trattato, considerando anche, che gli attesi benefici in campo economico sono stati fino ad ora molto ridotti. In altre parole a Teheran potrebbero giudicare più conveniente procedere verso la direzione di diventare una potenza atomica e, nel contempo rinforzare le relazioni politiche e commerciali con i paesi nemici degli americani come la Russia, ma anche la Cina, ritenute più vantaggiose in senso strategico, anhe a discapito dei possibili vantaggi economici, per ora non arrivati, che la fine delle sanzioni da parte di europei ed americani avrebbero dovuto garantire. Occorrerà attendere cosa il governo di Teheran riterrà più importante: se gli aspetti geopolitici o quelli economici, certo senza vantaggi tangibili appare scontato che l’Iran prediliga le sue ambizioni internazionali.

Europe wonders about sanctions against Iran for Syria

There is a conflict within European countries about the attitude to be taken with Iran. There are two issues, and even if they seem unrelated to each other, they are a problem on relations with Teheran, but also with Washington. Iranian involvement in the Syrian war alongside Assad, and therefore all of his misdeeds, requires European countries to give a strong diplomatic response to the Iranian country: the solution found would be to impose sanctions on Teheran, however, the reason for the discussion is how serious these measures should be. The question is related to the nuclear agreement that Iran has also stipulated with the European Union, Germany, France and the United Kingdom. The fear is that, because of the sanctions for the presence in Syria, Teheran has a negative reaction also on the nuclear agreement, especially for the pressure coming from the USA, which, with President Trump, seems to want to withdraw from what agreed. What Europeans fear is that putting new sanctions on Iran could be a sort of excuse for Tehran to make the treaty ineffective and pave the way for Iranian atomic military development. This scenario would be the worst possible at this stage, characterized by tensions between Americans and Russians, because the Iranian front would open up officially. In fact, Trump's behavior is influenced not only by the preconceptions of the White House, but also by the pressures of the Israelis and Sunni monarchies, traditional opponents of Tehran. The concrete risk is that of nuclear proliferation and a state of permanent tension, with Iran that could claim its right to nuclear research, also for military purposes and a dialectic consisting of threats of armed intervention, and adequate responses, such as it had already happened before the signature on the agreement was reached. In order to avoid the return of a balance of terror on a multipolar scale, and therefore more difficult to control, Berlini, Paris and London have proposed sanctions against Iran with a scheme of selective measures: the reason is not to cause a tightening of Tehran and, at the same time, demonstrate to Washington that, in this way, one can be strict with Iran without inducing him to withdraw from the treaty. Despite the disagreement with some European partners, the proposed measures concern not the Iranian state, but its officials believed to be directly involved in the Syrian conflict. If, on the one hand, it is clearly an operation carried out demonstrating all the goodwill possible towards a country that has in any case been responsible for massacres against civilians, on the other hand, precisely this caution could be mistaken for weakness from Trump and, therefore, provide him with the opportunity to continue the project to boycott the nuclear treaty. The real danger is that, in addition to the US president, even the Iranian government take advantage of these sanctions to renounce the treaty, considering, too, that the expected benefits in the economic field have been hitherto greatly reduced. In other words, Teheran could judge that it is more convenient to move towards becoming an atomic power and, at the same time, reinforce political and commercial relations with the enemy countries of the Americans like Russia, but also China, considered more advantageous in a strategic sense. anhe at the expense of the possible economic benefits, for now not arrived, that the end of the sanctions by Europeans and Americans should have guaranteed. It will be necessary to wait what the Teheran government will consider more important: if the geopolitical or economic aspects, certainly without tangible benefits, it seems obvious that Iran favors its international ambitions.

Europa se pregunta sobre las sanciones contra Irán por Siria

Existe un conflicto dentro de los países europeos sobre la actitud que debe tomarse con Irán. Hay dos cuestiones, e incluso si parecen no tener relación entre sí, son un problema en las relaciones con Teherán, pero también con Washington. La participación iraní en la guerra siria junto a Assad, y por lo tanto todas sus fechorías, requiere que los países europeos den una fuerte respuesta diplomática al país iraní: la solución encontrada sería imponer sanciones a Teherán, sin embargo, el motivo de la discusión es cuán serias deberían ser estas medidas. La pregunta está relacionada con el acuerdo nuclear que Irán también ha estipulado con la Unión Europea, Alemania, Francia y el Reino Unido. El temor es que, debido a las sanciones por la presencia en Siria, Teherán también tenga una reacción negativa sobre el acuerdo nuclear, especialmente por la presión proveniente de Estados Unidos, que, con el presidente Trump, parece querer retirarse de lo que él estuvo de acuerdo. Lo que los europeos temen es que aplicar nuevas sanciones a Irán podría ser una especie de excusa para que Teherán haga que el tratado sea ineficaz y allane el camino para el desarrollo militar atómico iraní. Este escenario sería el peor posible en esta etapa, caracterizado por tensiones entre estadounidenses y rusos, porque el frente iraní se abriría oficialmente. De hecho, el comportamiento de Trump está influenciado no solo por las ideas preconcebidas de la Casa Blanca, sino también por las presiones de las monarquías israelíes y sunitas, los opositores tradicionales de Teherán. El riesgo concreto es el de la proliferación nuclear y un estado de tensión permanente, con Irán que podría reclamar su derecho a la investigación nuclear, también con fines militares y una dialéctica consistente en amenazas de intervención armada, y respuestas adecuadas, como ya había sucedido antes de que se alcanzara la firma del acuerdo. Para evitar el retorno del equilibrio del terror en una escala multipolar, y por lo tanto más difícil de controlar, Berlini, París y Londres han propuesto sanciones contra Irán con un esquema de medidas selectivas: el motivo no es provocar un ajuste de Teherán y, al mismo tiempo, demostrar a Washington que, de esta manera, uno puede ser estricto con Irán sin inducirlo a retirarse del tratado. A pesar del desacuerdo con algunos socios europeos, las medidas propuestas no se refieren al estado iraní, pero se cree que sus funcionarios están directamente involucrados en el conflicto sirio. Si, por una parte, se trata claramente de una operación llevó a cabo la demostración de la mejor voluntad posible contra un país que era al menos responsable de masacres contra la población civil, por el contrario, precisamente esta precaución podría confundirse con debilidad Trump y, por lo tanto, darle la oportunidad de continuar el proyecto para boicotear el tratado nuclear. El peligro real es que, además del presidente de Estados Unidos, incluso el gobierno iraní aproveche estas sanciones para renunciar al tratado, considerando también que los beneficios esperados en el campo económico se han reducido hasta ahora. En otras palabras, Teherán puede juzgar más conveniente para proceder hacia la dirección de convertirse en una potencia nuclear y, al mismo tiempo, fortalecer las relaciones políticas y comerciales con los países enemigos de los estadounidenses como Rusia, sino también a China, mejor considerada en un sentido estratégico, anhe a expensas de los posibles beneficios económicos, por ahora no alcanzados, que el fin de las sanciones de europeos y estadounidenses debería tener garantizado. Habrá que esperar lo que el gobierno de Teherán considerará más importante: si los aspectos geopolíticos o económicos, ciertamente sin beneficios tangibles, parece obvio que Irán favorece sus ambiciones internacionales.

Europa wundert sich über Sanktionen gegen Iran für Syrien

In den europäischen Ländern herrscht ein Konflikt über die Haltung gegenüber dem Iran. Es gibt zwei Probleme, und selbst wenn sie nicht miteinander verwandt zu sein scheinen, sind sie ein Problem in den Beziehungen zu Teheran, aber auch zu Washington. Die iranische Beteiligung am syrischen Krieg an der Seite Assads und damit all seine Untaten erfordern von den europäischen Ländern eine starke diplomatische Antwort auf das iranische Land. Die Lösung wäre, Teheran mit Sanktionen zu belegen. Der Grund für die Diskussion ist, wie ernst diese Maßnahmen sein sollten. Die Frage bezieht sich auf das Atomabkommen, das der Iran auch mit der Europäischen Union, Deutschland, Frankreich und dem Vereinigten Königreich vereinbart hat. Die Angst ist, dass Teheran wegen der Sanktionen für die Anwesenheit in Syrien auch auf das Atomabkommen eine negative Reaktion hat, besonders für den Druck aus den USA, der sich mit Präsident Trump aus dem zu entfernen scheint er stimmte zu. Was die Europäer fürchten, ist, dass die Einführung neuer Sanktionen gegen den Iran eine Art Entschuldigung für Teheran sein könnte, um den Vertrag wirkungslos zu machen und den Weg für die iranische Entwicklung des atomaren Militärs zu ebnen. Dieses Szenario wäre zu diesem Zeitpunkt das Schlimmste, das durch Spannungen zwischen Amerikanern und Russen gekennzeichnet wäre, weil sich die iranische Front offiziell öffnen würde. In der Tat wird Trumps Verhalten nicht nur durch die Vorurteile des Weißen Hauses beeinflusst, sondern auch durch den Druck der Israelis und sunnitischen Monarchien, traditionelle Gegner Teherans. Das konkrete Risiko besteht in der nuklearen Proliferation und einem permanenten Spannungszustand, wobei der Iran sein Recht auf Nuklearforschung beanspruchen könnte, auch für militärische Zwecke und eine Dialektik, die aus der Drohung einer bewaffneten Intervention und adäquaten Antworten besteht, wie z es war bereits geschehen, bevor die Unterzeichnung des Abkommens erreicht wurde. Um die Rückkehr eines terroristischen Gleichgewichts zu vermeiden, das schwieriger zu kontrollieren ist, haben Berlini, Paris und London Sanktionen gegen den Iran mit einem System selektiver Maßnahmen vorgeschlagen: Der Grund ist nicht eine Verschärfung von Teheran und demonstrieren gleichzeitig Washington, dass man auf diese Weise strikt gegenüber dem Iran sein kann, ohne ihn zum Rückzug aus dem Vertrag zu veranlassen. Trotz der Meinungsverschiedenheiten mit einigen europäischen Partnern betreffen die vorgeschlagenen Maßnahmen nicht den iranischen Staat, sondern seine Beamten glauben, direkt am syrischen Konflikt beteiligt zu sein. Wenn es sich auf der einen Seite um eine Operation handelt, bei der der ganze Wohlwollen gegenüber einem Land gezeigt wird, das auf jeden Fall für Massaker an der Zivilbevölkerung verantwortlich ist, könnte man genau diese Vorsicht fälschlicherweise für Schwäche halten Trump und bieten ihm daher die Möglichkeit, das Projekt zum Boykott des Atomvertrags fortzusetzen. Die reale Gefahr besteht darin, dass neben dem US-Präsidenten auch die iranische Regierung diese Sanktionen ausnutzt, um auf den Vertrag zu verzichten, wobei auch zu berücksichtigen ist, dass die erwarteten Vorteile im wirtschaftlichen Bereich bisher stark reduziert wurden. Mit anderen Worten, Teheran könnte beurteilen, dass es günstiger ist, eine Atomkraft zu werden und gleichzeitig die politischen und kommerziellen Beziehungen zu den feindlichen Ländern der Amerikaner wie Russland, aber auch China, das im strategischen Sinne als vorteilhafter angesehen wird, zu verstärken. Auf Kosten der möglichen wirtschaftlichen Vorteile, die jetzt nicht erreicht werden, sollte das Ende der Sanktionen von Europäern und Amerikanern garantiert sein. Es wird notwendig sein abzuwarten, was die Teheraner Regierung für wichtiger halten wird: Wenn die geopolitischen oder wirtschaftlichen Aspekte, sicherlich ohne greifbare Vorteile, offensichtlich sind, wird der Iran seine internationalen Ambitionen bevorzugen.

L'Europe s'interroge sur les sanctions contre l'Iran pour la Syrie

Il y a un conflit au sein des pays européens quant à l'attitude à adopter avec l'Iran. Il y a deux problèmes, et même s'ils ne semblent pas liés les uns aux autres, ils posent problème sur les relations avec Téhéran, mais aussi avec Washington. L'implication iranienne dans la guerre syrienne aux côtés d'Assad, et donc de tous ses méfaits, exige que les pays européens donnent une réponse diplomatique forte au pays iranien: la solution trouvée serait d'imposer des sanctions à Téhéran, cependant, la raison de la discussion est la gravité de ces mesures. La question est liée à l'accord nucléaire que l'Iran a également stipulé avec l'Union européenne, l'Allemagne, la France et le Royaume-Uni. La crainte est que, à cause des sanctions pour la présence en Syrie, Téhéran a également une réaction négative de l'accord sur l'énergie nucléaire, en particulier pour les pressions qui viennent des États-Unis, qui, avec Trump Président, semblent vouloir se retirer de ce il a accepté. Ce que craignent les Européens, c'est que l'imposition de nouvelles sanctions à l'Iran pourrait être une sorte d'excuse pour que Téhéran rende le traité inefficace et ouvre la voie au développement militaire atomique iranien. Ce scénario serait le pire possible à ce stade, caractérisé par des tensions entre Américains et Russes, car le front iranien s'ouvrirait officiellement. En fait, le comportement de Trump est influencé non seulement par les idées préconçues de la Maison Blanche, mais aussi par les pressions des Israéliens et des monarchies sunnites, adversaires traditionnels de Téhéran. Le risque concret est celui de la prolifération nucléaire et d'un état de tension permanente, avec l'Iran qui pourrait revendiquer son droit à la recherche nucléaire, y compris à des fins militaires et une dialectique constituée de menaces d'intervention armée, et de réponses adéquates, telles que cela s'était déjà produit avant la signature de l'accord. Pour éviter le retour d'un équilibre multipolaire de la terreur d'échelle, et donc plus difficiles à contrôler, Bertini, Paris et Londres ont proposé de sanctionner l'Iran avec un motif de mesures sélectives: la raison est de ne pas provoquer un raidissement de Téhéran et, en même temps, démontrer à Washington que, de cette façon, on peut être strict avec l'Iran sans l'inciter à se retirer du traité. Malgré le désaccord avec certains partenaires européens, les mesures proposées ne concernent pas l'Etat iranien, mais ses responsables supposés être directement impliqués dans le conflit syrien. Si, d'une part, cela est clairement une opération menée démontrant la meilleure volonté possible contre un pays qui était au moins responsable des massacres contre des civils, d'autre part, précisément cette mise en garde pourrait être confondu avec la faiblesse Trump et, par conséquent, lui donner l'occasion de continuer le projet de boycott du traité nucléaire. Le vrai danger est que, outre le président américain, même le gouvernement iranien profite de ces sanctions pour renoncer au traité, estimant également que les avantages attendus dans le domaine économique ont été considérablement réduits jusqu'à présent. En d'autres termes, Téhéran peut juger plus commode de se diriger vers la direction de devenir une puissance nucléaire et, en même temps de renforcer les relations politiques et commerciales avec les pays ennemis des Américains comme la Russie, mais aussi la Chine, mieux considéré dans un sens stratégique, Au détriment des avantages économiques possibles, pour l'instant non arrivés, la fin des sanctions des Européens et des Américains aurait dû être garantie. Il faudra attendre ce que le gouvernement de Téhéran considérera comme plus important: si les aspects géopolitiques ou économiques, certainement sans avantages tangibles, il semble évident que l'Iran favorise ses ambitions internationales.