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giovedì 7 giugno 2018

L'Alleanza Atlantica teme di indebolirsi a causa delle tensioni tra USA ed Europa

La distanza che aumenta tra paesi europei e Stati Uniti segna una novità nei rapporti all’interno del blocco occidentale. La necessità di mantenere una maggiore convergenza nelle questioni della sicurezza resta però prioritaria di fronte alle nuove emergenze globali, ai pericoli del terrorismo e di fronte alle tensioni internazionali, sebbene di un  mondo non più schierato in due parti, ma con protagonisti sempre più rilevanti, come la Cina. All’interno dell’occidente il ruolo dell’Alleanza Atlantica mantiene la sua importanza prioritaria nelle questioni della difesa e della sicurezza; se prima i membri dell’alleanza risultavano sostanzialmente allineati, oltre che sulle problematiche militari anche su quelle delle relazioni internazionali e dei rapporti economici, lo scenario attuale restituisce una situazione che è andata progressivamente cambiando le rispettive esigenze dei singoli stati di fronte alle questioni della globalizzazione e della politica interna. Il rapporto conflittuale che è iniziato sulle merci, e sui relativi dazi da imporre, tra USA ed Europa, da quando Trump è diventato il nuovo presidente americano, ha delineato una distanza tra le due parti come non si era mai verificato nella storia; peraltro la variabile Trump ha provocato anche una forte differenza di valutazione sull’accordo relativo al nucleare iraniano: con l’Europa che si trova a volere mantenere quanto firmato con Teheran, mentre gli Stati Uniti, più vicini alle potenze sunnite ed a Israele rispetto alla presidenza Obama, sono ora profondamente contrari a permettere lo sviluppo civile della tecnologia atomica del paese iraniano. Altro fattore di contrasto  è l’atteggiamento negativo  americano nei confronti dell’accordo sul clima.  Al vertice dell’Alleanza Atlantica  queste tensioni hanno provocato un allarme per il timore di ricadute all’interno dell’alleanza, considerando anche il fatto di come si  è finora mossa la Turchia al fianco della Russia, tradizionale avversario dell’Alleanza Atlantica, che ha ultimamente ripreso un ruolo di primaria importanza nel panorama internazionale e delle recenti dichiarazioni del nuovo governo italiano, che si è detto favorevole ad una revisione delle sanzioni contro Mosca, comminate a causa della questione ucraina, parere appoggiato da diversi stati appartenenti all’Unione Europea. Il Segretario dell’Alleanza Atlantica si è fatto portavoce del disagio crescente all’interno dell’organizzazione riconoscendo che le grandi divergenze presenti non devono compromettere la cooperazione per la sicurezza, che sarebbe in grado di indebolire la cooperazione tra i membri dell’Alleanza. Per il momento gli analisti internazionali ritengono che le questioni che provocano la distanza tra i membri non hanno avuto un impatto sul funzionamento dell’Alleanza atlantica, ma che se dovesse registrarsi un incremento del disaccordo il prossimo vertice dell’organizzazione potrebbe essere molto difficile. Esiste anche il problema della richiesta americana, verso gli altri stati di aumentare la spesa militare fino al 2% del prodotto interno lordo delle singole nazioni. Washington ha un doppio interesse verso questi incrementi di spesa: da un lato una maggiore partecipazione alle spese per la difesa, una richiesta legittima perchè fino ad ora gli USA, anche per mantenere lo status quo di prima potenza mondiale, un aspetto a cui tengono molto, hanno sostenuto la gran parte dello sforzo finanziario per mantenere efficiente l’alleanza, tuttavia esiste anche un altro aspetto, meno nobile, che consiste nel volere indirizzare questa spesa in armamenti prodotti nei confini statunitensi. Questo aspetto potrebbe generare ulteriori conflitti perchè gli ostacoli per le industrie europee, imposti dagli USA impediscono l’accesso al mercato dell’Alleanza Atlantica, andando, di fatto, a costituire una forma  di protezionismo praticata con altri mezzi. La preoccupazione dei vertici dell’Alleanza Atlantica è, quindi, giustificata, e potrà essere attenuata con una azione diplomatica interna molto faticosa, anche perchè l’Unione Europea, pur essendone ancora lontana, ha intrapreso la direzione della creazione di un esercito europeo, che potrebbe non essere inquadrato nell’Alleanza Atlantica, sia per rendersi maggiormente indipendente dall’aiuto americano, sia per avere margini di manovra ed autonomia superiore nei contesti internazionali. Questo obiettivo è ritenuto irrinunciabile da Germania e Francia proprio per evitare l’eccessiva dipendenza da soggetti come Trump in futuro.

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