Politica Internazionale

Politica Internazionale

Cerca nel blog

giovedì 23 agosto 2018

L'Arabia Saudita potrebbe condannare a morte una attivista dei diritti umani e solo il Canada la contrasta

Il rischio che una attivista sciita e cittadina dell’Arabia Saudita, sia condannata a morte dal suo paese, soltanto per essere una attivista dei diritti umani, obbliga a riconsiderare la questione dei rapporti tra paesi occidentali e sauditi ed avvalora la posizione del Canada contro Riyad. La tensione tra il governo canadese e quello saudita è ancora in corso, dopo che il governo di Ottawa aveva espresso preoccupazione e rincrescimento contro una campagna di arresti di attivisti sauditi per i diritti umani, operata dal governo del nuovo principe saudita Salman Bin Mohamed. Tra i due paesi la situazione è ancora in stallo, dopo l’espulsione dell’ambasciatore canadaese e della sospensione dei voli della compagnia aerea saudita verso il paese nordamericano. Deve essere ricordato che al Canada non si affiancato alcun paese occidentale in questa battaglia a favore dei diritti e contro il nuovo corso del principe al governo. Nonostante, infatti, alcune concessioni di facciata, come il diritto alle donne di guidare le automobili, la situazione dei diritti nel paese saudita non è cambiata e l’Arabia continua ad essere uno dei paesi più illiberali del mondo, dove non è permessa alcuna forma di manifestazione per raggiungere conquiste sociali; anzi il principe, malgrado la giovane età di appena trentadue anni, continua a perpetrare la politca del regno dove ogni beneficio deve essere percepito come una concessione della famiglia reale. In questo scenario ogni attività in favore dei diritti umani e civili è osteggiata in maniera anche violenta. Il caso della donna, per la quale l’ufficio del Procuratore, oltre la gravità del provvedimento, presenta anche potenziali complicazioni politiche, capaci di incidere anche sugli equilibri regionali. La fede religiosa della donna è infatti sciita: nel paese saudita, a maggioranza sunnita, con la casa reale che si proclama custode dei luoghi santi dell’Islam, gli sciiti sono una minoranza fortemente discriminata nel trattamento sul lavoro e sull’accesso alle forme di welfare presenti nel paese. La discriminazione è dovuta a motivi religiosi, che sono fortemente collegati con quelli politici, da inquadrare nella rivalità tra Arabia Saudita ed Iran, anche per la supremazia religiosa all’interno della fede islamica. I fatti per i quali si richiede la condanna a morte, risalgono al 2011, quando in concomitanza con la primavera araba, gli sciiti manifestarono contro le discriminazioni della maggioranza sunnita; la colpa della attivista per i diritti umani è stata quella di documentare le violenze con le quali le forze di polizia hanno operato la repressione. Si comprende che la sola celebrazione del processo sarà una fonte di tensione tra Teheran e Riyad, con la prima che già accusa la seconda per i raid operati nello Yemen, contro i combattenti sciiti, che hanno prodotto molte vittime tra i civili, tra cui molti bambini. Ma aldilà delle questioni di politica internazionale, la vicenda dimostra come la posizione del Canada contro l’Arabia sia ampiamente giustificata e pone interrogativi inquietanti sul comportamento degli stati occidentali. Se dagli USA di Trump non si attendono prese di posizione ufficiali, perchè la Casa Bianca ha rinsaldato i legami con le monarchie saudite, ritenendole fondamentali nello scacchiere regionale contro Teheran, quella che più sorprende  è la posizione Europea, che continua a restare in silenzio nei confronti del comportamento arabo. Bruxelles dovrebbe sfruttare ogni occasione possibile per smarcarsi da posizione ambigue nei confronti delle violazioni dei diritti per affermarne l’importanza della tutela; questo atteggiamento dovrebbe essere scontato, invece, probabilmente a causa del petrolio e degli investimenti sauditi, l’Unione Europea lascia il Canada in posizione isolata. La questione non è secondaria, perchè ai timori già descritti se ne potrebbero aggiungere altri di opportunità politica consistenti in valutazioni di carattere interno, certamente insufficienti a mantenere l’atteggiamento attuale. Questo silenzio è il segnale del peggioramento delle istituzioni europee, contagiate dai populismi e dai nazionalismi, che restringono la visuale politica a meri obiettivi di carattere nazionale, che non consentono di mantenere ed esprimere la dovuta attenzione sui temi per i quali l’Europa dovrebbe, invece contraddistinguersi ed essere all’avanguardia. Questo livello sempre più basso squalifica sempre di più l’istituzione europea in chi ha riposto la sua fiducia nell’Unione, allontanandola dai suoi cittadini ed avvicinandosi, così agli obiettivi divisivi dei partiti populisti e nazionalisti.  

Saudi Arabia could condemn a human rights activist to death and only Canada will oppose it

The risk that a Shiite and a citizen of Saudi Arabia activists be condemned to death by his country, only to be a human rights activist, obliges to reconsider the issue of relations between Western and Saudi countries and supports Canada's position against Riyadh . The tension between the Canadian and Saudi government is still underway, after the Ottawa government expressed concern and regret against a campaign of arrests of Saudi human rights activists, carried out by the government of the new Saudi prince Salman Bin Mohamed. Between the two countries the situation is still stalled, after the expulsion of the Canadian ambassador and the suspension of flights of the Saudi airline to the North American country. It must be remembered that Canada is not joined by any Western country in this battle for rights and against the new course of the prince to the government. In fact, despite some concessions of façade, such as the right of women to drive cars, the situation of rights in the Saudi country has not changed and Arabia continues to be one of the most illiberal countries in the world, where no form is allowed of manifestation to achieve social conquests; indeed the prince, in spite of the young age of just thirty-two, continues to perpetrate the politch of the kingdom where every benefit must be perceived as a concession of the royal family. In this scenario, every activity in favor of human and civil rights is also violently opposed. The case of the woman, for whom the prosecutor's office, beyond the severity of the provision, also presents potential political complications, capable of also affecting the regional balance. The religious faith of the woman is in fact Shiite: in the Saudi country, majority Sunni, with the royal house that proclaims guardian of the holy places of Islam, the Shiites are a strongly discriminated minority in the treatment at work and access to the forms of welfare present in the country. Discrimination is due to religious reasons, which are strongly linked to political ones, to be framed in the rivalry between Saudi Arabia and Iran, even for religious supremacy within the Islamic faith. The facts for which the death sentence is requested, date back to 2011, when in conjunction with the Arab spring, the Shiites protested against discrimination by the Sunni majority; the human rights activist's blame was to document the violence with which the police force reprimanded. It is understood that the mere celebration of the trial will be a source of tension between Teheran and Riyadh, with the former already accusing the second for raids in Yemen, against Shiite fighters, who have produced many civilian casualties, including many children. But beyond the issues of international politics, the story shows how the position of Canada against Arabia is widely justified and raises disturbing questions about the behavior of Western states. If the US does not expect official trump positions, because the White House has strengthened ties with the Saudi monarchies, considering them fundamental in the regional chess against Teheran, the most surprising is the European position, which continues to remain silent in the comparisons of Arab behavior. Brussels should take every possible opportunity to diverge from an ambiguous position vis-à-vis infringements of rights to assert the importance of protection; this attitude should be discounted, however, probably due to oil and Saudi investment, the European Union leaves Canada in an isolated position. The question is not secondary, because the fears already described could be added to other political opportunities consisting of internal assessments, certainly insufficient to maintain the current attitude. This silence is a sign of the deterioration of European institutions, infected by populism and nationalism, which restrict the political view to mere national objectives, which do not allow to maintain and express due attention on the issues for which Europe should, instead distinguish itself and be at the forefront. This ever lower level increasingly disqualifies the European institution in those who have placed their trust in the Union, moving it away from its citizens and drawing closer to the divisive objectives of the populist and nationalist parties.

Arabia Saudita podría condenar a muerte a un activista de derechos humanos y solo Canadá se opondrá a ello

El riesgo de que un activista chií y ciudadano de Arabia Saudita, es condenado a muerte por su país, sólo para ser un activista de derechos humanos, de acuerdo a reconsiderar la cuestión de las relaciones entre los países occidentales y Arabia y refuerza la posición de Canadá contra Riad . La tensión entre el canadiense y el gobierno saudí está todavía en curso, después de que el gobierno de Ottawa había expresado su preocupación y pesar en contra de una campaña de detenciones de activistas saudíes para los Derechos Humanos, hecha por el nuevo gobierno de Arabia príncipe Salman Bin Mohamed. Entre los dos países la situación aún está estancada, después de la expulsión del embajador de Canadá y la suspensión de los vuelos de la aerolínea saudita al país de América del Norte. Debe recordarse que Canadá no está acompañado por ningún país occidental en esta batalla por los derechos y en contra del nuevo curso del príncipe para el gobierno. Aunque, de hecho, algunas concesiones de fachada, como el derecho de las mujeres a conducir coches, la situación de los derechos humanos en el país no ha cambiado y Arabia Saudita sigue siendo uno de los países más liberales del mundo, donde no se permite ninguna forma de manifestación para lograr conquistas sociales; de hecho, el príncipe, a pesar de la joven edad de tan solo treinta y dos años, continúa perpetrando el control del reino, donde cada beneficio debe percibirse como una concesión de la familia real. En este escenario, cada actividad a favor de los derechos humanos y civiles también se opone violentamente. El caso de la mujer, para quien la fiscalía, más allá de la severidad de la disposición, también presenta posibles complicaciones políticas, capaz de afectar también el equilibrio regional. La fe religiosa de la mujer es, de hecho chiíta en el país de Arabia, con una mayoría sunita, con la familia real, que se hacía llamar el guardián de los lugares santos del Islam, los chiítas son una minoría en el tratamiento altamente discriminada en el empleo y el acceso a las formas bienestar presente en el país. La discriminación se debe a motivos religiosos, que están estrechamente vinculados a los políticos, que se enmarcan en la rivalidad entre Arabia Saudita e Irán, incluso por la supremacía religiosa dentro de la fe islámica. Los hechos por los que se solicita la sentencia de muerte se remontan a 2011, cuando en conjunto con la primavera árabe, los chiítas protestaron contra la discriminación por parte de la mayoría sunita; la culpa del activista de los derechos humanos fue documentar la violencia con la que la policía reprendió. Es comprensible que la muy celebración del proceso será una fuente de tensión entre Teherán y Riad, con el primero ya acusando a este último por las incursiones operados en Yemen, contra los combatientes chiítas, que han producido muchas víctimas civiles, incluyendo muchos los niños. Pero más allá de los problemas de la política internacional, la historia muestra cómo la posición de Canadá contra Arabia está ampliamente justificada y plantea preguntas inquietantes sobre el comportamiento de los estados occidentales. Si por Trump EE.UU. no espera que la posición oficial, debido a que la Casa Blanca ha fortalecido los lazos con las monarquías saudí fundamental considerando el tablero de ajedrez regional contra Teherán, lo más sorprendente es la posición europea, que sigue a permanecer en silencio comparaciones de comportamiento árabe. Bruselas debería aprovechar todas las oportunidades posibles para apartarse de una posición ambigua frente a las infracciones de los derechos para afirmar la importancia de la protección; esta actitud debe ser descontada, sin embargo, probablemente debido al petróleo y la inversión de Arabia Saudita, la Unión Europea deja a Canadá en una posición aislada. La pregunta no es secundaria, porque los temores ya descritos podrían agregarse a otras oportunidades políticas consistentes en evaluaciones internas, ciertamente insuficientes para mantener la actitud actual. Este silencio es una señal del deterioro de las instituciones europeas, plagados por el populismo y el nacionalismo, que restringen la visión política a meros objetivos nacionales, que no permiten mantener y expresar la atención necesaria en los temas para los cuales Europa debe, en cambio, se distingue a sí mismo y estar a la vanguardia. Este nivel cada vez más bajo descalifica cada vez más a la institución europea en aquellos que han depositado su confianza en la Unión, alejándola de sus ciudadanos y acercándose a los objetivos divisivos de los partidos populista y nacionalista.

Saudi-Arabien könnte einen Menschenrechtsaktivisten zum Tode verurteilen und nur Kanada wird dagegen sein

Das Risiko, dass eine schiitische Aktivisten und Bürger von Saudi-Arabien, zum Tode durch sein Land verurteilt wird, nur ein Menschenrechtsaktivist zu sein, verpflichtet sich, die Frage der Beziehungen zwischen den westlichen Ländern und Saudi zu überdenken und stärkt die Position Kanadas gegen Riyadh . Die Spannung zwischen den kanadischen und der saudischen Regierung ist noch nicht abgeschlossen, nachdem die Ottawa Regierung Besorgnis und Bedauern gegen eine Kampagne von Verhaftungen von Saudi-Aktivisten für Menschenrechte zum Ausdruck gebracht hatte, machte von der neuen Regierung von Saudi-Prinz Salman Bin Mohamed. Zwischen den beiden Ländern ist die Situation nach der Ausweisung des kanadischen Botschafters und der Aussetzung der Flüge der saudischen Fluggesellschaft in das nordamerikanische Land immer noch ins Stocken geraten. Es muss daran erinnert werden, dass Kanada in diesem Kampf um die Rechte und gegen den neuen Kurs des Prinzen an die Regierung von keinem westlichen Land beigetreten ist. Obwohl in der Tat einige Fassade Zugeständnisse, wie das Recht der Frauen, Autos zu fahren, die Lage der Menschenrechte in dem Land hat sich weiterhin nicht geändert und Saudi-Arabien zu einem der illiberaler Länder der Welt, wo jeder ist Form nicht erlaubt Manifestation, um soziale Eroberungen zu erreichen; tatsächlich macht der Prinz, trotz des jungen Alters von zweiunddreißig Jahren, weiterhin die Polche des Königreiches, wo jeder Nutzen als ein Zugeständnis der königlichen Familie wahrgenommen werden muss. In diesem Szenario wird jede Aktivität zugunsten von Menschen- und Bürgerrechten ebenfalls heftig bekämpft. Der Fall der Frau, für die die Staatsanwaltschaft über die Härte der Bestimmung hinausgeht, birgt auch potentielle politische Komplikationen, die auch das regionale Gleichgewicht beeinträchtigen können. Der religiöser Glaube der Frau ist in der Tat Schiiten in Saudi-Land, mit einer sunnitischen Mehrheit, mit der königlichen Familie, die sich die Hüter der heiligen Stätten des Islam genannt, Schiiten eine Minderheit in der stark diskriminierte Behandlung in Beschäftigung und den Zugang zu Formen sind Wohlfahrtspräsenz im Land. Diskriminierung ist aufgrund religiöser Gründe, die eng mit politischen verbunden sind, in der Rivalität zwischen Saudi-Arabien und dem Iran, selbst für die religiöse Vorherrschaft innerhalb des islamischen Glaubens. Die Fakten, für die das Todesurteil beantragt wird, stammen aus dem Jahr 2011, als die Schiiten im Zusammenhang mit dem arabischen Frühling gegen Diskriminierung durch die sunnitische Mehrheit protestierten; Die Schuld des Menschenrechtsaktivisten bestand darin, die Gewalt zu dokumentieren, mit der die Polizei rügte. Es ist verständlich, dass die sehr Feier des Verfahrens wird eine Quelle von Spannungen zwischen Teheran und Riad sein wird, mit der ersten bereits die letztere für die Angriffe im Jemen betrieben beschuldigt, gegen schiitische Kämpfer, die viele zivile Opfer produziert haben, darunter viele Kinder. Aber jenseits der Probleme der internationalen Politik zeigt die Geschichte, wie die Position Kanadas gegen Arabien weithin gerechtfertigt ist und beunruhigende Fragen über das Verhalten westlicher Staaten aufwirft. Wenn von Trump USA keine offizielle Position erwarten, weil das Weiße Haus Beziehungen zu den Monarchien Saudi grundlegenden Anmutung der regionalen Schachbrett gegen Teheran gestärkt hat, die überraschendsten ist die europäische Position, die still bleiben weiterhin in Vergleiche von arabischem Verhalten. Brüssel sollte alle erdenklichen Möglichkeiten nutzen, um von einer mehrdeutigen Position hinsichtlich der Verletzung von Rechten abzuweichen, um die Bedeutung des Schutzes geltend zu machen; Diese Haltung sollte jedoch unberücksichtigt bleiben, denn die Europäische Union lässt Kanada, wahrscheinlich aufgrund der Öl- und Saudi-Investitionen, isoliert zurück. Die Frage ist nicht zweitrangig, denn die bereits beschriebenen Ängste könnten anderen politischen Möglichkeiten hinzugefügt werden, die aus internen Bewertungen bestehen, die sicherlich nicht ausreichen, um die derzeitige Haltung aufrechtzuerhalten. Dieses Schweigen ist ein Zeichen für die Verschlechterung der europäischen Institutionen, die von Populismus und Nationalismus heimgesucht werden und die politische Sichtweise auf rein nationale Ziele beschränken, die es nicht erlauben, gebührende Aufmerksamkeit auf die Themen zu richten, für die Europa sich einsetzen sollte. sich stattdessen auszeichnen und im Vordergrund stehen. Dieses immer niedrigere Niveau disqualifiziert zunehmend die europäische Institution derjenigen, die der Union vertraut haben, sie von ihren Bürgern wegbewegen und sich den spalterischen Zielen der populistischen und nationalistischen Parteien annähern.

L'Arabie saoudite pourrait condamner un défenseur des droits humains à mort et seul le Canada s'y opposera

Le risque qu'un activiste chiite et citoyen de l'Arabie Saoudite, est condamné à mort par son pays, pour être un militant des droits de l'homme, accepte de revenir sur la question des relations entre les pays occidentaux et l'Arabie saoudite et renforce la position du Canada contre Riyad . La tension entre le Canada et le gouvernement saoudien est toujours en cours, après que le gouvernement d'Ottawa a exprimé son inquiétude et regret contre une campagne d'arrestations de militants saoudiens pour les droits de l'homme, fait par le nouveau gouvernement de prince saoudien Salman Bin Mohamed. Entre les deux pays, la situation est toujours bloquée après l'expulsion de l'ambassadeur du Canada et la suspension des vols de la compagnie aérienne saoudienne vers le pays nord-américain. Il ne faut pas oublier que le Canada n'est rejoint par aucun pays occidental dans cette bataille pour les droits et contre la nouvelle voie du prince vers le gouvernement. Bien que, en fait, quelques concessions de façade, comme le droit des femmes à conduire des voitures, la situation des droits de l'homme dans le pays n'a pas changé et l'Arabie Saoudite continue d'être l'un des pays les plus intolérantes du monde, où toute forme est interdite de manifestation pour réaliser des conquêtes sociales; en effet, le prince, malgré le jeune âge de trente-deux ans, continue à perpétrer la politique du royaume où tout bénéfice doit être perçu comme une concession de la famille royale. Dans ce scénario, toute activité en faveur des droits de l'homme et des droits civils est également violemment opposée. Le cas de la femme, pour qui le parquet, au-delà de la sévérité de la disposition, présente également des complications politiques potentielles, pouvant également affecter l'équilibre régional. La foi religieuse de la femme est en fait chiite dans le pays saoudien, à majorité sunnite, avec la famille royale, qui se faisait appeler le gardien des lieux saints de l'islam, les chiites sont une minorité dans le traitement très discriminée en matière d'emploi et l'accès aux formulaires bien-être présent dans le pays. La discrimination est due à des raisons religieuses, fortement liées à la politique, qui doivent s’inscrire dans la rivalité entre l’Arabie saoudite et l’Iran, même pour la suprématie religieuse au sein de la religion islamique. Les faits pour lesquels la condamnation à mort est demandée remontent à 2011, lorsque, conjointement au printemps arabe, les chiites ont protesté contre la discrimination à la majorité sunnite; La responsabilité du militant des droits de l'homme était de documenter la violence avec laquelle la police avait réprimandé. Il est compréhensible que la célébration du processus sera une source de tension entre Téhéran et Riyad, le premier accusant déjà ce dernier pour les raids opérés au Yémen, contre les combattants chiites, qui ont produit de nombreuses victimes civiles, dont beaucoup enfants. Mais au-delà des questions de politique internationale, l’histoire montre que la position du Canada contre l’Arabie est largement justifiée et soulève des questions inquiétantes sur le comportement des États occidentaux. Si par Trump États-Unis ne prévoit pas la position officielle, parce que la Maison Blanche a renforcé ses liens avec les monarchies saoudiennes fondamentales jugeant l'échiquier régional contre Téhéran, le plus surprenant est la position européenne, qui continue de garder le silence comparaisons du comportement arabe. Bruxelles devrait saisir toutes les occasions possibles pour s'écarter d'une position ambiguë vis-à-vis des atteintes aux droits afin d'affirmer l'importance de la protection; Cette attitude devrait être écartée, toutefois, probablement en raison des investissements pétroliers et saoudiens, l'Union européenne laisse le Canada dans une position isolée. La question n'est pas secondaire, car les craintes déjà décrites pourraient s’ajouter à d’autres opportunités politiques consistant en des évaluations internes, certainement insuffisantes pour maintenir l’attitude actuelle. Ce silence est un signe de la détérioration des institutions européennes, en proie à un populisme et le nationalisme, qui limitent la vision politique à de simples objectifs nationaux, qui ne permettent pas de maintenir et d'exprimer l'attention nécessaire sur les questions pour lesquelles l'Europe devrait, au lieu de cela se distinguer et être à l'avant-garde. Ce niveau inférieur et inférieur disqualifié de plus en plus institution européenne qui a mis sa confiance dans l'Union, en l'éloignant de ses citoyens et qui approche, de sorte que les objectifs des partis populistes qui divisent et nationalistes.

Arábia Saudita poderia condenar um ativista dos direitos humanos à morte e só o Canadá se opor a isso

O risco de que um ativista xiita e um cidadão da Arábia Saudita, é condenado à morte por seu país, apenas para ser um ativista de direitos humanos, concorda a reconsiderar a questão das relações entre os países ocidentais e Arábia e reforça a posição do Canadá contra Riyadh . A tensão entre o Canadá e o governo saudita ainda está em curso, depois que o governo Ottawa havia expressado preocupação e pesar contra uma campanha de prisões de ativistas sauditas para os Direitos Humanos, feita pelo novo governo do príncipe saudita Salman Bin Mohamed. Entre os dois países a situação ainda está parada, após a expulsão do embaixador canadense e a suspensão dos vôos da companhia aérea saudita para o país norte-americano. Deve ser lembrado que o Canadá não é acompanhado por nenhum país ocidental nesta batalha por direitos e contra o novo rumo do príncipe ao governo. Embora, de fato, algumas concessões fachada, tais como o direito das mulheres de dirigir carros, a situação dos direitos humanos no país não mudou e Arábia Saudita continua a ser um dos países mais intolerantes do mundo, onde qualquer forma não é permitido de manifestação para alcançar conquistas sociais; de fato, o príncipe, apesar da tenra idade de apenas trinta e dois anos, continua a perpetrar o polichê do reino, onde cada benefício deve ser percebido como uma concessão da família real. Nesse cenário, toda atividade em favor dos direitos humanos e civis também é violentamente combatida. O caso da mulher, para quem a promotoria, além da severidade da prestação, também apresenta potenciais complicações políticas, capazes de afetar também o equilíbrio regional. A fé religiosa da mulher é de fato xiita no país Arábia, com uma maioria sunita, com a família real, que se chamou o guardião dos lugares santos do Islã, os xiitas são uma minoria no tratamento altamente discriminado no emprego eo acesso a formas bem-estar presente no país. A discriminação é devida a razões religiosas, fortemente ligadas às políticas, a serem enquadradas na rivalidade entre a Arábia Saudita e o Irã, até mesmo pela supremacia religiosa dentro da fé islâmica. Os fatos para os quais a sentença de morte é pedida datam de 2011, quando, em conjunto com a primavera árabe, os xiitas protestaram contra a discriminação da maioria sunita; A culpa do ativista dos direitos humanos era documentar a violência com a qual a força policial repreendeu. É compreensível que a própria celebração do processo será uma fonte de tensão entre Teerã e Riad, com o primeiro já acusando este último para os ataques operados no Iêmen, contra os combatentes xiitas, que produziram muitas mortes de civis, incluindo muitas crianças. Mas além das questões da política internacional, a história mostra como a posição do Canadá contra a Arábia é amplamente justificada e levanta questões perturbadoras sobre o comportamento dos estados ocidentais. Se por Trump EUA não espera posição oficial, porque a Casa Branca tem reforçado os laços com as monarquias sauditas fundamentais considerando o tabuleiro regional contra Teerã, o mais surpreendente é a posição europeia, que continua a permanecer em silêncio comparações do comportamento árabe. Bruxelas deve aproveitar todas as oportunidades possíveis para divergir de uma posição ambígua em relação às violações de direitos para afirmar a importância da proteção; esta atitude deve ser descontada, no entanto, provavelmente devido ao investimento petrolífero e saudita, a União Europeia deixa o Canadá em uma posição isolada. A questão não é secundária, porque os receios já descritos poderiam ser acrescentados a outras oportunidades políticas que consistem em avaliações internas, certamente insuficientes para manter a atitude atual. Este silêncio é um sinal da deterioração das instituições europeias, infectadas pelo populismo e pelo nacionalismo, que restringem a visão política a meros objetivos nacionais, que não permitem manter e expressar a devida atenção sobre as questões para as quais a Europa deveria, em vez disso, distinguir-se e estar na vanguarda. Esse nível cada vez mais baixo desqualifica cada vez mais a instituição européia naqueles que depositaram sua confiança na União, afastando-a de seus cidadãos e aproximando-se dos objetivos divisivos dos partidos populistas e nacionalistas.

Саудовская Аравия может осудить правозащитника до смерти, и только Канада будет выступать против него

Риск того, что шииты и граждане активистов Саудовской Аравии будут приговорены к смертной казни его страной, только для того, чтобы быть правозащитником, обязывает пересмотреть вопрос о взаимоотношениях между западными и саудовскими странами и поддерживает позицию Канады против Эр-Рияда , Напряженность между правительством Канады и Саудовской Аравии все еще продолжается, после того, как правительство Оттавы выразило обеспокоенность и сожаление в связи с кампанией арестов саудовских правозащитников, проводимой правительством нового саудовского принца Салмана Бин Мохамеда. Между двумя странами ситуация по-прежнему застопорилась после изгнания канадского посла и приостановления рейсов саудовской авиакомпании в североамериканскую страну. Следует помнить, что Канада не присоединилась к какой-либо западной стране в этой битве за права и против нового курса князя правительству. Фактически, несмотря на некоторые уступки фасада, такие как право женщин на вождение автомобилей, ситуация с правами в саудовской стране не изменилась, и Аравия по-прежнему остается одной из самых нелиберальных стран в мире, где не допускается никакая форма проявления для достижения социальных завоеваний; действительно, принц, несмотря на молодой возраст всего тридцати двух лет, продолжает совершать полит королевства, где каждая польза должна восприниматься как уступка королевской семьи. В этом сценарии любая деятельность в защиту прав человека и граждан также подвергается ярости. Дело женщины, для которой прокуратура, помимо серьезности положения, также представляет потенциальные политические осложнения, способные также повлиять на региональный баланс. Религиозная вера женщины на самом деле является шиитом: в саудовской стране, большинстве суннитов, с королевским домом, который провозглашает хранителя священных мест ислама, шииты являются сильно дискриминационным меньшинством в лечении на работе и имеют доступ к формам благосостояние в стране. Дискриминация обусловлена ​​религиозными причинами, которые тесно связаны с политическими, которые должны быть сформулированы в соперничестве между Саудовской Аравией и Ираном даже для религиозного превосходства в рамках исламской веры. Факты, за которые испрашивается смертный приговор, относятся к 2011 году, когда в сочетании с арабской весной шииты протестовали против дискриминации со стороны суннитского большинства; обвинение правозащитника заключалось в том, чтобы документировать насилие, с которым полицейские выносили выговор. Понятно, что простое празднование судебного разбирательства станет источником напряженности между Тегераном и Эр-Риядом, причем бывший уже обвиняет второй в рейдах в Йемене против бойцов-шиитов, которые произвели много жертв среди гражданского населения, в том числе многие дети. Но помимо вопросов международной политики история показывает, как позиция Канады против Аравии широко обоснована и вызывает тревожные вопросы о поведении западных государств. Если США не ожидают официальных козырных позиций, поскольку Белый дом укрепил связи с саудовскими монархиями, считая их фундаментальными в региональных шахматах против Тегерана, наиболее удивительной является позиция в Европе, которая продолжает сохранять молчание в сравнение арабского поведения. Брюссель должен использовать все возможные возможности, чтобы расходиться с двусмысленной позицией в отношении нарушений прав, чтобы подтвердить важность защиты; этот подход следует сбрасывать со счетов, однако, вероятно, из-за нефтяных и саудовских инвестиций, Европейский союз оставляет Канаду в изолированном положении. Вопрос не вторичен, потому что уже описанные страхи могут быть добавлены к другим политическим возможностям, состоящим из внутренних оценок, которые, безусловно, недостаточны для поддержания нынешнего отношения. Это молчание является признаком ухудшения европейских институтов, зараженных популизмом и национализмом, которые ограничивают политическую точку зрения только национальными целями, которые не позволяют поддерживать и выражать должное внимание по вопросам, для которых Европа должна, вместо этого отличиться и быть на переднем крае. Этот все более низкий уровень все более дисквалифицирует европейское учреждение в тех, кто положил свое доверие в Союз, отодвинув его от своих граждан и приблизившись к раскольническим целям популистских и националистических партий.

沙特阿拉伯可能會譴責一名人權活動家致死,只有加拿大才會反對

一個什葉派激進分子和沙特阿拉伯公民,是由他的國家被判處死刑的危險,只待人權活動家,同意重新考慮西方國家和沙特之間的關係的問題,並加強加拿大反對利雅得位置加拿大和沙特政府之間的緊張關係仍在持續,渥太華政府已表示反對人權活動家沙特逮捕的活動,由沙特王子薩爾曼斌穆罕默德的新政府進行了關注和遺憾之後。在加拿大大使被驅逐以及沙特航空公司飛往北美國家的航班暫停後,兩國之間的局勢仍然停滯不前。必須要記住的是,加拿大在這場權利鬥爭中沒有任何西方國家加入,也沒有加入王子對政府的新路線。雖然,事實上,一些門面的讓步,如婦女駕駛汽車的權利,在該國的人權狀況沒有改變,沙特阿拉伯仍然是世界上最不自由的國家之一,其中任何形式是不允許的實現社會征服的表現形式;不愧是王子,儘管剛剛32歲的時候,繼續從事在每一個利益必須被視為王室的特許王國的政治。在這種情況下,每一項有利於人權和公民權利的活動也遭到暴力反對。女人,為此,檢察官辦公室,以及該措施的嚴重性,也有潛在的政治並發症的情況下,也能影響到區域平衡。女人的宗教信仰其實什葉派在沙特國家,遜尼派佔多數,與王室,誰自稱伊斯蘭教聖地的守護者,什葉派在就業高度判別處理少數,訪問的形式該國的福利。判別是由於宗教的原因,這是強烈的政治因素相連,框架沙特阿拉伯和伊朗之間的競爭,甚至對伊斯蘭信仰宗教內至上。要求判處死刑的事實,可以追溯到2011年,當時與阿拉伯之春一起,什葉派抗議遜尼派佔多數的歧視;人權活動家的責任在於記錄警察譴責的暴力行為。這是可以理解的過程非常慶功會德黑蘭和利雅得之間關係緊張的根源,與第一已經指責後者在也門運營的襲擊,反對什葉派戰士,已經產生了許多平民傷亡,其中包括許多兒童。但是,除了國際政治的問題,這個故事說明了加拿大對沙特的立場如何很有道理,並引起了人們對西方國家的行為令人不安的問題。如果特朗普美國不指望官方立場,因為白宮加強了與沙特基礎推定對德黑蘭地區棋盤,最令人驚訝的是歐洲的立場,繼續保持沉默的君主國的關係比較阿拉伯人的行為。布魯塞爾應該利用一切可能的機會擺脫對侵犯權利的模棱兩可的立場,宣稱保護的重要性;然而,這種態度應該打折扣,可能是由於石油和沙特的投資,歐盟使加拿大處於孤立的地位。這個問題不是次要問題,因為已經描述過的恐懼可能會加入到內部評估所構成的其他政治機會中,當然不足以維持目前的態度。這種沉默是歐洲的機構,由民粹主義和民族主義的困擾,制約政治眼光單純的國家目標,這不允許維護和表達必要的關注的問題,為此,歐洲應該惡化的跡象,相反,它區分自己並處於最前沿。這個水平再降不合格誰把他的信任,在聯盟越來越多的歐洲機構,移動它從公民中,距離接近,所以民粹主義和民族政黨的分裂目標。

サウジアラビアは人権活動家を死刑にする可能性があり、カナダだけがそれに反対するだろう

リスクは、サウジアラビアのシーア派の活動家や市民が、唯一の人権活動家であることを、彼の国で死刑を宣告されていることを、欧米諸国とサウジアラビアの関係の問題を再考することに同意し、リヤドに対するカナダの地位を強化しますオタワ政府がサウジアラビアの王子サルマン・ビン・モハメドの新政府によって行われた人権活動家サウジアラビアの逮捕のキャンペーンに対する懸念と遺憾の意を表明した後、カナダとサウジアラビア政府間の緊張は、まだ進行中です。両国の間では、カナダ大使の追放とサウジ航空の北米行きの飛行が中断された後も、状況は依然として停滞している。この権利のための戦いと政府への新しい王子の流れに対して、カナダは西側諸国に加わっていないことに留意しなければならない。実際には、そのような車を運転する女性の権利など、いくつかのファサードの譲歩は、国の人権状況は変わっていないとサウジアラビアは、任意のフォームが許可されていない世界の最も利己的な国の一つ、であり続け、が、社会的征服を達成するための顕在化;確かに王子は、ちょうど三〇から二歳の若さにもかかわらず、すべての利益は、王室の譲歩として認識しなければならない王国の政治に従事し続けています。このシナリオでは、人権と市民権に賛成するすべての活動も激しく反対しています。また、地域のバランスに影響を与えることができ、女性、検察官のための事務所だけでなく、対策の重症度、また潜在的な政治的な合併症を持っている、の場合。女性の宗教的信仰はイスラム教の聖地の守護者自身と呼ばれる王室、で、スンニ派の大半は、サウジアラビアの国で実際にはシーア派で、シーア派は、フォームへの雇用とのアクセスに非常に区別治療に少数派です福祉は国にある。差別が強くさえイスラムの信仰の中の宗教覇権のために、サウジアラビアとイランの間で競争をフレームに、政治的なものに接続されている宗教上の理由によるものです。あなたが戻ってアラブの春と併せて、シーア派はスンニ派の大多数の差別を実証2011年に死刑判決、日付を要求しているため事実。人権活動家の責任は、警察が叱責した暴力を記録することでした。プロセスの非常にお祝い、最初は既に多くを含む多くの民間人の犠牲者を生み出してきたシーア戦闘機、に対して、イエメンで動作襲撃ため後者を非難して、テヘランとリヤドの間の緊張の源となることがわかります子どもたち。しかし、国際政治の問題以外にも、アラビアに対するカナダの立場が広範に正当化され、西側諸国の行動についての混乱する疑問がどのように生まれているかが示されています。トランプ米国で公式の立場を期待していない場合は、ホワイトハウスはテヘランに対する地域のチェス盤をみなし基本サウジアラビアの君主との連携を強化しているので、最も驚くべきはで黙秘を続けて欧州の位置であり、アラブの行動の比較。ブリュッセルは、保護の重要性を主張する権利の侵害に対して、あいまいな立場から逸脱する可能性をすべて取るべきである。しかし、おそらく石油やサウジアラビアの投資によりこの姿勢は割り引かれるべきだが、欧州連合はカナダを孤立した立場に置いている。既に懸念されている懸念が、現在の姿勢を維持するには不十分な内部評価からなる他の政治的機会に追加される可能性があるため、問題は二次的なものではない。この沈黙はヨーロッパがすべき対象の問題に必要な注意を維持し、表現することはできません単なる国家目標に政治的なビジョンを制限するポピュリズムとナショナリズムに悩まされ、欧州の機関の劣化の兆候、、、です、代わりにそれ自身を区別し、最前線にいてください。このレベルは下の方、離れて市民からそれを移動して近づいて、連合で彼の信頼を置いており、より多くの欧州の機関を失格ポピュリストと民族主義政党の分裂目的そう。

يمكن أن تدين المملكة العربية السعودية ناشطا في مجال حقوق الإنسان حتى الموت وستعارضه كندا فقط

إن خطر أن يكون أحد الشيعة ومواطن من ناشطي المملكة العربية السعودية محكوما عليهم بالإعدام من قبل بلاده ، إلا أن يكون ناشطًا في مجال حقوق الإنسان ، ملزمًا بإعادة النظر في قضية العلاقات بين الدول الغربية والسعودية ويدعم موقف كندا ضد الرياض. . لا يزال التوتر بين الحكومة الكندية والحكومة السعودية جارياً ، بعد أن أعربت حكومة أوتاوا عن قلقها وأسفها ضد حملة اعتقالات لنشطاء حقوقيين سعوديين ، نفّذتها حكومة الأمير السعودي الجديد سلمان بن محمد. بين البلدين لا يزال الوضع متوقفا ، بعد طرد السفير الكندي وتعليق رحلات شركة الخطوط الجوية السعودية إلى البلد الواقع في أمريكا الشمالية. يجب أن نتذكر أن كندا ليست مشتركة مع أي دولة غربية في هذه المعركة من أجل الحقوق وضد المسار الجديد للأمير للحكومة. في الواقع ، على الرغم من بعض تنازلات الواجهة ، مثل حق المرأة في قيادة السيارات ، لم تتغير حالة الحقوق في المملكة العربية السعودية ولا تزال العربية واحدة من أكثر الدول غير الليبرالية في العالم ، حيث لا يُسمح بأي شكل من الأشكال. من مظاهر تحقيق الفتوحات الاجتماعية ؛ في الواقع ، لا يزال الأمير ، على الرغم من سنه الثانية والثلاثين فقط ، يمارس سياسة المملكة حيث يجب أن ينظر إلى كل منفعة على أنها تنازل للعائلة المالكة. في هذا السيناريو ، يتم أيضًا معارضة كل نشاط لصالح حقوق الإنسان والحقوق المدنية. حالة المرأة ، التي يمثل مكتب المدعي العام ، خارج نطاق شدتها ، تعرض أيضا تعقيدات سياسية محتملة ، يمكن أن تؤثر أيضا على التوازن الإقليمي. الوازع الديني للمرأة هو في الواقع الشيعي في البلاد السعودية، ذات الغالبية السنية، مع العائلة المالكة، الذي يسمي نفسه الوصي على الأماكن المقدسة للإسلام والشيعة أقلية في علاج تتعرض للتمييز عالية في العمل والوصول إلى أشكال الرعاية الاجتماعية في البلاد. ويرجع هذا التمييز إلى أسباب دينية ترتبط ارتباطًا وثيقًا بأسباب سياسية ، بحيث يتم تأطيرها في التنافس بين المملكة العربية السعودية وإيران ، حتى من أجل التفوق الديني داخل العقيدة الإسلامية. إن الوقائع التي يُطلب فيها الحكم بالإعدام ، يعود تاريخها إلى عام 2011 ، عندما احتج الشيعة بالتمييز مع الأغلبية السنية ضد الربيع العربي ؛ كان اللوم الناشط في مجال حقوق الإنسان هو توثيق العنف الذي مارست فيه قوات الشرطة اللوم. من المفهوم أن مجرد الاحتفال بالمحاكمة سيكون مصدراً للتوتر بين طهران والرياض ، حيث يتهم الأول سابقاً الثانية بغارات في اليمن ، ضد المقاتلين الشيعة ، الذين أنتجوا العديد من الضحايا المدنيين ، بما في ذلك العديد من الضحايا. الأطفال. لكن بعيداً عن قضايا السياسة الدولية ، تُظهر القصة كيف أن موقف كندا ضد الجزيرة العربية له ما يبرره على نطاق واسع ويثير أسئلة مزعجة حول سلوك الدول الغربية. إذا كان عن طريق ترامب الولايات المتحدة لا تتوقع الموقف الرسمي، لأن البيت الأبيض عزز العلاقات مع الأنظمة الملكية السعودية أساسية باعتبار رقعة الشطرنج الإقليمي ضد طهران، والأكثر إثارة للدهشة هو الموقف الأوروبي، الذي لا يزال الصمت في مقارنات السلوك العربي. يجب على بروكسل أن تأخذ كل فرصة ممكنة لتباعد عن موقف غامض إزاء انتهاكات الحقوق لتأكيد أهمية الحماية ؛ هذا الموقف يجب أن يتم تخفيضه ، ومع ذلك ، ربما بسبب النفط والاستثمار السعودي ، فإن الاتحاد الأوروبي يترك كندا في موقف معزول. المسألة ليست ثانوية ، لأن المخاوف التي سبق وصفها يمكن إضافتها إلى فرص سياسية أخرى تتكون من تقييمات داخلية ، وبالتأكيد غير كافية للحفاظ على الموقف الحالي. هذا الصمت هو علامة على تدهور المؤسسات الأوروبية ، المصابة بالشعوية والقومية ، والتي تقيد الرؤية السياسية لمجرد أهداف وطنية ، والتي لا تسمح بالحفاظ على الاهتمام الواجب والتعبير عنه بشأن القضايا التي يجب على أوروبا أن تعمل ، بدلا من ذلك تميز نفسها وتكون في الصدارة. إن هذا المستوى الأقل باستمرار يفقد مؤهلاً متزايداً للمؤسسة الأوروبية في أولئك الذين وضعوا ثقتهم في الاتحاد ، ويبعدونه عن مواطنيه ويقتربون أكثر من الأهداف الخلافية للأحزاب القومية والشعبية.

mercoledì 22 agosto 2018

Russia e Turchia alleate obbligate?

Tra la Russia e la Turchia si delinea una alleanza, che, sembra quasi obbligata dai fatti. I due paesi hanno delle analogie nei rapporti con il mondo, che derivano da un isolamento che occorre combattere per necessità. Se dal punto di vista militare e diplomatico le mosse di Putin hanno riportato la Russia, tra i maggiori protagonisti dello scenario internazionale, l’economia di Mosca patisce una regressione dovuta certamente ad una crisi interna, ma che è sopratutto dovuta alla mancata diversificazione dei fattori economici, troppo dipendenti dai prezzi e dall’andamento delle materie prime: l’unico motore economico attuale dell’ex paese sovietico. La Russia paga la scarsa industrializzazione e la debolezza di un settore manifatturiero sui quali non si sono mai intraprese poltiche efficaci. La Turchia sta vivendo una crisi finanziaria, che potrebbe mettere in pericolo il tessuto industriale di un paese capace di crescere molto negli ultimi anni, ma che ha subito consistenti peggioramenti dal punto di vista sociale. La politica estera di Ankara ha dovuto subire delle sconfitte non indifferenti, che vanno dal rifiuto di Bruxelles per l’ingresso nell’Unione Europea, fino alla frustrazione delle mire di Erdogan di ristabilire l’influenza turca sui territori dell’antico impero ottomano. La politica interna liberticida del presidente turco ha provocato una chiusura su se stesso del paese, che ha prodotto attriti e divergenze molto pesanti con l’alleato americano, tanto da provocare in alcuni analisti la domanda se Ankara possa ancora restare all’interno dell’Alleanza Atlantica. In effetti sulla affidabilità di Ankara ci sono molti dubbi, innanzi tutto per la sua politica ambigua nei confronti dello Stato islamico, per le sue relazioni con Assad e per il trattamento riservato ai curdi, naturali alleati di Washington sui campi di battaglia. Se ora il dissidio con gli Stati Uniti riguarda anche argomenti economici, come i dazi imposti da Trump, peraltro coerente con la sua politica economica verso tutti i paesi esteri, ciò appare una naturale evoluzione di un rapporto ormai troppo deteriorato. I rapporti tra Mosca ed Ankara durano da quanta anni, e, sebbene, siano stati sopportati dagli americani, si svolgevano in un quadro dove il governo turco era improntato ai valori delle democrazie occidentali e non al nazionalismo religioso propugnato da Erdogan. Per gli USA la Turchia era necessaria all’interno dell’Alleanza Atlantica perchè rappresentava un paese musulmano moderato, dove la religione era in secondo piano rispetto alla laicità dello stato e ciò era giudicato un fattore determinante in funzione strategica e geopolitica. Anche se Trump sembra vicino, come maniere politiche, a Putin ed a Erdogan, gli Stati Uniti sono dotati di una serie di contrappesi politici, che in Russia ed in Turchia mancano del tutto. Ecco, quindi, che la similitudine tra i due uomini politici, di Mosca ed Ankara, fatta di nazionalismo e voglia di essere protagonisti, sia in ambito interno, che in quello estero, avvicina i due stati. Gli interessi comuni verso la zona euro asiatica, cioè verso gli stati dell’Europa centrale e del medio oriente, per il momento costituiscono un terreno comune, sopratutto in chiave anti Europa ed anti USA; tuttavia proprio questo terreno comune, potrebbe causare dissidi anche profondi tra i due paesi. Per il momento valgono gli aspetti economici, che costituiscono comunque, un ottimo argomento per avvicinare sempre di più i due paesi: la Turchia è infatti, il maggiore importatore di gas russo ed ha recentemente acquistato, infrangendo le direttive di Trump ai paesi alleati, un sofisticato sistema anti missilistico russo. Con la Cina che in politica estera mantiene una autonomia che la rende praticamente inavvicinabile, il contatto tra Turchia e Russia, sembra essere diventato una vera necessità per i due paesi per interrompere un isolamento internazionale dannoso per entrambi. Occorrerà vedere quali saranno i tempi ed i modi di questo avvicinamento progressivo e cosa comporterà sul piano degli equilibri internazionali. Un distacco della Turchia dall’Alleanza Atlantica, ad esempio, potrebbe costringere Trump a rivedere i suoi programmi di disimpegno nel medio oriente, per evitare una preponderanza della presenza di Mosca, presumibilmente rinforzata da Ankara. La situazione è in divenire ma resta molto difficile che l’allontanamento della Turchia dall’occidente non prenda una forma che da ufficiosa possa diventare ufficiale.  

Russia and Turkey allied obliged?

Between Russia and Turkey there is an alliance, which seems almost obliged by the facts. The two countries have similarities in relations with the world, which derive from an isolation that must be fought out of necessity. If from a military and diplomatic point of view Putin's moves have brought Russia back, one of the main protagonists of the international scenario, Moscow's economy suffers a regression due to an internal crisis, but that is mainly due to the lack of diversification of the factors economic, too dependent on prices and the trend of raw materials: the only current economic engine of the former Soviet country. Russia pays for the lack of industrialization and the weakness of a manufacturing sector on which effective policies have never been undertaken. Turkey is experiencing a financial crisis, which could endanger the industrial fabric of a country that has grown a lot in recent years, but which has undergone significant social deterioration. The foreign policy of Ankara has had to suffer some not indifferent defeats, ranging from the refusal of Brussels for entry into the European Union, to the frustration of Erdogan's aims to restore the Turkish influence on the territories of the ancient Ottoman empire. The Turkish president's internal liberticidal policy has resulted in a closure of the country itself, which has produced very heavy frictions and divergences with the American ally, causing some analysts to question whether Ankara can still remain within the Alliance Atlantica. In fact, on Ankara's reliability there are many doubts, above all for its ambiguous policy towards the Islamic State, for its relations with Assad and for the treatment of the Kurds, natural allies of Washington on the battlefields. If now the dispute with the United States also concerns economic issues, such as the duties imposed by Trump, which is consistent with its economic policy towards all foreign countries, this appears to be a natural evolution of a relationship that has become too much deteriorated. Relations between Moscow and Ankara have lasted for a good many years, and although they were endured by the Americans, they took place within a framework where the Turkish government was marked by the values ​​of Western democracies and not by the religious nationalism advocated by Erdogan. For the USA, Turkey was necessary within the Atlantic Alliance because it represented a moderate Muslim country, where religion was secondary to the secular state and this was considered a determining factor in a strategic and geopolitical function. Although Trump seems close, as political manners, to Putin and Erdogan, the United States is endowed with a series of political counterweights, which in Russia and Turkey are missing altogether. Here, then, that the similarity between the two politicians, of Moscow and Ankara, made up of nationalism and the desire to be protagonists, both in the internal and in the foreign sphere, brings the two states closer together. The common interests of the Asian euro zone, that is to say to the states of central and middle east Europe, for the moment constitute a common ground, especially in key anti-Europe and anti-US; however, this very common ground could also cause deep disagreements between the two countries. For the time being, the economic aspects are valid, which constitute an excellent argument to bring the two countries closer together: Turkey is, in fact, the largest importer of Russian gas and has recently bought, infringing Trump's directives to the allied countries, a sophisticated Russian anti-missile system. With China, which maintains an autonomy in foreign policy that makes it virtually unapproachable, the contact between Turkey and Russia seems to have become a real necessity for the two countries to stop international isolation harmful to both. It will be necessary to see what the times and the ways of this progressive approach will be and what it will entail in terms of international balances. For example, a posting of Turkey from the Atlantic Alliance could force Trump to review his disengagement programs in the Middle East, to avoid a preponderance of the presence of Moscow, presumably reinforced by Ankara. The situation is in progress, but it remains very difficult for Turkey to move away from the West without taking an unofficial way to become official.

Rusia y Turquía aliados obligados?

Entre Rusia y Turquía existe una alianza, que parece estar casi obligada por los hechos. Los dos países tienen similitudes en las relaciones con el mundo, que se derivan de un aislamiento que debe combatirse por necesidad. Si desde el punto de vista de los militares y diplomáticos de Putin movimientos han informado de Rusia, entre los principales actores de la escena internacional, la economía de Moscú sufre una regresión sin duda debido a una crisis interna, sino que se debe principalmente a la falta de diversificación de los factores económico, demasiado dependiente de los precios y la tendencia de las materias primas: el único motor económico actual del antiguo país soviético. Rusia paga por la falta de industrialización y la debilidad de un sector manufacturero sobre el que nunca se han llevado a cabo políticas efectivas. Turquía está atravesando una crisis financiera que podría poner en peligro el tejido industrial de un país que ha crecido mucho en los últimos años, pero que ha sufrido un importante deterioro social. La política exterior de Ankara tuvo que sufrir las pérdidas son considerables, que van desde la negativa a Bruselas para adhesión a la UE, a la frustración de las ambiciones de Erdogan para restaurar la influencia turca en los territorios del antiguo Imperio Otomano. La política liberticida interna del presidente turco ha resultado en el cierre del país, lo que ha producido fricciones y divergencias muy fuertes con el aliado estadounidense, lo que ha provocado que algunos analistas cuestionen si Ankara aún puede permanecer dentro de la Alianza. atlantica. De hecho, según la fiabilidad de Ankara, existen muchas dudas, sobre todo por su política ambigua hacia el Estado Islámico, sus relaciones con Assad y el tratamiento de los kurdos, aliados naturales de Washington en los campos de batalla. Si ahora la disputa con los Estados Unidos también se refiere a cuestiones económicas, como los impuestos impuestos por Trump, que es coherente con su política económica con respecto a todos los países extranjeros, esto parece ser una evolución natural de una relación que se ha deteriorado demasiado. Las relaciones entre Moscú y Ankara última Durante gran año, y aunque, por los estadounidenses nacieron, se llevaron a cabo en un contexto donde el gobierno turco ha estado marcado por los valores de las democracias occidentales y no al nacionalismo religioso defendido por Erdogan. Para los Estados Unidos, Turquía era necesaria dentro de la Alianza Atlántica porque representaba un país musulmán moderado, donde la religión era secundaria al estado secular y esto se consideraba un factor determinante en una función estratégica y geopolítica. Aunque Trump parece cercano, como modales políticos, a Putin y Erdogan, Estados Unidos está dotado de una serie de contrapesos políticos, que en Rusia y Turquía están desaparecidos del todo. Aquí, entonces, que la similitud entre los dos políticos, de Moscú y Ankara, compuesta de nacionalismo y el deseo de ser protagonistas, tanto en el ámbito interno como en el extranjero, acerca a los dos estados. Los intereses comunes de la zona del euro asiática, es decir, a los estados de Europa central y del medio oriente, por el momento constituyen un terreno común, especialmente en clave anti-Europa y anti-Estados Unidos; sin embargo, este terreno muy común también podría causar profundos desacuerdos entre los dos países. Por ahora aplicar los aspectos económicos, que constituyen sin embargo, un muy buen argumento para cada vez más cerca de los dos países: Turquía es, de hecho, el mayor importador de gas ruso y recientemente comprado, rompiendo las directivas Trump a los países aliados, una sofisticado sistema antimisiles ruso. Con China, que mantiene una autonomía en política exterior que la hace virtualmente inalcanzable, el contacto entre Turquía y Rusia parece haberse convertido en una necesidad real para los dos países para detener el aislamiento internacional perjudicial para ambos. Será necesario ver cuáles serán los tiempos y las formas de este enfoque progresivo y qué implicará en términos de saldos internacionales. Por ejemplo, un desplazamiento de Turquía desde la Alianza Atlántica podría obligar a Trump a revisar sus programas de retirada en el Medio Oriente, para evitar una preponderancia de la presencia de Moscú, presumiblemente reforzada por Ankara. La situación está en progreso, pero sigue siendo muy difícil para Turquía alejarse de Occidente sin tomar una forma no oficial para convertirse en oficial.