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giovedì 24 gennaio 2019

Francia e Germania firmano un trattato per rilanciare l'Europa

Il trattato tra Francia e Germania, che vuole essere un mezzo per rafforzare l’Europa, sembra arrivare con notevole ritardo di fronte alle tante manifestazioni di disagio che le politiche dell’Unione Europea hanno suscitato. Non si capisce se le intenzioni rappresentino un programma organico per consentire una crescita europea all’interno di nuove regole o se si tratti, piuttosto, di un tentativo, comunque tardivo, per cercare di correggere la percezione di una Europa troppo legata alle severe politiche di bilancio, che hanno prodotto austerità ed avversione contro le istituzioni di Bruxelles. Intanto siamo di fronte a due soli stati, probabilmente i più importanti di quelli rimasti nell’Unione, che si assumono, nominati da se stessi, il ruolo di cercare di salvare le istituzioni europee, dopo che, specialmente la Germania, hanno praticato delle politiche finanziarie vessatorie nei confronti degli altri membri, gurdando soltanto ai riusultati economici nazionali. Già questa considerazione basterebbe a guardare con sospetto ad una operazione che si svolge al di fuori delle istituzioni comuni e che mette in rilievo il ruolo egemone di Berlino, mentre Parigi tenta di rimanere di cercare un suo ruolo, ancora indefinito, nel tentativo di salvare l’Europa. I due leader hanno messo tra le ragioni dell’accordo sia l’uscita del Regno Unito, che la minaccia del nazionalismo, ormai molto più che una minaccia, quali fattori di debolezza della crisi europea. Ma mettere sullo stesso piano questi due problemi rappresenta un errore di prospettiva, perchè si tratta di due casi molto differenti all’interno della dialettica tra istituzioni europee, governi  locali e e tessuto sociali dei singoli stati dove si manifesta il disagio. La questione inglese si può riassumere come la mancata disponibilità della maggior parte del paese, seppure con poca differenza numerica tra chi vuole uscire e chi vuole restare in Europa, a sottostare alle regole comuni in nome di una sovranità distorta che minaccia di portare il Regno Unito verso una crisi apparentemente irreversibile. Ben diverso è il malessere di popolazioni che un tempo condividevano in maniera convinta l’appartenenza all’Europa e che hanno visto deluse le loro aspettative da politiche fiscali miopi capaci soltanto di peggiorare le loro condizioni economiche e sociali. Le intenzioni ufficiali, però, vanno in queste direzioni: l’accordo serve a dare un segnale per il momento particolare che l’Europa sta attraversando, un segnale di unità contro i populismi ed i nazionalismi e le prospettive innescate dalla decisione inglese. L’accordo dovrebbe anche sottolinere i fondamenti della riconciliazione europea attraverso nuove modalità con cui affrontare i grandi cambiamenti imposti dagli scenari internazionali, come il terrorismo, i cambiamenti climatici ed i fenomeni migratori. Come si vede si assiste ad una retorica niente affatto nuova, che spera che un accordo sostanzialmente bilaterale possa risollevare la percezione dell’Europa per contrastare quelli che sono definiti come minaccia interna. I punti sui quali si concentra il trattato sono  la sicurezza, la cooperazione economica, la ricerca e la tecnologia e includerà anche questioni di politica estera, istruzione, cultura, cambiamenti climatici, ambiente e società civile. Non è chiaro, però, come un accordo tra due stati, ancorché i membri più rilevanti dell’Europa, possa poi essere esteso all’intera Unione. Se lo scopo è quello di convincere della validità degli argomenti, non pare possano esserci dubbi sull’importanza dei temi trattati, diverso è vedere con quali modalità saranno applicati e, sopratutto, nell’interesse di chi. Questo modo di agire, se, da un lato, può rappresentare il propulsore per cercare di dare nuovo impulso all’Unione, dall’altro non può che destare sospetti in chi non è stato direttamente coinvolto; la sensazione della costruzione di una alleanza per la conservazione dell’egemonia europea, appare nettamente in contrasto con quanto si dice che si vuole combattere. Una scelta che non è inclusiva non può rappresentare le fondamenta della conciliazione, del dialogo e della crescita comune che dovrebbero essere fattori certi e sicuri, per combattere il nazionalismo ed il populismo. La speranza è che questo accordo non serva come pretesto, se si vorrà insistere su questa strada, quando si registrerà l’ennesimo fallimento europeo di fronte alle richieste dei popoli europei.

France and Germany sign a treaty to relaunch Europe

The treaty between France and Germany, which wants to be a means to strengthen Europe, seems to arrive with considerable delay in the face of the many manifestations of unease that the policies of the European Union have aroused. It is not clear if the intentions represent an organic program to allow European growth within new rules or if it is, rather, an attempt, however late, to try to correct the perception of a Europe too tied to the strict policies of budget, which produced austerity and aversion to the Brussels institutions. Meanwhile, we are faced with only two states, probably the most important of those remaining in the Union, who assume, appointed by themselves, the role of trying to save the European institutions, after that, especially Germany, have practiced financial harassment of other members, looking only at national economic results. This consideration alone would suffice to look suspiciously at an operation that takes place outside the common institutions and which highlights the hegemonic role of Berlin, while Paris tries to stay to look for its role, still undefined, in an attempt to save 'Europe. The two leaders have put the agreement of both the exit of the United Kingdom and the threat of nationalism, now more than a threat, as factors of weakness in the European crisis. But putting these two problems on the same level is a mistake of perspective, because these are two very different cases within the dialectic between European institutions, local governments and the social fabric of individual states where discomfort is manifested. The English question can be summarized as the lack of availability of most of the country, albeit with little numerical difference between those who want to leave and those who want to remain in Europe, to submit to the common rules in the name of a distorted sovereignty that threatens to bring the United Kingdom towards an apparently irreversible crisis. The malaise of populations that once strongly shared their belonging to Europe was very different, and they saw their expectations disappointed by myopic tax policies only capable of worsening their economic and social conditions. But the official intentions go in these directions: the agreement serves to give a signal for the particular moment that Europe is going through, a sign of unity against the populisms and nationalisms and perspectives triggered by the English decision. The agreement should also underline the foundations of European reconciliation through new ways of dealing with the major changes imposed by international scenarios, such as terrorism, climate change and migration. As can be seen, there is nothing quite new rhetoric, which hopes that a substantially bilateral agreement can raise Europe's perception to counteract what are defined as internal threats. The points on which the treaty is focused are security, economic cooperation, research and technology and will also include issues of foreign policy, education, culture, climate change, environment and civil society. It is not clear, however, how an agreement between two states, even if the most important members of Europe, can then be extended to the whole Union. If the aim is to convince the validity of the arguments, there seems to be no doubt about the importance of the topics discussed, it is different to see how they will be applied and, above all, in the interests of those. This way of acting, if, on the one hand, can represent the engine to try to give new impetus to the Union, on the other it can only arouse suspicions in those who have not been directly involved; the feeling of the construction of an alliance for the preservation of European hegemony is clearly in contrast with what is said to be waged. A choice that is not inclusive can not be the foundation of conciliation, dialogue and common growth that should be sure and sure factors, to fight nationalism and populism. The hope is that this agreement will not serve as a pretext, if we want to insist on this path, when there will be yet another European failure in the face of the demands of the European peoples.

Francia y Alemania firman un tratado para relanzar Europa

El tratado entre Francia y Alemania, que quiere ser un medio para fortalecer a Europa, parece llegar con un retraso considerable ante las muchas manifestaciones de inquietud que las políticas de la Unión Europea han suscitado. No está claro si las intenciones representan un programa orgánico para permitir el crecimiento europeo dentro de nuevas reglas o si, más bien, es un intento, aunque sea tarde, de intentar corregir la percepción de una Europa demasiado atada a las políticas estrictas de Presupuesto, lo que produjo austeridad y aversión a las instituciones de Bruselas. Mientras tanto, nos enfrentamos a solo dos estados, probablemente el más importante de los que quedan en la Unión, que asumen, nombrados por ellos mismos, el papel de intentar salvar las instituciones europeas, después de eso, especialmente Alemania, han practicado acoso financiero a otros miembros, considerando solo los resultados económicos nacionales. Solo con esta consideración bastaría mirar con recelo una operación que tiene lugar fuera de las instituciones comunes y que resalta el papel hegemónico de Berlín, mientras que París intenta quedarse para buscar su papel, aún indefinido, en un intento por salvar. 'Europa. Los dos líderes han expresado el acuerdo de la salida del Reino Unido y la amenaza del nacionalismo, ahora más que una amenaza, como factores de debilidad en la crisis europea. Pero poner estos dos problemas en el mismo nivel es un error de perspectiva, porque son dos casos muy diferentes dentro de la dialéctica entre las instituciones europeas, los gobiernos locales y el tejido social de los estados individuales donde se manifiesta la incomodidad. La pregunta en inglés puede resumirse como la falta de disponibilidad de la mayor parte del país, aunque con poca diferencia numérica entre los que quieren irse y los que quieren permanecer en Europa, someterse a las reglas comunes en nombre de una soberanía distorsionada que amenaza con traer al Reino Unido. hacia una crisis aparentemente irreversible. El malestar de las poblaciones que alguna vez compartieron su pertenencia a Europa fue muy diferente, y vieron sus expectativas decepcionadas por políticas fiscales miopes que solo podían empeorar sus condiciones económicas y sociales. Pero las intenciones oficiales van en estas direcciones: el acuerdo sirve para dar una señal del momento particular que atraviesa Europa, un signo de unidad contra los populismos y nacionalismos y perspectivas activados por la decisión inglesa. El acuerdo también debe subrayar los cimientos de la reconciliación europea a través de nuevas formas de abordar los grandes cambios impuestos por los escenarios internacionales, como el terrorismo, el cambio climático y la migración. Como se puede ver, no hay nada de retórica bastante nueva, que espera que un acuerdo sustancialmente bilateral pueda elevar la percepción de Europa para contrarrestar lo que se define como amenazas internas. Los puntos en los que se centra el tratado son la seguridad, la cooperación económica, la investigación y la tecnología, y también incluirán temas de política exterior, educación, cultura, cambio climático, medio ambiente y sociedad civil. Sin embargo, no está claro cómo un acuerdo entre dos estados, incluso si los miembros más importantes de Europa, pueden extenderse a toda la Unión. Si el objetivo es convencer de la validez de los argumentos, no parece haber duda sobre la importancia de los temas tratados, es diferente ver cómo se aplicarán y, sobre todo, en interés de los mismos. Esta forma de actuar, si, por un lado, puede representar el motor para intentar dar un nuevo impulso a la Unión, por el otro, solo puede despertar sospechas en aquellos que no han estado directamente involucrados; El sentimiento de la construcción de una alianza para la preservación de la hegemonía europea está claramente en contraste con lo que se dice que se está librando. Una opción que no sea inclusiva no puede ser la base de la conciliación, el diálogo y el crecimiento común que deben ser factores seguros para combatir el nacionalismo y el populismo. La esperanza es que este acuerdo no sirva de pretexto, si queremos insistir en este camino, cuando habrá otro fracaso europeo ante las demandas de los pueblos europeos.

Frankreich und Deutschland unterzeichnen einen Vertrag zur Wiederbelebung Europas

Der Vertrag zwischen Frankreich und Deutschland, der ein Mittel zur Stärkung Europas sein will, scheint angesichts der zahlreichen Unruhezustände, die die Politik der Europäischen Union ausgelöst hat, mit erheblicher Verzögerung anzugehen. Es ist nicht klar, ob die Absichten ein organisches Programm darstellen, um europäisches Wachstum im Rahmen neuer Regeln zu ermöglichen, oder ob es vielmehr ein verspäteter Versuch ist, die Wahrnehmung eines zu strengen Europas, das an die strikte Politik von Europa gebunden ist, zu korrigieren Haushalt, der zu Sparmaßnahmen und Abneigung gegen die Brüsseler Institutionen führte. In der Zwischenzeit sehen wir uns nur zwei Staaten gegenüber, wahrscheinlich dem wichtigsten der in der Union verbliebenen, die, von sich selbst ernannt, die Rolle des Versuchs der Rettung der europäischen Institutionen übernehmen, nachdem dies vor allem in Deutschland praktiziert wurde finanzielle Belästigung anderer Mitglieder, wobei nur die nationalen wirtschaftlichen Ergebnisse betrachtet werden. Diese Überlegung allein würde ausreichen, um eine Operation, die außerhalb der gemeinsamen Institutionen stattfindet und die hegemoniale Rolle Berlins hervorhebt, verdächtig zu betrachten, während Paris versucht, nach seiner noch unbestimmten Rolle zu suchen, um zu retten ‚Europa. Die beiden Staats- und Regierungschefs haben das Einverständnis sowohl des Austritts des Vereinigten Königreichs als auch der Bedrohung durch den Nationalismus, der inzwischen mehr als eine Bedrohung ist, als Schwächungsfaktor der europäischen Krise bezeichnet. Diese beiden Probleme auf die gleiche Ebene zu bringen, ist jedoch ein Fehler der Perspektive, da dies zwei sehr unterschiedliche Fälle innerhalb der Dialektik zwischen europäischen Institutionen, lokalen Regierungen und dem sozialen Gefüge einzelner Staaten ist, in denen sich Unbehagen manifestiert. Die englische Frage lässt sich zusammenfassen als mangelnde Verfügbarkeit des größten Teils des Landes, allerdings mit geringen numerischen Unterschieden zwischen denjenigen, die gehen wollen, und denjenigen, die in Europa bleiben wollen, um sich den gemeinsamen Regeln im Namen einer verzerrten Souveränität zu unterwerfen, die das Vereinigte Königreich droht auf eine scheinbar irreversible Krise. Das Unwohlsein der Bevölkerungen, die einst ihre Zugehörigkeit zu Europa stark geteilt hatten, war sehr unterschiedlich, und ihre Erwartungen wurden von der kurzsichtigen Steuerpolitik enttäuscht, was nur zu einer Verschlechterung ihrer wirtschaftlichen und sozialen Bedingungen führte. Die offiziellen Absichten gehen jedoch in diese Richtung: Die Vereinbarung dient dazu, ein Signal für den jeweiligen Moment zu geben, in dem Europa durchgeht, ein Zeichen der Einheit gegen die durch die englische Entscheidung ausgelösten Populismen und Nationalismen und Perspektiven. Das Abkommen sollte auch die Grundlagen der europäischen Aussöhnung durch neue Wege des Umgangs mit den durch internationale Szenarien auferlegten großen Veränderungen wie Terrorismus, Klimawandel und Migration unterstreichen. Wie man sehen kann, gibt es keine ganz neue Rhetorik, die hofft, dass ein substantielles bilaterales Abkommen die Wahrnehmung Europas stärken kann, um den sogenannten internen Bedrohungen entgegenzuwirken. Die Themen, auf die sich der Vertrag konzentriert, sind Sicherheit, wirtschaftliche Zusammenarbeit, Forschung und Technologie und werden auch Fragen der Außenpolitik, der Bildung, der Kultur, des Klimawandels, der Umwelt und der Zivilgesellschaft umfassen. Es ist jedoch nicht klar, wie eine Vereinbarung zwischen zwei Staaten, auch wenn die wichtigsten Mitglieder Europas, auf die gesamte Union ausgedehnt werden können. Wenn es darum geht, die Gültigkeit der Argumente zu überzeugen, scheint es keinen Zweifel an der Wichtigkeit der diskutierten Themen zu geben. Es ist anders zu sehen, wie sie angewendet werden und vor allem im Interesse dieser. Diese Art des Handelns, wenn es einerseits den Motor darstellen kann, um der Union neuen Schwung zu verleihen, andererseits kann dies nur bei denjenigen, die nicht direkt beteiligt waren, Verdacht erregen; Das Gefühl des Aufbaus eines Bündnisses zur Erhaltung der europäischen Hegemonie steht eindeutig im Widerspruch zu dem, was angeblich geleistet wird. Eine Entscheidung, die nicht inklusiv ist, kann nicht die Grundlage für Versöhnung, Dialog und gemeinsames Wachstum sein, die sichere und sichere Faktoren sein sollten, um Nationalismus und Populismus zu bekämpfen. Die Hoffnung ist, dass dieses Abkommen nicht als Vorwand dienen wird, wenn wir auf diesem Weg bestehen wollen, wenn es angesichts der Forderungen der europäischen Völker erneut zu einem europäischen Versagen kommt.

La France et l'Allemagne signent un traité pour relancer l'Europe

Le traité entre la France et l'Allemagne, qui se veut un moyen de renforcer l'Europe, semble arriver avec un retard considérable face aux nombreuses manifestations de malaise suscitées par les politiques de l'Union européenne. Il n’est pas clair si les intentions représentent un programme organique visant à permettre la croissance européenne dans le cadre de nouvelles règles ou s’il s’agit plutôt d’une tentative, même tardive, d’essayer de corriger la perception d’une Europe trop liée aux strictes politiques de sécurité. budget, ce qui a engendré austérité et aversion pour les institutions bruxelloises. Entre temps, nous ne sommes confrontés qu'à deux États, probablement le plus important de ceux qui restent dans l'Union, qui assument, nommés par eux-mêmes, le rôle de tenter de sauver les institutions européennes. Après cela, en particulier l'Allemagne, harcèlement financier des autres membres, ne regardant que les résultats économiques nationaux. Cette considération suffirait à elle seule à jeter un regard suspicieux sur une opération qui se déroule en dehors des institutions communes et qui met en lumière le rôle hégémonique de Berlin, tandis que Paris tente de rester à la recherche de son rôle, toujours indéterminé, pour tenter de sauver « Europe. Les deux dirigeants ont placé l'accord de sortie du Royaume-Uni et la menace du nationalisme, plus qu'une menace, comme facteurs de faiblesse de la crise européenne. Mais mettre ces deux problèmes au même niveau est une erreur de perspective, car il s’agit de deux cas très différents dans la dialectique entre les institutions européennes, les gouvernements locaux et le tissu social de différents États où se manifestent des désagréments. La question anglaise peut être résumée par le manque de disponibilité de la majeure partie du pays, même si la différence numérique entre ceux qui veulent partir et ceux qui souhaitent rester en Europe est minime, afin de se soumettre aux règles communes au nom d’une souveraineté faussée qui menace de ramener le Royaume-Uni vers une crise apparemment irréversible. Le malaise des populations qui autrefois partageaient fortement leur appartenance à l'Europe était très différent et elles ont vu leurs attentes déçues par les politiques fiscales myopes qui ne pouvaient qu'aggraver leurs conditions économiques et sociales. Mais les intentions officielles vont dans cette direction: l’accord sert à signaler le moment particulier que traverse l’Europe, signe d’unité contre les populismes et les nationalismes et les perspectives suscitées par la décision anglaise. L'accord devrait également souligner les fondements de la réconciliation européenne par le biais de nouvelles méthodes pour faire face aux grands changements imposés par les scénarios internationaux, tels que le terrorisme, le changement climatique et les migrations. Comme on peut le constater, il n’ya rien de tout à fait nouveau dans la rhétorique, qui espère qu’un accord substantiellement bilatéral pourra renforcer la perception de l’Europe de contrer ce que l’on définit comme des menaces internes. Le traité porte principalement sur la sécurité, la coopération économique, la recherche et la technologie. Il abordera également les questions de politique étrangère, d’éducation, de culture, de changement climatique, d’environnement et de la société civile. Cependant, il n'est pas clair comment un accord entre deux États, même si les membres les plus importants de l'Europe, peut alors être étendu à l'ensemble de l'Union. Si l'objectif est de convaincre de la validité des arguments, il ne semble y avoir aucun doute sur l'importance des sujets abordés, mais il est différent de voir comment ils seront appliqués et, surtout, dans l'intérêt de ceux-ci. Cette façon d’agir, si d’une part, peut représenter le moteur pour tenter de donner un nouvel élan à l’Union, d’autre part, elle ne peut éveiller les soupçons que chez ceux qui n’ont pas été directement impliqués; le sentiment de la construction d'une alliance pour la préservation de l'hégémonie européenne s'oppose clairement à ce que l'on dit être mené. Un choix qui n’est pas inclusif ne peut être le fondement d’une conciliation, d’un dialogue et d’une croissance commune qui doivent être des facteurs sûrs pour lutter contre le nationalisme et le populisme. L’espoir est que cet accord ne servira pas de prétexte, si nous voulons insister sur cette voie, alors qu’il y aura encore un autre échec européen face aux revendications des peuples européens.

França e Alemanha assinam um tratado para relançar a Europa

O tratado entre a França e a Alemanha, que quer ser um meio para fortalecer a Europa, parece chegar com considerável atraso diante das muitas manifestações de desconforto que as políticas da União Européia suscitaram. Não está claro se as intenções representam um programa orgânico para permitir o crescimento europeu dentro de novas regras ou se é, ao contrário, uma tentativa, ainda que tardia, de tentar corrigir a percepção de uma Europa muito ligada às estritas políticas de crescimento. orçamento, o que produziu austeridade e aversão às instituições de Bruxelas. Entretanto, somos confrontados com apenas dois estados, provavelmente os mais importantes dos que permanecem na União, que assumem, nomeados por si mesmos, o papel de tentar salvar as instituições europeias, depois disso, especialmente a Alemanha, praticaram assédio financeiro de outros membros, olhando apenas para os resultados econômicos nacionais. Só essa consideração seria suficiente para olhar com suspeita para uma operação que ocorre fora das instituições comuns e que destaca o papel hegemônico de Berlim, enquanto Paris tenta ficar em busca de seu papel, ainda indefinido, em uma tentativa de economizar. 'Europe. Os dois líderes colocaram o acordo tanto da saída do Reino Unido quanto da ameaça do nacionalismo, agora mais que uma ameaça, como fatores de fragilidade na crise europeia. Mas colocar esses dois problemas no mesmo nível é um erro de perspectiva, porque estes são dois casos muito diferentes dentro da dialética entre instituições européias, governos locais e o tecido social de estados individuais onde o desconforto é manifestado. A questão inglesa pode ser resumida como a falta de disponibilidade da maior parte do país, embora com pouca diferença numérica entre aqueles que querem sair e aqueles que querem permanecer na Europa, submeter-se às regras comuns em nome de uma soberania distorcida que ameaça trazer o Reino Unido. para uma crise aparentemente irreversível. O mal-estar das populações que outrora partilhavam fortemente a sua pertença à Europa era muito diferente e viam as suas expectativas frustradas por políticas fiscais míopes, apenas capazes de agravar as suas condições económicas e sociais. Mas as intenções oficiais vão nestas direções: o acordo serve para dar um sinal para o momento particular pelo qual a Europa está passando, um sinal de unidade contra os populismos e nacionalismos e perspectivas desencadeadas pela decisão inglesa. O acordo deve também sublinhar os fundamentos da reconciliação europeia através de novas formas de lidar com as grandes mudanças impostas por cenários internacionais, como o terrorismo, as alterações climáticas e a migração. Como se pode ver, não há nada de novo na retórica, que espera que um acordo substancialmente bilateral possa aumentar a percepção da Europa para contrabalançar o que é definido como ameaças internas. Os pontos sobre os quais o tratado está focado são segurança, cooperação econômica, pesquisa e tecnologia e também incluirão questões de política externa, educação, cultura, mudança climática, meio ambiente e sociedade civil. Não está claro, contudo, como um acordo entre dois estados, mesmo que os membros mais importantes da Europa, possam então ser estendidos a toda a União. Se o objetivo é convencer a validade dos argumentos, parece não haver dúvida sobre a importância dos tópicos discutidos, é diferente para ver como eles serão aplicados e, acima de tudo, no interesse deles. Este modo de agir, se, por um lado, pode representar o motor para tentar dar um novo impulso à União, por outro, só pode despertar suspeitas naqueles que não estiveram diretamente envolvidos; o sentimento de construção de uma aliança para a preservação da hegemonia européia está claramente em contraste com o que se diz ser travado. Uma escolha que não é inclusiva não pode ser a base da conciliação, do diálogo e do crescimento comum que devem ser fatores seguros e certos para combater o nacionalismo e o populismo. A esperança é que este acordo não sirva de pretexto, se quisermos insistir neste caminho, quando haverá ainda outro fracasso europeu face às exigências dos povos europeus.

Франция и Германия подписывают договор о перезапуске Европы

Договор между Францией и Германией, который хочет стать средством укрепления Европы, кажется, прибывает со значительной задержкой перед лицом многочисленных проявлений беспокойства, вызванного политикой Европейского союза. Неясно, представляют ли намерения органичную программу, позволяющую европейскому росту в рамках новых правил, или, скорее, это попытка, хотя и с опозданием, попытаться исправить восприятие Европы, слишком привязанной к жесткой политике бюджет, который произвел аскетизм и отвращение к брюссельским учреждениям. Между тем, мы сталкиваемся только с двумя государствами, вероятно, наиболее важными из оставшихся в Союзе, которые берут на себя назначенную роль попыток спасти европейские институты, после чего, особенно в Германии, практиковали финансовое преследование других членов, глядя только на национальные экономические результаты. Одного этого рассмотрения было бы достаточно, чтобы с подозрением взглянуть на операцию, которая происходит за пределами общих институтов и которая подчеркивает гегемонистскую роль Берлина, в то время как Париж пытается остаться, чтобы искать свою роль, все еще неопределенную, в попытке спасти «Европа. Два лидера выдвинули соглашение как о выходе из Соединенного Королевства, так и об угрозе национализма, которая теперь представляет собой нечто большее, чем угрозу, как факторы слабости европейского кризиса. Но поставить эти две проблемы на одном уровне - ошибка перспективы, потому что это два совершенно разных случая в диалектике между европейскими институтами, местными органами власти и социальной структурой отдельных государств, где проявляется дискомфорт. Английский вопрос можно резюмировать как отсутствие большей части страны, хотя с небольшими количественными различиями между теми, кто хочет уехать, и теми, кто хочет остаться в Европе, чтобы подчиниться общим правилам во имя искаженного суверенитета, который угрожает принести Соединенному Королевству к явно необратимому кризису. Заболевание населения, которое когда-то решительно разделяло их принадлежность к Европе, было совершенно другим, и они увидели, что их ожидания разочарованы близорукой налоговой политикой, способной только ухудшить их экономические и социальные условия. Но официальные намерения идут в этих направлениях: соглашение служит сигналом для конкретного момента, через который проходит Европа, признаком единства против популизма, национализма и перспектив, вызванных решением Англии. Соглашение должно также подчеркнуть основы европейского примирения с помощью новых способов справиться с основными изменениями, вызванными международными сценариями, такими как терроризм, изменение климата и миграция. Как видно, нет ничего совершенно нового в риторике, которая надеется, что существенно двустороннее соглашение может поднять восприятие Европы для противодействия тому, что определяется как внутренние угрозы. Пункты, на которых сконцентрирован договор, это безопасность, экономическое сотрудничество, исследования и технологии, а также вопросы внешней политики, образования, культуры, изменения климата, окружающей среды и гражданского общества. Однако не ясно, каким образом соглашение между двумя государствами, даже если наиболее важные члены Европы могут быть распространены на весь Союз. Если цель состоит в том, чтобы убедить аргументы в обоснованности, то, по-видимому, нет сомнений в важности обсуждаемых тем, иначе посмотреть, как они будут применяться, и, прежде всего, в интересах тех. Такой способ действий, если, с одной стороны, может представлять собой движущую силу, чтобы попытаться дать новый импульс Союзу, с другой стороны, он может вызывать подозрения только у тех, кто не был непосредственно вовлечен в это; ощущение создания альянса для сохранения европейской гегемонии явно контрастирует с тем, что, как говорят, ведется. Выбор, который не является всеобъемлющим, не может быть основой примирения, диалога и общего роста, которые должны быть надежными и надежными факторами, для борьбы с национализмом и популизмом. Надежда состоит в том, что это соглашение не будет служить предлогом, если мы хотим настаивать на этом пути, когда произойдет еще один европейский провал перед лицом требований европейских народов.

法國和德國簽署一項重新啟動歐洲的條約

法國和德國,誰願意加強歐洲的一種手段之間的條約,似乎在歐盟的政策,引起了許多困難的事件面前非常遲到。目前尚不清楚這些意圖是否代表了一個允許歐洲在新規則中增長的有機計劃,或者它是否是一種嘗試糾正歐洲觀念的嘗試,而這種觀念與其嚴格的政策相關。預算,這對布魯塞爾機構產生了緊縮和厭惡。同時,我們正面臨著只有兩種狀態,可能是最重要的那些留在聯盟,他們認為,自己任命的,試圖挽救歐洲機構,在那之後,尤其是德國,已經實行的政策中的作用對其他成員的財務騷擾,只關注國家經濟成果。已經是該考慮是足夠用懷疑的眼光看,發生的共同機構的外面,它強調的霸權在柏林的作用,而巴黎試圖留下來尋找一個角色,至今尚未確定,在試圖挽救一個交易“歐洲。兩國領導人的原因之一提出的協議是英國輸出,民族主義的威脅,現在不是威脅要多得多,如歐洲危機的弱點。但等同於這兩個問題是視角的錯誤,因為他們是歐洲機構,地方政府和各個國家的社會結構,它表現的不適之間的辯證關係中兩個非常不同的情況。英語問題可以概括為缺少的全國大部分地區的可用性,雖然與那些誰想要得到,如果誰想要留在歐洲差異甚小,是受一個扭曲的主權,威脅帶來的英國名共同規則走向明顯不可逆轉的危機。完全不同的是誰曾經在據信屬於歐洲的方式共享,並看到他們的期望能夠通過只惡化他們的經濟和社會條件的短視的財政政策虛線人的不適。官方的意圖,但是,走在這些方向:該協議是給予歐洲通過,反對民粹主義和民族主義和由英國的決定引發前景的驅動信號會在特定時刻的信號。該協議還應通過處理恐怖主義,氣候變化和移民等國際情景所帶來的重大變化的新方法,強調歐洲和解的基礎。正如你可以看到出現了一個修辭毫無新意可言,更是希望的雙邊協議可以大幅提高歐洲的感知來對抗什麼被描述為內部的威脅。條約所關注的要點是安全,經濟合作,研究和技術,還將包括外交政策,教育,文化,氣候變化,環境和民間社會等問題。然而,目前尚不清楚兩個國家之間的協議,即使歐洲最重要的成員國,也可以擴展到整個聯盟。如果目的是說服論點的有效性,那麼對於所討論主題的重要性似乎毫無疑問,看它們將如何應用以及最重要的是為了這些主題的利益是不同的。這種行為方式,一方面可以代表引擎試圖給聯盟帶來新的動力,另一方面它只能引起那些沒有直接參與的人的懷疑;建立聯盟以維護歐洲霸權的感覺顯然與據說發動的事情形成鮮明對比。一個不具有包容性的選擇不能成為和解,對話和共同增長的基礎,這應該是確定和肯定的因素,以打擊民族主義和民粹主義。人們希望,這項協議不作為的藉口,如果你堅持這條道路,當你將註冊另一個歐洲未能滿足歐洲人民的需求上。

フランスとドイツがヨーロッパを再開する条約に調印

ヨーロッパを強化するための手段になりたいフランスとドイツの間の条約は、欧州連合の政策によって引き起こされた不安の多くの現れに直面してかなり遅れて到着するようです。意図が、新しいルールの中でヨーロッパの成長を可能にするための有機的なプログラムを表しているのか、それともヨーロッパの認識を正すことを試みるのが遅すぎるのか、はっきりしていない。これは、ブリュッセルの金融機関に緊縮財政と嫌悪感をもたらしました。その一方で、私たちはたぶん2つの国家に直面しています。おそらく最も重要なのは、自分たちが任命したヨーロッパの諸機関を救うことを試みる役割、特にドイツを実践してきたことです。国内経済の結果だけを見て、他のメンバーの経済的嫌がらせ。パリを救うために未だ定義されていないがその役割を探し続けるためにパリが努力しているのに対し、この考察だけでは、共通の制度の外で行われ、 「ヨーロッパ。両首脳は、欧州危機の弱さの要因として、イギリスの撤退とナショナリズムの脅威の両方の合意を、今や脅威以上のものとしている。しかし、これら2つの問題を同じレベルに置くことは、ヨーロッパの機関、地方自治体、および不快感が現れる各州の社会構造の間の弁証法上の2つの非常に異なる事例であるため、観点の誤りです。イギリスを連れて行くことを脅かす歪んだ主権の名の下に共通の規則に従うために、イギリスを去ることを望む人々とヨーロッパに残りたい人々との間にはほとんど数字の違いはないが明らかに不可逆的な危機に向かって。かつてヨーロッパへの帰属を強く共有していた人々の倦怠感は非常に異なっていました、そして、彼らは彼らの経済的、社会的状況を悪化させることができる近視眼税政策によって彼らの期待を失望させました。しかし、公式の意図はこれらの方向に向かっている。合意はヨーロッパが通過している特定の瞬間の合図、ポピュリズムとナショナリズムに対する統一の兆候、そして英国の決定によって引き起こされた見方を与えるのに役立つ。この協定はまた、テロ、気候変動、移住といった国際的シナリオによって課される大きな変化に対処するための新しい方法によるヨーロッパの和解の基盤を強調するものでなければなりません。見てわかるように、実質的に二国間の合意が内部の脅威として定義されているものを打ち消すというヨーロッパの認識を高めることができると期待する全く新しい修辞学は何もありません。条約の焦点は安全保障、経済協力、研究および技術であり、外交政策、教育、文化、気候変動、環境および市民社会の問題も含まれます。しかしながら、たとえヨーロッパの最も重要な加盟国であったとしても、2つの国の間の合意がどのようにして全EUにまで拡大され得るのかは明らかではない。目的が議論の妥当性を納得させることであるならば、議論されたトピックの重要性について疑いはないようです、それらがどのように適用されるかを見ること、そしてとりわけそれらの利益のために異なる。このような行動の仕方が、一方では北朝鮮に新たな推進力を与えようとするエンジンを表すことができれば、他方では直接関与していない人々に対する疑念を引き起こすことしかできない。ヨーロッパの覇権の維持のための同盟の構築の感覚は明らかに賃金を払われていると言われているものとは対照的です。包括的ではない選択は、ナショナリズムとポピュリズムと戦うための、確かで確実な要素であるべき和解、対話および共通の成長の基盤になることはできません。私たちがこの道を主張したいのであれば、この合意が口実として役立つことはないでしょう。ヨーロッパの人々の要求に直面してもまた別のヨーロッパの失敗があるでしょう。

فرنسا وألمانيا توقعان على معاهدة لإعادة إطلاق أوروبا

يبدو أن المعاهدة بين فرنسا وألمانيا ، التي تريد أن تكون وسيلة لتقوية أوروبا ، تأخر كثيرا في مواجهة العديد من مظاهر عدم الارتياح التي أثارتها سياسات الاتحاد الأوروبي. وليس من الواضح إذا تمثل نوايا برنامج شامل للسماح النمو الأوروبي ضمن قواعد جديدة أو ما إذا كان، بدلا من ذلك، محاولة، ولكن في وقت متأخر، في محاولة لتصحيح النظرة إلى أوروبا بشكل وثيق جدا مرتبطة سياسات صارمة الميزانية ، التي أنتجت التقشف والنفور من مؤسسات بروكسل. في هذه الأثناء ، نواجه دولتين فقط ، ربما أهم الدول الباقية في الاتحاد ، الذين يفترضون بأنفسهم دور محاولة إنقاذ المؤسسات الأوروبية ، بعد ذلك ، وخاصة ألمانيا ، يمارسون التحرش المالي من الأعضاء الآخرين ، وتبحث فقط في النتائج الاقتصادية الوطنية. بالفعل هذا الاعتبار سيكون كافيا لننظر بارتياب إلى المعاملات التي تتم خارج المؤسسات المشتركة والتي تؤكد على دور القوة المهيمنة في برلين، في حين أن باريس تحاول البقاء للبحث عن هذا الدور، حتى الآن غير معروف، في محاولة لإنقاذ 'أوروبا. وقد وضع الزعيمان اتفاق خروج المملكة المتحدة وتهديد القومية ، وهما الآن أكثر من تهديد ، كعوامل ضعف في الأزمة الأوروبية. ولكن لمساواة هاتين المشكلتين هي خطأ من وجهة نظر، لأنها نوعان من حالات مختلفة جدا في العلاقة الجدلية بين المؤسسات الأوروبية، والحكومات المحلية والنسيج الاجتماعي للدول الفردية التي يظهر عدم الراحة. ويمكن تلخيص مسألة اللغة الإنجليزية لعدم توافر معظم أنحاء البلاد، ولكن مع فارق العددي كبير بين أولئك الذين يرغبون في الخروج، وأولئك الذين يريدون البقاء في أوروبا، إلى أن تخضع لقواعد مشتركة باسم سيادة المشوهة التي تهدد لجلب UK نحو أزمة لا رجعة على ما يبدو. كان تباين السكان الذين كانوا يشتركون بقوة بالانتماء إلى أوروبا مختلفين للغاية ، ورأوا توقعاتهم مخيبة للآمال من السياسات الضريبية قصيرة النظر القادرة على تفاقم أوضاعهم الاقتصادية والاجتماعية. النوايا الرسمية، ومع ذلك، يذهب في هذه الاتجاهات: الاتفاق هو إعطاء إشارة لحظة معينة أن أوروبا تمر، إشارة حملة ضد الشعوبية والقومية والتوقعات الناجمة عن القرار البريطاني. كما يجب أن يؤكد الاتفاق على أسس المصالحة الأوروبية من خلال طرق جديدة للتعامل مع التغيرات الرئيسية التي تفرضها السيناريوهات الدولية ، مثل الإرهاب وتغير المناخ والهجرة. كما ترون كان هناك شيء الخطابي الجديد على الإطلاق، ومن المؤمل أن اتفاق ثنائي يمكن رفع تصور أوروبا إلى حد كبير في مواجهة ما وصفها بأنها التهديد الداخلي. النقاط التي تركز عليها المعاهدة هي الأمن والتعاون الاقتصادي والبحث والتكنولوجيا ، كما ستشمل قضايا السياسة الخارجية والتعليم والثقافة وتغير المناخ والبيئة والمجتمع المدني. غير أنه من غير الواضح كيف يمكن بعد ذلك توسيع اتفاقية بين دولتين ، حتى لو كانا من أهم أعضاء أوروبا ، إلى الاتحاد بأكمله. إذا كان الغرض من ذلك هو إقناع صحة الحجج، لا تعتقد أنه يمكن أن يكون هناك شك حول أهمية الموضوعات، وغيرها مما تفعله مع ما سيتم تطبيق أساليب وقبل كل شيء، في مصالحها. طريقة التمثيل هذه ، من جهة ، يمكن أن تمثل المحرك لمحاولة إعطاء زخم جديد للاتحاد ، من ناحية أخرى لا يمكنها إلا إثارة الشكوك في أولئك الذين لم يشاركوا مباشرة. الإحساس ببناء تحالف من أجل الحفاظ على الهيمنة الأوروبية يتناقض بوضوح مع ما يقال إنه خاض. فالخيار الذي لا يشمل الجميع لا يمكن أن يكون أساس التوفيق والحوار والنمو المشترك الذي يجب أن يكون عوامل مؤكدة ومضمونة لمحاربة القومية والشعوبية. الأمل هو أن هذه الاتفاقية لن تكون ذريعة ، إذا أردنا الإصرار على هذا الطريق ، عندما يكون هناك فشل أوروبي آخر في مواجهة مطالب الشعوب الأوروبية.

giovedì 17 gennaio 2019

Bruxelles e Londra hanno entrambi bisogno di una decisione rapida sull'uscita del Regno Unito dall'Unione

La questione dell’uscita del Regno Unito dall’Europa appare sempre più difficile: il quasi scontato voto contrario all’accordo raggiunto dalle due parti, ha assunto proporzioni ancora più vaste di quelle pronosticate, perchè ha sommato la contrarietà di chi è favorevole ad una uscita praticamente senza accordo con Bruxelles con i contrari all’uscita dall’Unione. Alla fine, quindi, l’accordo, considerato troppo moderato  non ha soddisfatto il parlamento inglese, che resta bloccato in una sorta di incomunicabilità al suo stesso interno. La premier inglese ha evitato la mozione di sfiducia, anche se per pochi voti, e ciò impedisce la possibilità di una nuova consultazione elettorale, che avrebbe potuto contribuire a dare maggiore chiarezza allo scenario. Per ora l’unico provvedimento messo in atto dalla premier è un incontro tra il governo ed i leader di opposizione, lasciando però fuori i laburisti, il maggior partito di opposizione ai conservatori. Tralasciando ogni eventuale considerazione sulla opportunità di questa scelta, la domanda è quale risultato possa ottenere questo incontro, che non sia stato raggiunto fino ad ora; ciò rivela, ancora una volta, come la premier sia incapace di trovare una soluzione che possa incontrare una soluzione interna condivisa, compatibile anche con le esigenze europee. Ciò non permette di sperare in una soluzione rapida e di fronte a queste difficoltà Bruxelles si è mostrata comprensiva delle difficoltà inglesi, ma, al tempo stesso, ha sollecitato Londra affinché riesca a trovare una soluzione entro il 29 marzo, data definitiva entro la quale deve concludersi il processo di uscita dall’Unione.  La questione del  limite del 29 marzo non è secondaria perchè a maggio ci saranno le elezioni europee e, se il Regno Unito non sarà ancora formalmente uscito, si potrebbe porre la questione di fare partecipare alla competizione elettorale un membro in uscita. L’idea che unisce tutte le capitali europee è quella di sfruttare al meglio il poco tempo restante, anche con un atteggiamento di flessibilità verso Londra. Dal punto di vista interno, per risolvere questa situazione sembrerebbe più appropriato, piuttosto che continuare con estenuati trattative politiche o anche di nuove elezioni, la ripetizione del referendum, senza, però, ripetere quegli errori che sono stati compiuti nella scorsa consultazione. Un quesito posto in maniera esclusiva come dentro o fuori l’Europa è la causa della profonda incertezza della situazione attuale. Non si può, infatti, limitare ad una domanda così ristretta il destino di un paese; inoltre il referendum che ha sancito l’uscita del Regno Unito dall’Europa,peraltro con uno scarto contenuto tra i favorevoli e contrari, si è svolto in una situazione di totale disinformazione, da un lato perchè si dava per scontata la vittoria di chi voleva restare nell’Unione, dall’altro perchè i fautori dell’uscita hanno tenuto volutamente nascosti diversi aspetti che avrebbero potuto invertire il voto di chi si diceva favorevole all’allontanamento da Bruxelles. Dalla data del referendum il dibattito sulle conseguenze dell’uscita dall’Europa ha polarizzato l’informazione inglese e, di conseguenza, si può affermare che ora la società britannica sia più informata e consapevole di che cosa comporti l’allontanamento da Bruxelles. Per facilitare ancora più le cose si dovrebbe rendere più esplicita anche la natura dell’accordo per la separazione con l’Unione e non, possibilmente, costruirla di nuovo da zero, ma, almeno, fermare alcuni punti fondamentali.  La possibilità di un nuovo referendum incomincia a trovare disponibile anche i vincitori dell’affermazione dell’uscita , che vedono in questa immobilità un punto di debolezza per il paese e per come avevano concepito la nuova sovranità britannica slegata dall’Unione. Se si dovesse scegliere questa opzione, sembra difficile organizzare una consultazione referendaria in poco tempo, e comunque entro la fine di Marzo, nel mentre quale sarebbe lo status del Regno Unito nei confronti dell’Europa?  Aldilà della disponibilità degli stati europei la questione deve essere definita:  anche per l’Europa questa incertezza risulta essere imbarazzante perchè investe una serie di aspetti sia normativi, che economici. Dal punto di vista tecnico del principio, infatti, se Londra vuole uscire e non riesce a trovare una intesa interna, Bruxelles ha tutto il diritto di preservare la propria integrità, sopratutto di fronte a membri titubanti, ed imporre condizioni intransigenti, che sarebbero giustificate dalla rigidità inglese e dai privilegi concessi quando Londra era dentro l’Unione  e che non ha saputo apprezzare, tuttavia  le implicazioni economiche dell’uscita dall’Unione, senza accordo, non saranno negative solo per il Regno Unito, ma anche per il mercato delle merci verso il paese inglese. Alla fine il problema è sempre di natura economica e se ciò può rappresentare un ostacolo, può essere anche un motivo che possa concorrere alla soluzione

Brussels and London both need a quick decision on the exit of the United Kingdom from the Union

The question of the exit of the United Kingdom from Europe seems increasingly difficult: the almost discounted vote against the agreement reached by the two parties, has assumed even greater proportions than those forecast, because it has added the opposition of those who favor a exit practically without agreement with Brussels against those who left the Union. In the end, therefore, the agreement, considered too moderate, did not satisfy the English parliament, which remains blocked in a sort of incommunicability within itself. The English premier has avoided the motion of no confidence, even if for a few votes, and this prevents the possibility of a new electoral consultation, which could help to give greater clarity to the scenario. For now the only measure put in place by the premier is a meeting between the government and opposition leaders, but leaving out the Labor, the largest opposition party to the conservatives. Leaving aside any possible consideration on the opportunity of this choice, the question is what result can get this meeting, which has not been reached so far; this reveals, once again, how the premier is unable to find a solution that can meet a shared internal solution, compatible also with European needs. This does not allow us to hope for a quick solution and in the face of these difficulties Brussels has shown understanding of the English difficulties, but, at the same time, has urged London to find a solution by March 29, final date by which it must end the process of leaving the Union. The question of the limit of March 29 is not secondary because in May there will be the European elections and, if the United Kingdom will not yet be formally released, the question could be asked to make an outgoing member participate in the electoral competition. The idea that unites all European capitals is to make the most of the remaining time, even with an attitude of flexibility towards London. From the internal point of view, to resolve this situation it would seem more appropriate, rather than continuing with lengthy political negotiations or even new elections, to repeat the referendum, without, however, repeating those mistakes that were made in the last consultation. A question posed exclusively as inside or outside Europe is the cause of the profound uncertainty of the current situation. In fact, the fate of a country can not be limited to such a narrow question; in addition, the referendum that sanctioned the exit of the United Kingdom from Europe, however, with a limited gap between the favorable and the contrary, took place in a situation of total disinformation, on the one hand because it took for granted the victory of those who wanted remain in the Union, on the other because the supporters of the exit have deliberately kept hidden several aspects that could have reversed the vote of those who said they were in favor of moving away from Brussels. From the date of the referendum the debate on the consequences of the exit from Europe has polarized the English information and, therefore, it can be said that now the British society is more informed and aware of what the removal from Brussels involves. In order to make things even easier, the nature of the separation agreement with the Union should also be made more explicit, and possibly not be able to build it again from scratch, but at least to stop some fundamental points. The possibility of a new referendum is beginning to find available also the winners of the affirmation of the exit, who see in this immobility a weak point for the country and for how they had conceived the new British sovereignty untied by the Union. If this option were to be chosen, it seems difficult to organize a referendum consultation in a short time, and in any case by the end of March, while what would be the status of the United Kingdom towards Europe? Beyond the availability of European states the question must be defined: even for Europe this uncertainty is embarrassing because it involves a series of both regulatory and economic aspects. From the technical point of view of the principle, in fact, if London wants to go out and can not find an internal agreement, Brussels has every right to preserve its integrity, especially in the face of hesitant members, and impose intransigent conditions, which would be justified by the English rigidity and the privileges granted when London was within the Union and which it has not been able to appreciate, however the economic implications of the exit from the Union, without agreement, will not be negative only for the United Kingdom, but also for the goods market towards the English country. In the end the problem is always of an economic nature and if this can represent an obstacle, it can also be a reason that can contribute to the solution

Bruselas y Londres necesitan una decisión rápida sobre la salida del Reino Unido de la Unión

La cuestión de la salida del Reino Unido de Europa parece cada vez más difícil: el voto casi descontado en contra del acuerdo alcanzado por las dos partes, ha asumido proporciones aún mayores que las previstas, porque ha agregado la oposición de aquellos que favorecen una Salir prácticamente sin acuerdo con Bruselas contra quienes abandonaron la Unión. Por lo tanto, al final, el acuerdo, considerado demasiado moderado, no satisfizo al parlamento inglés, que permanece bloqueado en una especie de incomunicación dentro de sí mismo. El premier inglés ha evitado la moción de no confianza, aunque sea por unos pocos votos, y esto evita la posibilidad de una nueva consulta electoral, lo que podría ayudar a dar una mayor claridad al escenario. Por ahora, la única medida adoptada por el primer ministro es una reunión entre el gobierno y los líderes de la oposición, pero dejando fuera al Partido Laborista, el mayor partido de oposición entre los conservadores. Dejando a un lado cualquier posible consideración sobre la oportunidad de esta elección, la pregunta es qué resultado puede obtener esta reunión, que no se ha alcanzado hasta ahora; Esto revela, una vez más, cómo el premier no puede encontrar una solución que pueda satisfacer una solución interna compartida, compatible también con las necesidades europeas. Esto no nos permite esperar una solución rápida y, ante estas dificultades, Bruselas demostró comprender las dificultades del idioma inglés, pero al mismo tiempo, instó a Londres a encontrar una solución antes del 29 de marzo, fecha definitiva en la que debe hacerlo. Terminar el proceso de salida de la unión. La cuestión del límite del 29 de marzo no es secundaria, ya que en mayo se celebrarán las elecciones europeas y, si el Reino Unido aún no se publica formalmente, se puede hacer la pregunta para que un miembro saliente participe en la competencia electoral. La idea que une a todas las capitales europeas es aprovechar al máximo el tiempo restante, incluso con una actitud de flexibilidad hacia Londres. Desde el punto de vista interno, para resolver esta situación parece más apropiado, en lugar de continuar con largas negociaciones políticas o incluso nuevas elecciones, repetir el referéndum, sin repetir, sin embargo, los errores cometidos en la última consulta. Una pregunta planteada exclusivamente como dentro o fuera de Europa es la causa de la profunda incertidumbre de la situación actual. De hecho, el destino de un país no puede limitarse a una pregunta tan estrecha; Además, el referéndum que sancionó la salida del Reino Unido de Europa, con una brecha limitada entre lo favorable y lo opuesto, tuvo lugar en una situación de desinformación total, por un lado, porque se dio por sentado el triunfo de quienes querían. permanecer en la Unión, por otra parte, porque los partidarios de la salida han ocultado deliberadamente varios aspectos que podrían haber invertido la votación de quienes dijeron que estaban a favor de alejarse de Bruselas. Desde la fecha del referéndum, el debate sobre las consecuencias de la salida de Europa ha polarizado la información en inglés y, por lo tanto, se puede decir que ahora la sociedad británica está más informada y es consciente de lo que implica la eliminación de Bruselas. Para facilitar aún más las cosas, la naturaleza del acuerdo de separación con la Unión también debería ser más explícita y, posiblemente, no poder volver a construirlo desde cero, sino al menos detener algunos puntos fundamentales. La posibilidad de un nuevo referéndum está comenzando a encontrar también a los ganadores de la afirmación de la salida, quienes ven en esta inmovilidad un punto débil para el país y cómo habían concebido la nueva soberanía británica desatada por la Unión. Si se eligiera esta opción, parece difícil organizar una consulta de referéndum en poco tiempo, y en cualquier caso a finales de marzo, ¿cuál sería el estado del Reino Unido hacia Europa? Más allá de la disponibilidad de estados europeos, la pregunta debe definirse: incluso para Europa esta incertidumbre es vergonzosa porque implica una serie de aspectos tanto regulatorios como económicos. Desde el punto de vista técnico del principio, de hecho, si Londres quiere salir y no puede encontrar un acuerdo interno, Bruselas tiene todo el derecho de preservar su integridad, especialmente frente a los miembros vacilantes, e imponer condiciones intransigentes, lo que estaría justificado por el La rigidez del inglés y los privilegios otorgados cuando Londres estaba dentro de la Unión y que no ha podido apreciar, sin embargo, las implicaciones económicas de la salida de la Unión, sin acuerdo, no serán negativas solo para el Reino Unido, sino también para el mercado de bienes. hacia el pais ingles. Al final, el problema es siempre de naturaleza económica y si esto puede representar un obstáculo, también puede ser una razón que puede contribuir a la solución.

Brüssel und London benötigen beide eine schnelle Entscheidung über den Austritt des Vereinigten Königreichs aus der Union

Die Frage des Austritts des Vereinigten Königreichs aus Europa scheint immer schwieriger zu werden: Die fast abgezinste Abstimmung gegen die Vereinbarung zwischen den beiden Parteien hat sogar noch größere Ausmaße angenommen als die Prognosen, weil sie die Opposition derjenigen, die sich für ein Abkommen einsetzen, hinzugefügt hat praktisch ohne Einigung mit Brüssel gegen diejenigen, die die Union verlassen haben. Am Ende befriedigte die als zu moderat eingestufte Vereinbarung das englische Parlament nicht, das nach wie vor in einer Art Unkommunizierbarkeit in sich blockiert bleibt. Der englische Ministerpräsident hat den Vertrauensantrag, auch wenn es nur wenige Stimmen gibt, umgangen, was die Möglichkeit einer neuen Wahlkonsultation verhindert, was dazu beitragen könnte, dem Szenario mehr Klarheit zu verleihen. Zur Zeit besteht die einzige Maßnahme, die der Ministerpräsident getroffen hat, in einem Treffen zwischen der Regierung und den Oppositionsführern, wobei die Labour, die größte Oppositionspartei, den Konservativen ausgelassen wird. Abgesehen von einer möglichen Überlegung über die Möglichkeit dieser Wahl, stellt sich die Frage, welches Ergebnis dieses bisher nicht erreichte Treffen erzielen kann. Dies zeigt erneut, dass der Premier keine Lösung finden kann, die eine gemeinsame interne Lösung erfüllt, die auch mit den europäischen Bedürfnissen kompatibel ist. Dies erlaubt uns nicht, auf eine schnelle Lösung zu hoffen, und in Anbetracht dieser Schwierigkeiten hat Brüssel Verständnis für die englischen Schwierigkeiten gezeigt, gleichzeitig aber hat es London aufgefordert, bis zum 29. März eine Lösung zu finden, bis zu der es endgültig sein muss den Austrittsprozess der Union beenden. Die Frage der Grenze vom 29. März ist nicht zweitrangig, da im Mai die Europawahlen stattfinden werden. Wenn das Vereinigte Königreich noch nicht offiziell freigelassen wird, könnte die Frage gestellt werden, dass ein ausscheidendes Mitglied am Wahlwettbewerb teilnehmen kann. Die Idee, die alle europäischen Hauptstädte vereint, besteht darin, die verbleibende Zeit zu nutzen, auch wenn London gegenüber flexibel ist. Um diese Situation zu lösen, erscheint es aus interner Sicht sinnvoller, das Referendum zu wiederholen, als mit langwierigen politischen Verhandlungen oder sogar Neuwahlen fortzufahren, ohne jedoch die in der letzten Konsultation gemachten Fehler zu wiederholen. Eine ausschließlich innerhalb oder außerhalb Europas gestellte Frage ist die Ursache für die tiefe Verunsicherung der gegenwärtigen Situation. Tatsächlich kann das Schicksal eines Landes nicht auf eine derart enge Frage begrenzt sein; Darüber hinaus fand das Referendum, das den Austritt des Vereinigten Königreichs aus Europa mit einem begrenzten Gefälle zwischen den Günstigen und den Gegnern sanktionierte, in einer Situation totaler Desinformation statt, zum einen, weil es den Sieg derjenigen gewollt hatte, die dies wollten andererseits in der Union bleiben, weil die Anhänger des Ausstiegs absichtlich einige Aspekte verborgen gehalten haben, die die Stimme derjenigen, die sich für eine Abkehr von Brüssel aussprachen, hätte umkehren können. Seit dem Referendum hat die Debatte über die Konsequenzen des Austritts aus Europa die englischen Informationen polarisiert. Daher kann man sagen, dass die britische Gesellschaft jetzt besser informiert ist und weiß, was die Entfernung von Brüssel bedeutet. Um die Dinge noch einfacher zu gestalten, sollte auch die Art des Trennungsabkommens mit der Union klarer formuliert werden und möglicherweise nicht in der Lage sein, es von Grund auf neu zu bauen, sondern zumindest einige grundlegende Punkte zu stoppen. Die Möglichkeit eines neuen Referendums beginnt sich auch für die Gewinner der Austrittsbestätigung zu finden, die in dieser Immobilität einen Schwachpunkt für das Land sehen und wie sie die neue britische Souveränität konzipiert haben, die die Union nicht geknüpft hat. Wenn diese Option gewählt würde, scheint es schwierig zu sein, eine Konsultation für ein Referendum in kurzer Zeit und auf jeden Fall bis Ende März zu organisieren. Welchen Stellenwert hätte das Vereinigte Königreich dann gegenüber Europa? Über die Verfügbarkeit europäischer Staaten hinaus muss die Frage definiert werden: Selbst für Europa ist diese Unsicherheit peinlich, da sie eine Reihe regulatorischer und wirtschaftlicher Aspekte beinhaltet. Aus technischer Sicht des Prinzips hat Brüssel, wenn London ausgehen will und keine interne Vereinbarung finden kann, das Recht, seine Integrität zu wahren, insbesondere angesichts zögerlicher Mitglieder, und unnachgiebige Bedingungen zu schaffen, die von der Kommission gerechtfertigt wären Die Starrheit und die Privilegien Englands, die London zu der Union gehörte und die es nicht einschätzen konnte, werden jedoch die wirtschaftlichen Auswirkungen des EU-Austritts ohne Vereinbarung nicht nur für das Vereinigte Königreich, sondern auch für den Warenmarkt negativ sein in Richtung des englischen Landes. Am Ende ist das Problem immer wirtschaftlicher Natur, und wenn dies ein Hindernis darstellen kann, kann es auch ein Grund sein, der zur Lösung beitragen kann

Bruxelles et Londres ont besoin d'une décision rapide sur la sortie du Royaume-Uni de l'Union

La question de la sortie du Royaume-Uni de l'Europe semble de plus en plus difficile: le vote presque réduit contre l'accord conclu par les deux parties a pris des proportions encore plus grandes que celles prévues, car il a ajouté l'opposition de ceux qui sont en faveur d'une position favorable. sortir pratiquement sans accord avec Bruxelles contre ceux qui ont quitté l’Union. En fin de compte, l'accord, jugé trop modéré, n'a donc pas satisfait le Parlement anglais, qui reste bloqué dans une sorte d'incommunicabilité. Le Premier ministre anglais a évité la motion de censure, même pour quelques votes, ce qui empêche la possibilité d'une nouvelle consultation électorale, ce qui pourrait aider à clarifier le scénario. Pour l'instant, la seule mesure mise en place par le premier ministre est une réunion entre le gouvernement et les chefs de l'opposition, mais en laissant de côté le parti travailliste, le plus grand parti d'opposition aux conservateurs. Laissant de côté toute considération possible sur l'opportunité de ce choix, la question est de savoir quel résultat peut obtenir cette réunion, qui n'a pas encore été atteinte; Cela montre une fois de plus à quel point le premier ministre est incapable de trouver une solution capable de répondre à une solution interne partagée, compatible également avec les besoins européens. Cela ne nous permet pas d'espérer une solution rapide et, face à ces difficultés, Bruxelles a montré sa compréhension des difficultés anglaises, tout en invitant Londres à trouver une solution pour le 29 mars, date limite à laquelle mettre fin au processus de sortie de l'Union. La question de la limite du 29 mars n'est pas secondaire, car des élections européennes auront lieu en mai et, si le Royaume-Uni n'était pas encore officiellement libéré, il pourrait être demandé de faire participer un membre sortant à la compétition électorale. L’idée qui unit toutes les capitales européennes est de tirer le meilleur parti du temps restant, même avec une attitude de flexibilité à l’égard de Londres. Du point de vue interne, il semblerait plus approprié, pour résoudre cette situation, de répéter le référendum que de poursuivre de longues négociations politiques ou même de nouvelles élections, sans toutefois répéter les erreurs commises lors de la dernière consultation. Une question posée exclusivement à l'intérieur ou à l'extérieur de l'Europe est à l'origine de la profonde incertitude de la situation actuelle. En fait, le destin d’un pays ne peut se limiter à une question aussi étroite; de plus, le référendum qui a sanctionné la sortie du Royaume-Uni de l'Europe, avec un écart limité entre les favorables et les opposants, s'est déroulé dans une situation de désinformation totale, d'une part parce qu'il était pris pour acquis la victoire de ceux qui voulaient rester dans l'Union, d'autre part, parce que les partisans de la sortie ont délibérément caché plusieurs aspects qui auraient pu inverser le vote de ceux qui se disaient favorables à un départ de Bruxelles. Depuis la date du référendum, le débat sur les conséquences de la sortie d'Europe a polarisé les informations anglaises et, par conséquent, on peut dire que la société britannique est désormais mieux informée et consciente des conséquences de la suppression de Bruxelles. Afin de rendre les choses encore plus faciles, la nature de l'accord de séparation avec l'Union devrait également être clarifiée et ne pas être en mesure de le reconstruire à partir de zéro, mais au moins de mettre fin à certains points fondamentaux. La possibilité d'un nouveau référendum commence à trouver aussi les gagnants de l'affirmation de la sortie, qui voient dans cette immobilité un point faible pour le pays et pour la manière dont ils ont conçu la nouvelle souveraineté britannique non liée par l'Union. Si cette option devait être choisie, il semblerait difficile d'organiser une consultation par référendum dans un délai bref, et en tout cas d'ici la fin mars, alors que serait le statut du Royaume-Uni vis-à-vis de l'Europe? Au-delà de la disponibilité des États européens, la question doit être définie: même pour l'Europe, cette incertitude est embarrassante, car elle implique une série d'aspects à la fois réglementaires et économiques. En fait, du point de vue technique du principe, si Londres veut sortir et ne parvient pas à trouver un accord interne, Bruxelles a le droit de préserver son intégrité, notamment face à des membres hésitants, et d'imposer des conditions intransigeantes, qui seraient justifiées par le La rigidité anglaise et les privilèges accordés lorsque Londres était dans l'Union et qu'elle n'a pas été en mesure d'apprécier, mais les conséquences économiques de la sortie de l'Union, sans accord, ne seront pas négatives pour le Royaume-Uni, mais aussi pour le marché des biens. vers le pays anglais. En fin de compte, le problème est toujours de nature économique et, si cela peut représenter un obstacle, cela peut aussi être une raison pouvant contribuer à la solution.

Bruxelas e Londres precisam de uma decisão rápida sobre a saída do Reino Unido da União

A questão da saída do Reino Unido da Europa parece cada vez mais difícil: o voto quase descontados contra o acordo alcançado pelas duas partes, assumiu proporções ainda maiores do que as previstas, porque acrescentou a oposição daqueles que são a favor de um sair praticamente sem acordo com Bruxelas contra aqueles que deixaram a União. No final, portanto, o acordo, considerado moderado demais, não satisfez o parlamento inglês, que permanece bloqueado em uma espécie de incomunicabilidade dentro de si. O primeiro-ministro inglês evitou a moção de desconfiança, mesmo que por alguns votos, e isso impede a possibilidade de uma nova consulta eleitoral, o que poderia ajudar a dar maior clareza ao cenário. Por enquanto, a única medida posta em prática pelo primeiro-ministro é uma reunião entre o governo e os líderes da oposição, mas deixando de fora o Partido Trabalhista, o maior partido de oposição aos conservadores. Deixando de lado qualquer consideração possível sobre a oportunidade desta escolha, a questão é qual resultado pode chegar a esta reunião, que não foi alcançada até agora; isso revela, mais uma vez, como o premier não consegue encontrar uma solução que possa atender a uma solução interna compartilhada, compatível também com as necessidades européias. Isto não nos permite esperar por uma solução rápida e, face a estas dificuldades, Bruxelas demonstrou compreender as dificuldades inglesas, mas, ao mesmo tempo, instou Londres a encontrar uma solução até 29 de Março, data final em que deve encerrar o processo de saída da União. A questão do limite de 29 de março não é secundária porque em maio haverá as eleições européias e, se o Reino Unido ainda não for formalmente liberado, a questão poderia ser solicitada para fazer um membro cessante participar da competição eleitoral. A ideia que une todas as capitais europeias é aproveitar ao máximo o tempo restante, mesmo com uma atitude de flexibilidade em relação a Londres. Do ponto de vista interno, para resolver esta situação, parece mais adequado, em vez de continuar com longas negociações políticas ou mesmo novas eleições, repetir o referendo, sem, no entanto, repetir os erros cometidos na última consulta. Uma questão colocada exclusivamente dentro ou fora da Europa é a causa da profunda incerteza da situação atual. De fato, o destino de um país não pode se limitar a uma questão tão restrita; além disso, o referendo que sancionou a saída do Reino Unido da Europa, porém, com uma lacuna limitada entre o favorável e o contrário, ocorreu em uma situação de desinformação total, por um lado porque deu por garantida a vitória daqueles que queriam permanecer na União, por outro, porque os defensores da saída deliberadamente mantiveram escondidos vários aspectos que poderiam ter revertido o voto daqueles que disseram que eram a favor de se afastar de Bruxelas. A partir da data do referendo, o debate sobre as consequências da saída da Europa polarizou as informações em inglês e, portanto, pode-se dizer que agora a sociedade britânica está mais informada e consciente do que envolve a remoção de Bruxelas. Para tornar as coisas ainda mais fáceis, a natureza do acordo de separação com a União também deve ser tornada mais explícita e possivelmente não ser capaz de reconstruí-la do zero, mas pelo menos para impedir alguns pontos fundamentais. A possibilidade de um novo referendo está começando a encontrar também os vencedores da afirmação da saída, que vêem nessa imobilidade um ponto fraco para o país e como conceberam a nova soberania britânica desatada pela União. Se esta opção fosse escolhida, parece difícil organizar uma consulta de referendo em um curto espaço de tempo e, em todo caso, até o final de março, enquanto qual seria o status do Reino Unido em relação à Europa? Além da disponibilidade de estados europeus, a questão deve ser definida: mesmo para a Europa, essa incerteza é embaraçosa porque envolve uma série de aspectos regulatórios e econômicos. Do ponto de vista técnico do princípio, de fato, se Londres quer sair e não pode encontrar um acordo interno, Bruxelas tem todo o direito de preservar a sua integridade, especialmente diante de membros hesitantes, e impor condições intransigentes, o que seria justificado pelo Inglês rigidez e os privilégios concedidos quando Londres estava dentro da União e que não tem sido capaz de apreciar, no entanto, as implicações económicas da saída da União, sem acordo, não será negativo apenas para o Reino Unido, mas também para o mercado de bens em direção ao país inglês. No final o problema é sempre de natureza econômica e se isso pode representar um obstáculo, também pode ser um motivo que pode contribuir para a solução

Брюссель и Лондон оба нуждаются в быстром решении относительно выхода Великобритании из Союза

Вопрос о выходе Соединенного Королевства из Европы кажется все более сложным: голосование почти со скидкой против соглашения, достигнутого обеими сторонами, приняло еще большие пропорции, чем прогнозировалось, потому что оно добавило противодействие тех, кто выступает за Выйти практически без соглашения с Брюсселем против тех, кто покинул Союз. В итоге, следовательно, соглашение, которое считалось слишком умеренным, не удовлетворило английский парламент, который по-прежнему заблокирован в некотором роде внутри себя. Английский премьер-министр избегает движения за недоверие, даже если за несколько голосов, и это предотвращает возможность новой консультации по выборам, которая может помочь придать большую ясность сценарию. На данный момент единственной мерой, принятой премьер-министром, является встреча между правительством и лидерами оппозиции, но исключение лейбористской партии, крупнейшей оппозиционной партии для консерваторов. Оставляя в стороне любое возможное рассмотрение возможности такого выбора, вопрос заключается в том, какой результат может получить эта встреча, которая до сих пор не достигнута; это еще раз показывает, как премьер не может найти решение, которое может удовлетворить общее внутреннее решение, совместимое также с европейскими потребностями. Это не позволяет нам надеяться на быстрое решение, и перед лицом этих трудностей Брюссель продемонстрировал понимание английских трудностей, но в то же время призвал Лондон найти решение к 29 марта, конечной дате, к которой он должен завершить процесс выхода из Союза. Вопрос о пределе 29 марта не является второстепенным, поскольку в мае состоятся европейские выборы, и, если Соединенное Королевство еще не будет официально освобождено, можно будет задать вопрос об участии уходящего члена в конкурсе на выборах. Идея, которая объединяет все европейские столицы, заключается в том, чтобы максимально использовать оставшееся время, даже с гибким отношением к Лондону. С внутренней точки зрения, для разрешения этой ситуации было бы более целесообразным, чем продолжать длительные политические переговоры или даже новые выборы, повторить референдум, не повторяя при этом тех ошибок, которые были допущены в ходе последней консультации. Вопрос, который ставится исключительно внутри или за пределами Европы, является причиной глубокой неопределенности нынешней ситуации. На самом деле судьба страны не может быть ограничена таким узким вопросом; Более того, референдум, который санкционировал выход Соединенного Королевства из Европы, с ограниченным разрывом между благоприятными и противными, состоялся в ситуации полной дезинформации, с одной стороны, потому что он воспринимался как должное победа тех, кто хотел остаются в Союзе, с другой стороны, потому что сторонники выхода намеренно скрывали несколько аспектов, которые могли бы поменять голоса тех, кто заявил, что выступает за отход от Брюсселя. Со дня референдума дебаты о последствиях выхода из Европы поляризовали английскую информацию, и, следовательно, можно сказать, что теперь британское общество стало более информированным и осведомленным о том, что влечет за собой удаление из Брюсселя. Чтобы сделать вещи еще проще, характер соглашения о разделении с Союзом также должен быть более четким, и, возможно, он не сможет построить его заново с нуля, но, по крайней мере, остановит некоторые фундаментальные моменты. Возможность нового референдума начинает находить доступными также победителей утверждения о выходе, которые видят в этой неподвижности слабость для страны и для того, как они восприняли новый британский суверенитет, развязанный Союзом. Если бы этот вариант был выбран, кажется, трудно организовать консультацию по референдуму за короткое время и, во всяком случае, к концу марта, в то время как какой статус Соединенного Королевства будет по отношению к Европе? Помимо доступности европейских государств должен быть определен вопрос: даже для Европы эта неопределенность смущает, потому что она включает в себя ряд как нормативных, так и экономических аспектов. С технической точки зрения принципа, на самом деле, если Лондон хочет выйти и не может найти внутреннее соглашение, Брюссель имеет полное право сохранить свою целостность, особенно перед лицом нерешительных членов, и навязать непримиримые условия, которые были бы оправданы Английская жесткость и привилегии, предоставляемые, когда Лондон был в составе Союза, и которые он не смог оценить, однако экономические последствия выхода из Союза без согласия не будут негативными только для Соединенного Королевства, но и для рынка товаров. в сторону английской страны. В конце концов, проблема всегда носит экономический характер, и если это может стать препятствием, она также может стать причиной, способствующей решению проблемы.

布魯塞爾和倫敦都需要迅速決定英國退出聯盟

輸出問題,英國從歐洲似乎越來越難:對雙方達成的協議幾乎可預見的投票,先後承擔了更大的比例比預測的,因為誰總結都贊成的那些反對派幾乎沒有與布魯塞爾達成協議退出離開聯盟的人。因此,最終被認為過於溫和的協議並不能滿足英國議會的要求,而英國議會本身仍然處於一種不可通信的狀態。英國首相避免了不信任動議,雖然有少數票,這樣可以防止新的選舉,這將有助於提供更大的清晰度場景的可能性。目前,總理實施的唯一措施是政府與反對派領導人之間的會晤,但不包括保守黨最大的反對黨工黨。撇開任何可能考慮的選擇機會,問題是這次會議的結果是什麼,到目前為止尚未達成;這再次揭示了總理如何找不到能夠滿足共享內部解決方案的解決方案,同時兼顧歐洲需求。這不允許希望速戰速決,解決這些困難布魯塞爾顯示英語很難理解,但在同一時間,敦促設法找到解決辦法倫敦3月29日,最後的日期由它必須結束離開聯盟的過程。極限的3月29日的問題不是次要,因為可在那裡將成為歐洲議會選舉,如果英國還沒有正式發布,你可以把這個問題參加選舉競爭傳出成員。聯合所有歐洲首都的想法是充分利用剩餘的時間,即使對倫敦的態度是靈活的。從內部來看,要解決但這種情況似乎更合適,而不是繼續與受災通過政治談判,甚至新的選舉,全民公決的重複,無,重複在過去的協商已經犯過的錯誤。專門提出歐洲內外的問題是當前形勢嚴重不確定的原因。事實上,一個國家的命運不能局限於這麼狹隘的問題;而且該批准了英國從歐洲的發布,但是,與那些之間的內容差距和反對公投,發生在完全誤導的情況,一方面是因為它被認為是理所當然的那些誰想要的勝利留在歐盟內,另一方面,因為輸出支持者們刻意保持隱藏方面能夠扭轉那些誰被說成有利於從布魯塞爾驅逐的投票。從極化德國歐洲輸出後果公投辯論的日期,因此,可以說,現在的英國社會是更明智的,並知道什麼涉及從布魯塞爾驅逐。為了方便更多的事情,你應該更加明確了與歐盟的分離協議的性質,不可能從頭構建它,但是,至少,要停止一些基本要點。新的全民公決的可能性開始尋找可用的輸出肯定的贏家,誰看到這個不動,為國家的弱點,以及他們如何設想從聯盟分離的新的英國的主權。如果你選擇這個選項,似乎很難組織全民公決在任何時間,不遲於三月底,而這將是英國對歐洲的地位?除了歐洲國家的可用性之外,還必須確定一個問題:即使對歐洲而言,這種不確定性也令人尷尬,因為它涉及一系列監管和經濟方面。從原理從技術的角度,其實,如果倫敦想出去,並不能找到一個內部協議,布魯塞爾有權利保護其完整性,特別是在會員猶豫面前,並處強硬的條件,這是由合理英語剛度和授時倫敦是聯盟裡,誰一直沒能體會到的特權,但是,受經濟影響的輸出,無交易將不只是英國,但也為商品市場是負面的對英國國家。最後,問題總是具有經濟性,如果這可能構成障礙,它也可能是解決問題的一個原因。

ブリュッセルとロンドンはどちらも連合からのイギリスの出口に関する迅速な決定を必要としています

ヨーロッパからのイギリスの離脱の問題はますます困難に思えます:それはそれを支持する人々の反対を追加したので、両当事者が達した合意に反対するほとんど割り引かれた投票はこれらの予想よりさらに大きな割合を仮定しました。連合を去った人々に対するブリュッセルとの合意なしに事実上終了する。したがって、結局のところ、あまりにも穏やかなものと見なされたこの合意は、英国議会を満足させるものではなく、それ自体はある種のコミュニケーションの妨げとなっています。イギリスの首相は、たとえ数票であっても自信のない運動を避けており、これはシナリオをより明確にするのに役立つ可能性がある新しい選挙協議の可能性を妨げている。今のところ首相によって行われている唯一の措置は政府と野党指導者の間の集会であるが、保守派の最大の野党である労働者を除外している。この選択の機会についての考えられる考慮を去って、問題はこの会議を得ることができる結果であり、これは今のところ達していません。これもまた、首相が欧州のニーズにも適合する、共有された社内ソリューションを満たすことができるソリューションを見つけることができないことを明らかにしています。ブリュッセルは、英語の難しさを理解していることを示しましたが、同時に、最終日である3月29日までに解決策を見つけることをロンドンに求めました。連合を去るプロセスを終えなさい。 3月29日の制限の問題は、5月にヨーロッパの選挙が行われる予定であり、英国がまだ正式に釈放されないのであれば、派遣会員を選挙競争に参加させるように求められる可能性があるため二次的ではない。すべてのヨーロッパの首都を結合するという考えは、ロンドンに対する柔軟性の態度でさえ、残りの時間を最大限に活用することです。内部的な見地から、この状況を解決するためには、最後の協議でなされた過ちを繰り返さずに国民投票を繰り返すことが、長い政治交渉あるいは新しい選挙を続けるよりもむしろ適切であると思われる。ヨーロッパの内外でもっぱら提起された問題は、現状の深刻な不確実性の原因です。実際には、国の運命はそのような狭い質問に限定することはできません。さらに、有利な国と反対の国との間のギャップが限られていることから、ヨーロッパからのイギリスの出口を制裁した国民投票は、一方では欲しい人たちの勝利を当然のことと考えられた他方、出口の支持者たちは、ブリュッセルから離れることを支持していると述べた人々の投票を覆す可能性のあるいくつかの側面を故意に隠し続けてきたからです。国民投票の日から、ヨーロッパからの撤退の結果についての議論はイギリスの情報を偏らせてきた、そしてその結果、今やイギリス社会はブリュッセルからの撤去が何を伴うのかについてもっと知らされ、認識していると言える。物事をさらに容易にするために、連合との分離協定の性質もまたより明確にされるべきであり、そしておそらく最初からそれを再び構築することはできないが、少なくともいくつかの基本的な点を止めることはできない。新たな国民投票の可能性は、この不動の中で国にとって、そして彼らが北朝鮮によって解き放たれた新しい英国の主権をどのように考えたかについての弱点を見る出口の肯定の勝者にも利用可能になり始めている。この選択肢が選択された場合、国民投票協議を短期間で、そしていずれにせよ3月末までに組織することは困難であるように思われる一方、ヨーロッパに対する英国の状況はどうだろうか?欧州諸国の入手可能性を超えて問題を定義する必要があります。ヨーロッパでさえも、この不確実性は一連の規制的側面と経済的側面の両方を含むので厄介です。原則としての技術的な観点から言えば、ロンドンが出て行きたく、内部合意を見つけることができないのであれば、ブリュッセルは特に躊躇しているメンバーに直面してもその完全性を保つ権利を有します。ロンドンが連合内にあったときに認められていた英語の厳格さと特権は認められていませんでしたが、合意なしに連合からの脱出が経済的に与える影響はイギリスだけでなく商品市場にとっても否定的ではありません。イギリスに向かって。最後に、問題は常に経済的なものであり、これが障害となる可能性がある場合は、それが解決策に寄与する可能性がある理由でもある可能性があります。

تحتاج كل من بروكسل ولندن إلى قرار سريع بشأن خروج المملكة المتحدة من الاتحاد

تبدو مسألة خروج المملكة المتحدة من أوروبا صعبة على نحو متزايد: فقد حصل التصويت المخصوم تقريبًا ضد الاتفاق الذي توصل إليه الطرفان ، على نسب أكبر من تلك التوقعات ، لأنه أضاف معارضة من يفضلون الخروج عمليا دون اتفاق مع بروكسل ضد أولئك الذين غادروا الاتحاد. وفي النهاية ، فإن الاتفاقية ، التي اعتبرت معتدلة أكثر من اللازم ، لم ترضي البرلمان الإنجليزي ، الذي ما زال محجوباً في نوع من عدم الانتماء الذاتي داخل نفسه. لقد تجنب رئيس الوزراء الإنجليزي اقتراح حجب الثقة ، حتى لو كان ذلك مقابل بضعة أصوات ، وهذا يمنع إمكانية إجراء استفتاء انتخابي جديد ، الأمر الذي قد يساعد على إعطاء مزيد من الوضوح للسيناريو. في الوقت الراهن ، الإجراء الوحيد الذي وضعه رئيس مجلس الدولة هو اجتماع بين الحكومة وزعماء المعارضة ، ولكن مع ترك حزب العمل ، أكبر حزب معارض للمحافظين. وإذا نحينا جانبا أي اعتبار ممكن بشأن فرصة هذا الاختيار ، فإن السؤال هو ما هي النتيجة التي يمكن أن تحصل على هذا الاجتماع ، الذي لم يتم التوصل إليه حتى الآن ؛ ويكشف هذا مرة أخرى كيف أن رئيس الوزراء غير قادر على إيجاد حل يمكن أن يفي بحل داخلي مشترك يتوافق مع الاحتياجات الأوروبية. وهذا لا يسمح لنا بالوصول إلى حل سريع ، وفي مواجهة هذه الصعوبات ، أظهرت بروكسل فهمًا للصعوبات الإنجليزية ، لكن في الوقت نفسه ، حثت لندن على إيجاد حل بحلول 29 مارس ، وهو الموعد النهائي الذي يجب عليها إنهاء عملية ترك الاتحاد. مسألة الحد الأقصى في 29 مارس ليست ثانوية لأنه في مايو ستجرى الانتخابات الأوروبية ، وإذا لم يتم إصدار المملكة المتحدة رسميًا بعد ، يمكن طرح السؤال على مشاركة عضو منتهية العضوية في المنافسة الانتخابية. والفكرة التي توحد جميع العواصم الأوروبية هي الاستفادة القصوى من الوقت المتبقي ، حتى مع وجود المرونة تجاه لندن. من وجهة النظر الداخلية ، لحل هذا الوضع ، يبدو الأمر أكثر ملاءمة ، بدلاً من الاستمرار في مفاوضات سياسية مطولة أو حتى انتخابات جديدة ، لتكرار الاستفتاء ، دون أن نكرر الأخطاء التي ارتكبت في المشاورات الأخيرة. السؤال الذي يطرح حصرا داخل أو خارج أوروبا هو سبب عدم اليقين العميق في الوضع الحالي. في الواقع ، لا يمكن أن يقتصر مصير أي بلد على مثل هذا السؤال الضيق ؛ وعلاوة على ذلك استغرق الاستفتاء الذي يعاقب الافراج عن المملكة المتحدة من أوروبا، ولكن مع وجود فجوة المحتوى بين تلك المؤيدة والمعارضة، المكان في حالة من التضليل كاملة، من جهة لأخذ أمرا مفروغا منه انتصار لمن أراد تبقى في الاتحاد ، من جهة أخرى لأن أنصار الخروج قد أبقى عمدا مخبأة عدة جوانب يمكن أن تكون قد عكس تصويت أولئك الذين قالوا أنهم كانوا يؤيدون الابتعاد عن بروكسل. من تاريخ الاستفتاء ، أدى النقاش حول نتائج الخروج من أوروبا إلى استقطاب المعلومات الإنجليزية ، وبالتالي ، يمكن القول إن المجتمع البريطاني الآن أكثر اطلاعاً ووعيًا بما ينطوي عليه الإبعاد من بروكسل. من أجل تسهيل الأمور ، يجب أن تكون طبيعة اتفاقية الفصل مع الاتحاد أكثر وضوحا ، وربما لن تكون قادرة على بنائها مرة أخرى من الصفر ، ولكن على الأقل لوقف بعض النقاط الأساسية. وقد بدأت إمكانية إجراء استفتاء جديد في العثور أيضاً على الفائزين بتأكيد الخروج ، الذين يرون في هذا السكون ضعفاً للبلاد وكيف أنهم تصوروا السيادة البريطانية الجديدة التي لم يفرضها الاتحاد. إذا تم اختيار هذا الخيار ، يبدو أنه من الصعب تنظيم استفتاء حول الاستفتاء في وقت قصير ، وعلى أي حال بحلول نهاية مارس ، في حين سيكون وضع المملكة المتحدة تجاه أوروبا؟ وإلى جانب توفر الدول الأوروبية ، يجب تحديد السؤال: حتى بالنسبة لأوروبا ، فإن عدم اليقين هذا محرج لأنه يتضمن سلسلة من الجوانب التنظيمية والاقتصادية. من وجهة النظر الفنية من حيث المبدأ، في الواقع، إذا كان لندن تريد الخروج ولا يمكن أن توصل إلى اتفاق داخلي، بروكسل لديها كل الحق في الحفاظ على سلامتها، خاصة أمام أعضاء مترددة، وفرض شروط متشددة، تبررها الصلابة الإنجليزية والامتيازات الممنوحة عندما تكون لندن داخل الاتحاد والتي لم تكن قادرة على تقديرها ، ومع ذلك فإن الآثار الاقتصادية المترتبة على الخروج من الاتحاد ، دون اتفاق ، لن تكون سلبية فقط بالنسبة للمملكة المتحدة ، ولكن أيضا لسوق السلع نحو الدولة الإنجليزية. في النهاية ، تكون المشكلة دائمًا ذات طبيعة اقتصادية ، وإذا كان هذا يمكن أن يمثل عقبة ، فقد يكون أيضًا سببًا يمكن أن يسهم في الحل

martedì 8 gennaio 2019

I dubbi sul ritiro americano dalla Siria

Mentre il governo di Assad, grazie all’appoggio di Iran e Russia, ha riconquistato circa il 75% del paese siriano, la parte che comprende i  giacimenti più preziosi, oltre ad avere mantenuto sempre lo sbocco al mare, la parte della Siria rimasta sotto il controllo americano comprende territori desertici ed i giacimenti petroliferi che contengono il greggio con qualità inferiore; questa motivazione, unita la fatto che il programma di rovesciare Assad è fallito, hanno determinato in Trump la decisione di ritirare i circa 2000 soldati americani ancora presenti sul territorio siriano. La questione, però ha sollevato obiezioni interne ed esterne, che potrebbero creare ripensamenti alla Casa Bianca. La ragione ufficiale sostenuta dal presidente statunitense è che la lotta allo Stato islamico è terminata con la sconfitta del califfato, tuttavia la presenza, seppure ridotta ed in alcune zone più remote, di alcuni gruppi non permette di affermare con la certezza di Trump, il completo annientamento dei miliziani dal territorio dove operano i militari americani.  Dal punto di vista interno,le valutazioni dei vertici militari americani ritengono questa mossa un errore, analogo a quello, per ora scongiurato, del ritiro delle truppe dall’Iran, sia per ragioni contingenti, come la presenza residuale dello Stato islamico, sia per le ripercussioni sulle alleanze militari con i curdi, che per l’azione di contrasto all’Iran, sopratutto in ottica di difesa di Israele. La questione curda non permette un atteggiamento improntato soltanto alle valutazioni dell’esclusiva convenienza, sopratutto finanziaria, che stanno alla base della decisione di Trump (che ancora una volta si rivela come un politico miope sul lungo periodo ed anche scarso conoscitore delle dinamiche di politica internazionale). L’impegno dei combattenti curdi direttamente sul terreno ha permesso agli Stati Uniti di evitare lo schieramento diretto  di soldati americani nel teatro di combattimento siriano, i curdi si sono rivelati, così come nell’occasione dell’invasione dell’Iraq di Saddam, i principali e più efficienti alleati degli USA, molto al di sopra dei combattenti appartenenti alle forze democratiche siriane, che non sono mai riusciti a fornire un aiuto adeguato ai militari del pentagono. La questione curda, però, prevede la profonda contrarietà di Ankara  alla possibilità di una entità autonoma curda sui propri confini. La Turchia ha accolto con favore la possibile ritirata americana, intravvedendo la possibilità di una azione militare diretta contro i curdi siriani. Erdogan ha anche richiesto lo smantellamento delle basi militare allestite dagli Usa per i curdi per endere più deboli i combattenti curdi. L’azione turca sarebbe giustificata con la solita scusa di conbattere il terrorismo curdo. La strategia curda è stata allora quella di allacciare nuovamente i rapporti con Assad, con il quale i curdi avevano, comunque, una certa autonomia.  I militari di Damasco si sono avvicinati alle zone curde, sulle quali è stata fatta sventolare la bandiera siriana, creando così i presupposti di un confronto con la Turchia, che, alla fine, ha minacciato una azione in territorio della Siria. Non occorre ricordare che ciò potrebbe implicare una risposta anche da Russia ed Iran, che sono presenti in forze sul territorio di Damasco. La decisione di Trump, quindi, potrebbe riaprire un nuovo capitolo della guerra siriana, interrompendo l’attuale fase di stallo. A poco sembrano valere le richieste americane verso la Turchia, per evitare una aggressione da parte di Ankara del territorio curdo: il governo turco ha già respinto queste richieste creando un evidente ed ulteriore problema al prestigio internazionale americano. Non meno importante è la questione posta da Israele sulla propria sicurezza, perchè la ritirata americana lascerebbe spazio all’Iran in Siria, sopratutto dal punto di vista logistico per rifornire le milizie sciite in Libano. A questo punto  gli  interrogativi sulla reale convenienza del ritiro delle truppe americane dalla Siria paiono essere troppi e ciò potrebbe costringere all’ennesimo cambiamento di programma il presidente Trump, che vedrebbe un altro impegno pronunciato in campagna elettorale, impossibile da mantenere.  

Doubts about the American withdrawal from Syria

While the Assad government, thanks to the support of Iran and Russia, has reconquered about 75% of the Syrian country, the part that includes the most precious deposits, in addition to having always maintained the outlet to the sea, the part of Syria remained under American control includes desert territories and oil fields that contain crude oil with lower quality; this motivation, together with the fact that the program to overthrow Assad has failed, has determined in Trump the decision to withdraw the approximately 2,000 American soldiers still present in the Syrian territory. The question, however, has raised internal and external objections, which could create changes in the White House. The official reason supported by the US president is that the fight against the Islamic State ended with the defeat of the caliphate, but the presence, though small and in some remote areas, of some groups does not allow to state with Trump's certainty, the complete annihilation of the militia from the territory where the US military operates. From the internal point of view, the assessments of the American military leaders consider this move to be a mistake, similar to the one, for now prevented, of the withdrawal of the troops from Iran, both for contingent reasons, such as the residual presence of the Islamic State, and for the repercussions on military alliances with the Kurds, which for the action against Iran, especially in defense of Israel. The Kurdish question does not allow an attitude based only on the evaluations of the exclusive convenience, above all financial, which are at the base of Trump's decision (which once again reveals itself as a short-sighted politician in the long run and also a poor connoisseur of international political dynamics ). The commitment of the Kurdish fighters directly on the ground has allowed the United States to avoid the direct deployment of American soldiers in the Syrian fighting theater, the Kurds have revealed themselves, as well as on the occasion of the invasion of Saddam's Iraq, the main and more efficient US allies, far above the fighters belonging to the Syrian democratic forces, who have never managed to provide adequate assistance to the Pentagon's military. The Kurdish question, however, provides Ankara's profound opposition to the possibility of an autonomous Kurdish entity on its borders. Turkey welcomed the possible US retreat, glimpsing the possibility of a direct military action against Syrian Kurds. Erdogan has also requested the dismantling of the military bases set up by the US for the Kurds to end the Kurdish fighters weaker. Turkish action would be justified with the usual excuse to fight Kurdish terrorism. The Kurdish strategy was then to re-establish relations with Assad, with whom the Kurds had, however, a certain autonomy. The military of Damascus approached the Kurdish areas, on which the Syrian flag was waved, thus creating the conditions for a confrontation with Turkey, which, in the end, threatened an action in the territory of Syria. It is not necessary to remember that this could also imply a response from Russia and Iran, which are present in force on the territory of Damascus. Trump's decision, therefore, could reopen a new chapter in the Syrian war, interrupting the current deadlock. The American requests to Turkey seem to have little, to avoid Ankara's aggression of Kurdish territory: the Turkish government has already rejected these requests, creating a clear and further problem to the American international prestige. No less important is the question posed by Israel on its own security, because the American retreat would leave space for Iran in Syria, especially from the logistical point of view to supply the Shiite militias in Lebanon. At this point the questions on the real convenience of the withdrawal of American troops from Syria seem to be too many and this could force the next program change President Trump, who would see another commitment made in the election campaign, impossible to maintain.

Dudas sobre la retirada estadounidense de Siria

Mientras que el gobierno de Assad, gracias al apoyo de Irán y Rusia, ha reconquistado alrededor del 75% del país sirio, la parte que incluye los depósitos más preciados, además de haber mantenido siempre la salida al mar, la parte de Siria se mantuvo bajo El control estadounidense incluye territorios desérticos y campos petroleros que contienen petróleo crudo de menor calidad; Esta motivación, junto con el hecho de que el programa para derrocar a Assad ha fracasado, ha determinado en Trump la decisión de retirar a los aproximadamente 2.000 soldados estadounidenses que todavía están presentes en el territorio sirio. La pregunta, sin embargo, ha planteado objeciones internas y externas, que podrían crear cambios en la Casa Blanca. La razón oficial apoyada por el presidente de los Estados Unidos es que la lucha contra el Estado Islámico terminó con la derrota del califato, pero la presencia, aunque pequeña y en algunas áreas remotas, de algunos grupos no permite declarar con la certeza de Trump, la completa aniquilación de la milicia del territorio donde operan los militares de los Estados Unidos. Desde el punto de vista interno, las evaluaciones de los líderes militares estadounidenses consideran que este movimiento es un error, similar al de ahora prevenido, de la retirada de las tropas de Irán, tanto por razones contingentes, como la presencia residual del Estado Islámico, y por la Repercusiones en las alianzas militares con los kurdos, que por la acción contra Irán, especialmente en defensa de Israel. La cuestión kurda no permite una actitud basada solo en las evaluaciones de la conveniencia exclusiva, sobre todo financiera, que están en la base de la decisión de Trump (que una vez más se revela como un político miope a largo plazo y también un pobre conocedor de la dinámica política internacional. ). El compromiso de los combatientes kurdos directamente en el terreno ha permitido a Estados Unidos evitar el despliegue directo de soldados estadounidenses en el teatro de combate sirio, los kurdos se han revelado, así como con motivo de la invasión del Irak de Saddam, el principal y aliados de EE. UU. más eficientes, muy por encima de los combatientes pertenecientes a las fuerzas democráticas sirias, que nunca han logrado brindar asistencia adecuada a los militares del Pentágono. La cuestión kurda, sin embargo, proporciona la profunda oposición de Ankara a la posibilidad de una entidad kurda autónoma en sus fronteras. Turquía acogió con satisfacción la posible retirada de Estados Unidos, vislumbrando la posibilidad de una acción militar directa contra los kurdos sirios. Erdogan también ha solicitado el desmantelamiento de las bases militares establecidas por los Estados Unidos para que los kurdos acaben con los combatientes kurdos más débiles. La acción turca se justificaría con la excusa habitual para luchar contra el terrorismo kurdo. La estrategia kurda fue entonces restablecer las relaciones con Assad, con quien los kurdos tenían, sin embargo, cierta autonomía. Los militares de Damasco se acercaron a las áreas kurdas, en las que se ondeaba la bandera siria, creando así las condiciones para un enfrentamiento con Turquía, que, al final, amenazó con una acción en el territorio de Siria. No es necesario recordar que esto también podría implicar una respuesta de Rusia e Irán, que están presentes en vigor en el territorio de Damasco. La decisión de Trump, por lo tanto, podría reabrir un nuevo capítulo en la guerra siria, interrumpiendo el actual punto muerto. Las solicitudes estadounidenses a Turquía parecen tener poco, para evitar la agresión de Ankara al territorio kurdo: el gobierno turco ya ha rechazado estas solicitudes, creando un problema claro y adicional para el prestigio internacional estadounidense. No menos importante es la pregunta planteada por Israel sobre su propia seguridad, porque la retirada estadounidense dejaría un espacio para Irán en Siria, especialmente desde el punto de vista logístico para abastecer a las milicias chiítas en el Líbano. En este punto, las preguntas sobre la conveniencia real de la retirada de las tropas estadounidenses de Siria parecen ser demasiadas y esto podría forzar el próximo cambio de programa del Presidente Trump, quien vería otro compromiso hecho en la campaña electoral, imposible de mantener.

Zweifel am Rückzug der Amerikaner aus Syrien

Während der Assad-Regierung mit Unterstützung des Irans und Russlands hat etwa 75% des syrischen Landes, das Teil wieder, die die wertvollsten Einlagen umfassen, sowie mit dem Zugang zum Meer immer aufrechterhalten blieb der Teil Syriens unter Die amerikanische Kontrolle umfasst Wüstengebiete und Ölfelder, die Rohöl von geringerer Qualität enthalten. diese Motivation, kombiniert mit der Tatsache, dass das Programm nicht Assad zu stürzen, hat in Trumps Entscheidung erlassen etwa 2000 amerikanische Truppen noch auf syrisches Territorium zurückzuziehen. Die Frage hat jedoch interne und externe Einwände erhoben, die zu Änderungen im Weißen Haus führen könnten. Der offizielle Grund des US-Präsident unterstützt wird, ist, dass der Kampf gegen den islamischen Staat mit der Niederlage des Kalifats endete, aber die Gegenwart, wenn auch reduziert, und in einigen entlegenen Gebieten, einige Gruppen nicht erlaubt, mit Sicherheit zu sagen, Trump, komplett Vernichtung der Miliz aus dem Gebiet, in dem das US-Militär operiert. Aus der internen Sicht, die Einschätzungen der amerikanischen militärischen Führer glauben, dass dies ein Fehler, ähnlich der Bewegung für jetzt den Rückzug der Truppen aus dem Iran abgewendet, und für ungewisse Gründen, wie die Rest Anwesenheit des Islamischen Staates, sowohl für Auswirkungen auf militärische Allianzen mit den Kurden, die für die Aktion gegen den Iran, insbesondere zur Verteidigung Israels. Die kurdische Frage nicht erlaubt, eine Haltung von nur exklusiven Einschätzungen Informationen, insbesondere finanzieller Art, die die Grundlage für die Entscheidung zu Trump sind (wer beweist einmal eine kurzsichtige Politik auf lange Sicht zu sein und auch die Kenntnis der internationalen politischen Dynamik fehlt ). Das Engagement der kurdische Kämpfer direkt auf dem Boden der Vereinigten Staaten direkte Stationierung amerikanischer Soldaten zu vermeiden, in der syrischen Drama kämpfen, die Kurden haben sich, ebenso wie die Invasion des Irak im Rahmen von Saddam erlaubt hat, die Haupt und effizient US-Verbündete, die weit über die Kämpfer zu den syrischen demokratischen Kräften gehören, die nie versäumt haben, angemessene Hilfe für das Militär des Fünfecks zu liefern. Die kurdische Frage stellt Ankara jedoch gegen die Möglichkeit einer autonomen kurdischen Entität an ihren Grenzen. Die Türkei begrüßte den möglichen Rückzug der USA und sah die Möglichkeit einer direkten Militäraktion gegen syrische Kurden. Erdogan auch erforderlich, den Abbau von Militärbasen durch die USA für die Kurden eingerichtet, um schwächeren kurdischen Kämpfer nter. Das Vorgehen der Türkei wäre mit der üblichen Ausrede zur Bekämpfung des kurdischen Terrorismus gerechtfertigt. Die kurdische Strategie bestand dann darin, die Beziehungen zu Assad wieder herzustellen, mit dem die Kurden jedoch eine gewisse Autonomie hatten. Soldaten von Damaskus haben die kurdischen Gebiete näherten, an dem die Welle syrische Flagge gemacht wurde, damit die Voraussetzungen für eine Konfrontation mit der Türkei zu schaffen, die am Ende eine Aktion Gebiet von Syrien bedroht. Es ist nicht notwendig, sich daran zu erinnern, dass dies auch eine Reaktion von Russland und Iran bedeuten könnte, die auf dem Territorium von Damaskus in Kraft sind. Trumps Entscheidung könnte daher ein neues Kapitel im Syrienkrieg wiederaufnehmen und die gegenwärtige Sackgasse unterbrechen. Wenig scheint zu sein, im Wert von US Türkei verlangt, einen Angriff von Ankara des Kurdengebietes zu verhindern: Die türkische Regierung hat bereits diese Forderungen zurückgewiesen durch ein weiteres Problem evident und das amerikanische internationale Ansehen zu schaffen. Nicht weniger wichtig ist die Frage von Israel auf seiner Sicherheit, weil der amerikanische Rückzug Raum in dem Irans in Syrien verlassen würde, vor allem aus logistischer Sicht schiitische Milizen im Libanon zu versorgen. An dieser Stelle Fragen über die wirkliche Bequemlichkeit des Abzugs der amerikanischen Truppen aus Syrien scheinen zu viele zu sein, und dies könnte ein weitere Änderung der Pläne President Trump zwingt noch, die ein stärkeres Engagement im Wahlkampf sehen würde, wartbaren.

Doutes sur le retrait américain de la Syrie

Alors que le gouvernement Assad, grâce au soutien de l'Iran et de la Russie, a reconquis environ 75% du pays syrien, la partie qui comprend les gisements les plus précieux, en plus d'avoir toujours maintenu le débouché sur la mer, la partie de la Syrie est restée sous Le contrôle américain comprend les territoires désertiques et les champs de pétrole contenant du pétrole brut de moindre qualité; Cette motivation, ajoutée au fait que le programme de renversement d'Assad a échoué, a déterminé à Trump la décision de retirer les quelque 2 000 soldats américains encore présents sur le territoire syrien. La question a cependant soulevé des objections internes et externes, qui pourraient créer des changements à la Maison Blanche. La raison officielle soutenue par le président américain est que la lutte contre l'État islamique a pris fin avec la défaite du califat, mais la présence, bien que petite et dans certaines régions éloignées, de certains groupes ne permet pas de déclarer avec la certitude de Trump l'anéantissement de la milice du territoire où l'armée américaine opère. Du point de vue interne, les évaluations des chefs militaires américains considèrent cette démarche comme une erreur, similaire à celle, pour le moment empêchée, du retrait des troupes d’Iran, à la fois pour des raisons éventuelles, telles que la présence résiduelle de l’État islamique, et pour le maintien de la paix. répercussions sur les alliances militaires avec les Kurdes, notamment en ce qui concerne l'action contre l'Iran, notamment pour la défense d'Israël. La question kurde ne permet pas une attitude basée uniquement sur les évaluations de la commodité exclusive, avant tout financière, qui sont à la base de la décision de Trump (qui se révèle une fois de plus comme un politicien à courte vue et à la longue connaisseur des dynamiques politiques internationales ). L’engagement des combattants kurdes directement sur le terrain a permis aux États-Unis d’éviter le déploiement direct de soldats américains sur le théâtre des combats syriens, ont révélé les Kurdes, ainsi que lors de l’invasion de l’Irak de Saddam, principal et des alliés américains plus efficaces, bien au-dessus des combattants appartenant aux forces démocratiques syriennes, qui n'ont jamais réussi à fournir une assistance adéquate à l'armée du Pentagone. La question kurde, cependant, constitue la profonde opposition d’Ankara à la possibilité d’une entité autonome kurde à ses frontières. La Turquie s'est félicitée de la possibilité d'une retraite américaine, entrevoyant la possibilité d'une action militaire directe contre les Kurdes syriens. Erdogan a également demandé le démantèlement des bases militaires créées par les États-Unis pour permettre aux Kurdes de mettre fin aux combattants kurdes plus faibles. L'action turque serait justifiée avec l'excuse habituelle pour lutter contre le terrorisme kurde. La stratégie kurde consistait alors à rétablir des relations avec Assad, avec lequel les Kurdes jouissaient toutefois d'une certaine autonomie. L'armée de Damas s'est approchée des zones kurdes sur lesquelles le drapeau syrien a été brandi, créant ainsi les conditions d'un affrontement avec la Turquie, qui a finalement menacé de mener une action sur le territoire syrien. Il n'est pas nécessaire de rappeler que cela pourrait également impliquer une réponse de la part de la Russie et de l'Iran, qui sont présents en vigueur sur le territoire de Damas. La décision de Trump pourrait donc rouvrir un nouveau chapitre de la guerre en Syrie, interrompant ainsi l’impasse actuelle. Les demandes américaines adressées à la Turquie semblent avoir peu pour éviter l'agression d'Ankara contre le territoire kurde: le gouvernement turc a déjà rejeté ces demandes, ce qui crée un problème clair et supplémentaire pour le prestige international américain. Non moins importante est la question posée par Israël sur sa propre sécurité, car le retrait américain laisserait la place à l’Iran en Syrie, notamment du point de vue logistique pour approvisionner les milices chiites au Liban. À ce stade, le nombre de questions relatives à la commodité du retrait des troupes américaines de Syrie semble trop important, ce qui pourrait forcer le prochain changement de programme, le président Trump, qui verrait un autre engagement pris dans la campagne électorale impossible à tenir.

Dúvidas sobre a retirada americana da Síria

Enquanto o governo Assad, com o apoio do Irã e Rússia, recuperou cerca de 75% do território nacional sírio, a parte que inclui os depósitos mais valiosos, bem como ter sempre mantido a saída para o mar, a parte da Síria permaneceu sob O controle americano inclui territórios desérticos e campos de petróleo que contêm petróleo bruto com menor qualidade; esta motivação, juntamente com o fato de que o programa para derrubar Assad falhou, determinou em Trump a decisão de retirar os cerca de 2.000 soldados americanos ainda presentes no território sírio. A questão, no entanto, levantou objeções internas e externas, o que poderia criar mudanças na Casa Branca. A razão oficial apoiado pelo presidente dos Estados Unidos é de que a luta contra o Estado islâmico terminou com a derrota do califado, mas a presença, ainda que reduzida, e em algumas áreas remotas, alguns grupos não permite dizer com certeza Trump, completa aniquilação da milícia do território onde o exército dos EUA opera. Do ponto de vista interno, as avaliações de líderes militares americanos acreditam que este mover um erro, semelhante ao que por agora evitado, a retirada das tropas do Irã, e por razões contingentes, como a presença residual do Estado Islâmico, tanto para repercussões nas alianças militares com os curdos, que pela ação contra o Irã, especialmente na defesa de Israel. A questão curda não permite uma atitude de apenas a conveniência avaliações exclusivo, especialmente financeira, que são a base da decisão de Trump (que mais uma vez demonstra ser uma política míope no longo prazo e também não têm conhecimento da dinâmica política internacional ). O compromisso de combatentes curdos diretamente sobre o solo permitiu que os Estados Unidos para evitar a implantação direta de soldados americanos que lutam no drama sírio, os curdos têm-se revelado, assim como a invasão do Iraque por ocasião de Saddam, o principal e aliados mais eficientes dos EUA, muito acima dos combatentes pertencentes às forças democráticas sírias, que nunca conseguiram prestar assistência adequada aos militares do Pentágono. A questão curda, no entanto, fornece a profunda oposição de Ancara à possibilidade de uma entidade curda autônoma em suas fronteiras. A Turquia saudou a possível retirada dos EUA, vislumbrando a possibilidade de uma ação militar direta contra os sírios curdos. Erdogan também solicitou o desmantelamento das bases militares instaladas pelos EUA para que os curdos acabassem com os combatentes curdos mais fracos. A ação turca seria justificada com a habitual desculpa para combater o terrorismo curdo. A estratégia curda era então restabelecer relações com Assad, com quem os curdos tinham, no entanto, certa autonomia. Os militares de Damasco aproximaram-se das áreas curdas, nas quais a bandeira síria foi agitada, criando assim as condições para um confronto com a Turquia, que, no final, ameaçou uma ação no território da Síria. Não é necessário lembrar que isso também poderia implicar uma resposta da Rússia e do Irã, que estão presentes em vigor no território de Damasco. A decisão de Trump, portanto, poderia reabrir um novo capítulo na guerra da Síria, interrompendo o atual impasse. Os pedidos americanos à Turquia parecem ter pouco, para evitar a agressão de território curdo por Ancara: o governo turco já rejeitou esses pedidos, criando um claro e adicional problema ao prestígio internacional americano. Não menos importante é a questão colocada por Israel sobre sua própria segurança, porque a retirada americana deixaria espaço para o Irã na Síria, especialmente do ponto de vista logístico para abastecer as milícias xiitas no Líbano. Neste ponto, as perguntas sobre a conveniência real da retirada das tropas americanas da Síria parecem ser demais e isso pode forçar a próxima mudança do programa. O presidente Trump, que veria outro compromisso assumido na campanha eleitoral, era impossível de manter.