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giovedì 21 febbraio 2019

Putin contro i missili dell'Alleanza Atlantica in Europa dell'est

La parte relativa alle problematiche internazionali del discorso alla nazione del presidente russo Putin è stata incentrata sulla questione del comportamento americano dopo l’uscita degli USA dal trattato di non proliferazione nucleare. Prima, però, Putin ha voluto sottolineare i buoni rapporti che Mosca ha intrapreso con Bielorussia, Cina , Giappone ed India. Dopo questo prologo il capo del Cremlino ha accusato gli Stati Uniti di volere portare instabilità sul continente europeo, proprio per il quale il trattato era stato firmato e che aveva come obiettivo il mantenimento della pace nel vecchio continente. La questione investe la volontà americana di installare difese missilistiche nei paesi entrati  a fare parte dell’Alleanza Atlantica, che facevano parte del blocco sovietico e che sono molto vicini al paese russo. Da un lato Putin afferma di non avere alcun interesse ad entrare in conflitto con gli Stati Uniti, che definisce potenza globale, ma, d’altra parte, sostiene, che, seppure la Russia non intende essere la prima a schierare i missili con un raggio d’azione tra i 500 ed i 5.500 chilometri, non potrà che rispondere con misure analoghe a provocazioni americane. Dal punto di vista di Trump l’uscita dal trattato è stata giustificata, non solo,  per pareggiare la situazione con la Cina, che non era firmataria dell’accordo, ma anche perchè la Russia è stata sospettata di avere violato il trattato, grazie ad operazioni di  riarmo e per rispondere all’esigenza degli alleati americani dell’Europa orientale, che hanno sempre sostenuto la pericolosità russa, di avere sistemi di difesa sufficienti per equilibrare la minaccia di Mosca. Dal punto di vista di Putin, gli Stati Uniti, con l’installazione dei sistemi missilistici sul confine russo, mirano a destabilizzare l’area di influenza che Mosca ritiene come propria, la risposta si renderebbe necessaria anche per scongiurare la ripetizione di casi analoghi alla questione ucraina, la cui possibile entrata nell’Alleanza Atlantica è profondamente osteggiata dalla Russia, che potrebbe vedere i militari americani sui propri confini. L’atteggiamento americano fornisce la percezione di una minaccia molto elevata, tanto da fare affermare al presidente russo, che le contromisure che verranno adottate in risposta all’installazione di missili che possono raggiungere Mosca in dieci minuti, riguarderanno non solo le basi missilistiche che ospiteranno queste armi, ma anche i centri decisionali da cui potrebberopartire gli ordini per il loro utilizzo. La minaccia, neanche tanto nascosta riguarda, quindi, il territorio americano. Risulta palese come queste dichiarazioni siano la conseguenza del ritiro dal trattato di non proliferazione nucleare e conducano direttamente alla situazione della guerra fredda. Le dichiarazioni di Putin sono sembrate quasi obbligate, una risposta da pari a  pari con gli Stati Uniti, che è stata funzionale anche a bilanciare le ammissioni circa lo stato interno del paese. Il presidente russo deve misurarsi con un calo di fiducia del popolo dovuto ad una situazione economica difficile, con annosi problemi strutturali dovuti al mancato sviluppo industriale per la troppa importanza del settore primario, legato ai prodotti energetici e quindi soggetti agli sbalzi dei prezzi delle materie prime, di cui la Russia è esportatore; a ciò deve aggiungersi una situazione sociale instabile per l’aumento dell’età pensionabile, poco gradita dal popolo russo,  e alla troppo diffusa situazione di povertà estrema, che riguarda ben diciannove milioni di russi. In questo quadro è visto con preoccupazione il calo della popolazione del paese, fatto che non accadeva dal 2008. Se questa volta le probabilità di attenuare lo scontento del popolo russo con le dichiarazioni della volontà di riportare la Russia al livello di potenza mondiale non possono sortire gli effetti degli anni precedenti, i discorsi di ammonimento verso gli Stati Uniti sono stati un corollario necessario, ma non sufficiente, che è stato valido per integrare le promesse in materia economica e sociale maggiormente richieste dalla popolazione. Resta il fatto che la Russia, seppure in difficoltà economica, possiede le capacità tecniche e finanziarie, per mettere in atto le minacce contro gli Stati Uniti riportando indietro l’orologio della storia, anche a costo di  peggiorare ulteriormente la situazione interna per la probabile pressione diplomatica che seguirà l’eventuale installazione di missili e che si concretizzerà con nuove sanzioni, ulteriore passo verso il peggioramento dei rapporti est-ovest.

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