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mercoledì 28 agosto 2019

Il premier inglese blocca il parlamento britannico

Il premier inglese, per arrivare all’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea senza accordi, ha coinvolto la Regina, chiedendo di rinviare il discorso al parlamento per il nuovo governo, alla data del 14 ottobre. Così facendo si impedirebbe al parlamento inglese una discussione sui modi di uscita e su eventuali correttivi. La misura adottata assomiglia ad un golpe, in quanto appare in aperta violazione della prassi costituzionale, perchè è un provvedimento mai adottato, se non in occasione della guerra civile inglese nel 1600, che si concluse con la decapitazione del Re Carlo primo, che aveva bloccato il parlamento. Le reazioni dei parlamentari inglesi sono state di profondo sdegno, perchè la democrazia britannica è una democrazia parlamentare a cui viene impedita la discussione su di un tema fondamentale come l’uscita dall’Unione. La politica inglese conosce così un nuovo punto più basso della sua storia, ma la discesa non sembra arrestarsi da quando è stato indetto il referendum, consultivo, sull’uscita dall’Europa. Del resto il livello dell’attuale primo ministro è tale che si potevano prevedere delle derive come quella in corso, anche se era difficile da pronosticare una decisione del genere. Ancora una volta la classe politica britannica non ha saputo esprimere un rappresentante degno di questo nome, continuando ad affidare il paese, sia nella maggioranza, che nell’opposizione, a personalità di livello sempre più scadente, autori di politiche indecise e capaci solo di trovare soluzioni provvisorie e mai efficaci. La decisione attuale, però, assume una gravità perticolare perchè svilisce l’istituzione parlamentare, dove siedono i rappresentanti eletti del popolo britannico. L’attuale premier, pur di portare avanti la sua personale battaglia contro l’Europa ed in dispregio della quasi metà di elettori contrari a questa decisione, arriva ad attuare una decisione che non potrà non avere conseguenze anche sul piano personale. Probabilmente la volontà di passare alla storia come colui che ha portato l’Inghilterra fuori dall’Europa e di chiudere una questione che sta andando avanti da troppo tempo, ha indotto ilpremier ad un evidente errore di valutazione. Intanto la sterlina subisce un pesante deprezzamento e le prospettive per l’economia britannica appaiono decisamente negative. Il mancato accordo porterà pesanti conseguenze, definite da alcuni analisti addirittura catastrofiche, per l’economia inglese, che nessun accordo con gli Stati Uniti, come promesso da Trump, potrà mitigare. Le opposizioni, ma anche i conservatori contrari all’uscita senza accordo hanno minacciato la costruzione di un parlamento alternativo ed acuni conservatori favorevoli all’Europa hanno minacciato di votare la sfiducia al premier espresso dal loro partito. La politica inglese rischia, così, una paralisi, ma anche un collasso, una sorta di implosione in grado di portare il paese ad uno stato di grave mancanza dei presupposti per la governabilità. Occorre, infatti, pensare anche alla disponibilità di un parlamento, che è stato sospeso dalle sue prerogative, nei confronti di un governo che, prima o poi, dovrà presentare i suoi provvedimenti. In più la credibilità, già poca cosa, del premier inglese subisce un altro calo per evidenti motivi, che avranno conseguenze anche nella platea internazionale, sempre che riesca a mantenere la carica ancora a lungo.

The British prime minister blocks the British parliament

The British premier, to arrive at the exit of Great Britain from the European Union without agreements, involved the Queen, asking to postpone the speech to the parliament for the new government, on October 14th. In this way the English parliament would be prevented from discussing the ways of exit and any corrective measures. The measure adopted resembles a coup, as it appears in open violation of constitutional practice, because it is a provision that has never been adopted, except on the occasion of the English Civil War in 1600, which ended with the beheading of King Charles the First, who had blocked the parliament. The reactions of the British parliamentarians have been of profound disdain, because British democracy is a parliamentary democracy that is prevented from discussing a fundamental issue such as leaving the Union. English politics thus knows a new lower point in its history, but the descent does not seem to have stopped since the consultative referendum was held, on the way out of Europe. After all, the level of the current prime minister is such that one could foresee drifting such as the current one, even if it was difficult to predict such a decision. Once again the British political class has not been able to express a representative worthy of the name, continuing to entrust the country, both in the majority, and in the opposition, to personalities of increasingly poorer level, authors of indecisive policies and only capable of finding temporary and never effective solutions. The current decision, however, assumes a particular gravity because it debases the parliamentary institution, where the elected representatives of the British people sit. The current premier, in order to carry on his personal battle against Europe and in contempt of almost half of voters opposed to this decision, comes to implement a decision that cannot fail to have consequences also on a personal level. Probably the desire to go down in history as the one who brought England out of Europe and to close an issue that has been going on for too long, has led the prime minister to a clear error of assessment. Meanwhile, the pound suffers a heavy depreciation and the prospects for the British economy appear decidedly negative. The lack of agreement will have serious consequences, defined by some even catastrophic analysts, for the British economy, that no agreement with the United States, as promised by Trump, will be able to mitigate. The oppositions, but also conservatives opposed to exit without an agreement, threatened the construction of an alternative parliament and some conservatives in favor of Europe threatened to vote in distrust of the premier expressed by their party. In this way, English politics risks paralysis, but also collapse, a sort of implosion capable of bringing the country to a state of serious lack of the conditions for governability. Indeed, we must also think about the availability of a parliament, which has been suspended by its prerogatives, against a government that, sooner or later, will have to present its provisions. In addition, the credibility, already a small thing, of the British prime minister undergoes another decline due to obvious reasons, which will also have consequences in the international audience, as long as it manages to hold the office for a long time to come.

El primer ministro británico bloquea el parlamento británico

El primer ministro británico, para llegar a la salida de Gran Bretaña de la Unión Europea sin acuerdos, involucró a la Reina, pidiendo posponer el discurso ante el parlamento para el nuevo gobierno, el 14 de octubre. De esta forma, el parlamento inglés no podría discutir las formas de salida y las medidas correctivas. La medida adoptada se asemeja a un golpe de estado, ya que parece una violación abierta de la práctica constitucional, porque es una disposición que nunca se ha adoptado, excepto con motivo de la Guerra Civil Inglesa en 1600, que terminó con la decapitación del Rey Carlos Primero, que había bloqueado El parlamento. Las reacciones de los parlamentarios británicos han sido de profundo desdén, porque la democracia británica es una democracia parlamentaria que no puede discutir un tema fundamental como abandonar la Unión. La política inglesa conoce así un nuevo punto más bajo en su historia, pero el descenso no parece haberse detenido desde que se celebró el referéndum consultivo, al salir de Europa. Después de todo, el nivel del primer ministro actual es tal que uno podría prever una deriva como la actual, incluso si fuera difícil predecir tal decisión. Una vez más, la clase política británica no ha podido expresar un representante digno de ese nombre, y continúa confiando al país, tanto en la mayoría como en la oposición, a personalidades de un nivel cada vez más pobre, autores de políticas indecisas y solo capaces de encontrar soluciones temporales y nunca efectivas. La decisión actual, sin embargo, asume una gravedad particular porque degrada la institución parlamentaria, donde se sientan los representantes elegidos del pueblo británico. El primer ministro actual, para continuar su batalla personal contra Europa y en desacato a casi la mitad de los votantes opuestos a esta decisión, llega a implementar una decisión que no puede dejar de tener consecuencias también a nivel personal. Probablemente, el deseo de pasar a la historia como el que sacó a Inglaterra de Europa y cerrar un problema que ha estado sucediendo durante demasiado tiempo, ha llevado al primer ministro a un claro error de evaluación. Mientras tanto, la libra sufre una fuerte depreciación y las perspectivas para la economía británica parecen decididamente negativas. La falta de acuerdo tendrá graves consecuencias, definidas por algunos incluso analistas catastróficos, para la economía británica, que ningún acuerdo con los Estados Unidos, como prometió Trump, podrá mitigar. Las oposiciones, pero también los conservadores que se oponen a la salida sin un acuerdo, amenazaron la construcción de un parlamento alternativo y algunos conservadores a favor de Europa amenazaron con votar desconfiando del primer ministro expresado por su partido. De esta manera, la política inglesa se arriesga a la parálisis, pero también al colapso, una especie de implosión capaz de llevar al país a un estado de grave falta de condiciones para la gobernabilidad. De hecho, también debemos pensar en la disponibilidad de un parlamento, que ha sido suspendido por sus prerrogativas, contra un gobierno que, tarde o temprano, tendrá que presentar sus disposiciones. Además, la credibilidad, ya pequeña, del primer ministro británico sufre otra disminución debido a razones obvias, lo que también tendrá consecuencias en la audiencia internacional, siempre y cuando logre mantener el cargo durante mucho tiempo.

Der britische Premier blockiert das britische Parlament

Der britische Premierminister, der ohne Abkommen zum Austritt Großbritanniens aus der Europäischen Union kommen wollte, bezog die Königin mit ein und bat darum, die Rede vor dem Parlament für die neue Regierung am 14. Oktober zu verschieben. Auf diese Weise würde das englische Parlament daran gehindert, die Wege des Ausstiegs und etwaige Korrekturmaßnahmen zu erörtern. Die beschlossene Maßnahme ähnelt einem Staatsstreich, da sie offenbar gegen die verfassungsrechtliche Praxis verstößt, da es sich um eine Bestimmung handelt, die bis auf den englischen Bürgerkrieg im Jahr 1600, der mit der Enthauptung des blockierten Königs Karl I. endete, nie verabschiedet wurde das Parlament. Die Reaktionen der britischen Parlamentarier waren zutiefst verachtet, da die britische Demokratie eine parlamentarische Demokratie ist, die daran gehindert ist, ein grundlegendes Thema wie den Austritt aus der Union zu erörtern. Die englische Politik kennt also einen neuen Tiefpunkt in ihrer Geschichte, aber der Abstieg scheint nicht aufgehört zu haben, seit das beratende Referendum auf dem Weg aus Europa abgehalten wurde. Immerhin ist das Niveau des gegenwärtigen Premierministers so, dass man ein Abdriften wie das des gegenwärtigen vorhersehen könnte, selbst wenn es schwierig wäre, eine solche Entscheidung vorherzusagen. Die britische politische Klasse war erneut nicht in der Lage, einen Repräsentanten zu äußern, der diesen Namen verdient, und das Land weiterhin sowohl in der Mehrheit als auch in der Opposition Persönlichkeiten von immer ärmerem Niveau anzuvertrauen, die unschlüssige politische Strategien verfassten und nur zu finden in der Lage waren vorübergehende und niemals wirksame Lösungen. Die derzeitige Entscheidung nimmt jedoch eine besondere Schwere an, da sie die parlamentarische Institution, in der die gewählten Vertreter des britischen Volkes sitzen, entkräftet. Der jetzige Ministerpräsident setzt, um seinen persönlichen Kampf gegen Europa fortzusetzen und fast die Hälfte der Wähler, die gegen diese Entscheidung sind, zu verachten, eine Entscheidung um, die auch auf persönlicher Ebene Konsequenzen haben kann. Wahrscheinlich hat der Wunsch, als einer derjenigen, die England aus Europa vertrieben haben, in die Geschichte eingegangen zu sein und eine zu lange andauernde Angelegenheit abzuschließen, den Premierminister zu einem klaren Beurteilungsfehler geführt. Das Pfund erleidet unterdessen eine starke Abwertung und die Aussichten für die britische Wirtschaft erscheinen ausgesprochen negativ. Das Fehlen einer Einigung wird schwerwiegende Konsequenzen für die britische Wirtschaft haben, die von einigen sogar katastrophalen Analysten definiert wurden, und dass kein Abkommen mit den Vereinigten Staaten, wie von Trump versprochen, mildern kann. Die Opposition, aber auch die Konservativen, die sich gegen einen einvernehmlichen Austritt aussprechen, drohten mit dem Aufbau eines alternativen Parlaments, und einige Konservative für Europa drohten mit Misstrauen gegenüber dem von ihrer Partei zum Ausdruck gebrachten Ministerpräsidenten. Auf diese Weise riskiert die englische Politik eine Lähmung, aber auch einen Zusammenbruch, eine Art Implosion, die das Land in einen Zustand bringen kann, in dem die Bedingungen für die Regierbarkeit ernsthaft fehlen. In der Tat müssen wir auch über die Verfügbarkeit eines Parlaments nachdenken, das aufgrund seiner Befugnisse gegen eine Regierung suspendiert wurde, die früher oder später ihre Bestimmungen vorlegen muss. Darüber hinaus leidet die ohnehin schon geringe Glaubwürdigkeit des britischen Premierministers aus offensichtlichen Gründen unter einem erneuten Rückgang, der sich auch auf das internationale Publikum auswirken wird, solange es gelingt, das Amt noch lange zu halten.

Le Premier ministre britannique bloque le parlement britannique

Le Premier ministre britannique, pour arriver à la sortie de la Grande-Bretagne de l'Union européenne sans accords, a impliqué la reine, demandant de reporter le discours au parlement du nouveau gouvernement, le 14 octobre. De cette manière, le Parlement anglais ne pourrait pas discuter des voies de sortie ni des mesures correctives. La mesure adoptée ressemble à un coup d'Etat, car elle apparaît comme une violation flagrante de la pratique constitutionnelle, car il s'agit d'une disposition qui n'a jamais été adoptée, sauf à l'occasion de la guerre civile anglaise de 1600, qui a abouti à la décapitation du roi Charles Premier, qui avait bloqué le parlement. Les parlementaires britanniques ont suscité un profond mépris, car la démocratie britannique est une démocratie parlementaire qui n’est pas en mesure de débattre d’une question fondamentale telle que la sortie de l’Union. La politique anglaise connaît donc un nouveau point bas de son histoire, mais la descente ne semble pas s'être arrêtée depuis la tenue du référendum consultatif, à la sortie de l'Europe. Après tout, le niveau du Premier ministre actuel est tel que l’on pouvait prévoir une dérive telle que celle en cours, même s’il était difficile de prévoir une telle décision. Une fois de plus, la classe politique britannique n'a pas été en mesure d'exprimer un représentant digne de ce nom, continuant de confier le pays, à la fois majoritaire et opposé, à des personnalités de niveau de plus en plus pauvre, auteurs de politiques indécises et uniquement capables de trouver solutions temporaires et jamais efficaces. La décision actuelle, cependant, revêt une gravité particulière car elle porte atteinte à l’institution parlementaire, où siègent les représentants élus du peuple britannique. Le premier ministre actuel, afin de poursuivre son combat personnel contre l'Europe et au mépris de près de la moitié des électeurs opposés à cette décision, vient de mettre en œuvre une décision qui ne peut pas ne pas avoir de conséquences également sur le plan personnel. Le désir probablement de rester dans l'histoire comme celui qui a fait sortir l'Angleterre de l'Europe et de clore un dossier depuis trop longtemps conduit le premier ministre à une erreur d'appréciation. Dans le même temps, la livre sterling subit une forte dépréciation et les perspectives de l’économie britannique apparaissent nettement négatives. L'absence d'accord aura des conséquences graves, définies par certains analystes, même catastrophiques, pour l'économie britannique, qu'aucun accord avec les États-Unis, promis par Trump, ne pourra atténuer. Les opposants, mais aussi les conservateurs opposés à une sortie sans accord, ont menacé de construire un parlement alternatif et certains conservateurs favorables à l'Europe ont menacé de voter par méfiance à l'égard du Premier ministre exprimé par leur parti. De cette manière, la politique anglaise risque de devenir paralysée, mais aussi de s’effondrer, une sorte d’implosion capable de conduire le pays à un état de grave manque de conditions pour la gouvernabilité. En effet, nous devons également penser à la disponibilité d'un parlement, qui a été suspendu par ses prérogatives, contre un gouvernement qui, tôt ou tard, devra présenter ses dispositions. En outre, la crédibilité, déjà minime, du premier ministre britannique subit un autre déclin en raison de raisons évidentes, ce qui aura également des conséquences pour le public international, tant qu'il parviendra à occuper son poste pendant longtemps.

O primeiro-ministro britânico bloqueia o parlamento britânico

O primeiro-ministro britânico, ao chegar à saída da Grã-Bretanha da União Européia sem acordos, envolveu a rainha, pedindo para adiar o discurso para o parlamento para o novo governo, em 14 de outubro. Desta forma, o parlamento inglês seria impedido de discutir os meios de saída e quaisquer medidas corretivas. A medida adotada assemelha-se a um golpe, como aparece em violação aberta da prática constitucional, porque é uma disposição que nunca foi adotada, exceto na ocasião da Guerra Civil Inglesa em 1600, que terminou com a decapitação do rei Carlos Primeiro, que havia bloqueado o parlamento. As reações dos parlamentares britânicos foram de profundo desdém, porque a democracia britânica é uma democracia parlamentar que é impedida de discutir uma questão fundamental como deixar a União. A política inglesa conhece, assim, um novo ponto mais baixo de sua história, mas a descida não parece ter parado desde que o referendo consultivo foi realizado, na saída da Europa. Afinal de contas, o nível do atual primeiro-ministro é tal que se poderia prever a deriva como a atual, mesmo que fosse difícil prever tal decisão. Mais uma vez a classe política britânica não conseguiu expressar um representante digno desse nome, continuando a confiar o país, tanto na maioria como na oposição, a personalidades de nível cada vez mais pobres, autores de políticas indecisas e capazes de encontrar apenas soluções temporárias e nunca eficazes. A decisão atual, no entanto, assume uma gravidade particular, porque deprecia a instituição parlamentar, onde os representantes eleitos do povo britânico se sentam. O atual primeiro-ministro, para continuar sua batalha pessoal contra a Europa e desprezar quase a metade dos eleitores que se opõem a essa decisão, chega a implementar uma decisão que não pode deixar de ter consequências também em nível pessoal. Provavelmente, o desejo de entrar para a história como aquele que trouxe a Inglaterra para fora da Europa e para encerrar uma questão que já dura há muito tempo, levou o primeiro-ministro a um claro erro de avaliação. Enquanto isso, a libra sofre uma forte depreciação e as perspectivas para a economia britânica parecem decididamente negativas. A falta de acordo terá sérias consequências, definidas por alguns analistas até catastróficos, para a economia britânica, de que nenhum acordo com os Estados Unidos, como prometido por Trump, será capaz de mitigar. As oposições, mas também os conservadores que se opõem à saída sem acordo, ameaçaram a construção de um parlamento alternativo e alguns conservadores a favor da Europa ameaçaram votar desconfiados do primeiro-ministro expressado por seu partido. Desse modo, a política inglesa corre o risco de paralisia, mas também de colapso, uma espécie de implosão capaz de levar o país a um estado de grave falta de condições de governabilidade. De fato, devemos também pensar na disponibilidade de um parlamento, que foi suspenso por suas prerrogativas, contra um governo que, mais cedo ou mais tarde, terá de apresentar suas disposições. Além disso, a credibilidade, já pequena, do primeiro-ministro britânico sofre outro declínio por motivos óbvios, o que também terá consequências no público internacional, desde que consiga manter o cargo por muito tempo.

Британский премьер-министр блокирует британский парламент

Британский премьер, чтобы прийти к выходу Великобритании из Евросоюза без договоренностей, привлек королеву, попросив перенести речь в парламенте на новое правительство, 14 октября. Таким образом, английскому парламенту будет запрещено обсуждать пути выхода и любые корректирующие меры. Принятая мера напоминает переворот, так как она выглядит как явное нарушение конституционной практики, поскольку это положение никогда не принималось, за исключением случая гражданской войны в Англии в 1600 году, которая закончилась обезглавливанием короля Карла Первого, который заблокировал парламент. Реакция британских парламентариев вызывала глубокое презрение, потому что британская демократия - это парламентская демократия, которая не может обсуждать такую ​​фундаментальную проблему, как выход из Союза. Английская политика, таким образом, знает новый более низкий пункт в своей истории, но спуск, похоже, не прекратился с момента проведения консультативного референдума по пути из Европы. В конце концов, уровень нынешнего премьер-министра таков, что можно было предвидеть дрейф, такой как текущий, даже если было трудно предсказать такое решение. В очередной раз британский политический класс не смог выразить достойного имени представителя, продолжая доверять страну, как в большинстве, так и в оппозиции, личностям все более бедного уровня, авторам нерешительной политики и способным найти только временные и никогда не эффективные решения. Нынешнее решение, однако, предполагает особую серьезность, потому что оно унижает парламентский институт, в котором сидят избранные представители британского народа. Нынешний премьер, чтобы продолжить свою личную борьбу с Европой и презирать почти половину избирателей, выступивших против этого решения, приходит к осуществлению решения, которое не может не иметь последствий и на личном уровне. Вероятно, желание войти в историю как тот, кто вывел Англию из Европы и закрыть проблему, которая продолжалась слишком долго, привело премьер-министра к явной ошибке оценки. Между тем, фунт подвергается сильному обесцениванию, и перспективы британской экономики выглядят явно негативными. Отсутствие соглашения будет иметь серьезные последствия, определенные некоторыми даже катастрофическими аналитиками, для британской экономики, что никакое соглашение с Соединенными Штатами, как обещал Трамп, не сможет смягчить. Оппозиции, а также консерваторы, выступавшие против выхода без соглашения, угрожали строительством альтернативного парламента, а некоторые консерваторы в пользу Европы угрожали проголосовать в недоверии премьеру, выраженному их партией. Таким образом, английская политика рискует парализовать, но и рухнуть, своего рода взрыв, способный привести страну к состоянию серьезного отсутствия условий для управляемости. Действительно, мы должны также подумать о наличии парламента, который был приостановлен из-за его прерогатив, против правительства, которое рано или поздно должно будет представить свои положения. Кроме того, доверие к британскому премьер-министру, которое уже незначительно, подвергается очередному падению по очевидным причинам, что также будет иметь последствия для международной аудитории, если ей удастся удержать этот пост на долгое время.

英國首相阻止英國議會

10月14日,英國總理在未經協議的情況下從歐盟退出英國退出,涉及女王,並要求將新議會的演講推遲到議會。通過這種方式,英國議會將無法討論退出方式和任何糾正措施。所採取的措施類似政變,因為它公開違反憲法慣例,因為它是一項從未被採用的規定,除非在1600年的英國內戰之際,以查爾斯一世的斬首而結束,議會。英國議員的反應非常不屑,因為英國民主是一個議會民主國家,無法討論諸如離開聯盟這樣的根本問題。因此,英國政治在其歷史上知道了一個新的低點,但自從在歐洲出路以來舉行的協商性公民投票以來,這種下降似乎並未停止。畢竟,即使難以預測這樣的決定,現任總理的水平也可以預見到當前總理的水平。英國政治階層再次無法表達一個名副其實的代表,繼續將這個國家,無論是大多數人還是反對者,委託給日益貧困的人格,優柔寡斷政策的作者,只有能夠找到暫時的,永遠不會有效的解然而,目前的決定具有特殊的嚴重性,因為它貶低了英國人民當選代表所在的議會機構。現任總理,為了繼續他對歐洲的個人戰鬥,並蔑視幾乎一半反對這一決定的選民,來實施一項決定,不僅不會在個人層面上產生影響。可能是歷史上作為將英格蘭帶出歐洲並解決已經持續太久的問題的願望,使得總理明顯錯誤的評估。與此同時,英鎊遭受嚴重貶值,英國經濟前景明顯不利。對於英國經濟而言,缺乏協議將對英國經濟造成嚴重後果,即一些甚至是災難性的分析師所定義的,即特朗普所承諾的與美國的協議將無法減輕。反對派,以及保守派反對未經協議退出,威脅建立另一個議會,一些支持歐洲的保守派威脅要投票反對他們黨所表達的總理的不信任。通過這種方式,英國政治可能會癱瘓,但也會崩潰,這種內爆能使該國陷入嚴重缺乏治理條件的狀態。實際上,我們還必須考慮一個議會的可用性,該議會已經被其特權暫停,反對政府遲早會提出其規定。此外,由於顯而易見的原因,英國首相的可信度已經是一個小問題,這也會對國際受眾產生影響,只要它能夠在未來很長一段時間內設立辦事處。

英国の首相が英国議会を妨害

イギリスの首相は、合意なしに欧州連合から英国の出口に到着するために、10月14日に新しい政府のための議会へのスピーチを延期するように要請する女王を巻き込みました。このようにして、イギリス議会は退場の方法と是正措置について議論することを妨げられるでしょう。採用された措置は、憲法慣行の公然の違反にあるように、クーデターに似ています。議会。英国の民主主義は議会の民主主義であり、連合を去るなどの基本的な問題を議論することを妨げられているため、英国の議会主義者の反応は非常に軽daされています。このように、英国の政治はその歴史の中で新しいより低い点を知っていますが、ヨーロッパからの脱出の際に、諮問国民投票が開催されて以来、下降は止まっていないようです。結局のところ、現在の首相のレベルは、たとえそのような決定を予測することが困難であったとしても、現在の首相のようなドリフトを予見できるほどです。繰り返しますが、英国の政治階級は、その名にふさわしい代表を表明することができませんでした。一時的で効果のないソリューション。しかし、現在の決定は、選出された英国国民の代表者が座る議会制度を崩壊させるため、特定の重力を前提としています。現在の首相は、欧州との個人的な戦いを続け、この決定に反対する投票者のほぼ半数を軽するために、個人レベルでも結果を出すことができない決定を実施するようになります。おそらく、イギリスをヨーロッパから持ち出し、長きにわたって続いてきた問題を終結させた者として歴史に名を残したいという願望が、首相を評価の明確な誤りへと導いた。一方、ポンドは大幅な減価を被り、英国経済の見通しは明らかにマイナスに見えます。合意の欠如は、破局的なアナリストでさえも英国経済にとって重大な結果をもたらし、トランプが約束した米国との合意は緩和できないだろう。野党だけでなく、合意なしに撤退することに反対する保守派も、代替議会の建設を脅かし、ヨーロッパを支持する一部の保守派は、党が表明した首相に不信感を抱くと脅した。このように、英国の政治は麻痺の危険性がありますが、崩壊する可能性もあります。崩壊は、国家を統治可能性の条件の深刻な欠如状態に陥れる可能性があります。確かに、私たちは、遅かれ早かれ、その規定を提示しなければならない政府に対して、特権によって中断された議会の可用性についても考えなければなりません。さらに、英国首相の信頼性は、すでに小さなことですが、明白な理由のために別の低下を被ります。これは、長期にわたって事務所を維持することができれば、国際的な聴衆にも影響を与えます。

رئيس الوزراء البريطاني يمنع البرلمان البريطاني

توصل رئيس الوزراء البريطاني ، الذي وصل إلى خروج بريطانيا العظمى من الاتحاد الأوروبي دون اتفاقات ، إلى الملكة ، وطلب تأجيل الخطاب أمام البرلمان للحكومة الجديدة ، في 14 أكتوبر. وبهذه الطريقة ، يُمنع البرلمان الإنجليزي من مناقشة طرق الخروج وأي إجراءات تصحيحية. يشبه الإجراء الذي تم تبنيه الانقلاب ، كما يبدو في انتهاك صريح للممارسة الدستورية ، لأنه بند لم يتم اعتماده مطلقًا ، إلا في الحرب الأهلية الإنجليزية في عام 1600 ، والتي انتهت بقطع رأس الملك تشارلز الأول ، الذي كان قد تم حظره البرلمان. كانت ردود أفعال البرلمانيين البريطانيين مزعجة للغاية ، لأن الديمقراطية البريطانية هي ديمقراطية برلمانية تمنعها من مناقشة قضية أساسية مثل مغادرة الاتحاد. وهكذا تعرف السياسة الإنجليزية نقطة جديدة في تاريخها ، لكن يبدو أن النزول لم يتوقف منذ إجراء الاستفتاء التشاوري ، وهو في طريقه إلى الخروج من أوروبا. بعد كل شيء ، فإن مستوى رئيس الوزراء الحالي يمكن أن يتوقع انحرافًا عن المستوى الحالي ، حتى لو كان من الصعب التنبؤ بمثل هذا القرار. مرة أخرى ، لم تتمكن الطبقة السياسية البريطانية من التعبير عن ممثل يستحق هذا الاسم ، مع الاستمرار في تكليف البلد ، سواء في الأغلبية أو في المعارضة ، بشخصيات ذات مستوى فقير متزايد ، واضعو سياسات غير حاسمة وقادرين فقط على إيجاد حلول مؤقتة وفعالة أبدا. ومع ذلك ، فإن القرار الحالي يفترض خطورة كبيرة لأنه يحطّم المؤسسة البرلمانية ، حيث يجلس الممثلون المنتخبون للشعب البريطاني. رئيس الوزراء الحالي ، من أجل الاستمرار في معركته الشخصية ضد أوروبا وفي ازدراء ما يقرب من نصف الناخبين المعارضين لهذا القرار ، يأتي لتنفيذ قرار لا يمكن أن يفشل في أن يكون له عواقب على المستوى الشخصي أيضًا. ربما أدت الرغبة في الانحدار في التاريخ باعتباره الشخص الذي أخرج إنجلترا من أوروبا وإغلاق قضية مستمرة منذ فترة طويلة ، رئيس الوزراء إلى خطأ واضح في التقييم. في هذه الأثناء ، يعاني الجنيه من انخفاض حاد ، ويبدو أن توقعات الاقتصاد البريطاني سلبية. سيكون لعدم وجود اتفاق عواقب وخيمة ، كما حددها بعض المحللين حتى كارثية ، بالنسبة للاقتصاد البريطاني ، أن أي اتفاق مع الولايات المتحدة ، كما وعدت ترامب ، سوف تكون قادرة على التخفيف. هددت المعارضة ، وكذلك المحافظون الذين عارضوا الخروج دون اتفاق ، ببناء برلمان بديل وهدد بعض المحافظين لصالح أوروبا بالتصويت في انعدام ثقة رئيس الوزراء الذي عبر عنه حزبهم. وبهذه الطريقة ، تخاطر السياسة الإنجليزية بالشلل ، ولكنها تنهار أيضًا ، وهو نوع من الانهيار القادر على جلب البلاد إلى حالة من النقص الخطير في شروط الحكم. في الواقع ، يجب أن نفكر أيضًا في توفر برلمان ، تم تعليقه بصلاحياته ، ضد حكومة ستضطر عاجلاً أم آجلاً إلى تقديم أحكامها. بالإضافة إلى ذلك ، فإن مصداقية رئيس الوزراء البريطاني ، وهو أمر صغير بالفعل ، تشهد تراجعًا آخر لأسباب واضحة ، والتي سيكون لها أيضًا عواقب على الجمهور الدولي ، طالما أنها تمكنت من شغل المنصب لفترة طويلة قادمة.

martedì 27 agosto 2019

Il presidente francese cerca la leadership internazionale

Aldilà dei risultati annunciati, ma non ancora certificati, il dato più evidente alla fine del vertice delle sette economie avanzate, che si è svolto in Francia, è la volontà del presidente francese di trovare un ruolo più rilevante sulla scena internazionale. I progressi su questioni fondamentali per la stabilità mondiale, Iran, rapporti con la Cina e questione dei dazi commerciali, per ora non hanno molto di effettivo: il lato positivo è che si sia avviata una discussione su temi che erano colpiti, principalmente, dall’ostracismo degli Stati Uniti. La disponibilità mostrata dal presidente Trump, non deve però ingannare: l’inquilino della Casa Bianca ha ormai abituato la platea internazionale a repentini cambi di direzione, grazie ad una strategia basata sull’improvvisazione, neppure tanto chiara ai componenti del suo governo. Probabilmente lo scenario francese ha stimolato il presidente amerciano ad una certa accondiscendenza, favorita dall’atteggiamento del padrone di casa, ben disposto a giocare su più tavoli per tentare di ristabilire un ruolo francese non allineato, ma in realtà interpretato a sostegno del più importante opsite americano. Non si capiscono mlto le intenzioni del presidente francese: se guadagnare una leadership in Europa, sfruttando la concomitante discesa della cancelliera Merkel o se riguadagnare i favori degli USA, dopo un periodo difficile delle relazioni bilaterali. Certamente lo schema che guida l’azione di Macron è quello ispirato ad una politica estera non allineata (favorita dal progressivo sganciamento americano da nazione guida dell’occidente) ma in grado, attraverso il dialogo con ogni attore internazionale, di trovare soluzioni globali. Il tutto in un quadro generale che faccia riferimento ai valori europei; come si vede un programma di politica estera non da media potenza, ma da soggetto capace di esercitare un ruolo di guida in Europa. La questione è che la Francia, da sola non può essere in grado di esercitare questo ruolo, senza il supporto dell’Unione Europea. Per avere questo ruolo di rilievo è necessario portare risultati tangibili e non programmi ambiziosi.  Certamente riportare la questione iraniana all’attenzione della politica statunitense è un primo risultato apprezzabilee la disponibilità di Trump, se sincera, di vedere il presidente iraniano rappresenta lo sblocco di un problema di ordine mondiale. L’Iran ha già chiesto di ritirare le sanzioni, ma Trump, ed anche il presidente francese si aspettano, almeno, il ritorno alle condizioni di Vienna da parte di Teheran. Avere creato comunque le condizioni per la ripresa del dialogo è già un primo risultato, che però Macron deve anche all’atteggiamento dell’Unione Europea, ma anche di Cina e Russia, di non seguire gli Stati Uniti sul ritiro unilaterale dei trattato. Bisogna anche ricordare che, aldilà della disponibilità di Trump, gli USA inseguono altri obiettivi, oltre ad impedire che l’Iran diventi una potenza nucleare e, cioè, vogliono che Teheran non intervenga in Siria, Libano e Yemen. Su questi punti sarà più difficle ottenere un dialogo, perchè l’Iran considera questi obiettivi americani una sorta di ingerenza alla propria politica estera, che provengono, non tanto da interessi strategici americani, ma da esplicite richieste di Arabia Saudita ed Israele. Ma queste richieste non riguardano il presidente francese, che le tiene ben distinte dalla questione del nucleare iraniano, che è l’argomento centrale per Parigi.  Occorre anche considerare una ulteriore ragione, che possa spiegare l’attivismo del presidente francese: l’impressione è che Macron cerchi di recuperare con l’azione internazionale il consenso perduto con la sua azione di governo in Francia. Richiamare la grandeur francese ha sempre un certo effetto popolare e può servire per riguadagnare posizioni all’interno dell’elettorato francese, sopratutto se l’azione di politica estera si compie lontano dall’autunno, quando le questioni economiche interne saranno di nuovo al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica francese. Se Macron aspira ad un ruolo di guida in Europa dovrà preoccuparsi di rilanciare le istituzioni europee attraverso politiche redistributive incentrate sul lavoro e sull’occupazione, lontano dalle ricette liberiste che gli sono gradite: solo così potrà aspirare ad un ruolo di leader in ambito europeo, sempre che sia confermato anche nel suo paese.

The French president seeks international leadership

Beyond the results announced, but not yet certified, the most evident figure at the end of the summit of the seven advanced economies, which took place in France, is the French president's desire to find a more significant role on the international scene. The progress on fundamental issues for world stability, Iran, relations with China and the question of commercial duties, for the time being, do not have much effect: the positive side is that a discussion has started on issues that were mainly affected by the US ostracism. The availability shown by President Trump, however, must not deceive: the White House tenant has now accustomed the international audience to sudden changes of direction, thanks to a strategy based on improvisation, not even so clear to the members of his government. Probably the French scenario has stimulated the President Amerciano to a certain condescension, favored by the attitude of the landlord, willing to play on more tables to try to re-establish a French role not aligned, but actually interpreted in support of the most important site American. The intentions of the French president are not entirely understood: whether to gain leadership in Europe, taking advantage of the concomitant descent of Chancellor Merkel or regaining the favors of the USA, after a difficult period of bilateral relations. Certainly the scheme that guides Macron's action is one inspired by a non-aligned foreign policy (favored by the progressive American decoupling from a leading nation of the West) but capable, through dialogue with every international actor, of finding global solutions. All in a general framework that refers to European values; as we see a foreign policy program not of medium power, but as a subject capable of exercising a leading role in Europe. The question is that France alone cannot be able to exercise this role without the support of the European Union. To have this important role it is necessary to bring tangible results and not ambitious programs. Certainly bringing the Iranian issue to the attention of US policy is a first appreciable result, and Trump's willingness, if sincere, to see the Iranian president represents the release of a world order problem. Iran has already asked to withdraw sanctions, but Trump, and also the French president expect, at least, Tehran's return to Vienna conditions. However, having created the conditions for the resumption of dialogue is already a first result, which Macron also owes to the attitude of the European Union, but also of China and Russia, not to follow the United States on the unilateral withdrawal of the treaties. We must also remember that, beyond Trump's availability, the US is pursuing other objectives, as well as preventing Iran from becoming a nuclear power and, that is, they want Tehran not to intervene in Syria, Lebanon and Yemen. On these points it will be more difficult to obtain a dialogue, because Iran considers these American objectives a sort of interference with its foreign policy, which come, not so much from American strategic interests, but from explicit requests from Saudi Arabia and Israel. But these requests do not concern the French president, who keeps them very distinct from the Iranian nuclear issue, which is the central argument for Paris. It is also necessary to consider a further reason, which may explain the activism of the French president: the impression is that Macron tries to recover with the international action the lost consent with his government action in France. Recalling the French grandeur always has a certain popular effect and can be used to regain positions within the French electorate, especially if the foreign policy action takes place far from the autumn, when internal economic questions will again be at the center of the attention of the French public opinion. If Macron aspires to a leading role in Europe, it will have to worry about relaunching the European institutions through redistributive policies focused on work and employment, far from the liberalist recipes they like: only then can they aspire to a European leadership role, provided that it is also confirmed in your country.

El presidente francés busca liderazgo internacional

Más allá de los resultados anunciados, pero aún no certificados, la cifra más evidente al final de la cumbre de las siete economías avanzadas, que tuvo lugar en Francia, es el deseo del presidente francés de encontrar un papel más significativo en la escena internacional. El progreso en temas fundamentales para la estabilidad mundial, Irán, las relaciones con China y la cuestión de los deberes comerciales, por el momento, no tiene mucho efecto: el lado positivo es que ha comenzado una discusión sobre temas que fueron afectados principalmente por el El ostracismo estadounidense. Sin embargo, la disponibilidad mostrada por el presidente Trump no debe engañar: el inquilino de la Casa Blanca ahora ha acostumbrado a la audiencia internacional a cambios repentinos de dirección, gracias a una estrategia basada en la improvisación, que ni siquiera es tan clara para los miembros de su gobierno. Probablemente, el escenario francés ha estimulado al presidente Amerciano a una cierta condescendencia, favorecida por la actitud del propietario, dispuesto a jugar en más mesas para tratar de restablecer un papel francés no alineado, pero en realidad interpretado en apoyo del sitio más importante americano. Las intenciones del presidente francés no se entienden del todo: ganar el liderazgo en Europa, aprovechar el descenso concomitante de la canciller Merkel o recuperar los favores de los EE. UU., Después de un difícil período de relaciones bilaterales. Ciertamente, el esquema que guía la acción de Macron está inspirado en una política exterior no alineada (favorecida por el progresivo desacoplamiento estadounidense de una nación líder de Occidente) pero capaz, a través del diálogo con cada actor internacional, de encontrar soluciones globales. Todo en un marco general que se refiere a los valores europeos; como vemos un programa de política exterior no de potencia media, sino como un sujeto capaz de ejercer un papel de liderazgo en Europa. La cuestión es que Francia por sí sola no puede ejercer este papel sin el apoyo de la Unión Europea. Para tener este importante papel es necesario traer resultados tangibles y no programas ambiciosos. Ciertamente, señalar el problema iraní a la atención de la política estadounidense es un primer resultado apreciable, y la voluntad de Trump, si es sincera, de ver al presidente iraní representa la liberación de un problema de orden mundial. Irán ya ha pedido retirar las sanciones, pero Trump, y también el presidente francés esperan, al menos, el regreso de Teherán a las condiciones de Viena. Sin embargo, haber creado las condiciones para la reanudación del diálogo ya es un primer resultado, que Macron también debe a la actitud de la Unión Europea, pero también de China y Rusia, de no seguir a Estados Unidos en la retirada unilateral de los tratados. También debemos recordar que, más allá de la disponibilidad de Trump, Estados Unidos persigue otros objetivos, además de evitar que Irán se convierta en una potencia nuclear y, es decir, quieren que Teherán no intervenga en Siria, Líbano y Yemen. En estos puntos, será más difícil lograr un diálogo, porque Irán considera estos objetivos estadounidenses como una especie de interferencia con su política exterior, que proviene, no tanto de intereses estratégicos estadounidenses, sino de solicitudes explícitas de Arabia Saudita e Israel. Pero estas solicitudes no conciernen al presidente francés, que las mantiene muy distintas de la cuestión nuclear iraní, que es el argumento central para París. También es necesario considerar otra razón, que puede explicar el activismo del presidente francés: la impresión es que Macron intenta recuperar con la acción internacional el consentimiento perdido con su acción gubernamental en Francia. Recordar la grandeza francesa siempre tiene un cierto efecto popular y se puede utilizar para recuperar posiciones dentro del electorado francés, especialmente si la acción de política exterior tiene lugar lejos del otoño, cuando las cuestiones económicas internas volverán a estar en el centro del electorado. atención de la opinión pública francesa. Si Macron aspira a un papel de liderazgo en Europa, tendrá que preocuparse por relanzar las instituciones europeas a través de políticas redistributivas centradas en el trabajo y el empleo, lejos de las recetas liberales que les gustan: solo entonces pueden aspirar a un papel de liderazgo europeo, siempre que también esté confirmado en su país.

Der französische Präsident strebt internationale Führung an

Abgesehen von den angekündigten, aber noch nicht bestätigten Ergebnissen ist der Wunsch des französischen Präsidenten, eine wichtigere Rolle in der internationalen Szene zu finden, die augenfälligste Zahl am Ende des Gipfels der sieben fortgeschrittenen Volkswirtschaften, der in Frankreich stattgefunden hat. Die Fortschritte in grundlegenden Fragen der Weltstabilität, des Iran, der Beziehungen zu China und der Frage der Handelszölle haben vorerst keine großen Auswirkungen: Positiv ist, dass eine Diskussion über Themen begonnen hat, die hauptsächlich von der Krise betroffen waren US-Ausgrenzung. Die von Präsident Trump gezeigte Verfügbarkeit darf jedoch nicht täuschen: Der Mieter des Weißen Hauses hat das internationale Publikum nun an plötzliche Richtungsänderungen gewöhnt, dank einer Strategie, die auf Improvisation basiert und für die Mitglieder seiner Regierung nicht so klar ist. Wahrscheinlich hat das französische Szenario den Präsidenten Amerciano zu einer gewissen Herablassung angeregt, die durch die Haltung des Vermieters begünstigt wird und bereit ist, an mehr Tischen zu spielen, um zu versuchen, eine französische Rolle wiederherzustellen, die nicht ausgerichtet, sondern tatsächlich zur Unterstützung des wichtigsten Standorts gedeutet wird Amerikaner. Die Absichten des französischen Präsidenten sind nicht vollständig geklärt: ob er nach einer schwierigen Zeit der bilateralen Beziehungen die Führung in Europa übernehmen, die damit einhergehende Abstammung von Bundeskanzlerin Merkel ausnutzen oder die Gunst der USA zurückgewinnen will. Gewiss ist das Schema, das Macrons Handeln lenkt, von einer nicht angeglichenen Außenpolitik inspiriert (begünstigt durch die fortschreitende Abkopplung der USA von einer führenden Nation des Westens), die jedoch im Dialog mit jedem internationalen Akteur in der Lage ist, globale Lösungen zu finden. Alles in einem allgemeinen Rahmen, der sich auf europäische Werte bezieht; Wir sehen ein außenpolitisches Programm nicht von mittlerer Macht, sondern als ein Thema, das in der Lage ist, eine führende Rolle in Europa zu spielen. Die Frage ist, dass Frankreich allein diese Rolle nicht ohne die Unterstützung der Europäischen Union ausüben kann. Um diese wichtige Rolle zu spielen, müssen greifbare Ergebnisse erzielt werden und keine ehrgeizigen Programme. Sicherlich ist es ein erstes nennenswertes Ergebnis, die iranische Frage auf die US-Politik aufmerksam zu machen, und Trumps Bereitschaft, den iranischen Präsidenten zu sehen, ist, wenn auch aufrichtig, die Auslösung eines Weltordnungsproblems. Der Iran hat bereits darum gebeten, die Sanktionen aufzuheben, aber Trump und auch der französische Präsident rechnen zumindest mit der Rückkehr Teherans nach Wien. Die Voraussetzungen für die Wiederaufnahme des Dialogs geschaffen zu haben, ist jedoch bereits ein erstes Ergebnis, das Macron auch der Haltung der Europäischen Union, aber auch Chinas und Russlands zu verdanken hat, den Vereinigten Staaten beim einseitigen Rückzug der Verträge nicht zu folgen. Wir müssen uns auch daran erinnern, dass die USA über Trumps Verfügbarkeit hinaus andere Ziele verfolgen und verhindern, dass der Iran eine Atommacht wird, und dass Teheran nicht in Syrien, im Libanon und im Jemen interveniert. In diesen Punkten wird es schwieriger sein, einen Dialog zu führen, da der Iran diese amerikanischen Ziele als eine Art Eingriff in seine Außenpolitik ansieht, der nicht so sehr von den strategischen Interessen der USA ausgeht, sondern von ausdrücklichen Forderungen aus Saudi-Arabien und Israel. Diese Forderungen betreffen jedoch nicht den französischen Präsidenten, der sie sehr von der iranischen Atomfrage unterscheidet, die das zentrale Argument für Paris ist. Es ist auch notwendig, einen weiteren Grund in Betracht zu ziehen, der den Aktivismus des französischen Präsidenten erklären könnte: Der Eindruck ist, dass Macron versucht, mit der internationalen Aktion die verlorene Zustimmung mit seiner Regierungsaktion in Frankreich wiederherzustellen. Die Erinnerung an die französische Größe hat immer einen gewissen Volkseffekt und kann zur Wiedererlangung von Positionen innerhalb der französischen Wählerschaft genutzt werden, insbesondere wenn die außenpolitischen Maßnahmen weit ab dem Herbst stattfinden, in dem die innenwirtschaftlichen Fragen erneut im Mittelpunkt des Interesses stehen werden Aufmerksamkeit der französischen Öffentlichkeit. Wenn Macron eine führende Rolle in Europa anstrebt, muss er sich Sorgen machen, dass die europäischen Institutionen durch eine auf Arbeit und Beschäftigung ausgerichtete Umverteilungspolitik wiederbelebt werden, weit entfernt von den liberalistischen Rezepten, die sie mögen: Nur dann können sie eine europäische Führungsrolle anstreben. vorausgesetzt, es ist auch in Ihrem Land bestätigt.

Le président français à la recherche d'un leadership international

Au-delà des résultats annoncés, mais non encore certifiés, le chiffre le plus évident à l'issue du sommet des sept économies avancées, qui s'est tenu en France, est la volonté du président français de trouver un rôle plus important sur la scène internationale. Les progrès sur les questions fondamentales pour la stabilité mondiale, l’Iran, les relations avec la Chine et la question des droits commerciaux n’ont pour le moment que peu d’effet: l’aspect positif est qu’un débat a commencé sur des questions qui ont été principalement touchées par la crise économique. Ostracisme américain. La disponibilité affichée par le président Trump ne doit toutefois pas être trompée: le locataire de la Maison Blanche a maintenant habitué le public international à de brusques changements de direction, grâce à une stratégie basée sur l'improvisation, encore moins claire pour les membres de son gouvernement. Le scénario français a probablement incité le président Amerciano à adopter une certaine condescendance, favorisée par l'attitude du propriétaire, souhaitant jouer sur plus de tables pour tenter de rétablir un rôle français non aligné, mais interprété à l'appui du site le plus important. américain. Les intentions du président français ne sont pas entièrement comprises: qu'il s'agisse de prendre la tête de l'Europe, en profitant de la descendance concomitante de la chancelière Merkel, ou de reconquérir les faveurs des États-Unis, après une période difficile de relations bilatérales. Le plan qui guide l'action de Macron est certainement inspiré par une politique étrangère non alignée (favorisée par le découplage progressif américain d'un pays dominant de l'Ouest) mais capable, à travers un dialogue avec tous les acteurs internationaux, de trouver des solutions globales. Le tout dans un cadre général faisant référence aux valeurs européennes. comme nous voyons un programme de politique étrangère non pas de puissance moyenne, mais comme un sujet capable d’exercer un rôle moteur en Europe. La question est que la France seule ne peut pas exercer ce rôle sans le soutien de l'Union européenne. Pour avoir ce rôle important, il est nécessaire d’apporter des résultats tangibles et non des programmes ambitieux. Porter la question iranienne à l'attention de la politique américaine est certes un premier résultat appréciable, et la volonté de Trump, même sincère, de voir le président iranien représenter la libération d'un problème d'ordre mondial. L’Iran a déjà demandé le retrait de ses sanctions, mais Trump, ainsi que le président français, attendent au moins le retour de Téhéran aux conditions de Vienne. Cependant, avoir créé les conditions pour la reprise du dialogue est déjà un premier résultat, que Macron doit également à l'attitude de l'Union européenne, mais également de la Chine et de la Russie, de ne pas suivre les États-Unis dans le retrait unilatéral des traités. Nous devons également nous rappeler que, outre la disponibilité de Trump, les États-Unis poursuivent d'autres objectifs, tout en empêchant l'Iran de devenir une puissance nucléaire et, en d'autres termes, ils souhaitent que Téhéran ne intervienne pas en Syrie, au Liban et au Yémen. Il sera plus difficile d'obtenir un dialogue sur ces points, car l'Iran considère ces objectifs américains comme une sorte d'ingérence dans sa politique étrangère, qui découlent non pas tant des intérêts stratégiques américains, mais de demandes explicites de l'Arabie saoudite et d'Israël. Mais ces demandes ne concernent pas le président français, qui les maintient très distinctes de la question nucléaire iranienne, l'argument central de Paris. Il est également nécessaire d’examiner une autre raison, qui pourrait expliquer l’activisme du président français: on a l’impression que Macron tente de récupérer avec l’action internationale le consentement perdu avec son action gouvernementale en France. Le rappel de la grandeur française a toujours un certain effet populaire et peut être utilisé pour regagner des positions au sein de l'électorat français, surtout si l'action de politique étrangère se déroule loin de l'automne, alors que les questions économiques internes seront à nouveau au centre des préoccupations des électeurs français. l'attention de l'opinion publique française. Si Macron aspire à jouer un rôle de premier plan en Europe, il devra s'inquiéter de la relance des institutions européennes par le biais de politiques de redistribution axées sur le travail et l'emploi, loin des recettes libérales qu'elles apprécient: ce n'est qu'alors qu'ils pourront aspirer à un rôle de leader européen. à condition que cela soit également confirmé dans votre pays.

O presidente francês busca liderança internacional

Além dos resultados anunciados, mas ainda não certificados, a figura mais evidente no final da cúpula das sete economias avançadas, realizada na França, é o desejo do presidente francês de encontrar um papel mais significativo no cenário internacional. O progresso em questões fundamentais para a estabilidade mundial, o Irã, as relações com a China e a questão das obrigações comerciais, por enquanto, não têm muito efeito: o lado positivo é que se iniciou uma discussão sobre questões que foram afetadas principalmente pelo Ostracismo dos EUA. A disponibilidade demonstrada pelo presidente Trump, no entanto, não deve enganar: o inquilino da Casa Branca já acostumou a audiência internacional a súbitas mudanças de direção, graças a uma estratégia baseada na improvisação, nem tão clara para os membros de seu governo. Provavelmente, o cenário francês estimulou o presidente Amerciano a uma certa condescendência, favorecido pela atitude do proprietário, disposto a jogar em mais mesas para tentar restabelecer um papel francês não alinhado, mas na verdade interpretado em apoio ao site mais importante americano. As intenções do presidente francês não são inteiramente compreendidas: seja para ganhar a liderança na Europa, aproveitando a descida concomitante da chanceler Merkel ou reconquistar os favores dos EUA, após um período difícil de relações bilaterais. Certamente, o esquema que guia a ação da Macron é aquele inspirado por uma política externa não-alinhada (favorecida pela dissociação americana progressista de uma nação líder do Ocidente), mas capaz, através do diálogo com todos os atores internacionais, de encontrar soluções globais. Tudo num quadro geral que se refere aos valores europeus; como vemos um programa de política externa não de poder médio, mas como um assunto capaz de exercer um papel de liderança na Europa. A questão é que a França, por si só, não pode exercer este papel sem o apoio da União Europeia. Para ter esse importante papel, é necessário trazer resultados tangíveis e não programas ambiciosos. Certamente trazer a questão iraniana à atenção da política dos EUA é um primeiro resultado apreciável, e a disposição de Trump, se sincero, em ver o presidente iraniano representa a liberação de um problema de ordem mundial. O Irã já pediu para retirar as sanções, mas Trump, e também o presidente francês, esperam pelo menos o retorno de Teerã às condições de Viena. No entanto, tendo criado as condições para a retomada do diálogo já é um primeiro resultado, que Macron também deve à atitude da União Europeia, mas também da China e da Rússia, para não seguir os Estados Unidos sobre a retirada unilateral dos tratados. Devemos lembrar também que, além da disponibilidade de Trump, os EUA estão perseguindo outros objetivos, bem como impedindo o Irã de se tornar uma potência nuclear e, quer dizer, querem que Teerã não intervenha na Síria, no Líbano e no Iêmen. Nesses pontos, será mais difícil obter um diálogo, porque o Irã considera esses objetivos norte-americanos uma espécie de interferência em sua política externa, advinda não tanto dos interesses estratégicos americanos, mas de pedidos explícitos da Arábia Saudita e Israel. Mas esses pedidos não dizem respeito ao presidente francês, que os mantém muito distintos da questão nuclear iraniana, que é o argumento central de Paris. Também é necessário considerar uma razão adicional, que pode explicar o ativismo do presidente francês: a impressão é que Macron tenta recuperar com a ação internacional o consentimento perdido com sua ação do governo na França. Lembrar a grandeza francesa sempre tem um certo efeito popular e pode ser usado para recuperar posições dentro do eleitorado francês, especialmente se a ação de política externa acontecer longe do outono, quando as questões econômicas internas estarão novamente no centro do país. atenção da opinião pública francesa. Se a Macron aspira a um papel de liderança na Europa, terá de se preocupar em relançar as instituições europeias através de políticas redistributivas centradas no trabalho e no emprego, longe das receitas liberais de que gostam: só então podem aspirar a um papel de liderança europeu, desde que também seja confirmado no seu país.

Президент Франции ищет международного лидерства

Помимо объявленных, но еще не подтвержденных результатов, наиболее очевидной цифрой в конце саммита семи стран с развитой экономикой, который состоялся во Франции, является желание президента Франции найти более значительную роль на международной арене. Прогресс в решении фундаментальных вопросов мировой стабильности, Ирана, отношений с Китаем и вопроса о коммерческих пошлинах пока не имеет большого эффекта: положительным моментом является то, что началось обсуждение вопросов, которые в основном были затронуты Американский остракизм. Однако доступность, продемонстрированная президентом Трампом, не должна обманывать: арендатор Белого дома уже привык к международной аудитории к внезапным изменениям направления благодаря стратегии, основанной на импровизации, даже не столь понятной членам его правительства. Вероятно, французский сценарий подтолкнул президента Амерчано к определенному снисхождению, одобренному отношением домовладельца, желающего играть за большим количеством столов, чтобы попытаться восстановить роль Франции, не выровненную, но фактически интерпретированную в поддержку самого важного сайта Американский. Намерения президента Франции не совсем понятны: получить ли лидерство в Европе, воспользовавшись сопутствующим снижением канцлера Меркель, или вернуть себе благосклонность США после сложного периода двусторонних отношений. Конечно, схема, которая руководит действиями Макрона, основана на неприсоединившейся внешней политике (поддерживаемой прогрессивной развязкой Америки от ведущей страны Запада), но способной через диалог с каждым международным игроком находить глобальные решения. Все в общих рамках, которые относятся к европейским ценностям; Как мы видим, внешнеполитическая программа не средней силы, а субъекта, способного играть ведущую роль в Европе. Вопрос в том, что одна Франция не сможет выполнять эту роль без поддержки Европейского Союза. Чтобы играть эту важную роль, необходимо приносить ощутимые результаты, а не амбициозные программы. Конечно, доведение иранского вопроса до сведения американской политики является первым заметным результатом, и готовность Трампа, если он искренний, увидеть президента Ирана, представляет собой решение проблемы мирового порядка. Иран уже попросил отменить санкции, но Трамп, а также президент Франции ожидают, по крайней мере, возвращения Тегерана в венские условия. Однако создание условий для возобновления диалога уже является первым результатом, которому Макрон также обязан по отношению к Европейскому союзу, а также к Китаю и России не следовать примеру Соединенных Штатов в одностороннем отказе от договоров. Мы также должны помнить, что, помимо доступности Трампа, США преследуют другие цели, а также не позволяют Ирану стать ядерной державой, то есть они хотят, чтобы Тегеран не вмешивался в Сирию, Ливан и Йемен. По этим пунктам будет сложнее вести диалог, потому что Иран считает эти американские цели своего рода вмешательством в свою внешнюю политику, которая проистекает не столько из американских стратегических интересов, сколько из явных просьб Саудовской Аравии и Израиля. Но эти просьбы не касаются французского президента, который сильно отличает их от ядерной проблемы Ирана, которая является центральным аргументом для Парижа. Также необходимо рассмотреть еще одну причину, которая может объяснить активность французского президента: создается впечатление, что Макрон пытается восстановить с помощью международных действий потерянное согласие с его действиями правительства во Франции. Напоминание о французском величии всегда имеет определенный популярный эффект и может быть использовано для восстановления позиций во французском электорате, особенно если внешнеполитические действия происходят далеко от осени, когда внутренние экономические вопросы снова будут в центре внимания. внимание французского общественного мнения. Если Macron стремится к ведущей роли в Европе, ему придется беспокоиться о перезапуске европейских институтов посредством политики перераспределения, ориентированной на работу и занятость, вдали от либеральных рецептов, которые им нравятся: только тогда они могут стремиться к европейской руководящей роли, при условии, что это также подтверждено в вашей стране.

法國總統尋求國際領導

除了公佈的結果,但尚未獲得認證之外,在法國舉行的七個發達經濟體峰會結束時最明顯的數字是法國總統希望在國際舞台上發揮更重要作用的願望。目前,在世界穩定,伊朗,與中國的關係以及商業責任問題等基本問題上取得的進展沒有太大作用:積極的一面是,對主要受到影響的問題進行了討論。美國的排斥。然而,特朗普總統所表現出來的情況絕對不能欺騙:白宮租戶現在已經習慣了國際觀眾突然改變方向,這要歸功於一種基於即興創作的策略,對於他的政府成員來說甚至不是那麼清楚。可能法國的情景刺激了總統阿梅西亞諾的某種屈尊俯就,受到房東態度的青睞,願意在更多的桌子上玩,試圖重新建立一個不對齊的法國角色,但實際上解釋為支持最重要的網站美國人。法國總統的意圖尚不完全清楚:在經歷了一段艱難的雙邊關係之後,是否要在歐洲獲得領導,利用默克爾總理的伴隨下降或重新獲得美國的支持。當然,指導馬克龍行動的計劃受到不結盟外交政策的啟發(受到美國進步與西方主要國家脫鉤的青睞),但能夠通過與每個國際行動者的對話找到全球解決方案。所有這些都在涉及歐洲價值觀的一般框架中;因為我們看到的外交政策計劃不是中等權力,而是一個能夠在歐洲發揮主導作用的主題。問題是,沒有歐洲聯盟的支持,僅法國就無法發揮這一作用。要發揮這一重要作用,必須帶來切實的成果,而不是雄心勃勃的計劃。當然,提請美國政策注意伊朗問題是第一個可觀的結果,特朗普願意,如果真誠的話,看到伊朗總統代表世界秩序問題的釋放。伊朗已經要求撤銷制裁,但特朗普以及法國總統期望,至少德黑蘭重返維也納的條件。但是,為恢復對話創造條件已經是第一個結果,馬克龍也應該對歐盟的態度,也是中國和俄羅斯的態度,而不是跟隨美國單方面撤回條約。我們還必須記住,除了特朗普的可用性之外,美國正在追求其他目標,以及阻止伊朗成為核國家,也就是說,他們希望德黑蘭不要介入敘利亞,黎巴嫩和也門。在這些方面,獲得對話將更加困難,因為伊朗認為這些美國目標是對其外交政策的干涉,這種外交政策不僅來自美國的戰略利益,而且來自沙特阿拉伯和以色列的明確要求。但這些要求與法國總統無關,後者使他們與伊朗核問題截然不同,後者是巴黎的核心論點。還有必要考慮另一個原因,這可能解釋了法國總統的激進主義:印像是馬克龍試圖通過國際行動恢復他在法國的政府行動失去的同意。回顧法國的輝煌總是有一定的普遍效應,可以用來重新獲得法國選民的地位,特別是如果外交政策行動發生在遠離秋天的時候,那時內部經濟問題將再次成為法國選民的中心。關注法國輿論。如果Macron渴望在歐洲發揮主導作用,它將不得不擔心通過專注於工作和就業的再分配政策重新啟動歐洲機構,遠離他們喜歡的自由主義食譜:只有這樣他們才能渴望歐洲的領導角色,但在您所在的國家/地區也已確認。

フランス大統領は国際的なリーダーシップを求めている

発表されたがまだ認定されていない結果を超えて、フランスで開催された7つの先進国首脳会議の最後で最も明白な数字は、国際情勢でより重要な役割を見つけたいというフランス大統領の願いです。世界の安定、イラン、中国との関係、商業関税の問題に関する基本的な問題の進展は、当面はあまり効果がありません。肯定的な側面は、主に影響を受けた問題について議論が始まったことです米国の追放。しかし、トランプ大統領が示す空室状況はだまされてはなりません。ホワイトハウスのテナントは、即興に基づいた戦略のおかげで、政府のメンバーにさえ明確ではないため、今や国際的な聴衆を突然の方向転換に慣れています。おそらく、フランスのシナリオは、家主の態度に好まれ、アメルチャーノ大統領を刺激して、より多くのテーブルでプレーして、整列していないが実際に最も重要なサイトをサポートして解釈されるフランスの役割を再確立しようとするアメリカン。フランス大統領の意図は完全には理解されていません。二国間関係が困難な時期を経て、メルケル首相の付随的な降下を利用するか、アメリカの恩恵を取り戻すか、ヨーロッパでリーダーシップを獲得するかどうか。確かに、マクロンの行動を導くスキームは、非同盟の外交政策(西洋の先進国からの進歩的なアメリカの分離に好まれている)に触発されたものですが、すべての国際的な関係者との対話を通じて、グローバルな解決策を見つけることができます。ヨーロッパの価値を指す一般的な枠組みのすべて。私たちが見ているように、外交政策プログラムは中程度の力ではなく、ヨーロッパで主導的な役割を果たすことができる主題です。問題は、フランスだけでは欧州連合の支援なしではこの役割を果たせないということです。この重要な役割を持つためには、野心的なプログラムではなく、具体的な結果をもたらすことが必要です。確かにイラン問題を米国の政策に注目させることは最初の評価できる結果であり、トランプのイラン大統領への誠意を表明する意欲は、世界秩序問題の解放を表しています。イランはすでに制裁の撤回を求めているが、トランプ大統領とフランス大統領は、少なくともテヘランのウィーン復帰条件を期待している。しかし、対話の再開の条件を作成したことはすでに最初の結果であり、マクロンはまた、EUの態度だけでなく、中国とロシアも、一方的な協定の撤回に関して米国に従わないことを負っている。また、トランプの可用性を超えて、米国はイランが核保有国になるのを防ぐだけでなく、他の目的を追求していること、つまり、テヘランがシリア、レバノン、イエメンに介入しないことを望んでいることも覚えておく必要があります。これらの点については、イランはこれらのアメリカの目的を、アメリカの戦略的利益からではなく、サウジアラビアとイスラエルからの明確な要請から来る外交政策への一種の干渉と見なしているため、対話を得ることがより困難になるでしょう。しかし、これらの要求は、パリの中心的な議論であるイランの核問題とは非常に区別されているフランス大統領には関係ありません。また、フランス大統領の行動主義を説明するさらなる理由を考慮する必要があります。印象は、マクロンがフランスでの彼の政府の行動で失われた同意を国際行動で回復しようとするということです。フランスの壮大さを思い出すことは常に一定の人気のある効果があり、特に、内政問題が再び中心になる秋から遠く離れた外交政策が行われる場合、フランスの選挙区内での地位を取り戻すために使用できます。フランスの世論の注目。マクロンがヨーロッパで主導的な役割を目指す場合、仕事や雇用に焦点を当てた再分配政策を通じて、彼らが好む自由主義者のレシピからは程遠い欧州機関の再立ち上げを心配する必要があります。それはあなたの国でも確認されていることを条件とします。

الرئيس الفرنسي يبحث عن قيادة دولية

إلى جانب النتائج التي تم الإعلان عنها ، ولكن لم يتم التصديق عليها ، فإن الرقم الأكثر وضوحًا في نهاية قمة الاقتصادات المتقدمة السبعة ، التي عقدت في فرنسا ، هو رغبة الرئيس الفرنسي في إيجاد دور أكثر أهمية على الساحة الدولية. التقدم في القضايا الأساسية للاستقرار العالمي ، وإيران ، والعلاقات مع الصين ، ومسألة الرسوم التجارية ، في الوقت الحاضر ، ليس له تأثير كبير: الجانب الإيجابي هو أن النقاش قد بدأ حول القضايا التي تأثرت بشكل رئيسي نبذ الولايات المتحدة. ومع ذلك ، فإن التوافر الذي أظهره الرئيس ترامب يجب ألا يخدع: لقد اعتاد مستأجر البيت الأبيض الآن الجمهور الدولي على التغييرات المفاجئة في الاتجاه ، وذلك بفضل استراتيجية مبنية على الارتجال ، ولا حتى واضحة لأعضاء حكومته. ربما يكون السيناريو الفرنسي قد حفز الرئيس أميرسيانو على تنازل معين ، يفضله موقف المالك ، على استعداد للعب على المزيد من الطاولات في محاولة لإعادة تأسيس دور فرنسي غير متحاذٍ ، لكن تم تفسيره فعليًا لدعم الموقع الأكثر أهمية الأمريكية. إن نوايا الرئيس الفرنسي ليست مفهومة تمامًا: ما إذا كان يجب الحصول على القيادة في أوروبا ، أو الاستفادة من النزعة المصاحبة للمستشارة ميركل أو استعادة مزايا الولايات المتحدة الأمريكية ، بعد فترة صعبة من العلاقات الثنائية. من المؤكد أن المخطط الذي يرشد عمل ماكرون هو مخطط مستوحى من سياسة خارجية غير متحيزة (يفضلها الانفصال الأمريكي التدريجي عن دولة رائدة في الغرب) ولكنه قادر ، من خلال الحوار مع كل ممثل دولي ، على إيجاد حلول عالمية. كل ذلك في إطار عام يشير إلى القيم الأوروبية ؛ كما نرى برنامج للسياسة الخارجية ليس للقوة المتوسطة ، ولكن كموضوع قادر على ممارسة دور قيادي في أوروبا. والسؤال هو أن فرنسا وحدها لا تستطيع أن تمارس هذا الدور دون دعم الاتحاد الأوروبي. للقيام بهذا الدور المهم ، من الضروري تحقيق نتائج ملموسة وليس برامج طموحة. من المؤكد أن لفت انتباه القضية الإيرانية للسياسة الأمريكية هو أول نتيجة ملحوظة ، ورغبة ترامب ، إذا كانت صادقة ، في رؤية الرئيس الإيراني تمثل مشكلة نظام عالمي. لقد طلبت إيران بالفعل سحب العقوبات ، لكن ترامب ، وكذلك الرئيس الفرنسي يتوقع ، على الأقل ، عودة طهران لشروط فيينا. ومع ذلك ، فإن تهيئة الظروف لاستئناف الحوار هي بالفعل نتيجة أولى ، وهو ما يدين به ماكرون أيضًا لموقف الاتحاد الأوروبي ، بل وأيضًا من الصين وروسيا ، ألا يتبع الولايات المتحدة بشأن الانسحاب الأحادي للمعاهدات. يجب أن نتذكر أيضًا أن الولايات المتحدة ، إلى جانب توفر ترامب ، تسعى إلى تحقيق أهداف أخرى ، وكذلك منع إيران من أن تصبح قوة نووية ، أي أنها تريد من طهران ألا تتدخل في سوريا ولبنان واليمن. في هذه النقاط ، سيكون من الأصعب الحصول على حوار ، لأن إيران تعتبر هذه الأهداف الأمريكية نوعًا من التدخل في سياستها الخارجية ، والتي لا تأتي كثيرًا من المصالح الاستراتيجية الأمريكية ، ولكن من الطلبات الصريحة المقدمة من المملكة العربية السعودية وإسرائيل. لكن هذه الطلبات لا تتعلق بالرئيس الفرنسي ، الذي يبقيها متميزة عن القضية النووية الإيرانية ، والتي هي الحجة المركزية لباريس. من الضروري أيضًا التفكير في سبب إضافي ، قد يفسر نشاط الرئيس الفرنسي: الانطباع هو أن ماكرون يحاول استعادة الإجراء المفقود من خلال الموافقة الدولية على الإجراء الحكومي الضائع في فرنسا. إن استدعاء العظمة الفرنسية دائمًا له تأثير شعبي معين ويمكن استخدامه لاستعادة المناصب داخل الناخبين الفرنسيين ، خاصة إذا كان إجراء السياسة الخارجية يحدث بعيدًا عن الخريف ، عندما تكون المسائل الاقتصادية الداخلية في مركز انتباه الرأي العام الفرنسي. إذا كان ماكرون يتطلع إلى دور قيادي في أوروبا ، فسوف يتعين عليه القلق بشأن إعادة إطلاق المؤسسات الأوروبية من خلال سياسات إعادة التوزيع التي تركز على العمل والتوظيف ، بعيدًا عن الوصفات الليبرالية التي يحبها: عندها فقط يمكن أن يطمح إلى دور قيادي أوروبي ، شريطة أن يتم تأكيد ذلك أيضا في بلدك.

venerdì 23 agosto 2019

Europa ed USA si scontrano nel vertice delle sette economie avanzate

L’incontro dei sette paesi con l’economia più avanzata del mondo, che si svolge in Francia, presenta temi di grande contrasto tra i membri. L’introduzione di dazi e la minaccia di nuove imposte sulle merci in entrata negli USA, volute da Trump; la questione russa, con l’Unione Europea intenzionata a mantenere le sanzioni contro Mosca per la questione della Crimea e la guerra in Ucraina, ma avversate dagli Stati Uniti, che, anzi, vorrebbero riammettere la Russia a questi incontri ed infine l’accordo sul nucleare iraniano, difeso dall’Europa, ma dal quale gli USA si sono ritirati unilateralmente,  sono le questioni che stanno creando rapporti sempre più problematici tra Bruxelles e Washignton. Esiste, poi il problema tutto interno all’Unione causato dalla fuoriuscita del Regno Unito, più volte riamandata, che si avvia alla sua definitiva scadenza ancora senza un accordo tra le due parti. Per l’Europa la necessità di mantenere un ordine internazionale fondato su regole certe, rimane una questione non differibile e si scontra con l’azione politica del presidente americano, abituato a non rispettare i patti firmati ed a cambiare continuamente il suo indirizzo politico, che viene adattato di volta in volta alle situazioni contingenti per ottenere il massimo vantaggio immediato per il paese americano. Si tratta di due modi di espletare l’azione governativa del tutto opposti e difficilmente conciliabili e che sono alla base dei profondi dissidi tra le due parti e che ne hanno causato il progressivo allontanamento. Tuttavia Bruxelles cerca di mettere al centro del vertice la cooperazione tra i paesi membri, grazie al fatto di essere democrazie, che rispettano lo stato di diritto; questa caratteristica viene individuata come mezzo per influenzare l’attuale evoluzione del mondo. Si capisce che il dialogo tra le sette maggiori economie mondiali resta alla base dei possibili rapporti positivi, ma basarsi su di caratteristica, seppure importante, senza i dovuti sostegni, diplomatici, militari ed economici, resta soltanto una illusione pericolosa.  Anche perchè le prove del mancato rispetto dei trattati da parte di Washington continuano a ripetersi: anche l’accordo di Parigi sul clima sarà abbandonato dagli USA e la sessione del summit dedicata ai cambiamenti climatici avrà, così,  un esito non univoco.  Una novità interessante del G7 sarà l’apertura alla partecipazione di paesi africani: Burkina Faso, Egitto, Ruanda, Senegal e Sudafrica, il coinvolgimento di nazioni africane è interessante peri temi dell’immigrazione, del contrasto al terrorismo, per le potenziali collaborazioni in campo economico e per incrinare l’egemonia cinese nel continete africano; ma questo potrà essere soltanto un primo approccio, che dovrà essere seguito da iniziative concrete e da investimenti considerevoli. Ancora più difficile dirimere la questione dell’economia globale, il confronto tra Unione ed USA, ma con la Cina come spettatore interessato, sulla questione dell’introduzione dei dazi sembra essere senza soluzione, malgrado gli accrodi firmati, ma disattesi dal presidente degli Stati Uniti. Il rischio concreto è che l’introduzione dei dazi apra la via a successive ed infinite nuove imposte dall’una e dall’altra parte, con il rischio concreto di un innlazamento dei prezzi finali in grado di bloccare la già scarsa crescita mondiale. Altra questione fondamentale sono le tasse alle grandi industri informatiche, che colpirebbero prevalentemente aziende americane, l’Unione intende affrontare in maniera unita l’argomento, una modalità non gradita da Trump, che, come sempre per queste questioni, preferisce affrontare il problema con i singoli stati. Queste difficoltà, che incidono, nei rapporti tra gli stati delle sette grandi potenze evidenziano come queste organizzazioni stanno vivendo un momento di crisi proprio per gli obiettivi sempre più spesso contrastanti dei loro membri e per le ricadute diplomatiche che questi dissidi possono provocare. Certamente le occasioni di incontro tra le diplomazie sono sempre un occasione per mantenere o instaurare un dialogo ed una scadenza periodica di questi incontri facilita i rapporti e la collaborazione tra paesi, che pur essendo alleati, hanno anche visioni differenti su alcuni argomenti; tuttavia il livello di scontro dall’insediamento di Trump è salito ed  ha costituito un fattore di disturbo ai rapporti tra gli stati membri delle prime sette economie mondiali. Nonostante gli sforzi europei l’attuale Casa Bianca sembra non perdere occasione per prendere le distanze dai partner europei e la prima conseguenza è stata, spesso, il fallimento dei vertici diplomatici. Questo segnale impone all’Unione Europea, ma anche a Canada e Giappone una seria riflessione sul rapporto con gli Usa, che è ancora imprescindibile, ma non con le stesse caratteristiche che esistevano prima di Obama. Nuove forme di alleanza possono essere studiate tra Unione, Canada e Giappone.

Europe and the USA clash at the summit of the seven advanced economies

The meeting of the seven countries with the most advanced economy in the world, which takes place in France, presents topics of great contrast between the members. The introduction of duties and the threat of new taxes on goods entering the US, wanted by Trump; the Russian question, with the European Union intending to maintain the sanctions against Moscow for the Crimean question and the war in Ukraine, but opposed by the United States, which, indeed, would like to readmit Russia to these meetings and finally the agreement on the Iranian nuclear, defended by Europe, but from which the US has unilaterally withdrawn, are the issues that are creating increasingly problematic relations between Brussels and Washignton. There is, then the problem entirely internal to the Union caused by the exit of the United Kingdom, repeatedly re-admitted, which is about to finally expire without an agreement between the two parties. For Europe the need to maintain an international order based on certain rules remains a non-deferrable issue and clashes with the political action of the American president, accustomed to not respecting the signed pacts and to constantly change his political address, which it is adapted from time to time to the contingent situations to obtain the maximum immediate advantage for the American country. These are two ways of carrying out the governmental action completely opposed and difficult to reconcile and which are at the base of the profound disagreements between the two parties and which have caused their progressive removal. However, Brussels tries to put cooperation between member countries at the center of the summit, thanks to being democracies that respect the rule of law; this feature is identified as a means to influence the current evolution of the world. It is understood that the dialogue between the seven major world economies remains the basis of possible positive relations, but to rely on a characteristic, albeit important, without the necessary support, diplomatic, military and economic, remains only a dangerous illusion. Also because the evidence of non-compliance with treaties by Washington continues to repeat itself: even the Paris agreement on the climate will be abandoned by the USA and the summit session dedicated to climate change will thus have a non-univocal outcome. An interesting novelty of the G7 will be the opening to the participation of African countries: Burkina Faso, Egypt, Rwanda, Senegal and South Africa, the involvement of African nations is interesting for the themes of immigration, the fight against terrorism, for potential collaborations in the field economic and to undermine Chinese hegemony in the African continent; but this can only be a first approach, which will have to be followed by concrete initiatives and considerable investments. Even more difficult to settle the question of the global economy, the confrontation between the Union and the USA, but with China as an interested spectator, on the question of the introduction of tariffs seems to be without solution, despite the signed agreements, but disregarded by the president of the United States . The real risk is that the introduction of tariffs will open the way to successive and infinite new taxes on both sides, with the real risk of an end price inflation capable of blocking the already low global growth. Another fundamental issue is taxes on large computer industries, which would mainly affect American companies, the Union intends to tackle the issue in a united manner, a modality that is not appreciated by Trump, who, as always with these issues, prefers to tackle the problem with individual states. These difficulties, which affect the relations between the states of the seven great powers, show how these organizations are experiencing a moment of crisis precisely because of the increasingly often conflicting objectives of their members and the diplomatic repercussions that these disagreements can cause. Certainly the opportunities for diplomatic meetings are always an opportunity to maintain or establish a dialogue and a periodic deadline for these meetings facilitates relations and collaboration between countries, which despite being allies, also have different visions on some topics; however, the level of confrontation since the Trump settlement has risen and has been a disturbing factor in relations between member states of the top seven world economies. Despite European efforts, the current White House does not seem to miss an opportunity to distance itself from its European partners and the first consequence was often the failure of diplomatic leaders. This signal imposes on the European Union, but also on Canada and Japan, a serious reflection on the relationship with the US, which is still essential, but not with the same characteristics that existed before Obama. New forms of alliance can be studied between the Union, Canada and Japan.

Choque entre Europa y Estados Unidos en la cumbre de las siete economías avanzadas

La reunión de los siete países con la economía más avanzada del mundo, que tiene lugar en Francia, presenta temas de gran contraste entre los miembros. La introducción de aranceles y la amenaza de nuevos impuestos sobre los bienes que ingresan a los EE. UU., Buscados por Trump; la cuestión rusa, con la Unión Europea con la intención de mantener las sanciones contra Moscú por la cuestión de Crimea y la guerra en Ucrania, pero con la oposición de Estados Unidos, que, de hecho, quisiera readmitir a Rusia en estas reuniones y finalmente el acuerdo sobre el Los problemas nucleares iraníes, defendidos por Europa, pero de los que Estados Unidos se ha retirado unilateralmente, están creando relaciones cada vez más problemáticas entre Bruselas y Washignton. Existe, entonces, el problema completamente interno de la Unión causado por la salida del Reino Unido, reingresado repetidamente, que está a punto de expirar sin un acuerdo entre las dos partes. Para Europa, la necesidad de mantener un orden internacional basado en ciertas reglas sigue siendo una cuestión no diferible y choca con la acción política del presidente estadounidense, acostumbrado a no respetar los pactos firmados y a cambiar constantemente su discurso político, que se adapta de vez en cuando a las situaciones contingentes para obtener la máxima ventaja inmediata para el país americano. Estas son dos formas de llevar a cabo la acción gubernamental completamente opuesta y difícil de conciliar y que están en la base de los profundos desacuerdos entre las dos partes y que han provocado su eliminación progresiva. Sin embargo, Bruselas intenta poner la cooperación entre los países miembros en el centro de la cumbre, gracias a que son democracias que respetan el estado de derecho; Esta característica se identifica como un medio para influir en la evolución actual del mundo. Se entiende que el diálogo entre las siete principales economías mundiales sigue siendo la base de posibles relaciones positivas, pero confiar en una característica, aunque importante, sin el apoyo necesario, diplomático, militar y económico, sigue siendo solo una ilusión peligrosa. También porque la evidencia del incumplimiento de los tratados por parte de Washington continúa repitiéndose: incluso el acuerdo de París sobre el clima será abandonado por los EE. UU. Y la sesión cumbre dedicada al cambio climático tendrá un resultado no unívoco. Una novedad interesante del G7 será la apertura a la participación de países africanos: Burkina Faso, Egipto, Ruanda, Senegal y Sudáfrica, la participación de las naciones africanas es interesante para los temas de inmigración, la lucha contra el terrorismo, para posibles colaboraciones en el campo económico y socavar la hegemonía china en el continente africano; pero esto solo puede ser un primer enfoque, que tendrá que ser seguido por iniciativas concretas e inversiones considerables. Aún más difícil de resolver la cuestión de la economía global, la confrontación entre la Unión y los Estados Unidos, pero con China como espectador interesado, la cuestión de la introducción de aranceles parece no tener solución, a pesar de los acuerdos firmados, pero ignorados por el presidente de los Estados Unidos. . El riesgo real es que la introducción de aranceles abrirá el camino a nuevos e infinitos impuestos sucesivos en ambos lados, con el riesgo real de una inflación de precios finales capaz de bloquear el ya bajo crecimiento global. Otro tema fundamental son los impuestos sobre las grandes industrias informáticas, que afectarían principalmente a las empresas estadounidenses, la Unión tiene la intención de abordar el problema de manera unida, una modalidad que Trump no aprecia, y que, como siempre con estos problemas, prefiere abordar el problema con estados individuales Estas dificultades, que afectan las relaciones entre los estados de las siete grandes potencias, muestran cómo estas organizaciones están experimentando un momento de crisis precisamente debido a los objetivos cada vez más conflictivos de sus miembros y las repercusiones diplomáticas que pueden causar estos desacuerdos. Ciertamente, las oportunidades para las reuniones diplomáticas son siempre una oportunidad para mantener o establecer un diálogo y un plazo periódico para estas reuniones facilita las relaciones y la colaboración entre países, que a pesar de ser aliados, también tienen diferentes visiones sobre algunos temas; Sin embargo, el nivel de confrontación desde el acuerdo con Trump ha aumentado y ha sido un factor perturbador en las relaciones entre los estados miembros de las siete principales economías mundiales. A pesar de los esfuerzos europeos, la actual Casa Blanca no parece perder la oportunidad de distanciarse de sus socios europeos y la primera consecuencia fue a menudo el fracaso de los líderes diplomáticos. Esta señal impone a la Unión Europea, pero también a Canadá y Japón, una seria reflexión sobre la relación con Estados Unidos, que sigue siendo esencial, pero no con las mismas características que existían antes de Obama. Se pueden estudiar nuevas formas de alianza entre la Unión, Canadá y Japón.

Europa und die USA treffen auf dem Gipfel der sieben fortgeschrittenen Volkswirtschaften aufeinander

Das Treffen der sieben Länder mit der fortschrittlichsten Wirtschaft der Welt, das in Frankreich stattfindet, präsentiert kontrastreiche Themen unter den Mitgliedern. Die von Trump gewünschte Einführung von Zöllen und die Drohung neuer Steuern auf Waren, die in die USA einreisen; die russische Frage, mit der Absicht der Europäischen Union, die Sanktionen gegen Moskau für die Krimfrage und den Krieg in der Ukraine aufrechtzuerhalten, die Vereinigten Staaten dagegen, die Russland in der Tat wieder zu diesen Treffen und schließlich zur Einigung über die Ukraine zulassen möchten Das von Europa verteidigte iranische Atomkraftwerk, aus dem sich die USA einseitig zurückgezogen haben, ist das Problem, das die Beziehungen zwischen Brüssel und Washignton zunehmend problematischer macht. Es gibt dann das Problem, das völlig unionsintern durch den Austritt des Vereinigten Königreichs verursacht wurde, das wiederholt wieder zugelassen wurde und das im Begriff ist, ohne eine Vereinbarung zwischen den beiden Parteien endgültig auszulaufen. Für Europa bleibt die Notwendigkeit, eine internationale Ordnung auf der Grundlage bestimmter Regeln aufrechtzuerhalten, ein nicht zu verschiebendes Problem und steht im Widerspruch zum politischen Vorgehen des amerikanischen Präsidenten, der es gewohnt ist, die unterzeichneten Pakte nicht zu respektieren und seine politische Adresse ständig zu ändern Es wird von Zeit zu Zeit an die jeweiligen Situationen angepasst, um den größtmöglichen unmittelbaren Vorteil für das amerikanische Land zu erzielen. Dies sind zwei Arten der Durchführung der völlig gegensätzlichen und schwer zu vereinbarenden staatlichen Maßnahmen, die die Grundlage für die tiefgreifenden Meinungsverschiedenheiten zwischen den beiden Parteien bilden und deren schrittweise Beseitigung verursacht haben. Brüssel versucht jedoch, die Zusammenarbeit zwischen den Mitgliedstaaten in den Mittelpunkt des Gipfels zu rücken, da es sich um Demokratien handelt, die die Rechtsstaatlichkeit achten. Dieses Merkmal wird als Mittel zur Beeinflussung der gegenwärtigen Entwicklung der Welt identifiziert. Es versteht sich, dass der Dialog zwischen den sieben großen Weltwirtschaften die Grundlage möglicher positiver Beziehungen bleibt, aber sich auf ein Merkmal zu stützen, das, wenn auch wichtig, ohne die notwendige Unterstützung diplomatisch, militärisch und wirtschaftlich ist, bleibt nur eine gefährliche Illusion. Auch weil sich die Beweise für die Nichteinhaltung von Verträgen durch Washington immer wieder wiederholen: Selbst das Pariser Klimaschutzabkommen wird von den USA aufgegeben, und die dem Klimawandel gewidmete Gipfeltagung wird somit zu einem eindeutigen Ergebnis führen. Eine interessante Neuerung der G7 wird die Öffnung für die Teilnahme afrikanischer Länder sein: Burkina Faso, Ägypten, Ruanda, Senegal und Südafrika. Die Einbeziehung afrikanischer Nationen ist interessant für die Themen Einwanderung, Terrorismusbekämpfung und mögliche Zusammenarbeit vor Ort wirtschaftliche und chinesische Hegemonie auf dem afrikanischen Kontinent zu untergraben; Dies kann jedoch nur ein erster Ansatz sein, dem konkrete Initiativen und erhebliche Investitionen folgen müssen. Noch schwieriger ist es, die Frage der Weltwirtschaft, der Konfrontation zwischen der Union und den USA, aber mit China als interessiertem Zuschauer, über die Frage der Einführung von Zöllen zu klären, die trotz der unterzeichneten Abkommen keine Lösung zu finden scheint, aber vom Präsidenten der Vereinigten Staaten missachtet wird . Das reale Risiko besteht darin, dass die Einführung von Zöllen den Weg für sukzessive und unbegrenzte neue Steuern auf beiden Seiten frei macht, wobei das reale Risiko einer Endpreisinflation besteht, die das ohnehin niedrige globale Wachstum blockieren kann. Ein weiteres grundlegendes Thema sind die Steuern auf die großen Computerindustrien, von denen hauptsächlich amerikanische Unternehmen betroffen wären. Die Union beabsichtigt, das Problem auf einheitliche Weise anzugehen, eine Modalität, die Trump nicht zu schätzen weiß, der es wie immer vorzieht, das Problem anzugehen einzelne Staaten. Diese Schwierigkeiten, die sich auf die Beziehungen zwischen den Staaten der sieben Großmächte auswirken, zeigen, dass diese Organisationen gerade wegen der immer häufiger widersprüchlichen Ziele ihrer Mitglieder und der diplomatischen Auswirkungen, die diese Meinungsverschiedenheiten hervorrufen können, einen Moment der Krise erleben. Gewiss sind die Möglichkeiten für diplomatische Treffen immer eine Gelegenheit, einen Dialog aufrechtzuerhalten oder einzurichten, und eine regelmäßige Frist für diese Treffen erleichtert die Beziehungen und die Zusammenarbeit zwischen Ländern, die, obwohl sie Verbündete sind, auch zu bestimmten Themen unterschiedliche Sichtweisen haben. Der Grad der Konfrontation seit der Beilegung von Trump ist jedoch gestiegen und hat die Beziehungen zwischen den Mitgliedstaaten der sieben wichtigsten Weltwirtschaften beunruhigt. Trotz europäischer Bemühungen scheint das derzeitige Weiße Haus keine Gelegenheit zu verpassen, sich von seinen europäischen Partnern zu distanzieren, und die erste Konsequenz war oft das Versagen der diplomatischen Führer. Dieses Signal zwingt die Europäische Union, aber auch Kanada und Japan dazu, ernsthaft über die Beziehungen zu den USA nachzudenken, die nach wie vor von wesentlicher Bedeutung sind, jedoch nicht die gleichen Merkmale aufweisen, die vor Obama bestanden haben. Neue Formen der Allianz können zwischen der Union, Kanada und Japan untersucht werden.

L'Europe et les Etats-Unis s'affrontent au sommet des sept économies avancées

La réunion des sept pays à l'économie la plus avancée du monde, qui se déroule en France, présente des sujets de grand contraste entre les membres. L'introduction de droits de douane et la menace de nouvelles taxes sur les marchandises entrant aux États-Unis, recherchées par Trump; la question russe, l’Union européenne ayant l’intention de maintenir les sanctions contre Moscou pour la question de Crimée et la guerre en Ukraine, mais contrée par les États-Unis, qui voudraient bien réadmettre la Russie à ces réunions et enfin à l’accord sur la Le nucléaire iranien, défendu par l'Europe, mais dont les États-Unis se sont retirés unilatéralement, sont les problèmes qui créent des relations de plus en plus problématiques entre Bruxelles et Washignton. Il y a ensuite le problème entièrement interne à l'Union causé par la sortie du Royaume-Uni, à plusieurs reprises réadmis, qui est sur le point d'expirer définitivement sans un accord entre les deux parties. Pour l'Europe, la nécessité de maintenir un ordre international fondé sur certaines règles reste une question irrécupérable et se heurte à l'action politique du président américain, habitué à ne pas respecter les pactes signés et à modifier constamment son discours politique, qui il est adapté de temps en temps aux situations contingentes pour obtenir le plus grand avantage immédiat pour le pays américain. Ce sont deux manières de mener à bien l’action gouvernementale complètement opposée et difficile à concilier et qui sont à la base des profonds désaccords entre les deux parties et qui ont provoqué leur élimination progressive. Cependant, Bruxelles tente de placer la coopération entre les pays membres au centre du sommet, en tant que démocraties respectant la prééminence du droit; cette caractéristique est identifiée comme un moyen d'influencer l'évolution actuelle du monde. Il est entendu que le dialogue entre les sept principales économies mondiales reste la base de possibles relations positives, mais s’appuyer sur une caractéristique, certes importante, sans le soutien nécessaire, diplomatique, militaire et économique, n’est plus qu’une illusion dangereuse. Egalement parce que les preuves de non-respect des traités par Washington continuent de se répéter: même l'accord de Paris sur le climat sera abandonné par les États-Unis et la session au sommet consacrée au changement climatique aura donc un résultat non-univoque. Une nouveauté intéressante du G7 sera l'ouverture à la participation des pays africains: Burkina Faso, Égypte, Rwanda, Sénégal et Afrique du Sud, l'implication des pays africains est intéressante pour les thèmes de l'immigration, de la lutte contre le terrorisme, des collaborations potentielles sur le terrain. économique et de saper l'hégémonie chinoise sur le continent africain; mais il ne peut s'agir que d'une première approche, qui devra être suivie d'initiatives concrètes et d'investissements considérables. Encore plus difficile à régler la question de l'économie mondiale, la confrontation entre l'Union et les États-Unis, mais avec la Chine en tant que spectateur intéressé, sur la question de l'introduction de tarifs douaniers semble être sans solution, malgré les accords signés, mais ignoré par le président des États-Unis . Le risque réel est que l'introduction de droits de douane ouvrira la voie à de nouvelles taxes successives et infinies, de part et d'autre, le risque réel d'une inflation des prix finaux pouvant bloquer la croissance mondiale déjà faible. Un autre problème fondamental concerne les taxes sur les grandes industries informatiques, qui toucheraient principalement les entreprises américaines. L’Union entend aborder le problème de manière unie, une modalité qui n’est pas appréciée par Trump, qui, comme toujours avec ces problèmes, préfère aborder le problème avec états individuels. Ces difficultés, qui affectent les relations entre les États des sept grandes puissances, montrent à quel point ces organisations traversent une période de crise précisément à cause des objectifs de plus en plus opposés de leurs membres et des répercussions diplomatiques que ces désaccords peuvent avoir. Certes, les occasions de réunions diplomatiques sont toujours une occasion de maintenir ou d'établir un dialogue et un délai périodique pour ces réunions facilite les relations et la collaboration entre pays qui, bien qu'alliés, ont également des visions différentes sur certains sujets. Cependant, le niveau de confrontation depuis le règlement Trump a augmenté et a été un facteur perturbant dans les relations entre les États membres des sept plus grandes économies mondiales. Malgré les efforts de l'Europe, la Maison-Blanche actuelle ne semble pas manquer une occasion de se démarquer de ses partenaires européens. La première conséquence a souvent été l'échec des dirigeants diplomatiques. Ce signal impose à l'Union européenne, mais également au Canada et au Japon, une réflexion sérieuse sur la relation avec les États-Unis, qui reste essentielle, mais pas avec les mêmes caractéristiques qu'avant Obama. De nouvelles formes d'alliance peuvent être étudiées entre l'Union, le Canada et le Japon.

Europa e EUA se chocam na cúpula das sete economias avançadas

O encontro dos sete países com a economia mais avançada do mundo, que acontece na França, apresenta temas de grande contraste entre os membros. A introdução de impostos e a ameaça de novos impostos sobre bens que entram nos EUA, procurados por Trump; a questão russa, com a União Européia pretendendo manter as sanções contra Moscou para a questão da Crimeia e a guerra na Ucrânia, mas com oposição dos Estados Unidos, que, na verdade, gostaria de readmitir a Rússia a essas reuniões e finalmente o acordo sobre a O nuclear iraniano, defendido pela Europa, mas do qual os EUA se retiraram unilateralmente, são as questões que estão criando relações cada vez mais problemáticas entre Bruxelas e Washignton. Há, então, o problema inteiramente interno à União causado pela saída do Reino Unido, re-admitido repetidamente, que está prestes a finalmente expirar sem um acordo entre as duas partes. Para a Europa, a necessidade de manter uma ordem internacional baseada em certas regras continua a ser uma questão não deferrável e se choca com a ação política do presidente americano, acostumada a não respeitar os pactos assinados e a mudar constantemente seu discurso político. adapta-se de vez em quando às situações contingentes para obter a máxima vantagem imediata para o país americano. Estas são duas maneiras de realizar a ação governamental completamente opostas e difíceis de conciliar e que estão na base das profundas divergências entre as duas partes e que causaram sua remoção progressiva. No entanto, Bruxelas tenta colocar a cooperação entre os países membros no centro da cúpula, graças a serem democracias que respeitam o estado de direito; esse recurso é identificado como um meio de influenciar a evolução atual do mundo. Entende-se que o diálogo entre as sete principais economias mundiais continua sendo a base de possíveis relações positivas, mas contar com uma característica, ainda que importante, sem o apoio necessário, diplomático, militar e econômico, permanece apenas uma perigosa ilusão. Também porque a evidência do não cumprimento dos tratados por Washington continua a se repetir: até mesmo o acordo de Paris sobre o clima será abandonado pelos EUA e a sessão de cúpula dedicada às mudanças climáticas terá, portanto, um resultado não unívoco. Uma novidade interessante do G7 será a abertura à participação de países africanos: Burkina Faso, Egito, Ruanda, Senegal e África do Sul, o envolvimento de nações africanas é interessante para os temas da imigração, a luta contra o terrorismo, para potenciais colaborações no campo. econômico e minar a hegemonia chinesa no continente africano; mas isso só pode ser uma primeira abordagem, que terá de ser seguida por iniciativas concretas e investimentos consideráveis. Ainda mais difícil resolver a questão da economia global, o confronto entre a União e os EUA, mas com a China como espectador interessado, na questão da introdução de tarifas parece estar sem solução, apesar dos acordos assinados, mas desconsiderados pelo presidente dos Estados Unidos . O risco real é que a introdução de tarifas abrirá o caminho para sucessivos e infinitos novos impostos de ambos os lados, com o risco real de uma inflação de preço final capaz de bloquear o já baixo crescimento global. Outra questão fundamental são os impostos sobre as grandes indústrias de informática, que afetariam principalmente as empresas americanas, a União pretende abordar a questão de maneira unida, modalidade que não é apreciada por Trump, que, como sempre com essas questões, prefere enfrentar o problema com estados individuais. Essas dificuldades, que afetam as relações entre os estados das sete grandes potências, mostram como essas organizações estão passando por um momento de crise justamente por causa dos objetivos cada vez mais conflituosos de seus membros e das repercussões diplomáticas que essas divergências podem causar. Certamente, as oportunidades para reuniões diplomáticas são sempre uma oportunidade para manter ou estabelecer um diálogo, e um prazo periódico para essas reuniões facilita as relações e a colaboração entre os países, que apesar de serem aliados, também têm visões diferentes sobre alguns tópicos; no entanto, o nível de confronto desde o acordo Trump aumentou e tem sido um fator preocupante nas relações entre os estados membros das sete principais economias mundiais. Apesar dos esforços europeus, a atual Casa Branca parece não perder a oportunidade de se distanciar de seus parceiros europeus e a primeira conseqüência foi, muitas vezes, o fracasso dos líderes diplomáticos. Esse sinal impõe à União Européia, mas também ao Canadá e ao Japão, uma reflexão séria sobre o relacionamento com os EUA, que ainda é essencial, mas não com as mesmas características que existiam antes de Obama. Novas formas de aliança podem ser estudadas entre a União, o Canadá e o Japão.

Столкновение Европы и США на саммите семи стран с развитой экономикой

Встреча семи стран с самой передовой экономикой в ​​мире, которая проходит во Франции, представляет темы, которые сильно отличаются друг от друга. Введение пошлин и угрозы новых налогов на товары, ввозимые в США, разыскивается Трампом; российский вопрос, когда Евросоюз намерен сохранить санкции против Москвы за крымский вопрос и войну на Украине, но противостоят Соединенные Штаты, которые действительно хотели бы допустить Россию на эти встречи и, наконец, соглашение о Иранское ядерное оружие, защищаемое Европой, но от которого США в одностороннем порядке вышли, - это проблемы, которые создают все более проблемные отношения между Брюсселем и Вашингтоном. Существует, затем, проблема, полностью внутренняя по отношению к Союзу, вызванная выходом из Соединенного Королевства, неоднократно повторяемая, которая вот-вот окончательно исчезнет без соглашения между двумя сторонами. Для Европы необходимость поддерживать международный порядок, основанный на определенных правилах, остается неотложной проблемой и вступает в противоречие с политическими действиями американского президента, привыкшего не уважать подписанные пакты, и постоянно менять свой политический адрес, который время от времени он адаптируется к непредвиденным ситуациям, чтобы получить максимальное непосредственное преимущество для американской страны. Это два способа осуществления правительственных действий, совершенно противоположных и трудных для примирения, которые лежат в основе глубоких разногласий между двумя сторонами и которые привели к их постепенному устранению. Тем не менее, Брюссель пытается поставить сотрудничество между странами-участницами в центр саммита, благодаря демократии, которая уважает верховенство закона; эта особенность определяется как средство влияния на современную эволюцию мира. Понятно, что диалог между семью основными мировыми экономиками остается основой возможных позитивных отношений, но полагаться на характерную, хотя и важную, без необходимой поддержки дипломатическую, военную и экономическую, остается лишь опасной иллюзией. Кроме того, поскольку свидетельства несоблюдения Вашингтоном договоров продолжают повторяться: даже Парижское соглашение о климате будет отменено США, и, таким образом, сессия саммита, посвященная изменению климата, будет иметь не однозначный результат. Интересной новинкой G7 станет открытие для участия африканских стран: Буркина-Фасо, Египта, Руанды, Сенегала и Южной Африки, участие африканских стран интересно темам иммиграции, борьбы с терроризмом, потенциальному сотрудничеству на местах. экономический и подорвать гегемонию Китая на африканском континенте; но это может быть только первый подход, который должен сопровождаться конкретными инициативами и значительными инвестициями. Еще сложнее урегулировать вопрос о глобальной экономике, о конфронтации между Союзом и США, но с Китаем в качестве заинтересованного зрителя, по вопросу о введении тарифов, похоже, нет решения, несмотря на подписанные соглашения, но игнорируемые президентом США. , Реальный риск состоит в том, что введение тарифов откроет путь к последовательным и бесконечным новым налогам с обеих сторон, с реальным риском конечной инфляции цен, способной блокировать и без того низкий глобальный рост. Другим фундаментальным вопросом являются налоги на крупные компьютерные отрасли, которые в основном затронут американские компании. Союз намерен решать эту проблему единым образом, что не устраивает Трампа, который, как всегда в этих вопросах, предпочитает решать проблему с отдельные штаты. Эти трудности, которые влияют на отношения между государствами семи великих держав, показывают, как эти организации переживают кризисный момент именно из-за все более часто конфликтующих целей своих членов и дипломатических последствий, которые могут вызывать эти разногласия. Конечно, возможности для дипломатических встреч - это всегда возможность поддерживать или налаживать диалог, и периодические сроки таких встреч облегчают отношения и сотрудничество между странами, которые, несмотря на то, что являются союзниками, также имеют разные взгляды на некоторые темы; тем не менее, уровень конфронтации после урегулирования Трампа вырос и является тревожным фактором в отношениях между государствами-членами семи ведущих мировых экономик. Несмотря на европейские усилия, нынешний Белый дом, похоже, не упускает возможности дистанцироваться от своих европейских партнеров, и первым следствием часто является провал дипломатических лидеров. Этот сигнал налагает на Европейский Союз, а также на Канаду и Японию серьезное размышление об отношениях с США, которые по-прежнему важны, но не с теми же характеристиками, которые существовали до Обамы. Новые формы союза могут быть изучены между Союзом, Канадой и Японией.