venerdì 1 agosto 2025

Il Canada deve entrare nell'Unione Europea

 Quello che sta accedendo con il ricatto politico di Trump, di applicare i dazi, non solo per ragioni economiche, ma anche per ritorsioni politiche dovrebbe fare riflettere il mondo internazionale e favorire quell’isolamento che gli USA, sembrano orgogliosamente ricercare. Dopo diverse scadenze rimandate, per uso personale e dei suoi familiari, per consentirgli le più spericolate operazioni finanziarie, il disegno di Trump appare sempre più delineato: imporre un nuovo ordine mondiale attraverso la forza finanziaria statunitense; questo progetto vale per gli alleati più tradizionali come per quegli stati ritenuti comunemente avversi a Washington. I recenti casi di minacce di dazi elevati a Brasile, per avere messo in stato di accusa l’ex presidente Bolsonaro, e gli analoghi ricatti al Canada, per avere manifestato la volontà di riconoscere la Palestina, rappresentano esempi abbastanza eloquenti dei fini di Trump, con evidente invasione della sovranità di altri stati. Del resto chi poteva produrre una opposizione forte, come l’Unione Europea, ha assunto fin da subito un atteggiamento troppo accondiscendente, che ha solo favorito la spavalderia del presidente americano. Tutto il contrario della Cina, che ha assunto un atteggiamento più duro verso le minacce americane, anche grazie ad uno stato storico di assenza di subalternità. Va anche detto, che la presidente Von Der Layen si è rivelata un attore poco incisivo e troppo prono alla prepotenza di Trump. La colpa dell’Europa è stata l’incapacità di attrarre nuovi membri forti e di trovare mercati alternativi, cercando di mantenere rendite di posizione nel mercato USA, che si sapeva che erano da tempo già compromesse.  La percezione è quella della mancanza di un progetto coraggioso sia economico, che politico. Il primo passo da fare per l’Europa è quello di abbassare le tariffe interne ed uniformare le rispettive tassazioni, per presentarsi sulla scena internazionale come un blocco coeso; poi occorre allargare i mercati dove vendere le proprie merci e le destinazioni più probabili sono quelle a cui gli USA intendono applicare i dazi più alti, infine aumentare i mercati interno con politiche di aumento dei redditi. Se questa sono le condizioni di partenza economiche, ancora più importante è sviluppare un progetto politico capace di permettere all’Europa di valicare i propri confini geografici. Esiste un potenziale alleato naturale, che si identifica benissimo nei valori europei, al contrario di paesi che sono membri soltanto per puro interesse economico, e che è geograficamente collocato al di fuori dei confini europei, che permetterebbe uno spazio comune ineguagliabile. Si tratta del Canada, minacciato più volte da Trump di essere annesso come cinquantunesimo stato degli Stati Uniti. Progettare un ingresso del Canada nell’Unione Europea significherebbe rompere l’egemonia americana sulle due sponde degli Oceani e creare il mercato più ricco del mondo. Certamente sarebbe un atto di guerra nei confronti di Washington, ma che permetterebbe di aggiungere un peso diplomatico enorme ed una maggiore rilevanza internazionale a Bruxelles. Per affinità culturali e condivisione dei valori democratici sui quali si fonda l’Unione Europea, il Canada sarebbe il partner ideale con il quale allacciare una più profonda alleanza. Un blocco configurato in modo tale sarebbe un avversario ideale per ridurre Trump a più miti consigli ed anche per acquisire una autonomia maggiore nel campo della diplomazia e della difesa, restando nell’ambito dell’Alleanza Atlantica, ma progressivamente più indipendente da Washington. Sicuramente questo sarebbe un processo lungo, che deve prevedere una maggiore indipendenza di giudizio, rispetto agli USA, da parte di alcuni degli stati più importanti dell’Unione, accompagnato da un processo condiviso di rinuncia a parti, anche consistenti di sovranità, ma una Europa capace di attirare e ricomprendere al proprio interno il paese canadese, sarebbe una Unione ancora più moderna ed attrattiva per gli investimenti ed il peso negoziale. L’idea di fare entrare il Canada nella zona di scambio più ricca del mondo, ne accrescerebbe il valore proprio a scapito degli Stati Uniti, accontentandoli nelle loro volontà isolazionista. 

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