Politica Internazionale

Politica Internazionale

Cerca nel blog

giovedì 25 agosto 2022

La Commissaria per i diritti umani delle Nazioni Unite, denuncia pressioni da parte cinese per non pubblicare un rapporto sugli uiguri

 Praticamente alla vigilia della fine del suo mandato come Commissario per i diritti umani, che scade il 31 agosto, Michelle Bachelet, già presidente del Cile, ha rivelato di avere ricevuto pressioni per non pubblicare un rapporto già pronto, che denuncerebbe gli abusi di Pechino contro la minoranza musulmana uigura, che conta una popolazione di circa dodici milioni di persone presenti nella regione settentrionale dello Xinjiang. La Cina avrebbe inviato una lettera, firmata anche da altri quaranta paesi di cui non sono stati rivelati i nomi, dove l’intento era di dissuadere il Commissario per i diritti umani a non pubblicare il rapporto. L’elaborazione del rapporto in questione è in corso da tre anni, ma comprende anche i risultati della visita del Commissario effettuata lo scorso maggio, che ha provocato pesanti critiche da parte di Amnesty International, Human Rights Watch ed anche del Dipartimento di Stato USA, per l’atteggiamento ritenuto troppo accomodante da parte dell’inviata delle Nazioni Unite verso le autorità cinesi, che sono state fatte oggetto di critiche con toni ritenuti troppo moderati. Malgrado il periodo di lavorazione piuttosto ampio per l’elaborazione del rapporto, la pubblicazione è stata rimandata più volte per ragioni ufficiali non conosciute, anche se si ipotizza che Pechino ed i suoi alleati, abbiano operato materialmente in questo senso. Una giustificazione fornita dalla stessa Commissaria è che il ritardo è dovuto alla necessità di integrare al rapporto i risultati della visita contestata di maggio, in ogni caso l’obiettivo della pubblicazione sarebbe entro la fine del mandato della Commissaria, cioè entro la fine del mese di agosto, anche se mancano conferme ufficiali in tal senso. Molti paesi occidentali hanno richiesto espressamente la pubblicazione del rapporto ma il governo cinese avrebbe espresso richieste per esaminare più attentamente i risultati della ricerca; a complicare la situazione è intervenuta una ricerca da parte di quattordici testate giornalistiche internazionali, che sono riusciti ad esaminare documenti ufficiali cinesi che avrebbero confermato la persecuzione degli uiguri, attraverso continue e sistematiche violazioni dei diritti umani subite da almeno più di due milioni di persone con la pratica dell’internamento, anche patita da minorenni, in centri di rieducazione, dove oltre la somministrazione di violenza fisica e psicologica, gli uiguri vengono utilizzati come forza lavoro senza retribuzione, in una condizione paragonabile alla schiavitù. Pechino nega queste ultime accuse definendo i centri di detenzione come istituti di formazione professionale. L’accusa a Bachelet da parte del Segretario di Stato degli USA è quella di non avere chiesto conto alla Cina notizie sugli uiguri scomparsi e su quelli deportati in altre regioni cinesi, sradicati dai loro luoghi di origine, anche alcune Organizzazioni per i diritti umani hanno definito la gestione della Commissaria come troppo arrendevole verso la Cina e chiedendone la sostituzione con persone più determinate. La volontà di dimettersi dal suo ruolo di Commissaria per i diritti umani si sarebbe materializzata proprio dopo il suo ritorno dalla missione in Cina e sarebbe stata giustificata con motivi personali. La coincidenza appare quanto meno sospetta, potrebbe essere proprio stato il caso di una pressione cinese troppo forte a determinare la vera ragione delle dimissioni e la consapevolezza di non sapere affrontare una prova del genere, cioè di non essere in grado di affrontare le conseguenze di un rapporto troppo poco severo da parte dei paesi occidentali o il contrario da parte dei cinesi. In ogni caso una fine ingloriosa per il suo mandato di Commissario dei diritti umani, che in un modo o nell’altro segnerà la figura politica della Bachelet.

The United Nations Commissioner for Human Rights denounces pressure from the Chinese side not to publish a report on Uyghurs

 Practically on the eve of the end of her mandate as Commissioner for Human Rights, which expires on August 31, Michelle Bachelet, former president of Chile, revealed that she was pressured not to publish a ready-made report, which would denounce Beijing's abuses against the Muslim Uyghur minority, which has a population of about twelve million people present in the northern region of Xinjiang. China has reportedly sent a letter, also signed by forty other countries whose names have not been revealed, in which the intent was to dissuade the Commissioner for Human Rights from not publishing the report. The drafting of the report in question has been underway for three years, but also includes the results of the Commissioner's visit last May, which provoked heavy criticism from Amnesty International, Human Rights Watch and also from the US State Department. for the attitude considered too accommodating on the part of the UN envoy towards the Chinese authorities, which have been criticized with tones considered too moderate. Despite the rather long processing period for the preparation of the report, publication has been postponed several times for unknown official reasons, although it is assumed that Beijing and its allies have materially operated in this sense. A justification provided by the Commissioner herself is that the delay is due to the need to integrate the results of the disputed May visit into the report, in any case the objective of publication would be by the end of the Commissioner's mandate, i.e. by the end of the month of August, even if there is no official confirmation to this effect. Many Western countries have specifically requested the publication of the report but the Chinese government has expressed requests to examine the research results more closely; to complicate the situation, a search by fourteen international newspapers intervened, which managed to examine official Chinese documents that would have confirmed the persecution of Uyghurs, through continuous and systematic violations of human rights suffered by at least more than two million people with the practice of internment, also suffered by minors, in re-education centers, where in addition to the administration of physical and psychological violence, the Uighurs are used as a workforce without pay, in a condition comparable to slavery. Beijing denies these allegations by defining the detention centers as vocational training institutes. The accusation against Bachelet by the US Secretary of State is that he did not ask China for news of missing Uyghurs and those deported to other Chinese regions, uprooted from their places of origin, even some human rights organizations have defined the management of the Commissioner as too compliant towards China and asking for her to be replaced by more determined people. The willingness to step down from her role as Commissioner for Human Rights would materialize right after her return from the mission in China and would be justified on personal grounds. The coincidence appears at least suspicious, it could have been the case of too strong Chinese pressure to determine the real reason for the resignation and the awareness of not knowing how to face such a test, that is, not being able to face the consequences of a too little severe relationship on the part of Western countries or the opposite on the part of the Chinese. In any case, an inglorious end to his mandate as Commissioner of Human Rights, which in one way or another will mark the political figure of Bachelet.

El Comisionado de Naciones Unidas para los Derechos Humanos denuncia presiones de la parte china para no publicar un informe sobre los uigures

 Prácticamente en vísperas del término de su mandato como Comisionada de Derechos Humanos, que vence el 31 de agosto, Michelle Bachelet, expresidenta de Chile, reveló que fue presionada para no publicar un informe ya elaborado, que denunciaría los abusos de Beijing contra la minoría musulmana uigur, que tiene una población de unos doce millones de personas presente en la región norte de Xinjiang. Según los informes, China envió una carta, también firmada por otros cuarenta países cuyos nombres no han sido revelados, en la que la intención era disuadir al Comisionado de Derechos Humanos de no publicar el informe. La redacción del informe en cuestión lleva tres años en marcha, pero también incluye los resultados de la visita del Comisionado en mayo pasado, que provocó fuertes críticas de Amnistía Internacional, Human Rights Watch y también del Departamento de Estado de EE.UU. por la actitud demasiado considerada. complaciente por parte del enviado de la ONU hacia las autoridades chinas, que han sido criticadas con tonos considerados demasiado moderados. A pesar del período de procesamiento bastante largo para la preparación del informe, la publicación se ha pospuesto varias veces por razones oficiales desconocidas, aunque se supone que Beijing y sus aliados han operado materialmente en este sentido. Una justificación aportada por la propia Comisaria es que el retraso se debe a la necesidad de integrar en el informe los resultados de la controvertida visita de mayo, en cualquier caso el objetivo de publicación sería al final del mandato de la Comisaria, es decir, al final del mes de agosto, aunque no haya confirmación oficial al respecto. Muchos países occidentales han solicitado específicamente la publicación del informe, pero el gobierno chino ha expresado solicitudes para examinar los resultados de la investigación más de cerca; Para complicar la situación, intervino una búsqueda de catorce periódicos internacionales, que logró examinar documentos oficiales chinos que habrían confirmado la persecución de los uigures, a través de continuas y sistemáticas violaciones a los derechos humanos que sufren al menos más de dos millones de personas con la práctica de el internamiento, también sufrido por los menores, en centros de reeducación, donde además de la administración de violencia física y psíquica, los uigures son utilizados como mano de obra sin remuneración, en una condición equiparable a la esclavitud. Beijing niega estas acusaciones al definir los centros de detención como institutos de formación profesional. La acusación contra Bachelet por parte de la secretaria de Estado estadounidense es que no pidió a China noticias de uigures desaparecidos y deportados a otras regiones chinas, desarraigados de sus lugares de origen, incluso algunos organismos de derechos humanos han definido la gestión de la comisionada como demasiado complaciente con China y pidiendo que sea reemplazada por personas más decididas. La voluntad de renunciar a su cargo de Comisionada de Derechos Humanos se materializó justo después de su regreso de la misión en China y se justificaría por motivos personales. La coincidencia parece cuando menos sospechosa, podría haber sido el caso de una presión china demasiado fuerte para determinar el verdadero motivo de la renuncia y la conciencia de no saber cómo afrontar tal prueba, es decir, no poder hacer frente a las consecuencias de una relación demasiado poco severa por parte de los países occidentales o lo contrario por parte de los chinos. En todo caso, un fin sin gloria a su mandato como Comisionada de Derechos Humanos, que de una forma u otra marcará la figura política de Bachelet.

Der Menschenrechtskommissar der Vereinten Nationen weist den Druck von chinesischer Seite zurück, keinen Bericht über Uiguren zu veröffentlichen

 Praktisch am Vorabend des Endes ihres Mandats als Menschenrechtskommissarin, das am 31. August ausläuft, gab Michelle Bachelet, ehemalige Präsidentin von Chile, bekannt, dass sie unter Druck gesetzt wurde, keinen vorgefertigten Bericht zu veröffentlichen, der Pekings Menschenrechtsverletzungen anprangern würde die muslimische Minderheit der Uiguren, die in der nördlichen Region Xinjiang eine Bevölkerung von etwa zwölf Millionen Menschen hat. Berichten zufolge hat China einen Brief geschickt, der ebenfalls von vierzig anderen Ländern unterzeichnet wurde, deren Namen nicht bekannt gegeben wurden, in dem die Absicht bestand, den Menschenrechtskommissar davon abzubringen, den Bericht nicht zu veröffentlichen. Die Ausarbeitung des fraglichen Berichts ist seit drei Jahren im Gange, beinhaltet aber auch die Ergebnisse des Besuchs des Kommissars im vergangenen Mai, der heftige Kritik von Amnesty International, Human Rights Watch und auch vom US-Außenministerium für die in Betracht gezogene Haltung hervorgerufen hat Entgegenkommen seitens des UN-Gesandten gegenüber den chinesischen Behörden, die mit als zu moderat empfundenen Tönen kritisiert wurden. Trotz der recht langen Bearbeitungszeit für die Erstellung des Berichts wurde die Veröffentlichung aus unbekannten offiziellen Gründen mehrfach verschoben, obwohl davon auszugehen ist, dass Peking und seine Verbündeten im Wesentlichen in diesem Sinne agiert haben. Eine von der Kommissarin selbst angeführte Begründung ist, dass die Verzögerung auf die Notwendigkeit zurückzuführen ist, die Ergebnisse des umstrittenen Mai-Besuchs in den Bericht zu integrieren, das Ziel der Veröffentlichung wäre in jedem Fall bis zum Ende der Amtszeit der Kommissarin, also bis zum Ende des Monats August, auch wenn keine offizielle Bestätigung darüber vorliegt. Viele westliche Länder haben ausdrücklich um die Veröffentlichung des Berichts gebeten, aber die chinesische Regierung hat Bitten geäußert, die Forschungsergebnisse genauer zu untersuchen; Um die Situation zu verkomplizieren, intervenierte eine Suche von vierzehn internationalen Zeitungen, die es schafften, offizielle chinesische Dokumente zu untersuchen, die die Verfolgung von Uiguren durch kontinuierliche und systematische Menschenrechtsverletzungen bestätigt hätten, unter denen mindestens mehr als zwei Millionen Menschen mit der Praxis leiden Internierung, auch von Minderjährigen, in Umerziehungszentren, wo die Uiguren neben der Anwendung physischer und psychischer Gewalt als unbezahlte Arbeitskräfte unter sklavenähnlichen Bedingungen eingesetzt werden. Peking weist diese Vorwürfe zurück, indem es die Haftanstalten als Berufsbildungseinrichtungen definiert. Der Vorwurf des US-Außenministers gegen Bachelet lautet, er habe China nicht um Nachrichten über vermisste Uiguren und in andere chinesische Regionen Abgeschobene gebeten, entwurzelt von ihren Herkunftsorten, sogar einige Menschenrechtsorganisationen haben die Führung des Kommissars als definiert gegenüber China zu gefügig und verlangt, dass es durch entschlossenere Leute ersetzt wird. Die Bereitschaft, von ihrem Amt als Menschenrechtskommissarin zurückzutreten, habe sich unmittelbar nach ihrer Rückkehr aus der Mission in China ergeben und sei aus persönlichen Gründen gerechtfertigt. Der Zufall erscheint zumindest verdächtig, es könnte sich um einen zu starken chinesischen Druck gehandelt haben, den wahren Grund für den Rücktritt zu ermitteln, und das Bewusstsein, einer solchen Prüfung nicht gewachsen zu sein, also die Konsequenzen nicht tragen zu können ein zu wenig strenges Verhältnis seitens der westlichen Länder oder das Gegenteil seitens der Chinesen. In jedem Fall ein unrühmliches Ende seines Mandats als Menschenrechtskommissar, das die politische Figur Bachelet auf die eine oder andere Weise prägen wird.

Le commissaire des Nations unies aux droits de l'homme dénonce les pressions de la partie chinoise pour ne pas publier de rapport sur les Ouïghours

 Pratiquement à la veille de la fin de son mandat de commissaire aux droits de l'homme, qui expire le 31 août, Michelle Bachelet, ancienne présidente du Chili, a révélé avoir subi des pressions pour ne pas publier un rapport tout fait, qui dénoncerait les exactions de Pékin contre la minorité musulmane ouïghoure, qui compte une population d'environ douze millions de personnes présente dans la région nord du Xinjiang. La Chine aurait envoyé une lettre, également signée par quarante autres pays dont les noms n'ont pas été révélés, dans laquelle l'intention était de dissuader le Commissaire aux droits de l'homme de ne pas publier le rapport. La rédaction du rapport en question est en cours depuis trois ans, mais comprend également les résultats de la visite du commissaire en mai dernier, qui a provoqué de vives critiques de la part d'Amnesty International, de Human Rights Watch et aussi du département d'État américain pour l'attitude jugée trop accommodant de la part de l'émissaire de l'ONU envers les autorités chinoises, qui ont été critiquées avec des tons jugés trop modérés. Malgré la période de traitement assez longue pour la préparation du rapport, la publication a été reportée à plusieurs reprises pour des raisons officielles inconnues, bien qu'il soit supposé que Pékin et ses alliés ont matériellement opéré dans ce sens. Une justification fournie par la commissaire elle-même est que le retard est dû à la nécessité d'intégrer les résultats de la visite contestée de mai dans le rapport, en tout état de cause l'objectif de publication serait d'ici la fin du mandat de la commissaire, c'est-à-dire d'ici la fin du mois d'août, même s'il n'y a pas de confirmation officielle à cet effet. De nombreux pays occidentaux ont spécifiquement demandé la publication du rapport, mais le gouvernement chinois a exprimé des demandes pour examiner de plus près les résultats de la recherche ; pour compliquer la situation, une recherche par quatorze journaux internationaux est intervenue, qui a réussi à examiner des documents officiels chinois qui auraient confirmé la persécution des Ouïghours, à travers des violations continues et systématiques des droits de l'homme subies par au moins plus de deux millions de personnes avec la pratique de l'internement, également subi par des mineurs, dans des centres de rééducation, où en plus de l'administration de violences physiques et psychologiques, les Ouïghours sont utilisés comme main-d'œuvre sans rémunération, dans une condition comparable à l'esclavage. Pékin dément ces allégations en définissant les centres de détention comme des instituts de formation professionnelle. L'accusation contre Bachelet par le secrétaire d'État américain est qu'il n'a pas demandé à la Chine des nouvelles des Ouïghours disparus et de ceux déportés vers d'autres régions chinoises, déracinés de leurs lieux d'origine, même certaines organisations de défense des droits de l'homme ont défini la gestion du commissaire comme trop docile envers la Chine et demandant qu'elle soit remplacée par des personnes plus déterminées. La volonté de démissionner de son rôle de commissaire aux droits de l'homme s'est matérialisée juste après son retour de la mission en Chine et serait justifiée par des raisons personnelles. La coïncidence apparaît pour le moins suspecte, il aurait pu s'agir d'une trop forte pression chinoise pour déterminer la vraie raison de la démission et la conscience de ne pas savoir affronter une telle épreuve, c'est-à-dire de ne pas pouvoir affronter les conséquences de une relation trop peu sévère de la part des pays occidentaux ou l'inverse de la part des chinois. En tout cas, une fin peu glorieuse de son mandat de commissaire aux droits de l'homme, qui d'une manière ou d'une autre marquera la figure politique de Bachelet.

O comissário das Nações Unidas para os Direitos Humanos denuncia pressão do lado chinês para não publicar um relatório sobre os uigures

 Praticamente às vésperas do término de seu mandato como comissária de Direitos Humanos, que termina em 31 de agosto, Michelle Bachelet, ex-presidente do Chile, revelou que foi pressionada a não publicar um relatório pronto, que denunciaria os abusos de Pequim contra a minoria muçulmana uigur, que tem uma população de cerca de doze milhões de pessoas presentes na região norte de Xinjiang. A China teria enviado uma carta, também assinada por outros quarenta países cujos nomes não foram revelados, na qual a intenção era dissuadir o Comissário de Direitos Humanos de não publicar o relatório. A elaboração do relatório em questão está em andamento há três anos, mas também inclui os resultados da visita do Comissário em maio passado, que suscitou fortes críticas da Anistia Internacional, Human Rights Watch e também do Departamento de Estado dos EUA. acomodatícia por parte do enviado da ONU às autoridades chinesas, que foram criticadas com tons considerados demasiado moderados. Apesar do período de processamento bastante longo para a preparação do relatório, a publicação foi adiada várias vezes por motivos oficiais desconhecidos, embora se suponha que Pequim e seus aliados tenham operado materialmente nesse sentido. Uma justificativa apresentada pela própria Comissária é que o atraso se deve à necessidade de integrar no relatório os resultados da controvertida visita de maio, de qualquer forma o objetivo da publicação seria até o final do mandato da Comissária, ou seja, até o final do mês de agosto, ainda que não haja confirmação oficial nesse sentido. Muitos países ocidentais solicitaram especificamente a publicação do relatório, mas o governo chinês expressou pedidos para examinar os resultados da pesquisa mais de perto; para complicar a situação, interveio uma busca de quatorze jornais internacionais, que conseguiu examinar documentos oficiais chineses que teriam confirmado a perseguição aos uigures, por meio de violações contínuas e sistemáticas de direitos humanos sofridas por pelo menos mais de dois milhões de pessoas com a prática de internação, também sofrida por menores, em centros de reeducação, onde além da administração da violência física e psicológica, os uigures são utilizados como mão de obra sem remuneração, em condição comparável à escravidão. Pequim nega essas alegações definindo os centros de detenção como institutos de treinamento vocacional. A acusação contra Bachelet pelo secretário de Estado dos EUA é que ele não pediu à China notícias de uigures desaparecidos e deportados para outras regiões chinesas, desenraizados de seus locais de origem, até mesmo algumas organizações de direitos humanos definiram a gestão do comissário como complacente demais com a China e pedindo que ela seja substituída por pessoas mais determinadas. A vontade de deixar o cargo de Comissária para os Direitos Humanos se materializou logo após seu retorno da missão na China e seria justificada por motivos pessoais. A coincidência parece no mínimo suspeita, poderia ter sido o caso de uma pressão chinesa muito forte para determinar o real motivo da demissão e a consciência de não saber como enfrentar tal prova, ou seja, não poder enfrentar as consequências de uma relação muito pouco severa por parte dos países ocidentais ou o contrário por parte dos chineses. De qualquer forma, um fim inglório de seu mandato como Comissário de Direitos Humanos, que de uma forma ou de outra marcará a figura política de Bachelet.

Комиссар ООН по правам человека осуждает давление со стороны Китая с целью не публиковать доклад об уйгурах

 Практически накануне окончания своего мандата на посту Уполномоченного по правам человека, который истекает 31 августа, бывший президент Чили Мишель Бачелет заявила, что на нее оказывали давление, чтобы она не публиковала готовый доклад, в котором осуждались бы злоупотребления Пекина в отношении мусульманское уйгурское меньшинство, население которого составляет около двенадцати миллионов человек, проживающих в северном регионе Синьцзяна. Сообщается, что Китай направил письмо, также подписанное сорока другими странами, имена которых не разглашаются, в котором цель состояла в том, чтобы отговорить Комиссара по правам человека от публикации доклада. Составление рассматриваемого доклада велось в течение трех лет, но также включает в себя результаты визита Комиссара в мае прошлого года, что вызвало резкую критику со стороны Amnesty International, Human Rights Watch, а также со стороны Государственного департамента США. уступчивость со стороны посланника ООН по отношению к китайским властям, которые подверглись критике в слишком умеренном тоне. Несмотря на достаточно долгий период подготовки доклада, его публикация несколько раз откладывалась по неизвестным официальным причинам, хотя предполагается, что Пекин и его союзники существенно действовали в этом смысле. Обоснование, предоставленное самой Комиссаром, состоит в том, что задержка вызвана необходимостью включения результатов спорного майского визита в отчет, в любом случае цель публикации была бы к концу мандата Комиссара, т.е. к концу августа месяца, даже если нет официального подтверждения на этот счет. Многие западные страны специально запросили публикацию отчета, но правительство Китая выразило просьбу более внимательно изучить результаты исследования; чтобы осложнить ситуацию, вмешался поиск четырнадцати международных газет, которым удалось изучить официальные китайские документы, которые подтвердили бы преследование уйгуров посредством непрерывных и систематических нарушений прав человека, от которых страдают по меньшей мере более двух миллионов человек с практикой помещение, от которого страдают и несовершеннолетние, в центры перевоспитания, где, помимо применения физического и психологического насилия, уйгуры используются в качестве рабочей силы без оплаты, в условиях, сравнимых с рабством. Пекин отвергает эти обвинения, определяя центры содержания под стражей как институты профессионального обучения. Обвинение госсекретаря США против Бачелет заключается в том, что он не запрашивал у Китая новости о пропавших без вести уйгурах и депортированных в другие китайские регионы, изгнанных из мест своего происхождения, даже некоторые правозащитные организации определили руководство комиссара как слишком уступчивы по отношению к Китаю и просят заменить ее более решительными людьми. Готовность уйти с поста Уполномоченного по правам человека материализовалась сразу после ее возвращения из миссии в Китае и была бы оправдана личными соображениями. Совпадение выглядит как минимум подозрительным, это могло быть связано со слишком сильным давлением со стороны Китая, чтобы определить истинную причину отставки, и осознанием незнания того, как выдержать такое испытание, то есть неспособности столкнуться с последствиями слишком мало строгого отношения со стороны западных стран или наоборот со стороны китайцев. В любом случае бесславный конец его мандату уполномоченного по правам человека, которым так или иначе будет отмечена политическая фигура Бачелет.