Politica Internazionale

Politica Internazionale

Cerca nel blog

martedì 18 febbraio 2025

Ora più che mai l'Europa deve essere autonoma

 Aldilà degli inqualificabili comportamenti del nuovo Presidente degli USA e del suo vice, la sorpresa dell’Europa, per la nuova situazione, non può essere affatto giustificata. La sensazione si spaesamento e di urgenza, per essere esclusa dalle trattative tra Casa Bianca e Cremlino, proprio per il volere di Trump, per la questione ucraina è un colpo notevole all’autorevolezza di Bruxelles ed a poco sembrano valere le ragioni e le richieste di sedere al tavolo delle trattative, nonostante possa esistere la possibilità di alzare le spese per la difesa ed in misura minore l’invio di un contingente di pace formato da militari europei. L’Unione Europea aveva l’esperienza della prima presidenza di Trump, dove era già stata enunciata l’inutilità dell’Alleanza Atlantica e con essa la fine del sistema occidentale, come era da sempre conosciuto, ed del periodo successivo: i quattro anni della presidenza Biden, dove si poteva arrivare ad un punto avanzato, se non definitivo, di una forza militare comune europea, in grado di garantire la difesa autonome dell’Europa; al contrario si è preferito rinviare il problema, sperando nell’elezione di un esponente democratico, che potesse portare avanti la politica occidentale, come è stata fin dopo la seconda guerra mondiale. Una difesa dell’Europa fondamentalmente delegata alla presenza statunitense, capace di supplire alle mancanze europee. Ora non è più così e la politica di difesa militare è soltanto il problema più immediato, che è legato intimamente alla mancanza di una politica estera comune ed a intenti unitari anche in tema di economia, che rende l’Unione debole di fronte alle minacce dei dazi americani. Una serie di problemi capaci di accomunare l’intera Unione Europea alla Gran Bretagna, che si è risvegliata più lontana della tradizionale alleanza con Washington e ben più vicina ai timori di Bruxelles. L’Europa tenta di ripartire con la proposta della Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, di non conteggiare nelle restrizioni di bilancio la quota di denaro destinata alle spese militari. Pur trattandosi di materia molto delicata, per le varie sensibilità delle nazioni componenti l’Unione, questa soluzione appare un punto di partenza, ancorché tardiva, per una politica di difesa potenziata, alla quale dovranno seguire politiche di integrazione efficaci delle singole forze armate verso un esercito comune, capace di difendere il territorio dell’Unione anche senza l’appoggio degli USA. Si tratta di un obiettivo ambizioso ma quanto mai necessario: Washington, fin dai tempi di Obama, ha diretto il proprio sguardo verso le sue esigenze di presidio dell’Oceano Pacifico, nell’ottica della competizione con la Cina ed ora Trump ha deciso di accelerare in questa direzione e ciò spiega il suo impegno nell’immediato coinvolgimento della Russia per la definizione della questione ucraina; tuttavia una trattativa dove una parte in guerra è esclusa è una trattativa che parte male e bene ha fatto l’Europa a rivendicare la presenza di Kiev al tavolo di qualunque negoziato ed anche della propria presenza, proprio come garanzia dell’Ucraina e di se stessa. Una Ucraina sconfitta precederebbe soltanto una possibile avanzata russa sicuramente verso i paesi baltici, la Polonia e la Romania, che è poi il vero progetto di Putin per ridare lo status di grande potenza alla Russia. Trump ha una visione contraria alle democrazie occidentali, ritenendo i loro valori superati, ma si tratta di una visione di brevissimo periodo nei confronti di quello che è ancora il mercato più ricco. Bruxelles deve sapersi muovere con questa consapevolezza, arrivando anche a ristabilire legami, che potrebbero andare oltre quelli commerciali, con altri soggetti molto importanti sullo scenario internazionale, certo la Cina, ma anche l’India ed il Brasile fino alle repubbliche centro asiatiche, spesso desiderose di allontanarsi proprio dalla Russia. Il primo passo, però, deve essere un coinvolgimento totale dei membri dell’Unione, senza effettuare riunioni ristrette che lascino fuori paesi direttamente coinvolti nelle situazioni contingenti, come i paesi baltici nella riunione convocata da Macron. Per fare ciò, oltre a quello già detto in precedenza, l’Unione si deve dotare di regolamenti più veloci capaci di superare l’assurdo criterio della totalità dei voti per l’approvazione di leggi e decisioni comunitarie e della capacità di espulsione dei paesi contrari alla direzione unitaria della politica europea, come l’Ungheria. L’adesione dell’Ucraina all’Unione è un fatto dovuto ed una assicurazione contro le politiche di Putin, ma deve essere sostenuta da una forza armata capace di sganciarsi dagli USA, una Alleanza Atlantica meno dipendente da Washington, anche nella capacità di produrre gli armamenti che potrebbe usare.

Now more than ever Europe must be autonomous

 Beyond the unspeakable behavior of the new US President and his vice president, Europe's surprise at the new situation cannot be justified at all. The feeling of disorientation and urgency at being excluded from negotiations between the White House and the Kremlin, precisely because of Trump's will, over the Ukrainian issue is a significant blow to Brussels' authority and the reasons and requests to sit at the negotiating table seem to be of little value, despite the possibility of raising defense spending and, to a lesser extent, sending a peacekeeping contingent made up of European soldiers. The European Union had the experience of Trump's first presidency, where the uselessness of the Atlantic Alliance had already been declared and with it the end of the Western system, as it had always been known, and of the subsequent period: the four years of Biden's presidency, where it was possible to arrive at an advanced, if not definitive, point of a common European military force, capable of guaranteeing the autonomous defense of Europe; on the contrary, it was preferred to postpone the problem, hoping for the election of a democratic exponent, who could carry forward Western politics, as it has been since after the Second World War. A defense of Europe fundamentally delegated to the American presence, capable of making up for European shortcomings. Now this is no longer the case and the military defense policy is only the most immediate problem, which is intimately linked to the lack of a common foreign policy and to unitary intentions also in terms of the economy, which makes the Union weak in the face of the threats of American duties. A series of problems capable of uniting the entire European Union with Great Britain, which has awakened further away from the traditional alliance with Washington and much closer to the fears of Brussels. Europe is trying to start again with the proposal of the President of the European Commission, Ursula von der Leyen, not to count the share of money destined for military spending in the budget restrictions. Although this is a very delicate matter, due to the various sensitivities of the nations that make up the Union, this solution appears to be a starting point, albeit late, for a strengthened defense policy, which will have to be followed by effective integration policies of the individual armed forces towards a common army, capable of defending the territory of the Union even without the support of the USA. This is an ambitious but more necessary objective: Washington, since the time of Obama, has directed its gaze towards its needs to protect the Pacific Ocean, in the context of competition with China and now Trump has decided to accelerate in this direction and this explains his commitment to the immediate involvement of Russia in the definition of the Ukrainian question; however, a negotiation where one party in the war is excluded is a negotiation that starts badly and Europe has done well to claim the presence of Kiev at the table of any negotiation and also of its own presence, precisely as a guarantee of Ukraine and of itself. A defeated Ukraine would only precede a possible Russian advance certainly towards the Baltic countries, Poland and Romania, which is Putin's real project to restore the status of a great power to Russia. Trump has a vision contrary to Western democracies, considering their values ​​outdated, but it is a very short-term vision towards what is still the richest market. Brussels must be able to move with this awareness, even re-establishing ties, which could go beyond commercial ones, with other very important subjects on the international scene, certainly China, but also India and Brazil up to the Central Asian republics, often eager to distance themselves from Russia. The first step, however, must be a total involvement of the members of the Union, without holding restricted meetings that leave out countries directly involved in contingent situations, such as the Baltic countries in the meeting called by Macron. To do this, in addition to what has already been said above, the Union must equip itself with faster regulations capable of overcoming the absurd criterion of the totality of votes for the approval of community laws and decisions and the ability to expel countries opposed to the unitary direction of European politics, such as Hungary. Ukraine's accession to the Union is a necessary fact and an insurance against Putin's policies, but it must be supported by an armed force capable of breaking away from the USA, an Atlantic Alliance less dependent on Washington, also in its ability to produce the armaments it could use.

Ahora más que nunca Europa debe ser autónoma

 A pesar del comportamiento incalificable del nuevo presidente de Estados Unidos y de su vicepresidente, la sorpresa de Europa ante la nueva situación no puede justificarse en absoluto. La sensación de desorientación y urgencia, al verse excluido de las negociaciones entre la Casa Blanca y el Kremlin, precisamente por voluntad de Trump, sobre la cuestión ucraniana es un golpe significativo a la autoridad de Bruselas y las razones y peticiones de sentarse a la mesa de negociaciones parecen tener poco valor, pese a la posibilidad de aumentar el gasto de defensa y en menor medida el envío de un contingente de paz formado por soldados europeos. La Unión Europea tuvo la experiencia de la primera presidencia de Trump, donde ya se había declarado la inutilidad de la Alianza Atlántica y con ella el fin del sistema occidental, tal como siempre se había conocido, y del período posterior: los cuatro años de la presidencia de Biden, donde se pudo llegar a un punto avanzado, si no definitivo, de una fuerza militar europea común, capaz de garantizar la defensa autónoma de Europa; Por el contrario, se prefirió posponer el problema, esperando la elección de un exponente democrático, que pudiera llevar adelante la política occidental, como se ha hecho desde después de la Segunda Guerra Mundial. Una defensa de Europa fundamentalmente delegada a la presencia estadounidense, capaz de suplir las carencias europeas. Esto ya no es así y la política de defensa militar es sólo el problema más inmediato, que está estrechamente vinculado a la falta de una política exterior común y de intenciones unitarias también en materia económica, lo que hace que la Unión sea débil frente a las amenazas de los aranceles estadounidenses. Una serie de problemas capaces de unir a toda la Unión Europea con Gran Bretaña, que se ha despertado más lejos de la tradicional alianza con Washington y mucho más cerca de los temores de Bruselas. Europa intenta reiniciarse con la propuesta de la presidenta de la Comisión Europea, Ursula von der Leyen, de no contabilizar en las restricciones presupuestarias la parte del dinero destinado al gasto militar. Aunque se trata de un asunto muy delicado, dadas las diferentes sensibilidades de los países que componen la Unión, esta solución parece un punto de partida, aunque tardío, para una política de defensa reforzada, que debe ir seguida de políticas efectivas de integración de las distintas fuerzas armadas hacia un ejército común, capaz de defender el territorio de la Unión incluso sin el apoyo de los EE.UU. Se trata de un objetivo ambicioso pero necesario: Washington, desde los tiempos de Obama, ha dirigido su mirada hacia sus necesidades de proteger el océano Pacífico, en vista de la competencia con China y ahora Trump ha decidido acelerar en esa dirección y esto explica su compromiso con la implicación inmediata de Rusia en la definición de la cuestión ucraniana; Sin embargo, una negociación en la que una de las partes en conflicto es una negociación que empieza mal y Europa hizo bien en reivindicar la presencia de Kiev en la mesa de negociaciones y también su propia presencia, precisamente como garantía para Ucrania y para sí misma. Una Ucrania derrotada sólo precedería a un posible avance ruso, seguramente hacia los países bálticos, Polonia y Rumania, que es el verdadero proyecto de Putin para restaurar el estatus de Rusia como gran potencia. Trump tiene una visión contraria a las democracias occidentales, considerando sus valores obsoletos, pero es una visión muy cortoplacista hacia lo que sigue siendo el mercado más rico. Bruselas debe saber moverse con esta conciencia, restableciendo incluso vínculos, que podrían ir más allá de los comerciales, con otros sujetos muy importantes del escenario internacional, ciertamente China, pero también India y Brasil hasta las repúblicas de Asia Central, a menudo deseosas de distanciarse de Rusia. El primer paso, sin embargo, debe ser la plena implicación de los miembros de la Unión, sin celebrar reuniones restringidas que dejen fuera a los países directamente implicados en situaciones contingentes, como los países bálticos en la reunión convocada por Macron. Para ello, además de lo ya dicho más arriba, la Unión debe dotarse de una reglamentación más rápida capaz de superar el criterio absurdo de la totalidad de votos para la aprobación de leyes y decisiones comunitarias y de la capacidad de expulsar a países opuestos a la dirección unitaria de la política europea, como Hungría. La adhesión de Ucrania a la Unión es un hecho necesario y un seguro contra las políticas de Putin, pero debe estar apoyada por una fuerza armada capaz de desprenderse de EE.UU., una Alianza Atlántica menos dependiente de Washington, también en su capacidad para producir los armamentos que podría utilizar.

Europa muss heute mehr denn je autonom sein

 Ungeachtet des unsäglichen Verhaltens des neuen US-Präsidenten und seines Vizepräsidenten ist die Überraschung Europas angesichts der neuen Situation völlig unbegründet. Das Gefühl der Orientierungslosigkeit und der Dringlichkeit, gerade aufgrund von Trumps Willen von den Verhandlungen zwischen dem Weißen Haus und dem Kreml zur Ukraine-Frage ausgeschlossen zu werden, ist ein schwerer Schlag für die Autorität Brüssels, und die Gründe und Bitten, sich an den Verhandlungstisch zu setzen, scheinen wenig zu zählen, trotz der Möglichkeit einer Erhöhung der Verteidigungsausgaben und – in geringerem Maße – der Entsendung eines Friedenstruppenkontingents aus europäischen Soldaten. Die Europäische Union hat die Erfahrungen der ersten Präsidentschaft Trumps gemacht, in der bereits die Nutzlosigkeit des Atlantischen Bündnisses und damit das Ende des westlichen Systems, wie man es immer gekannt hatte, erklärt worden war. Und sie hat auch die Erfahrungen der darauffolgenden Zeit mitgemacht: die vier Jahre der Präsidentschaft Bidens, in denen es gelang, einen fortgeschrittenen, wenn nicht endgültigen Punkt einer gemeinsamen europäischen Streitmacht zu erreichen, die in der Lage wäre, die autonome Verteidigung Europas zu gewährleisten. Im Gegenteil, man zog es vor, das Problem aufzuschieben, in der Hoffnung auf die Wahl eines demokratischen Vertreters, der die westliche Politik in die gleiche Richtung lenken könnte wie nach dem Zweiten Weltkrieg. Eine Verteidigung Europas, die grundsätzlich der amerikanischen Präsenz überlassen wäre und in der Lage wäre, die europäischen Defizite auszugleichen. Dies ist nicht länger der Fall, und die militärische Verteidigungspolitik stellt nur das unmittelbarste Problem dar, das eng mit dem Fehlen einer gemeinsamen Außenpolitik und einheitlicher Absichten auch in wirtschaftlicher Hinsicht verknüpft ist, was die Union angesichts der Bedrohung durch amerikanische Zölle schwächt. Eine Reihe von Problemen, die die gesamte Europäische Union mit Großbritannien einen könnten, das sich durch sein Erwachen immer weiter von seinem traditionellen Bündnis mit Washington entfernt und den Ängsten Brüssels immer näher kommt. Einen Neustart versucht Europa mit dem Vorschlag der EU-Kommissionspräsidentin Ursula von der Leyen, den Anteil der für Militärausgaben bestimmten Gelder bei den Haushaltskürzungen nicht anzurechnen. Obwohl es sich dabei angesichts der unterschiedlichen Empfindlichkeiten der die Union bildenden Nationen um eine sehr sensible Angelegenheit handelt, scheint diese Lösung ein – wenn auch später – Ausgangspunkt für eine verstärkte Verteidigungspolitik zu sein, der eine wirksame Integrationspolitik der einzelnen Streitkräfte hin zu einer gemeinsamen Armee folgen muss, die in der Lage ist, das Territorium der Union auch ohne die Unterstützung der USA zu verteidigen. Dies ist ein ehrgeiziges, aber notwendiges Ziel: Seit der Zeit Obamas hat Washington angesichts der Konkurrenz durch China seinen Blick auf die Notwendigkeit gerichtet, den Pazifischen Ozean zu schützen. Nun hat Trump beschlossen, in diese Richtung zu beschleunigen, was sein Engagement für eine sofortige Einbindung Russlands in die Lösung der Ukraine-Frage erklärt. Allerdings ist der Beginn von Verhandlungen unter Ausschluss einer der Kriegsparteien schlecht, und Europa hat gut daran getan, die Anwesenheit Kiews am Verhandlungstisch und auch seine eigene Anwesenheit zu fordern, und zwar als Garantie für die Ukraine und für sich selbst. Eine Niederlage der Ukraine wäre lediglich ein Vorbote eines möglichen russischen Vorstoßes, vor allem in Richtung der baltischen Staaten, Polens und Rumäniens. Dieser Vorstoß ist Putins eigentliches Projekt, nämlich die Wiederherstellung des Status Russlands als Großmacht. Trumps Vision steht im Widerspruch zu den westlichen Demokratien, deren Werte er für überholt hält. Doch gegenüber dem noch immer reichsten Markt der Welt ist diese Vision sehr kurzfristig angelegt. Brüssel muss in der Lage sein, mit diesem Bewusstsein zu agieren und sogar Beziehungen – die über den Handelsbereich hinausgehen können – zu anderen sehr wichtigen Akteuren auf der internationalen Bühne wiederherzustellen, sicherlich zu China, aber auch zu Indien und Brasilien, bis hin zu den zentralasiatischen Republiken, die oft bestrebt sind, auf Distanz zu Russland zu gehen. Der erste Schritt muss jedoch die volle Beteiligung aller EU-Mitglieder sein, ohne dass es zu eingeschränkten Treffen kommt, bei denen die direkt in Krisensituationen verwickelten Länder außen vor bleiben, wie etwa bei dem von Macron einberufenen Treffen mit den baltischen Staaten. Zu diesem Zweck muss sich die Union – zusätzlich zu dem, was oben bereits gesagt wurde – mit schnelleren Regelungen ausstatten, mit denen das absurde Kriterium der Stimmenmehrheit bei der Annahme von Gesetzen und Entscheidungen der Gemeinschaft überwunden werden kann. Zudem muss sie in die Lage versetzt werden, Länder auszuschließen, die sich einer einheitlichen Ausrichtung der europäischen Politik widersetzen, wie etwa Ungarn. Der Beitritt der Ukraine zur Union ist eine notwendige Tatsache und eine Absicherung gegen Putins Politik. Er muss jedoch durch Streitkräfte unterstützt werden, die in der Lage sind, sich von den USA zu lösen, durch ein Atlantisches Bündnis, das weniger von Washington abhängig ist, auch was die Fähigkeit zur Produktion der für es nützlichen Waffen angeht.

Aujourd’hui plus que jamais, l’Europe doit être autonome

 Malgré le comportement inqualifiable du nouveau président américain et de son vice-président, la surprise de l’Europe face à la nouvelle situation ne peut absolument pas être justifiée. Le sentiment de désorientation et d'urgence d'être exclu des négociations entre la Maison Blanche et le Kremlin, précisément à cause de la volonté de Trump, pour la question ukrainienne est un coup important porté à l'autorité de Bruxelles et les raisons et demandes de s'asseoir à la table des négociations semblent avoir peu de valeur, malgré la possibilité d'augmenter les dépenses de défense et dans une moindre mesure l'envoi d'un contingent de maintien de la paix composé de soldats européens. L'Union européenne a eu l'expérience de la première présidence Trump, où l'on avait déjà déclaré l'inutilité de l'Alliance atlantique et avec elle la fin du système occidental, tel qu'on l'avait toujours connu, et de la période suivante : les quatre années de la présidence Biden, où il a été possible d'arriver à un point avancé, sinon définitif, d'une force militaire européenne commune, capable de garantir la défense autonome de l'Europe ; au contraire, on a préféré reporter le problème, en espérant l'élection d'un représentant démocrate, qui pourrait faire avancer la politique occidentale, comme elle l'a fait depuis la Seconde Guerre mondiale. Une défense de l’Europe fondamentalement déléguée à la présence américaine, capable de pallier les carences européennes. Ce n’est plus le cas et la politique de défense militaire n’est que le problème le plus immédiat, étroitement lié au manque de politique étrangère commune et d’intentions unitaires également en termes économiques, ce qui rend l’Union faible face aux menaces des tarifs américains. Une série de problèmes capables d'unir l'ensemble de l'Union européenne à la Grande-Bretagne, qui s'est réveillée encore plus loin de l'alliance traditionnelle avec Washington et beaucoup plus proche des craintes de Bruxelles. L'Europe tente de redémarrer avec la proposition de la présidente de la Commission européenne, Ursula von der Leyen, de ne pas compter la part de l'argent destiné aux dépenses militaires dans les restrictions budgétaires. Bien qu'il s'agisse d'une question très sensible, compte tenu des sensibilités diverses des nations qui composent l'Union, cette solution apparaît comme un point de départ, même tardif, pour une politique de défense renforcée, qui doit être suivie de politiques efficaces d'intégration des forces armées individuelles vers une armée commune, capable de défendre le territoire de l'Union même sans le soutien des États-Unis. Il s’agit d’un objectif ambitieux mais nécessaire : Washington, depuis l’époque d’Obama, a orienté son regard vers ses besoins de protection de l’océan Pacifique, en vue de la concurrence avec la Chine et maintenant Trump a décidé d’accélérer dans cette direction et cela explique son engagement en faveur de l’implication immédiate de la Russie dans la définition de la question ukrainienne ; Or, une négociation où l'une des parties belligérantes est exclue est une négociation qui commence mal et l'Europe a bien fait de revendiquer la présence de Kiev à la table des négociations et aussi sa propre présence, précisément comme une garantie pour l'Ukraine et pour elle-même. Une Ukraine vaincue ne ferait que précéder une éventuelle avancée russe, certainement vers les pays baltes, la Pologne et la Roumanie, ce qui est le véritable projet de Poutine pour restaurer le statut de grande puissance de la Russie. Trump a une vision contraire aux démocraties occidentales, considérant leurs valeurs dépassées, mais c'est une vision à très court terme envers ce qui est encore le marché le plus riche. Bruxelles doit savoir se mouvoir avec cette conscience, voire rétablir des liens, qui pourraient aller au-delà du commercial, avec d'autres sujets très importants sur la scène internationale, la Chine certes, mais aussi l'Inde et le Brésil jusqu'aux républiques d'Asie centrale, souvent désireuses de prendre leurs distances avec la Russie. La première étape doit cependant être la pleine implication des membres de l’Union, sans tenir de réunions restreintes qui excluent les pays directement impliqués dans des situations contingentes, comme les pays baltes dans la réunion convoquée par Macron. Pour ce faire, en plus de ce qui a déjà été dit plus haut, l’Union doit se doter de réglementations plus rapides, capables de surmonter le critère absurde de la totalité des votes pour l’approbation des lois et des décisions communautaires et la capacité d’expulser les pays opposés à la direction unitaire de la politique européenne, comme la Hongrie. L'adhésion de l'Ukraine à l'Union est un fait nécessaire et une assurance contre la politique de Poutine, mais elle doit être soutenue par une force armée capable de se détacher des USA, une Alliance atlantique moins dépendante de Washington, y compris dans sa capacité à produire les armements qu'elle pourrait utiliser.

Agora mais do que nunca a Europa deve ser autónoma

 Independentemente do comportamento indizível do novo presidente dos EUA e de seu vice-presidente, a surpresa da Europa com a nova situação não pode ser justificada de forma alguma. O sentimento de desorientação e urgência, de ser excluído das negociações entre a Casa Branca e o Kremlin, justamente por vontade de Trump, para a questão ucraniana é um golpe significativo na autoridade de Bruxelas e as razões e solicitações para sentar à mesa de negociações parecem de pouco valor, apesar da possibilidade de aumento dos gastos com defesa e, em menor medida, do envio de um contingente de manutenção da paz composto por soldados europeus. A União Europeia teve a experiência da primeira presidência de Trump, onde já havia sido declarada a inutilidade da Aliança Atlântica e com ela o fim do sistema ocidental, como sempre foi conhecido, e do período subsequente: os quatro anos da presidência de Biden, onde foi possível chegar a um ponto avançado, senão definitivo, de uma força militar europeia comum, capaz de garantir a defesa autônoma da Europa; pelo contrário, preferiu-se adiar o problema, esperando a eleição de um expoente democrático, que pudesse levar adiante a política ocidental, como tem sido desde depois da Segunda Guerra Mundial. Uma defesa da Europa fundamentalmente delegada à presença americana, capaz de suprir as deficiências europeias. Isso já não é mais o caso e a política de defesa militar é apenas o problema mais imediato, que está intimamente ligado à falta de uma política externa comum e de intenções unitárias também em termos de economia, o que torna a União fraca diante das ameaças de tarifas americanas. Uma série de problemas capazes de unir toda a União Europeia à Grã-Bretanha, que se afastou cada vez mais da aliança tradicional com Washington e se aproximou muito mais dos medos de Bruxelas. A Europa tenta recomeçar com a proposta da presidente da Comissão Europeia, Ursula von der Leyen, de não contabilizar a parcela do dinheiro destinada aos gastos militares nas restrições orçamentárias. Embora se trate de um assunto muito delicado, dadas as diversas sensibilidades das nações que compõem a União, esta solução parece ser um ponto de partida, ainda que tardio, para uma política de defesa reforçada, que deve ser seguida de políticas efetivas de integração das forças armadas individuais em direção a um exército comum, capaz de defender o território da União mesmo sem o apoio dos EUA. Este é um objetivo ambicioso, mas necessário: Washington, desde os tempos de Obama, dirigiu seu olhar para suas necessidades de proteger o Oceano Pacífico, tendo em vista a competição com a China, e agora Trump decidiu acelerar nessa direção, o que explica seu compromisso com o envolvimento imediato da Rússia na definição da questão ucraniana; No entanto, uma negociação em que uma das partes em conflito é excluída é uma negociação que começa mal e a Europa fez bem em reivindicar a presença de Kiev à mesa de qualquer negociação e também a sua própria presença, precisamente como garantia da Ucrânia e de si própria. Uma Ucrânia derrotada apenas precederia um possível avanço russo, certamente em direção aos países bálticos, Polônia e Romênia, que é o verdadeiro projeto de Putin para restaurar o status da Rússia como uma grande potência. Trump tem uma visão contrária às democracias ocidentais, considerando seus valores ultrapassados, mas é uma visão de curtíssimo prazo em direção ao que ainda é o mercado mais rico. Bruxelas deve ser capaz de se mover com essa consciência, inclusive restabelecendo laços, que podem ir além dos comerciais, com outros assuntos muito importantes no cenário internacional, certamente a China, mas também a Índia e o Brasil, até as repúblicas da Ásia Central, muitas vezes ansiosas por se distanciar da Rússia. O primeiro passo, porém, deve ser o envolvimento total dos membros da União, sem realizar reuniões restritas que deixem de fora os países diretamente envolvidos em situações de contingência, como os países bálticos na reunião convocada por Macron. Para isso, além do que já foi dito acima, a União deve dotar-se de uma regulamentação mais rápida, capaz de superar o absurdo critério da totalidade dos votos para aprovação de leis e decisões comunitárias e a capacidade de expulsar países contrários à direção unitária da política europeia, como a Hungria. A adesão da Ucrânia à União é um fato necessário e um seguro contra as políticas de Putin, mas deve ser apoiada por uma força armada capaz de se destacar dos EUA, uma Aliança Atlântica menos dependente de Washington, também em sua capacidade de produzir os armamentos que poderia usar.

Сейчас, как никогда, Европа должна быть автономной.

 Несмотря на возмутительное поведение нового президента США и его вице-президента, удивление Европы новой ситуацией совершенно неоправданно. Ощущение дезориентации и срочности исключения из переговоров между Белым домом и Кремлем именно по воле Трампа по украинскому вопросу является существенным ударом по авторитету Брюсселя, а доводы и просьбы сесть за стол переговоров кажутся малоценными, несмотря на возможность увеличения расходов на оборону и в меньшей степени отправки миротворческого контингента, состоящего из европейских солдат. У Европейского союза был опыт первого президентства Трампа, когда уже была провозглашена бесполезность Атлантического альянса, а вместе с ней и конец западной системы, какой ее всегда называли, и последующего периода: четырех лет президентства Байдена, когда удалось достичь продвинутой, если не окончательной, точки создания общих европейских вооруженных сил, способных гарантировать автономную оборону Европы; Напротив, было решено отложить решение проблемы, надеясь на избрание демократического представителя, который мог бы продолжить западную политику, как это было после Второй мировой войны. Защита Европы, по сути, делегирована американскому присутствию, способному компенсировать европейские недостатки. Теперь это уже не так, и политика военной обороны является лишь наиболее насущной проблемой, которая тесно связана с отсутствием общей внешней политики и единых намерений также и в сфере экономики, что делает Союз слабым перед лицом угроз со стороны американских пошлин. Серия проблем, способных объединить весь Евросоюз с Великобританией, которая все дальше отдаляется от традиционного союза с Вашингтоном и гораздо ближе к страхам Брюсселя. Европа пытается перезапустить экономику, выдвинув предложение председателя Европейской комиссии Урсулы фон дер Ляйен не учитывать в бюджетных ограничениях долю средств, предназначенных на военные расходы. Хотя это очень деликатный вопрос, учитывая различные особенности стран, входящих в Союз, это решение, по-видимому, является отправной точкой, хотя и запоздалой, для усиления оборонной политики, за которой должна последовать эффективная политика интеграции отдельных вооруженных сил в единую армию, способную защищать территорию Союза даже без поддержки США. Это амбициозная, но необходимая цель: Вашингтон со времен Обамы направил свой взор на свои потребности по защите Тихого океана ввиду конкуренции с Китаем, и теперь Трамп решил ускориться в этом направлении, и это объясняет его приверженность немедленному вовлечению России в определение украинского вопроса; Однако переговоры, из которых исключена одна из воюющих сторон, — это переговоры, которые начинаются плохо, и Европа поступила правильно, заявив о присутствии Киева за столом переговоров, а также о своем собственном присутствии, именно как о гарантии для Украины и для себя. Поражение Украины лишь предшествовало бы возможному продвижению России, безусловно, в сторону стран Балтии, Польши и Румынии, что является реальным проектом Путина по восстановлению статуса России как великой державы. У Трампа есть видение, противоположное западным демократиям, поскольку он считает их ценности устаревшими, но это очень краткосрочное видение по отношению к тому, что по-прежнему является самым богатым рынком. Брюссель должен быть в состоянии двигаться с этим осознанием, даже восстанавливая связи, которые могли бы выйти за рамки коммерческих, с другими очень важными субъектами на международной арене, безусловно, с Китаем, но также с Индией и Бразилией, а также с республиками Центральной Азии, которые часто стремятся дистанцироваться от России. Однако первым шагом должно стать полное участие членов Союза, без проведения ограниченных заседаний, исключающих страны, напрямую вовлеченные в непредвиденные ситуации, как, например, страны Балтии на встрече, созванной Макроном. Для этого, в дополнение к тому, что уже было сказано выше, Союз должен вооружиться более быстрыми правилами, способными преодолеть абсурдный критерий совокупности голосов для одобрения законов и решений сообщества, а также способностью исключать страны, выступающие против унитарного направления европейской политики, такие как Венгрия. Вступление Украины в Союз является необходимым фактом и страховкой от политики Путина, но оно должно быть подкреплено вооруженными силами, способными отделиться от США, Атлантическим альянсом, менее зависимым от Вашингтона, а также способным производить вооружения, которые он может использовать.

歐洲現在比以往任何時候都更需要自主

 無論美國新總統和他的副總統有何不可,歐洲對新局勢的驚訝都是毫無道理的。這種迷失方向和緊迫感,以及被排除在白宮和克里姆林宮之間的談判之外(正是因為川普的意願),對布魯塞爾的權威是一個重大打擊,儘管有可能增加國防開支,並在較小程度上派遣由歐洲士兵組成的維和部隊,但​​坐在談判桌上的理由和要求似乎沒有什麼價值。歐盟有過川普第一任總統任期的經歷,當時人們已經宣布大西洋聯盟毫無用處,西方體係也隨之終結,以及隨後拜登總統任期的四年,儘管還不是最終決定,但歐盟已經達到了建立一支共同的歐洲軍事力量的階段性目標,能夠保證歐洲的自主防禦;相反,人們寧願推遲這個問題,希望選出一位民主的代表,能夠像第二次世界大戰後一樣,繼續推進西方政治。歐洲的國防從根本上委託給美國,以彌補歐洲的不足。如今,情況已不再如此,軍事防禦政策只是最直接的問題,這與缺乏共同的外交政策和經濟方面的統一意圖密切相關,這使得聯盟在美國關稅威脅面前顯得軟弱。一系列問題可能使整個歐盟與英國聯合起來,而英國已經遠離了與華盛頓的傳統聯盟,而更接近布魯塞爾的擔憂。歐洲正試圖重啟歐盟委員會主席烏爾蘇拉·馮德萊恩的提議,不再將軍費開支份額計入預算限制。雖然這是一個非常敏感的問題,考慮到聯盟各成員國的不同敏感性,但這個解決方案似乎是加強國防政策的一個起點(儘管為時已晚),隨後必須對各個武裝部隊進行有效的整合政策,以建立一支即使在沒有美國支持的情況下也能保衛聯盟領土的共同軍隊。這是一個雄心勃勃但必要的目標:自奧巴馬時代以來,華盛頓就將目光投向了保護太平洋的需要,以應對與中國的競爭,現在川普決定加速朝這個方向發展,這也解釋了他致力於讓俄羅斯立即參與解決烏克蘭問題;然而,將交戰一方排除在外的談判是一場開局不利的談判,而歐洲很好地宣稱基輔在談判桌上的存在以及自己的存在,這正是對烏克蘭和它自己的保證。烏克蘭戰敗只會加劇俄羅斯的擴張勢頭,其目標肯定會是波羅的海國家、波蘭和羅馬尼亞,而這才是普丁恢復俄羅斯大國地位的真正計畫。川普的願景與西方民主國家相反,認為他們的價值觀已經過時,但這是一種針對仍然是最富有的市場的非常短期的願景。布魯塞爾必須能夠帶著這種認知採取行動,甚至重建超越商業界限的聯繫,與國際舞台上其他非常重要的國家,當然還有中國,還有印度、巴西,直至中亞共和國,這些國家往往渴望與俄羅斯保持距離。但第一步必須是歐盟成員國的充分參與,而不是舉行將直接涉及突發事件的國家排除在外的限制性會議,例如馬克宏召集的波羅的海國家會議。為了實現這一點,除了以上已經提到的以外,聯盟還必須制定更快的法規,以克服批准共同體法律和決定必須經過全部投票這一荒謬標準,並且有能力驅逐反對歐洲政治統一方向的國家,例如匈牙利。烏克蘭加入歐盟是必然事實,也是對抗普丁政策的保障,但它必須得到一支能夠脫離美國的武裝力量的支持,一個不那麼依賴華盛頓的大西洋聯盟,同時也要有生產其所需武器的能力。

今こそヨーロッパは自立しなければならない

 新米大統領と副大統領の言語に絶する行動にもかかわらず、新たな状況に対するヨーロッパの驚きは全く正当化できない。ウクライナ問題に関して、トランプ大統領の意志によりホワイトハウスとクレムリンの交渉から排除されるという混乱と切迫感はブリュッセルの権威にとって大きな打撃であり、防衛費の増額や、程度は低いが欧州軍で構成された平和維持部隊の派遣の可能性があったにもかかわらず、交渉のテーブルに着く理由や要請はほとんど価値がないように思われる。欧州連合は、トランプ大統領の最初の任期の経験を有していた。その任期では、大西洋同盟の無用性がすでに宣言され、従来から知られていた西側体制の終焉も宣言されていた。その後の4年間、バイデン大統領の任期では、ヨーロッパの自立的防衛を保証できる共通のヨーロッパ軍事力という、決定的ではないにしても、進歩的な段階に到達することができた。それどころか、第二次世界大戦後以来そうであったように、西側政治を前進させることができる民主主義の推進者が選出されることを期待して、問題を先送りすることが好まれた。ヨーロッパの防衛は基本的にアメリカの存在に委ねられ、ヨーロッパの欠点を補う能力がある。これはもはや当てはまらず、軍事防衛政策は最も差し迫った問題に過ぎず、これは共通の外交政策と経済面でも統一的な意図が欠如していることと密接に関連しており、米国の関税の脅威に対して連合を弱体化させている。一連の問題は、英国と欧州連合全体を結びつける可能性がある。英国はワシントンとの伝統的な同盟からさらに遠ざかり、ブリュッセルの懸念にかなり近づいている。欧州は、予算制限に軍事費に充てられる資金の一部を算入しないという欧州委員会委員長ウルズラ・フォン・デア・ライエン氏の提案を受けて、再出発を図ろうとしている。これは非常にデリケートな問題であるが、連合を構成する国々のさまざまな感受性を考慮すると、この解決策は、遅きに失したとはいえ、強化された防衛政策の出発点であるように思われる。この後、米国の支援がなくても連合の領土を防衛できる共通軍に向けた個々の軍隊の効果的な統合政策が続く必要がある。これは野心的だが必要な目標である。オバマ政権時代から、ワシントンは中国との競争を念頭に置き、太平洋を守る必要性に目を向けてきたが、今やトランプ大統領はこの方向への取り組みを加速させることを決定し、これがウクライナ問題解決にロシアが直ちに関与するという彼の決意を裏付けている。しかし、交戦当事者の一方が排除された交渉は悪いスタートを切る交渉であり、ヨーロッパは、ウクライナと自らの保証として、あらゆる交渉のテーブルにキエフが出席し、自らも出席すると主張したのは正しい判断だった。ウクライナの敗北は、ロシアがバルト諸国、ポーランド、ルーマニアに向けて進攻する可能性の前兆に過ぎず、それがロシアの大国としての地位を回復するというプーチンの真の計画である。トランプ氏は西側民主主義諸国の価値観が時代遅れだと考え、西側民主主義諸国とは相反するビジョンを抱いているが、それは依然として最も豊かな市場に向けた非常に短期的なビジョンだ。ブリュッセルは、この認識を持って行動し、中国はもちろんのこと、インドやブラジル、さらにはロシアと距離を置こうとすることが多い中央アジア諸国など、国際舞台における他の非常に重要な国々との、商業関係にとどまらない関係を再構築する必要もある。しかし、最初のステップは、マクロン大統領が招集した会議におけるバルト諸国のような、不測の事態に直接関与する国々を除外する限定的な会議を開催することなく、EU加盟国が全面的に関与することである必要がある。これを実現するためには、すでに述べたことに加え、EU は、共同体の法律や決定の承認に総投票数という不合理な基準を克服できるより迅速な規制と、ハンガリーのようなヨーロッパ政治の統一的な方向性に反対する国を排除する能力を備えなければならない。ウクライナのEU加盟は必要な事実であり、プーチンの政策に対する保険でもあるが、米国から離脱できる軍隊、ワシントンへの依存度が低く、使用可能な兵器を生産できる能力を持つ大西洋同盟によって支援されなければならない。

الآن أكثر من أي وقت مضى يجب أن تتمتع أوروبا بالاستقلالية

 وبغض النظر عن السلوك غير المقبول للرئيس الأميركي الجديد ونائبه، فإن مفاجأة أوروبا من الوضع الجديد لا يمكن تبريرها على الإطلاق. إن الشعور بالارتباك والإلحاح على الاستبعاد من المفاوضات بين البيت الأبيض والكرملين، على وجه التحديد بسبب إرادة ترامب، لأن المسألة الأوكرانية تشكل ضربة قوية لسلطة بروكسل، ويبدو أن الأسباب والطلبات للجلوس على طاولة المفاوضات لا قيمة لها، على الرغم من إمكانية زيادة الإنفاق الدفاعي وإلى حد أقل إرسال قوة لحفظ السلام مكونة من جنود أوروبيين. لقد مر الاتحاد الأوروبي بتجربة رئاسة ترامب الأولى، حيث تم بالفعل إعلان عدم جدوى التحالف الأطلسي ومعه نهاية النظام الغربي، كما كان معروفًا دائمًا، والفترة اللاحقة: السنوات الأربع لرئاسة بايدن، حيث أصبح من الممكن الوصول إلى نقطة متقدمة، إن لم تكن نهائية، لقوة عسكرية أوروبية مشتركة، قادرة على ضمان الدفاع المستقل عن أوروبا؛ على العكس من ذلك، كان من المفضل تأجيل المشكلة، على أمل انتخاب زعيم ديمقراطي، قادر على مواصلة السياسة الغربية، كما كانت منذ ما بعد الحرب العالمية الثانية. إن الدفاع عن أوروبا يقع بالأساس تحت إمرة الوجود الأميركي، القادر على تعويض القصور الأوروبي. ولكن هذا لم يعد هو الحال، وأصبحت سياسة الدفاع العسكري هي المشكلة الأكثر إلحاحاً، والتي ترتبط ارتباطاً وثيقاً بعدم وجود سياسة خارجية مشتركة ونوايا موحدة أيضاً فيما يتصل بالاقتصاد، وهو ما يجعل الاتحاد ضعيفاً في مواجهة التهديدات من التعريفات الجمركية الأميركية. سلسلة من المشاكل قادرة على توحيد الاتحاد الأوروبي بأكمله مع بريطانيا العظمى، التي أصبحت بعيدة كل البعد عن التحالف التقليدي مع واشنطن وأقرب كثيرا إلى مخاوف بروكسل. تحاول أوروبا إعادة إطلاق نفسها من جديد باقتراح رئيسة المفوضية الأوروبية أورسولا فون دير لاين بعدم احتساب حصة الأموال المخصصة للإنفاق العسكري ضمن قيود الميزانية. ورغم أن هذه مسألة حساسة للغاية، نظراً للحساسيات المختلفة للدول التي يتألف منها الاتحاد، فإن هذا الحل يبدو بمثابة نقطة انطلاق، ولو متأخرة، نحو سياسة دفاعية معززة، والتي يجب أن تتبعها سياسات تكامل فعالة للقوات المسلحة الفردية نحو جيش مشترك قادر على الدفاع عن أراضي الاتحاد حتى بدون دعم الولايات المتحدة. وهذا هدف طموح ولكنه ضروري: فمنذ عهد أوباما، وجهت واشنطن أنظارها نحو احتياجاتها لحماية المحيط الهادئ، في ضوء المنافسة مع الصين، والآن قرر ترامب التسريع في هذا الاتجاه وهذا ما يفسر التزامه بالتدخل الفوري لروسيا في تحديد المسألة الأوكرانية. ولكن المفاوضات التي يتم فيها استبعاد أحد الأطراف المتحاربة هي مفاوضات تبدأ بشكل سيئ، وقد فعلت أوروبا حسناً عندما ادعت وجود كييف على طاولة أي مفاوضات ووجودها أيضاً، على وجه التحديد كضمان لأوكرانيا ولها. إن هزيمة أوكرانيا لن تسبق إلا تقدماً روسياً محتملاً، وبالتأكيد نحو دول البلطيق وبولندا ورومانيا، وهو المشروع الحقيقي لبوتن لاستعادة مكانة روسيا كقوة عظمى. إن لدى ترامب رؤية تتعارض مع الديمقراطيات الغربية، باعتبارها تعتبر قيمها قديمة الطراز، ولكنها رؤية قصيرة المدى للغاية تجاه ما لا يزال السوق الأغنى. ويجب أن تكون بروكسل قادرة على التحرك بهذا الوعي، حتى إعادة تأسيس العلاقات، التي يمكن أن تتجاوز العلاقات التجارية، مع كيانات أخرى مهمة للغاية على الساحة الدولية، بالتأكيد الصين، ولكن أيضا الهند والبرازيل وصولا إلى جمهوريات آسيا الوسطى، التي غالبا ما تكون حريصة على الابتعاد عن روسيا. لكن الخطوة الأولى يجب أن تتمثل في المشاركة الكاملة لأعضاء الاتحاد، دون عقد اجتماعات مقيدة تستبعد البلدان المشاركة بشكل مباشر في مواقف طارئة، مثل دول البلطيق في الاجتماع الذي دعا إليه ماكرون. ولتحقيق هذه الغاية، يتعين على الاتحاد، بالإضافة إلى ما سبق أن قيل أعلاه، أن يزود نفسه بقواعد تنظيمية أسرع قادرة على التغلب على المعيار السخيف المتمثل في مجموع الأصوات اللازمة للموافقة على القوانين والقرارات المجتمعية والقدرة على طرد البلدان المعارضة للتوجه الموحد للسياسة الأوروبية، مثل المجر. إن انضمام أوكرانيا إلى الاتحاد الأوروبي هو حقيقة ضرورية وضمان ضد سياسات بوتن، ولكن يجب أن يكون مدعوما بقوة مسلحة قادرة على فصل نفسها عن الولايات المتحدة، وتحالف أطلسي أقل اعتمادا على واشنطن، وأيضا في قدرته على إنتاج الأسلحة التي يمكن أن يستخدمها.

martedì 11 febbraio 2025

I dazi di Trump come minaccia politica ed economica

 La politica protezionista di Trump, cardine del suo programma elettorale, sta prendendo forma, per ora soltanto con annunci e proclami. Dopo i dazi contro la Cina della scorsa settimana, la nuova minaccia, peraltro annunciata, è quella di imporre tariffe di 25% alle merci in entrata costituite da acciaio ed alluminio, senza alcuna eccezione o esenzione. Per l’Europa si tratta di vedere se i dazi già presenti, proprio del 25%, saranno soltanto confermati o arriveranno, addirittura, al 50%. Lo scopo dichiarato è quello di aumentare la ricchezza americana. Oltre all’Europa, gli obiettivi principali sono Canada e Messico: i dazi verso questi due paesi sono in palese violazione dell’accordo di libero scambio tra i tre stati. Questa violazione rappresenta un pessimo segnale della direzione della politica della nuova amministrazione statunitense, in relazione all’approccio con i trattati internazionali esistenti. Per il Canada i dazi peseranno molto su di un comparto che ricava dalla fornitura dell’acciaio verso gli USA ben 11,2 miliardi di dollari; tuttavia la previsione è che questa misura si ritorcerà contro i produttori USA, dall’industria automobilistica fino ai produttori di contenitori per bevande gassate. Al contrario la Casa Bianca, prevede un saldo favorevole alla bilancia commerciale, grazie ai maggiori benefici che i dazi porteranno alle industrie locali di acciaio ed alluminio, rispetto alle perdite di altri settori industriali. Nella visione di Washington l’industria pesante è ritenuta strategica per stimolare anche altri settori, fungendo da volano per l’economia statunitense. Trump ha dichiarato che i dazi riguarderanno una gamma piuttosto vasta di prodotti, un fattore tale da scatenare una guerra commerciale, con conseguenza imprevedibili a livello planetario. Nei confronti del Messico, però la misura tariffaria è stata sospesa di un mese, in cambio di maggiori controlli alla frontiera per impedire l’accesso ai migranti verso gli USA. Questa sospensione potrebbe significare che le misure dei dazi, potrebbero essere una minaccia per ottenere altro, per esempio per l’Europa una maggiore spesa militare ed un maggiore impegno e coinvolgimento in operazioni, tale da permettere una diversa dislocazione delle truppe USA sullo scacchiere mondiale. Anche per il Canada la minaccia è stata sospesa con l’impegno di trattenere il traffico dei migranti e l’esportazione della droga a base di fentanyl verso gli USA. L’impegno richiesta al Canada appare blando, forse perché Ottawa aveva elaborato una lista di prodotti da colpire con dazi doganali, provenienti soprattutto dagli stati repubblicani, che più hanno sostenuto Trump. In ogni caso colpire in maniera pesante il Messico, che ha sostituito la Cina, come principale fornite degli USA, con merci per 505,851 miliardi di dollari e con uno squilibrio commerciale, in favore di Città del Messico, di 171,189 miliardi di dollari, rappresenterà un problema intrinseco per l’industria manifatturiera americana, verosimilmente alle prese con gli aumenti dei costi delle forniture. Con Pechino la guerra commerciale è già partita ed entrambi i paesi si sono già applicati dazi rispettivamente. Ancora più interessante sarà l’evoluzione dei rapporti con l’Europa, pubblicamente richiamata del vicepresidente per i troppi vincoli commerciali presenti sul suo territorio, che non facilitano rapporti reciproci facili. Effettuare una politica commerciale troppo rigida sull’area più ricca del mondo può avere effetti pesantemente deleteri per l’industria statunitense, tanto più che a Bruxelles si stanno cercando concreti sbocchi alternativi per i propri prodotti, pensando a nuovi accordi commerciali con la Cina; se si andasse in questa direzione, dopo che la politica di Biden era riuscita ad invertire la tendenza, gli effetti dei dazi avrebbero la doppia conseguenza negativa di perdere quote di mercato dei prodotti americani in Europa e che queste quote potrebbero essere rimpiazzate da prodotti cinesi; e le dichiarazioni estemporanee del nuovo presidente americano, circa la creazione di una riviera a Gaza, ma senza palestinesi, ed di una Ucraina in futuro di nuovo russa, non aiutano il dialogo con gli europei, allergici a certi atteggiamenti, nonostante la crescente presenza di fiancheggiatori di Trump, anche al governo di alcuni paesi. Se la questione militare può essere una leva che Trump non esiterà ad usare, la Casa Bianca deve tenere conto che queste provocazioni potrebbero spingere Bruxelles a staccarsi in maniera lenta ma progressiva dall’alleato americano. 

Trump's Tariffs as a Political and Economic Threat

 Trump’s protectionist policy, the cornerstone of his electoral program, is taking shape, for now only with announcements and proclamations. After the duties against China last week, the new threat, which has also been announced, is to impose 25% tariffs on incoming goods consisting of steel and aluminum, without any exceptions or exemptions. For Europe, it is a question of seeing whether the existing duties, precisely 25%, will only be confirmed or will even reach 50%. The declared aim is to increase American wealth. In addition to Europe, the main targets are Canada and Mexico: the duties towards these two countries are in clear violation of the free trade agreement between the three states. This violation represents a very bad signal of the direction of the policy of the new US administration, in relation to the approach with existing international treaties. For Canada, the duties will weigh heavily on a sector that earns 11.2 billion dollars from the supply of steel to the USA; However, the prediction is that this measure will backfire on US manufacturers, from the automotive industry to producers of carbonated beverage containers. On the contrary, the White House predicts a favorable trade balance, thanks to the greater benefits that the duties will bring to local steel and aluminum industries, compared to the losses of other industrial sectors. In Washington's vision, heavy industry is considered strategic to stimulate other sectors as well, acting as a driving force for the US economy. Trump has declared that the duties will affect a rather wide range of products, a factor that could trigger a trade war, with unpredictable consequences at a global level. With regard to Mexico, however, the tariff measure has been suspended for a month, in exchange for greater border controls to prevent migrants from entering the US. This suspension could mean that the duty measures could be a threat to obtain something else, for example for Europe greater military spending and greater commitment and involvement in operations, such as to allow a different deployment of US troops on the world stage. Even for Canada, the threat has been suspended with the commitment to stop migrant trafficking and the export of fentanyl-based drugs to the USA. The commitment requested from Canada seems mild, perhaps because Ottawa had drawn up a list of products to hit with customs duties, mainly from Republican states, which supported Trump the most. In any case, hitting Mexico hard, which has replaced China as the main supplier of the USA, with goods for 505.851 billion dollars and with a trade imbalance, in favor of Mexico City, of 171.189 billion dollars, will represent an intrinsic problem for the American manufacturing industry, presumably struggling with increases in supply costs. The trade war with Beijing has already started and both countries have already applied duties respectively. Even more interesting will be the evolution of relations with Europe, publicly called out by the vice president for the excessive trade constraints present on its territory, which do not facilitate easy reciprocal relations. Implementing a trade policy that is too rigid on the richest area in the world can have seriously harmful effects for US industry, especially since Brussels is looking for concrete alternative outlets for its products, thinking about new trade agreements with China; if we were to go in this direction, after Biden's policy had managed to reverse the trend, the effects of the duties would have the double negative consequence of losing market shares of American products in Europe and that these shares could be replaced by Chinese products; and the extemporaneous declarations of the new American president, about the creation of a riviera in Gaza, but without Palestinians, and of a Ukraine that will once again be Russian, do not help the dialogue with the Europeans, allergic to certain attitudes, despite the growing presence of Trump's supporters, even in the governments of some countries. If the military issue can be a lever that Trump will not hesitate to use, the White House must take into account that these provocations could push Brussels to slowly but progressively detach itself from its American ally.

Los aranceles de Trump como amenaza política y económica

 La política proteccionista de Trump, piedra angular de su programa electoral, va tomando forma, por ahora sólo con anuncios y proclamas. Después de los aranceles contra China la semana pasada, la nueva amenaza, que también ha sido anunciada, es imponer aranceles del 25% a las mercancías entrantes consistentes en acero y aluminio, sin excepciones ni exenciones. Para Europa, se trata de ver si los derechos actuales, precisamente del 25%, se mantendrán o llegarán incluso al 50%. El objetivo declarado es aumentar la riqueza estadounidense. Además de Europa, los principales objetivos son Canadá y México: los aranceles hacia estos dos países violan claramente el acuerdo de libre comercio entre los tres estados. Esta violación es una muy mala señal de la dirección de la política de la nueva administración estadounidense en relación con su enfoque de los tratados internacionales existentes. Para Canadá, los aranceles pesarán mucho sobre un sector que ingresa 11.200 millones de dólares en suministros de acero a EE.UU.; Sin embargo, se espera que esta medida tenga consecuencias negativas para los fabricantes estadounidenses, desde la industria automotriz hasta los productores de envases de bebidas carbonatadas. Por el contrario, la Casa Blanca espera una balanza comercial favorable, gracias a los mayores beneficios que traerán los aranceles a las industrias locales del acero y el aluminio, frente a las pérdidas de otros sectores industriales. En la visión de Washington, la industria pesada se considera estratégica para estimular también otros sectores, actuando como motor de la economía estadounidense. Trump ha afirmado que los aranceles afectarán a una gama bastante amplia de productos, un factor que podría desencadenar una guerra comercial, con consecuencias impredecibles a nivel global. Respecto a México, sin embargo, la medida arancelaria fue suspendida por un mes, a cambio de incrementar los controles fronterizos para evitar que los migrantes accedan a EE.UU. Esta suspensión podría significar que las medidas arancelarias podrían ser una amenaza para conseguir algo más, por ejemplo para Europa un mayor gasto militar y un mayor compromiso e implicación en operaciones, como por ejemplo permitir un despliegue diferente de las tropas estadounidenses en el tablero mundial. Canadá también levantó la amenaza con el compromiso de detener el tráfico de migrantes y la exportación de drogas basadas en fentanilo a Estados Unidos. El compromiso pedido a Canadá parece suave, tal vez porque Ottawa había elaborado una lista de productos que serían objeto de aranceles, principalmente los procedentes de los estados republicanos, que más han apoyado a Trump. En cualquier caso, golpear duramente a México, que ha sustituido a China como principal proveedor de EU, con mercancías por 505,851 millones de dólares y con un desequilibrio comercial, a favor de Ciudad de México, de 171,189 millones de dólares, representará un problema intrínseco para la industria manufacturera estadounidense, presumiblemente batallando con los incrementos en los costos de aprovisionamiento. La guerra comercial con Pekín ya ha comenzado y ambos países ya han aplicado aranceles respectivamente. Más interesante aún será la evolución de las relaciones con Europa, denunciada públicamente por el vicepresidente por las excesivas restricciones comerciales presentes en su territorio, que no facilitan unas fáciles relaciones recíprocas. Llevar a cabo una política comercial demasiado rígida en la zona más rica del mundo podría tener efectos seriamente perjudiciales para la industria estadounidense, sobre todo porque Bruselas está buscando salidas alternativas concretas para sus productos, considerando nuevos acuerdos comerciales con China; Si fuéramos en esa dirección, después de que la política de Biden hubiera logrado revertir la tendencia, los efectos de los aranceles tendrían la doble consecuencia negativa de perder cuotas de mercado de productos estadounidenses en Europa y que estas cuotas podrían ser sustituidas por productos chinos; y las declaraciones improvisadas del nuevo presidente estadounidense, sobre la creación de una riviera en Gaza, pero sin palestinos, y de una Ucrania que volverá a ser rusa, no ayudan al diálogo con los europeos, alérgicos a ciertas actitudes, a pesar de la creciente presencia de partidarios de Trump, incluso en los gobiernos de algunos países. Si bien la cuestión militar puede ser una palanca que Trump no dudará en utilizar, la Casa Blanca debe tener en cuenta que estas provocaciones podrían empujar a Bruselas a distanciarse lenta pero progresivamente de su aliado estadounidense.

Trumps Zölle als politische und wirtschaftliche Bedrohung

 Trumps protektionistische Politik, der Eckpfeiler seines Wahlprogramms, nimmt Gestalt an – vorerst jedoch nur durch Ankündigungen und Proklamationen. Nach den Zöllen gegen China vergangene Woche besteht die neue, ebenfalls angekündigte Drohung darin, Zölle in Höhe von 25 % auf eingehende Waren aus Stahl und Aluminium zu erheben, ohne jegliche Ausnahmen oder Befreiungen. Für Europa bleibt abzuwarten, ob die bestehenden Zölle von exakt 25 Prozent nur bestätigt werden oder gar 50 Prozent erreichen. Das erklärte Ziel besteht darin, den amerikanischen Wohlstand zu mehren. Neben Europa sind vor allem Kanada und Mexiko im Visier: Die Zölle gegenüber diesen beiden Ländern verstoßen klar gegen das Freihandelsabkommen zwischen den drei Staaten. Dieser Verstoß ist ein sehr schlechtes Signal hinsichtlich der Richtung der Politik der neuen US-Regierung im Hinblick auf ihren Umgang mit bestehenden internationalen Verträgen. Für Kanada werden die Zölle einen Sektor schwer belasten, der 11,2 Milliarden Dollar mit Stahllieferungen in die USA verdient; Allerdings wird erwartet, dass sich diese Maßnahme für die US-Hersteller – von der Automobilindustrie bis hin zu den Produzenten von Behältern für kohlensäurehaltige Getränke – negativ auswirken wird. Im Gegenteil, das Weiße Haus erwartet eine positive Handelsbilanz, da die Zölle der lokalen Stahl- und Aluminiumindustrie größere Vorteile bringen als die Einbußen anderer Industriezweige. In Washingtons Vorstellungen hat die Schwerindustrie eine strategische Bedeutung, um auch andere Sektoren anzukurbeln und als treibende Kraft für die US-Wirtschaft zu wirken. Trump erklärte, dass die Zölle eine ziemlich breite Palette von Produkten betreffen würden, was einen Handelskrieg mit unvorhersehbaren Folgen auf globaler Ebene auslösen könnte. Im Hinblick auf Mexiko wurden die Zollmaßnahmen allerdings für einen Monat ausgesetzt – im Gegenzug für verstärkte Grenzkontrollen, um Migranten die Einreise in die USA zu verwehren. Diese Aussetzung könnte bedeuten, dass mit den Zollmaßnahmen auch etwas anderes erreicht werden soll, etwa höhere Militärausgaben und ein stärkeres Engagement und eine größere Beteiligung Europas an Militäreinsätzen, um etwa eine andere Stationierung der US-Truppen auf dem Weltschachbrett zu ermöglichen. Auch Kanada hat dieser Bedrohung durch die Zusage Einhalt geboten, den Menschenhandel und den Export von Fentanyl-basierten Drogen in die USA zu stoppen. Die von Kanada geforderte Verpflichtung erscheint schwach, vielleicht weil Ottawa eine Liste mit zu erhebenden Zöllen auf Produkte erstellt hatte, die hauptsächlich aus republikanischen Bundesstaaten stammen, die Trump am stärksten unterstützt haben. In jedem Fall wird ein harter Schlag für Mexiko, das China mit Waren im Wert von 505,851 Milliarden Dollar als Hauptlieferanten der USA abgelöst hat und ein Handelsdefizit zugunsten Mexiko-Stadts von 171,189 Milliarden Dollar aufweist, ein inhärentes Problem für die amerikanische Fertigungsindustrie darstellen, die vermutlich mit den gestiegenen Lieferkosten zu kämpfen hat. Der Handelskrieg mit Peking hat bereits begonnen und beide Länder haben bereits entsprechende Zölle erhoben. Noch interessanter dürfte die Entwicklung der Beziehungen zu Europa sein, das der Vizepräsident öffentlich wegen der übermäßigen Handelsbeschränkungen auf europäischem Gebiet angeprangert hat, die reibungslose gegenseitige Beziehungen erschweren. Eine allzu rigide Handelspolitik in der reichsten Region der Welt könnte gravierende negative Auswirkungen auf die US-Industrie haben, zumal Brüssel derzeit nach konkreten Absatzalternativen für seine Produkte sucht und über neue Handelsabkommen mit China nachdenkt. Sollten wir in diese Richtung gehen, hätten die Zölle, nachdem es Bidens Politik gelungen wäre, den Trend umzukehren, die doppelt negative Folge, dass amerikanische Produkte in Europa Marktanteile verlieren und diese Anteile durch chinesische Produkte ersetzt werden könnten; Und die improvisierten Erklärungen des neuen amerikanischen Präsidenten über die Schaffung einer Riviera im Gazastreifen, allerdings ohne Palästinenser, und über eine Ukraine, die wieder russischer Herrschaft unterliegen werde, sind für den Dialog mit den Europäern nicht gerade förderlich. Diese reagieren allergisch auf bestimmte Verhaltensweisen, und das trotz der wachsenden Präsenz von Trump-Anhängern selbst in den Regierungen einiger Länder. Auch wenn die militärische Frage für Trump ein Druckmittel sein kann, das er ohne zu zögern einsetzen wird, muss das Weiße Haus gleichzeitig damit rechnen, dass diese Provokationen Brüssel dazu zwingen könnten, sich langsam, aber schrittweise von seinem amerikanischen Verbündeten zu lösen.

Les tarifs douaniers de Trump, une menace politique et économique

 La politique protectionniste de Trump, pierre angulaire de son programme électoral, prend forme, pour l'instant seulement par des annonces et des proclamations. Après les tarifs douaniers contre la Chine la semaine dernière, la nouvelle menace, qui a également été annoncée, est d'imposer des tarifs douaniers de 25% sur les marchandises entrantes constituées d'acier et d'aluminium, sans aucune exception ni exemption. Pour l'Europe, il s'agit de voir si les droits existants, précisément de 25%, seront seulement confirmés ou atteindront même 50%. L’objectif déclaré est d’accroître la richesse américaine. Outre l'Europe, les principales cibles sont le Canada et le Mexique : les tarifs douaniers imposés à ces deux pays constituent une violation flagrante de l'accord de libre-échange entre les trois États. Cette violation constitue un très mauvais signal quant à la direction de la politique de la nouvelle administration américaine par rapport à son approche des traités internationaux existants. Pour le Canada, les droits pèseront lourdement sur un secteur qui gagne 11,2 milliards de dollars grâce à la fourniture d’acier aux États-Unis ; Il est toutefois à prévoir que cette mesure se retournera contre les fabricants américains, de l’industrie automobile aux producteurs de contenants de boissons gazeuses. Au contraire, la Maison Blanche s’attend à une balance commerciale favorable, grâce aux bénéfices plus importants que les tarifs apporteront aux industries locales de l’acier et de l’aluminium, par rapport aux pertes d’autres secteurs industriels. Dans la vision de Washington, l’industrie lourde est considérée comme stratégique pour stimuler également d’autres secteurs, agissant comme une force motrice pour l’économie américaine. Trump a déclaré que les tarifs douaniers affecteraient une gamme assez large de produits, un facteur qui pourrait déclencher une guerre commerciale, avec des conséquences imprévisibles au niveau mondial. En ce qui concerne le Mexique, la mesure tarifaire a été suspendue pendant un mois, en échange de contrôles aux frontières renforcés pour empêcher les migrants d’accéder aux États-Unis. Cette suspension pourrait signifier que les mesures tarifaires pourraient être une menace pour obtenir autre chose, par exemple pour l'Europe une plus grande dépense militaire et un plus grand engagement et implication dans les opérations, comme pour permettre un déploiement différent des troupes américaines sur l'échiquier mondial. Le Canada a également levé la menace en s’engageant à mettre fin au trafic de migrants et à l’exportation de drogues à base de fentanyl vers les États-Unis. L'engagement demandé au Canada paraît mou, peut-être parce qu'Ottawa avait établi une liste de produits frappés de droits de douane, provenant principalement des États républicains, qui ont le plus soutenu Trump. En tout cas, frapper durement le Mexique, qui a remplacé la Chine comme principal fournisseur des USA, avec des marchandises pour 505,851 milliards de dollars et avec un déséquilibre commercial, en faveur de Mexico, de 171,189 milliards de dollars, représentera un problème intrinsèque pour l'industrie manufacturière américaine, vraisemblablement aux prises avec les augmentations des coûts d'approvisionnement. La guerre commerciale avec Pékin a déjà commencé et les deux pays ont déjà appliqué des tarifs douaniers respectifs. Plus intéressante encore sera l’évolution des relations avec l’Europe, dénoncée publiquement par le vice-président pour les contraintes commerciales excessives présentes sur son territoire, qui ne facilitent pas des relations réciproques faciles. Mener une politique commerciale trop rigide dans la zone la plus riche du monde pourrait avoir des effets gravement néfastes sur l’industrie américaine, d’autant plus que Bruxelles cherche des débouchés alternatifs concrets pour ses produits, envisageant de nouveaux accords commerciaux avec la Chine ; si nous allions dans cette direction, après que la politique de Biden ait réussi à inverser la tendance, les effets des droits de douane auraient la double conséquence négative de perdre des parts de marché des produits américains en Europe et que ces parts pourraient être remplacées par des produits chinois ; et les déclarations improvisées du nouveau président américain, sur la création d'une riviera à Gaza, mais sans Palestiniens, et d'une Ukraine qui sera à nouveau russe, n'aident pas le dialogue avec les Européens, allergiques à certaines attitudes, malgré la présence croissante des partisans de Trump, même dans les gouvernements de certains pays. Si la question militaire peut être un levier que Trump n’hésitera pas à utiliser, la Maison Blanche doit prendre en compte que ces provocations pourraient pousser Bruxelles à se détacher lentement mais progressivement de son allié américain.

As tarifas de Trump como uma ameaça política e econômica

 A política protecionista de Trump, pedra angular de seu programa eleitoral, está tomando forma, por enquanto apenas com anúncios e proclamações. Após as tarifas contra a China na semana passada, a nova ameaça, que também foi anunciada, é impor tarifas de 25% sobre produtos importados, compostos de aço e alumínio, sem quaisquer exceções ou isenções. Para a Europa, trata-se de ver se as taxas existentes, precisamente de 25%, serão apenas confirmadas ou chegarão mesmo a 50%. O objetivo declarado é aumentar a riqueza americana. Além da Europa, os principais alvos são Canadá e México: as tarifas impostas a esses dois países violam claramente o acordo de livre comércio entre os três estados. Essa violação é um péssimo sinal da direção da política do novo governo dos EUA em relação à sua abordagem aos tratados internacionais existentes. Para o Canadá, as taxas pesarão bastante sobre um setor que fatura 11,2 bilhões de dólares com o fornecimento de aço aos EUA; No entanto, espera-se que essa medida tenha um efeito contrário aos fabricantes norte-americanos, desde a indústria automotiva até os produtores de recipientes para bebidas carbonatadas. Pelo contrário, a Casa Branca espera uma balança comercial favorável, graças aos maiores benefícios que as tarifas trarão às indústrias locais de aço e alumínio, em comparação com as perdas de outros setores industriais. Na visão de Washington, a indústria pesada é considerada estratégica para estimular outros setores também, atuando como uma força motriz para a economia dos EUA. Trump afirmou que as tarifas afetarão uma gama bastante ampla de produtos, um fator que pode desencadear uma guerra comercial, com consequências imprevisíveis em nível global. No caso do México, porém, a medida tarifária foi suspensa por um mês, em troca de maiores controles de fronteira para impedir o acesso de migrantes aos EUA. Essa suspensão pode significar que as medidas tarifárias podem ser uma ameaça para obter algo mais, por exemplo, para a Europa, um maior gasto militar e um maior comprometimento e envolvimento nas operações, de modo a permitir uma distribuição diferente de tropas americanas no tabuleiro de xadrez mundial. O Canadá também suspendeu a ameaça com o compromisso de impedir o tráfico de migrantes e a exportação de medicamentos à base de fentanil para os EUA. O compromisso solicitado ao Canadá parece fraco, talvez porque Ottawa tenha elaborado uma lista de produtos que serão atingidos por taxas alfandegárias, principalmente de estados republicanos, que mais apoiaram Trump. De qualquer forma, atingir duramente o México, que substituiu a China como principal fornecedor dos EUA, com mercadorias por 505,851 bilhões de dólares e com um desequilíbrio comercial, a favor da Cidade do México, de 171,189 bilhões de dólares, representará um problema intrínseco para a indústria manufatureira americana, presumivelmente lutando com os aumentos nos custos de fornecimento. A guerra comercial com Pequim já começou e ambos os países já aplicaram tarifas, respectivamente. Ainda mais interessante será a evolução das relações com a Europa, publicamente denunciada pelo vice-presidente pelas excessivas restrições comerciais presentes em seu território, que não facilitam relações recíprocas fáceis. Executar uma política comercial muito rígida na área mais rica do mundo pode ter efeitos seriamente prejudiciais à indústria dos EUA, especialmente porque Bruxelas está buscando alternativas concretas para seus produtos, considerando novos acordos comerciais com a China; se fôssemos nessa direção, depois que a política de Biden tivesse conseguido reverter a tendência, os efeitos das taxas teriam a dupla consequência negativa de perder quotas de mercado de produtos americanos na Europa e que essas quotas poderiam ser substituídas por produtos chineses; e as declarações extemporâneas do novo presidente americano, sobre a criação de uma riviera em Gaza, mas sem palestinos, e de uma Ucrânia que voltará a ser russa, não ajudam o diálogo com os europeus, alérgicos a certas atitudes, apesar da presença crescente de apoiadores de Trump, inclusive nos governos de alguns países. Se a questão militar pode ser uma alavanca que Trump não hesitará em usar, a Casa Branca deve levar em conta que essas provocações podem levar Bruxelas a se distanciar lenta, mas progressivamente, de seu aliado americano.

Тарифы Трампа как политическая и экономическая угроза

 Протекционистская политика Трампа, краеугольный камень его предвыборной программы, обретает форму, пока только в виде заявлений и прокламаций. После введения пошлин против Китая на прошлой неделе появилась новая угроза, о которой также было объявлено: ввести пошлины в размере 25% на ввозимые товары, состоящие из стали и алюминия, без каких-либо исключений или изъятий. Для Европы вопрос заключается в том, будут ли существующие пошлины, а именно 25%, просто подтверждены или достигнут даже 50%. Заявленная цель — увеличение благосостояния Америки. Помимо Европы, основными целями являются Канада и Мексика: тарифы в отношении этих двух стран являются явным нарушением соглашения о свободной торговле между тремя государствами. Это нарушение является очень плохим сигналом о направлении политики новой администрации США в отношении ее подхода к существующим международным договорам. Для Канады пошлины станут тяжелым бременем для сектора, который зарабатывает 11,2 млрд долларов на поставках стали в США; Однако ожидается, что эта мера окажет негативное воздействие на американских производителей — от автомобильной промышленности до производителей тары для газированных напитков. Напротив, Белый дом ожидает благоприятного торгового баланса благодаря большей выгоде, которую тарифы принесут местной сталелитейной и алюминиевой промышленности, по сравнению с потерями других промышленных секторов. По мнению Вашингтона, тяжелая промышленность имеет стратегическое значение для стимулирования и других секторов, выступая движущей силой экономики США. Трамп заявил, что тарифы затронут довольно широкий спектр товаров, что может спровоцировать торговую войну с непредсказуемыми последствиями на глобальном уровне. Однако в отношении Мексики действие тарифной меры было приостановлено на месяц в обмен на усиление пограничного контроля для предотвращения въезда мигрантов в США. Эта приостановка может означать, что тарифные меры могут представлять собой угрозу для получения чего-то другого, например, для Европы — больших военных расходов и большей приверженности и участия в операциях, например, для обеспечения иного размещения войск США на мировой шахматной доске. Канада также сняла угрозу, взяв на себя обязательство прекратить торговлю мигрантами и экспорт препаратов на основе фентанила в США. Требуемые от Канады обязательства кажутся мягкими, возможно, потому, что Оттава составила список товаров, подлежащих обложению таможенными пошлинами, в основном из республиканских штатов, которые больше всего поддерживают Трампа. В любом случае, сильный удар по Мексике, которая заменила Китай в качестве основного поставщика США с товарами на сумму 505,851 млрд долларов и с торговым дисбалансом в пользу Мехико в размере 171,189 млрд долларов, будет представлять собой внутреннюю проблему для американской обрабатывающей промышленности, которая, по-видимому, борется с ростом затрат на поставку. Торговая война с Пекином уже началась, и обе страны уже применили соответствующие пошлины. Еще более интересным будет развитие отношений с Европой, которую вице-президент публично раскритиковал за чрезмерные торговые ограничения на ее территории, не способствующие легким взаимным отношениям. Проведение слишком жесткой торговой политики в самом богатом регионе мира может иметь серьезные пагубные последствия для промышленности США, особенно с учетом того, что Брюссель ищет конкретные альтернативные рынки сбыта своей продукции, рассматривая новые торговые соглашения с Китаем; Если бы мы пошли в этом направлении, после того как политике Байдена удалось переломить тенденцию, последствия пошлин имели бы двойное негативное последствие: потеря доли рынка американской продукции в Европе и то, что эти доли могли бы быть заменены китайской продукцией; и импровизированные заявления нового американского президента о создании ривьеры в секторе Газа, но без палестинцев, и о том, что Украина снова будет российской, не способствуют диалогу с европейцами, испытывающими аллергию на определенные настроения, несмотря на растущее присутствие сторонников Трампа даже в правительствах некоторых стран. Если военный вопрос может стать рычагом, который Трамп не замедлит использовать, Белый дом должен учесть, что эти провокации могут подтолкнуть Брюссель к медленному, но постепенному отчуждению от своего американского союзника.

川普的關稅是政治和經濟威脅

 川普的保護主義政策是其選舉計畫的基石,目前正在成形,儘管目前只是透過公告和聲明。繼上週對中國徵收關稅後,美國宣布了新的威脅,對進口鋼鐵和鋁產品徵收 25% 的關稅,沒有任何例外或豁免。對歐洲來說,問題在於看看現有的關稅(確切地說是25%)是否會被確認,甚至是否會達到50%。既定目標是增加美國人的財富。除歐洲外,主要目標是加拿大和墨西哥:對這兩個國家徵收關稅明顯違反了三國之間的自由貿易協定。這項違反行為充分顯示了美國新政府對待現有國際條約的政策方向。對於加拿大來說,這些關稅將對透過向美國供應鋼鐵而賺取 112 億美元的產業造成沉重打擊;然而,預計這項措施將對美國製造商產生不利影響,從汽車產業到碳酸飲料容器生產商。相反,白宮預計貿易平衡將有利,因為與其他工業部門的損失相比,關稅將為當地鋼鐵和鋁業帶來更大的好處。在華盛頓的設想中,重工業被認為具有戰略意義,可以刺激其他產業,成為美國經濟的驅動力。川普稱,關稅將影響相當廣泛的產品,這項因素可能引發貿易戰,並在全球帶來難以預測的後果。然而,對於墨西哥來說,關稅措施被暫停一個月,作為交換,將加強邊境管制,阻止移民進入美國。這項暫停可能意味著關稅措施可能成為一種威脅,以獲得其他東西,例如讓歐洲增加軍事開支、加強對軍事行動的承諾和參與,例如允許美國在世界棋盤上以不同的方式部署軍隊。加拿大也解除了威脅,承諾阻止移民販運和向美國出口芬太尼類毒品。要求加拿大做出的承諾似乎很溫和,或許是因為渥太華已經擬定了一份將徵收關稅的產品清單,這些產品主要來自共和黨州,而這些州對川普的支持率最高。無論如何,對墨西哥實施沉重打擊將為美國製造業帶來內在問題,因為墨西哥已經取代中國成為美國的主要供應國,向美國出口價值 5058.51 億美元的商品,而對墨西哥城的貿易逆差達到 1711.89 億美元,美國製造業可能難以應對供應成本的上漲。與北京的貿易戰已經開始,兩國已分別徵收關稅。更有趣的將是與歐洲關係的發展,副總統公開指出歐洲有過多的貿易限制,不利於輕鬆的互惠關係。在世界上最富裕的地區實施過於嚴格的貿易政策可能會對美國工業產生嚴重的不利影響,特別是在布魯塞爾正在為其產品尋找具體的替代銷售管道、考慮與中國達成新的貿易協定的情況下;如果按照這個方向發展,在拜登的政策成功扭轉趨勢後,關稅的影響將產生雙重負面後果,美國產品在歐洲的市場份額將會流失,而這些份額可能會被中國產品取代;美國新總統即興發表的宣言稱,要在加薩建立一個不包括巴勒斯坦人的“裡維埃拉”,並將烏克蘭重新歸俄羅斯所有。如果軍事問題可以成為川普毫不猶豫使用的槓桿,那麼白宮必須考慮到,這些挑釁行為可能會迫使布魯塞爾緩慢但逐步地脫離其美國盟友。

トランプ大統領の関税は政治的、経済的脅威

 トランプ大統領の選挙政策の要である保護主義政策は、今のところ発表や布告のみで形になりつつある。先週の対中関税に続き、今回発表された新たな脅威は、いかなる例外や免除もなしに、鉄鋼とアルミニウムからなる輸入品に25%の関税を課すというものだ。欧州にとって、問題は、現行の関税、正確には25%が維持されるだけなのか、それとも50%に達するのかということだ。表明された目標はアメリカの富を増やすことだ。ヨーロッパ以外では、カナダとメキシコが主なターゲットとなっている。この2カ国に対する関税は、3カ国間の自由貿易協定に明らかに違反している。この違反は、既存の国際条約に対するアプローチに関して、米国の新政権の政策の方向性を示す非常に悪い兆候である。カナダにとって、この関税は米国への鉄鋼供給で112億ドルの収益を上げている業界に重くのしかかることになる。しかし、この措置は自動車業界から炭酸飲料容器の生産者に至るまで、米国の製造業者に逆効果をもたらすと予想される。それどころか、ホワイトハウスは、関税が他の産業部門の損失に比べて国内の鉄鋼・アルミニウム産業にもたらす利益が大きいため、貿易収支が好転すると予想している。ワシントンのビジョンでは、重工業は他の部門も刺激し、米国経済の原動力として機能する戦略的な産業であると考えられている。トランプ大統領は、関税がかなり広範囲の製品に影響を及ぼし、それが貿易戦争の引き金となり、世界レベルで予測不可能な結果を​​もたらす可能性があると述べている。しかし、メキシコに関しては、移民が米国に入国するのを防ぐため国境管理を強化する代わりに、関税措置は1か月間停止された。この停止は、関税措置が、例えば欧州にとっては軍事費の増大や作戦への関与や関与の拡大など、何か他のものを得るための脅威となり、世界のチェス盤上で米軍の異なる配置を可能にする可能性があることを意味するかもしれない。カナダも、移民の人身売買とフェンタニル系薬物の米国への輸出を阻止すると約束し、脅威を解除した。カナダに要求された約束は緩いように思われるが、それはおそらく、カナダ政府が主にトランプ氏を最も支持してきた共和党の州からの関税対象製品のリストを作成したためだろう。いずれにせよ、米国にとって中国に代わって主要供給国となったメキシコに、5,058億5,100万ドルの商品と、メキシコシティに有利な1,711億8,900万ドルの貿易不均衡で大打撃を与えることは、おそらく供給コストの上昇に苦しんでいる米国の製造業にとって本質的な問題となるだろう。北京との貿易戦争はすでに始まっており、両国はそれぞれ関税を適用している。さらに興味深いのは、欧州との関係の発展である。副大統領は、欧州の領土に存在する過度な貿易制約が相互関係を容易にするものではないと公に批判している。世界で最も豊かな地域であまりに厳格な貿易政策を実施すれば、特にブリュッセルが中国との新たな貿易協定を検討し、自国製品の具体的な代替販売先を探していることから、米国の産業に深刻な悪影響を及ぼす可能性がある。もしこの方向に進むとすれば、バイデン氏の政策によってこの傾向が逆転した後に関税の影響で、ヨーロッパにおけるアメリカ製品の市場シェアが失われ、そのシェアが中国製品に取って代わられるという二重の悪影響が生じるだろう。そして、ガザにパレスチナ人抜きのリビエラを作ることや、ウクライナを再びロシア領にするという、新アメリカ大統領の即席の宣言は、一部の国の政府内にさえトランプ支持者が増えているにもかかわらず、特定の態度にアレルギーのあるヨーロッパ人との対話に役立たない。もし軍事問題がトランプ大統領が躊躇なく使う手段となるならば、ホワイトハウスはこうした挑発がブリュッセルをゆっくりと、しかし徐々にアメリカ同盟国から引き離す方向に向かわせる可能性があることを考慮しなければならない。

تعريفات ترامب الجمركية كتهديد سياسي واقتصادي

 إن سياسة ترامب الحمائية، والتي تشكل حجر الزاوية في برنامجه الانتخابي، تتبلور الآن فقط من خلال الإعلانات والتصريحات. بعد الرسوم الجمركية على الصين الأسبوع الماضي، فإن التهديد الجديد، الذي تم الإعلان عنه أيضًا، هو فرض رسوم جمركية بنسبة 25% على السلع الواردة المكونة من الصلب والألمنيوم، دون أي استثناءات أو إعفاءات. بالنسبة لأوروبا، فإن السؤال هو ما إذا كانت الرسوم الجمركية الحالية، البالغة 25% على وجه التحديد، سوف يتم تأكيدها فقط أو أنها سوف تصل إلى 50%. الهدف المعلن هو زيادة الثروة الأمريكية. وبالإضافة إلى أوروبا، فإن الأهداف الرئيسية هي كندا والمكسيك: حيث تشكل الرسوم الجمركية المفروضة على هاتين الدولتين انتهاكا واضحا لاتفاقية التجارة الحرة بين الدول الثلاث. ويشكل هذا الانتهاك إشارة سيئة للغاية لاتجاه سياسة الإدارة الأميركية الجديدة، فيما يتصل بتعاملها مع المعاهدات الدولية القائمة. بالنسبة لكندا، ستؤثر الرسوم الجمركية بشدة على قطاع يكسب 11.2 مليار دولار من إمدادات الصلب إلى الولايات المتحدة؛ ومع ذلك، فمن المتوقع أن يكون لهذا الإجراء نتائج عكسية على الشركات المصنعة في الولايات المتحدة، بدءاً من صناعة السيارات وحتى منتجي عبوات المشروبات الغازية. على العكس من ذلك، يتوقع البيت الأبيض ميزانًا تجاريًا إيجابيًا، بفضل الفوائد الأكبر التي ستجلبها الرسوم الجمركية لصناعتي الصلب والألمنيوم المحلية، مقارنة بخسائر القطاعات الصناعية الأخرى. وفي رؤية واشنطن، تعتبر الصناعة الثقيلة ذات أهمية استراتيجية لتحفيز القطاعات الأخرى أيضاً، وبالتالي تعمل كقوة دافعة للاقتصاد الأميركي. وقال ترامب إن الرسوم الجمركية ستؤثر على مجموعة واسعة من المنتجات، وهو عامل قد يؤدي إلى اندلاع حرب تجارية ذات عواقب غير متوقعة على المستوى العالمي. أما فيما يتعلق بالمكسيك، فقد تم تعليق إجراءات التعريفات الجمركية لمدة شهر، مقابل زيادة ضوابط الحدود لمنع المهاجرين من الوصول إلى الولايات المتحدة. وقد يعني هذا التعليق أن التدابير الجمركية قد تشكل تهديدا للحصول على شيء آخر، على سبيل المثال بالنسبة لأوروبا إنفاق عسكري أكبر والتزام أكبر ومشاركة أكبر في العمليات، مثل السماح بنشر مختلف للقوات الأميركية على رقعة الشطرنج العالمية. ورفعت كندا أيضًا التهديد مع الالتزام بوقف الاتجار بالمهاجرين وتصدير المخدرات القائمة على الفنتانيل إلى الولايات المتحدة. ويبدو الالتزام المطلوب من كندا ضعيفا، ربما لأن أوتاوا أعدت قائمة بالمنتجات التي سيتم فرض رسوم جمركية عليها، وخاصة من الولايات الجمهورية، التي دعمت ترامب أكثر من غيرها. على أية حال، فإن الضربة القوية التي تتعرض لها المكسيك، التي حلت محل الصين كمورد رئيسي للولايات المتحدة، بسلع بقيمة 505.851 مليار دولار، ومع اختلال في الميزان التجاري لصالح مكسيكو سيتي بقيمة 171.189 مليار دولار، سوف تمثل مشكلة جوهرية لصناعة التصنيع الأميركية، التي من المفترض أنها تكافح مع الزيادات في تكاليف العرض. بدأت بالفعل الحرب التجارية مع بكين، وقد فرضت الدولتان بالفعل رسومًا جمركية على التوالي. وسيكون الأمر الأكثر إثارة للاهتمام هو تطور العلاقات مع أوروبا، التي انتقدها نائب الرئيس علناً بسبب القيود التجارية المفرطة القائمة على أراضيها، والتي لا تسهل العلاقات المتبادلة بسهولة. إن تطبيق سياسة تجارية صارمة للغاية في أغنى منطقة في العالم قد يكون له آثار ضارة خطيرة على الصناعة الأمريكية، خاصة وأن بروكسل تبحث عن منافذ بديلة ملموسة لمنتجاتها، وتفكر في اتفاقيات تجارية جديدة مع الصين؛ إذا ذهبنا في هذا الاتجاه، بعد أن نجحت سياسة بايدن في عكس الاتجاه، فإن آثار الرسوم الجمركية ستكون لها نتيجة سلبية مزدوجة تتمثل في فقدان حصص السوق للمنتجات الأميركية في أوروبا وأن هذه الحصص يمكن استبدالها بمنتجات صينية؛ ولكن التصريحات المرتجلة للرئيس الأميركي الجديد حول إنشاء ريفييرا في غزة، ولكن من دون الفلسطينيين، وحول عودة أوكرانيا إلى روسيا، لا تساعد الحوار مع الأوروبيين، الذين لديهم حساسية تجاه مواقف معينة، على الرغم من الوجود المتزايد لأنصار ترامب، حتى في حكومات بعض البلدان. وإذا كانت المسألة العسكرية يمكن أن تكون رافعة لن يتردد ترامب في استخدامها، فإن البيت الأبيض يجب أن يأخذ في الاعتبار أن هذه الاستفزازات قد تدفع بروكسل إلى الانفصال ببطء ولكن تدريجيا عن حليفها الأميركي.