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mercoledì 16 marzo 2011

Nel mondo manca un soggetto capace di gestire le crisi internazionali

In Egitto l'incontro tra le diplomazie mondiali per cercare una soluzione alle crisi arabe. Il continuo rimpallo tra UE, USA, Lega Araba, Unione Africana ed ONU per l'istituzione della zona di non volo in Libia, determina un continuo rinvio, che non rende effettiva alcuna soluzione. Sia la UE che gli USA, tramite Hillary Clinton, continuano a parlare di generici aiuti per i paesi che stanno per affrontare il percorso democratico, soluzioni certamente aprrezzabili e che gettano le basi per le future collaborazioni. Ma agiscono su terreni non certo accidentati, nelle questioni più spinose le diplomazie che dovrebbero farsi carico dei problemi del mondo restano pericolosamente passive e, di fatto, creano un vuoto di potere molto pericoloso. Se sta tramontando la figura di unico gendarme del mondo, gli USA, sia per problemi economici che, sopratutto, per i nuovi assetti geopolitici, non sembra nascere quella stella polare, che doveva fare della diplomazia il punto forte su dirimere le questioni del mondo. Per lungo tempo si è creduto che questo nuovo faro fosse la UE, forte del capitale storico e culturale, che potesse essere il soggetto protagonista di una nuova fase dei rapporti diplomatici. Ma, oltre al fatto di non disporre, di un arsenale militare adeguato, le forze armate europee non sono mai state create, quello che è mancato è stata una visone d'insieme condivisa ed unitaria; con il risultato di praticare una tattica pressapochista ed abborracciata, caratterizzata da sbandamenti di direzione, che ne ha intaccato il prestigio. Con l'ONU lacerato tra i suoi componenti fissi, la mancanza di un soggetto forte che possa prendere sulle sue spalle le problematiche mondiali, le crisi che si stanno sempre più sviluppando rischiano di prendere direzioni pericolose per il mondo intero. Non si può sperare neanche su Russia e Cina, ancorate alla politica del non intervento, più per ragioni di propria convenienza che di convincimento strategico. Senza poter contare su di un soggetto regolatore, rischiano di prendere più potenza paesi che hanno la loro influenza su scala regionale o che sgomitano per imporre la propria visione e che spesso rientrano nel novero delle nazioni non sempre affidabili (un esempio può essere l'Iran). Con il regolamento vigente la situazione dell'ONU è difficilmente sbloccabile, una strada può essere una sorta di consorzio tra organismi sovranazionali ( ad esempio UE e Lega Araba), con tutti i problemi che ne conseguono; infatti si tratterebbe di capire se creare organismi permanenti o via via in caso di intervento di crisi specifiche. Queste ipotetiche associazioni presentano però limiti pratici, perchè senza protocolli di azione e ed evidenti limiti decisionali perchè caratterizzati dalla mancanza di velocità di decisone. La questione è di difficile soluzione, ma se pensata per tempo, cioè fin da subito, può diventare una soluzione praticabile per effettuare almeno degli interventi tampone.

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