Politica Internazionale

Politica Internazionale

Cerca nel blog

martedì 25 maggio 2021

La violazione bielorussa e la posizione tattica di Mosca

 La risposta europea all’atto ostile e contrario al diritto internazionale compiuto dalla Bielorussia non si è fatta attendere proprio perché è stata considerata essenziale una risposta forte ed adeguata sia contro lo stato autore della violazione, sia per prevenire eventuali possibili imitatori: troppo rischioso interrompere lo stato di diritto nei cieli del mondo. La Bielorussia sarà così sottoposta ad un isolamento ancora maggiore, attraverso l’inasprimento delle sanzioni economiche, aumentando la lista delle personalità del paese sottoposte e da sottoporre a sanzioni ed infine vietare alla compagnia di bandiera di sorvolare il territorio europeo e chiedendo, altresì, alle compagnie europee di non sorvolare lo spazio aereo bielorusso. L’azione di Minsk di dirottare un aereo di linea, da Atene a Vilnius, con l’uso di aerei militari appare senza precedenti e la sua gravità pone il regime della Bielorussia sempre più ai margini del consesso internazionale. Le modalità con cui è stata condotta l’azione sono superate solo dall’arroganza dei modi e si rivelano analoghe a metodologie che stanno assumendo modalità sempre più comuni negli stati autocratici e nelle dittature. Collegare Minsk a Mosca sembra quasi un passo obbligato: la pratica di impiegare di militari senza insegne, come è accaduto in Crimea e continua ad accadere al confine ucraino è fortemente simile all’azione di Minsk, in più in entrambi i paesi la repressione delle opposizioni è diventato un fatto comune, attraverso il quale eliminare ogni voce contraria al regime al potere; del resto il legame tra i due paesi si è rinforzato, anche recentemente , proprio alla lotta comune al dissenso: se per Minsk è questione di sopravvivenza del ceto politico al potere, per Mosca è essenziale eliminare ogni voce contraria nei pressi dei propri confini. Il Cremlino ha imparato dalla lezione ucraina di non potere sostenere altri punti deboli alla sua frontiera, sia per mantenere la sua zona di influenza, sia per non alimentare e dare coraggio alla propria opposizione interna. Non sembra possibile credere che l’atto bielorusso non abbia avuto il beneplacito da Mosca, proprio perché va interpretato anche come un chiaro messaggio verso l’Europa, sempre più intesa come origine dell’avversione ai regimi nell’orbita russa. Però questo atto di estrema violazione di un aeromobile straniero, equivalente ad un atto di guerra contro uno stato sovrano, rivela un calcolo errato che è anche sintomo di una paura, che sembra imprigionare il regime di Minsk: si tratta, infatti, di una sorta di atto disperato, di cui, forse, non si sono valutate le ricadute. Se la Bielorussia è uno stato satellite della Russia, le prime reazioni sono, ovviamente, dirette contro Minsk, ma il passo seguente sarà quello di pensare bene ai rapporti, già molto difficili, tra Bruxelles e Mosca. La tattica di portare la tensione fin quasi al punto di rottura è una costante del Cremlino e l’azione della Bielorussa potrebbe essere vista come una sorta di test della risposta europea in termini di unità politica e di velocità; se questo è vero la Russia ha avuto la risposta che temeva: malgrado tutte le divisioni su diversi temi, che attraversano l’Europa, Bruxelles ha saputo produrre una reazione adeguata al torto subito, che è solo un primo provvedimento a cui, verosimilmente, ne seguiranno altri. L’errore di Minsk e, di conseguenza, di Mosca è stato sperare di spaccare i ventisette paesi membri per trovare una incrinatura in cui potere introdursi. Il danno economico per la Bielorussia sarà pesante, mentre sul piano politico rimane il giudizio di paese inaffidabile come deve essere per ogni dittatura, ma per Mosca la situazione diplomatica non potrà che peggiorare: l’azzardo dell’ennesima infrazione del diritto internazionale, questa volta perpetrato direttamente contro i paesi europei non potrà che peggiorare le relazioni bilaterali, già messe a dura prova con i provvedimenti contro i massimi rappresentanti istituzionali dell’Unione. La realtà è che si sta procedendo di nuovo verso una marcata divisione tra blocco occidentale e blocco orientale, se nel primo il ruolo USA, con Biden presidente, sta privilegiando una nuova collaborazione con gli europei, nel secondo la preminenza cinese obbliga la Russia a cercare di trovare un ruolo di maggiore importanza e l’unico spazio dove trovarlo è appunto in Europa, esasperando i rapporti con Bruxelles, anche con un significato antiamericano, ma comunque subalterno a Pechino. Il quesito è se Putin, che ha basato molto sul nazionalismo, riuscirà a mantenere il suo potere con questi metodi o se oltrepassare di continuo i limiti della legge internazionali, non siano il segnale dell’inizio della sua fine politica. 

The Belarusian violation and Moscow's tactical position

 The European risposta all'atto ostile and contrary to the international diritto compiuto dalla Bielorussia non si è fatta attendere proprio perché è stata considered essenziale una risposta forte ed adeguata sia contro lo stato autore della violazione, sia per prevent risuali possibili imitatori: stato di diritto nei cieli del mondo. Belarusian sarà così sottoposta ad un isolacion ancora maggiore, attraverso l'inasprimento delle sanzioni economhe, increasing the list of the personalità of the sottoposte e da sottoporre a sanzioni ed infine vietare alla company di bandiera di sorvolare il European territory and chiendo allendo, altres chiendo compagnie europee di non sorvolare lo spazio aereo bielorusso. The Minsk zone of directing an air line, from Athena to Vilnius, with the use of military air appears precedent and the soft gravity puts the regime of the Belarus always più ai margini of the consesso internazionale. It is modalità with cui è stata condotta l’azione sono superate only dall’arroganza dei modi e si rivelano analogous to methodology che stanno assuming modalità always più comuni negli stati autocratici e nelle dittature. Collegare Minsk a Mosca sows almost an obligatory step: the practice of impiety of the military is insensitive, as it is carried out in Crimea and continues to reach the Ukrainian confinement and is strongly similar to all'azione di Minsk, in più in entrembi and paesi the repression of the opposing è diventato un fatto comune, attraverso il quale eliminare ogni voce contrary to the regime al potere; From the rest, the legame is due to the country if it has been completed, but recently, it has been shared by the dissent: it is for Minsk è question of the survival of the political ceto to the potere, for Mosca è essenziale will eliminate the contrary voice of the pressi dei propri confini. The Cremlino has published the Ukrainian lezione without being able to support the point of the deboli alla its frontiera, if it will keep the area of ​​influenza, if it will not feed and give the heart to the own internal opposition. It is not possible to believe that the Belarusian law does not abide by the blessing of the Fly, its own perch is interpreted even as a chiaro messaggio verse l’Europe, always più intesa as origine dell’avversione ai regime nell’orbita Russa. But this is the most serious violation of a foreign mobile phone, equivalent to a war attack against a Soviet state, has an erratic calculus that is still symptomatic of a paura, which is the imprint of the Minsk regime: if it treats, infatti, give a sorta Say atto disperato, say cui, forse, not if sono valutate le ricadute. Belorussia is one of the satellite states of Russia, the first reaction is, obviously, directly to Minsk, but the next step will be that it will be good for rapport, già molto difficili, tra Bruxelles e Mosca. The tattica di portare the tension end quasi to the breaking point è a constant of the Cremlino and l’azione della Bielorussa potrebbe seen as a sorta di test of the European risposta in termini di unità politica e di velocità; I know that it is true that Russia has avuto la risposta che temeva: malgrado tutte le divisioni su diversi temi, che attraversano l'Europe, Bruxelles has saputo produced a reaction adeguata al torto subito, che è only a cousin provvedimento cui, verisimil, ne they will not altri. The Minsk errore and, di conseguenza, di Mosca is a special status of spaccare and ventisette paesi member per trovare an incrinatura in cui potere introdursi. The economic damage for Belarus will be heavy, while the political plan rimane il giudizio di paese inaffidabile as deve essere per ogni dittatura, but per Mosca the diplomatic situation non potrà che peggiorare: l'azzardo dell'ennesima infrazionale del diritto internal volztatura perpetrated directly against the European country without the possibility of peggiorare the bilateral relations, già messe a dura prova with the provvedimenti control and massimi rappresentanti istituzionali dell'Unione. The realtà is that if this proceeding from the new verse a marked division between the western bloc and the eastern bloc, is in the cousin of the US ruolo, with Biden president, this privileging a new collaboration with gli europei, in the second the preminence cinese obliges the Russia to close di trovare a ruolo di maggiore importance e l'unico spazio dove trovarlo è appunto in Europe, waiting and rapport with Bruxelles, even with an anti-American meaning, a subordinate commune to Pechino. Il quesito è se Putin, who has sufficiently molto his nazionalismo, riuscirà to maintain his suo potere with questi methodi o se oltrepassare di continuum i limiti della legge internazionali, not siano il segnale dell’inizio della sua fine politics of him.

La violación bielorrusa y la posición táctica de Moscú

 La respuesta europea al acto hostil contra el derecho internacional llevado a cabo por Bielorrusia no tardó en llegar precisamente porque se consideró imprescindible una respuesta contundente y adecuada tanto contra el Estado violador como para prevenir posibles imitadores: es demasiado arriesgado interrumpir el estado de derecho en los cielos del mundo. Bielorrusia será así sometida a un aislamiento aún mayor, a través del endurecimiento de las sanciones económicas, aumentando la lista de personalidades del país sujetas y a ser sometidas a sanciones y finalmente prohibiendo a la aerolínea nacional sobrevolar el territorio europeo y solicitando también a las compañías europeas. no sobrevolar el espacio aéreo bielorruso. La acción de Minsk de secuestrar un avión de Atenas a Vilnius con el uso de aviones militares parece sin precedentes y su gravedad coloca al régimen bielorruso cada vez más al margen del foro internacional. Las formas en que se llevó a cabo la acción son superadas sólo por la arrogancia de las formas y se revelan análogas a las metodologías que están tomando caminos cada vez más comunes en los estados autocráticos y dictaduras. Conectar Minsk con Moscú parece un paso casi obligatorio: la práctica de emplear soldados sin insignia, como sucedió en Crimea y continúa ocurriendo en la frontera con Ucrania, es fuertemente similar a la acción en Minsk, además de la represión de la oposición en ambos países. se ha convertido en un hecho común, mediante el cual eliminar cualquier voz que se oponga al régimen en el poder; Después de todo, el vínculo entre los dos países se ha fortalecido, incluso recientemente, precisamente debido a la lucha común contra la disidencia: si para Minsk se trata de la supervivencia de la clase política en el poder, para Moscú es fundamental eliminar todas las voces. contra ella cerca de sus fronteras. El Kremlin ha aprendido de la lección ucraniana de no poder sostener otros puntos débiles en su frontera, tanto para mantener su zona de influencia, como para no alimentar y dar coraje a su oposición interna. No parece posible creer que la ley bielorrusa no contara con la aprobación de Moscú, precisamente porque también debe interpretarse como un mensaje claro a Europa, entendida cada vez más como el origen de la aversión a los regímenes en la órbita rusa. Sin embargo, este acto de violación extrema de una aeronave extranjera, equivalente a un acto de guerra contra un estado soberano, revela un cálculo erróneo que es también síntoma de un miedo, que parece aprisionar al régimen de Minsk: es, de hecho, una especie de acto desesperado, del cual, quizás, las recaídas no han sido evaluadas. Si Bielorrusia es un estado satélite de Rusia, las primeras reacciones están obviamente dirigidas contra Minsk, pero el siguiente paso será pensar detenidamente sobre las ya muy difíciles relaciones entre Bruselas y Moscú. La táctica de llevar la tensión casi al límite es una constante en el Kremlin y la acción bielorrusa podría verse como una especie de prueba de la respuesta europea en términos de unidad política y velocidad; Si esto es cierto, Rusia ha tenido la respuesta que temía: a pesar de todas las divisiones sobre diversos temas, que atraviesan Europa, Bruselas ha sido capaz de producir una reacción adecuada al agravio sufrido, que es solo una primera medida para la que, probablemente, otros lo seguirán. El error de Minsk y, en consecuencia, de Moscú fue esperar dividir los veintisiete países miembros para encontrar una grieta en la que entrar. El daño económico para Bielorrusia será grande, mientras que a nivel político el juicio de un país tan poco confiable como debe ser para cualquier dictadura permanece, pero para Moscú la situación diplomática solo empeorará: el riesgo de otra infracción del derecho internacional. , esta vez perpetrado directamente contra países europeos no hará más que empeorar las relaciones bilaterales, que ya han sido duramente probadas con las medidas contra los más altos representantes institucionales de la Unión. La realidad es que estamos avanzando nuevamente hacia una marcada división entre los bloques occidental y oriental, si en el primero el papel de Estados Unidos, con Biden como presidente, está favoreciendo una nueva colaboración con los europeos, en el segundo la preeminencia china obliga a Rusia. de buscar un papel de mayor trascendencia y el único espacio donde encontrarlo es precisamente en Europa, exasperando las relaciones con Bruselas, incluso con una trascendencia antiamericana, pero en todo caso subordinada a Pekín. La pregunta es si Putin, que se ha basado mucho en el nacionalismo, podrá mantener su poder con estos métodos o si ir continuamente más allá de los límites del derecho internacional no son la señal del comienzo de su fin político.

Die belarussische Verletzung und die taktische Position Moskaus

 Die europäische Reaktion auf die von Belarus durchgeführte feindliche Handlung gegen das Völkerrecht ließ nicht lange auf sich warten, gerade weil eine starke und angemessene Reaktion sowohl gegen den verletzenden Staat als auch zur Verhinderung möglicher Nachahmer als wesentlich angesehen wurde: Es ist zu riskant, die Rechtsstaatlichkeit zu unterbrechen in den Himmeln der Welt. Weißrussland wird daher durch die Verschärfung der Wirtschaftssanktionen einer noch stärkeren Isolation ausgesetzt sein, die Liste der Persönlichkeiten des Landes erhöhen, die Sanktionen unterliegen und sanktioniert werden müssen, und schließlich der nationalen Fluggesellschaft verbieten, über das europäische Territorium zu fliegen und auch die europäischen Unternehmen aufzufordern nicht über den belarussischen Luftraum fliegen. Minsks Aktion, ein Verkehrsflugzeug mit Militärflugzeugen von Athen nach Vilnius zu entführen, erscheint beispiellos, und seine Schwerkraft stellt das belarussische Regime zunehmend an den Rand des internationalen Forums. Die Art und Weise, wie die Aktion durchgeführt wurde, wird nur durch die Arroganz der Art und Weise überwunden und zeigt sich als analog zu Methoden, die in autokratischen Staaten und Diktaturen immer häufiger vorkommen. Die Verbindung von Minsk mit Moskau scheint fast ein obligatorischer Schritt zu sein: Die Praxis, Soldaten ohne Abzeichen zu beschäftigen, wie es auf der Krim geschehen ist und weiterhin an der ukrainischen Grenze geschieht, ähnelt stark der Aktion in Minsk und in beiden Ländern der Unterdrückung der Opposition ist zu einer allgemeinen Tatsache geworden, durch die jede Stimme beseitigt werden kann, die sich dem Regime an der Macht widersetzt; Schließlich wurde die Verbindung zwischen den beiden Ländern auch in jüngster Zeit gerade aufgrund des gemeinsamen Kampfes gegen Dissens gestärkt: Wenn es für Minsk um das Überleben der an der Macht befindlichen politischen Klasse geht, ist es für Moskau unerlässlich, alle Stimmen zu beseitigen dagegen in der Nähe seiner Grenzen. Der Kreml hat aus der ukrainischen Lektion gelernt, andere Schwachstellen an seiner Grenze nicht aushalten zu können, sowohl um seine Einflusszone aufrechtzuerhalten als auch um seine interne Opposition nicht zu ernähren und Mut zu machen. Es scheint nicht möglich zu sein zu glauben, dass das belarussische Gesetz nicht die Zustimmung Moskaus hatte, gerade weil es auch als klare Botschaft an Europa interpretiert werden sollte, die zunehmend als Ursprung der Abneigung gegen Regime im russischen Orbit verstanden wird. Dieser Akt der extremen Verletzung eines ausländischen Flugzeugs, der einem Kriegsakt gegen einen souveränen Staat gleichkommt, enthüllt jedoch eine fehlerhafte Berechnung, die auch ein Symptom für eine Angst ist, die das Minsker Regime einzusperren scheint: Es ist tatsächlich eine Art verzweifelter Akt, von dem vielleicht die Rückfälle nicht bewertet wurden. Wenn Weißrussland ein Satellitenstaat Russlands ist, richten sich die ersten Reaktionen offensichtlich gegen Minsk, aber der nächste Schritt wird darin bestehen, sorgfältig über die bereits sehr schwierigen Beziehungen zwischen Brüssel und Moskau nachzudenken. Die Taktik, die Spannung fast bis zum Bruch zu bringen, ist im Kreml eine Konstante, und die belarussische Aktion könnte als eine Art Test für die europäische Reaktion in Bezug auf politische Einheit und Geschwindigkeit angesehen werden. Wenn dies zutrifft, hat Russland die Antwort erhalten, die es befürchtet hat: Trotz aller Spaltungen in verschiedenen Fragen, die Europa betreffen, konnte Brüssel eine angemessene Reaktion auf das erlittene Unrecht hervorrufen, was wahrscheinlich nur eine erste Maßnahme ist, auf die wahrscheinlich es werden andere folgen. Der Fehler von Minsk und folglich von Moskau bestand darin, zu hoffen, die siebenundzwanzig Mitgliedsländer zu spalten, um einen Riss zu finden, in den man eintreten kann. Der wirtschaftliche Schaden für Belarus wird schwer sein, während auf politischer Ebene das Urteil eines Landes so unzuverlässig bleibt, wie es für eine Diktatur sein muss, aber für Moskau wird sich die diplomatische Situation nur verschlechtern: das Risiko eines weiteren Verstoßes gegen das Völkerrecht Dieses Mal, das direkt gegen europäische Länder verübt wird, wird nur die bilateralen Beziehungen verschlechtern, die bereits mit den Maßnahmen gegen die höchsten institutionellen Vertreter der Union auf eine harte Probe gestellt wurden. Die Realität ist, dass wir uns wieder einer deutlichen Trennung zwischen West- und Ostblock nähern, wenn in der ersten Rolle die USA mit Biden als Präsident eine neue Zusammenarbeit mit den Europäern befürworten, in der zweiten chinesischen Vormachtstellung Russland zu versuchen, eine Rolle von größerer Bedeutung zu finden, und der einzige Ort, an dem sie zu finden ist, ist genau in Europa, was die Beziehungen zu Brüssel ärgert, selbst mit einer antiamerikanischen Bedeutung, aber auf jeden Fall Peking untergeordnet. Die Frage ist, ob Putin, der viel auf Nationalismus basiert, seine Macht mit diesen Methoden aufrechterhalten kann oder ob es nicht das Signal für den Beginn seines politischen Endes ist, ständig über die Grenzen des Völkerrechts hinauszugehen.

La violation biélorusse et la position tactique de Moscou

 La réponse européenne à l'acte hostile contre le droit international perpétré par la Biélorussie n'a pas tardé à venir précisément parce qu'une réponse forte et adéquate était jugée essentielle à la fois contre l'État violeur et pour empêcher d'éventuels imitateurs: il est trop risqué d'interrompre l'État de droit dans les cieux du monde. La Biélorussie sera ainsi soumise à un isolement encore plus grand, à travers le durcissement des sanctions économiques, l'augmentation de la liste des personnalités du pays soumises et soumises à des sanctions et enfin interdisant à la compagnie aérienne nationale de survoler le territoire européen et en demandant également aux compagnies européennes. de ne pas survoler l’espace aérien biélorusse. L'action de Minsk pour détourner un avion de ligne d'Athènes à Vilnius à l'aide d'avions militaires semble sans précédent et sa gravité place le régime biélorusse de plus en plus en marge du forum international. Les manières dont l'action a été menée ne sont surmontées que par l'arrogance des voies et se révèlent être analogues à des méthodologies qui prennent des voies de plus en plus courantes dans les États autocratiques et les dictatures. Relier Minsk à Moscou semble presque une étape obligatoire: la pratique d'employer des soldats sans insignes, comme cela s'est produit en Crimée et continue de se produire à la frontière ukrainienne, est fortement similaire à l'action à Minsk, plus dans les deux pays la répression de l'opposition. est devenu un fait commun, par lequel éliminer toute voix opposée au régime au pouvoir; après tout, le lien entre les deux pays s'est renforcé, même récemment, précisément grâce à la lutte commune contre la dissidence: si pour Minsk c'est une question de survie de la classe politique au pouvoir, pour Moscou il est essentiel d'éliminer toutes les voix. contre elle près de ses frontières. Le Kremlin a appris de la leçon ukrainienne de ne pas pouvoir soutenir d'autres points faibles à sa frontière, à la fois pour maintenir sa zone d'influence et pour ne pas nourrir et donner du courage à son opposition interne. Il ne semble pas possible de croire que l'acte biélorusse n'ait pas reçu l'approbation de Moscou, précisément parce qu'il doit également être interprété comme un message clair adressé à l'Europe, de plus en plus comprise comme l'origine de l'aversion pour les régimes sur l'orbite russe. Cependant, cet acte de violation extrême d'un aéronef étranger, équivalent à un acte de guerre contre un État souverain, révèle un calcul erroné qui est aussi le symptôme d'une peur, qui semble emprisonner le régime de Minsk: c'est, en fait, une sorte d'acte désespéré, dont, peut-être, les rechutes n'ont pas été évaluées. Si la Biélorussie est un État satellite de la Russie, les premières réactions sont évidemment dirigées contre Minsk, mais la prochaine étape sera de réfléchir attentivement aux relations déjà très difficiles entre Bruxelles et Moscou. La tactique consistant à amener la tension presque au point de rupture est une constante au Kremlin et l'action biélorusse pourrait être considérée comme une sorte de test de la réponse européenne en termes d'unité politique et de rapidité; si cela est vrai, la Russie a eu la réponse qu'elle redoutait: malgré toutes les divisions sur divers sujets, qui traversent l'Europe, Bruxelles a su produire une réaction adéquate au tort subi, ce qui n'est qu'une première mesure à laquelle, probablement, d'autres suivront. L'erreur de Minsk et, par conséquent, de Moscou, a été d'espérer diviser les vingt-sept pays membres afin de trouver une fissure dans laquelle entrer. Les dommages économiques pour la Biélorussie seront lourds, tandis que sur le plan politique, le jugement d'un pays aussi peu fiable qu'il doit l'être pour toute dictature demeure, mais pour Moscou, la situation diplomatique ne fera qu'empirer: le risque d'une nouvelle violation du droit international , cette fois perpétrée directement contre les pays européens ne fera qu'aggraver les relations bilatérales, qui ont déjà été sévèrement testées avec les mesures contre les plus hauts représentants institutionnels de l'Union. La réalité est que nous nous dirigeons à nouveau vers une division marquée entre les blocs occidental et oriental, si dans le premier le rôle américain, avec Biden comme président, favorise une nouvelle collaboration avec les Européens, dans le second la prééminence chinoise oblige la Russie chercher à trouver un rôle plus important et le seul espace où le trouver est précisément en Europe, exaspérant les relations avec Bruxelles, même avec une portée anti-américaine, mais en tout cas subordonnée à Pékin. La question est de savoir si Poutine, qui s'est beaucoup appuyé sur le nationalisme, saura maintenir son pouvoir avec ces méthodes ou si dépasser continuellement les limites du droit international ne sont pas le signal du début de sa fin politique.

A violação bielorrussa e a posição tática de Moscou

 A resposta europeia ao ato hostil contra o direito internacional levado a cabo pela Bielorrússia não tardou a surgir precisamente porque uma resposta forte e adequada foi considerada essencial tanto contra o Estado violador como para prevenir possíveis imitadores: é demasiado arriscado interromper o Estado de direito nos céus do mundo. A Bielorrússia ficará assim sujeita a um isolamento ainda maior, através do reforço das sanções económicas, do aumento do elenco das personalidades do país sujeitas e a serem sancionadas e, finalmente, proibindo a companhia aérea nacional de sobrevoar o território europeu e também a solicitar às empresas europeias não sobrevoar o espaço aéreo da Bielorrússia. A ação de Minsk de sequestrar um avião comercial de Atenas a Vilnius com o uso de aeronaves militares parece sem precedentes e sua gravidade coloca o regime bielorrusso cada vez mais à margem do fórum internacional. As formas como a ação foi realizada são superadas apenas pela arrogância das formas e se revelam análogas a metodologias que assumem formas cada vez mais comuns em estados autocráticos e ditaduras. Conectar Minsk a Moscou parece uma etapa quase obrigatória: a prática de empregar soldados sem insígnia, como aconteceu na Crimeia e continua a acontecer na fronteira com a Ucrânia, é fortemente semelhante à ação em Minsk, além de nos dois países a repressão à oposição tornou-se um fato comum, por meio do qual eliminar qualquer voz contrária ao regime no poder; afinal, o vínculo entre os dois países se fortaleceu, ainda recentemente, justamente pela luta comum contra a dissidência: se para Minsk se trata de sobrevivência da classe política no poder, para Moscou é fundamental eliminar todas as vozes contra ele perto de suas fronteiras. O Kremlin aprendeu com a lição ucraniana de não ser capaz de sustentar outros pontos fracos de sua fronteira, tanto para manter sua zona de influência, quanto para não alimentar e dar coragem à sua oposição interna. Não parece possível acreditar que o ato bielorrusso não tenha tido a aprovação de Moscou, justamente porque também deve ser interpretado como uma mensagem clara para a Europa, cada vez mais entendida como a origem da aversão aos regimes em órbita russa. No entanto, este ato de extrema violação de uma aeronave estrangeira, equivalente a um ato de guerra contra um Estado soberano, revela um cálculo errôneo que é também um sintoma de um medo, que parece aprisionar o regime de Minsk: é, de fato, uma espécie de ato desesperado, do qual, talvez, as recaídas não tenham sido avaliadas. Se a Bielorrússia é um estado satélite da Rússia, as primeiras reações são obviamente dirigidas contra Minsk, mas o próximo passo será pensar cuidadosamente sobre as relações já muito difíceis entre Bruxelas e Moscou. A tática de trazer a tensão quase ao ponto de ruptura é uma constante no Kremlin e a ação bielorrussa poderia ser vista como uma espécie de teste da resposta europeia em termos de unidade política e velocidade; se isso for verdade, a Rússia teve a resposta que temia: apesar de todas as divisões sobre vários assuntos, que cruzam a Europa, Bruxelas tem sido capaz de produzir uma reação adequada ao dano sofrido, que é apenas uma primeira medida para que, provavelmente, outros seguirão. O erro de Minsk e, conseqüentemente, de Moscou foi esperar dividir os 27 países membros para encontrar uma brecha para entrar. Os danos econômicos para a Bielo-Rússia serão pesados, enquanto no nível político o julgamento de um país tão pouco confiável quanto deveria ser para qualquer ditadura permanece, mas para Moscou a situação diplomática só vai piorar: o risco de mais uma violação do direito internacional , desta vez perpetrado directamente contra países europeus só vai agravar as relações bilaterais, que já foram severamente testadas com as medidas contra os mais altos representantes institucionais da União. A realidade é que caminhamos novamente para uma divisão marcante entre os blocos ocidental e oriental, se no primeiro o papel dos Estados Unidos, com Biden como presidente, favorece uma nova colaboração com os europeus, no segundo a preeminência chinesa obriga a Rússia procurar encontrar um papel de maior importância e o único espaço onde o encontrar seja precisamente na Europa, exasperando as relações com Bruxelas, mesmo com um significado antiamericano, mas em todo o caso subordinado a Pequim. A questão é se Putin, que muito se baseou no nacionalismo, conseguirá manter seu poder com esses métodos ou se ir continuamente além dos limites do direito internacional não é o sinal para o início de seu fim político.

Белорусское нарушение и тактическая позиция Москвы

 Европейский ответ на враждебный акт против международного права, осуществленный Беларусью, не заставил себя ждать именно потому, что решительный и адекватный ответ считался необходимым как против государства-нарушителя, так и для предотвращения возможных имитаторов: слишком рискованно нарушать верховенство закона в небесах мира. Таким образом, Беларусь подвергнется еще большей изоляции из-за ужесточения экономических санкций, увеличения списка лиц страны, подвергшихся и подлежащих санкциям, и, наконец, запрета национальной авиакомпании летать над европейской территорией, а также запроса европейских компаний не летать над воздушным пространством Беларуси. Действия Минска по угону авиалайнера из Афин в Вильнюс с использованием военной авиации кажутся беспрецедентными, и их серьезность все больше ставит белорусский режим на второй план международного форума. Способы, которыми осуществлялось действие, преодолеваются только высокомерием способов и оказываются аналогичными методологиям, которые становятся все более распространенными в автократических государствах и диктатурах. Соединение Минска с Москвой кажется почти обязательным шагом: практика использования солдат без опознавательных знаков, как это произошло в Крыму и продолжает происходить на границе с Украиной, очень похожа на действия в Минске, плюс в обеих странах репрессии против оппозиции. стало общепринятым фактом, с помощью которого можно устранить любой голос, выступающий против правящего режима; в конце концов, связь между двумя странами укрепилась даже в последнее время именно благодаря общей борьбе с инакомыслием: если для Минска это вопрос выживания политического класса, находящегося у власти, то для Москвы необходимо подавить все голоса против него у его границ. Кремль усвоил урок Украины о том, что он не может поддерживать другие слабые места на своей границе, как для сохранения своей зоны влияния, так и для того, чтобы не подпитывать и не ободрять свою внутреннюю оппозицию. Кажется невозможным поверить в то, что белорусский акт не получил одобрения Москвы именно потому, что его также следует интерпретировать как четкий сигнал Европе, все более понимаемый как источник неприятия режимов в российской орбите. Однако этот акт крайнего нарушения прав иностранного самолета, равносильный акту войны против суверенного государства, обнаруживает ошибочный расчет, который также является симптомом страха, который, кажется, держит в тюрьме минский режим: это, по сути, Этакий отчаянный поступок, рецидивы которого, пожалуй, не оценены. Если Беларусь является государством-сателлитом России, первая реакция, очевидно, будет направлена ​​против Минска, но следующим шагом будет тщательное обдумывание и без того очень сложных отношений между Брюсселем и Москвой. Тактика доведения напряженности почти до предела является постоянной в Кремле, и действия Беларуси можно рассматривать как своего рода испытание реакции Европы с точки зрения политического единства и скорости; Если это правда, то у России был ответ, которого она боялась: несмотря на все разногласия по различным вопросам, которые пересекают Европу, Брюссель смог адекватно отреагировать на нанесенный ущерб, что является лишь первой мерой, к которой, вероятно, за ним последуют другие. Ошибка Минска и, следовательно, Москвы заключалась в надежде разделить двадцать семь стран-членов, чтобы найти трещину, в которую можно войти. Экономический ущерб для Беларуси будет тяжелым, в то время как на политическом уровне суждение страны, столь ненадежное, каким оно должно быть для любой диктатуры, остается, но для Москвы дипломатическая ситуация будет только ухудшаться: риск еще одного нарушения международного права на этот раз прямо против европейских стран только ухудшат двусторонние отношения, которые уже подверглись серьезным испытаниям с помощью мер против высших институциональных представителей Союза. Реальность такова, что мы снова движемся к заметному разделению между западным и восточным блоками, если в первом случае роль США с Байденом в качестве президента благоприятствует новому сотрудничеству с европейцами, во втором - превосходство Китая обязывает Россию. стремиться найти более важную роль и единственное пространство, где ее можно найти, находится именно в Европе, вызывающей раздражение в отношениях с Брюсселем, даже имеющей антиамериканское значение, но в любом случае подчиненной Пекину. Вопрос в том, сможет ли Путин, который во многом основывался на национализме, сохранить свою власть с помощью этих методов или постоянно выходить за рамки международного права, не является сигналом к ​​началу его политического конца.

白俄羅斯人的違反行為與莫斯科的戰術立場

 歐洲對白俄羅斯實施的違反國際法的敵對行為的反應不久就來了,這恰恰是因為,對於違反國家和防止可能的模仿者,必須採取有力而適當的反應:中斷法治的風險太大在世界的天空。因此,白俄羅斯將通過加強經濟制裁,增加受到製裁和將要遭受制裁的該國人士的名單,甚至最終禁止該國營航空公司飛越歐洲領土以及要求歐洲公司來受到更大的孤立。不要飛越白俄羅斯領空。明斯克通過使用軍用飛機劫持一架從雅典到維爾紐斯的客機的行動看來是空前的,其嚴重性使白俄羅斯政權日益成為國際論壇的旁觀者。採取行動的方式只能通過方式的自大來克服,並且被揭示為類似於在專制國家和獨裁統治中採用越來越普遍的方式的方法論。將明斯克與莫斯科連接似乎是必不可少的步驟:像在克里米亞發生的並繼續在烏克蘭邊界上僱用沒有徽章的士兵的做法,與明斯克的行動極為相似,而且在兩國都壓制了反對派。已經成為一個普遍的事實,通過它消除了任何與當權政權相對立的聲音;畢竟,甚至在最近,正是由於與反對派的共同鬥爭,兩國之間的聯繫得到了加強:如果對明斯克來說,這是當權的政治階級的生存問題,對莫斯科而言,消除所有聲音是至關重要的靠近它的邊界。克里姆林宮從烏克蘭的教訓中獲悉,它無法維持其邊界上的其他薄弱環節,既不能維持其勢力範圍,也不能養活和鼓舞其內部的反對派。似乎不可能相信白俄羅斯的行為沒有得到莫斯科的批准,這恰恰是因為它也應被解釋為對歐洲的明確信息,歐洲已越來越被理解為對俄羅斯軌道上的政權厭惡的根源。但是,這種極端侵犯外國飛機的行為,等同於對一個主權國家的戰爭行為,揭示了一種錯誤的計算方法,這也是一種恐懼的症狀,這似乎使明斯克政權入獄:實際上,一種絕望的行為,也許尚未評估其複發。如果白俄羅斯是俄羅斯的附屬國,顯然首先是對明斯克的反應,但是下一步將是仔細考慮布魯塞爾和莫斯科之間已經非常困難的關係。在克里姆林宮,使緊張局勢幾乎達到臨界點的策略是不變的,白俄羅斯的行動可以看作是對歐洲在政治統一性和速度上的回應的一種考驗。如果這是真的,俄羅斯將得到它擔心的答案:儘管圍繞歐洲在各種問題上的所有分歧,布魯塞爾仍然能夠對遭受的錯誤做出充分的反應,這僅僅是可能的第一步。其他人也會效仿。明斯克乃至莫斯科的錯誤是希望分裂二十七個成員國,以便找到一個可以進入的裂縫。白俄羅斯的經濟損失將是沉重的,而在政治層面上,一個國家的判斷仍然像對任何獨裁政權的判斷一樣不可靠,但是對於莫斯科來說,外交形勢只會變得更糟:再次違反國際法的風險,這次直接針對歐洲國家的做法只會使雙邊關係惡化,而雙邊關係已經受到針對歐盟最高機構代表的措施的嚴峻考驗。現實情況是,如果在拜登擔任總統的美國第一任總統主張與歐洲人進行新的合作,而在第二次中國的傑出地位使俄羅斯有義務,那麼我們將再次朝著西方集團與東方集團之間的明顯劃分邁進。尋求找到一個更重要的角色,而找到它的唯一空間恰恰是在歐洲,這激怒了與布魯塞爾的關係,即使具有反美意義,但無論如何要服從北京。問題是,以民族主義為基礎的普京是否將能夠通過這些方法來維持自己的權力,或者是否繼續超越國際法的界限,這不是他的政治終結開始的信號。

ベラルーシの違反とモスクワの戦術的立場

 ベラルーシが実施した国際法に対する敵対行為に対するヨーロッパの対応は、違反国に対しても、可能性のある模倣者を防ぐためにも、強力かつ適切な対応が不可欠であると考えられていたため、長くは続かなかった。法の支配を妨害することはリスクが高すぎる。世界の空で。したがって、ベラルーシは、経済制裁の強化、制裁の対象となる国の人格のリストの増加、そして最終的に国営航空会社がヨーロッパの領土上空を飛行することを禁止し、ヨーロッパの企業に要求することによって、さらに大きな孤立にさらされます。ベラルーシの空域を飛ばさないでください。軍用機を使用してアテネからビリニュスまで旅客機をハイジャックするミンスクの行動は前例のないようであり、その重力はベラルーシ政権をますます国際フォーラムの傍観者にしています。行動が実行された方法は、その方法の傲慢さによってのみ克服され、独裁国家や独裁政権でますます一般的な方法をとっている方法論に類似していることが明らかにされています。ミンスクをモスクワに接続することは、ほぼ義務的なステップのようです。クリミアで行われ、ウクライナの国境で引き続き行われているように、記章のない兵士を雇用する慣行は、ミンスクでの行動と非常に似ています。権力体制に反対する声を排除するための一般的な事実となった。結局のところ、異議申し立てとの共通の戦いのために、最近でも両国間のつながりが強化されています。ミンスクにとってそれが権力の政治的階級の存続の問題である場合、モスクワにとってはすべての声を排除することが不可欠です。その国境近くでそれに対して。クレムリンは、ウクライナの教訓から、国境にある他の弱点を維持することができず、影響力のある地域を維持し、内部の反対者に餌を与えたり勇気を与えたりしないことを学びました。ベラルーシの行為がモスクワの承認を得なかったとは信じられないようです。それは、ロシアの軌道における政権への嫌悪の起源としてますます理解されているヨーロッパへの明確なメッセージとしても解釈されるべきだからです。しかし、主権国家との戦争行為に相当するこの外国航空機の極端な違反行為は、ミンスク政権を投獄しているように見える恐怖の兆候でもある誤った計算を明らかにします。ある種の絶望的な行為であり、おそらく再発は評価されていません。ベラルーシがロシアの衛星国である場合、最初の反応は明らかにミンスクに向けられていますが、次のステップは、ブリュッセルとモスクワの間のすでに非常に困難な関係について慎重に考えることです。緊張をほぼ限界点に引き上げる戦術はクレムリンでは一定であり、ベラルーシの行動は、政治的統一とスピードの観点からのヨーロッパの対応の一種のテストと見なすことができます。これが本当なら、ロシアは恐れていた答えを持っています。ヨーロッパを横断するさまざまな問題に関するすべての部門にもかかわらず、ブリュッセルは間違った苦しみに対して適切な反応を生み出すことができました。他の人が従うでしょう。ミンスク、ひいてはモスクワの過ちは、侵入する亀裂を見つけるために27の加盟国を分割することを望んでいたことでした。ベラルーシの経済的損害は甚大であり、政治レベルでは、独裁政権にとって信頼できない国の判断は残っていますが、モスクワの外交状況はさらに悪化するだけです。国際法のさらに別の侵害のリスク、今回は欧州諸国に対して直接行われることは、二国間関係を悪化させるだけであり、それはすでに連合の最高機関代表に対する措置で厳しくテストされています。現実には、最初にバイデンを大統領とする米国の役割がヨーロッパ人との新たな協力を支持し、2番目の中国の卓越性がロシアに義務付けている場合、私たちは西部と東部のブロック間の顕著な分裂に向けて再び進んでいますより重要な役割を見つけようとすること、そしてそれを見つける唯一の場所は正確にヨーロッパにあり、反米的な重要性があってもブリュッセルとの関係を悪化させますが、いずれにせよ北京に従属します。問題は、ナショナリズムに大きく依存しているプーチンがこれらの方法で権力を維持できるかどうか、あるいは国際法の限界を超え続けることが彼の政治的終焉の始まりの合図ではないかどうかである。

الانتهاك البيلاروسي وموقف موسكو التكتيكي

 لم يكن الرد الأوروبي على العمل العدائي ضد القانون الدولي الذي قامت به بيلاروسيا طويلًا في الظهور على وجه التحديد لأن الرد القوي والكافي كان ضروريًا ضد الدولة المنتهكة ولمنع المقلدين المحتملين: من الخطورة للغاية مقاطعة سيادة القانون في سماء العالم. وبالتالي ، ستخضع بيلاروسيا لعزلة أكبر ، من خلال تشديد العقوبات الاقتصادية ، وزيادة قائمة الشخصيات في البلاد الخاضعة للعقوبات والتي ستخضع للعقوبات ، وحظر شركة الطيران الوطنية في النهاية من التحليق فوق الأراضي الأوروبية وكذلك مطالبة الشركات الأوروبية عدم التحليق فوق المجال الجوي البيلاروسي. يبدو أن إجراء مينسك لاختطاف طائرة ركاب من أثينا إلى فيلنيوس باستخدام الطائرات العسكرية غير مسبوق ، كما أن خطورته تضع النظام البيلاروسي بشكل متزايد على هامش المنتدى الدولي. لا يتم التغلب على الطرق التي تم بها تنفيذ العمل إلا من خلال غطرسة الطرق ويتم الكشف عن أنها مماثلة للمنهجيات التي تتخذ طرقًا شائعة بشكل متزايد في الدول الاستبدادية والديكتاتوريات. يبدو ربط مينسك بموسكو خطوة إلزامية تقريبًا: ممارسة توظيف جنود بدون شارة ، كما حدث في شبه جزيرة القرم وما زال يحدث على الحدود الأوكرانية ، يشبه إلى حد كبير الإجراء في مينسك ، بالإضافة إلى قمع المعارضة في كلا البلدين. أصبح حقيقة شائعة يتم من خلالها القضاء على أي صوت معارض للنظام الحاكم ؛ بعد كل شيء ، تم تعزيز الصلة بين البلدين ، حتى في الآونة الأخيرة ، على وجه التحديد بسبب الصراع المشترك ضد المعارضة: إذا كانت المسألة بالنسبة لمينسك هي بقاء الطبقة السياسية في السلطة ، فمن الضروري بالنسبة لموسكو القضاء على جميع الأصوات. ضدها قرب حدودها. لقد تعلم الكرملين من الدرس الأوكراني عن عدم قدرته على الحفاظ على نقاط ضعف أخرى على حدوده ، سواء للحفاظ على منطقة نفوذه ، أو عدم تغذية وإعطاء الشجاعة لمعارضته الداخلية. لا يبدو من الممكن الاعتقاد بأن الفعل البيلاروسي لم يحظ بموافقة موسكو ، على وجه التحديد لأنه يجب تفسيره أيضًا على أنه رسالة واضحة إلى أوروبا ، يُفهم بشكل متزايد على أنه أصل النفور من الأنظمة في الفلك الروسي. ومع ذلك ، فإن هذا الانتهاك الشديد لطائرة أجنبية ، والذي يعادل عملًا حربيًا ضد دولة ذات سيادة ، يكشف عن حساب خاطئ يمثل أيضًا أحد أعراض الخوف ، والذي يبدو أنه يسجن نظام مينسك: إنه في الواقع ، نوع من الفعل اليائس ، الذي ربما لم يتم تقييم الانتكاسات منه. إذا كانت بيلاروسيا دولة تابعة لروسيا ، فمن الواضح أن ردود الفعل الأولى موجهة ضد مينسك ، لكن الخطوة التالية ستكون التفكير مليًا في العلاقات الصعبة للغاية بالفعل بين بروكسل وموسكو. إن تكتيك جلب التوتر إلى نقطة الانهيار هو أمر ثابت في الكرملين ويمكن اعتبار الإجراء البيلاروسي بمثابة اختبار للرد الأوروبي من حيث الوحدة السياسية والسرعة ؛ إذا كان هذا صحيحًا ، فإن روسيا لديها الجواب الذي تخشى منه: على الرغم من كل الانقسامات حول مختلف القضايا ، والتي تعبر أوروبا ، تمكنت بروكسل من إنتاج رد فعل مناسب على الخطأ الذي عانى منه ، والذي ليس سوى إجراء أولي ربما ، سيتبعه الآخرون. كان خطأ مينسك ، وبالتالي موسكو ، هو الأمل في تقسيم الدول الأعضاء السبع والعشرين من أجل إيجاد صدع تدخل فيه. سيكون الضرر الاقتصادي لبيلاروسيا فادحًا ، بينما على المستوى السياسي ، يبقى الحكم على بلد ما غير موثوق به كما يجب أن يكون لأي ديكتاتورية ، لكن بالنسبة لموسكو ، فإن الوضع الدبلوماسي سيزداد سوءًا: خطر انتهاك آخر للقانون الدولي إن ارتكاب هذه المرة ضد الدول الأوروبية بشكل مباشر لن يؤدي إلا إلى تفاقم العلاقات الثنائية ، والتي تم بالفعل اختبارها بشدة من خلال الإجراءات ضد الممثلين المؤسسيين الأعلى للاتحاد الأوروبي. الحقيقة هي أننا نسير مرة أخرى نحو تقسيم ملحوظ بين الكتل الغربية والشرقية ، إذا كان الدور الأمريكي الأول ، مع بايدن كرئيس ، يفضل تعاونًا جديدًا مع الأوروبيين ، في التفوق الصيني الثاني يلزم روسيا. للسعي لإيجاد دور له أهمية أكبر والفضاء الوحيد الذي يمكن العثور عليه فيه هو بالتحديد في أوروبا ، مما يثير سخط العلاقات مع بروكسل ، حتى مع وجود أهمية معادية لأمريكا ، ولكن على أي حال تابعة لبكين. السؤال هو ما إذا كان بوتين ، الذي اعتمد كثيرًا على القومية ، سيتمكن من الحفاظ على سلطته بهذه الأساليب أو ما إذا كان سيتجاوز باستمرار حدود القانون الدولي ليست إشارة لبداية نهايته السياسية.

lunedì 17 maggio 2021

Biden deve diventare protagonista nella questione israelo-palestinese

 Le sollecitazioni della sinistra del partito democratico, verso il presidente degli Stati Uniti, per una presa di posizione differente verso Israele, rappresentano una novità a livello istituzionale, dovuta alla crescente rilevanza nel partito ed al contributo fornito per l’elezione di Biden alla massima carica americana. Sono una novità istituzionale per la numerosa presenza in parlamento della sinistra, ma non sono una novità nel dibattito politico statunitense, perché una consistente quota sociale di elettori democratici si è sempre espressa contro le violenze di entrambe le parti, ma con particolare attenzione verso Israele a causa del mancato rispetto degli accordi, della negazione della soluzione dei due stati e della violenza, che ha causato spesso vittime tra i civili. Biden, però, si è ritrovato con una situazione creata da Trump, che ha avuto vita facile per la mancanza di vincoli lasciati da Obama. Il precedente presidente americano ha privilegiato il rapporto con Netanyahu, sia per affinità personale, che politica, indirizzando la politica americana in maniera totalmente sbilanciata verso Israele, fornendo la sua legittimazione agli insediamenti delle colonie e riconoscendo Gerusalemme come capitale dello stato israeliano. La crisi irrisolta della politica di Israele, che deve continuamente fare ricorso ad elezioni i cui risultati restano inalterati e non permettono una risoluzione della situazione, non aiuta il paese, ma nemmeno i suoi alleati, dove, gli USA restano i principali, anche dopo il cambio alla Casa Bianca. Netanyahu è un politico spregiudicato e sta usando la situazione contingente per impedire di essere sfrattato dal governo e di essere travolto da una situazione giudiziaria sempre più compromessa. Biden, già nelle sue intenzioni durante le elezioni, ha fatto lo stesso errore di Obama: privilegiare l’impegno nel sud est asiatico ritenuto più importante e strategico, sia dal punto di vista geopolitico, che da quello economico, tralasciando l’attenzione sulla situazione mediorientale e compiendo così un errore di valutazione importante. La repressione israeliana contro la striscia di Gaza ha provocato un maggiore impegno finanziario iraniano, che permette al gruppo terroristico di disporre di armamenti avanzati, come dimostrato in questi giorni e, soprattutto il fatto di essere finito sotto l’influenza di Teheran. L’atteggiamento di Israele sta compattando il mondo sunnita a seguito dell’attivismo turco: Ankara, pur rientrando nell’Alleanza Atlantica, si sta muovendo in maniera autonoma con finalità spesso in contrasto con gli interessi occidentali. L’Europa conferma la propria piccolezza politica ed i suoi stessi leader appaiono confusi ed impegnati in dichiarazioni di sola prammatica. Il quadro generale non è quindi dei migliori per il Presidente USA, tuttavia la situazione, proprio perché così incerta, obbliga la prima potenza mondiale ad assumere una posizione netta e non titubante: è un atto dovuto di fronte allo scenario internazionale, ma anche una risposta alle pressioni di una parte consistente e politicamente rilevante del suo partito, che comprende anche parte del centro. Negli USA il riconoscimento con Israele dei cittadini americani di religione ebraica è in discesa e ciò può favorire un maggiore convincimento verso un’azione capace di tutelare i diritti di entrambe le parti ed assumere una condanna permanente verso le violenze che comprendono i civili. Quello che è mancato finora a Biden è stata un’azione diplomatica capace di andare oltre i soliti interlocutori, ma in grado di coinvolgere anche Hamas, che sebbene sia considerata un’organizzazione terroristica è una parte direttamente in causa del conflitto. Le implicazioni della vicenda israelo-palestinese devono restare centrali nella politica americana, proprio per prevenire situazioni analoghe a quelle vissute in Siria e recentemente in Turchia, dove l’assenza americana ha permesso il sopraggiungere di nuovi protagonisti, capaci di cambiare gli assetti e gli equilibri regionali. L’azione di Iran, Turchia e Russia è contraria agli interessi americani, occidentali e, sul lungo periodo agli stessi israeliani e palestinesi; rilanciare la soluzione dei due stati, attraverso la pressione su Tel Aviv per indurla a rispettare gli accordi e porre fine alla politica degli insediamenti e dello scarso rispetto dei cittadini arabi dello stato di Israele, resta la maggiore assicurazione per disinnescare Hamas e chi lo finanzia e dare finalmente una stabilità alla regione; del resto proprio tra gli ebrei del mondo cresce il favore verso questa soluzione e se Biden saprà farsene interprete, potrà scrivere sul proprio curriculum un risultato finora mai raggiunto che sarà il fattore più importante in politica estera della sua azione presidenziale.

Biden must become a protagonist in the Israeli-Palestinian question

 The requests of the left of the Democratic party, towards the president of the United States, for a different stance towards Israel, represent a novelty at the institutional level, due to the growing importance in the party and to the contribution provided for the election of Biden to the highest office American. They are an institutional novelty due to the large presence of the left in parliament, but they are not a novelty in the US political debate, because a substantial social share of democratic voters has always spoken out against the violence on both sides, but with particular attention to Israel. due to non-compliance with agreements, denial of a two-state solution and violence, which often resulted in civilian casualties. Biden, however, found himself with a situation created by Trump, which had an easy life due to the lack of constraints left by Obama. The previous American president privileged the relationship with Netanyahu, both for personal and political affinity, directing American politics in a totally unbalanced way towards Israel, providing his legitimacy to the settlements of the settlements and recognizing Jerusalem as the capital of the Israeli state. The unresolved crisis of Israel's politics, which must continually resort to elections whose results remain unchanged and do not allow a resolution of the situation, does not help the country, but neither does its allies, where the US remains the main, even after the change at the White House. Netanyahu is an unscrupulous politician and is using the current situation to prevent being evicted by the government and being overwhelmed by an increasingly compromised judicial situation. Biden, already in his intentions during the elections, made the same mistake as Obama: privileging the commitment in Southeast Asia considered more important and strategic, both from a geopolitical and economic point of view, neglecting attention on the situation Middle East and thus making a major error of assessment. The Israeli repression against the Gaza Strip has provoked a greater Iranian financial commitment, which allows the terrorist group to have advanced weapons, as demonstrated in recent days and, above all, the fact that it has come under the influence of Tehran. Israel’s attitude is compacting the Sunni world as a result of Turkish activism: Ankara, while rejoining the Atlantic Alliance, is moving autonomously with purposes often in contrast with Western interests. Europe confirms its own political littleness and its own leaders appear confused and committed to declarations of pragmatic only. The general picture is therefore not the best for the US President, however the situation, precisely because it is so uncertain, forces the first world power to take a clear and not hesitant position: it is a necessary act in front of the international scenario, but also a response to the pressures of a substantial and politically relevant part of his party, which also includes part of the center. In the US, the recognition with Israel of American citizens of the Jewish religion is on the decline and this may foster greater conviction towards an action capable of protecting the rights of both parties and assuming a permanent condemnation of violence that includes civilians. What Biden has lacked so far has been diplomatic action capable of going beyond the usual interlocutors, but capable of involving Hamas as well, which although it is considered a terrorist organization is directly involved in the conflict. The implications of the Israeli-Palestinian affair must remain central to American politics, precisely to prevent situations similar to those experienced in Syria and recently in Turkey, where the American absence has allowed the arrival of new protagonists, capable of changing structures and balances. regional. The action of Iran, Turkey and Russia is contrary to American and Western interests and, in the long run, to Israelis and Palestinians themselves; relaunching the two-state solution, through pressure on Tel Aviv to induce it to abide by the agreements and put an end to the policy of settlements and the lack of respect for Arab citizens of the state of Israel, remains the greatest assurance to defuse Hamas and those who finance it and finally give stability to the region; after all, it is precisely among the Jews of the world that favor towards this solution is growing and if Biden will be able to interpret it, he will be able to write on his curriculum a result never achieved so far that will be the most important factor in foreign policy of his presidential action.

Biden debe convertirse en protagonista de la cuestión israelo-palestina

 Las solicitudes de la izquierda del partido Demócrata, hacia el presidente de Estados Unidos, de una postura diferente hacia Israel, representan una novedad a nivel institucional, debido a la creciente relevancia en el partido y el aporte brindado para la elección de Biden. al más alto cargo americano. Son una novedad institucional debido a la gran presencia de la izquierda en el parlamento, pero no son una novedad en el debate político estadounidense, porque una parte social sustancial de los votantes democráticos siempre se ha pronunciado en contra de la violencia en ambos lados, pero con especial atención. atención a Israel debido al incumplimiento de los acuerdos, la negación de una solución de dos Estados y la violencia, que a menudo resultó en víctimas civiles. Biden, sin embargo, se encontró con una situación creada por Trump, que tuvo una vida fácil debido a la falta de restricciones dejadas por Obama. El anterior presidente estadounidense privilegió la relación con Netanyahu, tanto por afinidad personal como política, dirigiendo la política estadounidense de una manera totalmente desequilibrada hacia Israel, otorgando su legitimidad a los asentamientos de los asentamientos y reconociendo a Jerusalén como la capital del estado israelí. La crisis irresuelta de la política de Israel, que debe recurrir continuamente a elecciones cuyos resultados se mantienen invariables y no permiten una resolución de la situación, no ayuda al país, pero tampoco a sus aliados, donde Estados Unidos sigue siendo el principal, incluso después del cambio. en la Casa Blanca. Netanyahu es un político sin escrúpulos y está utilizando la situación actual para evitar ser desalojado por el gobierno y verse abrumado por una situación judicial cada vez más comprometida. Biden, ya en sus intenciones durante las elecciones, cometió el mismo error que Obama: privilegiar el compromiso en el sudeste asiático considerado más importante y estratégico, tanto desde el punto de vista geopolítico como económico, descuidando la atención sobre la situación de Oriente Medio y haciendo así un gran error de evaluación. La represión israelí contra la Franja de Gaza ha provocado un mayor compromiso financiero iraní, que le permite al grupo terrorista disponer de armas avanzadas, como ha demostrado en los últimos días y, sobre todo, el hecho de que ha caído bajo la influencia de Teherán. La actitud de Israel está compactando el mundo sunita como resultado del activismo turco: Ankara, aunque es parte de la Alianza Atlántica, se mueve de manera autónoma con objetivos que a menudo contrastan con los intereses occidentales. Europa confirma su propia pequeñez política y sus propios líderes parecen confundidos y comprometidos con declaraciones de mero pragmatismo. El panorama general, por tanto, no es el mejor para el presidente de Estados Unidos, sin embargo la situación, precisamente por ser tan incierta, obliga a la primera potencia mundial a tomar una posición clara y no vacilante: es un acto necesario frente a la internacionalidad. escenario, sino también una respuesta a las presiones de una parte sustancial y políticamente relevante de su partido, que también incluye parte del centro. En Estados Unidos, el reconocimiento con Israel de los ciudadanos estadounidenses de la religión judía está en declive y esto puede fomentar una mayor convicción hacia una acción capaz de proteger los derechos de ambas partes y asumir una condena permanente de la violencia que incluye a la población civil. Lo que le ha faltado a Biden hasta ahora ha sido una acción diplomática capaz de ir más allá de los interlocutores habituales, pero capaz de involucrar también a Hamas, que aunque se considera una organización terrorista está directamente involucrada en el conflicto. Las implicaciones del asunto israelo-palestino deben seguir siendo centrales en la política estadounidense, precisamente para evitar situaciones similares a las vividas en Siria y recientemente en Turquía, donde la ausencia estadounidense ha permitido la llegada de nuevos protagonistas, capaces de cambiar estructuras y equilibrios regionales. . La acción de Irán, Turquía y Rusia es contraria a los intereses estadounidenses y occidentales y, a la larga, a los propios israelíes y palestinos; relanzar la solución de dos estados, a través de la presión sobre Tel Aviv para inducirlo a cumplir con los acuerdos y poner fin a la política de asentamientos y la falta de respeto por los ciudadanos árabes del estado de Israel, sigue siendo la mayor garantía para desactivar Hamas y quienes lo financian y finalmente dan estabilidad a la región; al fin y al cabo, es precisamente entre los judíos del mundo que el favor hacia esta solución está creciendo y si Biden sabe interpretarlo, podrá escribir en su currículum un resultado nunca logrado hasta ahora que será el factor más importante. en política exterior de su acción presidencial.

Biden muss ein Protagonist in der israelisch-palästinensischen Frage werden

 Die Forderungen der Linken der Demokratischen Partei gegenüber dem Präsidenten der Vereinigten Staaten nach einer anderen Haltung gegenüber Israel stellen aufgrund der wachsenden Relevanz in der Partei und des Beitrags zur Wahl von Biden eine Neuheit auf institutioneller Ebene dar zum höchsten Büro Amerikaner. Sie sind eine institutionelle Neuheit aufgrund der großen Präsenz der Linken im Parlament, aber sie sind keine Neuheit in der politischen Debatte der USA, da sich immer ein erheblicher sozialer Anteil demokratischer Wähler gegen die Gewalt auf beiden Seiten ausgesprochen hat, insbesondere jedoch Aufmerksamkeit für Israel aufgrund der Nichteinhaltung von Vereinbarungen, der Ablehnung einer Zwei-Staaten-Lösung und der Gewalt, die häufig zu zivilen Opfern führte. Biden befand sich jedoch in einer von Trump geschaffenen Situation, die aufgrund des Mangels an Einschränkungen, die Obama hinterlassen hatte, ein leichtes Leben hatte. Der frühere amerikanische Präsident privilegierte die Beziehung zu Netanjahu sowohl aus persönlichen als auch aus politischen Gründen, indem er die amerikanische Politik völlig unausgewogen auf Israel ausrichtete, die Siedlungen der Siedlungen legitimierte und Jerusalem als Hauptstadt des israelischen Staates anerkannte. Die ungelöste Krise der israelischen Politik, die ständig auf Wahlen zurückgreifen muss, deren Ergebnisse unverändert bleiben und keine Lösung der Situation zulassen, hilft dem Land nicht, aber auch seinen Verbündeten, bei denen die USA auch nach dem Wandel die Hauptrolle spielen im Weißen Haus. Netanjahu ist ein skrupelloser Politiker und nutzt die aktuelle Situation, um zu verhindern, dass er von der Regierung vertrieben und von einer zunehmend kompromittierten Rechtssituation überwältigt wird. Biden machte bereits in seinen Absichten während der Wahlen den gleichen Fehler wie Obama: Die Privilegierung des Engagements in Südostasien, das sowohl aus geopolitischer als auch aus wirtschaftlicher Sicht als wichtiger und strategischer angesehen wurde, vernachlässigte die Aufmerksamkeit für die Situation im Nahen Osten und machte damit ein schwerwiegender Beurteilungsfehler. Die israelische Unterdrückung des Gazastreifens hat zu einem größeren finanziellen Engagement des Iran geführt, das es der Terroristengruppe ermöglicht, Waffen weiterzuentwickeln, wie in den letzten Tagen gezeigt wurde, und vor allem die Tatsache, dass sie unter den Einfluss Teherans geraten ist. Israels Haltung verdichtet die sunnitische Welt infolge des türkischen Aktivismus: Ankara bewegt sich, obwohl es Teil des Atlantischen Bündnisses ist, autonom mit Zielen, die oft im Widerspruch zu westlichen Interessen stehen. Europa bestätigt seine eigene politische Kleinheit und seine eigenen Führer scheinen verwirrt und den Erklärungen des bloßen Pragmatismus verpflichtet zu sein. Das allgemeine Bild ist daher nicht das beste für den US-Präsidenten, aber die Situation zwingt die erste Weltmacht, gerade weil sie so ungewiss ist, zu einer klaren und nicht zögernden Position: Es ist ein notwendiger Akt vor der internationalen Szenario, aber auch eine Reaktion auf den Druck eines wesentlichen und politisch relevanten Teils seiner Partei, zu der auch ein Teil des Zentrums gehört. In den USA nimmt die Anerkennung amerikanischer Bürger der jüdischen Religion bei Israel ab, und dies könnte zu einer stärkeren Überzeugung für eine Aktion führen, die die Rechte beider Parteien schützen und eine dauerhafte Verurteilung von Gewalt unter Einbeziehung der Zivilbevölkerung voraussetzen kann. Was Biden bisher gefehlt hat, waren diplomatische Maßnahmen, die über die üblichen Gesprächspartner hinausgehen, aber auch die Hamas einbeziehen können, die zwar als terroristische Organisation angesehen wird, aber direkt in den Konflikt verwickelt ist. Die Auswirkungen der israelisch-palästinensischen Affäre müssen für die amerikanische Politik von zentraler Bedeutung sein, gerade um Situationen zu verhindern, die denen in Syrien und in jüngster Zeit in der Türkei ähneln, wo die amerikanische Abwesenheit die Ankunft neuer Protagonisten ermöglicht hat, die in der Lage sind, Strukturen und Gleichgewichte regional zu verändern . Das Vorgehen des Iran, der Türkei und Russlands widerspricht den amerikanischen und westlichen Interessen und auf lange Sicht den Israelis und Palästinensern selbst. Der Neustart der Zwei-Staaten-Lösung durch den Druck auf Tel Aviv, sie zur Einhaltung der Abkommen zu bewegen und die Siedlungspolitik zu beenden, und die mangelnde Achtung der arabischen Bürger des Staates Israel bleiben die größte Sicherheit für die Entschärfung Die Hamas und diejenigen, die sie finanzieren und der Region endlich Stabilität geben; Schließlich wächst gerade unter den Juden der Welt die Bevorzugung dieser Lösung, und wenn Biden weiß, wie man sie interpretiert, kann er in sein Curriculum ein Ergebnis schreiben, das bisher nie erreicht wurde und das der wichtigste Faktor sein wird in der Außenpolitik seiner Präsidentschaftsaktion.

Biden doit devenir un protagoniste de la question israélo-palestinienne

 Le sollecitazioni della sinistra del partito democratico, verso il presidente degli Stati Uniti, per una presa di posizione differente verso Israele, rappresentano una novità a livello istituzionale, dovuta alla crescente rilevanza nel partito ed al contributo fornito per l'elezione di Biden alla massima carica américaine. Ils constituent une nouveauté institutionnelle en raison de la forte présence de la gauche au parlement, mais ils ne sont pas une nouveauté dans le débat politique américain, car une part sociale substantielle des électeurs démocrates s'est toujours prononcée contre la violence des deux côtés, mais avec une attention particulière. attention à Israël en raison du non-respect des accords, du refus d'une solution à deux États et de la violence, qui ont souvent fait des victimes civiles. Biden, cependant, s'est retrouvé dans une situation créée par Trump, qui a eu une vie facile en raison du manque de contraintes laissées par Obama. L'ancien président américain a privilégié la relation avec Netanyahu, à la fois pour des affinités personnelles et politiques, dirigeant la politique américaine de manière totalement déséquilibrée vers Israël, donnant sa légitimité aux colonies des colonies et reconnaissant Jérusalem comme la capitale de l'État israélien. La crise non résolue de la politique israélienne, qui doit continuellement recourir à des élections dont les résultats restent inchangés et ne permettent pas une résolution de la situation, n'aide pas le pays, mais pas non plus ses alliés, où les États-Unis restent le principal, même après le changement à la Maison Blanche. Netanyahu est un politicien sans scrupules et utilise la situation actuelle pour éviter d'être expulsé par le gouvernement et d'être submergé par une situation judiciaire de plus en plus compromise. Biden, déjà dans ses intentions lors des élections, a commis la même erreur qu'Obama: privilégier l'engagement en Asie du Sud-Est jugé plus important et stratégique, tant d'un point de vue géopolitique qu'économique, négligeant l'attention sur la situation au Moyen-Orient et faisant ainsi une erreur d'appréciation majeure. La répression israélienne contre la bande de Gaza a provoqué un engagement financier iranien plus important, ce qui permet au groupe terroriste de disposer d'armes avancées, comme cela a été démontré ces derniers jours et, surtout, le fait qu'il est passé sous l'influence de Téhéran. L’attitude d’Israël compacte le monde sunnite en raison de l’activisme turc: Ankara, même si elle fait partie de l’Alliance atlantique, évolue de manière autonome avec des objectifs qui sont souvent en contradiction avec les intérêts occidentaux. L'Europe confirme sa propre petitesse politique et ses propres dirigeants semblent confus et attachés à des déclarations de simple pragmatisme. Le tableau général n'est donc pas le meilleur pour le président américain, mais la situation, précisément parce qu'elle est si incertaine, oblige la première puissance mondiale à prendre une position claire et non hésitante: c'est un acte nécessaire devant l'international. scénario, mais aussi une réponse aux pressions d'une partie substantielle et politiquement pertinente de son parti, qui comprend également une partie du centre. Aux États-Unis, la reconnaissance avec Israël des citoyens américains de la religion juive est en baisse et cela peut favoriser une plus grande conviction envers une action capable de protéger les droits des deux parties et d'assumer une condamnation permanente de la violence qui inclut les civils. Ce qui manquait à Biden jusqu'à présent, c'est une action diplomatique capable d'aller au-delà des interlocuteurs habituels, mais capable également d'impliquer le Hamas, qui bien qu'il soit considéré comme une organisation terroriste est directement impliqué dans le conflit. Les implications de l'affaire israélo-palestinienne doivent rester au cœur de la politique américaine, précisément pour éviter des situations similaires à celles vécues en Syrie et récemment en Turquie, où l'absence américaine a permis l'arrivée de nouveaux protagonistes, capables de changer les structures et les équilibres régionaux. . L'action de l'Iran, de la Turquie et de la Russie est contraire aux intérêts américains et occidentaux et, à long terme, aux Israéliens et aux Palestiniens eux-mêmes; relancer la solution à deux États, à travers la pression exercée sur Tel-Aviv pour l'amener à se conformer aux accords et à mettre fin à la politique de colonisation et au manque de respect des citoyens arabes de l'État d'Israël, reste la plus grande assurance pour désamorcer Le Hamas et ceux qui le financent et donnent enfin la stabilité à la région; après tout, c'est précisément parmi les juifs du monde que la faveur envers cette solution grandit et si Biden sait l'interpréter, il pourra écrire sur son programme un résultat jamais atteint jusqu'à présent qui sera le facteur le plus important. en politique étrangère de son action présidentielle.

Biden deve se tornar um protagonista na questão israelense-palestina

 Os pedidos da esquerda do Partido Democrata, ao presidente dos Estados Unidos, por uma postura diferenciada em relação a Israel, representam uma novidade a nível institucional, devido à crescente relevância do partido e ao contributo previsto para a eleição de Biden para o mais alto escritório americano. São uma novidade institucional pela grande presença da esquerda no parlamento, mas não são novidade no debate político norte-americano, pois uma parcela substancial do eleitorado democrático sempre se manifestou contra a violência de ambos os lados, mas com particular atenção a Israel devido ao não cumprimento de acordos, negação de uma solução de dois estados e violência, que muitas vezes resultou em vítimas civis. Biden, no entanto, se viu diante de uma situação criada por Trump, que teve uma vida fácil devido à falta de constrangimentos deixada por Obama. O anterior presidente americano privilegiou o relacionamento com Netanyahu, tanto por afinidade pessoal quanto política, direcionando a política americana de forma totalmente desequilibrada para Israel, dando sua legitimidade aos assentamentos dos assentamentos e reconhecendo Jerusalém como a capital do estado israelense. A crise não resolvida da política de Israel, que deve recorrer continuamente a eleições cujos resultados permanecem inalterados e não permitem uma resolução da situação, não ajuda o país, mas tampouco seus aliados, onde os EUA continuam sendo os principais, mesmo após a mudança na Casa Branca. Netanyahu é um político sem escrúpulos e está usando a situação atual para evitar ser despejado pelo governo e ser oprimido por uma situação judicial cada vez mais comprometida. Biden, já em suas intenções durante as eleições, cometeu o mesmo erro de Obama: privilegiar o compromisso no Sudeste Asiático considerado mais importante e estratégico, tanto do ponto de vista geopolítico quanto econômico, negligenciando a atenção sobre a situação do Oriente Médio e assim tornando um grande erro de avaliação. A repressão israelense contra a Faixa de Gaza provocou um maior comprometimento financeiro iraniano, o que permite ao grupo terrorista dispor de armas avançadas, como demonstrado nos últimos dias e, sobretudo, o fato de estar sob a influência de Teerã. A atitude de Israel está compactando o mundo sunita como resultado do ativismo turco: Ancara, embora faça parte da Aliança Atlântica, está se movendo de forma autônoma com objetivos que muitas vezes contrastam com os interesses ocidentais. A Europa confirma sua própria pequenez política e seus próprios líderes parecem confusos e comprometidos com declarações de mero pragmatismo. O quadro geral não é, portanto, dos melhores para o presidente dos Estados Unidos, mas a situação, justamente por ser tão incerta, obriga a primeira potência mundial a tomar uma posição clara e não hesitante: é um ato necessário diante do internacional. cenário, mas também uma resposta às pressões de uma parte substancial e politicamente relevante de seu partido, que também inclui parte do centro. Nos Estados Unidos, o reconhecimento por parte de Israel dos cidadãos americanos da religião judaica está em declínio e isso pode fomentar uma maior convicção para uma ação capaz de proteger os direitos de ambas as partes e pressupor uma condenação permanente da violência que inclui civis. O que faltou a Biden até agora foi uma ação diplomática capaz de ir além dos interlocutores usuais, mas capaz de envolver também o Hamas, que embora seja considerado uma organização terrorista está diretamente envolvido no conflito. As implicações do caso israelense-palestino devem permanecer centrais na política americana, justamente para evitar situações semelhantes às vividas na Síria e recentemente na Turquia, onde a ausência americana permitiu a chegada de novos protagonistas, capazes de mudar estruturas e equilíbrios. . A ação do Irã, Turquia e Rússia é contrária aos interesses americanos e ocidentais e, no longo prazo, aos próprios israelenses e palestinos; relançar a solução de dois estados, através da pressão sobre Tel Aviv para induzi-la a cumprir os acordos e acabar com a política de assentamentos e a falta de respeito pelos cidadãos árabes do estado de Israel, continua sendo a maior garantia para desarmar Hamas e aqueles que o financiam e finalmente dão estabilidade à região; afinal, é justamente entre os judeus do mundo que cresce a preferência por essa solução e se Biden souber interpretá-la, poderá escrever em seu currículo um resultado até agora nunca alcançado que será o fator mais importante na política externa de sua ação presidencial.

Байден должен стать главным действующим лицом в израильско-палестинском вопросе

 Просьбы левых от Демократической партии к президенту Соединенных Штатов об иной позиции по отношению к Израилю представляют собой новшество на институциональном уровне из-за растущей значимости партии и вклада, внесенного в избрание Байдена. в высшую американскую канцелярию. Они представляют собой институциональную новинку из-за большого присутствия левых в парламенте, но они не являются новинкой в ​​политических дебатах в США, потому что значительная социальная доля демократических избирателей всегда высказывалась против насилия с обеих сторон, но с особым вниманием. внимание к Израилю из-за несоблюдения соглашений, отказа от решения на основе сосуществования двух государств и насилия, которое часто приводило к жертвам среди гражданского населения. Байден, однако, оказался в ситуации, созданной Трампом, у которого была легкая жизнь из-за отсутствия ограничений, оставленных Обамой. Предыдущий американский президент отдавал предпочтение отношениям с Нетаньяху как по личным, так и по политическим причинам, совершенно несбалансированно направляя американскую политику в сторону Израиля, обеспечивая легитимность поселений в поселениях и признавая Иерусалим столицей израильского государства. Неразрешенный кризис политики Израиля, который должен постоянно прибегать к выборам, результаты которых остаются неизменными и не позволяют разрешить ситуацию, не помогает стране, но не помогает ее союзникам, где США остаются главными даже после изменений. в Белом доме. Нетаньяху - беспринципный политик, и он использует сложившуюся ситуацию, чтобы не допустить выселения правительством и подавления все более скомпрометированной судебной ситуации. Байден, уже в своих намерениях во время выборов, совершил ту же ошибку, что и Обама: отдавая предпочтение обязательствам в Юго-Восточной Азии, считавшимся более важным и стратегическим, как с геополитической, так и с экономической точки зрения, пренебрегая вниманием к ситуации на Ближнем Востоке и, таким образом, большая ошибка оценки. Репрессии Израиля против сектора Газа спровоцировали более серьезные финансовые обязательства Ирана, что позволяет террористической группе иметь современное оружие, что продемонстрировано в последние дни, и, прежде всего, тот факт, что она попала под влияние Тегерана. Позиция Израиля уплотняет суннитский мир в результате турецкой активности: Анкара, даже при том, что она является частью Атлантического Альянса, движется автономно, преследуя цели, которые часто противоречат интересам Запада. Европа подтверждает свою политическую ничтожность, а ее собственные лидеры выглядят сбитыми с толку и привержены декларациям простого прагматизма. Таким образом, общая картина не самая лучшая для президента США, однако ситуация, именно потому, что она настолько неопределенна, вынуждает первую мировую державу занять четкую и не колеблющуюся позицию: это необходимый шаг перед международным сообществом. сценарий, но также и ответ на давление существенной и политически значимой части его партии, которая также включает часть центра. В США признание Израилем американских граждан иудейской религии идет на убыль, и это может способствовать большей убежденности в отношении действий, способных защитить права обеих сторон и предполагающих постоянное осуждение насилия, которое включает в себя гражданское население. Чего Байдену пока не хватало, так это дипломатических действий, способных выйти за рамки обычных собеседников, но также способных привлечь ХАМАС, который, хотя и считается террористической организацией, принимает непосредственное участие в конфликте. Последствия израильско-палестинского конфликта должны оставаться в центре американской политики именно для предотвращения ситуаций, подобных тем, которые произошли в Сирии и недавно в Турции, где отсутствие Америки позволило появиться новым действующим лицам, способным изменить структуры и равновесия. . Действия Ирана, Турции и России противоречат американским и западным интересам и, в конечном итоге, самим израильтянам и палестинцам; возобновление решения о двух государствах посредством давления на Тель-Авив с целью побудить его соблюдать соглашения и положить конец политике поселений и неуважению арабских граждан государства Израиль, остается величайшей гарантией разрядки ХАМАС и те, кто его финансирует и, наконец, дает стабильность в регионе; в конце концов, именно среди евреев мира растет предпочтение к этому решению, и если Байден знает, как его интерпретировать, он сможет записать в свою учебную программу результат, которого до сих пор не достигали, что будет самым важным фактором. во внешней политике его президентских действий.

拜登必須成為以巴問題的主角

民主黨左派對美國總統提出的對以色列的不同立場的要求,在機構層面上是一種新穎,因為該黨的重要性與日俱增,為拜登當選做出了貢獻到最高職位的美國人。由於議會中左派的大量存在,它們是製度上的新奇事物,但在美國政治辯論中卻不是新奇事物,因為民主選民的相當大的社會份額一直反對雙方的暴力,但特別是對以色列的關注:由於不遵守協定,拒絕實行兩國解決方案和暴力,常常造成平民傷亡。然而,拜登發現自己處於特朗普創造的局面,由於奧巴馬缺乏約束,因此生活輕鬆。前任美國總統因個人和政治上的親和力而特權與內塔尼亞胡的關係,以完全不平衡的方式將美國政治引向以色列,使他對定居點的合法性合法化,並承認耶路撒冷為以色列國家的首都。以色列政治的未解決危機必須繼續訴諸選舉,其結果保持不變,也不能解決局勢,這對以色列沒有幫助,但即使改變之後,美國仍是主要國家的盟國也沒有幫助該國。在白宮。內塔尼亞胡是一名無良的政治家,並利用當前局勢來防止被政府驅逐並被日益惡化的司法局勢所淹沒。拜登已經在選舉中表達了自己的意圖,犯了與奧巴馬相同的錯誤:從地緣政治和經濟的角度來看,放棄東南亞的承諾被認為更重要和更具戰略意義,而忽略了對中東局勢的關注,從而使評估的重大錯誤。以色列對加沙地帶的鎮壓,激發了伊朗更大的財政承諾,這使恐怖主義集團擁有了先進的武器,最近幾天證明了這一點,最重要的是,它受到了德黑蘭的影響。由於土耳其的激進主義,以色列的態度正在壓制遜尼派世界:儘管安卡拉是大西洋聯盟的一部分,但安卡拉卻以與西方利益形成鮮明對比的目標為自主目標。歐洲證實了自己的政治虛弱性,其領導人似乎感到困惑並致力於純粹的實用主義宣言。因此,總的情況對美國總統來說並不是最好的,然而,正是由於它的不確定性,局勢迫使第一世界大國採取明確而毫不猶豫的立場:這是國際上必須採取的行動情景,也是對黨內實質性和政治上相關部分(包括中心部分)的壓力的回應。在美國,以色列對猶太宗教的美國公民的認可正在下降,這可能會使人們更加相信能夠保護雙方權利並永久譴責包括平民在內的暴力行為。迄今為止,拜登所缺乏的是能夠超越通常對話者的外交行動,但也能夠使哈馬斯參與進來,儘管哈馬斯被認為是恐怖組織直接參與了衝突。以巴事件的影響必須始終保持在美國政治的中心地位,以防止發生類似於敘利亞和土耳其最近的局勢,在土耳其,由於美國的缺席,新的主角們得以到來,能夠改變結構和平衡。 。伊朗,土耳其和俄羅斯的行動有悖於美國和西方的利益,從長遠來看,有悖於以色列人和巴勒斯坦人本身;通過向特拉維夫施加壓力,促使其遵守協議並終止定居點政策以及對以色列國阿拉伯公民的不尊重,重新啟動兩國解決方案,仍然是最大程度的保證哈馬斯以及為之提供資金並最終使該地區穩定的人們;畢竟,正是全世界的猶太人中越來越喜歡這種解決方案,而且如果拜登知道如何解釋它,他將能夠在自己的課程表上寫下迄今為止從未實現的結果,這將是最重要的因素在他總統行動的外交政策中。

バイデンはイスラエル・パレスチナ問題の主人公にならなければならない

 民主党の左派の米国大統領に対するイスラエルに対する異なる姿勢の要求は、党の関連性の高まりとバイデンの選挙に提供された貢献のために、制度レベルでの目新しさを表しています。アメリカの最高のオフィスに。議会に左翼が多数存在するため、これらは制度上の目新しさですが、民主的な有権者のかなりの社会的シェアが常に双方の暴力に反対しているため、米国の政治的議論では目新しいものではありません。イスラエルへの注意。合意への不遵守、二国間解決の拒否、および暴力により、しばしば民間人の死傷者が出た。しかし、バイデンは、オバマが残した制約の欠如のために楽な生活を送ったトランプによって作成された状況に自分自身を見つけました。前アメリカ大統領は、個人的および政治的親和性の両方でネタニヤフとの関係に特権を与え、アメリカの政治を完全に不均衡な方法でイスラエルに向け、和解の和解に彼の正当性を提供し、エルサレムをイスラエル国家の首都として認めました。イスラエルの政治の未解決の危機は、結果が変わらず、状況の解決を許さない選挙に絶えず頼らなければならないが、国を助けないが、米国が主流である同盟国も、変更後も助けにはならない。ホワイトハウスで。ネタニヤフは不謹慎な政治家であり、現在の状況を利用して、政府による追放や、ますます妥協する司法状況に圧倒されることを防いでいます。バイデンは、選挙中にすでに意図していたが、オバマと同じ過ちを犯した。地政学的および経済的観点の両方から、より重要かつ戦略的であると考えられる東南アジアでのコミットメントを特権化することは、中東の状況への注意を無視し、したがって評価の大きな誤り。ガザ地区に対するイスラエルの弾圧は、イランのより大きな財政的コミットメントを引き起こしました。これにより、最近のように、そしてとりわけテヘランの影響下にあるという事実が示すように、テロリストグループは高度な武器を持つことができます。トルコの活動の結果として、イスラエルの態度はスンニ派の世界を圧縮しています。アンカラは、大西洋同盟の一部であるにもかかわらず、西洋の利益とは対照的であることが多い目標を持って自律的に動いています。ヨーロッパはそれ自身の政治的小ささを確認し、そしてそれ自身の指導者は混乱し、単なる実用主義の宣言にコミットしているように見えます。したがって、全体像は米国大統領にとって最善ではありませんが、状況は非常に不確実であるため、最初の世界大国は明確で躊躇しない立場を取ることを余儀なくされています。それは国際的な前で必要な行動です。シナリオだけでなく、センターの一部も含む、彼の党の実質的で政治的に関連する部分の圧力への対応。米国では、ユダヤ教のアメリカ市民に対するイスラエルの認識が低下しており、これにより、両当事者の権利を保護し、民間人を含む暴力の恒久的な非難を引き受けることができる行動に対する確信が高まる可能性があります。バイデンがこれまでに欠けていたのは、通常の対話者を超えることができるが、テロ組織が直接紛争に関与していると考えられているハマスも関与することができる外交行動でした。イスラエルとパレスチナ問題の影響は、シリアや最近トルコで経験したのと同様の状況を防ぐために、アメリカの政治の中心であり続ける必要があります。アメリカの不在により、構造とバランスを変えることができる新しい主人公の到着が可能になりました。地域。イラン、トルコ、ロシアの行動は、アメリカと西洋の利益に反しており、長期的には、イスラエル人とパレスチナ人自身に反しています。協定を遵守し、和解政策とイスラエル国家のアラブ市民への敬意の欠如に終止符を打つようにテルアビブに圧力をかけることにより、二国家解決を再開することは、依然として最大の保証である。ハマスとそれに資金を提供し、最終的に地域に安定を与える人々。結局のところ、この解決策への支持が高まっているのはまさに世界のユダヤ人の間であり、バイデンがそれを解釈する方法を知っていれば、彼はカリキュラムにこれまで達成されたことのない結果を書くことができ、それが最も重要な要素になります彼の大統領の行動の外交政策で。

يجب أن يصبح بايدن بطلًا في القضية الإسرائيلية الفلسطينية

 تمثل مطالب اليسار من الحزب الديمقراطي ، تجاه رئيس الولايات المتحدة ، بموقف مختلف تجاه إسرائيل ، حداثة على المستوى المؤسسي ، بسبب الأهمية المتزايدة للحزب والمساهمة المقدمة لانتخاب بايدن. إلى أعلى منصب أمريكي. إنها حداثة مؤسسية بسبب الوجود الكبير لليسار في البرلمان ، لكنها ليست جديدة في الجدل السياسي الأمريكي ، لأن حصة اجتماعية كبيرة من الناخبين الديمقراطيين تحدثوا دائمًا ضد العنف من كلا الجانبين ، ولكن بشكل خاص. الاهتمام بإسرائيل ، بسبب عدم الامتثال للاتفاقيات ، ورفض حل الدولتين ، والعنف الذي أدى في كثير من الأحيان إلى وقوع إصابات في صفوف المدنيين. ومع ذلك ، وجد بايدن نفسه في وضع خلقه ترامب ، والذي كان يعيش حياة سهلة بسبب عدم وجود قيود تركها أوباما. فضل الرئيس الأمريكي السابق العلاقة مع نتنياهو ، على الصعيدين الشخصي والسياسي ، وتوجيه السياسة الأمريكية بطريقة غير متوازنة تمامًا تجاه إسرائيل ، وإضفاء شرعيته على المستوطنات في المستوطنات والاعتراف بالقدس عاصمة لدولة إسرائيل. إن أزمة السياسة الإسرائيلية التي لم تحل ، والتي يجب أن تلجأ باستمرار إلى انتخابات تظل نتائجها دون تغيير ولا تسمح بحل للوضع ، لا تساعد الدولة ، وكذلك حلفاؤها ، حيث تظل الولايات المتحدة هي الرئيس ، حتى بعد التغيير. في البيت الأبيض. نتنياهو سياسي عديم الضمير ويستخدم الوضع الحالي لمنع طرده من قبل الحكومة والارتباك بسبب وضع قضائي معرض للخطر بشكل متزايد. بايدن ، بالفعل في نواياه خلال الانتخابات ، ارتكب نفس خطأ أوباما: اعتبار الالتزام في جنوب شرق آسيا أكثر أهمية واستراتيجية ، من وجهة نظر جيوسياسية واقتصادية ، وإهمال الاهتمام بالوضع في الشرق الأوسط وبالتالي جعل خطأ كبير في التقييم. لقد أثار القمع الإسرائيلي ضد قطاع غزة التزامًا ماليًا إيرانيًا أكبر ، مما يسمح للجماعة الإرهابية بامتلاك أسلحة متطورة ، كما ثبت في الأيام الأخيرة ، وقبل كل شيء ، حقيقة أنها أصبحت تحت نفوذ طهران. إن موقف إسرائيل يضغط على العالم السني نتيجة للنشاط التركي: أنقرة ، على الرغم من أنها جزء من الحلف الأطلسي ، تتحرك بشكل مستقل مع أهداف غالبًا ما تتعارض مع المصالح الغربية. تؤكد أوروبا ضعفها السياسي ويبدو أن قادتها مرتبكون وملتزمون بتصريحات البراغماتية المحضة. وبالتالي فإن الصورة العامة ليست الأفضل بالنسبة لرئيس الولايات المتحدة ، ولكن الوضع ، على وجه التحديد لأنه غير مؤكد للغاية ، يجبر القوة العالمية الأولى على اتخاذ موقف واضح وغير متردد: إنه عمل ضروري أمام المجتمع الدولي. سيناريو ، ولكن أيضًا استجابة لضغوط جزء كبير وذو صلة سياسية من حزبه ، والذي يشمل أيضًا جزءًا من الوسط. في الولايات المتحدة ، اعتراف إسرائيل بالمواطنين الأمريكيين بالديانة اليهودية آخذ في التراجع ، وهذا قد يعزز قناعة أكبر تجاه عمل قادر على حماية حقوق كلا الطرفين وتفترض إدانة دائمة للعنف الذي يشمل المدنيين. ما يفتقر إليه بايدن حتى الآن هو عمل دبلوماسي قادر على تجاوز المحاورين المعتادين ، ولكنه قادر على إشراك حماس أيضًا ، والتي على الرغم من اعتبارها منظمة إرهابية متورطة بشكل مباشر في الصراع. يجب أن تظل تداعيات القضية الإسرائيلية الفلسطينية مركزية في السياسة الأمريكية ، على وجه التحديد لمنع المواقف المماثلة لتلك التي شهدتها سوريا ومؤخرًا في تركيا ، حيث سمح الغياب الأمريكي بوصول أبطال جدد ، قادرين على تغيير الهياكل والتوازنات الإقليمية. . يتعارض عمل إيران وتركيا وروسيا مع المصالح الأمريكية والغربية ، وعلى المدى الطويل مع الإسرائيليين والفلسطينيين أنفسهم. إعادة إطلاق حل الدولتين ، من خلال الضغط على تل أبيب لحملها على الامتثال للاتفاقيات ووضع حد لسياسة الاستيطان وعدم احترام المواطنين العرب في دولة إسرائيل ، يظل أكبر ضمان لنزع فتيله. حماس ومن يمولها ومنحها الاستقرار أخيراً للمنطقة. بعد كل شيء ، هو بالتحديد بين يهود العالم الذين يؤيدون هذا الحل آخذًا في الازدياد ، وإذا عرف بايدن كيفية تفسيره ، فسيكون قادرًا على أن يكتب في منهجه نتيجة لم تتحقق حتى الآن والتي ستكون العامل الأكثر أهمية. في السياسة الخارجية لعمله الرئاسي.

martedì 11 maggio 2021

I motivi della crisi di Gerusalemme est

 Ci sono una serie di fattori concomitanti che concorrono all’attuale situazione di tensione presente a Gerusalemme est; la presenza di cause che contribuiscono ad alimentare lo stato attuale è presente in maniera maggiore all’interno della parte israeliana, ma anche in quella palestinese vi sono elementi che contribuiscono a dare instabilità all’intera questione. Partendo dalle cause israeliane appare impossibile non considerare le principali responsabilità della crescita politica ed anche elettorale dell’estrema destra nazionalista, che ha fatto del proprio programma di rendere la nazione israeliana uno stato ebraico uno strumento di forzatura all’interno del dialogo politico del paese; dialogare con questa parte politica appare impossibile, se non con l’intento di usarla in maniera funzionale ai propri scopi e, quindi, cedendo di fronte alle sue richieste per assicurarsene l’appoggio. Questa strategia politica è stata alla base dell’azione di Netanyahu, che l’ha usata senza troppi scrupoli, pur, talvolta non condividendo del tutto l’impostazione della destra nazionalista, per arrivare al suo scopo fondamentale: quello di restare al potere in ogni modo. Visto da questa angolazione, il fatto di avere sacrificato i residenti arabi, legittimi abitanti delle colonie occupate, e, quindi, la soluzione dei due stati, mai del tutto ufficialmente negata, e, di conseguenza, la pace e la stabilità del paese, conferma la sua mancanza di scrupoli e l’inadeguatezza di governare un paese al centro delle grandi questioni internazionali. Si deve anche considerare il fatto contingente della attuale situazione giudiziaria di Netanyahu: essere sotto inchiesta per corruzione, frode ed abuso d’ufficio, rende necessario spostare l’attenzione dell’opinione pubblica da queste questioni legali e dal fatto che l’ex premier non è stato in grado di formare il nuovo governo, rendendo evidente la sua responsabilità del continuo stato di paralisi della politica israeliana: l’aumento delle tensioni nei territori occupati e la centralità della questione di Gerusalemme est, sono considerate ottimi strumenti per operare la distrazione di massa. Nella disputa su Gerusalemme est vi è anche un grande assente: la società israeliana nel suo complesso, restia a prendere posizione e schierarsi contro le azioni provocatorie del governo di Netanyahu, rivelando, così, una certa assuefazione alla politica di omologazione operata dalla retorica della destra nazionalista ed in generale dalla tendenza degli ultimi governi israeliani; ben diverse sono state le reazioni delle chiese ortodosse e cristiane, che hanno condannato fermamente le repressioni e gli sfratti che hanno dovuto subire le famiglie palestinesi allontanate da Gerusalemme est. Pur non potendo essere inquadrate all’interno della dialettica della politica israeliana, in questo momento le leadership cristiane ed ortodosse rappresentano la voce contraria più autorevole all’operato del governo di Tel Aviv, presente in Israele. La situazione attuale sembra ricalcare quello già accaduto con l’inizio della seconda intifada, causata dall’atteggiamento provocatorio di Sharon, che ha molte analogie con quello attuale di Netanyahu. La considerazione politica più importante da fare è che se l’espropriazione del quartiere palestinese di Gerusalemme est avrà successo, la conseguenza immediata sarà la fine della possibilità della soluzione della formula dei due stati, mentre dal punto di vista legale l’azione israeliana è ancora una volta una violazione del diritto internazionale ed occorre chiedersi fino a quando la comunità internazionale intenderà non chiedere conto a Tel Aviv delle sue azioni. Da parte palestinese la mancanza più grave è stata quella di Abu Mazen e della sua parte politica di reprimere ogni dissenso, fino ad arrivare al rinvio delle elezioni per non perderle, le consultazioni elettorali palestinesi non hanno luogo da 15 anni e ciò ha impedito una normale dialettica politica tra le varie componenti palestinesi, obbligando a rivolgere il dissenso arabo soltanto contro Israele. Dal punto di vista della politica internazionale l’attuale questione rischia di ricompattare il mondo sunnita, che ha ripreso a dialogare cercando di superare le rispettive diffidenze: l’attivismo del ministro degli esteri turco ha permesso la ripresa del dialogo della Turchia con l’Arabia Saudita e con l’Egitto, malgrado le profonde differenze di visuale ed un argomento al centro dei colloqui sarà senz’altro stato la questione palestinese, che rischia di tornare prepotentemente alla ribalta, anche come fattore di coesione ulteriore del mondo sunnita: un elemento in più di preoccupazione sia per gli USA, troppo silenti fino ad ora, e per lo stesso Israele, che rischia un peggioramento dei rapporti con l’Arabia.

The reasons for the East Jerusalem crisis

 There are a number of concomitant factors that contribute to the current tense situation in East Jerusalem; the presence of causes that contribute to fueling the current state is present to a greater extent within the Israeli side, but also in the Palestinian side there are elements that contribute to making the whole question unstable. Starting from Israeli causes, it seems impossible not to consider the main responsibilities of the political and even electoral growth of the nationalist far right, which has made its program of making the Israeli nation a Jewish state an instrument of forcing within the country’s political dialogue; dialogue with this political party appears impossible, if not with the intention of using it in a functional way for one's own purposes and, therefore, giving in to its requests to secure its support. This political strategy was the basis of Netanyahu's action, who used it without too many scruples, although sometimes not completely sharing the approach of the nationalist right, to reach his fundamental goal: to remain in power in every way. Seen from this angle, the fact of having sacrificed the Arab residents, legitimate inhabitants of the occupied colonies, and, therefore, the two-state solution, never completely officially denied, and, consequently, the peace and stability of the country, confirms his lack of scruples and the inadequacy of governing a country at the center of major international issues. We must also consider the contingent fact of Netanyahu's current judicial situation: being under investigation for corruption, fraud and abuse of office makes it necessary to shift public attention from these legal issues and the fact that the former premier does not was able to form the new government, making evident his responsibility for the continuous state of paralysis of Israeli politics: the increase in tensions in the occupied territories and the centrality of the issue of East Jerusalem, are considered excellent tools to operate the distraction of mass. There is also a great absentee in the dispute over East Jerusalem: Israeli society as a whole, reluctant to take a stand and take a stand against the provocative actions of the Netanyahu government, thus revealing a certain addiction to the homologation policy operated by the rhetoric of the right. nationalist and in general by the tendency of the last Israeli governments; The reactions of the Orthodox and Christian churches were quite different, which strongly condemned the repressions and evictions that Palestinian families displaced from East Jerusalem had to endure. Although they cannot be framed within the dialectic of Israeli politics, at this moment the Christian and Orthodox leadership represent the most authoritative voice against the work of the Tel Aviv government, present in Israel. The current situation seems to follow what already happened with the start of the second intifada, caused by Sharon's provocative attitude, which has many similarities with Netanyahu's current one. The most important political consideration to make is that if the expropriation of the Palestinian neighborhood of East Jerusalem is successful, the immediate consequence will be the end of the possibility of the solution of the two-state formula, while from a legal point of view Israeli action is still once a violation of international law and we must ask ourselves how long the international community intends not to ask Tel Aviv to account for its actions. On the Palestinian side, the most serious failure was that of Abu Mazen and his political side to repress all dissent, up to the postponement of the elections so as not to lose them, the Palestinian elections have not taken place for 15 years and this has prevented a normal political dialectic between the various Palestinian components, forcing Arab dissent to be directed only against Israel. From the point of view of international politics, the current issue risks reuniting the Sunni world, which has resumed dialogue trying to overcome their respective mistrust: the activism of the Turkish foreign minister has allowed Turkey to resume dialogue with Arabia. Saudi and with Egypt, despite the profound differences of view and a topic at the center of the talks will undoubtedly have been the Palestinian question, which risks coming back strongly to the fore, also as a factor of further cohesion of the Sunni world: an element in more of concern is for the USA, too silent until now, and for Israel itself, which risks a worsening of relations with Arabia.

Las razones de la crisis de Jerusalén Este

 Hay una serie de factores concomitantes que contribuyen a la tensa situación actual en Jerusalén Oriental; la presencia de causas que contribuyen a avivar el estado actual está presente en mayor medida dentro del lado israelí, pero también en el lado palestino hay elementos que contribuyen a hacer inestable toda la cuestión. Partiendo de las causas israelíes, parece imposible no considerar las principales responsabilidades del crecimiento político e incluso electoral de la extrema derecha nacionalista, que ha hecho de su programa de hacer de la nación israelí un estado judío un instrumento de forzamiento dentro del diálogo político del país; el diálogo con este partido político parece imposible, si no con la intención de utilizarlo de manera funcional para los propios fines y, por tanto, cediendo a sus solicitudes para conseguir su apoyo. Esta estrategia política fue la base de la acción de Netanyahu, quien la utilizó sin demasiados escrúpulos, aunque a veces sin compartir del todo el enfoque de la derecha nacionalista, para alcanzar su propósito fundamental: mantenerse en el poder en todos los sentidos. Visto desde este ángulo, el hecho de haber sacrificado a los residentes árabes, habitantes legítimos de las colonias ocupadas, y, por tanto, la solución biestatal, nunca negada del todo oficialmente y, en consecuencia, la paz y estabilidad del país, confirma su la falta de escrúpulos y la insuficiencia de gobernar un país en el centro de los grandes problemas internacionales. También debemos considerar el hecho contingente de la situación judicial actual de Netanyahu: estar bajo investigación por corrupción, fraude y abuso de poder hace necesario desviar la atención pública de estos problemas legales y el hecho de que el ex primer ministro no pudo formar el El nuevo gobierno, haciendo evidente su responsabilidad por el continuo estado de parálisis de la política israelí: el aumento de las tensiones en los territorios ocupados y la centralidad del tema de Jerusalén Este, se consideran excelentes herramientas para operar la distracción de masas. También hay un gran ausente en la disputa por Jerusalén Este: la sociedad israelí en su conjunto, reacia a tomar posición y tomar posición frente a las acciones provocadoras del gobierno de Netanyahu, revelando así una cierta adicción a la política de homologación operada por la retórica de derecha, nacionalista y en general de la tendencia de los últimos gobiernos israelíes; Las reacciones de las iglesias ortodoxa y cristiana han sido bastante diferentes y han condenado enérgicamente las represiones y los desalojos que han sufrido las familias palestinas desplazadas de Jerusalén Oriental. Aunque no pueden enmarcarse dentro de la dialéctica de la política israelí, en este momento el liderazgo cristiano y ortodoxo representan la voz más autorizada contra el trabajo del gobierno de Tel Aviv, presente en Israel. La situación actual parece seguir lo que ya sucedió con el inicio de la segunda intifada, provocada por la actitud provocadora de Sharon, que tiene muchas similitudes con la actual de Netanyahu. La consideración política más importante a hacer es que si la expropiación del vecindario palestino de Jerusalén Este tiene éxito, la consecuencia inmediata será el fin de la posibilidad de solución de la fórmula de dos estados, mientras que desde un punto de vista legal Israel La acción sigue siendo una vez una violación del derecho internacional y debe preguntarse durante cuánto tiempo la comunidad internacional tiene la intención de no pedirle a Tel Aviv sus acciones. Por el lado palestino, el fracaso más grave fue el de Abu Mazen y su lado político para reprimir toda la disidencia, hasta el aplazamiento de las elecciones para no perderlas, las elecciones palestinas no se han celebrado durante 15 años y esto ha impidió una dialéctica política normal entre los diversos componentes palestinos, lo que obligó a la disidencia árabe a dirigirse únicamente contra Israel. Desde el punto de vista de la política internacional, el tema actual corre el riesgo de reunir al mundo sunita, que ha reanudado el diálogo tratando de superar sus respectivas desconfianzas: el activismo del canciller turco ha permitido a Turquía reanudar el diálogo con Arabia. Arabia Saudita y con Egipto, a pesar de las profundas diferencias de opinión y un tema en el centro de las conversaciones, sin duda habrá sido la cuestión palestina, que corre el riesgo de volver con fuerza a un primer plano, también como un factor de mayor cohesión del mundo sunita: un elemento de mayor preocupación es para Estados Unidos, demasiado silencioso hasta ahora, y para el propio Israel, que corre el riesgo de empeorar las relaciones con Arabia.

Die Gründe für die Ostjerusalem-Krise

 Es gibt eine Reihe von Begleitfaktoren, die zur aktuellen angespannten Situation in Ostjerusalem beitragen. Das Vorhandensein von Ursachen, die dazu beitragen, den gegenwärtigen Zustand zu befeuern, ist auf israelischer Seite in größerem Maße vorhanden, aber auch auf palästinensischer Seite gibt es Elemente, die dazu beitragen, die gesamte Frage instabil zu machen. Ausgehend von israelischen Gründen scheint es unmöglich, die Hauptverantwortung des politischen und sogar Wahlwachstums der rechtsextremen Nationalisten nicht zu berücksichtigen, was ihr Programm, die israelische Nation zu einem jüdischen Staat zu machen, zu einem Instrument gemacht hat, um den politischen Dialog des Landes zu forcieren. Ein Dialog mit dieser politischen Partei erscheint unmöglich, wenn nicht mit der Absicht, sie funktional für die eigenen Zwecke zu nutzen und daher ihren Forderungen nach Sicherung ihrer Unterstützung nachzugeben. Diese politische Strategie war die Grundlage für Netanjahus Vorgehen, das sie ohne allzu viele Skrupel einsetzte, obwohl es manchmal den Ansatz des nationalistischen Rechts nicht vollständig teilte, um sein grundlegendes Ziel zu erreichen: in jeder Hinsicht an der Macht zu bleiben. Unter diesem Gesichtspunkt bestätigt die Tatsache, die arabischen Bewohner, die legitimen Bewohner der besetzten Kolonien und damit die Zwei-Staaten-Lösung geopfert zu haben, die nie vollständig offiziell geleugnet wurde, und folglich den Frieden und die Stabilität des Landes, seine Mangel an Skrupeln und die Unzulänglichkeit, ein Land im Zentrum wichtiger internationaler Fragen zu regieren. Wir müssen auch die bedingte Tatsache der gegenwärtigen Rechtslage von Netanjahu berücksichtigen: Die Untersuchung wegen Korruption, Betrug und Amtsmissbrauch macht es erforderlich, die Aufmerksamkeit der Öffentlichkeit von diesen rechtlichen Fragen abzuwenden und die Tatsache, dass der frühere Ministerpräsident nicht in der Lage war, die Rechtsprechung zu bilden Die neue Regierung, die seine Verantwortung für den anhaltenden Zustand der Lähmung der israelischen Politik deutlich macht: Die Zunahme der Spannungen in den besetzten Gebieten und die zentrale Bedeutung der Frage Ostjerusalems gelten als hervorragende Instrumente, um die Ablenkung der Masse zu betreiben. Es gibt auch eine große Abwesenheit im Streit um Ostjerusalem: Die israelische Gesellschaft als Ganzes zögert, Stellung zu beziehen und sich gegen die provokativen Aktionen der Netanjahu-Regierung zu stellen, was eine gewisse Abhängigkeit von der von der Rhetorik betriebenen Homologationspolitik aufzeigt von rechts nationalistisch und allgemein von der Tendenz der letzten israelischen Regierungen; Die Reaktionen der orthodoxen und christlichen Kirche waren sehr unterschiedlich und haben die Repressionen und Vertreibungen, die palästinensische Familien, die aus Ostjerusalem vertrieben wurden, erlitten haben, scharf verurteilt. Obwohl sie nicht in die Dialektik der israelischen Politik eingebunden werden können, ist die christliche und orthodoxe Führung derzeit die maßgeblichste Stimme gegen die Arbeit der in Israel anwesenden Regierung von Tel Aviv. Die aktuelle Situation scheint dem zu folgen, was bereits mit dem Beginn der zweiten Intifada geschehen ist, verursacht durch Sharons provokative Haltung, die viele Ähnlichkeiten mit Netanyahus aktueller hat. Die wichtigste politische Überlegung ist, dass bei erfolgreicher Enteignung des palästinensischen Viertels Ostjerusalem die unmittelbare Folge das Ende der Möglichkeit der Lösung der Zwei-Staaten-Formel sein wird, während dies aus rechtlicher Sicht israelisch ist Maßnahmen sind immer noch ein Verstoß gegen das Völkerrecht, und es muss gefragt werden, wie lange die internationale Gemeinschaft beabsichtigt, Tel Aviv nicht um Maßnahmen zu bitten. Auf palästinensischer Seite war das schwerwiegendste Versagen von Abu Mazen und seiner politischen Seite, alle Meinungsverschiedenheiten bis zur Verschiebung der Wahlen zu unterdrücken, um sie nicht zu verlieren. Die palästinensischen Wahlen haben seit 15 Jahren nicht mehr stattgefunden, und dies ist der Fall verhinderte eine normale politische Dialektik zwischen den verschiedenen palästinensischen Komponenten und zwang den arabischen Dissens, sich nur gegen Israel zu richten. Aus Sicht der internationalen Politik besteht für das aktuelle Thema die Gefahr, die sunnitische Welt wieder zu vereinen, die den Dialog wieder aufgenommen hat, um ihr jeweiliges Misstrauen zu überwinden: Der Aktivismus des türkischen Außenministers hat es der Türkei ermöglicht, den Dialog mit Arabien, Saudi-Arabien und Ägypten wieder aufzunehmen. Trotz der tiefgreifenden Meinungsverschiedenheiten und eines Themas im Zentrum der Gespräche wird zweifellos die palästinensische Frage gewesen sein, die möglicherweise auch als Faktor für den weiteren Zusammenhalt der sunnitischen Welt wieder in den Vordergrund tritt: ein Element, das mehr Anlass zur Sorge gibt ist für die USA bis jetzt zu still und für Israel selbst, was eine Verschlechterung der Beziehungen zu Arabien riskiert.

Les raisons de la crise de Jérusalem-Est

 Un certain nombre de facteurs concomitants contribuent à la situation tendue actuelle à Jérusalem-Est; la présence de causes qui contribuent à alimenter l'état actuel est plus présente du côté israélien, mais aussi du côté palestinien il y a des éléments qui contribuent à rendre toute la question instable. Partant des causes israéliennes, il semble impossible de ne pas considérer les principales responsabilités de la croissance politique et même électorale de l’extrême droite nationaliste, qui a fait de son programme de faire de la nation israélienne un État juif un instrument de forçage dans le dialogue politique du pays; le dialogue avec ce parti politique apparaît impossible, sinon avec l'intention de l'utiliser de manière fonctionnelle à ses propres fins et donc de céder à ses demandes pour obtenir son soutien. Cette stratégie politique a été à la base de l'action de Netanyahu, qui l'a utilisée sans trop de scrupules, bien que parfois ne partageant pas complètement l'approche de la droite nationaliste, pour atteindre son objectif fondamental: rester au pouvoir en tous points. Vu sous cet angle, le fait d'avoir sacrifié les résidents arabes, habitants légitimes des colonies occupées, et, par conséquent, la solution à deux États, jamais complètement niée officiellement, et, par conséquent, la paix et la stabilité du pays, confirme sa manque de scrupules et insuffisance de gouverner un pays au centre des grands enjeux internationaux. Nous devons également tenir compte du fait contingent de la situation judiciaire actuelle de Netanyahu: faire l'objet d'une enquête pour corruption, fraude et abus de pouvoir oblige à détourner l'attention du public de ces questions juridiques et du fait que l'ancien Premier ministre n'a pas été en mesure de former le nouveau gouvernement, mettant en évidence sa responsabilité dans l'état continu de paralysie de la politique israélienne: l'augmentation des tensions dans les territoires occupés et la centralité de la question de Jérusalem-Est, sont considérés comme d'excellents outils pour opérer la distraction de masse. Il y a aussi un grand absent dans le différend sur Jérusalem-Est: la société israélienne dans son ensemble, réticente à prendre position et à prendre position contre les actions provocatrices du gouvernement Netanyahu, révélant ainsi une certaine addiction à la politique d'homologation opérée par la rhétorique de la droite, nationaliste et en général de la tendance des derniers gouvernements israéliens; Les réactions des Églises orthodoxe et chrétienne ont été très différentes et ont fermement condamné les répressions et les expulsions subies par les familles palestiniennes déplacées de Jérusalem-Est. Bien qu'ils ne puissent pas être encadrés dans la dialectique de la politique israélienne, en ce moment, les dirigeants chrétiens et orthodoxes représentent la voix la plus autoritaire contre le travail du gouvernement de Tel Aviv, présent en Israël. La situation actuelle semble suivre ce qui s'est déjà produit avec le début de la deuxième Intifada, causée par l'attitude provocatrice de Sharon, qui présente de nombreuses similitudes avec l'actuelle de Netanyahu. La considération politique la plus importante à faire est que si l'expropriation du quartier palestinien de Jérusalem-Est réussit, la conséquence immédiate sera la fin de la possibilité de la solution de la formule à deux États, alors que d'un point de vue juridique, Israël l'action est encore une fois une violation du droit international et il faut se demander combien de temps la communauté internationale entend ne pas demander à Tel-Aviv ses actions. Du côté palestinien, l'échec le plus grave a été celui d'Abou Mazen et de son côté politique à réprimer toute dissidence, jusqu'au report des élections pour ne pas les perdre, les élections palestiniennes n'ont pas eu lieu depuis 15 ans et cela empêché une dialectique politique normale entre les différentes composantes palestiniennes, forçant la dissidence arabe à être dirigée uniquement contre Israël. Du point de vue de la politique internationale, la question actuelle risque de réunir le monde sunnite, qui a repris le dialogue en tentant de surmonter leur méfiance respective: l'activisme du ministre turc des Affaires étrangères a permis à la Turquie de reprendre le dialogue avec l'Arabie. L'Arabie saoudite et avec l'Égypte, malgré les profondes divergences de vues et un sujet au centre des discussions aura sans aucun doute été la question palestinienne, qui risque de revenir fortement sur le devant de la scène, également comme facteur de cohésion accrue du monde sunnite: un élément de plus en plus préoccupant est pour les USA, trop silencieux jusqu'à présent, et pour Israël lui-même, qui risque une détérioration des relations avec l'Arabie.