Politica Internazionale

Politica Internazionale

Cerca nel blog

venerdì 29 settembre 2017

La possibile ritorsione di Ankara per la sospensione del negoziato per entrare in Europa

Alla vigilia del voto del parlamento europeo, previsto per il 4 ottobre, sullo stop ai negoziati per l’ingresso della Turchia in Europa, Ankara manda un avvertimento a Bruxelles. Il ministro degli esteri turco, infatti, ha avvertito l’Unione, chi in caso di rottura dei negoziati, anche gli accordi tra Europa e Turchia sulla gestione degli immigrati potranno avere delle variazioni. In questo momento la Turchia ospita oltre tre milioni di rifugiati, la cui gestione, se fossero giunti in Europa, avrebbe sollevato grossi problemi nei rapporti tra gli stati membri. Ankara, oltre ad affermare che la Turchia non è un campo profughi, è cosciente, che la fine dell’accordo sulla migrazione, porterebbe ad un innalzamento del rapporto conflittuale tra i membri dell’Unione, unito ad una crescita esponenziale dei partiti e dei movimenti populisti. Una delle ragioni dell’affermazione di queste tendenze politiche, infatti, è dovuta proprio all’incapacità di una gestione efficace della pressione migratoria a cui l’Europa è tuttora sottoposta. Il ministero degli esteri turco ha anche affermato, che della somma totale prevista dall’accordo, concordata in circa tre miliardi di euro, alla Turchia ne sono giunti soltanto 810 milioni ed ha ribadito che il ruolo di Ankara, nella gestione dei flussi migratori verso l’Europa, rimane essenziale. Questa ultima affermazione è difficilmente contestabile e denuncia l’impreparazione e  l’improvvisazione di Bruxelles per fare fronte ad un fenomeno facilmente prevedibile come quello migratorio, in un momento storico contraddistinto da guerre in medio oriente e carestie in Africa. Lo sbaglio, di cui la Germania della cancelliera Merkel, resta una dei grandi responsabili fu quello di affidarsi ad Erdogan, che già aveva avviato la Turchia a diventare una sorta di dittatura, contraddistinta da una crescente importanza dell’elemento religioso. Nonostante le prese di posizione contro il governo di Ankara, l’Europa è stata portata a stipulare un accordo con forte potere di ricatto per la controparte turca. Nello stesso tempo che l’Europa discuteva al suo interno di come gestire le migrazioni, l’atteggiamento contro la Turchia, diventava sempre più duro, a causa dell’atteggiamento di Erdogan sempre meno rispettoso dei diritti civili. L’irrigidimento europeo contro il paese turco era dunque giustificato dai fatti, tuttavia Bruxelles manteneva in essere l’accordo con Ankara per gestire i migranti sul proprio territorio: una contraddizione che non poteva non emergere. L’esecutivo turco prova ora una tattica a metà tra il conciliante ed il ricattatorio, per fare desistere Bruxelles dal fermare i negoziati per l’ingresso della Turchia in Europa. Se, da un lato, si è sottolineato come il ruolo turco nella gestione dei migranti sia stato fondamentale per l’equilibrio europeo, dall’altro lato  il ministro degli esteri ha dichiarato che se l’Europa non esce dai suoi confini potrebbe esaurire la sua spinta riformatrice; ciò potrebbe essere vero, però, se la Turchia rispondesse ai requisiti di democraticità richiesti per entrare in Europa, mentre con gli attuali standard presenti, sarebbe soltanto un fattore di ulteriore destabilizzazione. Lo scenario più probabile, quindi, è che il negoziato sarà quasi sicuramente interrotto e la ritorsione più probabile della Turchia sarà quella di disattendere l’accordo sul contenimento dei migranti. Se le nazioni dell’est europa continueranno a rifiutare l’accoglienza potrebbe verificarsi un grave caso umanitario di difficile gestione, mentre a livello politico, gli assetti europei potrebbero alterarsi in maniera non concorde. La prima conseguenza  sarebbe proprio quella profetizzata dalla Turchia e cioè una crescita considerevole dei movimenti antieuropei. La sconfitta maggiore che si sta profilando riguarda proprio la Germania che non ha voluto esasperare il rapporto con i paesi dell’Europa orientale per non alienarsi occasioni economiche ad essa favorevoli, sia dal punto di vista della forza lavoro, che da quello dell’espansione commerciale. Ma la Turchia in questo momento appare proprio inaccettabile in Europa: oltre che per i già citati motivi, Ankara si è avvicinata a Mosca, stringendo forme di collaborazione economiche e militari, che ne hanno ulteriormente pregiudicato l’ingresso nell’Unione. Per entrambe le parti, quindi, si preannuncia un rapporto ancora più difficile, ma chi ha più da perdere, in un aggravamento delle relazioni, appare certamente l’Europa.

The possible retaliation of Ankara for suspension of negotiations to enter Europe

On the eve of the vote of the European Parliament scheduled for 4 October on the stop to Turkey's entry into Europe, Ankara sends a warning to Brussels. In fact, the Turkish Foreign Minister has alerted the Union, who in the event of a rupture of the negotiations, also the agreements between Europe and Turkey on the management of immigrants may have variations. At this moment Turkey has more than three million refugees, whose management, if they had arrived in Europe, would have raised major problems in the relations between the member states. Ankara, besides saying that Turkey is not a refugee camp, is aware that the end of the agreement on migration would lead to an increase in the conflict between members of the Union coupled with exponential growth of the parties and movements populists. One of the reasons for the affirmation of these political trends is, in fact, due to the inability to effectively manage the migratory pressure that Europe is still subjected to. The Turkish Foreign Ministry also stated that the total sum provided for by the agreement, agreed at about three billion euros, only reached 810 million in Turkey and reiterated that Ankara's role in the management of migratory flows 'Europe remains essential. This last statement is hardly controversial and denounces the improvisation and improvisation of Brussels in order to cope with an easily anticipated phenomenon such as the migratory one at a time of history characterized by Middle East wars and famine in Africa. The mistake that Germany's Chancellor Merkel remains one of the great leaders was to rely on Erdogan, who had already begun Turkey to become a sort of dictatorship, marked by the growing importance of the religious element. Despite protests against Ankara's government, Europe has been forced to enter into a powerful power-sharing agreement with the Turkish counterpart. At the same time that Europe was discussing how to handle migrations, the attitude towards Turkey became increasingly harder because of Erdogan's attitude that was less respectful of civil rights. European stiffening against the Turkish country was therefore justified by the facts, but Brussels maintained the deal with Ankara to handle migrants in their territory: a contradiction that could not fail to emerge. The Turkish executive now tries a half-way tactic between the conciliator and the controversial, to refute Brussels from stopping negotiations for Turkey's entry into Europe. On the one hand, it was stressed that the Turkish role in managing migrants was fundamental to the European balance, on the other hand, the Foreign Minister stated that if Europe does not leave its borders, it may end its reforming push; However, this could be true if Turkey responded to the democratization requirements required to enter Europe, while with current standards it would only be a factor of further destabilization. The most likely scenario, therefore, is that the negotiation will almost certainly be interrupted and Turkey's most likely retaliation will be to disband the agreement on the containment of migrants. If the eastern European nations continue to refuse the reception, a serious humanitarian case of difficult management could occur, while at the political level, European arrangements might be unevenly altered. The first consequence would be precisely that prophesied by Turkey, namely a considerable growth of anti-European movements. The biggest defeat in Germany is that it did not want to exacerbate the relationship with the countries of eastern Europe in order not to alienate its favorable economic opportunities, both from the point of view of the labor force and the commercial expansion . But Turkey at this time seems unacceptable in Europe: in addition to the aforementioned reasons, Ankara approached Moscow, shaking forms of economic and military co-operation, which further undermined its entry into the Union. For both sides, therefore, an even more difficult relationship is anticipated, but who has more to lose, in an aggravation of relations, certainly appears to Europe.

La posible represalia de Ankara por la suspensión de las negociaciones para entrar en Europa

En vísperas de la votación del Parlamento Europeo prevista para el 4 de octubre sobre la detención de la entrada de Turquía en Europa, Ankara envía una advertencia a Bruselas. De hecho, el Ministro de Asuntos Exteriores de Turquía ha alertado a la Unión, que en caso de una ruptura de negociaciones, también los acuerdos entre Europa y Turquía sobre la gestión de los inmigrantes pueden tener variaciones. En este momento Turquía tiene más de tres millones de refugiados, cuya dirección, si hubieran llegado a Europa, habría planteado problemas importantes en las relaciones entre los Estados miembros. Ankara, además de afirmar que Turquía no es un campo de refugiados, es consciente de que el final del acuerdo sobre la migración conduciría a un aumento en la relación conflictiva entre la Unión, junto con un crecimiento exponencial de los partidos y movimientos populistas. Una de las razones de la afirmación de estas tendencias políticas se debe, en realidad, a la incapacidad de gestionar eficazmente la presión migratoria a la que Europa sigue sometida. El Ministerio de Asuntos Exteriores turco también dijo que la cantidad total proporcionada por el acuerdo, acordado en unos tres mil millones de euros, Turquía habrá alcanzado solamente 810 millones y reiteró que el papel de Ankara, en la gestión de los flujos migratorios a la Europa sigue siendo esencial. Esta última afirmación es difícil de disputar y denuncia la falta de preparación y la improvisación en Bruselas para hacer frente a un fenómeno predecible como la migración, en un momento marcado por las guerras en el Oriente Medio y el hambre en África. El error, de los cuales Alemania de la canciller Merkel, sigue siendo uno de los grandes líderes era que depender de Erdogan, que ya había comenzado a Turquía a convertirse en una especie de dictadura, marcado por una creciente importancia del elemento religioso. A pesar de las protestas contra el gobierno de Ankara, Europa se ha visto obligada a firmar un poderoso acuerdo de reparto de poder con la contraparte turca. Al mismo tiempo que Europa estaba discutiendo cómo manejar las migraciones, la actitud hacia Turquía se hizo cada vez más difícil debido a la actitud de Erdogan que era menos respetuosa de los derechos civiles. Por lo tanto, la rigidez Europea contra el país turco fue justificado por los hechos, pero mantiene en su sitio el acuerdo de Bruselas con Ankara para gestionar los migrantes en su territorio: una contradicción que no podría surgir. El ejecutivo turco ahora intenta una táctica a medio camino entre el conciliador y el polémico, para refutar a Bruselas de parar las negociaciones para la entrada de Turquía en Europa. Si, por un lado, se hizo hincapié en que el papel de Turquía en la gestión de los migrantes era crucial para el equilibrio europeo, por otro lado, el canciller dijo que si Europa no viene de sus fronteras podrían agotar su el empuje de la reforma; Sin embargo, esto podría ser cierto si Turquía respondió a los requisitos de democratización requeridos para entrar en Europa, mientras que con las normas actuales sólo sería un factor de mayor desestabilización. El escenario más probable, entonces, es que las negociaciones casi seguro que serán detenidos y represalias mayor será la probabilidad de Turquía será la de no tener en cuenta el acuerdo en mantener a los migrantes. Si las naciones de Europa del Este siguen rechazando la recepción podría ser un caso grave humanitaria difícil de manejar, mientras que en el plano político, las estructuras europeas podrían ser alterados de manera no unánime. La primera consecuencia sería precisamente la profetizada por Turquía, a saber, un considerable crecimiento de los movimientos antieuropeos. La mayor derrota que está surgiendo preocupaciones Alemania que no quieren exacerbar la relación con los países de Europa del Este no alienar las oportunidades económicas favorables a ella, tanto en términos de la fuerza de trabajo, y la expansión en el mercado . Pero Turquía en este momento parece simplemente inaceptable en Europa: además de las razones antes mencionadas, Ankara ha acercado a Moscú, agarrando formas de cooperación económica y militar, que han socavado aún más la adhesión a la UE. Para ambas partes, por lo tanto, se anticipa una relación aún más difícil, pero quien tiene más que perder, en un agravamiento de las relaciones, ciertamente aparece a Europa.

Die mögliche Vergeltung von Ankara zur Aussetzung der Verhandlungen nach Europa

Am Vorabend der Abstimmung des Europäischen Parlaments, das für den 4. Oktober auf dem Stopp des Beitritts der Türkei in Europa stattfindet, schickt Ankara eine Warnung an Brüssel. In der Tat hat der türkische Außenminister die Union alarmiert, die im Falle eines Bruches der Verhandlungen auch die Vereinbarungen zwischen Europa und der Türkei über die Verwaltung von Einwanderern Variationen haben können. In diesem Augenblick hat die Türkei mehr als drei Millionen Flüchtlinge, deren Management, wenn sie in Europa angekommen wären, große Probleme in den Beziehungen zwischen den Mitgliedstaaten erhoben hätten. Ankara, dass die Türkei kein Flüchtlingslager ist, ist sich bewusst, dass das Ende der Vereinbarung über die Migration zu einer Zunahme des Konflikts zwischen den Mitgliedern der Union und einem exponentiellen Wachstum der Parteien und Bewegungen führen würde Populisten. Einer der Gründe für die Bejahung dieser politischen Tendenzen ist in der Tat auf die Unfähigkeit zurückzuführen, den Migrationsdruck, den Europa noch ausgesetzt ist, wirksam zu bewältigen. Das türkische Außenministerium stellte ferner fest, dass die Gesamtzahl der Vereinbarung, die auf etwa drei Milliarden Euro vereinbart wurde, nur 810 Millionen in der Türkei erreichte und bekräftigte, dass Ankaras Rolle bei der Bewältigung der Migrationsströme sei "Europa bleibt unverzichtbar. Diese letzte Aussage ist kaum umstritten und verurteilt die Improvisation und Improvisation von Brüssel, um mit einem vorhersagbaren Phänomen wie Migration, zu einem Zeitpunkt, der von Nahostkriegen und Hungersnot in Afrika geprägt ist, zu bewältigen. Der Fehler, den die Bundeskanzlerin Merkel als eine der großen Führer behauptet, war, Erdogan zu vertrauen, der bereits die Türkei begonnen hatte, eine Art Diktatur zu werden, die von der wachsenden Bedeutung des religiösen Elements geprägt war. Trotz der Proteste gegen die Regierung von Ankara war Europa gezwungen, mit dem türkischen Pendant eine mächtige Machtvereinbarung einzugehen. Zur gleichen Zeit, in der Europa diskutierte, wie man mit Migrationen umgehen sollte, wurde die Haltung gegenüber der Türkei zunehmend härter wegen der Haltung von Erdogan, die weniger Bürgerrechte respektierte. Die europäische Versteifung gegen das türkische Land war daher durch die Tatsachen gerechtfertigt, aber Brüssel hielt den Vertrag mit Ankara, um Migranten in ihrem Territorium zu behandeln: ein Widerspruch, der nicht entgehen konnte. Die türkische Exekutive versucht nun eine halbwegs Taktik zwischen dem Schlichter und dem umstrittenen, um Brüssel zu widerlegen, die Verhandlungen über den Beitritt der Türkei nach Europa zu stoppen. Einerseits wurde betont, dass die türkische Rolle bei der Bewältigung von Migranten für das europäische Gleichgewicht von grundlegender Bedeutung war, andererseits stellte der Außenminister fest, dass, wenn Europa seine Grenzen nicht überlasse, es sein kann Reformschub; Allerdings könnte dies wahr sein, wenn die Türkei auf die Demokratisierungsanforderungen reagierte, die für die Einreise nach Europa erforderlich waren, während sie mit aktuellen Standards nur ein Faktor der weiteren Destabilisierung wäre. Das wahrscheinlichste Szenario ist also, dass die Verhandlungen mit ziemlicher Sicherheit unterbrochen werden und die wahrscheinlichste Vergeltung der Türkei wird sein, die Vereinbarung über die Eindämmung von Migranten aufzulösen. Wenn die osteuropäischen Nationen den Empfang weiterhin verweigern, könnte ein ernsthafter humanitärer Fall eines schwierigen Managements auftreten, während auf europäischer Ebene die europäischen Regelungen ungleichmäßig verändert werden könnten. Die erste Konsequenz wäre genau das, was die Türkei prophezeite, nämlich ein beträchtliches Wachstum der antieuropäischen Bewegungen. Die größte Niederlage in Deutschland ist, dass sie die Beziehungen zu den Ländern Osteuropas nicht verschärfen wollte, um ihre günstigen wirtschaftlichen Chancen sowohl aus der Sicht der Arbeitskräfte als auch der kommerziellen Expansion nicht zu entfremden . Aber die Türkei scheint zu diesem Zeitpunkt in Europa nicht akzeptabel zu sein: Neben den vorgenannten Gründen kam Ankara zu Moskau und schüttelte Formen der wirtschaftlichen und militärischen Zusammenarbeit, die den Einstieg in die Union weiter untergraben hatten. Für beide Seiten ist also eine noch schwierigere Beziehung zu erwarten, aber wer hat mehr zu verlieren, in einer Verschlimmerung der Beziehungen, scheint sicherlich für Europa.

Les éventuelles représailles d'Ankara pour la suspension des négociations pour entrer en Europe

À la veille du vote du Parlement européen prévu pour le 4 octobre sur l'arrêt de l'entrée de la Turquie en Europe, Ankara envoie un avertissement à Bruxelles. En fait, le ministre turc des Affaires étrangères a alerté l'Union, qui, en cas de rupture des négociations, les accords entre l'Europe et la Turquie sur la gestion des immigrants pourraient avoir des variations. En ce moment, la Turquie compte plus de trois millions de réfugiés, dont la direction, s'ils sont arrivés en Europe, aurait soulevé des problèmes majeurs dans les relations entre les Etats membres. Ankara, en plus de dire que la Turquie n'est pas un camp de réfugiés, est conscient que la fin de l'accord sur les migrations entraînerait une augmentation du conflit entre les membres de l'Union et une croissance exponentielle des partis et des mouvements populistes. L'une des raisons de l'affirmation de ces tendances politiques est en effet due à l'incapacité de gérer efficacement la pression migratoire sur laquelle l'Europe est toujours soumise. Le ministère turc des Affaires étrangères a également déclaré que la somme totale prévue par l'accord, convenue à environ trois milliards d'euros, n'a atteint que 810 millions en Turquie et a rappelé que le rôle d'Ankara dans la gestion des flux migratoires «L'Europe reste essentielle. Cette dernière déclaration n'est guère controversée et dénonce l'improvisation et l'improvisation de Bruxelles pour faire face à un phénomène prévisible tel que la migration, à l'époque marquée par les guerres du Moyen-Orient et la famine en Afrique. L'erreur que la chancelière allemande Merkel reste l'un des grands leaders était de s'appuyer sur Erdogan, qui avait déjà commencé la Turquie à devenir une sorte de dictature, marquée par l'importance croissante de l'élément religieux. Malgré les protestations contre le gouvernement d'Ankara, l'Europe a été obligée de conclure un puissant accord de partage du pouvoir avec l'homologue turc. En même temps que l'Europe discutait de la façon de gérer les migrations, l'attitude envers la Turquie devenait de plus en plus difficile en raison de l'attitude d'Erdogan qui était moins respectueuse des droits civils. Le raidissement européen contre le pays turc était donc justifié par les faits, mais Bruxelles a maintenu l'accord avec Ankara pour traiter les migrants sur leur territoire: une contradiction qui ne pouvait manquer d'émerger. L'exécutif turc essaie maintenant une tactique à mi-chemin entre le conciliateur et le controversé, pour réfuter Bruxelles pour arrêter les négociations pour l'entrée de la Turquie en Europe. D'une part, il a été souligné que le rôle turc dans la gestion des migrants était fondamental pour l'équilibre européen, d'autre part, le ministre des Affaires étrangères a déclaré que si l'Europe ne laisse pas ses frontières, réformer la poussée; Cependant, cela pourrait être vrai si la Turquie a répondu aux exigences de démocratisation nécessaires pour entrer en Europe, alors qu'avec les normes actuelles, cela ne constituerait qu'un facteur de déstabilisation supplémentaire. Le scénario le plus probable, par conséquent, est que la négociation sera presque certainement interrompue et les représailles les plus probantes de la Turquie seront de dissoudre l'accord sur le confinement des migrants. Si les pays d'Europe de l'Est continuent de refuser l'accueil, un cas humanitaire sérieux de gestion difficile pourrait se produire, alors que sur le plan politique, les arrangements européens pourraient être inégalement modifiés. La première conséquence serait précisément celle prophétisée par la Turquie, à savoir une croissance considérable des mouvements anti-européens. La plus grande défaite en Allemagne est qu'elle ne voulait pas exacerber la relation avec les pays d'Europe de l'Est afin de ne pas aliéner ses opportunités économiques favorables, tant du point de vue de la population active que de l'expansion commerciale . Mais la Turquie à ce moment-là semble inacceptable en Europe: outre les raisons susmentionnées, Ankara s'est rapprochée de Moscou, secouant les formes de coopération économique et militaire qui ont encore miné son entrée dans l'Union. Pour les deux côtés, une relation encore plus difficile est anticipée, mais qui a plus à perdre, dans une aggravation des relations, apparaît certainement en Europe.

A possível retaliação de Ancara para a suspensão das negociações para entrar na Europa

Na véspera da votação do Parlamento Europeu prevista para 4 de Outubro sobre a parada para a entrada da Turquia na Europa, Ankara envia um aviso a Bruxelas. Na verdade, o Ministro dos Negócios Estrangeiros turco alertou a União, que em caso de dissolução das negociações, também os acordos entre a Europa ea Turquia sobre a gestão dos imigrantes podem ter variações. Neste momento, a Turquia tem mais de três milhões de refugiados, cuja gestão, se eles chegaram na Europa, teria levantado grandes problemas nas relações entre os Estados membros. Ankara, além de dizer que a Turquia não é um campo de refugiados, está ciente de que o fim do acordo sobre migração levaria a um aumento do conflito entre os membros da União, juntamente com um crescimento exponencial das partes e dos movimentos populistas. Uma das razões para a afirmação dessas tendências políticas é, de fato, devido à incapacidade de administrar efetivamente a pressão migratória a que a Europa ainda está sujeita. O Ministério das Relações Exteriores da Turquia também declarou que a soma total prevista pelo acordo, acordada em cerca de três bilhões de euros, atingiu apenas 810 milhões na Turquia e reiterou que o papel de Ancara na gestão dos fluxos migratórios "A Europa continua a ser essencial. Esta última declaração não é controversa e denuncia a improvisação e a improvisação de Bruxelas para lidar com um fenômeno facilmente antecipado, como o migratório em uma época da história caracterizada pelas guerras do Oriente Médio e pela fome na África. O erro que a chanceler alemã Merkel continua a ser um dos grandes líderes era confiar em Erdogan, que já havia começado a se tornar uma espécie de ditadura marcada pela crescente importância do elemento religioso. Apesar dos protestos contra o governo de Ancara, a Europa foi forçada a entrar em um poderoso acordo de compartilhamento de poder com o homólogo turco. Ao mesmo tempo em que a Europa estava discutindo como lidar com as migrações, a atitude perante a Turquia tornou-se cada vez mais difícil devido à atitude de Erdogan que era menos respeitadora dos direitos civis. O reforço europeu contra o país turco foi, portanto, justificado pelos fatos, mas Bruxelas manteve o acordo com Ancara para lidar com migrantes em seu território: uma contradição que não poderia deixar de surgir. O executivo turco agora tenta uma tática a meio caminho entre o conciliador e o controverso, para refutar Bruxelas de parar as negociações para a entrada da Turquia na Europa. Por um lado, salientou-se que o papel turco na gestão dos migrantes era fundamental para o equilíbrio europeu, por outro lado, o Ministro dos Negócios Estrangeiros declarou que, se a Europa não deixa as suas fronteiras, pode acabar com a sua impulso reformador; No entanto, isso poderia ser verdade se a Turquia respondesse aos requisitos de democratização necessários para entrar na Europa, enquanto que com os padrões atuais seria apenas um fator de maior desestabilização. O cenário mais provável, portanto, é que a negociação quase certamente será interrompida e a retaliação mais provável da Turquia será dissolver o acordo sobre a contenção de migrantes. Se as nações da Europa Oriental continuam a recusar a recepção, pode ocorrer um caso humanitário grave de gestão difícil, enquanto no plano político, os acordos europeus podem ser alterados de forma desigual. A primeira consequência seria precisamente a profetizada pela Turquia, ou seja, um crescimento considerável dos movimentos anti-europeus. A maior derrota na Alemanha é que não queria exacerbar o relacionamento com os países da Europa Oriental, a fim de não alienar suas oportunidades econômicas favoráveis, tanto do ponto de vista da força de trabalho como da expansão comercial. . Mas a Turquia, neste momento, parece inaceitável na Europa: além dos motivos acima mencionados, Ankara aproximou-se de Moscou, agitando formas de cooperação econômica e militar que mais pioraram sua entrada na União. Para ambos os lados, portanto, um relacionamento ainda mais difícil é antecipado, mas quem tem mais a perder, em um agravamento de relações, certamente aparece para a Europa.

Возможное возмездие Анкары за приостановление переговоров по вступлению в Европу

Накануне голосования Европарламента, запланированного на 4 октября, на остановке вступления Турции в Европу, Анкара отправляет предупреждение в Брюссель. Фактически министр иностранных дел Турции предупредил Союз, который в случае развала переговоров также может иметь разногласия между Европой и Турцией по управлению иммигрантами. На данный момент в Турции проживает более трех миллионов беженцев, руководство которых, если они прибыли в Европу, вызвало бы серьезные проблемы в отношениях между государствами-членами. Анкара, кроме того, что Турция не является лагерем беженцев, знает, что конец соглашения о миграции приведет к увеличению конфликта между членами Союза в сочетании с экспоненциальным ростом сторон и движений народников. Одна из причин утверждения этих политических тенденций, по сути, связана с неспособностью эффективно управлять миграционным давлением, которому Европа по-прежнему подвергается. Министерство иностранных дел Турции также заявило, что общая сумма, предусмотренная соглашением, согласованная примерно в три миллиарда евро, только достигла 810 миллионов в Турции и повторила, что роль Анкары в управлении миграционными потоками «Европа остается существенной. Это последнее утверждение вряд ли противоречиво и осуждает импровизацию и импровизацию Брюсселя, чтобы справиться с легко ожидаемым явлением, таким как мигрирующий в период истории, характеризующийся ближневосточными войнами и голодом в Африке. Ошибка, которую канцлер Германии Меркель остается одним из великих лидеров, состояла в том, чтобы доверять Эрдогану, который уже начал превращать Турцию в своего рода диктатуру, отмеченную растущей важностью религиозного элемента. Несмотря на протесты против правительства Анкары, Европа была вынуждена заключить мощное соглашение о разделении власти с турецким коллегой. В то же время, когда Европа обсуждала, как обращаться с миграциями, отношение к Турции становится все более сложным из-за отношения Эрдогана, которое менее уважительно относится к гражданским правам. Таким образом, европейская жесткость в отношении турецкой страны была оправдана фактами, но Брюссель поддержал сделку с Анкарой по урегулированию мигрантов на их территории: противоречие, которое не могло не возникнуть. Турецкий исполнитель теперь пытается направить на полмиллиона тактику между посредником и спорным, опровергнуть Брюссель от прекращения переговоров о вступлении Турции в Европу. С одной стороны, было подчеркнуто, что роль Турции в управлении мигрантами имеет основополагающее значение для европейского баланса, с другой стороны, министр иностранных дел заявил, что если Европа не покинет свои границы, она может положить конец ее реформирование толчка; Однако это могло бы быть правдой, если бы Турция отреагировала на требования демократизации, необходимые для въезда в Европу, а с нынешними стандартами это будет только фактором дальнейшей дестабилизации. Поэтому наиболее вероятным сценарием является то, что переговоры почти наверняка будут прерваны, и наиболее вероятным возмездием Турции станет расторжение соглашения о сдерживании мигрантов. Если восточноевропейские страны продолжают отказываться от приема, может возникнуть серьезный гуманитарный случай сложного управления, тогда как на политическом уровне европейские механизмы могут быть неравномерно изменены. Первым последствием будет то, что было предсказано Турцией, а именно значительный рост антиевропейских движений. Самое большое поражение в Германии заключается в том, что он не хотел усугублять отношения со странами Восточной Европы, чтобы не отчуждать свои благоприятные экономические возможности как с точки зрения рабочей силы, так и с коммерческой экспансии , Но Турция в это время появляется просто неприемлема в Европе: в дополнении к указанным выше причинам, Анкара подошла к Москве, хватаясь формой экономического и военного сотрудничества, которые в дальнейшем подрывали членство в ЕС. Поэтому для обеих сторон ожидаются еще более сложные отношения, но у кого есть больше возможностей проиграть, в обострении отношений, безусловно, представляется Европе.

可能報復安卡拉暫停談判進入歐洲

歐洲議會在10月4日的表決前夕停止土耳其進入歐洲,安卡拉向布魯塞爾發出警告。事實上,土耳其外交部長已經提醒聯盟,如果談判破裂,歐盟和土耳其之間關於移民管理的協議可能有所不同。在這個時刻,土耳其有三百萬難民,他們的管理如果到達歐洲,就會在成員國之間的關係中產生重大問題。安卡拉除了說土耳其不是難民營外,意識到移民協議的結束將導致歐盟成員國之間的衝突加劇,以及各方和運動的指數增長民粹主義者。事實上,肯定這些政治趨勢的原因之一是由於無法有效地管理歐洲仍然受到的遷徙壓力。土耳其外交部還表示,協議規定的總額約為30億歐元,在土耳其只有8.1億,並重申安卡拉在管理移民流動方面的作用“歐洲仍然至關重要。最後的這個聲明幾乎沒有爭議,譴責布魯塞爾的即興和即興,以應付一個容易預料的現象,例如在中東戰爭和非洲飢荒特徵的歷史時期的候選人。德國總理默克爾仍然是偉大領袖之一的錯誤是要相信已經開始土耳其成為一種獨裁的埃爾多安,標誌著宗教元素越來越重要。儘管抗議安卡拉政府,歐洲已被迫與土耳其的對手達成強有力的權力分享協議。在歐洲正在討論如何處理移民的同時,對土耳其的態度越來越難,因為埃爾多安的態度不太尊重民權。因此,事實證明,歐洲對土耳其國家的僵局是正當的,但是布魯塞爾與安卡拉保持了協議,管理他們領土內的移民,這是不可避免的矛盾。土耳其執行官現在嘗試調解人和有爭議的中間手段,駁斥布魯塞爾停止談判土耳其進入歐洲。一方面強調,土耳其在管理移民方面的作用是歐洲平衡的根本,另一方面,外交部長表示,如果歐洲不離境,可能會結束改革推動然而,如果土耳其回應進入歐洲所需的民主化要求,那麼這可能是正確的,而目前的標準只會是進一步破壞穩定的一個因素。因此,最可能的情況是,談判幾乎肯定會被打斷,土耳其最有可能的報復將是解除遏制移民的協議。如果東歐國家繼續拒絕接待,可能會發生嚴重的管理困難的人道主義事件,而在政治層面上,歐洲的安排可能會不均勻地改變。第一個後果就是土耳​​其所預言的,即反歐運動的大幅增長。德國最大的失敗之一是,不要加劇與東歐國家的關係,不要從勞動力和商業擴張的角度來疏遠有利的經濟機會但在這個時候,土耳其在歐洲似乎是不能接受的:除了上述原因之外,安卡拉已經走近莫斯科,搖搖欲墜的經濟和軍事合作形式,進一步破壞了進入聯盟的形式。因此,對雙方而言,預期會有更加困難的關係,但是在歐洲的情況下,在這種關係惡化方面,更多的失去了失敗。

ヨーロッパ入りのための交渉停止のためのアンカラに対する報復

10月4日に予定欧州議会の投票の前夜、で、ヨーロッパへのトルコのエントリのための交渉に停止に、アンカラは、ブリュッセルに警告を送信します。トルコの外務大臣は、実際には、変更する必要があります移民の管理に関する欧州とトルコの間での合意を含め、交渉中に故障が発生した場合に連合を、警告しました。現時点でトルコは300万人以上の難民を抱えており、その管理者はヨーロッパに到着した場合、加盟国間の関係に大きな問題を提起していたであろう。アンカラは、トルコは難民キャンプではないことを示すに加えて、移行に関する合意の終了は、当事者や動きの指数関数的な成長と相まって、連合間の論争の関係の増加につながることを認識していますポピュリスト。理由からこれらの政策動向の肯定の一つは、実際には、それはヨーロッパがまださらされる渡り鳥圧力の効果的な管理のできないことに正確に起因しています。トルコ外務省はまた、約30億ユーロで合意された契約により提供さ総量は、トルコだけ8.1億に達しているだろうと述べ、移行の管理におけるアンカラの役割は、に流れていることを改めて表明しました「ヨーロッパでは不可欠のまま。この最後の文は争うことが困難であり、アフリカの中東や飢饉での戦争でマークされた時には、そのような移行など、予測可能な現象に対処するブリュッセルの準備と即興の欠如を非難します。間違い、メルケル首相のドイツは、偉大な指導者の一人はすでに宗教的要素の重要性の高まりによってマークされた独裁政権の並べ替え、になるためにトルコに始めたエルドアン、に頼ることでしたまま。アンカラの政府に対して取ら位置にもかかわらず、ヨーロッパは、トルコ側の恐喝の強いパワーとの契約にしました。ヨーロッパは、マイグレーション、トルコに対する態度を管理する方法の内部で議論されたと同時に、それが理由エルドアン首相は、公民権運動の少ない尊重になることの態度を、ますます困難になりました。トルコの国に対する欧州の剛性は、そのための事実によって正当化が、所定の位置にその領土に移住者を管理するためのアンカラでブリュッセル契約維持した。出てくることができませんでした矛盾を。エグゼクティブトルコはヨーロッパへのトルコのエントリのための交渉を停止するには、ブリュッセルから止めるために、どこかの懐柔と脅迫の間で戦術今してみてください。 、一方では、それは移住者の管理におけるトルコの役割は、欧州のバランスのために非常に重要だったことを強調していた場合、他の一方で、外務大臣はヨーロッパがその境界から来ていない場合はそのを使い果たす可能性があるという改質器を高めます。トルコはヨーロッパを入力する必要が民主的な要件を満たすならばこれは、現在の標準に存在しながら、唯一の追加不安定化の要因となり、しかし、本当かもしれません。最も可能性の高いシナリオは、その後、交渉はほぼ確実に停止され、より多くの可能性が高いトルコの報復は移民を保つ上の合意を無視するだろうということです。東欧諸国が引き続きレセプションを拒否すれば、政治的レベルではヨーロッパの取り決めが不均一に変わるかもしれないが、難しい管理の重大な人道的事件が起こる可能性がある。最初の結果は、同じようにトルコによって預言されるだろうし、それは抗ヨーロッパ運動のかなりの成長です。両方の労働力の面で、それへの良好な経済機会を疎外しない東欧諸国との関係を悪化させたくなかったの懸念ドイツ、および商業的拡大を浮上している最大の敗北しかし、この時点でのトルコはヨーロッパでちょうど容認できない表示されます。以上の理由に加えて、アンカラは、さらにEUのメンバーシップを損なってきた経済・軍事協力の形態をつかんで、モスクワに近づきました。両側のために、そのため、さらに困難な関係であることを約束するが、関係の悪化に失うものはほとんどを持っている人は、それは確かにヨーロッパが表示されます。

احتمال انتقام أنقرة لتعليق المفاوضات لدخول أوروبا

عشية تصويت البرلمان الأوروبي المقرر عقده في 4 أكتوبر / تشرين الأول بشأن وقف دخول تركيا إلى أوروبا، ترسل أنقرة تحذيرا لبروكسل. في الواقع، حذر وزير الخارجية التركي الاتحاد، الذي في حالة تفكك المفاوضات، أيضا الاتفاقات بين أوروبا وتركيا بشأن إدارة المهاجرين قد يكون لها اختلافات. وفي هذه اللحظة، يوجد في تركيا أكثر من ثلاثة ملايين لاجئ، كانت إدارتهم لو وصلوا إلى أوروبا قد أثارت مشاكل كبيرة في العلاقات بين الدول الأعضاء. أنقرة، بالإضافة إلى مبينا أن تركيا ليست مخيم للاجئين، يدرك أن نهاية الاتفاق على الهجرة من شأنه أن يؤدي إلى زيادة في العلاقة الجدلية بين الاتحاد، جنبا إلى جنب مع النمو الهائل من الأحزاب والحركات الشعبويين. ويرجع أحد أسباب تأكيد هذه الاتجاهات السياسية، في الواقع، إلى عدم القدرة على إدارة ضغوط الهجرة التي لا تزال أوروبا تتعرض لها بفعالية. قالت وزارة الخارجية التركية أيضا أن المبلغ الإجمالي المقدم من الاتفاق وافقت في حوالي ثلاثة مليارات يورو، تركيا سيكون قد بلغ 810 ملايين فقط، وأكد أن دور أنقرة، في إدارة تدفقات الهجرة إلى "أوروبا لا تزال أساسية. هذا البيان الأخير من الصعب تفنيد ويستنكر غياب التحضير والارتجال في بروكسل لمواجهة ظاهرة يمكن التنبؤ بها مثل الهجرة، في الوقت الذي شهد حروبا في منطقة الشرق الأوسط والمجاعة في إفريقيا. كان خطأ، منها ألمانيا المستشارة ميركل، لا يزال واحدا من القادة العظام إلى الاعتماد على أردوغان، الذي كان قد بدأ بالفعل في تركيا لتصبح نوعا من الدكتاتورية، تميزت تزايد أهمية العنصر الديني. وعلى الرغم من الاحتجاجات ضد حكومة أنقرة، أجبرت أوروبا على الدخول في اتفاق قوي لتقاسم السلطة مع نظيره التركي. وفي الوقت نفسه كانت أوروبا تناقش كيفية التعامل مع الهجرة، أصبح الموقف من تركيا أكثر صعوبة بسبب موقف أردوغان الذي كان أقل احتراما للحقوق المدنية. ولذلك تشنج الأوروبي ضد الدولة التركية تبرره الحقائق، ولكن الاحتفاظ بها في مكان للاتفاق بروكسل مع أنقرة لإدارة المهاجرين على أراضيها: تناقض لا يمكن أن تنشأ. تحاول السلطة التنفيذية التركية الآن تكتيكا نصفيا بين الموفق والمثير للجدل، لدحض بروكسل من وقف المفاوضات لانضمام تركيا إلى أوروبا. إذا، من ناحية، تم التأكيد على أن الدور التركي في إدارة المهاجرين أمر حاسم لتحقيق التوازن الأوروبي، من ناحية أخرى، قال وزير الخارجية أنه إذا كانت أوروبا لا يأتي من حدودها يمكن أن تستنفد طاقتها إصلاح دفع. ومع ذلك، يمكن أن يكون هذا صحيحا إذا استجابت تركيا لمتطلبات إرساء الديمقراطية المطلوبة لدخول أوروبا، في حين أن المعايير الحالية لن تكون إلا عاملا لمزيد من زعزعة الاستقرار. السيناريو الأكثر احتمالا، إذن، هو أن المفاوضات سوف يكاد يكون من المؤكد أن تتوقف وسوف ردا على الأرجح تركيا ستكون تجاهل الاتفاق على إبقاء المهاجرين. وإذا استمرت دول أوروبا الشرقية في رفض الاستقبال، يمكن أن تحدث حالة إنسانية خطيرة تنطوي على إدارة صعبة، بينما على الصعيد السياسي، قد تتغير الترتيبات الأوروبية بشكل غير متساو. والنتيجة الأولى هي بالتحديد تلك التي تنبأ بها تركيا، وهي النمو الكبير للحركات المناهضة لأوروبا. أكبر هزيمة التي مخاوف ألمانيا التي لم تكن ترغب في تفاقم العلاقة مع بلدان أوروبا الشرقية لا ينفر فرص اقتصادية مواتية لذلك، سواء من حيث القوى العاملة الناشئة، والتوسع تجاريا . لكن تركيا في هذا الوقت يبدو فقط غير مقبولة في أوروبا: بالإضافة إلى الأسباب المذكورة آنفا، أنقرة اقترب موسكو، يمسك أشكال التعاون الاقتصادي والعسكري، زادت من تقويض عضوية الاتحاد الأوروبي. لذلك، من المتوقع أن تكون العلاقة أكثر صعوبة، بالنسبة للجانبين، ولكن أكثر من أن يخسر، في تفاقم العلاقات، يبدو بالتأكيد إلى أوروبا.

mercoledì 27 settembre 2017

La visione di Macron per l'Europa

Il presidente francese ha definito l’Europa troppo debole, lenta ed inefficace, requisiti negativi che impediscono all’Unione di affrontare le sfide mondiali, che si presentano sempre con maggiore esigenza di essere risolte. Secondo l’inquilino dell’Eliseo è necessario proteggere l’Europa dal peso crescente dei populismi e dei nazionalismi, che hanno come scopo la distruzione della casa comune europea. Le ricette per arginare questi fenomeni e la generale diffidenza delle popolazioni verso Bruxelles sono diverse, per raggiungere una pluralità di obiettivi, che, se sommati, possono fare compiere all’Europa progressi decisivi per la sua sopravvivenza. I punti centrali del programma del presidente francese riguardano la sovranità dell’Europa, intesa come centro politico in grado di dare indirizzi concreti all’azione di governo, l’Europa unita, quale mezzo necessario per creare una identità in grado di fornire condivisione e la democrazia dell’Europa, che deve necessariamente comprendere un processo decisionale meno lento e complicato ed abbandonare il criterio dell’unanimità a favore di quello della maggioranza. Una ampia sovranità europea è funzionale alla costituzione di una forza militare europea, una agenzia contro il terrorismo, una azione contro il cambiamento climatico ed alla capacità di governare le migrazioni. Il tema della difesa comune potrebbe diventare di più facile realizzazione dopo l’uscita della Gran Bretagna, che ne era stata la più grande avversaria. Un esercito organizzato su base continentale e composto da militari delle diverse forze armate nazionali, è un requisito da sempre considerato essenziale per potere recitare un ruolo primario nello scenario mondiale; la crescita della Cina ed il disimpegno degli Stati Uniti, grazie alla cui protezione l’Europa aveva tenuto un atteggiamento passivo, impone una variazione nell’atteggiamento tenuto da tempo da Bruxelles, anche con la finalità di avere maggiore rilevanza diplomatica e riuscire a compiere quel salto qualitativo da unione finanziaria a politica. Certamente per fare ciò occorre velocizzare il processo di unità politica, sulla base di valori effettivamente condivisi e superare il concetto di convenienza che tanti danni a creato nei rapporti tra gli stati membri. Per fare ciò è necessario anche avviare un processo di democratizzazione sia dal lato delle decisioni, superando il concetto di unanimità, che costituisce un blocco a causa dell’eccesso di mediazione, sia dal lato dell’elettorato passivo, che deve superare il concetto di lista politica nazionale a favore dello sviluppo di liste e partiti trasnazionali, che devono essere il laboratorio delle idee capaci di superare le diffidenze e gli interessi nazionali in favore di quello sovranazionali. Il presidente francese ha espresso un programma per l’Europa, che può essere condivisibile, ma che è, senz’altro, incompleto. Ancora una volta gli accenni all’economia e, sopratutto, alla redistribuzione del reddito, sono pochi ed insufficenti. Non basta esigere il pagamento delle tasse dai grandi marchi, che eludono le tasse, o pensare di istituire, senza entrare troppo nel dettaglio, una tassa sulle transazioni finanziarie da destinare allo sviluppo, per guadagnare la fiducia del cittadino medio, che ha subito anni di vessazioni per crisi economiche e finanziarie di cui non aveva colpa, ma di cui ha dovuto sopportare i costi. Il presidente francese proviene dal mondo finanziario ed avrebbe fatto bene a sottolineare questi aspetti, che sono invece assenti, per dissipare ogni diffidenza. Se la creazione di una forza armata comune e delle altre soluzioni pensate da Macron, sono giuste, non appaiono sufficienti se non integrate con la crescita economica delle famiglie. Il presidente francese, forse ha voluto dare una dimostrazione della sua leadership nei confronti di una Germania cambiata dal risultato elettorale, dove il peso dei liberali, fautori della rigidità di bilancio, minaccia le velleità di crescita economica di una Francia già gravata di un debito consistente. Probabilmente le intenzioni di Macron sono quelle di arrivare ad un accordo, grazie allo sviluppo di maggiore unità europea: da una parte una necessità e dall’altra un desiderio.  

Macron's vision for Europe

The French president has called Europe too weak, slow and ineffective, negative requirements that prevent the Union from facing the world's challenges, which are increasingly faced with the need to be resolved. According to the tenant of the Eliseo, it is necessary to protect Europe from the growing burden of populism and nationalism, which have the purpose of destroying the common European home. The recipes to stem these phenomena and the general distrust of the people to Brussels are different in order to reach a plurality of goals, which, if combined, can make Europe decisive progress for its survival. The central points of the French President's program concern the sovereignty of Europe, understood as a political center able to give concrete directions to government action, the United Europe, as a means to create an identity capable of sharing and Europe's democracy, which must necessarily include less sluggish and complicated decision-making and abandon the unanimity principle in favor of the majority. A large European sovereignty is functional to the establishment of a European military force, an agency against terrorism, an action against climate change, and the ability to govern migrations. The theme of common defense could become easier to accomplish after Britain's exit, which had been the biggest opponent. An army based on a continent and made up of military personnel from various national armed forces is a requirement that has always been considered essential to be able to play a leading role in the world scenario; China's growth and US disengagement, whose protection Europe has held a passive attitude, requires a change in the long-standing attitude of Brussels, also with the aim of having greater diplomatic relevance and succeeding in achieving that qualitative leap from financial union to politics. Certainly, in order to do this, it is necessary to speed up the process of political unity on the basis of effectively shared values ​​and overcome the concept of convenience that so many damages have created in relations between member states. To do this, it is also necessary to initiate a process of democratization both on the side of the decisions, overcoming the concept of unanimity, which constitutes a blockage due to the excess of mediation, and on the side of the passive electorate, which must overcome the concept of the list national policy in favor of the development of transnational lists and parties, which must be the lab of ideas capable of overcoming national distrust and national interests in favor of supranational ones. The French President has expressed a program for Europe that can be shared, but that is, in fact, incomplete. Again, the hints of the economy and, above all, the redistribution of income are few and ineffective. It is not enough to require taxpayers to pay taxes, or to think of setting up, without going too far in detail, a tax on financial transactions to be devoted to development, in order to gain the confidence of the average citizen who has suffered years of harassment for economic and financial crises she did not blame, but she had to bear the costs. The French president comes from the financial world and would do well to emphasize these aspects, which are absent, to dispel any misunderstanding. If the creation of a common armed force and other solutions conceived by Macron are right, they do not seem sufficient if they are not integrated with the economic growth of families. The French president, perhaps, wanted to demonstrate his leadership towards a Germany changed by the electoral outcome, where the weight of the liberals, advocates of fiscal rigidity, threatens the economic growth of a France already burdened by a substantial debt . Probably Macron's intentions are to come to an agreement, thanks to the development of greater European unity: on the one hand a need and on the other a desire.

La visión de Macron para Europa

El presidente francés llamado Europa demasiado débil, lento e ineficaz, requisitos negativos que impiden la Unión para hacer frente a los desafíos globales, siempre se tiene más necesidad de ser contestada. De acuerdo con el inquilino del Elíseo es necesario proteger a Europa de la creciente carga de populismo y el nacionalismo, que tienen como objetivo la destrucción de la casa común europea. Recetas para frenar estas tendencias y la desconfianza generalizada de la población hacia Bruselas son diferentes, para lograr una serie de objetivos, los cuales, cuando se suman, pueden hacer que Europa avance con decisión para su supervivencia. Los puntos centrales del programa se refieren soberanía del presidente francés de Europa, entendida como un centro político capaz de dar instrucciones concretas para la acción de gobierno, una Europa unida, ser una manera de crear una identidad que puede proporcionar el intercambio y La democracia europea, que debe incluir necesariamente una toma de decisiones menos lenta y complicada y abandonar el principio de unanimidad en favor de la mayoría. Una gran soberanía europea es funcional para el establecimiento de una fuerza militar europea, una agencia contra el terrorismo, una acción contra el cambio climático y la capacidad de gobernar las migraciones. El tema de la defensa común podría ser más fácil de lograr después de la salida de Gran Bretaña, que había sido el mayor oponente. Un ejército organizado sobre una base continental y compuesta de soldados de diferentes fuerzas armadas nacionales, es un requisito para ser considerado como esencial para ser capaz de desempeñar un papel principal en la escena mundial; el crecimiento y la desconexión de los Estados Unidos de China, gracias a la cual una actitud pasiva había mantenido Protección Europa, requiere un cambio en la actitud sostenida por el tiempo de Bruselas, también con el objetivo de tener un significado más diplomático y ser capaz de hacer que salto cualitativo de la unión financiera a la política. Por supuesto, para hacer lo que es necesario acelerar el proceso de unidad política, basada en valores compartidos y superar de manera efectiva el concepto de conveniencia que creó tanto daño a las relaciones entre los estados miembros. Para ello también debe iniciar un proceso de democratización en tanto las decisiones, que va más allá del concepto de la unanimidad, que es un bloque debido al exceso de mediación, tanto en el lado pasivo del electorado, que debe pasar el concepto lista política nacional para el desarrollo de listas transnacionales y de los partidos, que debe ser el laboratorio de ideas capaces de superar la desconfianza y los intereses nacionales a favor de la supranacional. El Presidente de Francia ha expresado un programa para Europa que puede ser compartido, pero que, de hecho, es incompleto. Una vez más, los indicios de la economía y, sobre todo, la redistribución del ingreso son pocos e ineficaces. años, no sólo para el pago de los impuestos por las grandes marcas, que evaden impuestos, o considerar el establecimiento, sin entrar en demasiados detalles, un impuesto sobre las transacciones financieras para el desarrollo, para ganar la confianza del ciudadano medio, que ha sufrido de hostigamiento por las crisis económicas y financieras que ella no culpó, pero ella tuvo que asumir los costos. El presidente francés viene del mundo financiero y haría bien en enfatizar estos aspectos, que están ausentes, para disipar cualquier malentendido. Si la creación de una fuerza armada común y otras soluciones concebidas por Macron tienen razón, no parecen suficientes si no están integradas con el crecimiento económico de las familias. El presidente francés, tal vez quería dar una demostración de su liderazgo frente a una Alemania cambiado por el resultado de las elecciones, donde el peso de los liberales, partidarios de la rigidez presupuestaria, pone en peligro las aspiraciones de crecimiento económico de una Francia ya cargado con una gran deuda . Es probable que las intenciones son Macron para llegar a un acuerdo, a través del desarrollo de una mayor unidad europea: uno es una necesidad y un deseo por el otro.