Politica Internazionale

Politica Internazionale

Cerca nel blog

venerdì 25 febbraio 2022

Sull'Ucraina la Cina valuta il comportamento USA, per il futuro di Taiwan e le contese commerciali

 Che l’invasione dell’Ucraina sia avvenuta dopo la fine dei giochi olimpici cinesi non è stato un caso: Putin ha rischiato un fallimento dell’azione per le condizioni metereologiche avverse ai mezzi pesanti, pur di mantenere la promessa fatta al leader cinese ed in omaggio all’alleanza che si sta sviluppando tra i due paesi basata sugli scambi commerciali, in primo luogo sulla vendita del gas russo ai cinesi, ma soprattutto sull’intesa politica che si sta sviluppando circa il progetto di un nuovo ordine mondiale, basato su valori alternativi a quelli delle democrazie occidentali e fondato sulla repressione dei diritti civili. La mancata condanna cinese, peraltro scontata e largamente prevista, contro l’aggressione russa rappresenta una sorta di avvertimento per Taiwan, da sempre nelle mire del governo di Pechino, che sostiene il progetto di un’unica patria. Il momento potrebbe essere propizio per una invasione dell’isola, con gli stati occidentali impreparati all’azione di Putin a cui non hanno sostanzialmente opposto resistenza: tali condizioni potrebbero ripetersi anche per Taiwan, che nulla potrebbe, come nulla può Kiev, ad una invasione da parte di una potenza così manifestamente superiore. Esistono, però, delle controindicazioni pratiche per la Cina, che mettono in risalto delle differenze con la situazione che si sta sviluppando in Europa. La prima di tutte è che il principale obiettivo di Pechino continua ad essere la crescita economica ed i contraccolpi economici di una invasione ridurrebbero di molto il prodotto interno lordo cinese, sulla cui crescita si concentrano gli sforzi del governo comunista, anche in ragione della contrazione della crescita mondiale dovuta alla pandemia. Per quanto riguarda la guerra Ucraina, Pechino ha sostituito proprio la Russia come primo partner commerciale di Kiev per l’interessa che riguarda la via della seta e sicuramente non gradisce gli attuali sviluppi anche se, forse viene valutato che con un governo filorusso, potrebbe avere ancora maggiore libertà di movimento. Circa Taiwan alcuni mezzi di stampa funzionali alla propaganda governativa hanno definito l’isola il Donbass cinese, cominciando a preparare una sorta di giustificazione preventiva ad una eventuale invasione militare. Non vale neanche più credere che la Cina non oserà attaccare Taiwan per non intraprendere una azione di difficile gestione e con conseguenze non facili da pronosticare, proprio perché circa Putin si credeva la stessa cosa, ed è stata smentita in maniera clamorosa. E’ anche vero, però, che a differenza dell’Ucraina, a Taiwan sono presenti già militari americani, che rendono lo scenario più complicato nel caso di un attacco ed anche la presenza costante della marina americana, sia nella stessa Taiwan, che in Corea del Sud e Giappone presuppone un impegno militare diretto, che unito a presumibili sanzioni, potrebbe complicare molto più che a Putin una azione militare. Quello di un impegno diretto americano nella zona del Pacifico si spiega con la dottrina internazionale inaugurata da Obama di giudicare maggiormente importante, per gli Stati Uniti, il sud est asiatico, proprio in funzione delle vie di comunicazione delle merci ed a causa di ciò che è stata trascurata la Siria, c’è stato il disimpegno dal medio oriente e dall’Afghanistan e sostanzialmente anche dall’Europa, tuttavia sono legittimi sostanziosi dubbi sulla reale volontà e capacità di condurre un conflitto da parte dell’attuale presidente americano , che non pare  intenzionato ad intraprendere azioni militari. Sia come sia, la reazione americana sull’Ucraina sarà profondamente studiata da Pechino per intraprendere strategie, che non riguarderanno soltanto la potenziale invasione di Taiwan, ma anche i rapporti stessi con gli USA, soprattutto circa i dossier che hanno prodotto i contrasti più profondi tra i due paesi. Una apparente arrendevolezza degli americani, anche dal punto di vista delle sanzioni contro la Russia, potrebbe autorizzare Pechino a comportamenti sempre più spregiudicati nelle battaglie commerciali e nei rapporti con gli altri stati, sia europei che africani, dove la Cina punta a riempire il vuoto lasciato dagli Stati Uniti. Per Washington un monito concreto per valutare molto bene le sue mosse e le loro conseguenze a livello globale e non solo limitate alla Russia.

On Ukraine, China evaluates US behavior, for the future of Taiwan and trade disputes

 That the invasion of Ukraine took place after the end of the Chinese Olympic Games was no coincidence: Putin risked a failure of the action due to adverse weather conditions for heavy vehicles, in order to keep the promise made to the Chinese leader and in homage to the alliance that is developing between the two countries based on commercial exchanges, first of all on the sale of Russian gas to the Chinese, but above all on the political understanding that is developing regarding the project of a new world order, based on values alternative to those of Western democracies and based on the repression of civil rights. The Chinese’s failure to condemn Russian aggression, which is also taken for granted and widely expected, represents a sort of warning for Taiwan, which has always been in the sights of the Beijing government, which supports the project of a single homeland. The moment could be propitious for an invasion of the island, with the Western states unprepared for Putin's action to which they have not substantially resisted: these conditions could also be repeated for Taiwan, which nothing could, like nothing Kiev can, to an invasion. by a power so manifestly superior. There are, however, some practical contraindications for China, which highlight the differences with the situation that is developing in Europe. The first of all is that the main objective of Beijing continues to be economic growth and the economic repercussions of an invasion would greatly reduce the Chinese gross domestic product, on whose growth the efforts of the Communist government are concentrated, also due to the contraction of the world growth due to the pandemic. As for the Ukrainian war, Beijing has replaced Russia as Kiev's first trading partner for the interest in the Silk Road and certainly does not like the current developments even if, perhaps it is estimated that with a pro-Russian government, it could have even greater freedom of movement. About Taiwan, some press media functional to government propaganda have defined the island as the Chinese Donbass, beginning to prepare a sort of preventive justification for a possible military invasion. It is no longer even worth believing that China will not dare to attack Taiwan in order not to undertake an action that is difficult to manage and with consequences that are not easy to predict, precisely because the same thing was believed about Putin, and it has been sensationally denied. It is also true, however, that unlike Ukraine, there are already American soldiers in Taiwan, which makes the scenario more complicated in the event of an attack and also the constant presence of the American navy, both in Taiwan itself and in Korea. of the South and Japan presupposes a direct military commitment, which, combined with presumable sanctions, could complicate a military action much more than for Putin. That of a direct American commitment in the Pacific area is explained by the international doctrine inaugurated by Obama of judging Southeast Asia as more important for the United States, precisely in terms of the ways of communication of goods and because of what it is. Syria has been neglected, there has been a disengagement from the Middle East and Afghanistan and substantially also from Europe, however substantial doubts are legitimate on the real will and ability to conduct a conflict on the part of the current American president, who does not seem intent on taking military action. Be that as it may, the American reaction on Ukraine will be deeply studied by Beijing to undertake strategies, which will not only concern the potential invasion of Taiwan, but also the relations with the USA itself, especially regarding the dossiers that have produced the deepest contrasts between the two countries. An apparent complacency of the Americans, also from the point of view of sanctions against Russia, could authorize Beijing to behave increasingly unscrupulous in trade battles and in relations with other states, both European and African, where China aims to fill the void left from the United States. For Washington a concrete warning to evaluate very well its moves and their consequences on a global level and not just limited to Russia.

Sobre Ucrania, China evalúa comportamiento de EEUU, por futuro de Taiwán y disputas comerciales

 Que la invasión de Ucrania se produjera tras la finalización de los Juegos Olímpicos chinos no fue casualidad: Putin se arriesgó al fracaso de la acción por las adversas condiciones meteorológicas para los vehículos pesados, en aras de cumplir la promesa hecha al líder chino y en homenaje a la alianza que se está gestando entre ambos países basada en intercambios comerciales, en primer lugar en la venta de gas ruso a los chinos, pero sobre todo en el entendimiento político que se está gestando en torno al proyecto de un nuevo orden mundial, basado en valores alternativos a las de las democracias occidentales y basadas en la represión de los derechos civiles. El hecho de que China no condene la agresión rusa, que también se da por supuesta y esperada, representa una especie de advertencia para Taiwán, que siempre ha estado en la mira del gobierno de Pekín, que apoya el proyecto de patria única. El momento podría ser propicio para una invasión de la isla, con los estados occidentales desprevenidos para la acción de Putin a la que no han resistido sustancialmente: estas condiciones también podrían repetirse para Taiwán, que nada podría, como nada puede Kiev, a una invasión. por un poder tan manifiestamente superior. Existen, sin embargo, algunas contraindicaciones prácticas para China, que ponen de manifiesto las diferencias con la situación que se está desarrollando en Europa. La primera de ellas es que el principal objetivo de Pekín sigue siendo el crecimiento económico y las repercusiones económicas de una invasión reducirían en gran medida el producto interior bruto chino, en cuyo crecimiento se concentran los esfuerzos del gobierno comunista, también por la contracción de el crecimiento mundial debido a la pandemia. En cuanto a la guerra de Ucrania, Beijing ha reemplazado a Rusia como el primer socio comercial de Kiev por el interés en la Ruta de la Seda y ciertamente no le gustan los desarrollos actuales, incluso si, tal vez, se estima que con un gobierno pro-ruso, podría tener aún mayor libertad de movimiento. Sobre Taiwán, algunos medios de prensa al servicio de la propaganda gubernamental han definido a la isla como el Donbass chino, comenzando a preparar una suerte de justificación preventiva ante una posible invasión militar. Ya ni siquiera vale la pena creer que China no se atreverá a atacar a Taiwán para no emprender una acción difícil de manejar y con consecuencias que no son fáciles de predecir, precisamente porque lo mismo se creía de Putin, y ha ha sido sensacionalmente negado. También es cierto, sin embargo, que a diferencia de Ucrania, ya hay soldados estadounidenses en Taiwán, lo que complica el escenario en caso de ataque y también la presencia constante de la armada estadounidense, tanto en el propio Taiwán como en Corea del Sur. el Sur y Japón presupone un compromiso militar directo, lo que, combinado con presuntas sanciones, podría complicar mucho más una acción militar que a Putin. El de un compromiso estadounidense directo en el área del Pacífico se explica por la doctrina internacional inaugurada por Obama de juzgar al Sudeste Asiático como más importante para Estados Unidos, precisamente en cuanto a las vías de comunicación de mercancías y por lo que es. ha sido descuidada, ha habido una desconexión de Oriente Medio y Afganistán y sustancialmente también de Europa, sin embargo, existen dudas sustanciales legítimas sobre la voluntad real y la capacidad para conducir un conflicto por parte del actual presidente estadounidense, que no parece tener la intención de tomar acción militar. Sea como fuere, la reacción americana sobre Ucrania será estudiada en profundidad por Pekín para acometer estrategias, que no sólo se referirán a la potencial invasión de Taiwán, sino también a las relaciones con los propios EE. contrastes entre los dos países. Una aparente complacencia de los estadounidenses, también desde el punto de vista de las sanciones contra Rusia, podría autorizar a Pekín a comportarse cada vez más sin escrúpulos en las batallas comerciales y en las relaciones con otros Estados, tanto europeos como africanos, donde China pretende llenar el vacío dejado por la Estados Unidos. Para Washington una advertencia concreta para que evalúe muy bien sus movimientos y sus consecuencias a nivel global y no solo limitado a Rusia.

Zur Ukraine bewertet China das Verhalten der USA, zur Zukunft Taiwans und zu Handelsstreitigkeiten

 Dass der Einmarsch in die Ukraine nach dem Ende der chinesischen Olympischen Spiele stattfand, war kein Zufall: Putin riskierte ein Scheitern der Aktion wegen widriger Wetterbedingungen für schwere Fahrzeuge, um das Versprechen an den chinesischen Führer zu halten und ihm zu huldigen die Allianz, die sich zwischen den beiden Ländern auf der Grundlage des Handelsaustauschs entwickelt, vor allem auf dem Verkauf von russischem Gas an die Chinesen, aber vor allem auf dem sich entwickelnden politischen Verständnis für das Projekt einer neuen Weltordnung auf der Grundlage alternativer Werte denen der westlichen Demokratien und auf der Unterdrückung von Bürgerrechten beruhen. Das Versäumnis der Chinesen, die russische Aggression zu verurteilen, was ebenfalls als selbstverständlich angesehen und allgemein erwartet wird, stellt eine Art Warnung für Taiwan dar, das immer im Visier der Pekinger Regierung war, die das Projekt eines einheitlichen Heimatlandes unterstützt. Der Moment könnte für eine Invasion der Insel günstig sein, da die westlichen Staaten auf Putins Aktion, gegen die sie sich nicht wesentlich gewehrt haben, unvorbereitet sind: Diese Bedingungen könnten sich auch für Taiwan wiederholen, was nichts, wie nichts Kiew, zu einer Invasion tun könnte. von einer Macht, die so offensichtlich überlegen ist. Es gibt jedoch einige praktische Kontraindikationen für China, die die Unterschiede zur sich entwickelnden Situation in Europa deutlich machen. Das erste ist, dass das Hauptziel Pekings weiterhin das Wirtschaftswachstum ist und die wirtschaftlichen Auswirkungen einer Invasion das chinesische Bruttoinlandsprodukt, auf dessen Wachstum sich die Bemühungen der kommunistischen Regierung konzentrieren, stark reduzieren würden, auch aufgrund der Schrumpfung das weltweite Wachstum aufgrund der Pandemie. Was den Ukrainekrieg betrifft, hat Peking Russland als ersten Handelspartner Kiews für das Interesse an der Seidenstraße ersetzt und mag die aktuellen Entwicklungen sicherlich nicht, auch wenn es vielleicht geschätzt wird, dass es mit einer pro-russischen Regierung noch größer hätte sein können Bewegungsfreiheit. In Bezug auf Taiwan haben einige Pressemedien, die der Regierungspropaganda dienen, die Insel als den chinesischen Donbass definiert und damit begonnen, eine Art präventive Rechtfertigung für eine mögliche militärische Invasion vorzubereiten. Es lohnt sich nicht einmal mehr zu glauben, dass China es nicht wagen wird, Taiwan anzugreifen, um nicht eine schwer zu handhabende Aktion mit nicht leicht vorhersehbaren Folgen zu unternehmen, gerade weil das gleiche über Putin geglaubt wurde und hat wurde sensationell verweigert. Richtig ist aber auch, dass es im Gegensatz zur Ukraine bereits amerikanische Soldaten in Taiwan gibt, was das Szenario im Falle eines Angriffs komplizierter macht und auch die ständige Präsenz der amerikanischen Marine, sowohl in Taiwan selbst als auch in Korea des Südens und Japans setzt ein direktes militärisches Engagement voraus, was in Kombination mit mutmaßlichen Sanktionen ein militärisches Vorgehen viel mehr erschweren könnte als für Putin. Das direkte amerikanische Engagement im pazifischen Raum erklärt sich aus der von Obama eingeführten internationalen Doktrin, Südostasien als wichtiger für die Vereinigten Staaten zu beurteilen, gerade in Bezug auf die Kommunikationswege von Waren und aufgrund dessen, was Syrien hat vernachlässigt wurde, eine Abkoppelung vom Nahen Osten und Afghanistan und im Wesentlichen auch von Europa stattgefunden hat, sind jedoch erhebliche Zweifel am wirklichen Konfliktwillen und der Konfliktfähigkeit des amtierenden amerikanischen Präsidenten berechtigt, der dies nicht zu wollen scheint militärische Maßnahmen ergreifen. Wie dem auch sei, Peking wird die amerikanische Reaktion auf die Ukraine eingehend studieren, um Strategien zu entwickeln, die nicht nur die mögliche Invasion Taiwans betreffen, sondern auch die Beziehungen zu den USA selbst, insbesondere in Bezug auf die Dossiers, die am tiefsten hervorgebracht wurden Kontraste zwischen den beiden Ländern. Eine offensichtliche Selbstzufriedenheit der Amerikaner, auch im Hinblick auf Sanktionen gegen Russland, könnte Peking dazu ermächtigen, sich in Handelskämpfen und in den Beziehungen zu anderen europäischen und afrikanischen Staaten, in denen China die Lücke füllen will, zunehmend skrupellos zu verhalten Vereinigte Staaten. Für Washington eine konkrete Warnung, seine Schritte und deren Folgen auf globaler Ebene und nicht nur auf Russland beschränkt zu bewerten.

Sur l'Ukraine, la Chine évalue le comportement des États-Unis, pour l'avenir de Taïwan et les différends commerciaux

 Que l'invasion de l'Ukraine ait eu lieu après la fin des Jeux olympiques chinois n'est pas une coïncidence : Poutine a risqué un échec de l'action en raison de conditions météorologiques défavorables pour les véhicules lourds, afin de tenir la promesse faite au dirigeant chinois et en hommage à l'alliance qui se développe entre les deux pays repose sur des échanges commerciaux, tout d'abord sur la vente de gaz russe aux Chinois, mais surtout sur l'entente politique qui se développe autour du projet d'un nouvel ordre mondial, fondé sur des valeurs alternatives à celles des démocraties occidentales et fondées sur la répression des droits civiques. L'échec des Chinois à condamner l'agression russe, qui est également tenue pour acquise et largement attendue, représente une sorte d'avertissement pour Taïwan, qui a toujours été dans le viseur du gouvernement de Pékin, qui soutient le projet d'une patrie unique. Le moment pourrait être propice à une invasion de l'île, les États occidentaux n'étant pas préparés à l'action de Poutine à laquelle ils n'ont pas substantiellement résisté : ces conditions pourraient également se répéter pour Taïwan, ce que rien ne pourrait, comme rien ne peut le faire à une invasion. par une puissance si manifestement supérieure. Il existe cependant quelques contre-indications pratiques pour la Chine, qui mettent en évidence les différences avec la situation qui se développe en Europe. La première est que l'objectif principal de Pékin continue d'être la croissance économique et que les répercussions économiques d'une invasion réduiraient considérablement le produit intérieur brut chinois, sur la croissance duquel se concentrent les efforts du gouvernement communiste, également en raison de la contraction de la croissance mondiale due à la pandémie. En ce qui concerne la guerre d'Ukraine, Pékin a remplacé la Russie comme premier partenaire commercial de Kiev pour les intérêts de la route de la soie et n'aime certainement pas les développements actuels même si, peut-être estime-t-on qu'avec un gouvernement pro-russe, il pourrait avoir encore plus liberté de mouvement. À propos de Taïwan, certains médias de presse au service de la propagande gouvernementale ont défini l'île comme le Donbass chinois, commençant à préparer une sorte de justification préventive d'une éventuelle invasion militaire. Ce n'est même plus la peine de croire que la Chine n'osera pas attaquer Taïwan pour ne pas entreprendre une action difficile à gérer et aux conséquences difficilement prévisibles, précisément parce qu'on croyait la même chose à propos de Poutine, et il a été démenti de manière sensationnelle. Il est aussi vrai cependant que contrairement à l'Ukraine, il y a déjà des soldats américains à Taïwan, ce qui complique le scénario en cas d'attaque et aussi la présence constante de la marine américaine, tant à Taïwan même qu'en Corée du Sud. le Sud et le Japon présuppose un engagement militaire direct qui, combiné à des sanctions présumées, pourrait compliquer une action militaire beaucoup plus que pour Poutine. Celui d'un engagement américain direct dans l'espace Pacifique s'explique par la doctrine internationale inaugurée par Obama de juger l'Asie du Sud-Est comme plus importante pour les États-Unis, précisément en termes de voies de communication des marchandises et en raison de ce qu'elle est. négligé, il y a eu un désengagement du Moyen-Orient et de l'Afghanistan et sensiblement aussi de l'Europe, mais des doutes substantiels sont légitimes sur la volonté et la capacité réelles à mener un conflit de la part de l'actuel président américain, qui ne semble pas déterminé à mener une action militaire. Quoi qu'il en soit, la réaction américaine sur l'Ukraine sera étudiée en profondeur par Pékin pour entreprendre des stratégies, qui ne concerneront pas seulement l'éventuelle invasion de Taïwan, mais aussi les relations avec les États-Unis eux-mêmes, notamment sur les dossiers qui ont produit les plus profondes contrastes entre les deux pays. Une apparente complaisance des Américains, également du point de vue des sanctions contre la Russie, pourrait autoriser Pékin à se comporter de plus en plus sans scrupules dans les batailles commerciales et dans les relations avec les autres États, tant européens qu'africains, où la Chine vise à combler le vide laissé par la États-Unis. Pour Washington un avertissement concret pour bien évaluer ses mouvements et leurs conséquences au niveau mondial et pas seulement limité à la Russie.

Sobre a Ucrânia, China avalia comportamento dos EUA, para futuro de Taiwan e disputas comerciais

 Que a invasão da Ucrânia tenha ocorrido após o fim dos Jogos Olímpicos da China não foi coincidência: Putin arriscou o fracasso da ação devido às condições climáticas adversas para veículos pesados, a fim de cumprir a promessa feita ao líder chinês e em homenagem a a aliança que se desenvolve entre os dois países com base nas trocas comerciais, em primeiro lugar na venda de gás russo aos chineses, mas sobretudo no entendimento político que se desenvolve em relação ao projeto de uma nova ordem mundial, baseada em valores alternativos aos das democracias ocidentais e baseado na repressão dos direitos civis. O fracasso dos chineses em condenar a agressão russa, que também é tida como certa e amplamente esperada, representa uma espécie de alerta para Taiwan, que sempre esteve na mira do governo de Pequim, que apoia o projeto de uma pátria única. O momento pode ser propício para uma invasão da ilha, com os estados ocidentais despreparados para a ação de Putin à qual não resistiram substancialmente: essas condições também podem se repetir para Taiwan, que nada poderia, como nada de Kiev pode, a uma invasão. por um poder tão manifestamente superior. Existem, no entanto, algumas contra-indicações práticas para a China, que evidenciam as diferenças com a situação que se desenvolve na Europa. A primeira é que o principal objetivo de Pequim continua sendo o crescimento econômico e as repercussões econômicas de uma invasão reduziriam muito o produto interno bruto chinês, em cujo crescimento se concentram os esforços do governo comunista, também devido à contração do o crescimento mundial devido à pandemia. Quanto à guerra ucraniana, Pequim substituiu a Rússia como o primeiro parceiro comercial de Kiev pelo interesse na Rota da Seda e certamente não gosta dos desenvolvimentos atuais, mesmo que, talvez, se calcule que com um governo pró-Rússia, poderia ter ainda mais liberdade de movimento. Sobre Taiwan, alguns meios de comunicação funcionais à propaganda do governo definiram a ilha como o Donbass chinês, começando a preparar uma espécie de justificativa preventiva para uma possível invasão militar. Já não vale a pena acreditar que a China não se atreverá a atacar Taiwan para não empreender uma ação difícil de gerir e com consequências que não são fáceis de prever, precisamente porque o mesmo se pensava de Putin, e tem foi sensacionalmente negado. Também é verdade, porém, que ao contrário da Ucrânia, já existem soldados americanos em Taiwan, o que torna o cenário mais complicado em caso de ataque e também a presença constante da marinha americana, tanto em Taiwan como na Coreia. o Sul e o Japão pressupõem um compromisso militar direto, que, combinado com presumíveis sanções, pode complicar uma ação militar muito mais do que para Putin. A de um compromisso americano direto na área do Pacífico explica-se pela doutrina internacional inaugurada por Obama de julgar o Sudeste Asiático como mais importante para os Estados Unidos, precisamente em termos das formas de comunicação de mercadorias e pelo que é. negligenciado, houve um desengajamento do Oriente Médio e do Afeganistão e substancialmente também da Europa, mas são legítimas dúvidas substanciais sobre a real vontade e capacidade de conduzir um conflito por parte do atual presidente americano, que não parece querer tomar ação militar. Seja como for, a reação norte-americana sobre a Ucrânia será profundamente estudada por Pequim para empreender estratégias, que incidirão não apenas na potencial invasão de Taiwan, mas também nas relações com os próprios EUA, especialmente no que diz respeito aos dossiês que produziram os mais profundos contrastes entre os dois países. Uma aparente complacência dos americanos, também do ponto de vista das sanções contra a Rússia, poderia autorizar Pequim a se comportar cada vez mais sem escrúpulos nas batalhas comerciais e nas relações com outros Estados, europeus e africanos, onde a China pretende preencher o vazio deixado pelo Estados Unidos. Para Washington um alerta concreto para avaliar muito bem seus movimentos e suas consequências em nível global e não apenas limitado à Rússia.

На Украине Китай оценивает поведение США, будущее Тайваня и торговые споры

 То, что вторжение в Украину произошло после окончания китайских Олимпийских игр, неслучайно: Путин рисковал провалом акции из-за неблагоприятных погодных условий для большегрузных автомобилей, чтобы сдержать обещание, данное китайскому лидеру, и в знак уважения к союз, складывающийся между двумя странами на основе коммерческих обменов, в первую очередь по продаже российского газа китайцам, но прежде всего на складывающемся политическом взаимопонимании относительно проекта нового мирового порядка, основанного на альтернативных ценностях к таковым западных демократий и основанный на подавлении гражданских прав. Неспособность китайцев осудить российскую агрессию, которая также считается само собой разумеющейся и ожидаемой многими, является своего рода предупреждением для Тайваня, который всегда был в поле зрения пекинского правительства, поддерживающего проект единой родины. Момент мог быть благоприятным для вторжения на остров, при неподготовленности западных государств к действиям Путина, которым они существенно не сопротивлялись: эти условия могли быть повторены и для Тайваня, который ничего не мог, как ничего не может Киев, к вторжению. силой столь явно превосходящей. Есть, однако, некоторые практические противопоказания для Китая, которые подчеркивают отличия от ситуации, складывающейся в Европе. Во-первых, главной целью Пекина по-прежнему остается экономический рост, а экономические последствия вторжения значительно сократят китайский валовой внутренний продукт, на росте которого сосредоточены усилия коммунистического правительства, в том числе из-за сокращения мировой рост из-за пандемии. Что касается украинской войны, то Пекин заменил Россию в качестве первого торгового партнера Киева из-за интереса к Шелковому пути и, безусловно, не любит нынешние события, даже если, возможно, предполагается, что с пророссийским правительством он мог бы иметь еще больше. Свобода передвижения. Что касается Тайваня, то некоторые средства массовой информации, работающие на правительственную пропаганду, определили остров как китайский Донбасс, начав готовить своего рода превентивное оправдание возможного военного вторжения. Уже не стоит даже верить в то, что Китай не посмеет напасть на Тайвань, чтобы не предпринять акцию, которой трудно управлять и с последствиями, которую нелегко предсказать, именно потому, что то же самое считалось и в отношении Путина, и оно было сенсационно опровергнуто. Правда, правда и то, что в отличие от Украины на Тайване уже есть американские солдаты, что усложняет сценарий в случае нападения, а также постоянное присутствие американского флота, как на самом Тайване, так и в Корее. Юга и Японии предполагает прямое военное обязательство, которое в сочетании с предполагаемыми санкциями может осложнить военную акцию гораздо больше, чем для Путина. Прямые американские обязательства в Тихоокеанском регионе объясняются международной доктриной, провозглашенной Обамой, согласно которой Юго-Восточная Азия считается более важной для Соединенных Штатов именно с точки зрения путей сообщения товаров и из-за того, что она собой представляет. пренебрегали, произошел отход от Ближнего Востока и Афганистана, а в значительной степени и от Европы, однако правомерны существенные сомнения в реальной воле и способности вести конфликт со стороны нынешнего американского президента, который, похоже, не намерен проведение военных действий. Как бы то ни было, американская реакция на Украине будет глубоко изучена Пекином для принятия стратегий, которые будут касаться не только потенциального вторжения на Тайвань, но и отношений с самими США, особенно в отношении досье, которое произвело глубочайшие контрасты между двумя странами. Явное благодушие американцев, в том числе и с точки зрения санкций против России, может позволить Пекину вести себя все более беспринципно в торговых баталиях и в отношениях с другими государствами, как европейскими, так и африканскими, где Китай стремится заполнить пустоту, оставшуюся от Соединенные Штаты. Вашингтону конкретное предупреждение, чтобы он очень хорошо оценивал свои действия и их последствия на глобальном уровне, а не только в России.

關於烏克蘭,中國評估美國的行為,台灣的未來和貿易爭端

 入侵烏克蘭發生在中國奧運會結束後並非巧合:普京冒著因重型車輛惡劣天氣條件而失敗的風險,以履行對中國領導人的承諾,並向中國領導人致敬。兩國在商業交流的基礎上發展的聯盟,首先是關於向中國出售俄羅斯天然氣,但最重要的是基於價值替代的新世界秩序項目正在發展的政治理解西方民主國家的那些,並基於對公民權利的壓制。中國人沒有譴責俄羅斯的侵略,這也是理所當然和普遍預期的,這是對台灣的一種警告,台灣一直在支持單一家園計劃的北京政府眼中。此刻可能有利於入侵該島,而西方國家對普京的行動毫無準備,而他們並沒有實質性地反抗:這些情況也可能在台灣重演,就像基輔一樣,沒有任何東西可以入侵台灣。憑著如此明顯優越的力量。然而,中國存在一些實際禁忌症,這突出了與歐洲正在發展的情況的差異。首先是北京的主要目標仍然是經濟增長,入侵的經濟影響將大大降低中國的國內生產總值,共產黨政府的努力集中在其增長上,也是由於收縮全球因疫情而增長。至於烏克蘭戰爭,北京已經取代俄羅斯成為基輔在絲綢之路上的第一個貿易夥伴,當然不喜歡目前的事態發展,即使估計如果有一個親俄政府,它可能會有更大的影響行動自由。關於台灣,一些負責政府宣傳的新聞媒體將該島定義為中國的頓巴斯,開始為可能的軍事入侵準備某種預防性理由。更不值得相信的是,中國為了不採取難以駕馭、後果難以預料的行動而不敢攻擊台灣,正是因為對普京也有同樣的看法,而且它已經被聳人聽聞的否認了。然而,與烏克蘭不同的是,台灣已經有美國士兵,這使得情況更加複雜,一旦發生襲擊,美國海軍在台灣和韓國的持續存在也是如此。南方和日本以直接的軍事承諾為先決條件,再加上可能的製裁,軍事行動可能比普京更複雜。美國在太平洋地區的直接承諾是由奧巴馬創立的國際學說來解釋的,即認為東南亞對美國更重要,確切地說是在貨物交流的方式方面以及因為它是什麼。被忽視,中東和阿富汗以及歐洲基本上都脫離了接觸,但是對於現任美國總統進行沖突的真實意願和能力存在重大懷疑是合理的,他似乎並不打算採取軍事行動。儘管如此,北京將深入研究美國對烏克蘭的反應以採取戰略,這不僅涉及對台灣的潛在入侵,而且涉及與美國本身的關係,特別是涉及最深層次的檔案兩國的對比。從制裁俄羅斯的角度來看,美國人的明顯自滿可能會授權北京在貿易戰以及與其他國家(包括歐洲和非洲)的關係中表現得越來越肆無忌憚,而中國的目標是填補這些國家的空缺。美國。對於華盛頓來說,這是一個具體的警告,要很好地評估其在全球範圍內的行動及其後果,而不僅限於俄羅斯。

ウクライナでは、中国が米国の行動を評価し、台湾と貿易紛争の将来について

 中国のオリンピック終了後にウクライナの侵略が起こったのは偶然ではなかった。プーチンは、中国の指導者との約束を守り、敬意を表して、大型車両の悪天候のために行動が失敗する危険を冒した。商業交流に基づいて両国間で発展している同盟、まず第一に中国へのロシアのガスの販売に基づいて、しかしとりわけ、代替価値に基づいて、新しい世界秩序のプロジェクトに関して発展している政治的理解に基づいて西側の民主主義者に、そして公民権の抑圧に基づいて。中国がロシアの侵略を非難しなかったことは、当然のことであり、広く期待されていることであり、単一の祖国のプロジェクトを支援する北京政府の視界に常にあった台湾に対する一種の警告を表しています。西側諸国はプーチンの行動に実質的に抵抗する準備ができておらず、この瞬間は島への侵略に好意的である可能性があります。これらの条件は台湾でも繰り返される可能性があります。明らかに優れた力によって。しかし、中国にはいくつかの実際的な禁忌があり、ヨーロッパで発展している状況との違いを浮き彫りにしています。第一に、北京の主な目的は引き続き経済成長であり、侵略の経済的影響は中国の国内総生産を大幅に減少させることであり、その成長に共産党政府の努力が集中している。パンデミックによる世界の成長。ウクライナ戦争に関しては、北京はキエフのシルクロードへの関心の最初の貿易相手国としてロシアに取って代わった。運動の自由。台湾については、政府のプロパガンダに機能する一部の報道機関が、この島を中国のドンバスと定義し、軍事侵略の可能性に対する一種の予防的正当化を準備し始めています。プーチンについても同じことが信じられていたからといって、中国が管理が困難で予測が容易でない結果をもたらす行動をとらないために、あえて台湾を攻撃しないと信じる価値はもはやありません。センセーショナルに否定されました。しかし、ウクライナとは異なり、台湾にはすでにアメリカ兵がいるため、攻撃が発生した場合のシナリオはより複雑になり、台湾自体と韓国の両方にアメリカ海軍が絶えず存在します。南と日本は、直接的な軍事的関与を前提としており、これは、推定される制裁と相まって、プーチンよりもはるかに軍事行動を複雑にする可能性がある。太平洋地域における直接的なアメリカのコミットメントは、オバマが発足した、東南アジアを米国にとってより重要であると判断するという国際的な教義によって説明されています。無視されて、中東とアフガニスタンから、そして実質的にヨーロッパからも離脱がありました、しかし、実質的な疑いは、現在のアメリカの大統領の側で紛争を行う本当の意志と能力について正当です。軍事行動を取る。とはいえ、ウクライナに対するアメリカの反応は、台湾の潜在的な侵略だけでなく、特に最も深いドシエを生み出した米国との関係にも関係する戦略を実行するために、北京によって深く研究されるでしょう。両国の対比。ロシアに対する制裁の観点からも、アメリカ人の明らかな自己満足は、北京が貿易闘争において、そして中国が残された空白を埋めることを目指しているヨーロッパとアフリカの両方の他の州との関係においてますます不謹慎に振る舞うことを許可する可能性がありますアメリカ。ワシントンにとって、ロシアだけでなく世界レベルでその動きとその結果を非常によく評価するための具体的な警告。

فيما يتعلق بأوكرانيا ، تقيم الصين سلوك الولايات المتحدة فيما يتعلق بمستقبل تايوان والنزاعات التجارية

 لم يكن غزو أوكرانيا قد حدث بعد انتهاء الألعاب الأولمبية الصينية من قبيل الصدفة: فقد خاطر بوتين بفشل الإجراء بسبب الظروف الجوية السيئة للمركبات الثقيلة ، من أجل الوفاء بالوعد الذي قطعه للزعيم الصيني وتكريمًا لـ التحالف الذي يتطور بين البلدين على أساس المبادلات التجارية ، أولاً وقبل كل شيء على بيع الغاز الروسي للصينيين ، ولكن قبل كل شيء على التفاهم السياسي الذي يتطور فيما يتعلق بمشروع النظام العالمي الجديد ، على أساس القيم البديلة. للديمقراطيات الغربية والقائمة على قمع الحقوق المدنية. إن فشل الصين في إدانة العدوان الروسي ، الذي يعتبر أيضًا أمرًا مفروغًا منه ومتوقعًا على نطاق واسع ، يمثل نوعًا من التحذير لتايوان ، التي كانت دائمًا في أنظار حكومة بكين ، التي تدعم مشروع وطن واحد. قد تكون هذه اللحظة مناسبة لغزو الجزيرة ، مع عدم استعداد الدول الغربية لإجراءات بوتين التي لم تقاومها بشكل كبير: يمكن أيضًا تكرار هذه الشروط لتايوان ، والتي لا يمكن لأي شيء ، مثل أي شيء يمكن أن تفعله كييف ، أن يقوم بغزو. بقوة متفوقة بشكل واضح. ومع ذلك ، هناك بعض الموانع العملية للصين ، والتي تسلط الضوء على الاختلافات مع الوضع الذي يتطور في أوروبا. الأول هو أن الهدف الرئيسي لبكين لا يزال هو النمو الاقتصادي ، وأن التداعيات الاقتصادية للغزو ستقلل بشكل كبير من الناتج المحلي الإجمالي الصيني ، الذي تتركز جهود الحكومة الشيوعية على نموه ، أيضًا بسبب انكماش الاقتصاد الصيني. النمو العالمي بسبب الوباء. أما بالنسبة للحرب الأوكرانية ، فقد حلت بكين محل روسيا كأول شريك تجاري لكييف من حيث الاهتمام بطريق الحرير وبالتأكيد لا تحب التطورات الحالية حتى لو ، ربما كان من المقدر أنه مع وجود حكومة موالية لروسيا ، يمكن أن يكون لها أكبر حرية الحركة. حول تايوان ، حددت بعض وسائل الإعلام الصحفية العاملة في الدعاية الحكومية الجزيرة على أنها دونباس الصينية ، وبدأت في إعداد نوع من التبرير الوقائي لغزو عسكري محتمل. لم يعد الأمر يستحق حتى الاعتقاد بأن الصين لن تجرؤ على مهاجمة تايوان من أجل عدم القيام بعمل يصعب إدارته وعواقبه ليس من السهل التنبؤ بها ، على وجه التحديد لأن الشيء نفسه كان يعتقد بشأن بوتين ، وقد فعل ذلك. تم رفضه بشكل مثير. ومع ذلك ، فمن الصحيح أيضًا أنه على عكس أوكرانيا ، يوجد بالفعل جنود أمريكيون في تايوان ، مما يجعل السيناريو أكثر تعقيدًا في حالة وقوع هجوم وأيضًا التواجد المستمر للبحرية الأمريكية ، سواء في تايوان نفسها أو في كوريا. يفترض الجنوب واليابان مسبقًا التزامًا عسكريًا مباشرًا ، والذي ، إلى جانب العقوبات المفترضة ، يمكن أن يعقد العمل العسكري أكثر بكثير من بوتين. إن الالتزام الأمريكي المباشر في منطقة المحيط الهادئ يفسره العقيدة الدولية التي أطلقها أوباما والتي تقضي بالحكم على جنوب شرق آسيا على أنها أكثر أهمية بالنسبة للولايات المتحدة ، وبالتحديد من حيث طرق توصيل البضائع وبسبب ماهيتها. سوريا لديها تم إهمالها ، كان هناك فك ارتباط من الشرق الأوسط وأفغانستان وكذلك إلى حد كبير أيضًا من أوروبا ، ولكن الشكوك الجوهرية مشروعة بشأن الإرادة الحقيقية والقدرة على إدارة صراع من جانب الرئيس الأمريكي الحالي ، الذي لا يبدو أنه عازم على القيام بعمل عسكري. مهما كان الأمر ، ستتم دراسة رد الفعل الأمريكي على أوكرانيا بعمق من قبل بكين لاتخاذ استراتيجيات ، والتي لن تتعلق فقط بالغزو المحتمل لتايوان ، ولكن أيضًا بالعلاقات مع الولايات المتحدة نفسها ، خاصة فيما يتعلق بالملفات التي أنتجت أعمق التناقضات بين البلدين. إن الرضا الواضح للأمريكيين ، أيضًا من وجهة نظر العقوبات ضد روسيا ، يمكن أن يسمح لبكين بالتصرف بشكل عديم الضمير بشكل متزايد في المعارك التجارية وفي العلاقات مع الدول الأخرى ، الأوروبية والأفريقية ، حيث تهدف الصين إلى ملء الفراغ المتبقي من الولايات المتحدة الأمريكية. بالنسبة لواشنطن ، تحذير ملموس لتقييم تحركاتها بشكل جيد للغاية ونتائجها على المستوى العالمي وليس مقصورًا على روسيا فقط.

Putin favorito dall'inconsistenza dell'Occidente

 Alla fine i peggiori presagi si sono verificati: Putin ha mantenuto la sua condotta, basata su bugie e menzogne ed ha attaccato militarmente il paese ucraino, potendo contare su di una reazione occidentale, che definire timida è usare una espressione di cautela. Tutti le minacce di ritorsioni si sono rivelate ben poca cosa di fronte alla determinazione del Cremlino, che ha alzato ancora di più il livello delle minacce proprio contro le democrazie occidentali. Le condanne dei leader occidentali sono state parole di circostanza ed hanno rassicurato la Russia con la rassicurazione che alcun soldato occidentale opererà sul suolo ucraino, abbandonando, di fatto, Kiev al suo destino. Si tratta della logica conclusione dell’impegno americano sul fronte europeo, già ridotto a partire da Obama, una scelta legittima, ma che danneggia i principali alleati degli Stati Uniti, forse sul breve ma sicuramente nel medio periodo ed inficia la stessa leadership americana, non solo politica ma anche economica. La Russia ha agito in questa maniera perché non vuole l’Alleanza Atlantica sui suoi confini, ma conquistando l’Ucraina i confini si spostano fino alla Polonia ed ai paesi baltici, dove la presenza militare occidentale è ormai radicata. Il Cremlino sopporterà questa presenza o non la tollererà, come, peraltro Putin ha fatto capire più volte? Difendere materialmente l’Ucraina con una presenza preventiva dell’Alleanza Atlantica, dopo averla accolta al suo interno, poteva essere una azione di dissuasione, che poteva permettere negoziati in grado di trovare una convergenza, anche se basata probabilmente su di una sorta di equilibrio del terrore. Al contrario si è voluto scegliere la strada della cautela, che ha sconfinato nella pavidità e nella tutela degli interessi commerciali dell’Europa, che non ha mai voluto impegnarsi in una difesa attiva di sé stessa. Gli Stati Uniti, dopo l’errore enorme dell’Afghanistan, ripetono lo sbaglio di lasciare il campo ad avversari più agguerriti e determinati, scegliendo un disimpegno i cui effetti negativi si vedranno del tutto sul lungo periodo. Biden cancella tutte le impressioni positive che lo accompagnavano alla sua elezione e ripete, sebbene nei comportamenti in maniera più discreta, tutti gli insuccessi in politica estera del suo predecessore e passerà alla storia come uno dei peggiori presidenti americani, proprio al pari di Trump. Questo andamento viene da lontano ed è cominciato fin da Obama, ma un punto così basso, costituito dalla somma del caso afghano con quello ucraino, non era mai stato toccato dalla prima superpotenza mondiale. Il comportamento americano ha lasciato impreparata l’Europa e ciò non doveva accadere, ancora senza una politica estera ed una difesa comune, divisa al suo interno da stati non consoni di essere stati inclusi dentro l’Unione e divisa da interessi commerciali contrastanti tra i suoi membri; tra l’altro uno degli obiettivi collaterali di Putin, perseguiti con la guerra ucraina è proprio quello di aumentare le divisioni europee e contribuire alla creazione immediata di nuovi problemi tra gli stati membri, il primo dei quali sarà alimentato dal flusso crescente dei profughi provenienti dall’Ucraina. La Gran Bretagna, se possibile si è comportata ancora peggio, il premier inglese sembrava che volesse procedere a sanzioni oltremodo pesanti contro la Russia, ma poi ha deciso per una serie di misure che non colpiscono gli oligarchi presenti sul suo territorio perché portatori di ingente liquidità nell’economica britannica. Ora Putin ha ottenuto una vittoria prima di tutto politica, mettendo in mostra l’inconsistenza dell’Occidente, che potrebbe autorizzarlo verso obiettivi più elevati dell’Ucraina e non per niente il timore nelle repubbliche Baltiche ed in Polonia si è alzato di molto: le sanzioni elaborate colpiscono solo il 70% dell’economia russa e non la sua potenza militare e le minacce contro eventuali interventi al fianco di Kiev, sembra che hanno avuto gli effetti desiderati dal Cremlino   ed hanno evidenziato come il problema è certamente prima di tutto geopolitico ma immediatamente dopo investe i valori democratici, la sovranità degli stati, l’autodeterminazione dei popoli ed il rispetto del diritto internazionale, base minima di convivenza tra le nazioni. L’impegno per questi valori deve essere diretto e la loro difesa deve riguardare tutti gli stati che si fondano su di essi, per non incorrere loro stessi nella perdita di queste prerogative. Il contrario significherebbe tornare nella dittatura e nella negazione della democrazia, come sta accadendo all’Ucraina.

Putin favored by the inconsistency of the West

 In the end, the worst omens occurred: Putin maintained his conduct, based on lies and lies and militarily attacked the Ukrainian country, relying on a Western reaction, which to define timid is to use an expression of caution. All the threats of retaliation have turned out to be very little in the face of the determination of the Kremlin, which has raised the level of threats even more against Western democracies. The condemnations of Western leaders were words of circumstance and reassured Russia with the reassurance that no Western soldier will operate on Ukrainian soil, effectively abandoning Kiev to his fate. This is the logical conclusion of the American commitment on the European front, already reduced since Obama, a legitimate choice, but one that damages the main allies of the United States, perhaps in the short but certainly in the medium term and undermines the American leadership itself, not only political but also economic. Russia has acted in this way because it does not want the Atlantic Alliance on its borders, but by conquering Ukraine the borders move as far as Poland and the Baltic countries, where the Western military presence is now rooted. Will the Kremlin tolerate this presence or will it not tolerate it, as Putin has made it clear several times? Physically defending Ukraine with a preventive presence of the Atlantic Alliance, after having welcomed it within it, could have been a deterrent action, which could have allowed negotiations capable of finding a convergence, even if probably based on a sort of balance of the terror. On the contrary, we wanted to choose the path of caution, which bordered on the timidity and protection of the commercial interests of Europe, which never wanted to engage in an active defense of itself. The United States, after the enormous mistake of Afghanistan, is repeating the mistake of leaving the field to more aggressive and determined opponents, choosing a disengagement whose negative effects will be seen entirely in the long term. Biden erases all the positive impressions that accompanied him to his election and repeats, albeit in a more discreet manner, all the failures in foreign policy of his predecessor and will go down in history as one of the worst American presidents, just like Trump. This trend comes from afar and began with Obama, but such a low point, consisting of the sum of the Afghan case with the Ukrainian one, had never been touched by the first world superpower. American behavior has left Europe unprepared and this should not have happened, still without a foreign policy and a common defense, divided internally by states not consonant with having been included within the Union and divided by conflicting commercial interests among its members; among other things, one of Putin's collateral objectives pursued with the Ukrainian war is precisely that of increasing European divisions and contributing to the immediate creation of new problems among member states, the first of which will be fueled by the growing flow of refugees from 'Ukraine. Great Britain, if possible, has behaved even worse, the British premier seemed to want to proceed with extremely heavy sanctions against Russia, but then he decided on a series of measures that do not affect the oligarchs present on his territory because they carry huge liquidity in the British economy. Now Putin has achieved a victory above all political, showing the inconsistency of the West, which could authorize him towards higher goals than Ukraine and not for nothing the fear in the Baltic republics and in Poland has risen a lot: the elaborate sanctions affect only 70% of the Russian economy and not its military power and threats against possible interventions on the side of Kiev, it seems that they have had the desired effects by the Kremlin and have highlighted how the problem is certainly first of all geopolitical but immediately thereafter it invests democratic values, the sovereignty of states, the self-determination of peoples and respect for international law, the minimum basis for coexistence between nations. The commitment to these values ​​must be direct and their defense must concern all the states that are based on them, in order not to incur the loss of these prerogatives themselves. The opposite would mean returning to dictatorship and the denial of democracy, as is happening in Ukraine.

Putin favorecido por la incoherencia de Occidente

 Al final, se produjeron los peores presagios: Putin mantuvo su conducta, basada en mentiras y mentiras y atacó militarmente al país ucraniano, apoyándose en una reacción occidental, que definir tímida es usar una expresión de cautela. Todas las amenazas de represalias han resultado ser poquísimas ante la determinación del Kremlin, que ha elevado aún más el nivel de las amenazas contra las democracias occidentales. Las condenas de los líderes occidentales fueron palabras de circunstancia y tranquilizaron a Rusia con la garantía de que ningún soldado occidental operará en suelo ucraniano, abandonando efectivamente a Kiev a su suerte. Esta es la conclusión lógica del compromiso estadounidense en el frente europeo, ya reducido desde Obama, una elección legítima, pero que daña a los principales aliados de Estados Unidos, quizás a corto pero ciertamente a medio plazo y socava el liderazgo estadounidense. mismo, no sólo político sino también económico. Rusia ha actuado de esta manera porque no quiere a la Alianza Atlántica en sus fronteras, pero al conquistar Ucrania las fronteras se desplazan hasta Polonia y los países bálticos, donde ahora está arraigada la presencia militar occidental. ¿Tolerará el Kremlin esta presencia o no la tolerará, como ha dejado claro Putin en varias ocasiones? Defender físicamente a Ucrania con una presencia preventiva de la Alianza Atlántica, después de haberla acogido en su seno, podría haber sido una acción disuasoria, que hubiera permitido negociaciones capaces de encontrar una convergencia, aunque probablemente basadas en una suerte de equilibrio del terror. Por el contrario, hemos querido elegir el camino de la cautela, que roza la timidez y la protección de los intereses comerciales de Europa, que nunca ha querido dedicarse a una defensa activa de sí misma. Estados Unidos, tras el enorme error de Afganistán, repite el error de dejar el campo a adversarios más agresivos y decididos, optando por una retirada cuyos efectos negativos se verán totalmente a largo plazo. Biden borra todas las impresiones positivas que lo acompañaron a su elección y repite, aunque de manera más discreta, todos los fracasos en política exterior de su antecesor y pasará a la historia como uno de los peores presidentes estadounidenses, al igual que Trump. Esta tendencia viene de lejos y empezó con Obama, pero ese punto bajo, consistente en la suma del caso afgano con el ucraniano, nunca había sido tocado por la primera superpotencia mundial. El comportamiento americano ha dejado a Europa desprevenida y esto no debería haber ocurrido, aún sin una política exterior y una defensa común, dividida internamente por estados no cónsonos con haber sido incluidos dentro de la Unión y dividida por intereses comerciales contrapuestos entre sus miembros; entre otras cosas, uno de los objetivos colaterales que Putin persigue con la guerra de Ucrania es precisamente el de aumentar las divisiones europeas y contribuir a la creación inmediata de nuevos problemas entre los estados miembros, el primero de los cuales se verá alimentado por el creciente flujo de refugiados de 'Ucrania . Gran Bretaña, si cabe, se ha comportado aún peor, el primer ministro británico parecía querer proceder con durísimas sanciones contra Rusia, pero luego se decidió por una serie de medidas que no afectan a los oligarcas presentes en su territorio porque conllevan una enorme liquidez. en la economía británica. Ahora Putin ha conseguido una victoria sobre todo política, mostrando la incoherencia de Occidente, que podría autorizarle hacia objetivos superiores a Ucrania y no en vano ha subido mucho el miedo en las repúblicas bálticas y en Polonia: las elaboradas sanciones afectan sólo a 70 % de la economía rusa y no su poder militar y las amenazas contra posibles intervenciones del lado de Kiev, parece que han tenido los efectos deseados por el Kremlin y han puesto de manifiesto cómo el problema es ciertamente ante todo geopolítico pero inmediatamente después invierte los valores democráticos, la soberanía de los estados, la autodeterminación de los pueblos y el respeto al derecho internacional, base mínima para la convivencia entre las naciones. El compromiso con estos valores debe ser directo y su defensa debe preocupar a todos los estados que se basan en ellos, para no incurrir en la pérdida de estas prerrogativas. Lo contrario supondría volver a la dictadura y la negación de la democracia, como está ocurriendo en Ucrania.

Putin begünstigt durch die Widersprüchlichkeit des Westens

 Am Ende traten die schlimmsten Vorzeichen ein: Putin behielt sein Verhalten bei, basierend auf Lügen und Lügen, und griff das ukrainische Land militärisch an, wobei er sich auf eine westliche Reaktion stützte, was ängstlich zu definieren ein Ausdruck der Vorsicht ist. All die Drohungen mit Vergeltungsmaßnahmen haben sich angesichts der Entschlossenheit des Kremls als sehr gering herausgestellt, was die Drohungen gegen westliche Demokratien noch weiter erhöht hat. Die Verurteilungen westlicher Führer waren Worte der Umstände und beruhigten Russland mit der Zusicherung, dass kein westlicher Soldat auf ukrainischem Boden operieren werde, wodurch Kiew praktisch seinem Schicksal überlassen würde. Dies ist die logische Schlussfolgerung des amerikanischen Engagements an der europäischen Front, das bereits seit Obama reduziert wurde, eine legitime Wahl, die aber den wichtigsten Verbündeten der Vereinigten Staaten vielleicht kurz, aber sicher mittelfristig schadet und die amerikanische Führung untergräbt selbst, nicht nur politisch, sondern auch wirtschaftlich. Russland hat so gehandelt, weil es das Atlantische Bündnis nicht an seinen Grenzen haben will, aber durch die Eroberung der Ukraine verschieben sich die Grenzen bis nach Polen und in die baltischen Länder, wo die westliche Militärpräsenz jetzt verwurzelt ist. Wird der Kreml diese Präsenz tolerieren oder nicht, wie Putin mehrfach deutlich gemacht hat? Die physische Verteidigung der Ukraine mit einer präventiven Präsenz des Atlantischen Bündnisses, nachdem es in ihr aufgenommen wurde, hätte eine abschreckende Maßnahme sein können, die Verhandlungen ermöglicht hätte, die eine Konvergenz finden könnten, selbst wenn sie wahrscheinlich auf einer Art Gleichgewicht des Terrors basierten. Im Gegenteil, wir wollten den Weg der Vorsicht wählen, der an die Schüchternheit und den Schutz der Handelsinteressen Europas grenzt, das sich nie aktiv verteidigen wollte. Die Vereinigten Staaten wiederholen nach dem enormen Fehler Afghanistans den Fehler, das Feld aggressiveren und entschlosseneren Gegnern zu überlassen und sich für einen Rückzug zu entscheiden, dessen negative Auswirkungen sich ausschließlich auf lange Sicht zeigen werden. Biden löscht alle positiven Eindrücke, die ihn zu seiner Wahl begleiteten, und wiederholt, wenn auch dezenter, alle außenpolitischen Versäumnisse seines Vorgängers und wird wie Trump als einer der schlechtesten amerikanischen Präsidenten in die Geschichte eingehen. Dieser Trend kommt von weit her und begann mit Obama, aber ein solcher Tiefpunkt, bestehend aus der Summe des afghanischen Falls mit dem ukrainischen, war von der ersten Weltsupermacht noch nie berührt worden. Das amerikanische Verhalten hat Europa unvorbereitet gelassen, und dies hätte nicht geschehen dürfen, immer noch ohne eine Außenpolitik und eine gemeinsame Verteidigung, intern gespalten durch Staaten, die nicht damit einverstanden waren, in die Union aufgenommen zu werden, und geteilt durch widersprüchliche Handelsinteressen unter ihren Mitgliedern; unter anderem ist eines von Putins nebensächlichen Zielen, die er mit dem Ukrainekrieg verfolgt, genau das, die europäischen Spaltungen zu verstärken und zur unmittelbaren Schaffung neuer Probleme zwischen den Mitgliedsstaaten beizutragen, von denen das erste durch den wachsenden Flüchtlingsstrom aus der Ukraine angeheizt wird . Großbritannien hat sich, wenn möglich, noch schlimmer verhalten, der britische Premierminister schien mit extrem schweren Sanktionen gegen Russland fortfahren zu wollen, aber dann entschied er sich für eine Reihe von Maßnahmen, die die auf seinem Territorium anwesenden Oligarchen nicht betreffen, weil sie enorme Liquidität tragen in der britischen Wirtschaft. Jetzt hat Putin einen vor allem politischen Sieg errungen, der die Widersprüchlichkeit des Westens zeigt, der ihn zu höheren Zielen als der Ukraine berechtigen könnte, und nicht umsonst ist die Angst in den baltischen Republiken und in Polen stark gestiegen: Die aufwendigen Sanktionen betreffen nur 70 % der russischen Wirtschaft und nicht ihrer Militärmacht und Drohungen gegen mögliche Interventionen seitens Kiews, scheinen sie die gewünschten Auswirkungen des Kremls gehabt zu haben und haben deutlich gemacht, dass das Problem sicherlich zunächst geopolitisch ist, aber unmittelbar danach investiert demokratische Werte, die Souveränität der Staaten, die Selbstbestimmung der Völker und die Achtung des Völkerrechts, die Mindestgrundlage für das Zusammenleben der Nationen. Das Bekenntnis zu diesen Werten muss direkt sein und ihre Verteidigung muss alle Staaten betreffen, die sich darauf stützen, um nicht selbst den Verlust dieser Vorrechte zu erleiden. Das Gegenteil würde eine Rückkehr zur Diktatur und die Verleugnung der Demokratie bedeuten, wie es in der Ukraine geschieht.

Poutine favorisé par l'incohérence de l'Occident

 Au final, les pires présages se sont produits : Poutine a maintenu sa conduite, basée sur le mensonge et le mensonge et a attaqué militairement le pays ukrainien, s'appuyant sur une réaction occidentale, qui définir timide revient à user de prudence. Toutes les menaces de représailles se sont révélées bien peu face à la détermination du Kremlin, qui a encore élevé le niveau des menaces contre les démocraties occidentales. Les condamnations des dirigeants occidentaux étaient des paroles de circonstance et ont rassuré la Russie avec l'assurance qu'aucun soldat occidental n'opérera sur le sol ukrainien, abandonnant de fait Kiev à son sort. C'est la conclusion logique de l'engagement américain sur le front européen, déjà réduit depuis Obama, un choix légitime, mais qui nuit aux principaux alliés des États-Unis, peut-être à court mais certainement à moyen terme et sape le leadership américain elle-même, non seulement politique mais aussi économique. La Russie a agi ainsi parce qu'elle ne veut pas de l'Alliance atlantique à ses frontières, mais en conquérant l'Ukraine, les frontières se déplacent jusqu'à la Pologne et les pays baltes, où la présence militaire occidentale est désormais enracinée. Le Kremlin tolérera-t-il cette présence ou ne la tolérera-t-il pas, comme Poutine l'a précisé à plusieurs reprises ? Défendre physiquement l'Ukraine avec une présence préventive de l'Alliance atlantique, après l'avoir accueillie en son sein, aurait pu être une action dissuasive, qui aurait pu permettre des négociations capables de trouver une convergence, même si probablement basées sur une sorte d'équilibre de la terreur. Au contraire, nous avons voulu choisir la voie de la prudence, qui confine à la timidité et à la protection des intérêts commerciaux de l'Europe, qui n'a jamais voulu s'engager dans une défense active d'elle-même. Les États-Unis, après l'énorme erreur de l'Afghanistan, réitèrent l'erreur de laisser le terrain à des adversaires plus agressifs et déterminés, choisissant un désengagement dont les effets négatifs ne se feront sentir qu'à long terme. Biden efface toutes les impressions positives qui l'ont accompagné à son élection et répète, bien que de manière plus discrète, tous les échecs de la politique étrangère de son prédécesseur et restera dans l'histoire comme l'un des pires présidents américains, tout comme Trump. Cette tendance vient de loin et a commencé avec Obama, mais un point aussi bas, constitué de la somme du cas afghan avec celui de l'Ukraine, n'avait jamais été touché par la première superpuissance mondiale. Le comportement américain a laissé l'Europe au dépourvu et cela n'aurait pas dû se produire, toujours sans politique étrangère et de défense commune, divisée intérieurement par des États non conformes à l'inclusion dans l'Union et divisée par des intérêts commerciaux conflictuels entre ses membres ; entre autres, l'un des objectifs collatéraux poursuivis par Poutine avec la guerre d'Ukraine est précisément d'accroître les divisions européennes et de contribuer à la création immédiate de nouveaux problèmes entre les États membres, dont le premier sera alimenté par le flux croissant de réfugiés d'Ukraine . La Grande-Bretagne, si possible, s'est comportée encore pire, le Premier ministre britannique semblait vouloir procéder à des sanctions extrêmement lourdes contre la Russie, mais il a ensuite décidé d'une série de mesures qui n'affectent pas les oligarques présents sur son territoire car ils transportent d'énormes liquidités dans l'économie britannique. Maintenant, Poutine a remporté une victoire avant tout politique, montrant l'incohérence de l'Occident, qui pourrait l'autoriser à atteindre des objectifs plus élevés que l'Ukraine et ce n'est pas pour rien que la peur dans les républiques baltes et en Pologne a beaucoup augmenté : les sanctions élaborées ne touchent que 70 % de l'économie russe et non de sa puissance militaire et des menaces contre d'éventuelles interventions du côté de Kiev, il semblerait qu'elles aient eu les effets escomptés par le Kremlin et aient mis en évidence à quel point le problème est certes d'abord géopolitique mais aussitôt après il investit les valeurs démocratiques, la souveraineté des États, l'autodétermination des peuples et le respect du droit international, base minimale de la coexistence entre les nations. L'adhésion à ces valeurs doit être directe et leur défense doit concerner tous les États qui s'y appuient, afin de ne pas encourir eux-mêmes la perte de ces prérogatives. Le contraire signifierait un retour à la dictature et au déni de démocratie, comme c'est le cas en Ukraine.

Putin favorecido pela inconsistência do Ocidente

 No final, os piores presságios ocorreram: Putin manteve sua conduta, baseada em mentiras e mentiras e atacou militarmente o país ucraniano, contando com uma reação ocidental, que definir tímido é usar uma expressão de cautela. Todas as ameaças de retaliação se revelaram muito pequenas diante da determinação do Kremlin, que elevou ainda mais o nível de ameaças contra as democracias ocidentais. As condenações dos líderes ocidentais foram palavras de circunstância e tranquilizaram a Rússia com a garantia de que nenhum soldado ocidental operará em solo ucraniano, abandonando efetivamente Kiev à sua sorte. Esta é a conclusão lógica do compromisso americano na frente europeia, já reduzido desde Obama, uma escolha legítima, mas que prejudica os principais aliados dos Estados Unidos, talvez a curto, mas certamente a médio prazo e mina a liderança americana em si, não apenas política, mas também econômica. A Rússia agiu assim porque não quer a Aliança Atlântica nas suas fronteiras, mas ao conquistar a Ucrânia as fronteiras avançam até à Polónia e aos países bálticos, onde a presença militar ocidental está agora enraizada. O Kremlin vai tolerar essa presença ou não vai tolerá-la, como Putin deixou claro várias vezes? Defender fisicamente a Ucrânia com a presença preventiva da Aliança Atlântica, depois de tê-la acolhido dentro dela, poderia ter sido uma ação dissuasiva, que poderia ter permitido negociações capazes de encontrar uma convergência, ainda que provavelmente baseada em uma espécie de equilíbrio do terror. Ao contrário, quisemos escolher o caminho da cautela, que beirava a timidez e a proteção dos interesses comerciais da Europa, que nunca quis se engajar em uma defesa ativa de si mesma. Os Estados Unidos, após o enorme erro do Afeganistão, estão repetindo o erro de deixar o campo para adversários mais agressivos e determinados, optando por um desengajamento cujos efeitos negativos serão vistos inteiramente no longo prazo. Biden apaga todas as impressões positivas que o acompanharam até sua eleição e repete, ainda que de forma mais discreta, todos os fracassos na política externa de seu antecessor e ficará para a história como um dos piores presidentes americanos, assim como Trump. Essa tendência vem de longe e começou com Obama, mas um ponto tão baixo, que consiste na soma do caso afegão com o ucraniano, nunca havia sido tocado pela primeira superpotência mundial. O comportamento americano deixou a Europa despreparada e isso não deveria ter acontecido, ainda sem uma política externa e uma defesa comum, dividida internamente por Estados não condizentes com a inclusão na União e dividida por interesses comerciais conflitantes entre seus membros; entre outras coisas, um dos objetivos colaterais de Putin perseguidos com a guerra ucraniana é precisamente o de aumentar as divisões europeias e contribuir para a criação imediata de novos problemas entre os estados membros, o primeiro dos quais será alimentado pelo crescente fluxo de refugiados da 'Ucrânia . A Grã-Bretanha, se possível, se comportou ainda pior, o primeiro-ministro britânico parecia querer prosseguir com sanções extremamente pesadas contra a Rússia, mas depois decidiu uma série de medidas que não afetam os oligarcas presentes em seu território porque carregam enorme liquidez na economia britânica. Agora Putin alcançou uma vitória acima de tudo política, mostrando a inconsistência do Ocidente, que poderia autorizá-lo para objetivos mais altos do que a Ucrânia e não à toa o medo nas repúblicas bálticas e na Polônia aumentou muito: as sanções elaboradas afetam apenas 70 % da economia russa e não seu poder militar e ameaças contra possíveis intervenções do lado de Kiev, parece que eles tiveram os efeitos desejados pelo Kremlin e destacaram como o problema é certamente antes de tudo geopolítico, mas imediatamente depois investe valores democráticos, a soberania dos Estados, a autodeterminação dos povos e o respeito ao direito internacional, a base mínima para a convivência entre as nações. O compromisso com esses valores deve ser direto e sua defesa deve dizer respeito a todos os estados que neles se baseiam, para não incorrer na perda dessas próprias prerrogativas. O contrário significaria o retorno à ditadura e a negação da democracia, como está acontecendo na Ucrânia.

Путин благосклонен к непоследовательности Запада

 В конце концов, произошли худшие предзнаменования: Путин сохранил свое поведение, основанное на лжи и лжи, и напал на украинскую страну с военной точки зрения, полагаясь на реакцию Запада, которую определить как робкую, значит проявить осторожность. Все угрозы возмездия оказались очень незначительными перед лицом решимости Кремля, еще более поднявшего уровень угроз в отношении западных демократий. Осуждение западных лидеров было словами обстоятельств и успокоило Россию заверениями в том, что ни один западный солдат не будет действовать на украинской земле, фактически бросив Киев на произвол судьбы. Это логическое завершение американских обязательств на европейском фронте, уже уменьшенных после Обамы, законный выбор, но такой, который наносит ущерб главным союзникам Соединенных Штатов, возможно, в краткосрочной, но определенно в среднесрочной перспективе, и подрывает американское лидерство. сама по себе не только политическая, но и экономическая. Россия поступила таким образом, потому что она не хочет, чтобы Атлантический альянс был на ее границах, но, завоевав Украину, границы отодвигаются до Польши и стран Балтии, где сейчас укоренилось западное военное присутствие. Потерпит ли Кремль это присутствие или не потерпит, как неоднократно давал понять Путин? Физическая защита Украины с превентивным присутствием Атлантического альянса, после того, как он приветствовал его в своем составе, могла бы стать сдерживающей акцией, которая могла бы позволить переговорам привести к сближению позиций, даже если, вероятно, на основе своего рода баланса террора. Наоборот, мы хотели избрать путь осторожности, граничащий с робостью и защитой коммерческих интересов Европы, никогда не желавшей заниматься активной самозащитой. Соединенные Штаты после огромной ошибки в Афганистане повторяют ошибку, предоставив поле боя более агрессивным и решительным противникам, выбрав размежевание, негативные последствия которого будут видны исключительно в долгосрочной перспективе. Байден стирает все положительные впечатления, сопровождавшие его до избрания, и повторяет, хотя и в более сдержанной манере, все провалы во внешней политике своего предшественника и войдет в историю как один из худших американских президентов, как и Трамп. Эта тенденция идет издалека и началась с Обамы, но такой низкой точки, состоящей из суммы афганского случая с украинским, первая мировая сверхдержава еще не касалась. Американское поведение оставило Европу неподготовленной, и этого не должно было произойти, все еще без внешней политики и общей защиты, разделенной внутри государствами, не согласными с тем, что они были включены в Союз, и разделенными конфликтующими коммерческими интересами между его членами; Среди прочего, одна из побочных целей Путина, преследуемых войной на Украине, как раз и состоит в том, чтобы усилить европейские разногласия и способствовать немедленному созданию новых проблем между государствами-членами, первая из которых будет подпитываться растущим потоком беженцев из «Украины». . Великобритания, если возможно, повела себя еще хуже, британский премьер вроде бы хотел приступить к чрезвычайно жестким санкциям против России, но потом решился на ряд мер, которые не затрагивают присутствующих на его территории олигархов, потому что они несут огромную ликвидность. в британской экономике. Теперь Путин одержал победу прежде всего политическую, показав несостоятельность Запада, который мог бы уполномочить его на более высокие цели, чем Украина, и не зря страх в прибалтийских республиках и в Польше сильно возрос: продуманные санкции затрагивают только 70 % экономики России а не ее военная мощь и угрозы возможных интервенций на стороне Киева, кажется, они возымели желаемый Кремлем эффект и высветили как проблема конечно в первую очередь геополитическая но сразу после этого вкладывает демократические ценности, суверенитет государств, самоопределение народов и соблюдение международного права, минимальная основа для сосуществования наций. Приверженность этим ценностям должна быть прямой, и их защита должна касаться всех государств, которые на них основаны, чтобы не понести потери самих этих прерогатив. Обратное означало бы возврат к диктатуре и отказ от демократии, как это происходит на Украине.

普京受西方矛盾的青睞

 最終,最壞的預兆出現了:普京維持自己的行為,基於謊言和謊言,對烏克蘭國家進行軍事攻擊,依靠西方的反應,定義膽怯就是使用謹慎的表達。面對克里姆林宮的決心,所有的報復威脅都變得微不足道,而克里姆林宮的決心甚至進一步提高了對西方民主國家的威脅程度。西方領導人的譴責是環境的話語,並向俄羅斯保證,沒有西方士兵將在烏克蘭土地上行動,實際上將基輔放棄了它的命運。這是美國在歐洲戰線上的承諾的合乎邏輯的結論,自奧巴馬以來已經減少,這是一個合法的選擇,但會損害美國的主要盟友,可能在短期內但肯定在中期,並破壞美國的領導地位本身,不僅是政治上的,也是經濟上的。俄羅斯這樣做是因為它不希望大西洋聯盟在其邊界上,但通過征服烏克蘭,邊界一直延伸到波蘭和波羅的海國家,西方軍事存在現在紮根於這些國家。克里姆林宮會容忍這種存在還是不會容忍,正如普京多次明確表示的那樣?在受到大西洋聯盟的歡迎之後,以預防性存在的方式保衛烏克蘭,這可能是一種威懾行動,這可能使談判能夠找到趨同,即使可能基於某種恐怖平衡。相反,我們想選擇謹慎的道路,這條道路接近於對歐洲商業利益的膽怯和保護,而歐洲從來不想主動為自己辯護。在阿富汗犯下巨大錯誤之後,美國正在重複將戰場留給更具侵略性和堅定的對手的錯誤,選擇脫離接觸,其負面影響將在長期內完全顯現。拜登抹去了伴隨他當選的所有積極印象,並以更謹慎的方式重複了他的前任在外交政策上的所有失敗,並將作為最糟糕的美國總統之一載入史冊,就像特朗普一樣。這種趨勢是遠道而來的,始於奧巴馬,但如此低的點,包括阿富汗與烏克蘭的事件之和,從未被世界第一超級大國觸及過。美國的行為讓歐洲措手不及,這不應該發生,仍然沒有外交政策和共同防禦,內部因不符合被納入歐盟的國家而分裂,並因其成員之間相互衝突的商業利益而分裂;除其他外,普京在烏克蘭戰爭中追求的附帶目標之一正是增加歐洲分裂並促成成員國之間立即產生新問題,其中第一個問題將由來自“烏克蘭”的難民不斷增長的流動推動。 .英國,如果可能的話,表現得更糟,英國首相似乎想對俄羅斯進行極其嚴厲的製裁,但隨後他決定採取一系列措施,這些措施不會影響其領土上的寡頭,因為它們攜帶著巨大的流動性在英國經濟中。現在普京取得了高於一切政治的勝利,這表明了西方的不一致,這可能使他朝著比烏克蘭更高的目標前進,而且波羅的海共和國和波蘭的恐懼已經上升了很多:精心製定的製裁只影響 70 % 的俄羅斯經濟,而不是其軍事力量和對基輔方面可能干預的威脅,似乎它們已經達到了克里姆林宮所期望的效果,並強調了這個問題首先是地緣政治問題,但隨後它立即投資民主價值觀、國家主權、人民自決和尊重國際法,是國家間共存的最低基礎。對這些價值觀的承諾必須是直接的,它們的辯護必須涉及所有基於它們的國家,以免失去這些特權本身。反之則意味著回歸獨裁和否認民主,就像在烏克蘭發生的那樣。

西側の矛盾に支持されたプーチン

 結局、最悪の兆候が起こった:プーチンは嘘と嘘に基づいて彼の行動を維持し、臆病を定義するために注意の表現を使用することである西洋の反応に依存して、ウクライナの国を軍事的に攻撃した。西側の民主主義に対する脅威のレベルをさらに高めたクレムリンの決意に直面して、報復のすべての脅威は非常に少ないことが判明しました。西側の指導者の非難は状況の言葉であり、西側の兵士がウクライナの土地で活動することはなく、キエフをその運命に事実上放棄するという安心感でロシアを安心させた。これは、ヨーロッパの前線でのアメリカのコミットメントの論理的な結論であり、正当な選択であるオバマ以来すでに減少していますが、おそらく短期的には確実に中期的には米国の主要な同盟国に損害を与え、アメリカのリーダーシップを損なうものですそれ自体、政治的だけでなく経済的でもあります。ロシアは、国境に大西洋同盟を望んでいないため、このように行動しましたが、ウクライナを征服することにより、国境は、現在西側の軍事的存在が根付いているポーランドとバルト諸国まで移動します。プーチンが何度か明らかにしたように、クレムリンはこの存在を容認するのでしょうか、それとも容認しないのでしょうか?大西洋同盟の予防的存在でウクライナを物理的に守ることは、ウクライナを歓迎した後、抑止行動であった可能性があり、恐らくテロのバランスに基づいていたとしても、収束を見つけることができる交渉を可能にする可能性があります。それどころか、私たちは、積極的な防衛に従事することを決して望んでいなかったヨーロッパの商業的利益の臆病さと保護に隣接する注意の道を選びたかったのです。米国は、アフガニスタンの大きな過ちの後、より攻撃的で断固とした敵にフィールドを離れるという過ちを繰り返し、長期的には悪影響が完全に見られる離脱を選択しています。バイデンは彼の選挙に伴うすべての肯定的な印象を消し去り、前任者の外交政策の失敗をより慎重に繰り返しますが、トランプのように最悪のアメリカ大統領の一人として歴史に残るでしょう。この傾向は遠くから来て、オバマから始まりました、しかし、アフガニスタンの事件とウクライナの事件の合計からなるそのような低い点は、最初の世界の超大国によって触れられたことがありませんでした。アメリカの行動はヨーロッパを準備ができていないままにしました、そしてこれはまだ外交政策と共通の防衛がなければ、連合に含まれたことに同意しない州によって内部的に分割され、そのメンバー間の対立する商業的利益によって分割されて、起こるべきではありませんでした。とりわけ、ウクライナ戦争で追求されたプーチンの付随的な目的の1つは、まさにヨーロッパの分裂を増やし、加盟国間の新たな問題の即時の創出に貢献することであり、その最初の目的は、ウクライナからの難民の増加する流れによって促進されるでしょう。 。英国は、可能であればさらに悪い行動をとり、英国首相はロシアに対して非常に厳しい制裁を進めたいと考えていたようですが、その後、彼は自分の領土に存在するオリガルヒに影響を与えない一連の措置を決定しました。英国経済で。現在、プーチンは何よりも政治的な勝利を収めており、西側の矛盾を示しています。これは、ウクライナよりも高い目標に向けて彼を承認する可能性があり、バルト諸国とポーランドでの恐れが大きく高まっています。精巧な制裁は70にしか影響しません。ロシア経済の%であり、その軍事力とキエフ側の可能な介入に対する脅威ではなく、それらはクレムリンによって望ましい効果をもたらし、問題が確かにまず第一に地政学的であるが、その後すぐに投資する方法を強調したようです民主的価値観、国家の主権、国民の自己決定、国際法の尊重、国家間の共存の最低限の基盤。これらの価値観へのコミットメントは直接的である必要があり、これらの特権自体の損失を被らないように、それらの防衛はそれらに基づくすべての州に関係する必要があります。反対は、ウクライナで起こっているように、独裁政権と民主主義の否定に戻ることを意味します。

يفضل بوتين عدم تناسق الغرب

 في النهاية ، حدثت أسوأ البشائر: حافظ بوتين على سلوكه القائم على الأكاذيب والأكاذيب وهاجم عسكريا الدولة الأوكرانية ، معتمدا على رد الفعل الغربي ، الذي يعرف بالخجل هو استخدام تعبير عن الحذر. لقد تبين أن كل التهديدات بالانتقام كانت ضئيلة للغاية في مواجهة تصميم الكرملين ، الأمر الذي رفع مستوى التهديدات بشكل أكبر ضد الديمقراطيات الغربية. كانت إدانات الزعماء الغربيين بمثابة كلمات ظرفية وطمأنت روسيا مع التأكيد على أنه لن يعمل أي جندي غربي على الأراضي الأوكرانية ، وبالتالي ترك كييف لمصيرها. هذا هو الاستنتاج المنطقي للالتزام الأمريكي على الجبهة الأوروبية ، والذي تم تقليصه بالفعل منذ أوباما ، وهو خيار شرعي ، لكنه يضر الحلفاء الرئيسيين للولايات المتحدة ، ربما على المدى القصير ولكن بالتأكيد على المدى المتوسط ​​ويقوض القيادة الأمريكية. في حد ذاته ، ليس فقط سياسيًا ولكن اقتصاديًا أيضًا. لقد تصرفت روسيا بهذه الطريقة لأنها لا تريد الحلف الأطلسي على حدودها ، ولكن بغزو أوكرانيا تتحرك الحدود حتى بولندا ودول البلطيق ، حيث يترسخ الوجود العسكري الغربي الآن. هل سيتسامح الكرملين مع هذا الوجود أم أنه لن يتسامح معه ، كما أوضح بوتين عدة مرات؟ كان من الممكن أن يكون الدفاع الجسدي عن أوكرانيا بوجود وقائي للحلف الأطلسي ، بعد الترحيب بها داخلها ، إجراءً رادعًا ، والذي كان من الممكن أن يسمح بمفاوضات قادرة على إيجاد تقارب ، حتى لو كان على الأرجح قائمًا على نوع من توازن الرعب. على العكس من ذلك ، أردنا أن نختار طريق الحذر ، الذي يقترب من خجل وحماية المصالح التجارية لأوروبا ، التي لم ترغب أبدًا في الانخراط في الدفاع النشط عن نفسها. الولايات المتحدة ، بعد الخطأ الفادح لأفغانستان ، تكرر خطأ ترك الميدان لخصوم أكثر عدوانية وحازمة ، وتختار فك الارتباط الذي ستظهر آثاره السلبية بالكامل على المدى الطويل. يمحو بايدن كل الانطباعات الإيجابية التي صاحبت انتخابه ويكرر ، وإن بطريقة أكثر تكتمًا ، كل الإخفاقات في السياسة الخارجية لسلفه ، وسيُسجل في التاريخ كواحد من أسوأ الرؤساء الأمريكيين ، تمامًا مثل ترامب. يأتي هذا الاتجاه من بعيد وقد بدأ مع أوباما ، لكن مثل هذه النقطة المنخفضة ، التي تتكون من مجموع الحالة الأفغانية مع الحالة الأوكرانية ، لم تتأثر من قبل القوة العظمى الأولى في العالم. لقد ترك السلوك الأمريكي أوروبا غير مستعدة ، وما كان يجب أن يحدث هذا ، مع عدم وجود سياسة خارجية ودفاع مشترك ، مقسمة داخليًا بين دول لا تتفق مع انضمامها إلى الاتحاد ومنقسمة بسبب تضارب المصالح التجارية بين أعضائه ؛ من بين أمور أخرى ، أحد أهداف بوتين الجانبية التي سعى إليها مع الحرب الأوكرانية هو على وجه التحديد زيادة الانقسامات الأوروبية والمساهمة في خلق مشاكل جديدة على الفور بين الدول الأعضاء ، والتي سيغذي أولها التدفق المتزايد للاجئين من أوكرانيا. . تصرفت بريطانيا العظمى ، إذا كان ذلك ممكنًا ، بشكل أسوأ ، ويبدو أن رئيس الوزراء البريطاني يريد المضي قدمًا في عقوبات شديدة للغاية ضد روسيا ، لكنه قرر بعد ذلك سلسلة من الإجراءات التي لا تؤثر على الأوليغارشية الموجودة على أراضيه لأنهم يمتلكون سيولة ضخمة في الاقتصاد البريطاني. الآن حقق بوتين انتصارًا فوق كل شيء سياسي ، مما يُظهر عدم اتساق الغرب ، والذي يمكن أن يسمح له بتحقيق أهداف أعلى من أوكرانيا ، وليس من أجل لا شيء ، فقد زاد الخوف في جمهوريات البلطيق وفي بولندا كثيرًا: العقوبات المفصلة تؤثر فقط على 70 النسبة المئوية للاقتصاد الروسي وليس قوتها العسكرية والتهديدات ضد التدخلات المحتملة من جانب كييف ، يبدو أن لديهم التأثيرات المرجوة من قبل الكرملين وأبرزوا كيف أن المشكلة هي بالتأكيد أولاً وقبل كل شيء جيوسياسية ولكن بعد ذلك مباشرة تستثمر. القيم الديمقراطية وسيادة الدول وتقرير المصير للشعوب واحترام القانون الدولي ، وهو الحد الأدنى من أسس التعايش بين الأمم. الالتزام بهذه القيم يجب أن يكون مباشراً والدفاع عنها يجب أن يهم كل الدول القائمة عليها حتى لا تتكبد نفسها خسارة هذه الامتيازات. والعكس يعني العودة إلى الديكتاتورية وإنكار الديمقراطية كما يحدث في أوكرانيا.

martedì 22 febbraio 2022

Le reazioni alla decisione di Putin di schierare le truppe nell'Ucraina orientale

 Dopo la dichiarazione di Putin, che ha riconosciuto come indipendenti la Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk, dichiaratamente filorusse e quindi formalmente sottratte alla sovranità di Kiev, l’Ucraina ha richiesto una riunione di urgenza del Consiglio di sicurezza della Nazioni Unite, che per una curiosa coincidenza è stata presieduta proprio dalla Russia. La maggior parte dei membri del Consiglio hanno condannato sia il riconoscimento, che la successiva decisione di schierare truppe nell’area, che costituisce il primo passo dell’invasione del territorio ucraino, sebbene sia quello conteso tra Mosca e Kiev. Dal punto di vista di Putin il riconoscimento ufficiale autorizza l’appoggio dei militari russi agli insorti filorussi ed alle loro milizie, ma dal punto di vista del diritto internazionale costituisce una evidente violazione, che, peraltro, non è la prima operata dal Cremlino. Il fatto che Mosca definisca i propri soldati come peacekeeper aggrava il giudizio sulla Russia, che si nasconde in modo maldestro dietro a definizioni ipocrite, che oltrepassano l’ambiguità ed il buon gusto. La seguente dichiarazione di Washington apre ad una serie di sanzioni senza precedenti, che coinvolgerà tutti gli alleati degli USA e le cui conseguenze si annunciano molto pesanti per l’economia mondiale e gli equilibri generali. Nell’immediato la volontà di Putin è quella di assicurarsi una zona cuscinetto tra la Russia e l’Ucraina, per evitare di avere sull’immediato confine russo la presenza dell’Alleanza Atlantica, anche se l’ingresso di Kiev è stato più volte smentito da Bruxelles, tuttavia l’accelerata del Cremlino potrebbe cambiare la situazione: fino ad ora l’Alleanza Atlantica ha smentito di avere in programma di accettare il paese ucraino tra i suoi membri, ma questa evoluzione apre ad ogni possibile sviluppo. L’azzardo di Putin minaccia, però, la consistenza economica del paese russo, che difficilmente potrebbe resistere alle sanzioni preventivate, aprendo scenari che potrebbero consistere in un drastico calo della sua popolarità in Russia. Abbastanza prevedibili le posizioni degli alleati degli Stati Uniti, concordi della concreta possibilità che si stiano creando le condizioni per un conflitto quasi globale; la quasi totalità ha espresso giudizi di condanna sulla violazione dell’integrità territoriale dell’Ucraina e per la violazione dei principi della Carta delle Nazioni Unite. Il rappresentante della Russia alle Nazioni Unite, al contrario, ha sostenuto la decisione di Mosca per tutelare l’etnia russa dei territori riconosciuti e di come il riconoscimento sia stato a lungo ponderato ed ha invitato le potenze occidentali a non abbandonare la soluzione diplomatica. L’Ucraina, da parte sua, ha ribadito la sovranità sui propri territori ed ha praticamente sfidato la Russia, in uno scontro che non pare in grado di sostenere. Molto più attenuata la posizione della Cina, che malgrado la vicinanza più volte espressa alla Russia, non deroga dai propri principi in politica estera, scegliendo una sorta di equidistanza e raccomandando alle parti in causa la massima prudenza e l’intensificazione dell’azione diplomatica. Aldilà dell’avversione agli Stati Uniti ed il gradimento della politica russa, Pechino dimostra di temere maggiormente i contraccolpi di una crisi economica a livello globale, che potrebbe mettere in pericolo la crescita cinese; tuttavia la scelta di non recitare un ruolo da protagonista, soprattutto per incrementare una azione pacificatrice, da parte di Pechino, rivela come la Cina sia ancora ben lontana da diventare quella grande potenza a livello globale, che dice di volere diventare. L’occasione di recitare un ruolo da protagonista, senza essere al fianco di una delle due parti, ma soltanto in favore della pace, poteva costituire una prova vista con favore da tutte le angolazioni, anche nel caso di mancata riuscita, viceversa questo atteggiamento pavido rivela tutta l’inesperienza e la mancanza di capacità di rischio del governo di Pechino, che resta troppo legato agli aspetti economici a discapito di quelli di politica internazionale. Il presidente Biden ha espressamente ordinato di vietare ogni tipo di finanziamenti, investimenti e transazioni commerciali con le aree invase dalla Russia e ciò rappresenta, senz’altro, la prima soluzione che precederà le ben più pesanti sanzioni già minacciate e previste per l’atteggiamento deciso dalla Russia. Di seguito cosa possa accadere è difficilmente pronosticabile.

Reactions to Putin's decision to deploy troops in eastern Ukraine

 After Putin's declaration, which recognized as independent the People's Republics of Donetsk and Lugansk, openly pro-Russian and therefore formally removed from the sovereignty of Kiev, Ukraine requested an emergency meeting of the United Nations Security Council, which for a a curious coincidence was presided over by Russia. Most members of the Council condemned both the recognition and the subsequent decision to deploy troops in the area, which constitutes the first step in the invasion of Ukrainian territory, although it is the one disputed between Moscow and Kiev. From Putin's point of view, official recognition authorizes the support of the Russian military for pro-Russian insurgents and their militias, but from the point of view of international law it constitutes an evident violation, which, moreover, is not the first made by the Kremlin. The fact that Moscow defines its soldiers as peacekeepers aggravates the judgment on Russia, which clumsily hides behind hypocritical definitions that go beyond ambiguity and good taste. The following Washington declaration opens to an unprecedented series of sanctions, which will involve all US allies and whose consequences are expected to be very serious for the world economy and general equilibrium. In the immediate future, Putin's will is to secure a buffer zone between Russia and Ukraine, to avoid having the Atlantic Alliance presence on the immediate Russian border, even if the entry of Kiev has been repeatedly denied. from Brussels, however, the acceleration of the Kremlin could change the situation: until now the Atlantic Alliance has denied having any plans to accept the Ukrainian country among its members, but this evolution opens up to any possible development. Putin's gamble, however, threatens the economic consistency of the Russian country, which could hardly resist the foreseen sanctions, opening scenarios that could consist of a drastic decline in its popularity in Russia. The positions of the allies of the United States are quite predictable, agreeing on the concrete possibility that the conditions are being created for an almost global conflict; almost all of them expressed condemnation on the violation of the territorial integrity of Ukraine and for the violation of the principles of the United Nations Charter. The representative of Russia to the United Nations, on the contrary, supported Moscow's decision to protect the Russian ethnicity of the recognized territories and how the recognition had long been considered and urged the Western powers not to abandon the diplomatic solution. Ukraine, on its part, has reaffirmed its sovereignty over its territories and has practically challenged Russia, in a clash that it does not seem capable of sustaining. China's position is much more attenuated, which despite its repeatedly expressed closeness to Russia, does not derogate from its principles in foreign policy, choosing a sort of equidistance and recommending to the parties involved the utmost prudence and the intensification of diplomatic action. Beyond the aversion to the United States and the approval of Russian politics, Beijing shows that it is more afraid of the repercussions of a global economic crisis, which could endanger Chinese growth; however, the choice not to play a leading role, above all to increase a pacifying action, by Beijing, reveals how China is still far from becoming that great power on a global level, which it says it wants to become. The opportunity to play a leading role, without being at the side of one of the two parties, but only in favor of peace, could constitute a test viewed with favor from all angles, even in the case of failure, vice versa this fearful attitude reveals all the inexperience and lack of risk capacity of the Beijing government, which remains too tied to the economic aspects to the detriment of those of international politics. President Biden has expressly ordered to ban all types of financing, investments and commercial transactions with the areas invaded by Russia and this certainly represents the first solution that will precede the much heavier sanctions already threatened and foreseen for the decisive attitude. from Russia. What can happen below is difficult to predict.

Reacciones a la decisión de Putin de desplegar tropas en el este de Ucrania

 Tras la declaración de Putin, que reconocía como independientes a las Repúblicas Populares de Donetsk y Lugansk, abiertamente prorrusas y por tanto retiradas formalmente de la soberanía de Kiev, Ucrania solicitó una reunión de emergencia del Consejo de Seguridad de Naciones Unidas, que por una curiosa coincidencia estuvo presidida por encima de Rusia. La mayoría de los miembros del Consejo condenaron tanto el reconocimiento como la posterior decisión de desplegar tropas en la zona, que constituye el primer paso de la invasión del territorio ucraniano, aunque es el que disputan Moscú y Kiev. Desde el punto de vista de Putin, el reconocimiento oficial autoriza el apoyo de militares rusos a los insurgentes prorrusos y sus milicias, pero desde el punto de vista del derecho internacional constituye una violación evidente, que, además, no es la primera que comete el Kremlin. El hecho de que Moscú defina a sus soldados como fuerzas de paz agrava el juicio sobre Rusia, que torpemente se esconde tras definiciones hipócritas que van más allá de la ambigüedad y el buen gusto. La siguiente declaración de Washington abre una serie de sanciones sin precedentes, que involucrarán a todos los aliados de Estados Unidos y cuyas consecuencias se prevén muy graves para la economía mundial y el equilibrio general. En el futuro inmediato, la voluntad de Putin es asegurar una zona de amortiguamiento entre Rusia y Ucrania, para evitar tener presencia de la Alianza Atlántica en la frontera rusa inmediata, aunque se ha negado repetidamente la entrada de Kiev.Desde Bruselas, sin embargo, la aceleración de el Kremlin podría cambiar la situación: hasta ahora la Alianza Atlántica ha negado tener planes de aceptar al país ucraniano entre sus miembros, pero esta evolución se abre a cualquier posible desarrollo. La apuesta de Putin, sin embargo, amenaza la solidez económica del país ruso, que difícilmente podría resistir las sanciones previstas, abriendo escenarios que podrían consistir en una drástica caída de su popularidad en Rusia. Las posiciones de los aliados de Estados Unidos son bastante predecibles, coincidiendo en la posibilidad concreta de que se están creando las condiciones para un conflicto casi global; casi todos expresaron su condena por la violación de la integridad territorial de Ucrania y por la violación de los principios de la Carta de las Naciones Unidas. El representante de Rusia ante las Naciones Unidas, por el contrario, apoyó la decisión de Moscú de proteger la etnia rusa de los territorios reconocidos y cómo el reconocimiento se había considerado durante mucho tiempo e instó a las potencias occidentales a no abandonar la solución diplomática. Ucrania, por su parte, ha reafirmado su soberanía sobre sus territorios y prácticamente ha desafiado a Rusia, en un choque que no parece capaz de sostener. Mucho más atenuada es la posición de China, que a pesar de su reiterada cercanía expresada con Rusia, no se aparta de sus principios en política exterior, optando por una especie de equidistancia y recomendando a las partes implicadas la máxima prudencia y la intensificación de la acción diplomática. Más allá de la aversión a Estados Unidos y la aprobación de la política rusa, Pekín muestra que tiene más miedo a las repercusiones de una crisis económica mundial, que podría poner en peligro el crecimiento chino; sin embargo, la elección de no jugar un papel protagónico, sobre todo para incrementar una acción pacificadora, por parte de Beijing, revela cómo China aún está lejos de convertirse en esa gran potencia a nivel mundial, que dice querer ser. La oportunidad de jugar un papel protagónico, sin estar del lado de una de las dos partes, sino sólo a favor de la paz, podría constituir una prueba vista con buenos ojos desde todos los ángulos, incluso en caso de fracaso, viceversa esta actitud temerosa revela toda la inexperiencia y falta de capacidad de riesgo del gobierno de Pekín, que sigue demasiado atado a los aspectos económicos en detrimento de los de la política internacional. El presidente Biden ha ordenado expresamente prohibir todo tipo de financiamientos, inversiones y transacciones comerciales con las áreas invadidas por Rusia y esto ciertamente representa la primera solución que precederá a las sanciones mucho más severas ya amenazadas y previstas por la actitud decisiva de Rusia. Lo que puede suceder a continuación es difícil de predecir.

Reaktionen auf Putins Entscheidung, Truppen in der Ostukraine einzusetzen

 Nach Putins Erklärung, die die Volksrepubliken Donezk und Lugansk als unabhängig anerkannte, die offen pro-russisch und damit formell der Souveränität von Kiew enthoben waren, beantragte die Ukraine eine Dringlichkeitssitzung des Sicherheitsrates der Vereinten Nationen, die aus einem merkwürdigen Zufall den Vorsitz führte vorbei an Russland. Die meisten Mitglieder des Rates verurteilten sowohl die Anerkennung als auch die anschließende Entscheidung, Truppen in dem Gebiet zu stationieren, was den ersten Schritt zur Invasion des ukrainischen Territoriums darstellt, obwohl es sich um den zwischen Moskau und Kiew umstrittenen handelt. Aus Putins Sicht legitimiert die offizielle Anerkennung die Unterstützung des russischen Militärs für pro-russische Aufständische und ihre Milizen, stellt aber aus völkerrechtlicher Sicht einen offensichtlichen Verstoß dar, der zudem nicht der erste ist, der von der Russischen Föderation begangen wurde Kreml. Dass Moskau seine Soldaten als Friedenstruppen definiert, verschärft das Urteil über Russland, das sich ungeschickt hinter heuchlerischen Definitionen versteckt, die über Zweideutigkeit und guten Geschmack hinausgehen. Die folgende Washingtoner Erklärung eröffnet eine beispiellose Reihe von Sanktionen, an denen alle US-Verbündeten beteiligt sein werden und deren Folgen für die Weltwirtschaft und das allgemeine Gleichgewicht voraussichtlich sehr schwerwiegend sein werden. In unmittelbarer Zukunft will Putin eine Pufferzone zwischen Russland und der Ukraine sichern, um eine Präsenz des Atlantischen Bündnisses an der unmittelbaren russischen Grenze zu vermeiden, auch wenn Kiew wiederholt die Einreise verweigert wurde Der Kreml könnte die Situation ändern: Bisher hat die Atlantische Allianz bestritten, das ukrainische Land in ihre Mitglieder aufnehmen zu wollen, aber diese Entwicklung öffnet sich für jede mögliche Entwicklung. Putins Wagnis bedroht jedoch die wirtschaftliche Stärke des russischen Landes, das den vorgesehenen Sanktionen kaum standhalten könnte, und eröffnet Szenarien, die in einem drastischen Rückgang seiner Popularität in Russland bestehen könnten. Die Positionen der Verbündeten der Vereinigten Staaten sind ziemlich vorhersehbar und stimmen über die konkrete Möglichkeit überein, dass die Bedingungen für einen fast globalen Konflikt geschaffen werden; fast alle verurteilten die Verletzung der territorialen Integrität der Ukraine und die Verletzung der Grundsätze der Charta der Vereinten Nationen. Der Vertreter Russlands bei den Vereinten Nationen hingegen unterstützte die Entscheidung Moskaus, die russische Ethnizität der anerkannten Gebiete zu schützen, und wie lange über die Anerkennung nachgedacht wurde, und forderte die Westmächte auf, die diplomatische Lösung nicht aufzugeben. Die Ukraine ihrerseits hat ihre Souveränität über ihre Territorien bekräftigt und Russland praktisch herausgefordert, in einem Zusammenstoß, den sie anscheinend nicht aushalten kann. Wesentlich gedämpfter ist die Position Chinas, das trotz seiner immer wieder bekundeten Nähe zu Russland nicht von seinen außenpolitischen Grundsätzen abweicht, eine Art Äquidistanz wählt und den Beteiligten größte Vorsicht und Intensivierung diplomatischen Handelns empfiehlt. Jenseits der Abneigung gegen die Vereinigten Staaten und der Zustimmung zur russischen Politik zeigt Peking, dass es sich eher vor den Auswirkungen einer globalen Wirtschaftskrise fürchtet, die das chinesische Wachstum gefährden könnte; Die Entscheidung Pekings, keine führende Rolle zu spielen, sondern vor allem eine befriedende Aktion zu verstärken, zeigt jedoch, wie China noch weit davon entfernt ist, die Großmacht auf globaler Ebene zu werden, die es nach eigenen Angaben werden will. Die Möglichkeit, eine führende Rolle zu spielen, ohne an der Seite einer der beiden Parteien zu stehen, sondern nur zugunsten des Friedens, könnte auch im Falle des Scheiterns eine von allen Seiten wohlwollende Prüfung darstellen, umgekehrt diese ängstliche Haltung offenbart die ganze Unerfahrenheit und mangelnde Risikofähigkeit der Pekinger Regierung, die zu sehr an wirtschaftlichen Aspekten zu Lasten der internationalen Politik gebunden bleibt. Präsident Biden hat ausdrücklich angeordnet, alle Arten von Finanzierungen, Investitionen und Handelstransaktionen mit den von Russland besetzten Gebieten zu verbieten, und dies stellt sicherlich die erste Lösung dar, die den viel strengeren Sanktionen vorausgehen wird, die bereits für die entschlossene Haltung Russlands angedroht und vorgesehen wurden. Was unten passieren kann, ist schwer vorherzusagen.

Réactions à la décision de Poutine de déployer des troupes dans l'est de l'Ukraine

 Après la déclaration de Poutine, qui reconnaissait comme indépendantes les républiques populaires de Donetsk et de Lougansk, ouvertement pro-russes et donc formellement soustraites à la souveraineté de Kiev, l'Ukraine a demandé une réunion d'urgence du Conseil de sécurité des Nations unies, qui, pour une curieuse coïncidence, a été présidée par la Russie. La plupart des membres du Conseil ont condamné à la fois la reconnaissance et la décision subséquente de déployer des troupes dans la région, qui constitue la première étape de l'invasion du territoire ukrainien, bien qu'il s'agisse de celle contestée entre Moscou et Kiev. Du point de vue de Poutine, la reconnaissance officielle autorise le soutien des militaires russes aux insurgés pro-russes et à leurs milices, mais du point de vue du droit international, elle constitue une violation évidente, qui n'est d'ailleurs pas la première commise par les Kremlin. Le fait que Moscou définisse ses soldats comme des casques bleus aggrave le jugement porté sur la Russie, qui se cache maladroitement derrière des définitions hypocrites qui dépassent l'ambiguïté et le bon goût. La déclaration de Washington qui s'ensuit ouvre sur une série de sanctions sans précédent, qui impliqueront tous les alliés des États-Unis et dont les conséquences devraient être très graves pour l'économie mondiale et l'équilibre général. Dans l'immédiat, la volonté de Poutine est de sécuriser une zone tampon entre la Russie et l'Ukraine, pour éviter d'avoir la présence de l'Alliance atlantique à la frontière russe immédiate, même si l'entrée de Kiev a été refusée à plusieurs reprises depuis Bruxelles, l'accélération de le Kremlin pourrait changer la donne : jusqu'à présent l'Alliance atlantique a nié avoir l'intention d'accepter le pays ukrainien parmi ses membres, mais cette évolution ouvre la porte à toute évolution possible. Le pari de Poutine menace cependant la solidité économique du pays russe, qui pourrait difficilement résister aux sanctions envisagées, ouvrant des scénarios qui pourraient consister en une baisse drastique de sa popularité en Russie. Les positions des alliés des États-Unis sont assez prévisibles, s'accordant sur la possibilité concrète que se créent les conditions d'un conflit quasi mondial ; presque tous ont exprimé leur condamnation pour la violation de l'intégrité territoriale de l'Ukraine et pour la violation des principes de la Charte des Nations Unies. Le représentant de la Russie auprès des Nations unies, au contraire, a soutenu la décision de Moscou de protéger l'ethnie russe des territoires reconnus et comment la reconnaissance était depuis longtemps envisagée et a exhorté les puissances occidentales à ne pas abandonner la solution diplomatique. L'Ukraine, pour sa part, a réaffirmé sa souveraineté sur ses territoires et a pratiquement défié la Russie, dans un affrontement qu'elle ne semble pas capable de soutenir. La position de la Chine est beaucoup plus atténuée, qui malgré sa proximité maintes fois exprimée avec la Russie, ne déroge pas à ses principes de politique étrangère, choisissant une sorte d'équidistance et recommandant aux parties concernées la plus grande prudence et l'intensification de l'action diplomatique. Au-delà de l'aversion pour les États-Unis et de l'approbation de la politique russe, Pékin montre qu'il a plus peur des répercussions d'une crise économique mondiale, qui pourrait mettre en danger la croissance chinoise ; cependant, le choix de Pékin de ne pas jouer un rôle moteur, surtout pour multiplier une action pacificatrice, révèle à quel point la Chine est encore loin de devenir cette grande puissance à l'échelle mondiale, qu'elle dit vouloir devenir. L'opportunité de jouer un rôle moteur, sans être aux côtés de l'une des deux parties, mais uniquement en faveur de la paix, pourrait constituer une épreuve vue avec faveur sous tous les angles, même en cas d'échec, inversement cette attitude craintive révèle toute l'inexpérience et le manque de capacité à prendre des risques du gouvernement de Pékin, qui reste trop attaché aux aspects économiques au détriment de ceux de la politique internationale. Le président Biden a expressément ordonné d'interdire tout type de financement, d'investissement et de transactions commerciales avec les zones envahies par la Russie et cela représente certainement la première solution qui précédera les sanctions beaucoup plus lourdes déjà menacées et prévues pour l'attitude décisive de la Russie. Ce qui peut arriver ci-dessous est difficile à prévoir.

Reações à decisão de Putin de enviar tropas para o leste da Ucrânia

Após a declaração de Putin, que reconheceu como independentes as Repúblicas Populares de Donetsk e Lugansk, abertamente pró-russas e, portanto, formalmente retiradas da soberania de Kiev, a Ucrânia solicitou uma reunião de emergência do Conselho de Segurança das Nações Unidas, que por uma curiosa coincidência foi presidida pela Rússia. A maioria dos membros do Conselho condenou tanto o reconhecimento quanto a posterior decisão de enviar tropas para a área, que constitui o primeiro passo para a invasão do território ucraniano, embora seja a disputada entre Moscou e Kiev. Do ponto de vista de Putin, o reconhecimento oficial autoriza o apoio dos militares russos aos insurgentes pró-russos e suas milícias, mas do ponto de vista do direito internacional constitui uma violação evidente, que, aliás, não é a primeira feita pelo Kremlin. O fato de Moscou definir seus soldados como pacificadores agrava o julgamento sobre a Rússia, que desajeitadamente se esconde atrás de definições hipócritas que vão além da ambiguidade e do bom gosto. A declaração de Washington que se segue abre-se a uma série de sanções sem precedentes, que envolverá todos os aliados dos EUA e cujas consequências deverão ser muito graves para a economia mundial e para o equilíbrio geral. No futuro imediato, a vontade de Putin é garantir uma zona tampão entre a Rússia e a Ucrânia, para evitar a presença da Aliança Atlântica na fronteira russa imediata, mesmo que a entrada de Kiev tenha sido repetidamente negada. o Kremlin pode mudar a situação: até agora, a Aliança Atlântica negou ter planos de aceitar o país ucraniano entre seus membros, mas essa evolução abre para qualquer desenvolvimento possível. A aposta de Putin, no entanto, ameaça a força econômica do país russo, que dificilmente resistiria às sanções previstas, abrindo cenários que poderiam consistir em uma queda drástica de sua popularidade na Rússia. As posições dos aliados dos Estados Unidos são bastante previsíveis, concordando com a possibilidade concreta de que estão sendo criadas as condições para um conflito quase global; quase todos expressaram condenação pela violação da integridade territorial da Ucrânia e pela violação dos princípios da Carta das Nações Unidas. O representante da Rússia nas Nações Unidas, pelo contrário, apoiou a decisão de Moscou de proteger a etnia russa dos territórios reconhecidos e como o reconhecimento havia sido considerado e instou as potências ocidentais a não abandonar a solução diplomática. A Ucrânia, por sua vez, reafirmou sua soberania sobre seus territórios e praticamente desafiou a Rússia, em um embate que não parece capaz de sustentar. A posição da China é muito mais atenuada, que apesar de reiteradamente expressa proximidade com a Rússia, não derroga seus princípios em política externa, optando por uma espécie de equidistância e recomendando às partes envolvidas a máxima prudência e a intensificação da ação diplomática. Além da aversão aos Estados Unidos e da aprovação da política russa, Pequim mostra que tem mais medo das repercussões de uma crise econômica global, que poderia colocar em risco o crescimento chinês; no entanto, a escolha de não protagonizar, sobretudo para incrementar uma ação pacificadora, por parte de Pequim, revela como a China ainda está longe de se tornar aquela grande potência em nível global, que diz querer se tornar. A oportunidade de desempenhar um papel de liderança, sem estar ao lado de uma das duas partes, mas apenas a favor da paz, poderia constituir um teste visto com favor de todos os ângulos, mesmo em caso de fracasso, vice-versa essa atitude temerosa revela toda a inexperiência e falta de capacidade de risco do governo de Pequim, que permanece muito atrelado aos aspectos econômicos em detrimento dos da política internacional. O presidente Biden ordenou expressamente a proibição de todo tipo de financiamento, investimentos e transações comerciais com as áreas invadidas pela Rússia e isso certamente representa a primeira solução que precederá as sanções muito mais pesadas já ameaçadas e previstas para a atitude decisiva da Rússia. O que pode acontecer abaixo é difícil de prever.