Politica Internazionale

Politica Internazionale

Cerca nel blog

venerdì 29 ottobre 2021

USA e Vaticano cercano di migliorare le loro relazioni

 Nell’occasione del viaggio a Roma per il G20, il presidente americano Joe Biden inserisce anche una visita in Vaticano per incontrare Papa Francesco; l’incontro è molto rilevante perché vede il confronto tra i due maggiori leader cattolici mondiali. Biden è alla prima visita, come presidente statunitense, in Vaticano, ma l’incontro con il pontefice non è una novità in quanto è stato preceduto da due visite nel ruolo di vice presidente, durante la permanenza alla Casa Bianca di Obama. Biden è il secondo presidente cattolico USA, dopo Kennedy ed arriva in Vaticano dopo la presidenza di Trump, che era stata caratterizzata da profondi contrasti con Bergoglio dal punto di vista ideologico e politico circa temi ritenuti fondamentali dal Papa, come rispetto dei diritti umani, ambiente e trattamento degli immigrati. Questi argomenti saranno proprio al centro dell’agenda ufficiale dell’incontro, che tratterà anche di pandemia e di aiuto per i più poveri. Esiste anche un’altra rilevanza, non certo secondaria, di questo incontro: l’attuale pontificato non ha buoni rapporti con la maggior parte dei cardinali e dei vescovi statunitensi, che mantengono posizioni tradizionaliste su diversi argomenti di natura sociale e che si sono troppo spesso trovati allineati alle posizioni ultraconservatrici di Trump. Questa frattura ha generato profondi contrasti fino ad immaginare possibili scismi all’interno della chiesa cattolica. La mancata rielezione di Trump, ha significato per Papa Francesco, oltre che l’eliminazione dalla scena politica di un tenace avversario, anche del maggiore alleato per il clero ultraconservatore americano, che si trova senza la propria maggiore protezione politica; è possibile che il Papa cerchi un appoggio determinante su questo tema dal Presidente americano, che dovrà sostenere questa posizione con politiche, se non proprio allineate ai desideri del Vaticano, almeno più incisive sui temi della lotta alla povertà, dell’ambiente e del trattamento degli immigrati.  Sulla sincerità religiosa di Biden non esistono dubbi: il presidente USA è un cattolico praticante e si riconosce nella politica riformista del Concilio Vaticano secondo, tuttavia alcune sue idee lo pongono, anch’esso, ad una enorme distanza da Bergoglio, soprattutto per il suo parere favorevole all’aborto. Maggiori possibilità di avvicinamento ci potranno essere sui temi ambientali se Biden si avvicinerà ai contenuti dell’enciclica sull’ambiente “Laudato Sii” non accolta troppo favorevolmente negli Stati Uniti; peraltro il tema ambientale è centrale nel viaggio in Europa di Biden, perché dopo il G20 in Italia, e dopo la visita in Vaticano, il presidente americano si recherà a Glasgow al vertice sui cambiamenti climatici. Una posizione più vicina a quella del Papa sui temi ambientali sancita in maniera ufficiale in un vertice mondiale, potrebbe testimoniare una vicinanza eloquente tra i due leader, con l’aspettativa di nuove e più avanzate posizioni degli USA sui cambiamenti climatici ed il rispetto dell’ambiente, anche viste le conseguenze che il riscaldamento globale ha provocato in tutto il mondo, dove sempre più spesso si registrano calamità naturali. Malgrado questi possibili punti d’incontro le differenze tra Biden ed il Papa restano molto forti sul tema dell’accoglienza degli immigrati: le recenti vicende al confine americano ed il trattamento riservato agli haitiani che cercavano di entrare nel territorio statunitense hanno evidenziato che la mancanza di una sostanziale differenza con l’azione di Trump contraddistinta dal continuo respingimento dei profughi, inoltre il pontificato di Bergoglio è sempre stato incentrato sulla difesa dei più deboli e l’abbandono dell’Afghanistan, che ha gettato il paese nel caos e lo ha riportato indietro di anni, voluto proprio da Biden è stato accolto in modo molto contrariato dal Papa. L’impressione è che tra i due, sia Biden ad avere bisogno di un appoggio morale e di una vicinanza politica con il Pontefice, per poterla spendere in patria, dove i sondaggi dicono che il gradimento del presidente è ai minimi storici. Certamente anche Bergoglio ha bisogno di un alleato importante nella partita che sta giocando negli USA contro il clero conservatore, ma l’immagine in patria di Biden necessita di ritrovare un apprezzamento che sta continuando a subire una erosione di consensi e per fermarla l’appoggio del Papa è giudicato fondamentale.

USA and Vatican try to improve their relations

 On the occasion of the trip to Rome for the G20, American President Joe Biden also includes a visit to the Vatican to meet Pope Francis; the meeting is very relevant because it sees the confrontation between the two major world Catholic leaders. Biden is on his first visit, as US president, to the Vatican, but the meeting with the pontiff is not new as it was preceded by two visits in the role of vice president, during his stay at Obama's White House. Biden is the second US Catholic president, after Kennedy and arrives in the Vatican after Trump's presidency, which had been characterized by profound conflicts with Bergoglio from an ideological and political point of view on issues considered fundamental by the Pope, such as respect for human rights, the environment. and treatment of immigrants. These topics will be at the very center of the official agenda of the meeting, which will also deal with the pandemic and aid for the poorest. There is also another relevance, certainly not secondary, of this meeting: the current pontificate does not have good relations with most of the American cardinals and bishops, who maintain traditionalist positions on various topics of a social nature and who have too often found aligned with Trump's ultraconservative positions. This fracture has generated profound contrasts to the point of imagining possible schisms within the Catholic Church. The failure of Trump's re-election meant for Pope Francis, as well as the elimination from the political scene of a tenacious opponent, also of the greatest ally for the ultra-conservative American clergy, who find themselves without their own greater political protection; it is possible that the Pope will seek decisive support on this issue from the American President, who will have to support this position with policies, if not exactly aligned with the wishes of the Vatican, at least more incisive on the themes of the fight against poverty, the environment and the treatment of immigrants. There is no doubt about Biden's religious sincerity: the US president is a practicing Catholic and recognizes himself in the reformist policy of the Second Vatican Council, however some of his ideas also place him at an enormous distance from Bergoglio, especially for his opinion favorable to abortion. There may be greater opportunities for rapprochement on environmental issues if Biden approaches the contents of the encyclical on the environment "Laudato Be" not too favorably received in the United States; moreover, the environmental issue is central to Biden's trip to Europe, because after the G20 in Italy, and after the visit to the Vatican, the American president will go to Glasgow for the summit on climate change. A position closer to that of the Pope on environmental issues officially sanctioned at a world summit, could testify to an eloquent closeness between the two leaders, with the expectation of new and more advanced US positions on climate change and respect for environment, also given the consequences that global warming has caused all over the world, where more and more natural disasters are recorded. Despite these possible meeting points, the differences between Biden and the Pope remain very strong on the subject of welcoming immigrants: the recent events on the American border and the treatment reserved for Haitians who tried to enter the United States have shown that the lack of a substantial difference with Trump's action marked by the continuous rejection of refugees, moreover, Bergoglio's pontificate has always been centered on the defense of the weakest and the abandonment of Afghanistan, which has thrown the country into chaos and brought it back of years, wanted by Biden himself, was welcomed in a very displeased way by the Pope. The impression is that between the two, Biden is in need of moral support and political closeness with the Pontiff, in order to spend it at home, where polls say that the president's approval is at an all-time low. Certainly Bergoglio also needs an important ally in the game he is playing in the US against the conservative clergy, but the image in Biden's homeland needs to rediscover an appreciation that is continuing to suffer an erosion of consensus and to stop it the support of the Pope is considered fundamental.

Estados Unidos y el Vaticano intentan mejorar sus relaciones

 Con motivo del viaje a Roma para el G20, el presidente estadounidense Joe Biden también incluye una visita al Vaticano para encontrarse con el Papa Francisco; el encuentro es muy relevante porque ve el enfrentamiento entre los dos principales líderes católicos mundiales. Biden se encuentra en su primera visita, como presidente de Estados Unidos, al Vaticano, pero el encuentro con el pontífice no es nada nuevo ya que estuvo precedido de dos visitas como vicepresidente, durante su estancia en la Casa Blanca de Obama. Biden es el segundo presidente católico de Estados Unidos, después de Kennedy y llega al Vaticano después de la presidencia de Trump, que se había caracterizado por profundos conflictos con Bergoglio desde un punto de vista ideológico y político sobre temas considerados fundamentales por el Papa, como el respeto a los derechos humanos. , el medio ambiente y el trato a los inmigrantes. Estos temas estarán en el centro mismo de la agenda oficial del encuentro, que también abordará la pandemia y la ayuda a los más pobres. También hay otra relevancia, ciertamente no secundaria, de este encuentro: el pontificado actual no tiene buenas relaciones con la mayoría de los cardenales y obispos estadounidenses, que mantienen posiciones tradicionalistas sobre diversos temas de carácter social y que con demasiada frecuencia se han encontrado alineados con Las posiciones ultraconservadoras de Trump. Esta fractura ha generado profundos contrastes hasta el punto de imaginar posibles cismas dentro de la Iglesia católica. El fracaso de Trump en la reelección, significó para el Papa Francisco, así como la eliminación de la escena política de un oponente tenaz, también del mayor aliado del clero estadounidense ultraconservador, que se encuentra sin su propia mayor protección política; Es posible que el Papa busque un apoyo decisivo en este tema del presidente estadounidense, quien tendrá que apoyar esta posición con políticas, si no exactamente alineadas con los deseos del Vaticano, al menos más incisivos en los temas de la lucha contra pobreza, medio ambiente y trato a los inmigrantes. No hay duda de la sinceridad religiosa de Biden: el presidente de Estados Unidos es un católico practicante y se reconoce en la política reformista del Concilio Vaticano II, sin embargo algunas de sus ideas también lo colocan a una distancia enorme de Bergoglio, especialmente por su opinión favorable a aborto. Puede haber mayores oportunidades de acercamiento en temas ambientales si Biden aborda el contenido de la encíclica sobre el medio ambiente "Laudato Be" no muy favorablemente recibido en los Estados Unidos; Además, el tema ambiental es central en el viaje de Biden a Europa, porque después del G20 en Italia, y después de la visita al Vaticano, el presidente estadounidense irá a Glasgow para la cumbre sobre cambio climático. Una posición más cercana a la del Papa sobre temas ambientales sancionada oficialmente en una cumbre mundial, podría atestiguar una cercanía elocuente entre los dos líderes, con la expectativa de nuevas y más avanzadas posiciones estadounidenses sobre el cambio climático y el respeto por el medio ambiente, dado también el consecuencias que ha provocado el calentamiento global en todo el mundo, donde se registran cada vez más desastres naturales. A pesar de estos posibles puntos de encuentro, las diferencias entre Biden y el Papa siguen siendo muy fuertes en el tema de la acogida de inmigrantes: los recientes acontecimientos en la frontera estadounidense y el trato reservado a los haitianos que intentaron ingresar a Estados Unidos han demostrado que la falta de un Diferencia sustancial con la acción de Trump marcada por el continuo rechazo a los refugiados, además, el pontificado de Bergoglio siempre se ha centrado en la defensa de los más débiles y el abandono de Afganistán, que ha sumido al país en el caos y lo ha hecho retroceder años, buscado por Biden. él mismo, fue acogido de una manera muy disgustada por el Papa. La impresión es que entre los dos, Biden necesita apoyo moral y cercanía política con el Pontífice, para poder pasarlo en casa, donde las encuestas dicen que la aprobación del presidente está en su punto más bajo. Ciertamente Bergoglio también necesita un aliado importante en el juego que está jugando en Estados Unidos contra el clero conservador, pero la imagen en la patria de Biden necesita redescubrir una apreciación que sigue sufriendo una erosión de los consensos y detenerla con el apoyo del Papa. se considera fundamental.

USA und Vatikan versuchen, ihre Beziehungen zu verbessern

 Anlässlich der Romreise für die G20 schließt der amerikanische Präsident Joe Biden auch einen Besuch im Vatikan ein, um Papst Franziskus zu treffen; Das Treffen ist sehr relevant, weil es die Konfrontation zwischen den beiden großen katholischen Führern der Welt sieht. Biden ist bei seinem ersten Besuch als US-Präsident im Vatikan, aber das Treffen mit dem Papst ist nichts Neues, da ihm während seines Aufenthalts in Obamas Weißem Haus zwei Besuche als Vizepräsident vorausgingen. Biden ist nach Kennedy der zweite katholische Präsident der USA und kommt nach Trumps Präsidentschaft in den Vatikan, die aus ideologischer und politischer Sicht von tiefgreifenden Konflikten mit Bergoglio über vom Papst als grundlegend erachtete Fragen wie die Achtung der Menschenrechte geprägt war , Umwelt und Umgang mit Einwanderern. Diese Themen stehen ganz im Mittelpunkt der offiziellen Tagesordnung des Treffens, das sich auch mit der Pandemie und der Hilfe für die Ärmsten beschäftigt. Es gibt noch eine andere, sicherlich nicht zweitrangige Relevanz dieses Treffens: Das derzeitige Pontifikat hat keine guten Beziehungen zu den meisten amerikanischen Kardinälen und Bischöfen, die zu verschiedenen Themen gesellschaftlicher Natur traditionalistische Positionen vertreten und die sich zu oft mit Trumps ultrakonservative Positionen. Dieser Bruch hat tiefgreifende Gegensätze erzeugt, so dass man sich mögliche Spaltungen innerhalb der katholischen Kirche vorstellen kann. Trumps Scheitern bei der Wiederwahl bedeutete für Papst Franziskus die Eliminierung eines hartnäckigen Gegners von der politischen Bühne, auch des größten Verbündeten der ultrakonservativen amerikanischen Geistlichkeit, die sich ohne eigenen größeren politischen Schutz wiederfindet; Es ist möglich, dass der Papst in dieser Frage entscheidende Unterstützung beim amerikanischen Präsidenten erbittet, der diese Position mit einer Politik unterstützen muss, die zwar nicht genau auf die Wünsche des Vatikans abgestimmt ist, zumindest aber prägnanter bei den Themen des Kampfes gegen Armut, Umwelt und Umgang mit Einwanderern. An Bidens religiöser Aufrichtigkeit besteht kein Zweifel: Der US-Präsident ist ein praktizierender Katholik und erkennt sich in der reformistischen Politik des Zweiten Vatikanischen Konzils wieder, einige seiner Ideen stellen ihn jedoch auch in eine enorme Distanz zu Bergoglio, insbesondere wegen seiner für Abbruch. Wenn Biden sich dem Inhalt der Umweltenzyklika "Laudato Be" nähert, die in den Vereinigten Staaten nicht allzu positiv aufgenommen wird, könnte es größere Chancen für eine Annäherung in Umweltfragen geben; Außerdem steht das Umweltthema im Mittelpunkt von Bidens Europareise, denn nach dem G20-Gipfel in Italien und nach dem Besuch im Vatikan wird der amerikanische Präsident zum Klimagipfel nach Glasgow reisen. Eine Position, die der des Papstes in Umweltfragen, die offiziell auf einem Weltgipfel genehmigt wurde, näher kommt, könnte von einer beredten Nähe zwischen den beiden Führern zeugen, mit der Erwartung neuer und fortschrittlicherer US-Positionen zum Klimawandel und zur Achtung der Umwelt, auch angesichts der Folgen, die die globale Erwärmung auf der ganzen Welt verursacht hat, wo immer mehr Naturkatastrophen registriert werden. Trotz dieser möglichen Treffpunkte bleiben die Unterschiede zwischen Biden und dem Papst in Bezug auf die Aufnahme von Einwanderern sehr groß: Die jüngsten Ereignisse an der amerikanischen Grenze und die Behandlung, die Haitianern vorbehalten ist, die versuchten, in die Vereinigten Staaten einzureisen, haben gezeigt, dass der Mangel an erheblichen Unterschied zu Trumps Vorgehen, das von der kontinuierlichen Ablehnung von Flüchtlingen geprägt ist, war Bergoglios Pontifikat zudem immer auf die Verteidigung der Schwächsten und die Aufgabe Afghanistans ausgerichtet, die das Land ins Chaos gestürzt und in die Jahre zurückgebracht hat, wie es Biden wünschte selbst, wurde vom Papst auf sehr unzufriedene Weise aufgenommen.Es besteht der Eindruck, dass Biden zwischen den beiden moralische Unterstützung und politische Nähe zum Papst braucht, um sie zu Hause zu verbringen, wo Umfragen die Zustimmung des Präsidenten sagen ist auf einem Allzeittief. Sicherlich braucht Bergoglio auch einen wichtigen Verbündeten in dem Spiel, das er in den USA gegen den konservativen Klerus spielt, aber das Image in Bidens Heimat muss eine Wertschätzung wiederentdecken, die weiter unter einer Konsenserosion leidet und die Unterstützung des Papstes stoppen gilt als grundlegend.

Les États-Unis et le Vatican tentent d'améliorer leurs relations

 A l'occasion du déplacement à Rome pour le G20, le président américain Joe Biden comprend également une visite au Vatican pour rencontrer le pape François ; la rencontre est très pertinente car elle voit la confrontation entre les deux grands leaders catholiques mondiaux. Biden en est à sa première visite, en tant que président américain, au Vatican, mais la rencontre avec le pontife n'a rien de nouveau puisqu'elle a été précédée de deux visites en tant que vice-président, lors de son séjour à la Maison Blanche d'Obama. Biden est le deuxième président catholique américain, après Kennedy et arrive au Vatican après la présidence de Trump, qui avait été caractérisée par de profonds conflits avec Bergoglio d'un point de vue idéologique et politique sur des questions considérées comme fondamentales par le pape, comme le respect des droits de l'homme. , l'environnement et le traitement des immigrés. Ces sujets seront au centre même de l'agenda officiel de la rencontre, qui traitera également de la pandémie et de l'aide aux plus démunis. Il y a aussi une autre pertinence, certainement pas secondaire, de cette rencontre : le pontificat actuel n'entretient pas de bonnes relations avec la plupart des cardinaux et évêques américains, qui maintiennent des positions traditionalistes sur divers sujets à caractère social et qui se sont trop souvent retrouvés alignés avec Les positions ultra-conservatrices de Trump. Cette fracture a généré de profonds contrastes au point d'imaginer de possibles schismes au sein de l'Église catholique. L'échec de Trump à réélire, signifié pour le pape François, ainsi que l'élimination de la scène politique d'un opposant tenace, également du plus grand allié du clergé américain ultra-conservateur, qui se retrouve sans sa propre plus grande protection politique ; il est possible que le Pape recherche un soutien décisif sur cette question auprès du Président américain, qui devra soutenir cette position avec des politiques, sinon exactement alignées sur les souhaits du Vatican, du moins plus incisives sur les thèmes de la lutte contre la pauvreté, l'environnement et le traitement des immigrés. La sincérité religieuse de Biden ne fait aucun doute : le président américain est catholique pratiquant et se reconnaît dans la politique réformiste du Concile Vatican II, mais certaines de ses idées le placent également à une énorme distance de Bergoglio, notamment pour son opinion favorable à Avortement. Il peut y avoir de plus grandes opportunités de rapprochement sur les questions environnementales si Biden aborde le contenu de l'encyclique sur l'environnement « Laudato Be » pas trop bien reçu aux États-Unis ; de plus, la question environnementale est au cœur du voyage de Biden en Europe, car après le G20 en Italie, et après la visite au Vatican, le président américain se rendra à Glasgow pour le sommet sur le changement climatique. Une position plus proche de celle du Pape sur les questions environnementales officiellement sanctionnée lors d'un sommet mondial, pourrait témoigner d'une éloquente proximité entre les deux dirigeants, avec l'attente de positions américaines nouvelles et plus avancées sur le changement climatique et le respect de l'environnement, compte tenu également de la conséquences que le réchauffement climatique a causées partout dans le monde, où de plus en plus de catastrophes naturelles sont enregistrées. Malgré ces possibles points de rencontre, les divergences entre Biden et le Pape restent très fortes au sujet de l'accueil des immigrés : les récents événements à la frontière américaine et le traitement réservé aux Haïtiens qui tentaient d'entrer aux États-Unis ont montré que l'absence d'un différence substantielle avec l'action de Trump marquée par le rejet continu des réfugiés, d'ailleurs, le pontificat de Bergoglio a toujours été centré sur la défense des plus faibles et l'abandon de l'Afghanistan, qui a plongé le pays dans le chaos et l'a fait reculer d'années, voulu par Biden lui-même, a été accueilli de manière très mécontente par le Pape. L'impression est qu'entre les deux, Biden a besoin d'un soutien moral et d'une proximité politique avec le Pontife, afin de le passer chez lui, où les sondages disent que l'approbation du président est au plus bas. Certes, Bergoglio a également besoin d'un allié important dans le jeu qu'il joue aux États-Unis contre le clergé conservateur, mais l'image dans la patrie de Biden a besoin de redécouvrir une appréciation qui continue de subir une érosion du consensus et d'arrêter le soutien du pape. est considérée comme fondamentale.

EUA e Vaticano tentam melhorar suas relações

 Por ocasião da viagem a Roma para o G20, o presidente americano Joe Biden também inclui uma visita ao Vaticano para se encontrar com o Papa Francisco; o encontro é muito relevante porque mostra o confronto entre os dois principais líderes católicos mundiais. Biden está em sua primeira visita, como presidente dos Estados Unidos, ao Vaticano, mas o encontro com o pontífice não é novidade, pois foi precedido por duas visitas como vice-presidente, durante sua estada na Casa Branca de Obama. Biden é o segundo presidente católico dos Estados Unidos, depois de Kennedy e chega ao Vaticano após a presidência de Trump, que se caracterizou por profundos conflitos com Bergoglio do ponto de vista ideológico e político em questões consideradas fundamentais pelo Papa, como o respeito aos direitos humanos , meio ambiente e tratamento dos imigrantes. Esses temas estarão no centro da agenda oficial do encontro, que também tratará da pandemia e da ajuda aos mais pobres. Há também uma outra relevância, certamente não secundária, deste encontro: o atual pontificado não mantém boas relações com a maioria dos cardeais e bispos americanos, que mantêm posições tradicionalistas sobre vários temas de natureza social e que muitas vezes se encontraram alinhados com As posições ultraconservadoras de Trump. Essa fratura gerou contrastes profundos a ponto de imaginar possíveis cismas dentro da Igreja Católica. O fracasso de Trump em reeleger, significou para o Papa Francisco, bem como a eliminação do cenário político de um adversário tenaz, também do maior aliado do clero americano ultraconservador, que se encontra sem sua própria maior proteção política; é possível que o Papa busque apoio decisivo sobre esta questão do Presidente americano, que deverá apoiar esta posição com políticas, se não exatamente alinhadas com os desejos do Vaticano, pelo menos mais incisivas nos temas da luta contra pobreza, meio ambiente e tratamento dos imigrantes. Não há dúvidas sobre a sinceridade religiosa de Biden: o presidente dos Estados Unidos é um católico praticante e se reconhece na política reformista do Concílio Vaticano II, mas algumas de suas ideias também o colocam a uma enorme distância de Bergoglio, especialmente por sua opinião favorável a aborto. Pode haver maiores oportunidades de reaproximação sobre questões ambientais se Biden abordar o conteúdo da encíclica sobre o meio ambiente "Laudato Be" não muito bem recebida nos Estados Unidos; além disso, a questão ambiental é central para a viagem de Biden à Europa, porque depois do G20 na Itália, e depois da visita ao Vaticano, o presidente americano irá a Glasgow para a cúpula sobre mudanças climáticas. Uma posição mais próxima da do Papa sobre as questões ambientais oficialmente sancionada em uma cúpula mundial, poderia testemunhar uma eloqüente proximidade entre os dois líderes, com a expectativa de novas e mais avançadas posições dos Estados Unidos sobre as mudanças climáticas e respeito ao meio ambiente, também dada a consequências que o aquecimento global tem causado em todo o mundo, onde cada vez mais desastres naturais são registrados. Apesar desses possíveis pontos de encontro, as diferenças entre Biden e o Papa continuam muito fortes no tema do acolhimento aos imigrantes: os recentes acontecimentos na fronteira americana e o tratamento reservado aos haitianos que tentaram entrar nos Estados Unidos mostraram que a falta de um diferença substancial com a ação de Trump marcada pela contínua rejeição dos refugiados, aliás, o pontificado de Bergoglio sempre esteve centrado na defesa dos mais fracos e no abandono do Afeganistão, que lançou o país no caos e o trouxe de volta anos, procurado por Biden ele próprio, foi acolhido de forma muito desagradável pelo Papa.A impressão é que entre os dois, Biden necessita de apoio moral e de proximidade política com o Pontífice, para o poder passar em casa, onde as sondagens dizem que é a aprovação do presidente está em um ponto mais baixo. Certamente Bergoglio também precisa de um aliado importante no jogo que está jogando nos Estados Unidos contra o clero conservador, mas a imagem na pátria de Biden precisa redescobrir um apreço que continua a sofrer uma erosão do consenso e para impedi-lo do apoio do Papa é considerado fundamental.

США и Ватикан пытаются наладить отношения

 По случаю поездки в Рим на «Группу двадцати» президент США Джо Байден также планирует посетить Ватикан для встречи с Папой Франциском; Встреча очень актуальна, потому что видит противостояние двух крупнейших мировых католических лидеров. Байден находится с первым визитом в качестве президента США в Ватикан, но встреча с понтификом не является чем-то новым, поскольку ей предшествовали два визита в качестве вице-президента во время его пребывания в Белом доме Обамы. Байден является вторым президентом США-католиком после Кеннеди и прибывает в Ватикан после президентства Трампа, которое характеризовалось глубокими конфликтами с Бергольо с идеологической и политической точки зрения по вопросам, которые Папа считал фундаментальными, таким как уважение прав человека. , окружающая среда и обращение с иммигрантами. Эти темы будут в самом центре официальной повестки дня встречи, которая также будет посвящена пандемии и помощи беднейшим слоям населения. Есть и еще одна актуальность этой встречи, конечно, не второстепенная: нынешний понтификат не имеет хороших отношений с большинством американских кардиналов и епископов, которые придерживаются традиционалистских позиций по различным темам социального характера и которые слишком часто оказываются согласными с Ультраконсервативные позиции Трампа. Этот раскол породил глубокие противоречия до такой степени, что можно представить себе возможные расколы внутри Католической церкви. Неспособность Трампа переизбрать, предназначенная для Папы Франциска, а также устранение с политической сцены стойкого оппонента, а также главного союзника ультраконсервативного американского духовенства, оказавшегося без собственной большей политической защиты; возможно, что Папа будет искать решительную поддержку в этом вопросе у американского президента, который должен будет поддержать эту позицию политикой, если не в точном соответствии с пожеланиями Ватикана, то, по крайней мере, более проницательной по темам борьбы с бедность, окружающая среда и обращение с иммигрантами. Нет сомнений в религиозной искренности Байдена: президент США является практикующим католиком и признает себя в реформистской политике Второго Ватиканского Собора, однако некоторые из его идей также ставят его на огромное расстояние от Бергольо, особенно из-за его благоприятного мнения. аборт. Возможности для сближения по вопросам окружающей среды могут быть больше, если Байден приблизится к содержанию энциклики об окружающей среде "Laudato Be", не слишком благосклонно принятой в Соединенных Штатах; Более того, экологическая проблема занимает центральное место в поездке Байдена в Европу, потому что после G20 в Италии и после визита в Ватикан американский президент поедет в Глазго на саммит по изменению климата. Позиция, близкая к позиции Папы по экологическим вопросам, официально санкционированной на всемирном саммите, может свидетельствовать о красноречивой близости между двумя лидерами в ожидании новых и более продвинутых позиций США по изменению климата и уважению окружающей среды, также с учетом последствия глобального потепления во всем мире, где регистрируется все больше и больше стихийных бедствий. Несмотря на эти возможные точки встречи, разногласия между Байденом и Папой по-прежнему очень сильны в отношении приема иммигрантов: недавние события на американской границе и обращение с гаитянами, пытавшимися въехать в Соединенные Штаты, показали, что отсутствие существенное отличие от действий Трампа, отмеченных постоянным отказом от беженцев, более того, понтификат Бергольо всегда был сосредоточен на защите самых слабых и отказе от Афганистана, что ввергло страну в хаос и отбросило ее на годы назад, разыскиваемые Байденом. Папа очень недовольно приветствовал самого себя. Создается впечатление, что Байден нуждается в моральной поддержке и политической близости с Понтификом, чтобы провести его дома, где, как показывают опросы, одобрение президента находится на рекордно низком уровне. Конечно, Бергольо также нужен важный союзник в игре, которую он играет в США против консервативного духовенства, но имидж на родине Байдена должен заново открыть для себя понимание, которое продолжает страдать от эрозии консенсуса, и остановить его поддержку Папы. считается фундаментальным.

美國和梵蒂岡試圖改善關係

 在二十國集團羅馬之行之際,美國總統喬拜登還包括訪問梵蒂岡,與教宗方濟各會面;這次會議非常重要,因為它看到了世界兩大天主教領袖之間的對抗。拜登是作為美國總統第一次訪問梵蒂岡,但與教皇的會面並不是什麼新鮮事,因為在此之前,他曾兩次以副總統身份訪問梵蒂岡,當時他在奧巴馬的白宮逗留期間。拜登是繼肯尼迪之後的第二位美國天主教總統,並在特朗普擔任總統後抵達梵蒂岡,其特點是與貝爾戈利奧從意識形態和政治角度在教皇認為基本的問題上發生了深刻的衝突,例如尊重人權、環境和移民待遇。這些主題將成為會議官方議程的核心,會議還將處理大流行病和對最貧困人口的援助。本次會議還有另一個相關性,當然不是次要的:現任教皇與大多數美國紅衣主教和主教關係不佳,他們在各種社會性質的話題上保持傳統主義立場,並且經常發現與特朗普的極端保守立場。這種斷裂與想像天主教會內部可能的分裂產生了深刻的對比。特朗普未能連任,這對教宗方濟各而言意味著從政治舞台上被淘汰,這個頑固的對手也是極端保守的美國神職人員的最大盟友,他們發現自己沒有更大的政治保護;教皇有可能在這個問題上尋求美國總統的決定性支持,美國總統將不得不通過政策支持這一立場,如果不完全符合梵蒂岡的願望,至少在反對的主題上更加精闢。貧困、環境和移民待遇。拜登的宗教誠意是毋庸置疑的:這位美國總統是一名虔誠的天主教徒,在梵蒂岡第二屆理事會的改革政策中承認自己,但他的一些想法也使他與貝爾戈利奧有很大的距離,特別是他的觀點有利於流產。如果拜登接近在美國不太受歡迎的環境通諭“Laudato Be”的內容,那麼在環境問題上可能會有更大的和解機會;此外,環境問題是拜登歐洲之行的核心,因為在意大利G20之後,以及在訪問梵蒂岡之後,美國總統將前往格拉斯哥參加氣候變化峰會。在世界首腦會議上正式批准的在環境問題上更接近教皇的立場,可以證明兩位領導人之間雄辯的親密關係,期待美國在氣候變化和尊重環境方面採取新的和更先進的立場,也考慮到全球變暖在世界各地造成的後果,記錄了越來越多的自然災害。儘管有這些可能的交匯點,拜登和教皇在歡迎移民問題上的分歧仍然很大:最近發生在美國邊境的事件以及為試圖進入美國的海地人保留的待遇表明,缺乏與特朗普以不斷拒絕難民為標誌的行動有本質區別,而且,貝爾戈利奧的上位一直集中在捍衛最弱者和拋棄阿富汗,這使國家陷入混亂並使其倒退多年,這是拜登通緝的自己,受到教皇非常不高興的歡迎。印像是,在兩人之間,拜登需要與教皇的道義支持和政治親近,才能在家裡度過,民意調查顯示總統的批准處於歷史最低點。當然,貝爾戈利奧在美國與保守派神職人員的比賽中也需要一個重要的盟友,但拜登家鄉的形象需要重新發現一種繼續遭受共識侵蝕的讚賞,並阻止教皇的支持被認為是基本的。

アメリカとバチカンは彼らの関係を改善しようとしています

 G20のためのローマへの旅行の際に、アメリカのジョー・バイデン大統領はまた、教皇フランシスコに会うためにバチカンへの訪問を含みます。それは2人の主要な世界のカトリック指導者の間の対立を見るので、会議は非常に関連性があります。バイデンは米国大統領として初めてバチカンを訪問しているが、オバマ大統領のホワイトハウス滞在中に副大統領として2回訪問した前に、神祇官との会談は目新しいものではなかった。バイデンはケネディに次ぐ2番目の米国カトリック大統領であり、人権の尊重など、教皇によって基本的と見なされる問題に関するイデオロギー的および政治的観点からベルゴリオとの深刻な対立を特徴としていたトランプ大統領の後にバチカンに到着します、環境。そして移民の扱い。これらのトピックは、会議の公式議題の中心にあり、パンデミックと最貧層への援助にも対処します。この会議には、確かに二次的ではない別の関連性もあります。現在の教皇は、社会的性質のさまざまなトピックについて伝統主義的な立場を維持し、あまりにも頻繁に一致しているとわかっているアメリカの枢機卿や司教のほとんどと良好な関係を持っていません。トランプの非常に保守的な立場。この骨折は、カトリック教会内で起こりうる分裂を想像するという点とは非常に対照的です。トランプの再選の失敗は、教皇フランシスコのためのものであり、粘り強い敵の政治的場面からの排除であり、彼ら自身のより大きな政治的保護なしに自分自身を見つける超保守的なアメリカの聖職者の最大の同盟国でもあります。教皇がこの問題について決定的な支持を求める可能性があります。アメリカ大統領は、バチカンの意向と正確に一致していなくても、少なくとも戦いのテーマについてより鋭敏な政策でこの立場を支持しなければなりません。貧困、環境、移民の扱い。バイデンの宗教的誠実さに疑いの余地はありません。米国大統領はカトリックを実践しており、第二バチカン公会議の改革主義政策に自分自身を認めていますが、彼の考えのいくつかは、特に彼の意見が有利であるため、ベルゴリオから非常に離れています。中絶。バイデンが米国であまり好意的に受け入れられていない環境「ラウダート・ビー」の回勅の内容に近づくならば、環境問題についての和解のより大きな機会があるかもしれません。さらに、環境問題はバイデンのヨーロッパへの旅行の中心です。なぜなら、イタリアでのG20の後、そしてバチカンへの訪問の後、アメリカ大統領は気候変動に関するサミットのためにグラスゴーに行くからです。世界サミットで公式に認可された環境問題に関する教皇の立場に近い立場は、気候変動と環境の尊重に関する新しいより高度な米国の立場を期待して、2人の指導者間の雄弁な親密さを証明する可能性があります。地球温暖化が世界中で引き起こした結果、ますます多くの自然災害が記録されています。これらの可能な出会いのポイントにもかかわらず、バイデンと教皇の間の違いは、移民を歓迎するという点で非常に強いままです:アメリカの国境での最近の出来事とアメリカに入国しようとしたハイチ人のために予約された扱いは、難民の絶え間ない拒絶によって特徴づけられるトランプの行動との実質的な違い、さらに、ベルゴリオの教皇は常に最弱者の防衛とアフガニスタンの放棄に集中してきました。バイデンは、家で過ごすために、教皇との道徳的支援と政治的親密さを必要としているという印象があります。史上最低です。確かにベルゴリオはまた、保守的な聖職者に対して彼が米国でプレイしているゲームで重要な同盟国を必要としていますが、バイデンの故郷のイメージは、コンセンサスの侵食に苦しみ続けている感謝を再発見し、それを教皇の支持を止める必要があります基本と見なされます。

تحاول الولايات المتحدة والفاتيكان تحسين العلاقات بينهما

 وبمناسبة رحلته إلى روما لحضور مجموعة العشرين ، يتضمن الرئيس الأمريكي جو بايدن أيضًا زيارة إلى الفاتيكان للقاء البابا فرانسيس. الاجتماع مهم للغاية لأنه يرى المواجهة بين الزعيمين الكاثوليكيين العالميين الرئيسيين. يقوم بايدن بزيارته الأولى ، كرئيس للولايات المتحدة ، إلى الفاتيكان ، لكن اللقاء مع البابا ليس بالأمر الجديد حيث سبقته زيارتان كنائب للرئيس ، خلال إقامته في البيت الأبيض في عهد أوباما. بايدن هو ثاني رئيس كاثوليكي للولايات المتحدة ، بعد كينيدي ، ويصل إلى الفاتيكان بعد رئاسة ترامب ، والتي اتسمت بصراعات عميقة مع بيرغوليو من وجهة نظر أيديولوجية وسياسية حول قضايا اعتبرها البابا أساسية ، مثل احترام حقوق الإنسان. والبيئة ومعاملة المهاجرين. ستكون هذه الموضوعات في صميم جدول الأعمال الرسمي للاجتماع ، والذي سيتعامل أيضًا مع الوباء ومساعدة الفئات الأكثر فقرًا. هناك أيضًا صلة أخرى ، بالتأكيد ليست ثانوية ، لهذا الاجتماع: لا تتمتع البابوية الحالية بعلاقات جيدة مع معظم الكرادلة والأساقفة الأمريكيين ، الذين يحتفظون بمواقف تقليدية حول مواضيع مختلفة ذات طبيعة اجتماعية والذين وجدوا في كثير من الأحيان متوافقين مع مواقف ترامب المتشددة. أحدث هذا الكسر تناقضات عميقة لدرجة تخيل الانقسامات المحتملة داخل الكنيسة الكاثوليكية. فشل ترامب في إعادة انتخابه ، المقصود منه البابا فرانسيس ، وكذلك إقصاء خصم عنيد من المشهد السياسي ، وهو أيضًا أكبر حليف لرجال الدين الأمريكيين المحافظين ، الذين يجدون أنفسهم بدون حماية سياسية أكبر ؛ من الممكن أن يسعى البابا للحصول على دعم حاسم بشأن هذه القضية من الرئيس الأمريكي ، الذي سيتعين عليه دعم هذا الموقف بسياسات ، إن لم تكن تتماشى تمامًا مع رغبات الفاتيكان ، على الأقل أكثر ثباتًا في موضوعات مكافحة الفقر والبيئة ومعاملة المهاجرين. لا شك في الإخلاص الديني لبايدن: رئيس الولايات المتحدة هو كاثوليكي متدين ويعترف بنفسه في السياسة الإصلاحية لمجلس الفاتيكان الثاني ، ولكن بعض أفكاره تضعه أيضًا على مسافة كبيرة من بيرغوليو ، خاصة لرأيه المؤيد إجهاض. قد تكون هناك فرص أكبر للتقارب بشأن القضايا البيئية إذا اقترب بايدن من محتويات الرسالة العامة عن البيئة "Laudato Be" التي لم يتم استقبالها بشكل إيجابي في الولايات المتحدة ؛ علاوة على ذلك ، فإن القضية البيئية هي محور رحلة بايدن إلى أوروبا ، لأنه بعد مجموعة العشرين في إيطاليا ، وبعد زيارة الفاتيكان ، سيتوجه الرئيس الأمريكي إلى غلاسكو لحضور قمة تغير المناخ. إن موقفًا أقرب إلى موقف البابا بشأن القضايا البيئية التي تمت الموافقة عليها رسميًا في قمة عالمية ، يمكن أن يشهد على التقارب البليغ بين الزعيمين ، مع توقع مواقف أمريكية جديدة وأكثر تقدمًا بشأن تغير المناخ واحترام البيئة ، أيضًا بالنظر إلى العواقب التي تسبب فيها الاحتباس الحراري في جميع أنحاء العالم ، حيث يتم تسجيل المزيد والمزيد من الكوارث الطبيعية. على الرغم من نقاط الالتقاء المحتملة هذه ، لا تزال الخلافات بين بايدن والبابا قوية جدًا بشأن موضوع الترحيب بالمهاجرين: فقد أظهرت الأحداث الأخيرة على الحدود الأمريكية والمعاملة المخصصة للهايتيين الذين حاولوا دخول الولايات المتحدة أن عدم وجود اختلاف جوهري مع تصرفات ترامب التي تميزت بالرفض المستمر للاجئين ، علاوة على ذلك ، تركزت حبرية بيرغوليو دائمًا على الدفاع عن الأضعف والتخلي عن أفغانستان ، الأمر الذي ألقى بالبلاد في حالة من الفوضى وأعادها لسنوات ، مطلوبًا من قبل بايدن. هو نفسه ، رحب به البابا بطريقة مستاءة للغاية. والانطباع هو أنه بين الاثنين ، يحتاج بايدن إلى دعم معنوي وتقارب سياسي مع الحبر الأعظم ، من أجل إنفاقه في المنزل ، حيث تقول استطلاعات الرأي أن موافقة الرئيس هو في أدنى مستوياته على الإطلاق. بالتأكيد يحتاج بيرجوليو أيضًا إلى حليف مهم في اللعبة التي يلعبها في الولايات المتحدة ضد رجال الدين المحافظين ، لكن الصورة في موطن بايدن تحتاج إلى إعادة اكتشاف التقدير الذي لا يزال يعاني من تآكل الإجماع وإيقافه بدعم البابا. تعتبر أساسية.

venerdì 22 ottobre 2021

Gli USA difenderanno Taiwan in caso di attacco cinese

 Nella questione di Taiwan si alza pericolosamente il livello dello scontro, dopo che il presidente USA ha espressamente dichiarato che le forze armate statunitensi si impegneranno direttamente nella difesa dell’isola se la Cina intenderà esercitare una opzione militare per riportare Taiwan sotto il suo governo. Biden ha equiparato l’impegno ufficiale per la difesa dei paesi che compongono l’Alleanza Atlantica, estendendolo anche a Giappone, Corea del Sud ed, appunto, Taiwan. L’intenzione dell’inquilino della Casa Bianca appare chiara: costituire un argine contro le ambizioni cinesi nella regione; la dichiarazione, tuttavia, non ha implicato la sola opzione militare, infatti, Biden ha parlato di contrastare il progetto cinese di riunificazione, prima di tutto attraverso le soluzioni diplomatiche, ma, in caso di fallimento di questa soluzione, non resterebbe alternativa ad un impegno militare diretto. In realtà questo impegno è già iniziato con l’invio di istruttori militari, che hanno il compito di formare le forze armate di Taiwan a fronteggiare una eventuale invasione di Pechino; ma il passo ulteriore di dichiarare ufficialmente la possibilità di un coinvolgimento diretto di militari statunitensi nella difesa di Taiwan, significa un avviso politico netto diretto alla Cina. Peraltro questo sviluppo rappresenta la logica conseguenza di una politica statunitense nei confronti di Taiwan, che ha sempre riguardato forniture militari, malgrado un mancato riconoscimento ufficiale a cui si è rimediato con l’invio di rappresentanze diplomatiche mascherate da rappresentanze commerciali; inoltre già con Obama si è concretizzata la centralità dell’area nella politica estera americana, a discapito di quella europea e medio orientale, questa tendenza è proseguita con Trump, mentre con Biden risulta addirittura accentuata. Il presidio delle vie commerciali marine e la supremazia americana regionale è diventata preminente, soprattutto da quando la Cina ha aumentato la sua capacità militare ed ha dispiegato la sua potenza economica, fattori che hanno determinato l’esigenza americana di operare un contenimento di Pechino con tutti i mezzi disponibili. La dichiarazione di Biden pone anche interrogativi sulle reali ragioni del repentino ritiro dall’Afghanistan: esigenza di adempiere alle promesse del programma elettorale o necessità di disporre delle forze armate statunitensi per essere schierate in altri teatri di guerra? La questione non è secondaria, perché proprio il disimpegno dal paese afghano, ricordiamolo non concordato con gli alleati, permette la grande disponibilità di effettivi militari da schierare a Taiwan. Se questa possibilità è vera, il piano di Biden per Taiwan sarebbe già avviato e pianificato da tempo. La posizione della Cina è sempre la stessa ed è dettata dalla considerazione di non tollerare alcuna ingerenza nella propria politica interna e nell’intenzione di riunificare il paese, promettendo di seguire, come ad Hong Kong, il sistema un paese due sistemi. La mancata disponibilità di Taiwan è non è stata presa bene a Pechino, che ha intensificato la pressione sull’isola con il sorvolo di circa centocinquanta aerei militari: una azione in grado potenzialmente di generare pericolosi incidenti e non solo a livello diplomatico, probabilmente è stata proprio questa iniziativa a causare la reazione pubblica di Biden. La Cina ha avvertito di non accettare compromessi sulla questione di Taiwan ed ha ammonito Washington a non mandare segnali sbagliati in aperto contrasto con l’integrità del territorio cinese e la sovranità del governo di Pechino, sui quali non saranno accettati compromessi e non esistono margini di trattativa. L’avviso del governo cinese agli Stati Uniti, per ora, è quello di non compromettere le relazioni tra i due paesi con un atteggiamento apertamente ostile. Per la soluzione della questione non si annunciano tempi rapidi e non è neppure facile fare una previsione, data l’inamovibilità delle rispettive posizioni; il pericolo di un conflitto è però concreto, con potenziali ripercussioni enormi sugli assetti commerciali che riguarderebbero tutte le economie del pianeta, anche se solo si trattasse di un irrigidimento diplomatico tra le due parti. Dopo la pandemia, per altro non ancora risolta, un possibile blocco delle vie commerciali marine potrebbe generare un nuovo blocco produttivo in grado di fermare gli scambi in maniera globale, se poi ci dovesse essere un conflitto tra le due maggiori potenze mondiali, sarebbe necessario rivedere ogni prospettiva per evitare la crisi economica totale.

The US will defend Taiwan in the event of a Chinese attack

 In the Taiwan issue, the level of confrontation rises dangerously, after the US president has expressly declared that the US military will directly engage in the defense of the island if China intends to exercise a military option to bring Taiwan back under its rule. Biden has equated the official commitment to the defense of the countries that make up the Atlantic Alliance, also extending it to Japan, South Korea and, in fact, Taiwan. The White House tenant's intention is clear: to act as a barrier against Chinese ambitions in the region; the declaration, however, did not imply the only military option, in fact, Biden spoke of opposing the Chinese reunification project, first of all through diplomatic solutions, but, in the event of failure of this solution, there would be no alternative to a commitment direct military. In reality, this commitment has already begun with the sending of military instructors, who have the task of training the armed forces of Taiwan to face a possible invasion of Beijing; but the further step of officially declaring the possibility of direct US military involvement in Taiwan's defense means a clear political warning directed at China. Moreover, this development represents the logical consequence of a US policy towards Taiwan, which has always involved military supplies, despite a lack of official recognition which has been remedied by sending diplomatic representations disguised as commercial representatives; moreover, the centrality of the area in American foreign policy has already materialized with Obama, to the detriment of that of Europe and the Middle East, this trend has continued with Trump, while with Biden it is even accentuated. The garrison of marine trade routes and American regional supremacy has become paramount, especially since China has increased its military capacity and deployed its economic power, factors that have determined the American need to carry out a containment of Beijing with all the means available. Biden's statement also raises questions about the real reasons for the sudden withdrawal from Afghanistan: need to fulfill the promises of the electoral program or need to have the US military to be deployed in other theaters of war? The issue is not secondary, because precisely the disengagement from the Afghan country, let us remember not agreed with the allies, allows the great availability of military personnel to be deployed in Taiwan. If this possibility is true, Biden's plan for Taiwan has already been underway and planned for some time. The position of China is always the same and is dictated by the consideration of not tolerating any interference in its internal policy and the intention to reunify the country, promising to follow, as in Hong Kong, the one country system of two systems. The lack of availability of Taiwan has not been taken well in Beijing, which has intensified the pressure on the island with the overflight of about one hundred and fifty military aircraft: an action that could potentially generate dangerous accidents and not only at the diplomatic level, it was probably it was this initiative that caused Biden's public reaction. China warned not to accept compromises on the Taiwan issue and warned Washington not to send wrong signals in open conflict with the integrity of the Chinese territory and the sovereignty of the Beijing government, on which no compromises will be accepted and there is no room for negotiation. The Chinese government's warning to the United States, for now, is not to compromise relations between the two countries with an openly hostile attitude. No rapid times are announced for the solution of the question and it is not even easy to make a forecast, given the immovability of the respective positions; the danger of a conflict, however, is concrete, with potential enormous repercussions on the commercial structures that would affect all the economies of the planet, even if only it were a diplomatic tightening between the two parties. After the pandemic, which has not yet been resolved, a possible blockade of marine trade routes could generate a new production block capable of stopping trade globally, if there were to be a conflict between the two major world powers, it would be necessary to review every prospect to avoid the total economic crisis.

Estados Unidos defenderá a Taiwán en caso de un ataque chino

 En el tema de Taiwán, el nivel de confrontación aumenta peligrosamente, luego de que el presidente estadounidense declarara expresamente que el ejército estadounidense participará directamente en la defensa de la isla si China tiene la intención de ejercer una opción militar para devolver a Taiwán bajo su dominio. Biden equiparó el compromiso oficial con la defensa de los países que integran la Alianza Atlántica, extendiéndolo también a Japón, Corea del Sur y, de hecho, Taiwán. La intención del inquilino de la Casa Blanca es clara: actuar como barrera contra las ambiciones chinas en la región; La declaración, sin embargo, no implicaba la única opción militar, de hecho, Biden habló de oponerse al proyecto de reunificación chino, en primer lugar a través de soluciones diplomáticas, pero, en caso de fracaso de esta solución, no habría alternativa a una compromiso militar directo. En realidad, este compromiso ya comenzó con el envío de instructores militares, quienes tienen la tarea de entrenar a las fuerzas armadas de Taiwán para enfrentar una posible invasión de Beijing; pero el paso adicional de declarar oficialmente la posibilidad de una participación militar directa de Estados Unidos en la defensa de Taiwán significa una clara advertencia política dirigida a China. Además, este hecho representa la consecuencia lógica de una política estadounidense hacia Taiwán, que siempre ha involucrado suministros militares, a pesar de la falta de reconocimiento oficial que se ha subsanado enviando representantes diplomáticos disfrazados de representantes comerciales; Además, la centralidad del área en la política exterior estadounidense ya se ha materializado con Obama, en detrimento de la de Europa y Medio Oriente, esta tendencia ha continuado con Trump, mientras que con Biden incluso se acentúa. La guarnición de las rutas comerciales marítimas y la supremacía regional estadounidense se ha convertido en primordial, especialmente desde que China ha aumentado su capacidad militar y desplegado su poder económico, factores que han determinado la necesidad estadounidense de llevar a cabo una contención de Pekín con todos los medios disponibles. La declaración de Biden también plantea preguntas sobre las verdaderas razones de la repentina retirada de Afganistán: ¿necesidad de cumplir las promesas del programa electoral o necesidad de que el ejército estadounidense se despliegue en otros escenarios de guerra? El tema no es secundario, porque precisamente la desvinculación del país afgano, recordemos no pactada con los aliados, permite la gran disponibilidad de personal militar para ser desplegado en Taiwán. Si esta posibilidad es cierta, el plan de Biden para Taiwán ya ha estado en marcha y planeado desde hace algún tiempo. La posición de China es siempre la misma y está dictada por la consideración de no tolerar ninguna injerencia en su política interna y la intención de reunificar el país, prometiendo seguir, como en Hong Kong, el sistema de un solo país de dos sistemas. La falta de disponibilidad de Taiwán no se ha tomado bien en Pekín, lo que ha intensificado la presión sobre la isla con el sobrevuelo de unos ciento cincuenta aviones militares: una acción que podría generar potencialmente peligrosos accidentes y no solo a nivel diplomático, Probablemente fue esta iniciativa la que provocó la reacción pública de Biden. China advirtió que no acepte compromisos sobre el tema de Taiwán y advirtió a Washington que no envíe señales equivocadas en conflicto abierto con la integridad del territorio chino y la soberanía del gobierno de Beijing, sobre el cual no se aceptarán compromisos y no hay espacio para la negociación. . La advertencia del gobierno chino a Estados Unidos, por ahora, es no comprometer las relaciones entre los dos países con una actitud abiertamente hostil. No se anuncian tiempos rápidos para la solución de la cuestión y ni siquiera es fácil hacer un pronóstico, dada la inmovilidad de las respectivas posiciones; el peligro de un conflicto, sin embargo, es concreto, con enormes repercusiones potenciales sobre las estructuras comerciales que afectarían a todas las economías del planeta, aunque solo fuera un endurecimiento diplomático entre las dos partes. Luego de la pandemia, que aún no ha sido resuelta, un posible bloqueo de las rutas comerciales marítimas podría generar un nuevo bloque productivo capaz de frenar el comercio a nivel mundial, de existir un conflicto entre las dos grandes potencias mundiales, sería necesario revisar todas las perspectivas para evitar la crisis económica total.

Die USA werden Taiwan im Falle eines chinesischen Angriffs verteidigen

 In der Taiwan-Frage steigt das Ausmaß der Konfrontation gefährlich an, nachdem der US-Präsident ausdrücklich erklärt hat, dass das US-Militär sich direkt an der Verteidigung der Insel beteiligen wird, wenn China eine militärische Option wahrnehmen will, um Taiwan wieder unter seine Herrschaft zu bringen. Biden hat die offizielle Verpflichtung zur Verteidigung der Länder, die das Atlantische Bündnis bilden, gleichgesetzt und es auch auf Japan, Südkorea und tatsächlich Taiwan ausgeweitet. Die Absicht des Mieters des Weißen Hauses ist klar: als Barriere gegen chinesische Ambitionen in der Region zu wirken; die Erklärung implizierte jedoch nicht die einzige militärische Option, tatsächlich sprach Biden davon, sich dem chinesischen Wiedervereinigungsprojekt zu widersetzen, zunächst durch diplomatische Lösungen, aber im Falle eines Scheiterns dieser Lösung gäbe es keine Alternative zu a Engagement direkt militärisch. In Wirklichkeit hat dieses Engagement bereits mit der Entsendung von Militärausbildern begonnen, die die Aufgabe haben, die Streitkräfte Taiwans für eine mögliche Invasion in Peking auszubilden; aber der weitere Schritt, die Möglichkeit einer direkten militärischen Beteiligung der USA an Taiwans Verteidigung offiziell zu erklären, bedeutet eine klare politische Warnung an China. Darüber hinaus ist diese Entwicklung die logische Konsequenz einer US-Politik gegenüber Taiwan, die trotz fehlender offizieller Anerkennung, die durch die Entsendung von als Handelsvertreter getarnten diplomatischen Vertretern behoben wurde, immer auch militärische Lieferungen beinhaltete; zudem hat sich die zentrale Bedeutung des Gebiets in der amerikanischen Außenpolitik bereits bei Obama zu Lasten Europas und des Nahen Ostens verwirklicht, bei Trump hat sich dieser Trend fortgesetzt, bei Biden wird er sogar noch akzentuiert. Die Garnison von Seehandelsrouten und die regionale Vormachtstellung der USA sind von größter Bedeutung, insbesondere seit China seine militärischen Kapazitäten erhöht und seine Wirtschaftskraft entfaltet hat, Faktoren, die die amerikanische Notwendigkeit bestimmt haben, Peking mit allen verfügbaren Mitteln einzudämmen. Bidens Erklärung wirft auch Fragen nach den wahren Gründen für den plötzlichen Rückzug aus Afghanistan auf: Muss man die Versprechen des Wahlprogramms erfüllen oder muss das US-Militär auf anderen Kriegsschauplätzen eingesetzt werden? Die Frage ist nicht zweitrangig, denn gerade der Rückzug aus dem afghanischen Land, erinnern wir uns nicht mit den Verbündeten vereinbart, ermöglicht die große Verfügbarkeit von Militärpersonal in Taiwan. Wenn diese Möglichkeit zutrifft, ist Bidens Plan für Taiwan bereits im Gange und seit einiger Zeit geplant. Die Position Chinas ist immer dieselbe und wird von der Überlegung bestimmt, keine Einmischung in seine Innenpolitik zu dulden, und die Absicht, das Land wieder zu vereinen, und verspricht, wie in Hongkong dem Ein-Länder-System der zwei Systeme zu folgen. Die mangelnde Verfügbarkeit Taiwans wurde in Peking nicht gut aufgenommen, was den Druck auf die Insel mit dem Überflug von etwa einhundertfünfzig Militärflugzeugen verstärkt hat: eine Aktion, die nicht nur auf diplomatischer Ebene potenziell gefährliche Unfälle verursachen könnte, wahrscheinlich war es diese Initiative, die Bidens öffentliche Reaktion auslöste. China warnte davor, in der Taiwan-Frage Kompromisse einzugehen und warnte Washington davor, im offenen Konflikt mit der Integrität des chinesischen Territoriums und der Souveränität der Pekinger Regierung falsche Signale zu senden, bei denen keine Kompromisse akzeptiert werden und es keinen Raum für Verhandlungen gibt . Die Warnung der chinesischen Regierung an die Vereinigten Staaten besteht vorerst darin, die Beziehungen zwischen den beiden Ländern nicht durch eine offen feindselige Haltung zu gefährden. Es werden keine schnellen Zeiten für die Lösung der Frage genannt und angesichts der Unbeweglichkeit der jeweiligen Positionen ist es nicht einmal einfach, eine Prognose abzugeben; Die Gefahr eines Konflikts ist jedoch konkret, mit potentiell enormen Auswirkungen auf die Handelsstrukturen, die alle Volkswirtschaften des Planeten betreffen würden, selbst wenn es nur eine diplomatische Verschärfung zwischen den beiden Parteien wäre. Nach der noch nicht gelösten Pandemie könnte eine mögliche Blockade der Seehandelsrouten einen neuen Produktionsblock erzeugen, der den weltweiten Handel stoppen könnte jede Aussicht, die totale Wirtschaftskrise zu vermeiden.

Les États-Unis défendront Taïwan en cas d'attaque chinoise

 Dans la question de Taiwan, le niveau de confrontation augmente dangereusement, après que le président américain a expressément déclaré que l'armée américaine s'engagerait directement dans la défense de l'île si la Chine entendait exercer une option militaire pour ramener Taiwan sous son autorité. Biden a assimilé l'engagement officiel à la défense des pays qui composent l'Alliance atlantique, l'étendant également au Japon, à la Corée du Sud et, en fait, à Taïwan. L'intention du locataire de la Maison Blanche est claire : faire barrière aux ambitions chinoises dans la région ; la déclaration n'impliquait cependant pas la seule option militaire, en fait, Biden a parlé de s'opposer au projet de réunification chinoise, d'abord par des solutions diplomatiques, mais, en cas d'échec de cette solution, il n'y aurait pas d'alternative à un engagement militaire direct. En réalité, cet engagement a déjà commencé avec l'envoi d'instructeurs militaires, qui ont pour mission d'entraîner les forces armées de Taiwan pour faire face à une éventuelle invasion de Pékin ; mais l'étape supplémentaire consistant à déclarer officiellement la possibilité d'une implication militaire directe des États-Unis dans la défense de Taiwan signifie un avertissement politique clair dirigé contre la Chine. De plus, cette évolution représente la conséquence logique d'une politique américaine à l'égard de Taïwan, qui a toujours impliqué des fournitures militaires, malgré un manque de reconnaissance officielle auquel a remédié l'envoi de représentants diplomatiques déguisés en représentants commerciaux ; de plus, la centralité du domaine dans la politique étrangère américaine s'est déjà matérialisée avec Obama, au détriment de celle de l'Europe et du Moyen-Orient, cette tendance s'est poursuivie avec Trump, tandis qu'avec Biden elle s'est même accentuée. La garnison des routes commerciales maritimes et la suprématie régionale américaine sont devenues primordiales, d'autant plus que la Chine a augmenté sa capacité militaire et déployé sa puissance économique, facteurs qui ont déterminé la nécessité américaine de mener à bien un confinement de Pékin avec tous les moyens disponibles. La déclaration de Biden soulève également des questions sur les véritables raisons du retrait soudain d'Afghanistan : besoin de tenir les promesses du programme électoral ou besoin d'avoir l'armée américaine à déployer sur d'autres théâtres de guerre ? L'enjeu n'est pas secondaire, car justement le désengagement du pays afghan, rappelons-le pas d'accord avec les alliés, permet la grande disponibilité des militaires à déployer à Taiwan. Si cette possibilité est vraie, le plan de Biden pour Taïwan est déjà en cours et planifié depuis un certain temps. La position de la Chine est toujours la même et est dictée par la considération de ne tolérer aucune ingérence dans sa politique intérieure et l'intention de réunifier le pays, promettant de suivre, comme à Hong Kong, le système d'un seul pays de deux systèmes. Le manque de disponibilité de Taïwan n'a pas été bien pris à Pékin, qui a intensifié la pression sur l'île avec le survol d'environ cent cinquante avions militaires : une action qui pourrait potentiellement générer des accidents dangereux et pas seulement au niveau diplomatique, c'est probablement cette initiative qui a provoqué la réaction publique de Biden. La Chine a averti de ne pas accepter de compromis sur la question de Taïwan et a averti Washington de ne pas envoyer de mauvais signaux en conflit ouvert avec l'intégrité du territoire chinois et la souveraineté du gouvernement de Pékin, sur lesquels aucun compromis ne sera accepté et il n'y a pas de place pour la négociation . L'avertissement du gouvernement chinois aux États-Unis, pour l'instant, est de ne pas compromettre les relations entre les deux pays avec une attitude ouvertement hostile. Aucun délai rapide n'est annoncé pour la solution de la question et il n'est même pas facile de faire un pronostic, étant donné l'immobilité des positions respectives ; le danger d'un conflit est pourtant concret, avec d'énormes répercussions potentielles sur les structures commerciales qui affecteraient toutes les économies de la planète, ne serait-ce qu'un resserrement diplomatique entre les deux parties. Après la pandémie, qui n'a pas encore été résolue, un éventuel blocus des routes commerciales maritimes pourrait générer un nouveau bloc de production capable d'arrêter le commerce au niveau mondial, s'il devait y avoir un conflit entre les deux grandes puissances mondiales, il faudrait revoir toutes les chances d'éviter la crise économique totale.

Os EUA defenderão Taiwan em caso de ataque chinês

 Na questão de Taiwan, o nível de confronto aumenta perigosamente, depois que o presidente dos EUA declarou expressamente que os militares dos EUA se envolverão diretamente na defesa da ilha se a China pretender exercer uma opção militar para trazer Taiwan de volta ao seu governo. Biden equiparou o compromisso oficial com a defesa dos países que integram a Aliança Atlântica, estendendo-o também ao Japão, Coréia do Sul e, de fato, Taiwan. A intenção do inquilino da Casa Branca é clara: atuar como uma barreira contra as ambições chinesas na região; a declaração, no entanto, não implicava a única opção militar, aliás, Biden falava em se opor ao projeto de reunificação chinesa, antes de tudo por meio de soluções diplomáticas, mas, no caso de fracasso dessa solução, não haveria alternativa a uma compromisso militar direto. Na realidade, esse compromisso já começou com o envio de instrutores militares, que têm a tarefa de treinar as forças armadas de Taiwan para enfrentar uma possível invasão de Pequim; mas o passo seguinte de declarar oficialmente a possibilidade de envolvimento militar direto dos EUA na defesa de Taiwan significa uma advertência política clara dirigida à China. Além disso, este desenvolvimento representa a consequência lógica de uma política dos Estados Unidos em relação a Taiwan, que sempre envolveu suprimentos militares, apesar da falta de reconhecimento oficial que foi remediado com o envio de representantes diplomáticos disfarçados de representantes comerciais; ademais, a centralidade da área na política externa americana já se materializou com Obama, em detrimento da Europa e do Oriente Médio, essa tendência continuou com Trump, enquanto com Biden é até mesmo acentuada. A guarnição das rotas comerciais marítimas e da supremacia regional americana tornou-se primordial, especialmente depois que a China aumentou sua capacidade militar e desdobrou seu poder econômico, fatores que determinaram a necessidade americana de realizar a contenção de Pequim com todos os meios disponíveis. A declaração de Biden também levanta questões sobre os reais motivos da repentina retirada do Afeganistão: necessidade de cumprir as promessas do programa eleitoral ou necessidade de militares dos EUA serem destacados em outros teatros de guerra? A questão não é secundária, porque justamente o desligamento do país afegão, lembremo-nos não acordados com os aliados, permite a grande disponibilidade de militares para serem destacados em Taiwan. Se essa possibilidade for verdadeira, o plano de Biden para Taiwan já está em andamento e planejado há algum tempo. A posição da China é sempre a mesma e ditada pela consideração de não tolerar qualquer ingerência na sua política interna e pela intenção de reunificar o país, prometendo seguir, como em Hong Kong, o sistema de um país de dois sistemas. A indisponibilidade de Taiwan não tem sido bem recebida em Pequim, o que intensificou a pressão sobre a ilha com o sobrevoo de cerca de cento e cinquenta aviões militares: uma ação que pode gerar acidentes potencialmente perigosos e não apenas a nível diplomático, provavelmente foi essa iniciativa que causou a reação pública de Biden. A China advertiu para não aceitar compromissos na questão de Taiwan e advertiu Washington para não enviar sinais errados em conflito aberto com a integridade do território chinês e a soberania do governo de Pequim, sobre o qual nenhum compromisso será aceito e não há espaço para negociações . O alerta do governo chinês aos Estados Unidos, por enquanto, é não comprometer as relações entre os dois países com uma atitude abertamente hostil. Não se anunciam tempos rápidos para a solução da questão e nem é fácil fazer uma previsão, dada a imobilidade das respetivas posições; o perigo de um conflito, porém, é concreto, com enormes repercussões potenciais nas estruturas comerciais que afetariam todas as economias do planeta, mesmo que fosse apenas um aperto diplomático entre as duas partes. Depois da pandemia, que ainda não foi resolvida, um possível bloqueio de rotas de comércio marítimo poderia gerar um novo bloco de produção capaz de interromper o comércio global, caso houvesse conflito entre as duas grandes potências mundiais, seria necessário rever cada perspectiva para evitar a crise econômica total.

США будут защищать Тайвань в случае нападения Китая

 В тайваньском вопросе уровень конфронтации опасно возрастает после того, как президент США прямо заявил, что американские военные будут напрямую участвовать в защите острова, если Китай намеревается осуществить военный вариант, чтобы вернуть Тайвань под свое правление. Байден приравнял официальные обязательства к защите стран, входящих в Атлантический альянс, а также распространил их на Японию, Южную Корею и, по сути, Тайвань. Намерения арендатора Белого дома ясны: выступить в качестве барьера против китайских амбиций в регионе; заявление, однако, не подразумевало единственный военный вариант, на самом деле, Байден говорил о противодействии проекту воссоединения Китая, прежде всего дипломатическими решениями, но в случае неудачи этого решения альтернативы не будет. приверженность прямым военным. На самом деле это обязательство уже началось с отправки военных инструкторов, которые должны обучить вооруженные силы Тайваня противостоять возможному вторжению в Пекин; но дальнейший шаг - официальное заявление о возможности прямого военного участия США в защите Тайваня - означает четкое политическое предупреждение, направленное в адрес Китая. Более того, такое развитие событий представляет собой логическое следствие политики США в отношении Тайваня, которая всегда предусматривала военные поставки, несмотря на отсутствие официального признания, которое было исправлено путем отправки дипломатических представителей, замаскированных под торговых представителей; более того, центральная роль этой области во внешней политике США уже материализовалась с Обамой, в ущерб Европе и Ближнему Востоку, эта тенденция продолжилась с Трампом, а с Байденом она даже усилилась. Гарнизон морских торговых путей и американское региональное превосходство приобрели первостепенное значение, особенно после того, как Китай увеличил свой военный потенциал и развернул свою экономическую мощь - факторы, которые определили необходимость сдерживания Пекина всеми доступными средствами. Заявление Байдена также поднимает вопросы об истинных причинах внезапного ухода из Афганистана: нужно ли выполнить обещания предвыборной программы или нужно, чтобы американские вооруженные силы были развернуты на других театрах военных действий? Вопрос не второстепенный, потому что именно уход от афганской страны, давайте вспомним, не согласованный с союзниками, позволяет разместить на Тайване большую доступность военного персонала. Если эта возможность верна, план Байдена для Тайваня уже реализован и запланирован в течение некоторого времени. Позиция Китая всегда одна и та же и продиктована соображениями недопущения какого-либо вмешательства в его внутреннюю политику и намерением воссоединить страну с обещанием следовать, как в Гонконге, системе двух систем одной страны. Отсутствие доступности Тайваня не восприняли хорошо в Пекине, который усилил давление на остров в связи с пролетом около ста пятидесяти военных самолетов: действие, которое потенциально может привести к опасным авариям, и не только на дипломатическом уровне. Вероятно, именно эта инициатива вызвала общественную реакцию Байдена. Китай предупредил, чтобы не соглашаться на компромиссы по тайваньскому вопросу, и предупредил Вашингтон, чтобы он не посылал ложных сигналов в открытый конфликт с целостностью китайской территории и суверенитетом правительства Пекина, по которому не будут приняты никакие компромиссы и нет места для переговоров. . Предупреждение китайского правительства Соединенным Штатам на данный момент состоит в том, чтобы не ставить под угрозу отношения между двумя странами с помощью откровенно враждебного отношения. Быстрых сроков для решения вопроса не объявляется, и даже делать прогноз непросто, учитывая неподвижность соответствующих позиций; Однако опасность конфликта является конкретной, с потенциально огромными последствиями для коммерческих структур, которые могут повлиять на все экономики планеты, даже если бы это было ужесточением дипломатических отношений между двумя сторонами. После пандемии, которая еще не разрешена, возможная блокада морских торговых путей может создать новый производственный блок, способный остановить торговлю во всем мире, если возникнет конфликт между двумя крупными мировыми державами, необходимо будет пересмотреть есть все шансы избежать тотального экономического кризиса.

如果中國發動攻擊,美國將保衛台灣

 在台灣問題上,美國總統明確表示,如果中國打算行使軍事選擇,將台灣重新置於其統治之下,美軍將直接參與該島的防禦,對抗水平危險地上升。拜登將官方承諾等同於對組成大西洋聯盟的國家的防禦,並將其擴展到日本、韓國,實際上還包括台灣。這位白宮租戶的意圖很明確:作為阻礙中國在該地區野心的障礙;然而,聲明並不意味著唯一的軍事選擇,事實上,拜登談到反對中國統一計劃,首先是通過外交解決方案,但是,如果這個解決方案失敗,除了承諾直接軍事。實際上,這種承諾已經開始於派遣軍事教官,他們的任務是訓練台灣武裝力量以應對可能的北京入侵;但進一步正式宣布美軍可能直接介入台灣防務,意味著對中國發出明確的政治警告。此外,這種發展代表了美國對台政策的邏輯後果,儘管缺乏官方認可,但通過派遣偽裝成商業代表的外交代表來彌補這一問題。此外,該地區在美國外交政策中的中心地位已經在奧巴馬身上體現出來,對歐洲和中東不利,這種趨勢在特朗普身上得以延續,而在拜登身上則更為突出。海上貿易路線的駐軍和美國的地區霸權變得至關重要,尤其是在中國增強軍事能力和部署經濟實力之後,這些因素決定了美國需要用一切可用手段對北京進行遏制。拜登的聲明也引發了對阿富汗突然撤軍的真正原因的質疑:是需要履行選舉計劃的承諾,還是需要將美軍部署在其他戰區?這個問題不是次要的,因為正是從阿富汗國家脫離接觸,讓我們記住,不同意盟國,允許在台灣部署大量軍事人員。如果這種可能性屬實,拜登對台的計劃已經在進行中,併計劃了一段時間。中國的立場始終不變,是出於不容忍任何干涉其內政和統一國家的考慮,承諾像香港那樣實行一國兩制。北京沒有很好地處理台灣的缺乏,這加劇了該島的壓力,約有一百五十架軍機飛越該島:這一行動可能會導致危險事故,不僅在外交層面,可能正是這一舉措引起了拜登的公眾反應。中國警告不要在台灣問題上妥協,警告華盛頓不要發出錯誤信號,公開與中國領土完整和北京政府主權發生衝突,不接受妥協,沒有談判餘地.中國政府目前對美國的警告是,不要以公開的敵對態度來損害兩國關係。沒有公佈解決問題的快速時間,考慮到各自立場的不可動搖,預測也不容易;然而,衝突的危險是具體的,它對商業結構產生潛在的巨大影響,會影響到地球上的所有經濟體,即使只是兩黨之間的外交緊縮。在尚未解決的大流行之後,可能對海上貿易路線的封鎖可能會產生一個能夠阻止全球貿易的新生產區塊,如果世界兩大大國之間發生衝突,則有必要進行審查避免全面經濟危機的每一個前景。

米国は中国の攻撃の場合に台湾を守るでしょう

 台湾問題では、中国が台湾を統治下に戻すための軍事的選択肢を行使するつもりであれば、米軍が直接島の防衛に従事することを米大統領が明示的に宣言した後、対立のレベルは危険なほど上昇する。バイデンは、大西洋同盟を構成する国々の防衛への公式のコミットメントを同一視し、それを日本、韓国、そして実際には台湾にも拡大した。ホワイトハウスのテナントの意図は明らかです。この地域での中国の野心に対する障壁として機能すること。しかし、宣言は唯一の軍事的選択肢を意味するものではなく、実際、バイデンは、まず第一に外交的解決策を通じて中国統一プロジェクトに反対することについて話しましたが、この解決策が失敗した場合、コミットメント直接軍事。実際には、このコミットメントは、北京への侵略の可能性に直面するために台湾の軍隊を訓練する任務を負っている軍のインストラクターの派遣からすでに始まっています。しかし、台湾の防衛に直接米軍が関与する可能性を公式に宣言するさらなるステップは、中国に向けられた明確な政治的警告を意味します。さらに、この展開は、商業的代表を装った外交代表を派遣することによって是正された公式の承認の欠如にもかかわらず、常に軍事物資を含む台湾に対する米国の政策の論理的帰結を表しています。さらに、アメリカの外交政策におけるこの地域の中心性はすでにオバマによって実現されており、ヨーロッパと中東の中心性を損なうため、この傾向はトランプでも続いており、バイデンではさらに強調されています。特に中国が軍事力を増強し、経済力を展開したため、海上交易路の駐屯地とアメリカの地域の覇権が最重要になりました。これは、アメリカがあらゆる手段で北京を封じ込める必要性を決定した要因です。バイデンの声明はまた、アフガニスタンからの突然の撤退の本当の理由についての疑問を提起している:選挙プログラムの約束を果たす必要があるのか​​、それとも他の戦争劇場に米軍を配備させる必要があるのか​​?この問題は二次的なものではありません。なぜなら、アフガニスタンの国からの離脱は、同盟国との合意がないことを忘れないでください。これにより、台湾に軍人を配置することができます。この可能性が本当なら、バイデンの台湾計画はすでに進行中であり、しばらくの間計画されています。中国の立場は常に同じであり、中国の内部政策への干渉を容認しないという考慮と、香港のように2つのシステムからなる1つの国のシステムに従うことを約束して、国を再統一する意図によって決定されます。台湾の利用可能性の欠如は、約150機の軍用機の上空飛行で島への圧力を強めている北京ではうまく受け入れられていません。これは、外交レベルだけでなく、危険な事故を引き起こす可能性のある行動です。バイデンの世論の反応を引き起こしたのはおそらくこのイニシアチブでした。中国は、台湾問題に関する妥協を受け入れないよう警告し、中国の領土の完全性と北京政府の主権との公然たる対立において、妥協が受け入れられず、交渉の余地がないという誤った合図を送らないようにワシントンに警告した。 。今のところ、中国政府の米国への警告は、公然と敵対的な態度で両国間の関係を妥協することではない。質問の解決のための迅速な時期は発表されておらず、それぞれのポジションの不動性を考えると、予測を行うことさえ容易ではありません。しかし、紛争の危険性は具体的であり、たとえそれが両党間の外交的引き締めであったとしても、地球のすべての経済に影響を与えるであろう商業構造への潜在的な甚大な影響を伴う。まだ解決されていないパンデミックの後、海上貿易ルートの封鎖の可能性は、世界的な貿易を停止することができる新しい生産ブロックを生成する可能性があります。全体的な経済危機を回避するためのあらゆる見通し。

ستدافع الولايات المتحدة عن تايوان في حالة تعرضها لهجوم صيني

 في قضية تايوان ، يرتفع مستوى المواجهة بشكل خطير ، بعد أن أعلن الرئيس الأمريكي صراحة أن الجيش الأمريكي سيشارك مباشرة في الدفاع عن الجزيرة إذا كانت الصين تعتزم ممارسة خيار عسكري لإعادة تايوان تحت حكمها. ساوى بايدن الالتزام الرسمي بالدفاع عن الدول التي يتألف منها الحلف الأطلسي ، وامتد إلى اليابان وكوريا الجنوبية ، وفي الواقع ، تايوان. نية مستأجر البيت الأبيض واضحة: العمل كحاجز أمام الطموحات الصينية في المنطقة ؛ ومع ذلك ، فإن الإعلان لم يلمح إلى الخيار العسكري الوحيد ، في الواقع ، تحدث بايدن عن معارضة مشروع إعادة التوحيد الصيني ، أولاً وقبل كل شيء من خلال الحلول الدبلوماسية ، ولكن في حالة فشل هذا الحل ، لن يكون هناك بديل عن الالتزام العسكري المباشر. في الواقع ، بدأ هذا الالتزام بالفعل بإرسال مدربين عسكريين مهمتهم تدريب القوات المسلحة لتايوان لمواجهة غزو محتمل لبكين ؛ لكن الخطوة الإضافية المتمثلة في الإعلان رسميًا عن إمكانية التدخل العسكري الأمريكي المباشر في الدفاع عن تايوان تعني تحذيرًا سياسيًا واضحًا موجهًا إلى الصين. علاوة على ذلك ، يمثل هذا التطور النتيجة المنطقية لسياسة الولايات المتحدة تجاه تايوان ، والتي تضمنت دائمًا الإمدادات العسكرية ، على الرغم من عدم الاعتراف الرسمي الذي تم علاجه من خلال إرسال ممثلين دبلوماسيين متنكرين كممثلين تجاريين ؛ علاوة على ذلك ، فإن مركزية المنطقة في السياسة الخارجية الأمريكية قد تجسدت بالفعل مع أوباما ، على حساب أوروبا والشرق الأوسط ، واستمر هذا الاتجاه مع ترامب ، بينما ازداد الأمر مع بايدن. أصبحت حامية طرق التجارة البحرية والتفوق الإقليمي الأمريكي أمرًا بالغ الأهمية ، خاصة وأن الصين عززت قدرتها العسكرية ونشرت قوتها الاقتصادية ، وهي عوامل حددت الحاجة الأمريكية إلى احتواء بكين بكل الوسائل المتاحة. كما يثير بيان بايدن تساؤلات حول الأسباب الحقيقية للانسحاب المفاجئ من أفغانستان: هل تحتاج إلى الوفاء بوعود البرنامج الانتخابي أم الحاجة إلى انتشار الجيش الأمريكي في ساحات الحرب الأخرى؟ المسألة ليست ثانوية ، لأن فك الارتباط عن الدولة الأفغانية على وجه التحديد ، دعونا نتذكر أنه لم يتم الاتفاق مع الحلفاء ، يسمح بنشر عدد كبير من الأفراد العسكريين في تايوان. إذا كان هذا الاحتمال صحيحًا ، فإن خطة بايدن لتايوان كانت قيد التنفيذ ومخطط لها منذ بعض الوقت. إن موقف الصين هو نفسه دائمًا ويتم إملاءه من خلال النظر في عدم التسامح مع أي تدخل في سياستها الداخلية ونية إعادة توحيد البلاد ، واعدًا باتباع نظام الدولة الواحدة المكون من نظامين ، كما هو الحال في هونغ كونغ. لم يتم التعامل مع عدم توفر تايوان بشكل جيد في بكين ، مما أدى إلى تكثيف الضغط على الجزيرة مع تحليق حوالي مائة وخمسين طائرة عسكرية: عمل يمكن أن يولد حوادث خطيرة وليس فقط على المستوى الدبلوماسي ، ربما كانت هذه المبادرة هي التي تسببت في رد فعل بايدن العام. حذرت الصين من قبول التنازلات بشأن قضية تايوان ، وحذرت واشنطن من إرسال إشارات خاطئة في صراع مفتوح مع وحدة الأراضي الصينية وسيادة حكومة بكين ، حيث لن يتم قبول أي تنازلات ولا مجال للتفاوض. . إن تحذير الحكومة الصينية للولايات المتحدة ، في الوقت الحالي ، هو عدم المساومة على العلاقات بين البلدين بموقف عدائي صريح. لم يتم الإعلان عن أوقات سريعة لحل السؤال وليس من السهل حتى إجراء توقع ، نظرًا لثبات المواقف المعنية ؛ ومع ذلك ، فإن خطر نشوب صراع مادي ، مع تداعيات هائلة محتملة على الهياكل التجارية التي من شأنها أن تؤثر على جميع اقتصادات الكوكب ، حتى لو كان ذلك مجرد تشديد دبلوماسي بين الطرفين. بعد الوباء ، الذي لم يتم حله بعد ، يمكن أن يؤدي فرض حصار محتمل على طرق التجارة البحرية إلى إنشاء كتلة إنتاج جديدة قادرة على وقف التجارة على مستوى العالم ، إذا كان هناك صراع بين القوتين العالميتين الرئيسيتين ، فسيكون من الضروري مراجعة كل احتمال لتجنب الأزمة الاقتصادية الشاملة.

mercoledì 20 ottobre 2021

La nuova minaccia della Corea del Nord proviene dal mare

 Con il solito tono trionfale Pyongyang ha annunciato la riuscita del test missilistico effettuato mediante il lancio da un sottomarino, si tratterebbe di una nuova tipologia di vettore balistico la cui costruzione rientrerebbe nel programma nordcoreano della costruzione di armi sempre più avanzate. Secondo la retorica del regime l’apparato missilistico sarebbe dotato di sofisticate tecnologie per la guida ed il controllo e rappresenterebbe l’evoluzione dell’armamento lanciato circa cinque anni fa, nel primo test relativo ad un armamento balistico mare terra. Questo armamento potrebbe rappresentare una minaccia strategica per la regione ed anche oltre, perché il missile sarebbe in grado di superare agevolmente la distanza della penisola coreana. La capacità di mobilità assicurata da una rampa di lancio non fissa e collocata su di un sottomarino rappresenta un potenziale offensivo in grado, potenzialmente, di colpire diversi obiettivi e la possibilità di armarlo con testate nucleari aumenta la minaccia della pericolosità della Corea del Nord, non nello scenario regionale, ma anche in quello globale. Tuttavia secondo alcuni analisti il fatto che sia stato usato lo stesso sottomarino impiegato nel test di cinque anni prima, potrebbe indicare che i progressi fatti in fase di lancio siano stati molto scarsi e non abbastanza compensati dall’aumento della pericolosità del nuovo vettore missilistico; in effetti per potere esercitare una pressione con un’arma del genere, non pare sufficiente il solo potenziale del missile, ma anche la capacità della base di lancio: la somma di questi due fattori può fornire il reale potenziale della minaccia, inoltre sembrerebbe che il sottomarino usato come rampa di lancio abbia la capacità di lanciare un solo missile balistico alla volta e non abbia la capacità di operare in modo continuativo in immersione, avendo la necessità di emergere con frequenza. Se queste notizie sono veritiere la capacità operativa e, quindi, strategica del mezzo subacqueo sarebbe notevolmente ridotta, soprattutto se confrontata con le possibilità, ad esempio, dei sottomarini nucleari americani, che verranno forniti all’Australia. In ogni caso anche un solo lancio, se gestito bene può colpire obiettivi sensibili o avere la capacità di alterare equilibri che, al momento appaiono molto fragili; tuttavia con un mezzo che ha queste limitazioni non si può sperare di condurre un conflitto, perché una eventuale reazione di apparati militari più organizzati sarebbe in grado di stroncare ogni velleità del paese nordcoreano. La situazione deve essere inquadrata più in termini politici che militari, anche tenendo in considerazione tutti gli elementi dello scenario. Il lancio del missile avviene in un momento difficile perché entrambi i due paesi coreani sono protagonisti di una forte politica di riarmo, che genera una sorta di equilibrio del terrore tra i due stati, dove le provocazioni possono creare incidenti capaci di pericolose reazioni; inoltre il dialogo tra Washington e Pyongyang subisce una fase di stallo da ormai troppo tempo. Come sempre, in questi casi, occorre chiedersi perché la Corea del Nord ha effettuato il lancio proprio ora; le ragioni possono essere multiple, sicuramente lo stato di bisogno della Corea del Nord, sempre in una situazione di grave crisi economica ed umanitaria, potrebbe fare pensare all’ennesimo espediente per cercare di ottenere aiuti attraverso l’unico mezzo conosciuto, che è quello della minaccia e del ricatto, che, peraltro, non hai funzionato troppo, almeno dal lato occidentale, mentre per quello che riguarda la Cina l’atteggiamento di Pechino, ha sempre tenuto un andamento non lineare; se questa considerazione è vera, appare, comunque, una sola parte della risposta, mentre un’altra possibile va, probabilmente, ricercata nel confronto tra Cina ed USA, dove la Corea del Nord potrebbe cercare di ritagliarsi un posto importante vicino a Pechino; occorre ricordare che i recenti sviluppi degli assetti del Pacifico, vedono la Cina in una posizione di isolamento contro l’unione di potenze occidentali. In questo quadro un ruolo da protagonista ingovernabile di Pyongyang, potrebbe essere funzionale a Pechino, che bisogna ricordare è l’unico alleato del paese nordcoreano e che non pare avere avuto reazioni al lancio missilistico. L’attuale scenario del Pacifico potrebbe favorire un ruolo da variabile impazzita per la Corea del Nord e garantire il proseguo della dittatura di Pyongyang, proprio per l’utilità funzionale agli scopi cinesi: un progetto di breve periodo probabilmente ritenuto sufficiente, per adesso, da Kim Jong-un.

North Korea's new threat comes from the sea

 With the usual triumphant tone Pyongyang announced the success of the missile test carried out by launching from a submarine, it would be a new type of ballistic carrier whose construction would be part of the North Korean program of the construction of increasingly advanced weapons. According to the rhetoric of the regime, the missile apparatus would be equipped with sophisticated technologies for guidance and control and would represent the evolution of the armament launched about five years ago, in the first test relating to a sea-land ballistic armament. This armament could represent a strategic threat to the region and beyond, because the missile would be able to easily cross the distance of the Korean peninsula. The mobility capacity ensured by an unstable launch pad placed on a submarine represents an offensive potential capable, potentially, of hitting different targets and the possibility of arming it with nuclear warheads increases the threat of North Korea's danger, not in the regional scenario, but also in the global one. However, according to some analysts, the fact that the same submarine used in the test five years earlier was used could indicate that the progress made in the launch phase was very scarce and not sufficiently compensated by the increased danger of the new missile carrier; in fact, to be able to exert pressure with such a weapon, the potential of the missile alone does not seem sufficient, but also the capacity of the launch base: the sum of these two factors can provide the real potential of the threat, moreover it would seem that the submarine used as a launch pad has the ability to launch only one ballistic missile at a time and does not have the ability to operate continuously underwater, having the need to emerge frequently. If these news are true, the operational and, therefore, strategic capacity of the underwater vessel would be considerably reduced, especially when compared with the possibilities, for example, of American nuclear submarines, which will be supplied to Australia. In any case, even a single launch, if managed well, can hit sensitive targets or have the ability to alter balances which, at the moment, appear very fragile; however, with a vehicle that has these limitations, it is not possible to hope to lead a conflict, because a possible reaction of more organized military apparatuses would be able to crush all ambitions of the North Korean country. The situation must be framed more in political rather than military terms, also taking into account all the elements of the scenario. The launch of the missile takes place at a difficult time because both Korean countries are protagonists of a strong rearmament policy, which generates a sort of balance of terror between the two states, where provocations can create accidents capable of dangerous reactions; furthermore, the dialogue between Washington and Pyongyang has been stalled for too long. As always, in these cases, one has to wonder why North Korea has launched just now; the reasons can be multiple, certainly the state of need of North Korea, always in a situation of serious economic and humanitarian crisis, could make us think of yet another expedient to try to obtain aid through the only known means, which is that of threat and blackmail, which, moreover, did not work too much, at least on the western side, while as regards China, Beijing's attitude has always kept a non-linear trend; if this consideration is true, however, only one part of the answer appears, while another possible one must probably be sought in the confrontation between China and the US, where North Korea could try to carve out an important place near Beijing; it should be remembered that recent developments in the Pacific assets see China in a position of isolation against the union of Western powers. In this context, an ungovernable leading role of Pyongyang could be functional in Beijing, which we must remember is the only ally of the North Korean country and which does not seem to have had reactions to the missile launch. The current Pacific scenario could favor a crazy variable role for North Korea and guarantee the continuation of the Pyongyang dictatorship, precisely because of its usefulness for Chinese purposes: a short-term project probably considered sufficient, for now, by Kim Jong-un.

La nueva amenaza de Corea del Norte proviene del mar

 Con el habitual tono triunfal, Pyongyang anunció el éxito de la prueba de misiles realizada mediante el lanzamiento de un submarino, sería un nuevo tipo de portador balístico cuya construcción formaría parte del programa norcoreano de construcción de armas cada vez más avanzadas. Según la retórica del régimen, el aparato de misiles estaría equipado con sofisticadas tecnologías de orientación y control y representaría la evolución del armamento lanzado hace unos cinco años, en la primera prueba relacionada con un armamento balístico marítimo-terrestre. Este armamento podría representar una amenaza estratégica para la región y más allá, porque el misil podría cruzar fácilmente la distancia de la península de Corea. La capacidad de movilidad asegurada por una plataforma de lanzamiento inestable colocada en un submarino representa un potencial ofensivo capaz, potencialmente, de golpear diferentes objetivos y la posibilidad de armarlo con ojivas nucleares aumenta la amenaza del peligro de Corea del Norte, no en el escenario regional, sino también. en el global. Sin embargo, según algunos analistas, el hecho de que se haya utilizado el mismo submarino utilizado en la prueba cinco años antes podría indicar que los avances realizados en la fase de lanzamiento fueron muy escasos y no compensados ​​suficientemente por el aumento de peligrosidad del nuevo porta misiles; de hecho, para poder ejercer presión con tal arma, el potencial del misil por sí solo no parece suficiente, pero también la capacidad de la base de lanzamiento: la suma de estos dos factores puede proporcionar el potencial real de la amenaza, además Parecería que el submarino utilizado como plataforma de lanzamiento tiene la capacidad de lanzar un solo misil balístico a la vez y no tiene la capacidad de operar continuamente bajo el agua, teniendo la necesidad de emerger con frecuencia. De ser ciertas estas noticias, la capacidad operativa y, por tanto, estratégica del buque submarino se vería considerablemente reducida, sobre todo si se compara con las posibilidades, por ejemplo, de los submarinos nucleares estadounidenses, que serán suministrados a Australia. En cualquier caso, incluso un solo lanzamiento, si se gestiona bien, puede alcanzar objetivos sensibles o tener la capacidad de alterar equilibrios que, por el momento, parecen muy frágiles; sin embargo, con un vehículo que tiene estas limitaciones, no es posible esperar liderar un conflicto, porque una posible reacción de aparatos militares más organizados podría aplastar todas las ambiciones del país norcoreano. La situación debe enmarcarse en términos políticos más que militares, teniendo en cuenta también todos los elementos del escenario. El lanzamiento del misil se produce en un momento difícil porque ambos países coreanos son protagonistas de una fuerte política de rearme, que genera una especie de equilibrio de terror entre los dos estados, donde las provocaciones pueden generar accidentes susceptibles de reacciones peligrosas; además, el diálogo entre Washington y Pyongyang se ha estancado durante demasiado tiempo. Como siempre, en estos casos, uno tiene que preguntarse por qué Corea del Norte se ha lanzado hace un momento; Las razones pueden ser múltiples, sin duda el estado de necesidad de Corea del Norte, siempre en una situación de grave crisis económica y humanitaria, podría hacernos pensar en otro expediente más para intentar obtener ayuda por el único medio conocido, que es el de amenaza. y el chantaje, que además no funcionó demasiado, al menos en el lado occidental, mientras que en China la actitud de Pekín siempre ha mantenido una tendencia no lineal; si esta consideración es cierta, sin embargo, sólo aparece una parte de la respuesta, mientras que probablemente otra posible deba buscarse en el enfrentamiento entre China y Estados Unidos, donde Corea del Norte podría intentar hacerse con un lugar importante cerca de Pekín; Cabe recordar que los recientes acontecimientos en los activos del Pacífico sitúan a China en una posición de aislamiento frente a la unión de las potencias occidentales. En este contexto, el ingobernable protagonismo de Pyongyang podría resultar funcional en Pekín, que debemos recordar es el único aliado del país norcoreano y que no parece haber tenido reacciones al lanzamiento del misil. El actual escenario pacífico podría favorecer un loco papel variable para Corea del Norte y garantizar la continuación de la dictadura de Pyongyang, precisamente por su utilidad para los fines chinos: un proyecto a corto plazo probablemente considerado suficiente, por ahora, por Kim Jong-un.

Nordkoreas neue Bedrohung kommt aus dem Meer

 Mit dem üblichen triumphalen Ton verkündete Pjöngjang den Erfolg des Raketentests, der durch den Start eines U-Bootes durchgeführt wurde, es würde sich um einen neuen Typ von ballistischen Trägern handeln, dessen Bau Teil des nordkoreanischen Programms zum Bau immer fortschrittlicherer Waffen sein würde. Nach der Rhetorik des Regimes wäre der Raketenapparat mit ausgeklügelten Lenk- und Kontrolltechnologien ausgestattet und würde die Weiterentwicklung der vor etwa fünf Jahren gestarteten Bewaffnung im ersten Test einer ballistischen See-Land-Bewaffnung darstellen. Diese Bewaffnung könnte eine strategische Bedrohung für die Region und darüber hinaus darstellen, da die Rakete problemlos die Distanz der koreanischen Halbinsel überwinden könnte. Die Mobilitätskapazität einer instabilen Startrampe auf einem U-Boot stellt ein offensives Potenzial dar, das potenziell verschiedene Ziele treffen kann, und die Möglichkeit, es mit nuklearen Sprengköpfen zu bewaffnen, erhöht die Bedrohung der nordkoreanischen Gefahr, nicht im regionalen Szenario, sondern auch im globalen. Die Tatsache, dass das gleiche U-Boot, das fünf Jahre zuvor im Test verwendet wurde, jedoch verwendet wurde, könnte nach Ansicht einiger Analysten darauf hindeuten, dass die Fortschritte in der Startphase sehr knapp waren und durch die erhöhte Gefahr des neuen Raketenträgers nicht ausreichend kompensiert wurden; Um mit einer solchen Waffe Druck ausüben zu können, scheint das Potenzial der Rakete allein nicht ausreichend zu sein, sondern auch die Kapazität der Abschussbasis: Die Summe dieser beiden Faktoren kann außerdem das wahre Potenzial der Bedrohung darstellen Es scheint, dass das als Abschussrampe verwendete U-Boot die Fähigkeit hat, jeweils nur eine ballistische Rakete zu starten, und nicht die Fähigkeit hat, kontinuierlich unter Wasser zu operieren, da es häufig auftauchen muss. Sollten diese Nachrichten zutreffen, würde die operative und damit strategische Kapazität des Unterwasserschiffs erheblich reduziert, insbesondere im Vergleich zu den Möglichkeiten beispielsweise amerikanischer Atom-U-Boote, die nach Australien geliefert werden. Auf jeden Fall kann selbst ein einzelner Start, wenn er gut gehandhabt wird, empfindliche Ziele treffen oder die Fähigkeit haben, Gleichgewichte zu verändern, die im Moment sehr fragil erscheinen; mit einem Vehikel, das diese Einschränkungen aufweist, ist jedoch nicht zu hoffen, einen Konflikt zu führen, da eine mögliche Reaktion stärker organisierter Militärapparate alle Ambitionen des nordkoreanischen Landes zunichte machen könnte. Die Situation muss eher politisch als militärisch formuliert werden, wobei auch alle Elemente des Szenarios berücksichtigt werden. Der Abschuss der Rakete findet zu einem schwierigen Zeitpunkt statt, weil beide koreanischen Länder Protagonisten einer starken Aufrüstungspolitik sind, die eine Art Gleichgewicht des Terrors zwischen den beiden Staaten herstellt, in dem Provokationen zu gefährlichen Unfällen führen können; außerdem ist der Dialog zwischen Washington und Pjöngjang zu lange ins Stocken geraten. Wie immer muss man sich in diesen Fällen fragen, warum Nordkorea gerade jetzt gestartet ist; die Gründe können vielfältig sein, sicherlich könnte die Notlage Nordkoreas, die sich immer in einer schweren wirtschaftlichen und humanitären Krise befindet, uns an einen weiteren Ausweg denken lassen, um zu versuchen, Hilfe mit den einzigen bekannten Mitteln zu erhalten, nämlich der Bedrohung und Erpressung, die im Übrigen zumindest auf der westlichen Seite nicht allzu viel gewirkt hat, während Pekings Haltung gegenüber China immer einen nichtlinearen Trend beibehalten hat; wenn diese Überlegung zutrifft, erscheint jedoch nur ein Teil der Antwort, während ein anderer möglicher wahrscheinlich in der Konfrontation zwischen China und den USA zu suchen ist, wo Nordkorea versuchen könnte, sich einen wichtigen Platz in der Nähe von Peking zu erarbeiten; Es sollte daran erinnert werden, dass die jüngsten Entwicklungen bei den pazifischen Vermögenswerten China in eine Position der Isolation gegenüber der Vereinigung der Westmächte bringen. In diesem Zusammenhang könnte die unregierbare Führungsrolle Pjöngjangs in Peking funktionieren, das, wie wir uns erinnern müssen, der einzige Verbündete des nordkoreanischen Landes ist und auf den Raketenstart anscheinend nicht reagiert hat. Das derzeitige pazifische Szenario könnte eine verrückte variable Rolle für Nordkorea begünstigen und die Fortsetzung der Pjöngjang-Diktatur gerade wegen seiner Nützlichkeit für chinesische Zwecke garantieren: ein kurzfristiges Projekt, das Kim Jong-un vorerst wahrscheinlich als ausreichend erachtete.

La nouvelle menace de la Corée du Nord vient de la mer

 Avec le ton triomphant habituel, Pyongyang a annoncé la réussite du test de missile réalisé en lançant un sous-marin, il s'agirait d'un nouveau type de porteur balistique dont la construction s'inscrirait dans le programme nord-coréen de construction d'armes de plus en plus avancées. Selon la rhétorique du régime, l'engin de missiles serait doté de technologies sophistiquées de guidage et de contrôle et représenterait l'évolution de l'armement lancé il y a environ cinq ans, dans le premier essai portant sur un armement balistique mer-terre. Cet armement pourrait représenter une menace stratégique pour la région et au-delà, car le missile serait capable de franchir facilement la distance de la péninsule coréenne. La capacité de mobilité assurée par une rampe de lancement instable placée sur un sous-marin représente un potentiel offensif capable, potentiellement, de toucher différentes cibles et la possibilité de l'armer d'ogives nucléaires augmente la menace du danger de la Corée du Nord, non pas dans le scénario régional, mais aussi dans le global. Cependant, selon certains analystes, le fait que le même sous-marin utilisé dans le test cinq ans plus tôt ait été utilisé pourrait indiquer que les progrès réalisés dans la phase de lancement étaient très rares et insuffisamment compensés par la dangerosité accrue du nouveau porte-missiles ; en effet, pour pouvoir exercer une pression avec une telle arme, le potentiel du missile seul ne semble pas suffisant, mais aussi la capacité de la base de lancement : la somme de ces deux facteurs peut fournir le potentiel réel de la menace, d'ailleurs il semblerait que le sous-marin utilisé comme rampe de lancement n'ait la capacité de lancer qu'un seul missile balistique à la fois et n'ait pas la capacité d'opérer en continu sous l'eau, ayant besoin de sortir fréquemment. Si ces nouvelles sont vraies, la capacité opérationnelle et donc stratégique du navire sous-marin serait considérablement réduite, surtout par rapport aux possibilités, par exemple, des sous-marins nucléaires américains, qui seront fournis à l'Australie. Dans tous les cas, même un seul lancement, s'il est bien géré, peut toucher des cibles sensibles ou avoir la capacité d'altérer des équilibres qui, pour l'instant, paraissent très fragiles ; cependant, avec un véhicule qui a ces limitations, il n'est pas possible d'espérer mener un conflit, car une éventuelle réaction d'appareils militaires plus organisés serait capable d'écraser toutes les ambitions du pays nord-coréen. La situation doit être formulée en termes politiques plutôt que militaires, en tenant également compte de tous les éléments du scénario. Le lancement du missile intervient à un moment difficile car les deux pays coréens sont protagonistes d'une politique de réarmement forte, qui génère une sorte d'équilibre de la terreur entre les deux États, où les provocations peuvent créer des accidents capables de réactions dangereuses ; en outre, le dialogue entre Washington et Pyongyang est bloqué depuis trop longtemps. Comme toujours, dans ces cas, il faut se demander pourquoi la Corée du Nord s'est lancée tout à l'heure ; les raisons peuvent être multiples, certes l'état de besoin de la Corée du Nord, toujours dans une situation de grave crise économique et humanitaire, pourrait nous faire penser à un énième expédient pour tenter d'obtenir de l'aide par le seul moyen connu, qui est celui de menace et le chantage, qui d'ailleurs n'a pas trop fonctionné, du moins du côté occidental, alors qu'en ce qui concerne la Chine, l'attitude de Pékin a toujours gardé une tendance non linéaire ; si cette considération est vraie, cependant, seule une partie de la réponse apparaît, alors qu'une autre possible doit probablement être recherchée dans la confrontation entre la Chine et les États-Unis, où la Corée du Nord pourrait tenter de se tailler une place importante près de Pékin ; il faut se rappeler que les récents développements des atouts du Pacifique placent la Chine dans une position d'isolement face à l'union des puissances occidentales. Dans ce contexte, le rôle de leader ingouvernable de Pyongyang pourrait être fonctionnel à Pékin, dont il faut rappeler qu'il est le seul allié du pays nord-coréen et qui ne semble pas avoir eu de réactions au lancement du missile. Le scénario Pacifique actuel pourrait favoriser un rôle variable fou pour la Corée du Nord et garantir la pérennité de la dictature de Pyongyang, précisément en raison de son utilité à des fins chinoises : un projet à court terme probablement jugé suffisant, pour l'instant, par Kim Jong-un.

A nova ameaça da Coreia do Norte vem do mar

 Com o habitual tom triunfante, Pyongyang anunciou o sucesso do teste de mísseis realizado com o lançamento de um submarino, seria um novo tipo de porta-balas cuja construção faria parte do programa norte-coreano de construção de armas cada vez mais avançadas. Segundo a retórica do regime, o aparato de mísseis seria equipado com sofisticadas tecnologias de orientação e controle e representaria a evolução do armamento lançado há cerca de cinco anos, no primeiro teste relativo a um armamento balístico mar-terrestre. Este armamento poderia representar uma ameaça estratégica para a região e além, porque o míssil seria capaz de cruzar facilmente a distância da península coreana. A capacidade de mobilidade garantida por uma plataforma de lançamento instável colocada em um submarino representa um potencial ofensivo capaz, potencialmente, de atingir diferentes alvos e a possibilidade de armar com ogivas nucleares aumenta a ameaça de perigo da Coreia do Norte, não no cenário regional, mas também no global. No entanto, de acordo com alguns analistas, o fato de o mesmo submarino usado no teste cinco anos antes ter sido usado pode indicar que o progresso feito na fase de lançamento foi muito escasso e não suficientemente compensado pelo perigo crescente do novo porta-mísseis; de fato, para poder exercer pressão com tal arma, o potencial do míssil por si só não parece suficiente, mas também a capacidade da base de lançamento: a soma desses dois fatores pode fornecer o potencial real da ameaça, aliás parece que o submarino usado como plataforma de lançamento tem a capacidade de lançar apenas um míssil balístico de cada vez e não tem a capacidade de operar continuamente debaixo d'água, tendo a necessidade de emergir com frequência. Se essas notícias forem verdadeiras, a capacidade operacional e, portanto, estratégica da embarcação subaquática seria consideravelmente reduzida, principalmente se comparada às possibilidades, por exemplo, dos submarinos nucleares americanos, que serão fornecidos à Austrália. Em qualquer caso, mesmo um único lançamento, se bem administrado, pode atingir alvos sensíveis ou ter a capacidade de alterar equilíbrios que, no momento, parecem muito frágeis; porém, com um veículo que apresenta essas limitações, não é possível esperar liderar um conflito, pois uma possível reação de aparatos militares mais organizados seria capaz de esmagar todas as ambições do país norte-coreano. A situação deve ser enquadrada em termos políticos e não militares, levando em consideração também todos os elementos do cenário. O lançamento do míssil ocorre em um momento difícil porque os dois países coreanos são protagonistas de uma forte política de rearmamento, que gera uma espécie de equilíbrio de terror entre os dois Estados, onde provocações podem criar acidentes capazes de reações perigosas; além disso, o diálogo entre Washington e Pyongyang está paralisado por muito tempo. Como sempre, nesses casos, devemos nos perguntar por que a Coreia do Norte lançou agora; as razões podem ser múltiplas, certamente o estado de necessidade da Coreia do Norte, sempre em situação de grave crise econômica e humanitária, poderia nos fazer pensar em mais um expediente para tentar obter ajuda pelo único meio conhecido, que é o da ameaça e a chantagem, que aliás não funcionou muito, pelo menos no lado ocidental, enquanto no caso da China a atitude de Pequim sempre manteve uma tendência não linear; se essa consideração for verdadeira, entretanto, apenas uma parte da resposta aparece, enquanto outra possível deve ser procurada no confronto entre a China e os EUA, onde a Coréia do Norte poderia tentar conquistar um lugar importante perto de Pequim; deve-se lembrar que desenvolvimentos recentes nos ativos do Pacífico colocam a China em uma posição de isolamento contra a união de potências ocidentais. Neste contexto, o papel de liderança ingovernável de Pyongyang poderia ser funcional em Pequim, que devemos lembrar que é o único aliado do país norte-coreano e que não parece ter tido reações ao lançamento do míssil. O cenário atual do Pacífico poderia favorecer um papel loucamente variável para a Coreia do Norte e garantir a continuidade da ditadura de Pyongyang, justamente por sua utilidade para os propósitos chineses: um projeto de curto prazo provavelmente considerado suficiente, por enquanto, por Kim Jong-un.