Politica Internazionale

Politica Internazionale

Cerca nel blog

lunedì 31 agosto 2020

Alcune riflessioni sul referendum italiano sulla riduzione dei parlamentari

 

What do you want to do ?
New mail
La questione del referendum italiano sulla riduzione dei parlamentari si inquadra in uno scenario generale di utilizzo di tematiche politiche in un’ottica populista, che è diventato elemento comune a livello mondiale. La scena politica italiana si contraddistingue per una profonda delusione delle forze politiche tradizionali, che è stata indirizzata, non certo in maniera inconsapevole, verso forze antisistema, capaci di sfruttare un malcontento diffuso, che ha generato una gran quantità di elettori privi di riferimenti. La comparsa sulla scena politica italiana di movimenti nuovi o di movimenti che hanno subito una trasformazione in senso populista ha estremizzato l’attenzione su temi non funzionali al miglioramento del sistema politico, ma ne ha variato l’azione con intenti di moralizzazione del sistema, anche se con effetti pratici spesso contrari alle intenzioni dichiarate. L’intenzione di ridurre il numero dei parlamentari, formalmente e praticamente i rappresentanti della popolazione, per ridurre le spese di funzionamento del parlamento italiano è stata presentata come un successo fondamentale per il paese italiano. In realtà la prima obiezione naturale a questa lettura è che si può ottenere lo stesso effetto con la riduzione dei costi generali, mantenendo lo stesso numero degli eletti; anche perché questa riforma, senza una legge elettorale costruita su questa riforma, genererà delle differenze profonde tra regione e regione a causa del numero di voti che sarà necessario per eleggere un deputato. Attualmente, secondo le previsioni, ci sono casi dove in alcune regioni per eleggere un componente del parlamento ci vorrà un numero tre volte dei consensi rispetto ad altre regioni e potrebbe anche verificarsi la mancata rappresentatività per altre regioni più piccole. Che la questione sia puramente simbolica sarebbe evidente anche dalla modestia dell’entità del risparmio. Tuttavia oltre queste considerazioni, pare evidente che la prima ricaduta negativa sia un difetto di rappresentanza politica che comprime il rapporto tra eletti ed elettori aumentando ulteriormente la distanza tra le due parti e quindi il malcontento politico. Ma il sospetto maggiore è che questa riforma, che intacca il dettato costituzionale, sia funzionale ad un maggiore controllo dei deputati eletti, una sorta di soluzione per la mancata abolizione del divieto mandato imperativo previsto nella carta costituzionale. Gli sviluppi delle ultime leggi elettorali hanno cancellato la possibilità per l’elettorato attivo di esercitare la scelta della preferenza, favorendo il potere delle segreterie dei partiti sia sulla candidabilità, che sulla reale possibilità di elezione durante le elezioni politiche; la reale intenzione è stata quella di limitare l’azione individuale e personale dei singoli eletti, per ricondurre l’attività parlamentare ai voleri dei gruppi dirigenti più ristretti. Se, da un lato, si voleva ufficialmente combattere la pratica del cambio di partito durante la legislatura, dall’altro emergeva la volontà di ridurre l’autonomia degli eletti a favore di strategie politiche elaborate in consessi più ristretti, che, di fatto, erano e sono gli unici autorizzati all’indirizzo da dare al partito o al movimento, impedendo, così, una visione multipla, essenziale per il dibattito interno ai partiti. Una riduzione del numero dei parlamentari favorirebbe un maggiore controllo del dissidio interno, soprattutto in un’epoca dove l’aspetto dirigistico dei movimenti politici ha avuto la meglio sulla discussione della base. Questo aspetto di volere contenere le opinioni contrarie al gruppo dirigente è un fattore che accomuna ogni movimento politico o partito, presente nella scena politica italiana: ciò è dovuto ad una scarsa propensione alla considerazione delle posizioni non allineate, vissute spesso con fastidio dai gruppi dirigenti, ma anche ad una sempre minore pratica politica dei leader di partito, incapaci di fornire risposte veloci alle domande dell’elettorato, soprattutto se ostacolati da idee differenti interne al partito. Il dissenso interno non è più contemplato, ed è visto come un impedimento, un impegno che è un ostacolo alla lotta politica contro gli avversari. Una delle ragioni è che il livello dei dirigenti è sceso di pari passo con il livello delle discussioni portate di fronte agli elettori: un livello sempre più semplice, argomenti di base che non richiedono la spiegazione di un progetto politico articolato ma soltanto polarizzato nelle sue accezioni opposte. Ecco, quindi, lo scenario dove si sono sviluppate le condizioni per portare avanti il progetto della riduzione dei parlamentari con un benestare più o meno quasi totale delle forze politiche, allineate sul terreno dell’antipolitica ed incapaci di dire di no, anche per motivi di convenienza.

Some reflections on the Italian referendum on the reduction of parliamentarians

 

What do you want to do ?
New mail
The question of the Italian referendum on the reduction of parliamentarians is part of a general scenario of the use of political issues from a populist point of view, which has become a common element worldwide. The Italian political scene is characterized by a profound disappointment of traditional political forces, which has been directed, certainly not unconsciously, towards anti-system forces, capable of exploiting widespread discontent, which has generated a large number of voters without references. The appearance on the Italian political scene of new movements or movements that have undergone a transformation in a populist sense has increased attention to issues that are not functional to the improvement of the political system, but has varied their action with the intent of moralizing the system, even if with practical effects often contrary to the declared intentions. The intention to reduce the number of parliamentarians, formally and practically the representatives of the population, to reduce the operating costs of the Italian parliament was presented as a fundamental success for the Italian country. In reality, the first natural objection to this reading is that the same effect can be obtained with the reduction of general costs, while maintaining the same number of elected representatives; also because this reform, without an electoral law built on this reform, will generate profound differences between region and region due to the number of votes that will be needed to elect a deputy. Currently, according to forecasts, there are cases where in some regions to elect a member of parliament it will take three times the number of consensus than in other regions and there could also be a lack of representativeness for other smaller regions. That the issue is purely symbolic would also be evident from the modesty of the size of the savings. However, beyond these considerations, it seems evident that the first negative fallout is a lack of political representation that compresses the relationship between elected representatives and voters, further increasing the distance between the two parties and therefore political discontent. But the greatest suspicion is that this reform, which undermines the constitutional dictates, is functional to greater control of elected deputies, a sort of solution for the failure to abolish the mandatory mandate prohibition envisaged in the constitutional charter. The developments of the latest electoral laws have canceled the possibility for the active electorate to exercise the choice of preference, favoring the power of the party secretariats both on candidacy and on the real possibility of election during political elections; the real intention was to limit the individual and personal action of elected individuals, in order to bring parliamentary activity back to the wishes of the more restricted management groups. If, on the one hand, they wanted to officially combat the practice of changing parties during the legislature, on the other there was a desire to reduce the autonomy of the elected in favor of political strategies developed in more restricted fora, which, in fact, were and they are the only ones authorized to address the party or movement, thus preventing a multiple vision, essential for the debate within the parties. A reduction in the number of parliamentarians would favor greater control of internal conflict, especially in an era where the leadership aspect of political movements prevailed over the grassroots discussion. This aspect of wanting to contain opinions contrary to the management group is a factor that unites every political movement or party present in the Italian political scene: this is due to a low propensity to consider non-aligned positions, often experienced with annoyance by the management groups, but also to an ever decreasing political practice of party leaders, unable to provide quick answers to the questions of the electorate, especially if hindered by different ideas within the party. Internal dissent is no longer contemplated, and is seen as an impediment, a commitment that is an obstacle to the political struggle against opponents. One of the reasons is that the level of executives has dropped hand in hand with the level of discussions brought before the voters: an increasingly simple level, basic arguments that do not require the explanation of an articulated political project but only polarized in its meanings. opposite. Here, then, is the scenario where the conditions have developed to carry out the project of the reduction of parliamentarians with a more or less almost total approval of the political forces, aligned on the ground of anti-politics and unable to say no, even for reasons of convenience.

Algunas reflexiones sobre el referéndum italiano sobre la reducción de parlamentarios

 La cuestión del referéndum italiano sobre la reducción de parlamentarios forma parte de un escenario general de uso de los temas políticos desde un punto de vista populista, que se ha convertido en un elemento común a nivel mundial. El escenario político italiano se caracteriza por una profunda decepción de las fuerzas políticas tradicionales, que se ha dirigido, ciertamente no de forma inconsciente, hacia fuerzas antisistema, capaces de explotar el descontento generalizado, que ha generado un gran número de votantes sin referencias. La aparición en el escenario político italiano de nuevos movimientos o movimientos que han sufrido una transformación en un sentido populista ha aumentado la atención a temas que no son funcionales para la mejora del sistema político, pero ha variado su acción con la intención de moralizar el sistema, incluso si con efectos prácticos a menudo contrarios a las intenciones declaradas. La intención de reducir el número de parlamentarios, formal y prácticamente los representantes de la población, para reducir los costos operativos del parlamento italiano se presentó como un éxito fundamental para el país italiano. En realidad, la primera objeción natural a esta lectura es que se puede obtener el mismo efecto con la reducción de costos generales, manteniendo el mismo número de representantes electos; también porque esta reforma, sin una ley electoral construida sobre esta reforma, generará profundas diferencias entre región y región por la cantidad de votos que se necesitarán para elegir un diputado. Actualmente, según las previsiones, hay casos en los que en algunas regiones elegir a un miembro del parlamento se necesitará tres veces el número de consensos que en otras regiones y también podría haber una falta de representatividad para otras regiones más pequeñas. Que el tema es puramente simbólico también sería evidente por la modestia del tamaño de los ahorros. Sin embargo, más allá de estas consideraciones, parece evidente que la primera secuela negativa es una falta de representación política que comprime la relación entre representantes electos y votantes, aumentando aún más la distancia entre los dos partidos y por ende el descontento político. Pero la mayor sospecha es que esta reforma, que atenta contra los dictados constitucionales, es funcional a un mayor control de los diputados electos, una suerte de solución a la falta de abolición de la prohibición del mandato obligatorio contemplada en la carta constitucional. Los desarrollos de las últimas leyes electorales han anulado la posibilidad de que el electorado activo ejerza la opción de preferencia, favoreciendo el poder de las secretarías de partido tanto en la candidatura como en la posibilidad real de elección durante las elecciones políticas; la verdadera intención era limitar la acción individual y personal de los electos, para devolver la actividad parlamentaria a los deseos de los grupos de gestión más restringidos. Si por un lado se quería combatir oficialmente la práctica del cambio de partido durante la legislatura, por otro se deseaba reducir la autonomía de los electos a favor de estrategias políticas desarrolladas en foros más restringidos, que, de hecho, eran y son los únicos autorizados para dirigirse al partido o movimiento, impidiendo así una visión múltiple, imprescindible para el debate dentro de los partidos. Una reducción en el número de parlamentarios favorecería un mayor control del conflicto interno, especialmente en una época en la que el aspecto de liderazgo de los movimientos políticos prevalecía sobre la discusión de base. Este aspecto de querer contener opiniones contrarias al grupo de dirección es un factor que une a todos los movimientos o partidos políticos presentes en el escenario político italiano: esto se debe a una baja propensión a considerar posiciones no alineadas, a menudo experimentadas con molestia por los grupos de dirección, pero también a una práctica política cada vez menor de los líderes de los partidos, incapaces de dar respuestas rápidas a las preguntas del electorado, especialmente si se ven obstaculizados por diferentes ideas dentro del partido. El disenso interno ya no se contempla y se ve como un impedimento, un compromiso que es un obstáculo para la lucha política contra los opositores. Una de las razones es que el nivel de los ejecutivos ha bajado de la mano del nivel de las discusiones que se presentan a los votantes: un nivel cada vez más simple, argumentos básicos que no requieren la explicación de un proyecto político articulado sino solo polarizados en sus significados. opuesto. Aquí, entonces, está el escenario donde se han desarrollado las condiciones para llevar a cabo el proyecto de reducción de parlamentarios con una aprobación más o menos casi total de las fuerzas políticas, alineadas en el terreno de la antipolítica e incapaces de decir que no, incluso por razones de conveniencia.

What do you want to do ?
New mail

Einige Überlegungen zum italienischen Referendum über die Reduzierung von Parlamentariern

 

What do you want to do ?
New mail
Die Frage des italienischen Referendums über die Reduzierung von Parlamentariern ist Teil eines allgemeinen Szenarios der Verwendung politischer Fragen aus populistischer Sicht, das weltweit zu einem gemeinsamen Element geworden ist. Die italienische politische Szene ist gekennzeichnet durch eine tiefgreifende Enttäuschung der traditionellen politischen Kräfte, die sicherlich nicht unbewusst auf Anti-System-Kräfte gerichtet ist, die in der Lage sind, die weit verbreitete Unzufriedenheit auszunutzen, was eine große Anzahl von Wählern ohne Referenzen hervorgebracht hat. Das Auftreten neuer Bewegungen oder Bewegungen, die sich im populistischen Sinne verändert haben, in der italienischen politischen Szene hat die Aufmerksamkeit auf Themen gelenkt, die nicht zur Verbesserung des politischen Systems beitragen, sondern ihr Handeln mit der Absicht, das System zu moralisieren, variiert haben wenn mit praktischen Auswirkungen oft gegen die erklärten Absichten. Die Absicht, die Zahl der Parlamentarier, formal und praktisch der Vertreter der Bevölkerung, zu verringern, um die Betriebskosten des italienischen Parlaments zu senken, wurde als grundlegender Erfolg für das italienische Land dargestellt. In Wirklichkeit ist der erste natürliche Einwand gegen diese Lesart, dass der gleiche Effekt mit der Reduzierung der allgemeinen Kosten erzielt werden kann, während die gleiche Anzahl gewählter Vertreter beibehalten wird; auch, weil diese Reform ohne ein auf dieser Reform aufbauendes Wahlgesetz aufgrund der Anzahl der Stimmen, die für die Wahl eines Abgeordneten erforderlich sind, tiefgreifende Unterschiede zwischen Region und Region hervorrufen wird. Derzeit gibt es Prognosen zufolge Fälle, in denen in einigen Regionen die Wahl eines Parlamentsmitglieds dreimal so häufig ist wie in anderen Regionen, und es könnte auch an Repräsentativität für andere kleinere Regionen mangeln. Dass das Problem rein symbolisch ist, zeigt sich auch an der Bescheidenheit der Höhe der Ersparnisse. Über diese Überlegungen hinaus scheint es jedoch offensichtlich, dass der erste negative Fallout ein Mangel an politischer Repräsentation ist, der das Verhältnis zwischen gewählten Vertretern und Wählern komprimiert und die Distanz zwischen den beiden Parteien und damit die politische Unzufriedenheit weiter vergrößert. Der größte Verdacht besteht jedoch darin, dass diese Reform, die das Verfassungsdiktat untergräbt, zu einer besseren Kontrolle der gewählten Abgeordneten führt, eine Art Lösung für das Versäumnis, das in der Verfassungscharta vorgesehene obligatorische Mandatsverbot abzuschaffen. Die Entwicklungen der jüngsten Wahlgesetze haben die Möglichkeit für die aktiven Wähler aufgehoben, die Wahl ihrer Präferenz auszuüben, und die Macht der Parteisekretariate sowohl in Bezug auf die Kandidatur als auch in Bezug auf die tatsächliche Möglichkeit einer Wahl während der politischen Wahlen begünstigt. Die eigentliche Absicht bestand darin, das individuelle und persönliche Handeln gewählter Personen einzuschränken, um die parlamentarische Tätigkeit wieder auf die Wünsche der eingeschränkteren Verwaltungsgruppen zu bringen. Wenn sie einerseits die Praxis des Parteienwechsels während der Legislaturperiode offiziell bekämpfen wollten, bestand andererseits der Wunsch, die Autonomie der Gewählten zugunsten politischer Strategien zu verringern, die in engeren Foren entwickelt wurden, was tatsächlich der Fall war und sie sind die einzigen, die befugt sind, sich an die Partei oder Bewegung zu wenden, wodurch eine Mehrfachvision verhindert wird, die für die Debatte innerhalb der Parteien wesentlich ist. Eine Verringerung der Zahl der Parlamentarier würde eine stärkere Kontrolle der internen Konflikte begünstigen, insbesondere in einer Zeit, in der der Führungsaspekt der politischen Bewegungen die Basisdiskussion überwog. Dieser Aspekt, Meinungen enthalten zu wollen, die der Managementgruppe widersprechen, ist ein Faktor, der jede politische Bewegung oder Partei in der italienischen politischen Szene vereint: Dies ist auf die geringe Neigung zurückzuführen, nicht angeglichene Positionen zu berücksichtigen, die von den Managementgruppen häufig mit Ärger erlebt werden. aber auch auf eine immer weniger werdende politische Praxis der Parteiführer, die nicht in der Lage sind, schnelle Antworten auf die Fragen der Wählerschaft zu geben, insbesondere wenn sie durch unterschiedliche Ideen innerhalb der Partei behindert werden. Interner Dissens wird nicht mehr in Betracht gezogen und als Hindernis angesehen, als Verpflichtung, die den politischen Kampf gegen die Gegner behindert. Einer der Gründe ist, dass die Ebene der Führungskräfte Hand in Hand mit der Ebene der Diskussionen vor den Wählern gesunken ist: eine immer einfachere Ebene, grundlegende Argumente, die nicht die Erklärung eines artikulierten politischen Projekts erfordern, sondern nur in ihrer Bedeutung polarisiert sind. Gegenteil. Hier ist also das Szenario, in dem sich die Bedingungen entwickelt haben, um das Projekt der Reduzierung der Parlamentarier mit einer mehr oder weniger vollständigen Zustimmung der politischen Kräfte durchzuführen, die auf der Grundlage der Antipolitik ausgerichtet sind und auch aus Gründen von nicht nein sagen können Bequemlichkeit.

Quelques réflexions sur le référendum italien sur la réduction des parlementaires

La question du référendum italien sur la réduction des parlementaires s'inscrit dans un scénario général d'utilisation des questions politiques d'un point de vue populiste, qui est devenu un élément commun dans le monde entier. La scène politique italienne se caractérise par une profonde déception des forces politiques traditionnelles, qui s'est orientée, certes pas inconsciemment, vers des forces antisystème, capables d'exploiter un mécontentement généralisé, qui a généré un grand nombre d'électeurs sans références. L'apparition sur la scène politique italienne de nouveaux mouvements ou mouvements qui ont subi une transformation dans un sens populiste a accru l'attention sur les questions qui ne sont pas fonctionnelles pour l'amélioration du système politique, mais a varié leur action dans le but de moraliser le système, voire si avec des effets pratiques souvent contraires aux intentions déclarées. L'intention de réduire le nombre de parlementaires, formellement et pratiquement les représentants de la population, pour réduire les dépenses de fonctionnement du parlement italien a été présentée comme un succès fondamental pour le pays italien. En réalité, la première objection naturelle à cette lecture est que le même effet peut être obtenu avec la réduction des frais généraux, tout en maintenant le même nombre d'élus; aussi parce que cette réforme, sans loi électorale bâtie sur cette réforme, engendrera de profondes différences entre région et région en raison du nombre de voix qui sera nécessaire pour élire un député. Actuellement, selon les prévisions, il existe des cas où, dans certaines régions, pour élire un député, il faudra trois fois plus de consensus que dans d'autres régions et il pourrait également y avoir un manque de représentativité pour d'autres régions plus petites. Le fait que la question soit purement symbolique ressortirait également de la modestie de la taille des économies. Cependant, au-delà de ces considérations, il semble évident que la première retombée négative est un manque de représentation politique qui comprime les relations entre élus et électeurs, augmentant encore la distance entre les deux partis et donc le mécontentement politique. Mais le principal soupçon est que cette réforme, qui porte atteinte au diktat constitutionnel, est fonctionnelle pour un plus grand contrôle des députés élus, une sorte de solution à l'échec de la suppression de l'interdiction du mandat obligatoire prévue dans la charte constitutionnelle. Les développements des dernières lois électorales ont annulé la possibilité pour l'électorat actif d'exercer le choix de la préférence, favorisant le pouvoir des secrétariats des partis tant sur la candidature que sur la possibilité réelle d'élection lors d'élections politiques; l'intention réelle était de limiter l'action individuelle et personnelle des élus, afin de ramener l'activité parlementaire aux souhaits des groupes de gestion plus restreints. Si, d'une part, l'intention était de combattre officiellement la pratique du changement de parti au cours de la législature, d'autre part, il y avait une volonté de réduire l'autonomie des élus au profit de stratégies politiques développées dans des enceintes plus restreintes, qui, en fait, étaient et ils sont les seuls autorisés à s'adresser au parti ou au mouvement, empêchant ainsi une vision multiple, essentielle pour le débat au sein des partis. Une réduction du nombre de parlementaires favoriserait un meilleur contrôle des conflits internes, en particulier à une époque où l'aspect leadership des mouvements politiques prévalait sur la discussion de base. Cet aspect de vouloir contenir des opinions contraires au groupe de direction est un facteur qui unit tous les mouvements politiques ou partis présents sur la scène politique italienne: cela est dû à une faible propension à considérer des positions non alignées, souvent vécues avec agacement par les groupes de direction, mais aussi à une pratique politique de plus en plus réduite des chefs de parti, incapables de répondre rapidement aux questions de l'électorat, surtout s'ils sont entravés par des idées différentes au sein du parti. La dissidence interne n'est plus envisagée et est vue comme un obstacle, un engagement qui est un obstacle à la lutte politique contre les opposants. Une des raisons est que le niveau des cadres a baissé de pair avec le niveau des discussions portées devant les électeurs: un niveau de plus en plus simple, des arguments de base qui ne nécessitent pas l'explication d'un projet politique articulé mais seulement polarisés dans ses significations. contraire. Voici donc le scénario où les conditions se sont développées pour mener à bien le projet de réduction des parlementaires avec une approbation plus ou moins quasi totale des forces politiques, alignées sur le terrain de l'anti-politique et incapables de dire non, même pour des raisons de commodité.

What do you want to do ?
New mail

Algumas reflexões sobre o referendo italiano sobre a redução de parlamentares

 A questão do referendo italiano sobre a redução de parlamentares insere-se em um cenário geral de utilização das questões políticas do ponto de vista populista, que se tornou um elemento comum em todo o mundo. A cena política italiana é caracterizada por uma profunda decepção das forças políticas tradicionais, que tem se dirigido, certamente não inconscientemente, para forças anti-sistema, capazes de explorar o descontentamento generalizado, que tem gerado um grande número de eleitores sem referências. O surgimento na cena política italiana de novos movimentos ou movimentos que passaram por uma transformação no sentido populista aumentou a atenção para questões que não são funcionais para o aperfeiçoamento do sistema político, mas tem variado sua atuação com o intuito de moralizar o sistema, inclusive se com efeitos práticos muitas vezes contrários às intenções declaradas. A intenção de reduzir o número de parlamentares, formal e praticamente os representantes da população, para reduzir as despesas de funcionamento do parlamento italiano foi apresentada como um sucesso fundamental para o país italiano. Na realidade, a primeira objeção natural a essa leitura é que o mesmo efeito pode ser obtido com a redução das despesas gerais, mantendo o mesmo número de representantes eleitos; até porque esta reforma, sem uma lei eleitoral construída sobre esta reforma, vai gerar profundas diferenças entre região e região devido ao número de votos que será necessário para eleger um deputado. Actualmente, de acordo com as previsões, há casos em que em algumas regiões para eleger um parlamentar vai demorar três vezes mais consenso do que noutras regiões e pode também faltar representatividade para outras regiões mais pequenas. O fato de a questão ser puramente simbólica também ficaria evidente pela modéstia do tamanho das economias. No entanto, além dessas considerações, parece evidente que a primeira precipitação negativa é a falta de representação política que comprime a relação entre eleitos e eleitores, aumentando ainda mais a distância entre os dois partidos e, portanto, o descontentamento político. Mas a maior suspeita é que essa reforma, que mina os ditames constitucionais, funcione para um maior controle dos deputados eleitos, uma espécie de solução para o não cumprimento da proibição do mandato obrigatório prevista na carta constitucional. Os desenvolvimentos das últimas leis eleitorais cancelaram a possibilidade de o eleitorado ativo exercer a escolha da preferência, favorecendo o poder das secretarias partidárias tanto sobre a candidatura como sobre a possibilidade real de eleição durante as eleições políticas; a intenção real era limitar a ação individual e pessoal dos eleitos, de forma a trazer a atividade parlamentar de volta à vontade dos grupos de gestão mais restritos. Se, por um lado, queriam combater oficialmente a prática de mudança de partido durante a legislatura, por outro desejava-se reduzir a autonomia dos eleitos em prol de estratégias políticas desenvolvidas em foros mais restritos, que, de fato, eram e eles são os únicos autorizados a se dirigir ao partido ou movimento, evitando assim uma visão múltipla, essencial para o debate dentro dos partidos. Uma redução no número de parlamentares favoreceria um maior controle do conflito interno, especialmente em uma época em que o aspecto de liderança dos movimentos políticos prevalecia sobre a discussão popular. Este aspecto de querer conter opiniões contrárias ao grupo de gestão é um fator que une todos os movimentos políticos ou partidos presentes na cena política italiana: isso se deve a uma baixa propensão a considerar posições não alinhadas, muitas vezes vividas com aborrecimento pelos grupos de gestão, mas também a uma prática cada vez menos política dos dirigentes partidários, incapazes de dar respostas rápidas às questões do eleitorado, especialmente se impedidos por ideias diferentes dentro do partido. A dissidência interna não é mais contemplada e é vista como um impedimento, um compromisso que é um obstáculo à luta política contra os adversários. Um dos motivos é que o nível dos executivos caiu de mãos dadas com o nível das discussões trazidas aos eleitores: um nível cada vez mais simples, argumentos básicos que não requerem a explicação de um projeto político articulado, mas apenas polarizados em seus significados. oposto. Eis, pois, o cenário em que se desenvolveram as condições para levar a cabo o projeto de redução dos parlamentares com uma aprovação mais ou menos quase total das forças políticas, alinhadas no terreno da anti-política e incapazes de dizer não, mesmo por razões de conveniência.

What do you want to do ?
New mail

Некоторые размышления о итальянском референдуме о сокращении парламентариев

 Вопрос об итальянском референдуме о сокращении депутатов парламента является частью общего сценария использования политических вопросов с популистской точки зрения, которая стала общим элементом во всем мире. Итальянская политическая сцена характеризуется глубоким разочарованием традиционных политических сил, которое было направлено, конечно, не бессознательно, в сторону антисистемных сил, способных эксплуатировать широко распространенное недовольство, которое породило большое количество избирателей без упоминаний. Появление на итальянской политической сцене новых движений или движений, претерпевших трансформацию в популистском смысле, повысило внимание к вопросам, которые не являются функциональными для улучшения политической системы, но изменили их действия с целью морализации системы, даже если с практическими последствиями часто противоречит заявленным намерениям. Намерение сократить количество парламентариев, формально и практически представителей населения, с целью сокращения операционных расходов итальянского парламента было представлено как фундаментальный успех итальянской страны. На самом деле, первое естественное возражение против этого прочтения состоит в том, что тот же эффект может быть получен за счет сокращения общих затрат при сохранении того же числа избранных представителей; также потому, что эта реформа без закона о выборах, основанного на этой реформе, вызовет глубокие различия между регионом и регионом из-за количества голосов, которые потребуются для избрания депутата. В настоящее время, согласно прогнозам, бывают случаи, когда в некоторых регионах для избрания члена парламента потребуется в три раза больше консенсуса, чем в других регионах, а также может отсутствовать представительность для других более мелких регионов. То, что проблема носит чисто символический характер, также очевидно из скромности размера сбережений. Однако, помимо этих соображений, кажется очевидным, что первым негативным результатом является отсутствие политического представительства, которое сжимает отношения между избранными представителями и избирателями, еще больше увеличивая расстояние между двумя партиями и, следовательно, политическое недовольство. Но наибольшее подозрение вызывает то, что эта реформа, которая подрывает конституционный диктат, способна усилить контроль над избранными депутатами, своего рода решение проблемы неспособности отменить обязательный запрет мандатов, предусмотренный в конституционной хартии. Развитие последних законов о выборах лишило активный электорат возможности осуществлять выбор предпочтений, отдавая предпочтение полномочиям партийных секретариатов как в отношении кандидатуры, так и в отношении реальной возможности избрания во время политических выборов; реальное намерение состояло в том, чтобы ограничить индивидуальные и личные действия избранных лиц, чтобы вернуть парламентскую деятельность в соответствие с пожеланиями более ограниченных групп управления. Если, с одной стороны, намерение состояло в том, чтобы официально противодействовать практике смены партий в законодательном органе, с другой стороны, было желание уменьшить автономию избранных в пользу политических стратегий, разработанных в более ограниченных форумах, которые, по сути, были и они единственные, кто уполномочен обращаться к партии или движению, тем самым предотвращая множественное видение, необходимое для дебатов внутри партий. Сокращение числа парламентариев способствовало бы усилению контроля над внутренними разногласиями, особенно в эпоху, когда лидерский аспект политических движений преобладал над дискуссиями на низовом уровне. Этот аспект желания выражать мнения, противоречащие руководящей группе, является фактором, объединяющим каждое политическое движение или партию, присутствующее на итальянской политической сцене: это связано с низкой склонностью рассматривать неприсоединившиеся позиции, что часто вызывает раздражение со стороны управленческих групп. но также к постоянно сокращающейся политической практике партийных лидеров, неспособных дать быстрые ответы на вопросы электората, особенно если этому мешают различные идеи внутри партии. Внутреннее инакомыслие больше не рассматривается и рассматривается как препятствие, обязательство, которое является препятствием для политической борьбы с оппонентами. Одна из причин заключается в том, что уровень руководителей снизился вместе с уровнем дискуссий, представленных избирателям: все более простой уровень, основные аргументы, которые не требуют объяснения сформулированного политического проекта, а только поляризованы по своим значениям. напротив. Итак, вот сценарий, при котором созданы условия для реализации проекта сокращения парламентариев при более или менее почти полном одобрении политических сил, настроенных на антиполитической почве и неспособных сказать нет даже по причинам удобство.

What do you want to do ?
New mail

關於意大利公投減少議員人數的一些思考

 

What do you want to do ?
New mail
從民粹主義的角度看,意大利關於減少議員人數的全民投票問題是使用政治問題的一般情況的一部分,這已成為世界範圍的普遍要素。意大利政治舞台的特點是傳統政治力量深感失望,毫無疑問,這是對反系統力量的失望,這些力量顯然是在不知不覺中針對的,他們能夠利用廣泛的不滿情緒,從而產生了眾多選民而沒有參考。在意大利政治舞台上出現的新運動或經過民粹主義改造的運動已引起人們對那些對改善政治制度沒有作用的問題的關注,這些問題的目的是使製度道德化,甚至如果具有實際效果通常與所宣布的意圖背道而馳。減少意大利議員的人數,正式和實際上減少人民代表的人數,以減少意大利議會的運作成本的意圖,是意大利國家的一項基本成功。實際上,對這一說法的第一個自然反對意見是,在保持一般選舉代表人數不變的情況下,可以通過減少一般費用獲得相同的效果。也是因為這項改革,如果沒有建立在該改革基礎上的選舉法,由於選舉一名代表所需的選票數量而將在地區之間產生深遠的差異。根據預測,目前,在某些情況下,在某些地區選舉議員需要比在其他地區多三倍的共識,並且在其他較小的地區也可能缺乏代表性。從儲蓄規模的適度來看,這個問題純粹是像徵性的。但是,除了這些考慮之外,似乎第一個負面影響顯然是缺乏政治代表,這壓縮了當選官員和選民之間的關係,進一步擴大了兩黨之間的距離,因此增加了政治上的不滿。但是最大的懷疑是,這種破壞憲法規定的改革對更大程度地控制民選議員起了作用,這是未能取消憲法憲章中規定的強制性強制令的一種解決方案。最新選舉法的發展取消了現任選民行使優先選擇權的可能性,有利於黨委秘書處在候選人資格和政治選舉期間實際選舉上的權力;真正的意圖是限制當選個人的個人行為和個人行為,以便使議會活動回到更加嚴格的管理團體的意願上。一方面,如果意圖是要在立法機關中正式反對換黨的做法,另一方面,則出現了減少民選人的自治權,以支持較小論壇中製定的政治戰略的願望。而且他們是唯一有權在政黨或運動中發言的人,從而防止了對黨內辯論至關重要的多重視野。議員人數的減少將有利於加強對內部衝突的控制,特別是在政治運動的領導方面勝過基層討論的時代。想要與管理階層背道而馳的觀點是團結意大利政治舞台上出現的每個政治運動或政黨的一個因素:這是由於考慮到不結盟立場的可能性低,管理階層通常會感到煩惱,而且還因為黨的領導人的政治作風日益衰弱,無法迅速回答選民的問題,特別是當黨內不同思想所阻礙時。內部異議不再被考慮,並且被視為障礙,是對與對手進行政治鬥爭的障礙的承諾。原因之一是高管人員的水平與選民面前的討論水平齊頭並進:一種越來越簡單的水平,基本論點,不需要解釋明確的政治計劃,而只是在其含義上兩極化。對面。那麼,在這種情況下,已經形成了條件,可以在政治力量或多或少得到幾乎完全批准的情況下,進行減少議員人數的計劃,這些計劃與反政治領域保持一致,即使出於以下原因也無法拒絕:方便。

国会議員の削減に関するイタリアの国民投票についてのいくつかの考察

 国会議員の削減に関するイタリアの国民投票の問題は、ポピュリストの視点からの政治問題の使用の一般的なシナリオの一部であり、世界的に共通の要素となっています。イタリアの政治情勢は、伝統的な政治勢力の深い失望を特徴としています。これは、無意識ではないが、反体制勢力に向けられており、広範な不満を利用できるため、言及なしに多数の有権者を生み出しています。新しい運動またはポピュリストの意味で変容を遂げた運動のイタリアの政治シーンへの登場は、政治システムの改善に機能しない問題への注目を高めましたが、システムを道徳化することを意図して彼らの行動を変えました多くの場合、宣言された意図に反する実際的な効果がある場合。イタリア議会の運営コストを削減するために、国会議員、正式にそして実際には国民の代表の数を削減する意図は、イタリアの国の基本的な成功として提示されました。実際、このリーディングに対する最初の自然な異論は、同じ数の選出された代表者を維持しながら、一般的なコストを削減することで同じ効果を得ることができるということです。また、この改革は、この改革に基づく選挙法がなければ、議員の選挙に必要な票の数が原因で、地域ごとに大きな違いが生じるためです。現在、予測によると、一部の地域では国会議員を選出するために、他の地域と比較して3倍の投票数を必要とする場合があり、他の小さな地域の代表性が不足する可能性もあります。この問題が純粋に象徴的なものであることは、貯蓄の規模の控えめさからも明らかです。ただし、これらの考慮事項を超えて、最初のマイナスの影響は、選挙で選ばれた代表と有権者の関係を圧迫する政治的代表の欠如であり、両党間の距離をさらに広げ、したがって政治的不満をもたらしていることは明らかです。しかし、最大の疑いは、憲法の命令を損なうこの改革が、選挙で選ばれた議員のより大きな管理に機能的であるということであり、憲法憲章で想定されている強制的な義務禁止を廃止しなかったための一種の解決策です。最新の選挙法の進展により、アクティブな有権者が選好の選択を行使する可能性が取り消され、政党選挙の際の立候補と選挙の実際の可能性の両方に対する党事務局の力が支持された。本当の意図は、議会の活動をより制限された管理グループの希望に戻すために、選出された個人の個人および個人の行動を制限することでした。一方では、立法中に政党交代の慣行に公式に対抗することを意図した場合、他方では、より制限されたフォーラムで開発された政治戦略を支持して、選出された者の自治権を削減したいという要望がありました。そして、それらは党または運動に取り組むことを許可された唯一のものであり、したがって、党内の議論に不可欠な複数のビジョンを妨げます。国会議員の数を減らすことは、特に政治運動のリーダーシップの側面が草の根の議論に勝っていた時代に、内部紛争のより大きな制御を支持するでしょう。管理グループに反する意見を含めることを望むこの側面は、イタリアの政治シーンに存在するすべての政治運動または政党を統合する要因です。これは、管理グループによる不快感を経験することが多い、一致していない立場を考慮する傾向が低いためです。しかし、党のリーダーの政治慣行がますます減少しているため、選挙人の質問にすばやく答えることができず、特に党内のさまざまなアイデアによって妨げられている場合はなおさらです。内部異議はもはや企てられておらず、障害と見なされており、反対者に対する政治闘争の障害となっている約束である。その理由の1つは、有権者の前にもたらされた議論のレベルと経営者のレベルが連動して低下したことです:ますます単純なレベル、明確な政治プロジェクトの説明を必要とせず、その意味だけで二極化する基本的な議論反対。ここでは、政治的勢力の多かれ少なかれ完全な承認を得て、国会議員の削減プロジェクトを実施するための状況が進展し、反政治の領域に沿って調整され、理由のためにノーと言えないシナリオがここにあります便利。

What do you want to do ?
New mail

بعض التأملات في الاستفتاء الإيطالي على خفض عدد البرلمانيين

 

What do you want to do ?
New mail
تعد قضية الاستفتاء الإيطالي بشأن تقليص عدد البرلمانيين جزءًا من سيناريو عام لاستخدام القضايا السياسية من منظور شعبوي ، والذي أصبح عنصرًا مشتركًا في جميع أنحاء العالم. يتسم المشهد السياسي الإيطالي بخيبة أمل عميقة للقوى السياسية التقليدية ، التي تم توجيهها ، بالتأكيد ليس بغير وعي ، نحو القوى المناهضة للنظام ، القادرة على استغلال السخط الواسع النطاق ، الذي ولّد عددًا كبيرًا من الناخبين دون مراجع. أدى ظهور الحركات أو الحركات الجديدة التي مرت بتحول بالمعنى الشعبوي على الساحة السياسية الإيطالية إلى زيادة الاهتمام بالقضايا التي لا تؤدي إلى تحسين النظام السياسي ، ولكنها تباينت نشاطها بهدف إضفاء الصفة الأخلاقية على النظام ، حتى إذا كانت لها آثار عملية تتعارض غالبًا مع النوايا المعلنة. تم تقديم نية تقليل عدد البرلمانيين ، رسميًا وعمليًا ، ممثلي السكان ، لتقليل تكاليف تشغيل البرلمان الإيطالي على أنها نجاح أساسي للدولة الإيطالية. في الواقع ، أول اعتراض طبيعي على هذه القراءة هو أنه يمكن الحصول على نفس التأثير من خلال تخفيض التكاليف العامة ، مع الحفاظ على نفس عدد الممثلين المنتخبين ؛ كذلك لأن هذا الإصلاح ، بدون قانون انتخابي مبني على هذا الإصلاح ، سيولد خلافات عميقة بين الإقليم والمنطقة بسبب عدد الأصوات المطلوبة لانتخاب نائب. حاليًا ، وفقًا للتوقعات ، هناك حالات في بعض المناطق تتطلب إجماعًا أكثر بثلاث مرات من المناطق الأخرى لانتخاب عضو في البرلمان وقد يكون هناك أيضًا نقص في التمثيل بالنسبة للمناطق الأصغر الأخرى. إن كون القضية رمزية بحتة سيكون واضحًا أيضًا من تواضع حجم المدخرات. ومع ذلك ، وبعيدًا عن هذه الاعتبارات ، يبدو واضحًا أن التداعيات السلبية الأولى هي الافتقار إلى التمثيل السياسي الذي يضغط على العلاقة بين المسؤولين المنتخبين والناخبين ، مما يزيد المسافة بين الحزبين وبالتالي الاستياء السياسي. لكن الشكوك الرئيسية هي أن هذا الإصلاح ، الذي يقوض الإملاء الدستوري ، يعمل على زيادة السيطرة على النواب المنتخبين ، وهو نوع من الحل للفشل في إلغاء حظر التفويض الإلزامي المنصوص عليه في الميثاق الدستوري. ألغت التطورات التي طرأت على قوانين الانتخابات الأخيرة إمكانية ممارسة الناخبين النشطين لخيار الأفضلية ، مفضلةً سلطة أمانات الحزب على كل من الترشح والإمكانية الحقيقية للانتخاب أثناء الانتخابات السياسية ؛ كانت النية الحقيقية هي الحد من العمل الفردي والشخصي للأفراد المنتخبين ، من أجل إعادة النشاط البرلماني إلى رغبات مجموعات الإدارة الأكثر تقييدًا. إذا كان القصد ، من ناحية ، هو مكافحة ممارسة تغيير الأحزاب رسميًا خلال الهيئة التشريعية ، فمن ناحية أخرى ظهرت الرغبة في تقليص استقلالية المنتخبين لصالح الاستراتيجيات السياسية التي تم تطويرها في المنتديات الأصغر ، والتي كانت في الواقع وهم الوحيدون المخولون بمخاطبة الحزب أو الحركة ، وبالتالي منع رؤية متعددة ضرورية للنقاش داخل الأحزاب. إن تقليص عدد البرلمانيين من شأنه أن يؤيد سيطرة أكبر على الخلاف الداخلي ، لا سيما في عصر ساد فيه الجانب القيادي للحركات السياسية على النقاش الشعبي. هذا الجانب من الرغبة في احتواء آراء مخالفة لمجموعة الإدارة هو عامل يوحد كل حركة سياسية أو حزب موجود في المشهد السياسي الإيطالي: ويرجع ذلك إلى الميل المنخفض للنظر في المواقف غير المنحازة ، والتي غالبًا ما تتعرض للانزعاج من قبل المجموعات الإدارية ، ولكن أيضًا لممارسة سياسية متناقصة باستمرار لقادة الحزب ، غير قادرين على تقديم إجابات سريعة لأسئلة الناخبين ، خاصة إذا أعاقتهم أفكار مختلفة داخل الحزب. لم يعد يتم التفكير في المعارضة الداخلية ، وينظر إليها على أنها عائق ، والتزام يشكل عقبة أمام النضال السياسي ضد المعارضين. أحد الأسباب هو أن مستوى المديرين التنفيذيين قد انخفض جنبًا إلى جنب مع مستوى المناقشات المطروحة أمام الناخبين: ​​مستوى يزداد بساطة ، الحجج الأساسية التي لا تتطلب شرحًا لمشروع سياسي مفصّل ، بل تستقطب فقط في معانيه. ضد. هنا ، إذن ، هو السيناريو الذي تطورت فيه الظروف لتنفيذ مشروع تقليص عدد البرلمانيين بموافقة شبه كاملة تقريبًا على القوى السياسية ، المتوافقة مع ساحة مناهضة السياسة وغير قادرة على قول لا ، حتى لأسباب تتعلق السهولة أو الراحة.

giovedì 27 agosto 2020

Mosca e la crisi bielorussa

 La situazione della Bielorussia rischia di diventare pericolosa per Putin e la Russia. Per la dittatura di Minsk il momento è difficile, malgrado la violenza della polizia e le repressioni seguite ai brogli elettorali, le proteste continuano ad estendersi con pesanti ricadute sulle reazioni internazionali. L’Unione Europea avrebbe individuato il paese bielorusso come un possibile obiettivo paragonandolo all’Ucraina: una situazione di potenziale ampliamento della zona di influenza di Bruxelles, probabilmente su procura di Washington. All’interno del quadro internazionale le legittime aspirazioni della popolazione della Bielorussia assumono un aspetto funzionale agli interessi delle forze esterne in gioco. Naturalmente il soggetto che ha più da perdere dall’evoluzione della vicenda bielorussa è il Cremlino; per Mosca la ripetizione di una vicenda come quella ucraina al suo confine, significherebbe una decisiva diminuzione della sua influenza regionale ed anche del suo prestigio interno, soprattutto nell’ottica di replicare la potenza dell’Unione Sovietica, progetto che contribuisce al prestigio in Russia di Putin. Una improbabile vittoria della opposizione favorirebbe la transizione del paese verso l’occidente e questo è il primo obiettivo che Mosca deve evitare, ma raggiungere ciò non è semplice né lineare. Il dittatore bielorusso è al potere da ventisei anni e non pare intenzionato a cedere e già prima del voto, durante la campagna elettorale, ha accusato Mosca di volere interferire nelle elezioni; con questa mossa, sostanzialmente, ha avvertito la Russia di potere e volere esercitare una pressione affinché il Cremlino sia pronto a fornire l’appoggio necessario, anche militare in caso di bisogno. Per Mosca la situazione con l’Ucraina è leggermente differente perché in quel caso c’erano territori dove la presenza etnica russa è consistente, Crimea e Donbass, e la rivendicazione territoriale poteva avere una qualche giustificazione anche in una posizione di violazione del diritto internazionale, Nella Bielorussia un eventuale intervento armato verrebbe interpretato come un sostegno esclusivo della dittatura bielorussa, con la conseguente reazione della emanazione di nuove sanzioni e, probabilmente, una massiccia presenza di militari occidentali alle frontiere bielorusse. L’opzione militare, quindi, pur essendo nel novero delle possibilità, appare come l’ultima possibilità alla quale il Cremlino potrebbe ricorrere. La soluzione migliore sarebbe che potesse emergere una figura al posto dell’attuale dittatore, in grado di fare concessioni all’opposizione, ma che consentisse la permanenza nell’orbita russa, ma, al momento, non sembra essere presente questa opzione, proprio perché la permanenza per ventisei anni al potere dell’attuale dittatore, non ha permesso uno sviluppo di figure alternative, anche all’interno del partito del presidente. La migliore opzione possibile per la Russia è quella di esercitare una pressione diplomatica su Minsk per allentare la repressione, in modo da attenuare l’attenzione internazionale; questa operazione, fatta nell’interesse di mantenere la Bielorussia nell’orbita ex sovietica, può essere attuata soltanto con una persuasione politica unita ad un incremento degli aiuti economici, uno sforzo notevole per una economia non in buono stato come quella di Mosca. Il punto è fino a dove vuole arrivare Minsk nelle sue richieste, che tengono conto della ritrosia russo di un impegno militare sul terreno, ed, al contrario, dove può spingersi Mosca; per il momento il Cremlino sembra prendere timidamente le distanze da Minsk, riconoscendo che nelle elezioni ci sono state modalità non chiare, sulla sincerità di queste affermazioni si incentra l’interrogativo se sono sincere o sintomo di opportunità funzionale ad esercitare la pressione sul governo bielorusso, ma, nello stesso tempo, Mosca ha negato di avere contatti con l’opposizione: smentita doverosa per ribadire in modo indiretto l’appoggio alla dittatura. Sul piano internazionale il Cremlino ha avvertito i paesi europei a non esercitare azioni di ingerenza nella crisi bielorussa, ribadendo, così, la sua volontà di mantenere la preminenza in quella che considera zona di influenza esclusiva. Infine occorre anche tenere presente che l’opposizione bielorussa, pur mantenendo un certo livello numerico, stenta ad aumentare: lo dimostra la difficoltà nella raccolta dei fondi per sostenerla e la diminuzione degli scioperi che hanno travolto il paese dopo che sono stati resi pubblici i risultati elettorali, con fabbriche che sono tornate a funzionare. La tenuta della dittatura, dopo queste fasi critiche, sembra essere la migliore soluzione per Mosca per mantenere lo status quo, anche se questo aspetto è certo sicuramente nel breve periodo e forse nel medio, ma nel lungo periodo dovranno essere elaborate strategie alternative per continuare ad esercitare l’influenza voluta.

What do you want to do ?
New mail

Moscow and the Belarusian crisis

 The situation in Belarus risks becoming dangerous for Putin and Russia. For the Minsk dictatorship, the moment is difficult, despite the violence of the police and the repression following the electoral fraud, the protests continue to spread with heavy repercussions on international reactions. The European Union would have identified the Belarusian country as a possible target by comparing it to Ukraine: a situation of potential expansion of the Brussels area of ​​influence, probably under Washington’s proxy. Within the international framework, the legitimate aspirations of the people of Belarus take on a functional aspect to the interests of the external forces at stake. Of course, the subject that has the most to lose from the evolution of the Belarusian affair is the Kremlin; for Moscow the repetition of an event like the Ukrainian one on its border would mean a decisive decrease in its regional influence and also in its internal prestige, especially with a view to replicating the power of the Soviet Union, a project that contributes to the prestige in Russia of Putin. An unlikely victory by the opposition would favor the country’s transition to the West and this is the first goal that Moscow must avoid, but achieving this is neither simple nor straightforward. The Belarusian dictator has been in power for twenty-six years and does not seem willing to give up and even before the vote, during the electoral campaign, he accused Moscow of wanting to interfere in the elections; with this move, essentially, he warned Russia that it was able and willing to exert pressure so that the Kremlin is ready to provide the necessary support, including military support in case of need. For Moscow the situation with Ukraine is slightly different because in that case there were territories where the Russian ethnic presence is substantial, Crimea and Donbass, and the territorial claim could have some justification even in a position of violation of international law, In Belarus, any armed intervention would be interpreted as an exclusive support of the Belarusian dictatorship, with the consequent reaction of the enactment of new sanctions and, probably, a massive presence of Western soldiers on the Belarusian borders. The military option, therefore, despite being in the list of possibilities, appears as the last possibility that the Kremlin could resort to. The best solution would be that a figure could emerge in place of the current dictator, able to make concessions to the opposition, but who would allow the permanence in the Russian orbit, but, at the moment, this option does not seem to be present, precisely because the tenure for twenty-six years in power of the current dictator, did not allow the development of alternative figures, even within the president's party. The best possible option for Russia is to exert diplomatic pressure on Minsk to ease the repression, so as to attenuate international attention; this operation, carried out in the interest of keeping Belarus in the former Soviet orbit, can only be carried out with political persuasion combined with an increase in economic aid, a considerable effort for an economy not in good condition like that of Moscow. The point is how far Minsk wants to go in its demands, which take into account the Russian reluctance of a military engagement on the ground, and, on the contrary, where Moscow can go; for the moment the Kremlin seems to shyly distance itself from Minsk, recognizing that there were unclear modalities in the elections, on the sincerity of these statements the question is whether they are sincere or a symptom of functional opportunity to exert pressure on the Belarusian government, but, at the same time, Moscow denied having contacts with the opposition: a necessary denial to indirectly reaffirm support for the dictatorship. On the international level, the Kremlin warned European countries not to intervene in the Belarusian crisis, thus reaffirming its desire to maintain pre-eminence in what it considers an area of ​​exclusive influence. Finally, it should also be borne in mind that the Belarusian opposition, while maintaining a certain numerical level, is struggling to increase: this is demonstrated by the difficulty in raising funds to support it and the decrease in strikes that engulfed the country after the results were made public. electoral, with factories that are back to work. The holding of the dictatorship, after these critical phases, seems to be the best solution for Moscow to maintain the status quo, even if this aspect is certainly certain in the short term and perhaps in the medium, but in the long term alternative strategies will have to be developed to continue to exercise the desired influence.

What do you want to do ?
New mail

Moscú y la crisis bielorrusa

 La situación en Bielorrusia corre el riesgo de volverse peligrosa para Putin y Rusia. Para la dictadura de Minsk, el momento es difícil, a pesar de la violencia de la policía y la represión tras el fraude electoral, las protestas continúan extendiéndose con fuertes repercusiones en las reacciones internacionales. La Unión Europea habría identificado al país bielorruso como un posible objetivo comparándolo con Ucrania: una situación de potencial expansión del área de influencia de Bruselas, probablemente bajo el poder de Washington. En el marco internacional, las legítimas aspiraciones del pueblo de Belarús adquieren un aspecto funcional a los intereses de las fuerzas externas en juego. Por supuesto, el tema que más tiene que perder de la evolución del asunto bielorruso es el Kremlin; Para Moscú, la repetición de un evento como el ucraniano en su frontera significaría una disminución decisiva de su influencia regional y también de su prestigio interno, sobre todo con miras a replicar el poder de la Unión Soviética, proyecto que contribuye al prestigio en Rusia de Putin. Una victoria improbable de la oposición favorecería la transición del país hacia Occidente y este es el primer objetivo que debe evitar Moscú, pero lograrlo no es sencillo ni sencillo. El dictador bielorruso lleva veintiséis años en el poder y no parece dispuesto a rendirse e incluso antes de la votación, durante la campaña electoral, acusó a Moscú de querer interferir en las elecciones; con esta maniobra, esencialmente, advirtió a Rusia que era capaz y estaba dispuesta a ejercer presión para que el Kremlin esté listo para brindar el apoyo necesario, incluido el apoyo militar en caso de necesidad. Para Moscú, la situación con Ucrania es ligeramente diferente porque en ese caso había territorios donde la presencia étnica rusa es sustancial, Crimea y Donbass, y la reivindicación territorial podría tener alguna justificación incluso en una posición de violación del derecho internacional. En Bielorrusia, cualquier intervención armada se interpretaría como un apoyo exclusivo a la dictadura bielorrusa, con la consiguiente reacción de la promulgación de nuevas sanciones y, probablemente, una presencia masiva de soldados occidentales en las fronteras bielorrusas. La opción militar, por tanto, a pesar de estar en la lista de posibilidades, aparece como la última posibilidad a la que podría recurrir el Kremlin. La mejor solución sería que pudiera surgir una figura en lugar del dictador actual, capaz de hacer concesiones a la oposición, pero que permitiría la permanencia en la órbita rusa, pero, de momento, esta opción no parece estar presente, precisamente porque el El mandato del actual dictador durante veintiséis años no permitió el desarrollo de figuras alternativas, incluso dentro del partido del presidente. La mejor opción posible para Rusia es ejercer presión diplomática sobre Minsk para aliviar la represión, a fin de atenuar la atención internacional; esta operación, realizada con el interés de mantener a Bielorrusia en la antigua órbita soviética, sólo puede llevarse a cabo con persuasión política combinada con un aumento de las ayudas económicas, un esfuerzo considerable para una economía que no se encuentra en buenas condiciones como la de Moscú. La cuestión es hasta dónde quiere llegar Minsk en sus demandas, que tienen en cuenta la renuencia rusa a un compromiso militar en el terreno y, por el contrario, adónde puede llegar Moscú; Por el momento el Kremlin parece distanciarse tímidamente de Minsk, reconociendo que hubo modalidades poco claras en las elecciones, la sinceridad de estas declaraciones centra la pregunta de si son sinceras o un síntoma de oportunidad funcional para ejercer presión sobre el gobierno bielorruso. pero, al mismo tiempo, Moscú negó tener contactos con la oposición: una negación necesaria para reafirmar indirectamente el apoyo a la dictadura. A nivel internacional, el Kremlin advirtió a los países europeos que no intervengan en la crisis bielorrusa, reafirmando así su deseo de mantener la preeminencia en lo que considera un área de influencia exclusiva. Por último, también hay que tener en cuenta que la oposición bielorrusa, aunque mantiene un cierto nivel numérico, lucha por crecer: así lo demuestra la dificultad para recaudar fondos para apoyarla y la disminución de las huelgas que arrasaron el país tras la difusión de los resultados. electoral, con fábricas que vuelven a funcionar. El mantenimiento de la dictadura, después de estas fases críticas, parece ser la mejor solución para que Moscú mantenga el statu quo, aunque este aspecto es ciertamente cierto en el corto y quizás en el mediano plazo, pero en el largo plazo habrá que desarrollar estrategias alternativas para continuar ejercer la influencia deseada.

What do you want to do ?
New mail

Moskau und die Weißrusslandkrise

 Die Situation in Belarus könnte für Putin und Russland gefährlich werden. Für die Minsker Diktatur ist der Moment schwierig. Trotz der Gewalt der Polizei und der Unterdrückung nach dem Wahlbetrug breiten sich die Proteste weiterhin mit starken Auswirkungen auf die internationalen Reaktionen aus. Die Europäische Union hätte das belarussische Land als mögliches Ziel identifiziert, indem sie es mit der Ukraine verglichen hätte: eine Situation einer möglichen Ausweitung des Einflussbereichs Brüssel, wahrscheinlich unter Washingtons Vertretung. Innerhalb des internationalen Rahmens nehmen die legitimen Bestrebungen der belarussischen Bevölkerung einen funktionalen Aspekt der Interessen der betreffenden externen Kräfte an. Natürlich ist der Kreml das Thema, das von der Entwicklung der belarussischen Affäre am meisten zu verlieren hat. Für Moskau würde die Wiederholung eines Ereignisses wie des ukrainischen an seiner Grenze einen entscheidenden Rückgang seines regionalen Einflusses und auch seines inneren Ansehens bedeuten, insbesondere im Hinblick auf die Nachbildung der Macht der Sowjetunion, ein Projekt, das zum Ansehen Russlands in Russland beiträgt Putin. Ein unwahrscheinlicher Sieg der Opposition würde den Übergang des Landes in den Westen begünstigen, und dies ist das erste Ziel, das Moskau vermeiden muss, aber dies zu erreichen, ist weder einfach noch unkompliziert. Der belarussische Diktator ist seit 26 Jahren an der Macht und scheint nicht bereit zu sein aufzugeben. Noch vor der Abstimmung im Wahlkampf beschuldigte er Moskau, sich in die Wahlen einmischen zu wollen. Mit diesem Schritt warnte er Russland im Wesentlichen, dass es in der Lage und bereit sei, Druck auszuüben, damit der Kreml bereit sei, die notwendige Unterstützung zu leisten, einschließlich militärischer Unterstützung im Notfall. Für Moskau ist die Situation mit der Ukraine etwas anders, da es in diesem Fall Gebiete gab, in denen die russische ethnische Präsenz erheblich ist, Krim und Donbass, und der Gebietsanspruch selbst in einer Position des Verstoßes gegen das Völkerrecht eine Rechtfertigung haben könnte. In Belarus würde jede bewaffnete Intervention als ausschließliche Unterstützung der belarussischen Diktatur interpretiert, mit der daraus resultierenden Reaktion auf die Verhängung neuer Sanktionen und wahrscheinlich einer massiven Präsenz westlicher Soldaten an den belarussischen Grenzen. Die militärische Option erscheint daher, obwohl sie auf der Liste der Möglichkeiten steht, als letzte Möglichkeit, die der Kreml nutzen könnte. Die beste Lösung wäre, dass anstelle des derzeitigen Diktators eine Figur auftauchen könnte, die Zugeständnisse an die Opposition machen könnte, aber die die Dauerhaftigkeit in der russischen Umlaufbahn zulassen würde, aber im Moment scheint diese Option nicht vorhanden zu sein, gerade weil die Die sechsundzwanzigjährige Amtszeit des derzeitigen Diktators erlaubte nicht einmal innerhalb der Partei des Präsidenten die Entwicklung alternativer Figuren. Die bestmögliche Option für Russland besteht darin, diplomatischen Druck auf Minsk auszuüben, um die Repression zu erleichtern und die internationale Aufmerksamkeit abzuschwächen. Diese Operation, die durchgeführt wurde, um Weißrussland in der ehemaligen sowjetischen Umlaufbahn zu halten, kann nur mit politischer Überzeugung in Verbindung mit einer Erhöhung der Wirtschaftshilfe durchgeführt werden, was eine erhebliche Anstrengung für eine Wirtschaft darstellt, die nicht in einem guten Zustand wie die von Moskau ist. Der Punkt ist, wie weit Minsk in seinen Forderungen gehen will, die die russische Zurückhaltung eines militärischen Engagements vor Ort berücksichtigen, und im Gegenteil, wohin Moskau gehen kann; Im Moment scheint sich der Kreml schüchtern von Minsk zu distanzieren und erkennt an, dass es unklare Modalitäten bei den Wahlen gab. Die Aufrichtigkeit dieser Aussagen konzentriert sich auf die Frage, ob sie aufrichtig sind oder ein Symptom für eine funktionale Gelegenheit, Druck auf die belarussische Regierung auszuüben. Gleichzeitig bestritt Moskau jedoch, Kontakte zur Opposition zu haben: eine notwendige Ablehnung, um indirekt die Unterstützung für die Diktatur zu bekräftigen. Auf internationaler Ebene warnte der Kreml die europäischen Länder davor, in die Weißrusslandkrise einzugreifen, und bekräftigte damit seinen Wunsch, in einem seiner Ansicht nach ausschließlichen Einflussbereich Vorrang zu behalten. Schließlich sollte auch berücksichtigt werden, dass die belarussische Opposition unter Beibehaltung eines bestimmten numerischen Niveaus Schwierigkeiten hat, zuzunehmen. Dies zeigt sich in der Schwierigkeit, Mittel zu ihrer Unterstützung aufzubringen, und in der Abnahme der Streiks, die das Land nach der Veröffentlichung der Ergebnisse verschlungen haben. Wahlbetriebe mit Fabriken, die wieder arbeiten. Das Halten der Diktatur nach diesen kritischen Phasen scheint für Moskau die beste Lösung zu sein, um den Status quo aufrechtzuerhalten, auch wenn dieser Aspekt kurzfristig und vielleicht mittelfristig sicher ist, aber langfristig müssen alternative Strategien entwickelt werden, um fortzufahren den gewünschten Einfluss ausüben.

What do you want to do ?
New mail

Moscou et la crise biélorusse

 La situation en Biélorussie risque de devenir dangereuse pour Poutine et la Russie. Le moment est difficile pour la dictature de Minsk, malgré la violence de la police et la répression suite à la fraude électorale, les manifestations continuent de se propager avec de lourdes répercussions sur les réactions internationales. L’Union européenne aurait identifié le pays biélorusse comme une cible possible en le comparant à l’Ukraine: une situation d’expansion potentielle de la zone d’influence de Bruxelles, probablement sous la pression de Washington. Dans le cadre international, les aspirations légitimes du peuple bélarussien revêtent un aspect fonctionnel par rapport aux intérêts des forces extérieures en jeu. Bien entendu, le sujet qui a le plus à perdre de l'évolution de l'affaire biélorusse est le Kremlin; pour Moscou, la répétition d'un événement comme celui de l'Ukraine à sa frontière signifierait une diminution décisive de son influence régionale et aussi de son prestige interne, notamment en vue de reproduire la puissance de l'Union soviétique, projet qui contribue au prestige en Russie de Poutine. Une victoire improbable de l’opposition favoriserait la transition du pays vers l’Occident et c’est le premier objectif que Moscou doit éviter, mais y parvenir n’est ni simple ni direct. Le dictateur biélorusse est au pouvoir depuis vingt-six ans et ne semble pas disposé à abandonner et même avant le vote, lors de la campagne électorale, il a accusé Moscou de vouloir s'ingérer dans les élections; avec cette décision, essentiellement, il a averti la Russie qu'elle pouvait et voulait exercer des pressions pour que le Kremlin soit prêt à fournir le soutien nécessaire, y compris le soutien militaire en cas de besoin. Pour Moscou, la situation avec l'Ukraine est légèrement différente car, dans ce cas, il y avait des territoires où la présence ethnique russe est importante, la Crimée et le Donbass, et la revendication territoriale pourrait avoir une certaine justification même en situation de violation du droit international, En Biélorussie, toute intervention armée serait interprétée comme un soutien exclusif à la dictature biélorusse, avec la réaction conséquente de la promulgation de nouvelles sanctions et, probablement, une présence massive de soldats occidentaux aux frontières biélorusses. L'option militaire, bien qu'elle soit dans la liste des possibilités, apparaît donc comme la dernière possibilité à laquelle le Kremlin pourrait recourir. La meilleure solution serait qu'une figure pourrait émerger à la place du dictateur actuel, capable de faire des concessions à l'opposition, mais qui permettrait la permanence dans l'orbite russe, mais, pour le moment, cette option ne semble pas être présente, précisément parce que le mandat de vingt-six ans au pouvoir du dictateur actuel, n'a pas permis le développement de figures alternatives, même au sein du parti présidentiel. La meilleure option possible pour la Russie est d'exercer une pression diplomatique sur Minsk pour alléger la répression, afin d'atténuer l'attention internationale; cette opération, menée dans l'intérêt de maintenir la Biélorussie dans l'ancienne orbite soviétique, ne peut être menée qu'avec une persuasion politique combinée à une augmentation de l'aide économique, effort considérable pour une économie en mauvais état comme celle de Moscou. Il s'agit de savoir jusqu'où Minsk veut aller dans ses revendications, qui tiennent compte de la réticence russe à un engagement militaire sur le terrain, et, au contraire, où Moscou peut aller; pour le moment, le Kremlin semble se distancer timidement de Minsk, reconnaissant qu'il y avait des modalités peu claires lors des élections, sur la sincérité de ces déclarations, la question est de savoir si elles sont sincères ou un symptôme d'une opportunité fonctionnelle d'exercer une pression sur le gouvernement biélorusse, mais, en même temps, Moscou a nié avoir des contacts avec l'opposition: un déni nécessaire pour réaffirmer indirectement son soutien à la dictature. Sur le plan international, le Kremlin a averti les pays européens de ne pas intervenir dans la crise biélorusse, réitérant ainsi sa volonté de maintenir la prééminence dans ce qu'il considère comme une zone d'influence exclusive. Enfin, il convient également de garder à l'esprit que l'opposition bélarussienne, tout en maintenant un certain niveau numérique, peine à augmenter: cela est démontré par la difficulté de lever des fonds pour la soutenir et la diminution des grèves qui ont englouti le pays après la publication des résultats. électorale, avec des usines qui sont de retour au travail. La tenue de la dictature, après ces phases critiques, semble être la meilleure solution pour Moscou pour maintenir le statu quo, même si cet aspect est certainement certain à court terme et peut-être à moyen, mais à long terme des stratégies alternatives devront être développées pour continuer à exercer l'influence désirée.

What do you want to do ?
New mail

Moscou e a crise na Bielo-Rússia

 A situação na Bielorrússia corre o risco de se tornar perigosa para Putin e a Rússia. O momento é difícil para a ditadura de Minsk, apesar da violência policial e da repressão após a fraude eleitoral, os protestos continuam se espalhando com forte repercussão nas reações internacionais. A União Europeia teria identificado o país bielorrusso como um possível alvo comparando-o com a Ucrânia: uma situação de potencial expansão da área de influência de Bruxelas, provavelmente por procuração de Washington. No quadro internacional, as aspirações legítimas do povo da Bielorrússia assumem um aspecto funcional para os interesses das forças externas em jogo. Obviamente, o assunto que mais tem a perder com a evolução do caso bielorrusso é o Kremlin; para Moscou, a repetição de um acontecimento como o ucraniano em sua fronteira significaria uma diminuição decisiva de sua influência regional e também de seu prestígio interno, especialmente com vistas a replicar o poder da União Soviética, projeto que contribui para o prestígio na Rússia de Putin. Uma vitória improvável da oposição favoreceria a transição do país para o Ocidente e este é o primeiro objetivo que Moscou deve evitar, mas alcançá-lo não é simples nem direto. O ditador bielorrusso está no poder há vinte e seis anos e não parece disposto a desistir e, mesmo antes da votação, durante a campanha eleitoral, acusou Moscou de querer interferir nas eleições; com este movimento, essencialmente, ele alertou a Rússia que estava em condições e disposta a exercer pressão para que o Kremlin estivesse pronto para fornecer o apoio necessário, incluindo apoio militar em caso de necessidade. Para Moscou, a situação com a Ucrânia é um pouco diferente porque, nesse caso, havia territórios onde a presença étnica russa é substancial, Crimeia e Donbass, e a reivindicação territorial poderia ter alguma justificativa mesmo em uma posição de violação do direito internacional, Na Bielorrússia, qualquer intervenção armada seria interpretada como um apoio exclusivo à ditadura bielorrussa, com a conseqüente reação da promulgação de novas sanções e, provavelmente, uma presença maciça de soldados ocidentais nas fronteiras bielorrussas. A opção militar, portanto, apesar de estar na lista de possibilidades, aparece como a última possibilidade a que o Kremlin poderia recorrer. A melhor solução seria que surgisse uma figura no lugar do atual ditador, capaz de fazer concessões à oposição, mas que permitisse a permanência na órbita russa, mas, no momento, essa opção não parece estar presente, justamente porque o A gestão do atual ditador por 26 anos não permitiu o desenvolvimento de figuras alternativas, mesmo dentro do partido do presidente. A melhor opção possível para a Rússia é exercer pressão diplomática sobre Minsk para aliviar a repressão, de modo a atenuar a atenção internacional; esta operação, realizada com o interesse de manter a Bielorrússia na antiga órbita soviética, só pode ser realizada com persuasão política combinada com um aumento da ajuda econômica, um esforço considerável para uma economia que não está em boas condições como a de Moscou. A questão é até onde Minsk quer ir em suas demandas, que levam em conta a relutância russa em um confronto militar no terreno e, ao contrário, onde Moscou pode ir; no momento, o Kremlin parece se distanciar timidamente de Minsk, reconhecendo que não havia modalidades claras nas eleições, na sinceridade dessas declarações a questão é se elas são sinceras ou um sintoma de oportunidade funcional de exercer pressão sobre o governo bielorrusso, mas, ao mesmo tempo, Moscou negou ter contatos com a oposição: uma negação necessária para reafirmar indiretamente o apoio à ditadura. No plano internacional, o Kremlin alertou os países europeus para não intervirem na crise bielorrussa, reiterando assim seu desejo de manter a preeminência no que considera uma área de influência exclusiva. Por fim, deve-se ter em mente que a oposição bielorrussa, embora mantenha um certo nível numérico, está lutando para aumentar: isso é demonstrado pela dificuldade em arrecadar fundos para apoiá-la e a diminuição das greves que engolfaram o país depois que os resultados foram divulgados. eleitoral, com fábricas que voltaram a funcionar. A manutenção da ditadura, após essas fases críticas, parece ser a melhor solução para Moscou manter o status quo, ainda que esse aspecto seja certamente certo no curto prazo e talvez no médio, mas no longo prazo estratégias alternativas terão que ser desenvolvidas para continuar a exercer a influência desejada.

What do you want to do ?
New mail

Москва и белорусский кризис

 

What do you want to do ?
New mail
Ситуация в Беларуси рискует стать опасной для Путина и России. Для минской диктатуры сейчас тяжелый момент, несмотря на насилие со стороны полиции и репрессии, последовавшие за фальсификацией результатов выборов, протесты продолжают распространяться, что имеет тяжелые последствия для международной реакции. Европейский Союз определил бы белорусскую страну в качестве возможной цели, сравнив ее с Украиной: ситуация потенциального расширения зоны влияния Брюсселя, вероятно, при посредничестве Вашингтона. В международных рамках законные устремления народа Беларуси приобретают функциональный аспект по отношению к интересам внешних сил. Конечно, больше всего от развития белорусского дела может потерять Кремль; для Москвы повторение события, подобного украинскому, на ее границе означало бы решительное снижение ее регионального влияния, а также ее внутреннего престижа, особенно с целью копирования мощи Советского Союза, проекта, который способствует повышению престижа в России Путин. Маловероятная победа оппозиции будет способствовать переходу страны на Запад, и это первая цель, которой Москва должна избегать, но достичь ее непросто. Белорусский диктатор находится у власти двадцать шесть лет и, похоже, не желает сдаваться, и еще до голосования, во время избирательной кампании, он обвинил Москву в желании вмешаться в выборы; этим шагом он, по сути, предупредил Россию, что она может и хочет оказать давление, чтобы Кремль был готов оказать необходимую поддержку, в том числе военную поддержку в случае необходимости. Для Москвы ситуация с Украиной несколько иная, потому что в этом случае были территории, где российское этническое присутствие является значительным, Крым и Донбасс, и территориальные претензии могли иметь какое-то обоснование даже в позиции нарушения международного права. В Беларуси любое вооруженное вмешательство будет истолковано как исключительная поддержка белорусской диктатуры с последующей реакцией на введение новых санкций и, возможно, массовое присутствие западных солдат на белорусских границах. Таким образом, военный вариант, несмотря на то, что он находится в списке возможностей, кажется последней возможностью, к которой мог бы прибегнуть Кремль. Наилучшим решением было бы появление фигуры на месте нынешнего диктатора, способной пойти на уступки оппозиции, но которая допустила бы постоянство на российской орбите, но в настоящий момент такой вариант, похоже, отсутствует именно потому, что Пребывание нынешнего диктатора в течение двадцати шести лет не позволило выработать альтернативные фигуры даже внутри президентской партии. Наилучший вариант для России - оказать дипломатическое давление на Минск, чтобы ослабить репрессии и ослабить внимание международного сообщества; Эта операция, проводимая в интересах удержания Беларуси на бывшей советской орбите, может быть проведена только при наличии политических убеждений в сочетании с увеличением экономической помощи, что является значительным усилием для экономики, находящейся в не таком хорошем состоянии, как у Москвы. Дело в том, насколько далеко Минск хочет зайти в своих требованиях, учитывая нежелание России участвовать в военных действиях на земле и, наоборот, куда может пойти Москва; на данный момент Кремль, кажется, робко дистанцируется от Минска, признавая, что на выборах были неясные условия, в искренности этих заявлений вопрос заключается в том, являются ли они искренними или симптом функциональной возможности оказать давление на белорусское правительство, но в то же время Москва отрицала какие-либо контакты с оппозицией: это необходимо, чтобы косвенно подтвердить поддержку диктатуры. На международном уровне Кремль предупредил европейские страны, чтобы они не вмешивались в белорусский кризис, тем самым подтвердив свое желание сохранить превосходство в том, что он считает зоной исключительного влияния. Наконец, следует также иметь в виду, что белорусская оппозиция, сохраняя определенный численный уровень, изо всех сил пытается нарастить: об этом свидетельствует сложность сбора средств для ее поддержки и уменьшение количества забастовок, охвативших страну после обнародования результатов. избирательные, с фабриками, которые снова заработали. Сохранение диктатуры после этих критических фаз кажется лучшим решением для Москвы сохранить статус-кво, даже если этот аспект определенно определен в краткосрочной перспективе и, возможно, в среднесрочной перспективе, но в долгосрочной перспективе необходимо будет разработать альтернативные стратегии, чтобы продолжить оказывать желаемое влияние.

莫斯科與白俄羅斯危機

 

What do you want to do ?
New mail
What do you want to do ?
New mail
白俄羅斯的局勢可能對普京和俄羅斯構成危險。對於明斯克獨裁政權而言,時機雖然艱難,儘管警察暴力和選舉舞弊後遭到鎮壓,但抗議活動仍在繼續蔓延,並對國際反應產生沉重影響。歐盟通過將其與烏克蘭進行比較,將白俄羅斯國家確定為可能的目標:布魯塞爾影響力可能擴大的情況,可能在華盛頓的領導下。在國際框架內,白俄羅斯人民的正當願望在功能上有利於危及外部力量的利益。當然,從白俄羅斯事件的演變中損失最大的主題是克里姆林宮。對於莫斯科而言,在其邊界重複發生類似烏克蘭事件的事件將意味著其區域影響力及其內部聲望的決定性下降,尤其是為了複製蘇聯的力量,該項目為俄羅斯的聲望做出了貢獻普京反對派不大可能取得勝利將有利於該國向西方過渡,這是莫斯科必須避免的第一個目標,但是實現這一目標既不簡單也不直接。這位白俄羅斯獨裁者執政已有26年,似乎不願放棄選舉,甚至在投票前就不願放棄選舉,他指責莫斯科想干涉選舉。從本質上講,他警告俄羅斯說,俄羅斯有能力並且願意施加壓力,以便克里姆林宮準備提供必要的支持,包括在需要時提供軍事支持。對於莫斯科而言,與烏克蘭的情況略有不同,因為在那種情況下,存在著一些俄羅斯族裔佔多數的領土,克里米亞和頓巴斯,即使在違反國際法的情況下,該領土的主張也可能有正當理由,在白俄羅斯,任何武裝干預都將被解釋為對白俄羅斯獨裁政權的獨家支持,隨之而來的是新制裁措施的實施,以及可能有大量西方士兵進入白俄羅斯邊界。因此,儘管在可能性列表中,但軍事選擇似乎是克里姆林宮可以訴諸的最後一種可能性。最好的解決辦法是,有一個數字可以代替現任獨裁者,能夠對反對派作出讓步,但誰可以在俄羅斯軌道上保持永久性,但目前看來,這種選擇似乎不存在,正是因為現任獨裁者任職26年,即使在總統的政黨內部也不允許發展其他人選。俄羅斯最好的選擇是對明斯克施加外交壓力,以減輕鎮壓,從而減輕國際關注;為使白俄羅斯保持在前蘇聯軌道上而進行的這項行動只能在政治上有說服力並增加經濟援助的情況下進行,這是對經濟狀況不佳的經濟體如莫斯科的巨大努力。關鍵是明斯克希望滿足需求的程度,考慮到俄羅斯對實地軍事交往的不願,反之則考慮了莫斯科的去向。目前,克里姆林宮似乎與明斯克避開了距離,認識到選舉中存在不清楚的形式,鑑於這些聲明的誠意,問題是它們是真誠的還是對白俄羅斯政府施加壓力的功能性機會的徵兆,但是與此同時,莫斯科否認與反對派保持聯繫:這是間接重申對獨裁統治的支持的必要否認。在國際層面上,克里姆林宮已警告歐洲國家不要干預白俄羅斯危機,從而重申其希望在其認為具有排他影響力的領域保持領先地位。最後,還應該牢記的是,白俄羅斯反對派在維持一定數量水平的同時仍在努力增加:這體現在籌集資金以支持該國的困難以及在結果公佈後席捲該國的罷工減少。選舉,而工廠又重新上班了。在這些關鍵階段之後,保持獨裁統治似乎是莫斯科維持現狀的最佳解決方案,即使在短期或中期肯定可以肯定這一方面,但從長遠來看,必須制定替代戰略以繼續發揮所需的影響力。

モスクワとベラルーシの危機

 ベラルーシの状況は、プーチンとロシアにとって危険になる危険性があります。ミンスクの独裁政権にとって、選挙の詐欺に続く警察の暴力と弾圧にもかかわらず、抗議運動は国際的な反応への激しい反響とともに広がり続けています。欧州連合は、それをウクライナと比較することにより、ベラルーシの国を可能なターゲットとして特定したでしょう。おそらくワシントンの代理の下で、ブリュッセルの影響力の拡大の可能性がある状況です。国際的な枠組みの中で、ベラルーシの人々の正当な願望は、危機に瀕している外力の利益に機能的な側面を帯びています。もちろん、ベラルーシの情勢の進化から失うものが最も多いのはクレムリンです。モスクワにとって、国境でのウクライナのような出来事の繰り返しは、特にソビエト連邦の権力を模倣するプロジェクトであるソビエト連邦の権力を複製することを目的として、その地域の影響力と国内の威信を決定的に低下させることを意味しますプーチン。野党による勝利はありそうもないが、西側への移行を支持するだろう。これはモスクワが避けなければならない最初の目標であるが、これを達成することは単純でも簡単でもない。ベラルーシの独裁者は26年間権力を握っていて、投票を断念する前であっても、選挙運動中に、選挙に干渉したいとモスクワを非難した。この動きで、彼は本質的に、クレムリンが必要な場合の軍事的支援を含む必要な支援を提供する準備ができるように圧力をかけることができ、圧力をかけたいとロシアに警告した。モスクワの場合、ウクライナの状況は少し異なります。その場合、ロシアの民族的プレゼンスが充実している領土、クリミアとドンバスがあり、領土の主張は、国際法違反の立場にあってもある程度の正当化をもたらす可能性があるためです。ベラルーシでは、武力による介入はベラルーシの独裁政権の独占的支持として解釈され、結果として新しい制裁の制定、そしておそらく、ベラルーシの国境に西側の兵士が大規模に存在することになります。したがって、軍事的選択肢は、可能性のリストにあるにもかかわらず、クレムリンが頼ることができる最後の可能性として現れます。最善の解決策は、現在の独裁者の代わりに登場し、野党に譲歩することができるが、だれがロシアの軌道での永続性を許可するかということですが、現時点では、このオプションは存在しないようです。現在の独裁者の26年間の在任期間は、大統領の党内であっても、別の人物を育成することはできませんでした。ロシアにとって最善の選択肢は、抑圧を緩和するためにミンスクに外交的圧力をかけ、国際的な注目を弱めることです。ベラルーシを旧ソビエトの軌道に乗せるために行われたこの作戦は、政治的説得と経済援助の増加、そしてモスクワのような良好な状態にない経済への相当な努力を伴ってのみ実行できる。重要なのは、ミンスクがその要求にどれだけ行きたかったかであり、それは、地上での軍事行動に対するロシアの抵抗力を考慮に入れており、逆に、モスクワはどこへ行くことができるかを考慮しています。今のところ、クレムリンはミンスクから恥ずかしそうに距離を置いているように見え、選挙には明確なモダリティがなかったことを認識し、これらの声明の誠実さについて、問題は、彼らが誠実であるか、ベラルーシ政府に圧力をかける機能的機会の兆候であるか、しかし同時に、モスクワは野党との接触を否定しました。独裁政権への支持を間接的に再確認するために必要な拒否です。国際レベルで、クレムリンはヨーロッパ諸国にベラルーシの危機に介入しないよう警告し、独占的な影響のある領域と見なされるものにおいて卓越性を維持したいというその欲求を繰り返し表明しました。最後に、ベラルーシの反対派は、一定の数値レベルを維持しながら、増加するのに苦労していることにも留意する必要があります。これは、ベラルーシを支持するための資金調達の困難さと、結果が公表された後に国を巻き込んだストライキの減少によって示されています。選挙で、仕事に戻っている工場で。これらの重要な段階の後に独裁政権を維持することは、この側面が短期的にはおそらく中期的に確実であるとしても、現状を維持するためのモスクワにとって最良の解決策であるように思われますが、長期的には、代替戦略を開発して継続する必要があります望ましい影響力を行使します。

What do you want to do ?
New mail

موسكو والأزمة البيلاروسية

قد يصبح الوضع في بيلاروسيا خطيراً على بوتين وروسيا. اللحظة صعبة على ديكتاتورية مينسك ، فرغم عنف الشرطة وقمع التزوير الانتخابي ، تستمر الاحتجاجات في الانتشار مع تداعيات كبيرة على ردود الفعل الدولية. كان الاتحاد الأوروبي سيحدد الدولة البيلاروسية كهدف محتمل من خلال مقارنتها بأوكرانيا: حالة من التوسع المحتمل لمنطقة نفوذ بروكسل ، ربما تحت وكالة واشنطن. في الإطار الدولي ، تأخذ التطلعات المشروعة لشعب بيلاروسيا جانبا وظيفيا لمصالح القوى الخارجية المعرضة للخطر. بطبيعة الحال ، فإن موضوع الكرملين هو الذي سيخسر أكثر من أي شيء آخر بسبب تطور القضية البيلاروسية. بالنسبة لموسكو ، فإن تكرار حدث مثل الحدث الأوكراني على حدودها يعني تراجعًا حاسمًا في نفوذها الإقليمي وأيضًا في هيبتها الداخلية ، لا سيما بهدف تكرار قوة الاتحاد السوفيتي ، وهو مشروع يساهم في هيبة روسيا ضعه في. انتصار غير متوقع للمعارضة سيفضل انتقال البلاد إلى الغرب ، وهذا هو الهدف الأول الذي يجب على موسكو تجنبه ، لكن تحقيق ذلك ليس بالأمر السهل أو المباشر. لقد ظل الدكتاتور البيلاروسي في السلطة منذ ستة وعشرين عامًا ولا يبدو أنه مستعد للاستسلام ، وحتى قبل التصويت ، خلال الحملة الانتخابية ، اتهم موسكو بالرغبة في التدخل في الانتخابات ؛ بهذه الخطوة ، بشكل أساسي ، حذر روسيا من أنها كانت قادرة ومستعدة لممارسة الضغط حتى يكون الكرملين جاهزًا لتقديم الدعم اللازم ، بما في ذلك الدعم العسكري عند الحاجة. بالنسبة لموسكو ، يختلف الوضع مع أوكرانيا اختلافًا طفيفًا لأنه في تلك الحالة كانت هناك مناطق يكون فيها التواجد العرقي الروسي كبيرًا ، القرم ودونباس ، ويمكن أن يكون للمطالبة الإقليمية بعض التبرير حتى في حالة انتهاك القانون الدولي ، في بيلاروسيا ، سيتم تفسير أي تدخل مسلح على أنه دعم حصري للديكتاتورية البيلاروسية ، مع ما يترتب على ذلك من رد فعل لسن عقوبات جديدة ، وربما الوجود المكثف للجنود الغربيين على الحدود البيلاروسية. لذلك ، يبدو الخيار العسكري ، على الرغم من كونه في قائمة الاحتمالات ، هو الاحتمال الأخير الذي يمكن أن يلجأ إليه الكرملين. الحل الأفضل هو أن تظهر شخصية في مكان الديكتاتور الحالي ، قادرة على تقديم تنازلات للمعارضة ، لكن من سيسمح بالبقاء في المدار الروسي ، ولكن في الوقت الحالي ، لا يبدو أن هذا الخيار موجود ، على وجه التحديد لأن لم تسمح فترة حكم الدكتاتور الحالي لمدة ستة وعشرين عامًا بتطوير شخصيات بديلة ، حتى داخل حزب الرئيس. أفضل خيار ممكن لروسيا هو ممارسة الضغط الدبلوماسي على مينسك لتخفيف القمع ، وذلك لتخفيف الاهتمام الدولي ؛ هذه العملية ، التي نُفِّذت لمصلحة إبقاء بيلاروسيا في المدار السوفييتي السابق ، لا يمكن تنفيذها إلا بالإقناع السياسي المقترن بزيادة المساعدة الاقتصادية ، وهو جهد كبير لاقتصاد ليس في حالة جيدة مثل اقتصاد موسكو. النقطة المهمة هي إلى أي مدى تريد مينسك أن تمضي في مطالبها ، والتي تأخذ في الاعتبار التردد الروسي في الاشتباك العسكري على الأرض ، وعلى العكس من ذلك ، إلى أين يمكن أن تذهب موسكو ؛ في الوقت الحالي ، يبدو أن الكرملين ينأى بنفسه بخجل عن مينسك ، مدركًا أنه كانت هناك طرائق غير واضحة في الانتخابات ، فإن صدق هذه التصريحات يركز على مسألة ما إذا كانت صادقة أو عرضًا لفرصة وظيفية لممارسة الضغط على الحكومة البيلاروسية ، لكن في الوقت نفسه ، أنكرت موسكو إجراء اتصالات مع المعارضة: وهو رفض ضروري لإعادة التأكيد بشكل غير مباشر على دعم الديكتاتورية. وعلى الصعيد الدولي ، حذر الكرملين الدول الأوروبية من التدخل في الأزمة البيلاروسية ، مؤكداً بذلك مجددًا رغبته في الحفاظ على تفوقه فيما يعتبره منطقة نفوذ حصري. أخيرًا ، يجب أيضًا ألا يغيب عن البال أن المعارضة البيلاروسية ، مع الحفاظ على مستوى عددي معين ، تكافح من أجل الزيادة: ويتجلى ذلك في صعوبة جمع الأموال لدعمها وانخفاض الإضرابات التي اجتاحت البلاد بعد إعلان النتائج. الانتخابية ، مع المصانع التي عادت إلى العمل. يبدو أن السيطرة على الديكتاتورية ، بعد هذه المراحل الحرجة ، هو الحل الأفضل لموسكو للحفاظ على الوضع الراهن ، حتى لو كان هذا الجانب مؤكدًا بالتأكيد على المدى القصير وربما في المتوسط ​​، ولكن على المدى الطويل يجب تطوير استراتيجيات بديلة لمواصلة ذلك. ممارسة التأثير المطلوب.

What do you want to do ?
New mail

mercoledì 19 agosto 2020

Biden scelto per mediare tra repubblicani delusi e sinistra democratica

Aldilà della largamente prevista conferma di Joe Biden come candidato Presidente dei Democratici, che sfiderà Trump nella corsa per la Casa Bianca, sono emersi due punti di rilievo nella convention democratica, che non devono essere sottovalutati perché indicano una linea politica in evoluzione all’interno del partito: un necessario dialogo tra destra e sinistra che dovrà evolversi necessariamente, sia in fase di campagna elettorale, ma, soprattutto, in caso di vittoria. Biden, politicamente è uomo di centro e la sua scelta alla candidatura presidenziale è dovuta principalmente a questa caratteristica: una posizione mediana capace di addensare attorno alla propria figura posizioni politiche anche distanti ma accomunate dall’esigenza di cambiare il vertice della Casa Bianca. La presenza di diversi oratori repubblicani alla convention democratica, indica un malessere di buona parte del partito di Trump, insofferente alla sua scarsa attitudine alla politica, ai cambi di rotta repentini ed anche alla sua inesperienza ed inadeguatezza. I repubblicani che sostengono Biden, sono parte della tradizione del partito, forse ormai una minoranza, quella sconfitta dal tea party e che male hanno digerito le caratteristiche di un capo di stato così anomalo. Il loro appoggio appare sincero ed è un appoggio che non avrebbero mai assicurato per Sanders; Biden, malgrado alcune differenze, probabilmente è più vicino ai repubblicani tradizionali di quanto non lo sia Trump, ma questo appoggio non sarà gratis, cioè non basterà sconfiggere Trump e cambiare presidente, oltre ad una nuova condotta in campo nazionale ed internazionale, Biden dovrà accontentare i repubblicani che lo appoggeranno con decisioni vicine alle loro posizioni. Potrebbe essere un ritorno al passato, quando le differenze tra democratici e repubblicani non erano molte, tuttavia i tempi recenti della politica statunitense ha visto una radicalizzazione delle posizioni politiche, che si sono evolute verso una maggiore polarizzazione tipica dello scontro destra sinistra. Se nei repubblicani hanno prevalso i sostenitori del tea party, nel partito democratico non si è verificata una situazione analoga, la componente di centro ha ancora la prevalenza, ma è pur vero che la sinistra sia cresciuta a livelli elevati, soprattutto tra i più giovani, ponendo una ipoteca sui futuri indirizzi del partito, cosa che però appare ancora lontana. In ogni caso il successo di Bernie Sanders, malgrado la sconfitta, evidenzia una sostanziosa rilevanza della sinistra nel partito democratico, una parte che rivendica riforme sociali certamente in contrasto con i repubblicani che sostengono Biden. Per ora la grande esigenza di sconfiggere Trump obbliga la sinistra ad adattarsi ad uno schema che non gradisce (parte degli elettori di Sanders non gradiscono Biden, ma probabilmente non vorranno ripetere l’errore fatto con la Clinton), ma dopo quale potranno essere i rapporti tra queste diverse componenti dell’alleanza? La percezione è che ogni problematica di questo tipo sia rinviata dopo l’eventuale successo di Biden, lasciando intravvedere un percorso a piccoli passi, che potrebbe rivelare una debolezza di fondo sui programmi di governo: un fattore capace di sovvertire il pronostico, per ora favorevole al candidato democratico. Forse questo ha decretato la necessità di creare una base elettorale più estesa possibile: il reclutamento dei repubblicani deve servire per prendere i voti dei delusi da Trump, ma anche per prevenire la ripetizione di un possibile effetto Clinton, che ha provocato la vittoria del presidente in carica grazie all’astensionismo della sinistra democratica. In ogni caso l’avversione alle politiche ed ai modi unito alla consapevolezza di potere fare meglio dell’attuale inquilino della Casa Bianca resta il programma elettorale principale, capace di unire anime politiche così differenti. In caso di vittoria mediare tra queste parti, quasi opposte, rappresenterà la difficoltà maggiore per Biden, che dovrà fare ricorso a tutta la sua esperienza politica e di mediazione per avere la guida del paese: ma, in fondo, è stato scelto proprio per questo.   

What do you want to do ?
New mail