Politica Internazionale

Politica Internazionale

Cerca nel blog

giovedì 29 ottobre 2020

L'Europa impreparata di fronte alla pandemia

 

What do you want to do ?
New mail
La necessità di limitare la pandemia costringe i governi europei ad andare verso la chiusura sempre più intensa delle normali attività sociali, in questo quadro anche l’Unione Europea cerca di inserirsi provando ad effettuare una coordinazione tra i governi nazionali, un tentativo lodevole, che, ancora una volta, denuncia la necessità di una maggiore integrazione politica, ma che, al momento, è soltanto una iniziativa estemporanea. Il calo dei contagi dell’estate non è stato sfruttato per una riorganizzazione sanitaria sia a livello statale, che sovranazionale: un grave errore in un regime di libera circolazione tra gli stati europei. L’aumento esponenziale dei contagi è dovuto ad un eccessivo allentamento delle regole di convivenza con la pandemia e l’assenza di un sistema di tracciamento dei contagiati, senza una coordinazione tra gli stati. Il blocco delle attività sportive, della ristorazione e di altre attività ritenute sacrificabili ha generato proteste ma provocherà anche una serie di rimborsi che potevano essere destinati ad altri scopi. La sensazione è che i governi degli stati europei stiano improvvisando soluzioni provvisorie troppo funzionali al periodo brevissimo, senza una prospettiva di periodo maggiore; è vero che ci troviamo di fronte ancora ad un problema ancora troppo poco conosciuto, ma le ripercussioni minacciano di essere ancora più gravi delle previsioni fatte fino a poche settimane fa. La prima questione è quella relativa alla salute dei cittadini: il covid-19 impatta sia sulle conseguenze dirette dei contagi, che sulla cura delle malattie che continuano ad essere presenti, ma a cui non viene assicurata l’attenzione dovuta; esiste una sorta di esclusività delle cure verso il covid-19, che ha compresso l’assistenza verso gli altri problemi di salute, una situazione già vissuta nella prima fase della pandemia, ma che non doveva ripetersi alla ripresa dei contagi. Uno dei problemi è sicuramente la preoccupazione per gli aspetti dell’economia, cioè nell’immediato conciliare le esigenze sanitarie con quelle economiche, ma nel breve periodo assicurare la tenuta economica dei paesi, mediante la produzione ed il mantenimento dei posti di lavoro. Attualmente gli esecutivi sembrano indirizzati a mantenere attivi i settori del primario, del secondario e di alcune parti del terziario avanzato, che si può permettere il proseguimento dell’attività attraverso lo smart working, a discapito dei settori della ristorazione, della cultura e dello sport (senza, però toccare i campionati professionistici). Questa visione può essere giustificata dalla volontà di evitare la circolazione delle persone per impedire la diffusione del virus, ma propone una visione sbilanciata della società del lavoro, una sorta di visione ancorata ancora all’importanza della fabbrica; tuttavia si può controbattere che la quota di prodotto interno lordo prodotta dai settori a cui è permesso lavorare è maggiore, quindi più significativa dei settori chiusi; così, però, si rovescia anche il problema: se a chi viene impedito di lavorare si assicura, seppure indirettamente, una maggiore tutela sanitaria, chi si reca nei luoghi di lavoro (cosa che non vale per lo smart working) ha più possibilità di contrarre contagio. Certo questo ragionamento è un estremo, perché non per tutti i settori la chiusura è totale e la preservazione dal virus che ne consegue non è comunque assoluta; tuttavia, aldilà della difficoltà del problema, quello che passa è una gestione contradditoria, ma che segnala la necessità di formare regole preventive al manifestarsi di fenomeni estremi come questa pandemia. Ciò vale sia a livello statale, che a livello europeo, una dimensione che non può essere esentata proprio per ragioni politiche ma soprattutto pratiche, data la libera circolazione delle persone e delle merci. Al momento si procede con aggiustamenti provvisori, che non possono essere soddisfacenti per tutti, ma che devono essere la base su cui ragionare per provvedimenti istituzionalizzati successivi. Un altro elemento di discordia è la frequentazione scolastica, che poi è legata al sistema dei trasporti e delle reti di comunicazione digitale. Come si vede assicurare il diritto all’istruzione investe altri settori, che necessitano di nuove regolamentazioni e nuovo impulso, i cui benefici resteranno a disposizione della società nel momento in cui la pandemia sarà superata. Perché quello che la pandemia ha evidenziato, oltre le emergenze sanitarie ed economiche, è stata l’impreparazione generale dovuta ad investimenti sbagliati e spesso improduttivi, che hanno caratterizzato l’intera Europa. Sono elementi da tenere conto nell’immediato, ma soprattutto per il futuro, un futuro da programmare già da ora, in parallelo alla gestione dell’emergenza.

Europe unprepared for the pandemic

 The need to limit the pandemic forces European governments to move towards the ever more intense closure of normal social activities, in this context the European Union also tries to enter by trying to coordinate national governments, a laudable attempt, which, once again, he denounces the need for greater political integration, but which, at the moment, is only an impromptu initiative. The decline in infections in the summer was not exploited for a health reorganization both at the state and supranational level: a serious mistake in a regime of free movement between European states. The exponential increase in infections is due to an excessive loosening of the rules of coexistence with the pandemic and the absence of a tracking system for the infected, without coordination between states. The blocking of sports, catering and other activities deemed expendable has generated protests but will also cause a series of refunds that could have been used for other purposes. The feeling is that the governments of the European states are improvising temporary solutions that are too functional for the very short term, without a longer term perspective; it is true that we are still facing a problem that is still too little known, but the repercussions threaten to be even more serious than the predictions made a few weeks ago. The first issue is that relating to the health of citizens: covid-19 impacts both on the direct consequences of infections and on the treatment of diseases that continue to be present, but to which due attention is not ensured; there is a sort of exclusivity of covid-19 treatment, which has compressed assistance for other health problems, a situation already experienced in the first phase of the pandemic, but which should not have repeated itself when the infections resume. One of the problems is certainly the concern for aspects of the economy, that is, in the immediate reconciliation of health needs with economic ones, but in the short term to ensure the economic stability of countries, through the production and maintenance of jobs. Currently the executives seem to be aimed at keeping the primary, secondary and some parts of the advanced tertiary sector active, which can allow the continuation of the activity through smart working, to the detriment of the catering, culture and sport sectors ( without, however, touching the professional leagues). This vision may be justified by the desire to avoid the movement of people to prevent the spread of the virus, but it proposes an unbalanced vision of the labor society, a sort of vision still anchored to the importance of the factory; however, it can be argued that the share of gross domestic product produced by the sectors that are allowed to work is greater, therefore more significant than the closed sectors; so, however, the problem is also reversed: if those who are prevented from working are ensured, albeit indirectly, greater health protection, those who go to the workplace (which does not apply to smart working) have more chances of contracting infection. Of course this reasoning is an extreme, because the closure is not total for all sectors and the preservation from the resulting virus is not absolute; however, beyond the difficulty of the problem, what passes is a contradictory management, but which signals the need to form preventive rules in the event of extreme phenomena such as this pandemic. This is true both at the state level and at the European level, a dimension that cannot be exempted for political reasons but above all for practical reasons, given the free movement of people and goods. At the moment we are proceeding with provisional adjustments, which may not be satisfactory for everyone, but which must be the basis on which to reason for subsequent institutionalized measures. Another element of discord is school attendance, which is then linked to the transport system and digital communication networks. As can be seen, ensuring the right to education affects other sectors, which need new regulations and new impetus, the benefits of which will remain available to society when the pandemic is over. Because what the pandemic highlighted, in addition to the health and economic emergencies, was the general unpreparation due to wrong and often unproductive investments, which have characterized the whole of Europe. These are elements to be taken into account immediately, but above all for the future, a future to be planned right now, in parallel with the management of the emergency.

What do you want to do ?
New mail

Europa no está preparada para la pandemia

 La necesidad de limitar la pandemia obliga a los gobiernos europeos a avanzar hacia un cierre cada vez más intenso de las actividades sociales habituales, en este contexto la Unión Europea también intenta entrar tratando de realizar una coordinación entre los gobiernos nacionales, un loable intento, que, una vez más denuncia la necesidad de una mayor integración política, pero que, por el momento, es solo una iniciativa improvisada. El descenso de contagios en el verano no se aprovechó para una reorganización sanitaria tanto a nivel estatal como supranacional: un grave error en un régimen de libre circulación entre estados europeos. El aumento exponencial de las infecciones se debe a un excesivo relajamiento de las reglas de convivencia con la pandemia y la ausencia de un sistema de rastreo de los infectados, sin coordinación entre estados. El bloqueo de deportes, catering y otras actividades consideradas prescindibles ha generado protestas pero también provocará una serie de devoluciones que podrían haber sido destinadas a otros fines. La sensación es que los gobiernos de los estados europeos están improvisando soluciones temporales que son demasiado funcionales para el muy corto plazo, sin una perspectiva a más largo plazo; es cierto que aún nos enfrentamos a un problema que aún es poco conocido, pero las repercusiones amenazan con ser aún más graves que las predicciones realizadas hace unas semanas. La primera cuestión es la relativa a la salud de los ciudadanos: el covid-19 impacta tanto en las consecuencias directas de las infecciones como en el tratamiento de enfermedades que continúan presentes, pero a las que no se les presta la debida atención; hay una especie de exclusividad del tratamiento covid-19, que ha comprimido la asistencia a otros problemas de salud, situación ya vivida en la primera fase de la pandemia, pero que no debería haberse repetido cuando se reanudan las infecciones. Uno de los problemas es sin duda la preocupación por aspectos de la economía, es decir, en la conciliación inmediata de las necesidades de salud con las económicas, pero en el corto plazo para asegurar la estabilidad económica de los países, a través de la producción y mantenimiento de puestos de trabajo. Actualmente los ejecutivos parecen estar orientados a mantener activos el sector primario, secundario y algunas partes del sector terciario avanzado, lo que puede permitir la continuación de la actividad a través del trabajo inteligente, en detrimento de los sectores de la restauración, la cultura y el deporte ( sin, sin embargo, tocar las ligas profesionales). Esta visión puede estar justificada por el deseo de evitar el movimiento de personas para prevenir la propagación del virus, pero propone una visión desequilibrada de la sociedad laboral, una especie de visión todavía anclada en la importancia de la fábrica; sin embargo, se puede argumentar que la participación del producto interno bruto producido por los sectores que están autorizados a trabajar es mayor, por lo tanto más significativa que los sectores cerrados; así, sin embargo, el problema también se invierte: si se asegura, aunque indirectamente, una mayor protección de la salud a los que no pueden trabajar, los que van al lugar de trabajo (que no se aplica al trabajo inteligente) tienen más posibilidades de contratar infección. Por supuesto, este razonamiento es extremo, porque para todos los sectores el cierre no es total y la preservación del virus resultante no es absoluta; sin embargo, más allá de la dificultad del problema, lo que pasa es un manejo contradictorio, pero que señala la necesidad de formar reglas preventivas en caso de fenómenos extremos como esta pandemia. Esto es cierto tanto a nivel estatal como a nivel europeo, una dimensión que no puede quedar exenta por razones políticas pero sobre todo por razones prácticas, dada la libre circulación de personas y mercancías. En este momento estamos procediendo con ajustes provisionales, que pueden no ser satisfactorios para todos, pero que deben ser la base para razonar las posteriores medidas institucionalizadas. Otro elemento de discordia es la asistencia escolar, que luego se vincula al sistema de transporte y las redes de comunicación digital. Como puede observarse, garantizar el derecho a la educación afecta a otros sectores, que necesitan nuevas regulaciones y un nuevo impulso, cuyos beneficios seguirán estando disponibles para la sociedad cuando termine la pandemia. Porque lo que puso de relieve la pandemia, además de las emergencias sanitarias y económicas, fue la falta de preparación generalizada debido a inversiones erróneas ya menudo improductivas, que han caracterizado a toda Europa. Son elementos a tener en cuenta de forma inmediata, pero sobre todo de futuro, un futuro a planificar ahora mismo, en paralelo a la gestión de la emergencia.

What do you want to do ?
New mail

Europa unvorbereitet auf die Pandemie

 Die Notwendigkeit, die Pandemie zu begrenzen, zwingt die europäischen Regierungen zu einer immer intensiveren Schließung normaler sozialer Aktivitäten. In diesem Zusammenhang versucht die Europäische Union auch einzutreten, indem sie versucht, die nationalen Regierungen zu koordinieren, ein lobenswerter Versuch, der er prangert erneut die Notwendigkeit einer stärkeren politischen Integration an, die derzeit jedoch nur eine spontane Initiative ist. Der Rückgang der Infektionen im Sommer wurde nicht für eine Umstrukturierung der Gesundheit sowohl auf staatlicher als auch auf supranationaler Ebene ausgenutzt: ein schwerwiegender Fehler in einem Regime der Freizügigkeit zwischen europäischen Staaten. Der exponentielle Anstieg der Infektionen ist auf eine übermäßige Lockerung der Koexistenzregeln mit der Pandemie und das Fehlen eines Verfolgungssystems für die Infizierten ohne Koordination zwischen den Staaten zurückzuführen. Die Sperrung von Sport, Catering und anderen Aktivitäten, die als entbehrlich gelten, hat zu Protesten geführt, wird aber auch zu einer Reihe von Rückerstattungen führen, die für andere Zwecke hätten verwendet werden können. Das Gefühl ist, dass die Regierungen der europäischen Staaten temporäre Lösungen improvisieren, die für eine sehr kurzfristige, ohne längerfristige Perspektive zu funktional sind; Es ist wahr, dass wir immer noch vor einem Problem stehen, das noch zu wenig bekannt ist, aber die Auswirkungen drohen noch schwerwiegender zu sein als die Vorhersagen, die vor einigen Wochen gemacht wurden. Das erste Problem betrifft die Gesundheit der Bürger: covid-19 wirkt sich sowohl auf die direkten Folgen von Infektionen als auch auf die Behandlung von Krankheiten aus, die weiterhin bestehen, deren gebührende Beachtung jedoch nicht gewährleistet ist. Es gibt eine Art Exklusivität der Covid-19-Behandlung, die die Unterstützung für andere Gesundheitsprobleme komprimiert hat, eine Situation, die bereits in der ersten Phase der Pandemie aufgetreten ist, die sich jedoch nicht wiederholen sollte, wenn die Infektionen wieder auftreten. Eines der Probleme ist sicherlich die Sorge um Aspekte der Wirtschaft, dh die sofortige Vereinbarkeit der Gesundheitsbedürfnisse mit den wirtschaftlichen, aber kurzfristig die Gewährleistung der wirtschaftlichen Stabilität der Länder durch die Schaffung und Erhaltung von Arbeitsplätzen. Derzeit scheinen die Führungskräfte darauf ausgerichtet zu sein, den primären, sekundären und einige Teile des fortgeschrittenen tertiären Sektors aktiv zu halten, was die Fortsetzung der Tätigkeit durch intelligentes Arbeiten zum Nachteil des Catering-, Kultur- und Sportsektors ermöglichen kann ( ohne jedoch die professionellen Ligen zu berühren). Diese Vision mag durch den Wunsch gerechtfertigt sein, die Bewegung von Menschen zu vermeiden, um die Ausbreitung des Virus zu verhindern, aber sie schlägt eine unausgewogene Vision der Arbeitsgesellschaft vor, eine Art Vision, die immer noch in der Bedeutung der Fabrik verankert ist. Es kann jedoch argumentiert werden, dass der Anteil der Sektoren, die arbeiten dürfen, am Bruttoinlandsprodukt größer und daher bedeutender ist als die geschlossenen Sektoren. Das Problem ist jedoch auch umgekehrt: Wenn denjenigen, die am Arbeiten gehindert werden, ein indirekter Schutz der Gesundheit gewährleistet wird, haben diejenigen, die an den Arbeitsplatz gehen (was nicht für intelligentes Arbeiten gilt), höhere Chancen auf Vertragsabschlüsse Infektion. Natürlich ist diese Argumentation extrem, da die Schließung nicht für alle Sektoren vollständig ist und die Erhaltung vor dem resultierenden Virus nicht absolut ist; Über die Schwierigkeit des Problems hinaus besteht jedoch ein widersprüchliches Management, das die Notwendigkeit signalisiert, bei extremen Phänomenen wie dieser Pandemie Präventionsregeln zu bilden. Dies gilt sowohl auf staatlicher als auch auf europäischer Ebene, eine Dimension, die aus politischen Gründen, vor allem aber aus praktischen Gründen angesichts des freien Personen- und Warenverkehrs nicht ausgenommen werden kann. Im Moment führen wir vorläufige Anpassungen durch, die möglicherweise nicht für alle zufriedenstellend sind, aber die Grundlage für die Begründung späterer institutionalisierter Maßnahmen sein müssen. Ein weiteres Element der Zwietracht ist der Schulbesuch, der dann mit dem Verkehrssystem und den digitalen Kommunikationsnetzen verbunden wird. Wie zu sehen ist, wirkt sich die Gewährleistung des Rechts auf Bildung auf andere Sektoren aus, die neue Vorschriften und neue Impulse benötigen, deren Vorteile der Gesellschaft auch nach Beendigung der Pandemie zur Verfügung stehen. Denn was die Pandemie neben den gesundheitlichen und wirtschaftlichen Notfällen hervorhob, war die allgemeine Unvorbereitung aufgrund falscher und oft unproduktiver Investitionen, die ganz Europa geprägt haben. Dies sind Elemente, die sofort berücksichtigt werden müssen, vor allem aber für die Zukunft, eine Zukunft, die jetzt parallel zur Bewältigung des Notfalls geplant werden muss.

What do you want to do ?
New mail

L'Europe n'est pas préparée à la pandémie

 La nécessité de limiter la pandémie oblige les gouvernements européens à s'orienter vers la fermeture toujours plus intense des activités sociales normales, dans ce contexte l'Union européenne tente également d'entrer en essayant de coordonner les gouvernements nationaux, tentative louable, qui, une fois de plus, il dénonce la nécessité d'une plus grande intégration politique, mais qui, pour le moment, n'est qu'une initiative impromptue. La baisse des infections en été n'a pas été exploitée pour une réorganisation sanitaire tant au niveau étatique que supranational: une grave erreur dans un régime de libre circulation entre les Etats européens. L'augmentation exponentielle des infections est due à un assouplissement excessif des règles de coexistence avec la pandémie et à l'absence de système de suivi des infectés, sans coordination entre les États. Le blocage des sports, de la restauration et d'autres activités jugées non durables a suscité des protestations mais entraînera également une série de remboursements qui auraient pu être utilisés à d'autres fins. Le sentiment est que les gouvernements des Etats européens improvisent des solutions temporaires trop fonctionnelles pour le très court terme, sans perspective à plus long terme; Il est vrai que nous sommes toujours confrontés à un problème encore trop méconnu, mais les répercussions menacent d'être encore plus graves que les prévisions faites il y a quelques semaines. Le premier problème est celui de la santé des citoyens: le covid-19 a un impact à la fois sur les conséquences directes des infections et sur le traitement des maladies qui continuent d'être présentes, mais qui ne reçoivent pas l'attention voulue; il y a une sorte d'exclusivité du traitement covid-19, qui a comprimé l'aide pour d'autres problèmes de santé, une situation déjà vécue dans la première phase de la pandémie, mais qui n'aurait pas dû se répéter lorsque les infections ont repris. L'un des problèmes est certainement le souci des aspects de l'économie, c'est-à-dire de la conciliation immédiate des besoins de santé avec les besoins économiques, mais à court terme pour assurer la stabilité économique des pays, par la production et le maintien d'emplois. Actuellement, les cadres semblent viser à maintenir actifs les secteurs primaire, secondaire et certaines parties du secteur tertiaire avancé, ce qui peut permettre la poursuite de l'activité grâce au travail intelligent, au détriment des secteurs de la restauration, de la culture et du sport ( sans toutefois toucher les ligues professionnelles). Cette vision peut être justifiée par la volonté d'éviter les mouvements de personnes pour empêcher la propagation du virus, mais elle propose une vision déséquilibrée de la société ouvrière, une sorte de vision encore ancrée à l'importance de l'usine; cependant, on peut soutenir que la part du produit intérieur brut produite par les secteurs autorisés à travailler est plus importante, donc plus importante que les secteurs fermés; le problème est donc également inversé: si ceux qui sont empêchés de travailler sont assurés, bien qu'indirectement, d'une meilleure protection de leur santé, ceux qui se rendent sur le lieu de travail (ce qui ne s'applique pas au travail intelligent) ont plus de chances de contracter infection. Bien sûr, ce raisonnement est extrême, car pour tous les secteurs, la fermeture est totale et la préservation du virus qui en résulte n'est pas absolue; cependant, au-delà de la difficulté du problème, ce qui passe est une gestion contradictoire, mais qui signale la nécessité de former des règles préventives en cas de phénomènes extrêmes comme cette pandémie. Cela est vrai tant au niveau étatique qu'au niveau européen, dimension qui ne peut être exemptée pour des raisons politiques mais surtout pour des raisons pratiques, compte tenu de la libre circulation des personnes et des biens. Pour le moment, nous procédons à des ajustements provisoires, qui ne sont peut-être pas satisfaisants pour tout le monde, mais qui doivent être la base sur laquelle justifier les mesures institutionnalisées ultérieures. Un autre élément de discorde est la fréquentation scolaire, qui est alors liée au système de transport et aux réseaux de communication numérique. Comme on peut le voir, garantir le droit à l'éducation touche d'autres secteurs, qui ont besoin de nouvelles réglementations et d'un nouvel élan, dont les bénéfices resteront à la disposition de la société une fois la pandémie terminée. Car ce que la pandémie a mis en évidence, en plus des urgences sanitaires et économiques, c'est le manque de préparation général dû à des investissements erronés et souvent improductifs, qui ont caractérisé toute l'Europe. Ce sont des éléments à prendre en compte immédiatement, mais surtout pour l'avenir, un avenir à planifier dès maintenant, en parallèle de la gestion de l'urgence.

What do you want to do ?
New mail

Europa despreparada para a pandemia

 

What do you want to do ?
New mail
A necessidade de limitar a pandemia obriga os governos europeus a avançarem no sentido de um encerramento cada vez mais intenso das actividades sociais normais, neste contexto a União Europeia tenta também entrar tentando coordenar os governos nacionais, uma tentativa louvável, que, Mais uma vez, ele denuncia a necessidade de uma maior integração política, mas que, no momento, é apenas uma iniciativa improvisada. O declínio das infecções no verão não foi explorado para uma reorganização da saúde tanto a nível estatal como supranacional: um grave erro em um regime de livre circulação entre os estados europeus. O aumento exponencial das infecções se deve a um afrouxamento excessivo das regras de convivência com a pandemia e à ausência de um sistema de rastreamento dos infectados, sem coordenação entre os estados. O bloqueio de esportes, alimentação e outras atividades consideradas dispensáveis ​​gerou protestos, mas também causará uma série de reembolsos que poderiam ter sido usados ​​para outros fins. A sensação é que os governos dos estados europeus estão improvisando soluções temporárias que são funcionais demais para o curtíssimo prazo, sem uma perspectiva de longo prazo; É verdade que ainda enfrentamos um problema ainda pouco conhecido, mas as repercussões ameaçam ser ainda mais graves do que as previsões feitas há poucas semanas. A primeira questão é a relativa à saúde dos cidadãos: a covid-19 tem impacto tanto nas consequências diretas das infecções como no tratamento de doenças que continuam presentes, mas que não recebem a devida atenção; há uma espécie de exclusividade no tratamento de covid-19, que comprimiu a assistência a outros agravos à saúde, situação já vivida na primeira fase da pandemia, mas que não deveria se repetir quando as infecções recomeçassem. Um dos problemas certamente é a preocupação com aspectos da economia, ou seja, na conciliação imediata das necessidades de saúde com as econômicas, mas no curto prazo para garantir a estabilidade econômica dos países, por meio da produção e manutenção de empregos. Atualmente os executivos parecem estar direcionados a manter ativos o setor primário, secundário e algumas partes do setor terciário avançado, o que pode permitir a continuidade da atividade por meio de trabalho inteligente, em detrimento dos setores de alimentação, cultura e esporte ( sem, no entanto, tocar nas ligas profissionais). Essa visão pode ser justificada pelo desejo de evitar o movimento de pessoas para evitar a propagação do vírus, mas propõe uma visão desequilibrada da sociedade do trabalho, uma espécie de visão ainda ancorada na importância da fábrica; no entanto, pode-se argumentar que a parcela do produto interno bruto produzido pelos setores que podem trabalhar é maior, portanto, mais significativa do que os setores fechados; logo, porém, o problema também se inverte: se quem está impedido de trabalhar tem garantida, ainda que indiretamente, maior proteção à saúde, quem vai ao local de trabalho (o que não se aplica ao trabalho inteligente) tem mais chances de contratar infecção. Claro que esse raciocínio é um extremo, porque para todos os setores o fechamento não é total e a preservação do vírus resultante não é absoluta; porém, para além da dificuldade do problema, o que passa é uma gestão contraditória, mas que sinaliza a necessidade de se formarem regras preventivas em caso de fenômenos extremos como esta pandemia. Isto é verdade tanto a nível estatal como a nível europeu, uma dimensão que não pode ser isenta por razões políticas, mas sobretudo por razões práticas, dada a livre circulação de pessoas e bens. No momento estamos procedendo a ajustes provisórios, que podem não ser satisfatórios para todos, mas que devem ser a base para fundamentar as medidas institucionalizadas subsequentes. Outro elemento de discórdia é a frequência escolar, que passa a ser vinculada ao sistema de transporte e às redes de comunicação digital. Como se pode perceber, a garantia do direito à educação afeta outros setores, que precisam de novas regulamentações e novos impulsos, cujos benefícios continuarão à disposição da sociedade quando a pandemia passar. Porque o que a pandemia evidenciou, para além das emergências sanitárias e económicas, foi o despreparação geral devido a investimentos errados e muitas vezes improdutivos, que têm caracterizado toda a Europa. São elementos a ter em conta de imediato, mas sobretudo para o futuro, um futuro a planear agora, em paralelo com a gestão da emergência.

Европа не готова к пандемии

 Необходимость ограничить пандемию вынуждает европейские правительства двигаться к все более интенсивному закрытию нормальной общественной деятельности, в этом контексте Европейский Союз также пытается войти, пытаясь координировать национальные правительства, похвальная попытка, которая, в очередной раз он осуждает необходимость большей политической интеграции, но на данный момент это всего лишь импровизированная инициатива. Уменьшение числа инфекций летом не было использовано для реорганизации здравоохранения как на государственном, так и на наднациональном уровне: серьезная ошибка в режиме свободного передвижения между европейскими государствами. Экспоненциальный рост инфекций связан с чрезмерным ослаблением правил сосуществования с пандемией и отсутствием системы отслеживания инфицированных, без координации между государствами. Блокирование занятий спортом, общественного питания и других мероприятий, считающихся расходным материалом, вызвало протесты, но также вызовет серию возмещений, которые можно было бы использовать для других целей. Такое ощущение, что правительства европейских государств импровизируют временные решения, которые слишком функциональны для очень краткосрочной, без долгосрочной перспективы; Верно, что мы все еще сталкиваемся с проблемой, о которой еще слишком мало известно, но последствия могут быть даже более серьезными, чем прогнозы, сделанные несколько недель назад. Первая проблема касается здоровья граждан: covid-19 влияет как на прямые последствия инфекций, так и на лечение заболеваний, которые продолжают присутствовать, но которым не уделяется должного внимания; существует своего рода эксклюзивность лечения covid-19, которая ограничивает помощь при других проблемах со здоровьем, ситуация, которая уже была на первом этапе пандемии, но которая не должна была повториться, когда инфекция возобновится. Одной из проблем, безусловно, является забота об аспектах экономики, то есть о немедленном согласовании потребностей в области здравоохранения с экономическими, но в краткосрочной перспективе для обеспечения экономической стабильности стран посредством создания и сохранения рабочих мест. В настоящее время руководство, похоже, нацелено на поддержание активности первичного, вторичного и некоторых частей продвинутого третичного сектора, что может позволить продолжить деятельность посредством умного труда в ущерб секторам общественного питания, культуры и спорта ( не касаясь, однако, профессиональных лиг). Это видение может быть оправдано желанием избежать передвижения людей для предотвращения распространения вируса, но оно предлагает несбалансированное видение трудового общества, своего рода видение, по-прежнему привязанное к важности фабрики; однако можно утверждать, что доля валового внутреннего продукта, производимая секторами, которым разрешено работать, больше, а значит, более значительна, чем в закрытых секторах; так что, однако, проблема также обратная: если тем, кому не дают работать, обеспечивается, хотя и косвенно, лучшая охрана здоровья, у тех, кто идет на рабочее место (что не относится к умной работе), больше шансов заключить контракт. инфекция. Конечно, это рассуждение является крайним, потому что для всех секторов закрытие не является полным и защита от образовавшегося вируса не является абсолютной; однако, помимо сложности проблемы, проходит противоречивое управление, которое сигнализирует о необходимости формирования превентивных правил в случае экстремальных явлений, таких как эта пандемия. Это верно как на государственном, так и на европейском уровне, измерение, которое не может быть исключено по политическим причинам, но прежде всего по практическим причинам, учитывая свободное передвижение людей и товаров. В настоящий момент мы проводим предварительные корректировки, которые могут не устраивать всех, но которые должны быть основой для обоснования последующих институциональных мер. Еще один элемент разногласий - это посещаемость школы, которая затем подключается к транспортной системе и сетям цифровой связи. Как видно, обеспечение права на образование затрагивает другие сектора, которые нуждаются в новых правилах и новом стимуле, блага от которых останутся доступными для общества после завершения пандемии. Потому что пандемия высветила, помимо чрезвычайных ситуаций в области здравоохранения и экономики, общую неподготовленность из-за неправильных и часто непродуктивных инвестиций, которые характерны для всей Европы. Эти элементы следует принять во внимание немедленно, но прежде всего в отношении будущего, будущего, которое следует планировать прямо сейчас, параллельно с управлением чрезвычайной ситуацией.

What do you want to do ?
New mail

欧洲没有为大流行做好准备

 

What do you want to do ?
New mail
限制大流行的必要性迫使欧洲各国政府朝着日益严格的正常社会活动关闭迈进,在这种情况下,欧盟也试图通过协调各国政府来试图进入,这是值得称赞的尝试,他再次谴责加强政治一体化的必要性,但目前这只是即兴的举措。夏季感染的下降并未在州和超国家层面进行健康重组:欧洲国家之间自由流动的制度存在严重错误。感染的指数增长是由于与大流行并存的规则过度宽松,以及没有针对感染者的跟踪系统,各州之间没有协调。封锁体育,饮食和其他被认为是消耗性的活动引起了抗议,但也将导致一系列可用于其他目的的退款。感觉是欧洲国家的政府正在临时解决方案,这些解决方案对于短期而言太有用了,而没有长远的眼光。的确,我们仍然面临着一个鲜为人知的问题,但其影响可能比几周前的预测还要严重。第一个问题是与公民健康有关的问题:covid-19影响感染的直接后果和继续存在但未得到适当注意的疾病的治疗; covid-19疗法具有某种排他性,它可以压缩其他健康问题的援助,这种情况在大流行的第一阶段就已经出现,但是当感染恢复时,这种情况不应重演。问题之一当然是对经济各方面的关注,即卫生需求与经济需求的即时协调,但在短期内是通过生产和维持工作来确保各国的经济稳定。目前,高管似乎旨在使高级第三产业的主要,次要和某些部分保持活跃,这可以通过聪明的工作继续开展活动,从而损害餐饮,文化和体育领域(但不会影响职业联赛)。避免人员流动以防止病毒传播的愿望可以证明这一构想是合理的,但是它提出了劳工社会的不平衡构想,这种构想仍然与工厂的重要性息息相关。但是,可以争辩的是,允许工作的部门生产的国内生产总值的份额更大,因此比封闭的部门更重要;因此,问题也得到了扭转:如果能确保那些被阻止工作的人,尽管间接地获得了更大的健康保护,那么那些去工作场所的人(不是聪明工作的人)就有更多签订合同的机会。感染。当然,这种推论是极端的,因为对于所有部门而言,封闭并不是全部,并且对所得病毒的保护也不是绝对的;但是,除了问题的难度之外,通过的是矛盾的管理,但这表明在发生这种大流行之类的极端现象时,需要制定预防规则。无论是在国家层面还是在欧洲层面,都是如此,考虑到人和货物的自由流动,这个层面不能出于政治原因而被豁免,而首先是出于实际原因。目前,我们正在进行临时调整,这可能并不使每个人都满意,但必须成为随后采取制度化措施的理由。不和谐的另一个要素是上学率,然后与交通系统和数字通信网络链接。可以看出,确保受教育权影响到其他部门,这些部门需要新的法规和新的动力,当大流行结束时,其利益仍将为社会所利用。因为除了健康和经济紧急情况外,大流行病还突出表明,由于错误的投资和通常没有生产效率的投资导致普遍的准备不足,这是整个欧洲的特征。这些是要立即考虑的要素,但最重要的是要在未来与紧急事件管理同时计划未来。

パンデミックに備えていないヨーロッパ

 

What do you want to do ?
New mail
パンデミックを制限する必要性により、欧州政府は通常の社会活動のこれまで以上に激しい閉鎖に向けて動くようになります。この文脈では、欧州連合はまた、各国政府を調整しようとすることによって参入しようとします。もう一度、彼はより大きな政治的統合の必要性を非難しますが、それは現時点では、即興のイニシアチブにすぎません。夏の感染症の減少は、州レベルと超国家レベルの両方で健康の再編成に利用されませんでした:ヨーロッパの州間の自由な移動の体制における重大な間違い。感染症の指数関数的な増加は、州間の調整なしに、パンデミックとの共存のルールの過度の緩みと感染者の追跡システムの欠如によるものです。消耗品と見なされるスポーツ、ケータリング、およびその他の活動のブロックは抗議を引き起こしましたが、他の目的に使用された可能性のある一連の払い戻しも引き起こします。欧州諸国の政府は、長期的な視点なしに、非常に短期的には機能しすぎる一時的な解決策を即興で行っていると感じています。まだあまり知られていない問題に直面しているのは事実ですが、その影響は数週間前に行われた予測よりもさらに深刻になる恐れがあります。最初の問題は、市民の健康に関連する問題です。covid-19は、感染の直接的な結果と、存在し続けているが十分な注意が払われていない病気の治療の両方に影響を与えます。 covid-19治療には一種の独占性があり、他の健康問題への支援が圧縮されています。これは、パンデミックの最初の段階ですでに経験した状況ですが、感染が再開したときに繰り返されるべきではありませんでした。問題の1つは確かに経済の側面への懸念です。つまり、健康ニーズと経済ニーズの即時の調整ですが、短期的には、雇用の創出と維持を通じて国の経済的安定を確保することです。現在、幹部は、一次、二次、および高度な三次セクターの一部をアクティブに保つことを目的としているようです。これにより、スマートワーキングを通じて活動を継続し、ケータリング、文化、スポーツセクターに損害を与える可能性があります(ただし、プロのリーグに触れることなく)。このビジョンは、ウイルスの拡散を防ぐために人々の動きを避けたいという願望によって正当化されるかもしれませんが、それは労働社会の不均衡なビジョン、依然として工場の重要性に固定された一種のビジョンを提案します。しかし、働くことを許可されたセクターによって生産された国内総生産のシェアはより大きく、したがって閉鎖されたセクターよりも重要であると主張することができます。したがって、問題も逆転します。間接的ではありますが、働くことを妨げられている人々がより強力な健康保護を確保されれば、職場に行く人々(スマートワーキングには適用されません)は契約する可能性が高くなります感染。もちろん、この推論は極端です。なぜなら、すべてのセクターで閉鎖が完全ではなく、結果として生じるウイルスからの保護が絶対的ではないからです。しかし、問題の難しさを超えて、通過するのは矛盾した管理ですが、これは、このパンデミックのような極端な現象が発生した場合に予防ルールを形成する必要があることを示しています。これは、州レベルとヨーロッパレベルの両方に当てはまります。これは、人や物の自由な移動を考えると、政治的な理由ではなく、とりわけ実際的な理由で免除できない側面です。現在、暫定的な調整を進めています。これは、すべての人にとって満足のいくものではないかもしれませんが、その後の制度化された措置の理由となる根拠となるはずです。不和のもう1つの要素は、学校への出席です。これは、輸送システムとデジタル通信ネットワークにリンクされます。ご覧のとおり、教育を受ける権利を確保することは、新しい規制と新しい推進力を必要とする他のセクターに影響を及ぼし、その恩恵は、パンデミックが終わった後も社会に利用可能であり続けます。なぜなら、健康と経済の緊急事態に加えて、パンデミックが浮き彫りにしたのは、ヨーロッパ全体を特徴づけている、間違った、しばしば非生産的な投資による一般的な準備不足でした。これらはすぐに考慮すべき要素ですが、何よりも将来のために、緊急事態の管理と並行して、現在計画されている将来です。

أوروبا غير مستعدة لمواجهة الوباء

 

What do you want to do ?
New mail
إن الحاجة للحد من الوباء تجبر الحكومات الأوروبية على التحرك نحو إغلاق مكثف بشكل متزايد للأنشطة الاجتماعية العادية ، وفي هذا السياق يحاول الاتحاد الأوروبي أيضًا الدخول من خلال محاولة إجراء التنسيق بين الحكومات الوطنية ، وهي محاولة جديرة بالثناء ، والتي ، مرة أخرى ، يندد بالحاجة إلى تكامل سياسي أكبر ، لكنه في الوقت الحالي مجرد مبادرة مرتجلة. لم يتم استغلال الانخفاض في عدد الإصابات في الصيف لإعادة تنظيم الصحة على مستوى الدولة وعلى المستوى فوق الوطني: خطأ فادح في نظام حرية التنقل بين الدول الأوروبية. وتعزى الزيادة المطردة في الإصابات إلى التخفيف المفرط لقواعد التعايش مع الوباء وغياب نظام تتبع للمصابين دون تنسيق بين الدول. أدى حظر الأنشطة الرياضية والطعام والأنشطة الأخرى التي تعتبر مستهلكة إلى حدوث احتجاجات ، ولكنه سيؤدي أيضًا إلى سلسلة من المبالغ المستردة التي كان من الممكن استخدامها لأغراض أخرى. إن الشعور السائد هو أن حكومات الدول الأوروبية ترتجل الحلول المؤقتة التي تكون فعالة للغاية على المدى القصير للغاية ، دون منظور طويل المدى ؛ صحيح أننا ما زلنا نواجه مشكلة ما زالت غير معروفة إلا قليلاً ، لكن تداعياتها تنذر بأن تكون أكثر خطورة من التوقعات قبل أسابيع قليلة. المسألة الأولى هي تلك المتعلقة بصحة المواطنين: يؤثر فيروس كورونا على العواقب المباشرة للعدوى وعلاج الأمراض التي لا تزال موجودة ، ولكن لا يتم ضمان الاهتمام الواجب بها ؛ هناك نوع من التفرد في علاج كوفيد -19 ، والذي أدى إلى ضغط المساعدة على مشاكل صحية أخرى ، وهو وضع مر به بالفعل في المرحلة الأولى من الجائحة ، ولكن لا ينبغي أن يتكرر عند استئناف العدوى. من المشاكل بالتأكيد الاهتمام بجوانب الاقتصاد ، أي التوفيق الفوري بين الاحتياجات الصحية والاحتياجات الاقتصادية ، ولكن على المدى القصير لضمان الاستقرار الاقتصادي للدول ، من خلال إنتاج الوظائف والحفاظ عليها. يبدو أن المديرين التنفيذيين يهدفون حاليًا إلى الحفاظ على نشاط القطاعات الأولية والثانوية وبعض أجزاء قطاع التعليم العالي المتقدم ، مما قد يسمح بمواصلة النشاط من خلال العمل الذكي ، على حساب قطاعات المطاعم والثقافة والرياضة ( دون لمس الدوريات المهنية). قد تكون هذه الرؤية مبررة بالرغبة في تجنب حركة الناس لمنع انتشار الفيروس ، لكنها تقترح رؤية غير متوازنة لمجتمع العمل ، وهو نوع من الرؤية لا يزال مرتكزًا على أهمية المصنع ؛ ومع ذلك ، يمكن القول إن حصة الناتج المحلي الإجمالي التي تنتجها القطاعات المسموح لها بالعمل أكبر ، وبالتالي فهي أكثر أهمية من القطاعات المغلقة ؛ لذلك ، ومع ذلك ، يتم عكس المشكلة أيضًا: إذا تم ضمان حماية صحية أكبر لمن يُمنعون من العمل ، وإن كان ذلك بشكل غير مباشر ، فإن أولئك الذين يذهبون إلى مكان العمل (وهذا لا ينطبق على العمل الذكي) لديهم فرص أكبر للتعاقد عدوى. بالطبع هذا المنطق متطرف ، لأن الإغلاق لجميع القطاعات ليس كلياً والحماية من الفيروس الناتج ليست مطلقة ؛ ومع ذلك ، وبغض النظر عن صعوبة المشكلة ، فإن ما يمر هو إدارة متناقضة ، ولكنها تشير إلى الحاجة إلى تشكيل قواعد وقائية في حالة الظواهر المتطرفة مثل هذا الوباء. هذا صحيح على مستوى الدولة وعلى المستوى الأوروبي ، وهو بُعد لا يمكن استبعاده لأسباب سياسية ولكن قبل كل شيء لأسباب عملية ، بالنظر إلى حرية حركة الأشخاص والبضائع. ونحن ماضون في الوقت الحالي في إجراء تعديلات مؤقتة ، قد لا تكون مرضية للجميع ، ولكنها يجب أن تكون الأساس الذي يمكن الاستناد إليه في اتخاذ تدابير مؤسسية لاحقة. عنصر آخر للخلاف هو الحضور إلى المدرسة ، والذي يرتبط بعد ذلك بنظام النقل وشبكات الاتصالات الرقمية. كما يمكن أن نرى ، فإن ضمان الحق في التعليم يؤثر على القطاعات الأخرى ، التي تحتاج إلى لوائح جديدة وزخم جديد ، ستظل فوائدها متاحة للمجتمع عند انتهاء الوباء. لأن ما أبرزه الوباء ، بالإضافة إلى حالات الطوارئ الصحية والاقتصادية ، كان عدم الاستعداد العام بسبب الاستثمارات الخاطئة وغير المنتجة في كثير من الأحيان ، والتي ميزت أوروبا بأكملها. هذه عناصر يجب أخذها في الاعتبار على الفور ، ولكن قبل كل شيء للمستقبل ، مستقبل يتم التخطيط له الآن ، بالتوازي مع إدارة حالة الطوارئ.

mercoledì 28 ottobre 2020

La situazione del Nagorno Karabakh resta incerta

 

What do you want to do ?
New mail
Le ostilità, ma sarebbe più appropriato definirle guerra, nel Nagorno Karabakh sono iniziate da un mese e la triste contabilità delle vittime è tutt’altro che precisa, il numero reale e preciso dei morti non è conosciuto dai due contendenti, esiste la stima di Putin, che ha parlato di circa 5.000 vittime; gli armeni hanno aggiunto circa 1.000 caduti tra i propri combattenti e 40 civili, mentre l’Azerbaigian non ammette deceduti tra le proprie forze armate ma 60 civili morti a causa dei missili armeni. Politicamente sia l’Armenia, che l’Azerbaigian rimangono sulle rispettive posizioni, fattore che denuncia come il conflitto possa diventare una logorante guerra di posizione. Fino ad ora il confronto in Nagorno Karabakh era definito come un conflitto a bassa intensità, caratterizzato da una continua ostilità tra le parti, senza sviluppi diplomatici ma con scontri sporadici; nell’opinione pubblica internazionale non era visto come un focolaio potenzialmente più pericoloso, non si prevedeva, cioè, il passaggio a scontri continuativi e su più larga scala. Questa opinione era dovuta alla stasi internazionale sul confronto e non era previsto l’ingresso di alcun attore esterno in grado di fare salire il livello dello scontro. La situazione è mutata con la volontà turca di ristabilire la situazione antecedente al crollo dell’impero sovietico in favore degli azeri. Il sospetto che nel piano di Erdogan ci sia una sorta di parallelismo della situazione curda con quella degli armeni, che storicamente restano nemici di Ankara; ma se per i curdi sulla frontiera siriana si tratta, nell’ottica turca, di una minaccia perché in grado di risvegliare il senso di appartenenza dei cittadini turchi di etnia curdi, per l’Armenia sembra trattarsi più di un simbolo per ingraziarsi una opinione pubblica interna particolarmente sensibile alla politica ottomana del presidente turco, una causa che serve anche a distrarre i turchi dai gravi problemi economici del loro paese. L’Azerbaigian non vuole desistere dal proposito di riconquistare il territorio che reputa di propria appartenenza, ma l’Armenia non è disposta ad arretrare perché vede in una sua sconfitta il ritorno del pericolo del genocidio turco. La sensazione degli analisti è che, malgrado gli sforzi di Ankara, che hanno portato un vantaggio incontestabile agli azeri, questo sia un conflitto che nessuno possa vincere. Ciò, se possibile, aggrava la situazione delle zone di guerra, perché le potenze internazionali non pare abbiano intenzione di impegnarsi in una azione diplomatica che non presenta grandi possibilità di soluzione. Uno sviluppo che non giova neppure alle ambizioni turche, Ankara è impegnata già sia sul fronte libico e quello siriano e per un impegno prolungato anche nel Nagorno Karabakh non sembra essere sufficientemente attrezzata; se questa valutazione riguarda l’aspetto sia economico che militare, sul piano politico la conseguenza per la Turchia è un maggiore isolamento con l’aumento dei propri avversari. Nonostante questa situazione ci sono stati sforzi per il cessate il fuoco, il problema è che questa misura viene costantemente violata con accuse reciproche sulle responsabilità della ripresa dell’uso delle armi. Ci sarebbe il Gruppo di Minsk, struttura della Conferenza per la sicurezza e la cooperazione in Europa, che dovrebbe, come compito istituzionale, trovare una via pacifica alla soluzione del Nagorno Karabakh, fin dalla sua fondazione del 1992. La guida del gruppo è composta da una presidenza a tre, espressa da Francia, USA e Russia; questa istituzione svolge un ruolo da mediatore tra le due parti e non possiede i poteri per interrompere il conflitto, inoltre per gli Azeri la Francia dovrebbe essere sostituita dalla Turchia, mentre per gli armeni dovrebbe essere compreso tra i membri dei negoziati anche un rappresentante del Nagorno Karabakh, che, però, non è riconosciuto a livello internazionale. Per queste ragioni il gruppo di Minsk pare una istituzione superata, se non altro per non avere evitato il conflitto, meglio sarebbe una pressione a livello singolo da parte degli USA, ed anche dell’Unione Europea, sulla Turchia per fermare la situazione attuale con l’intervento dei caschi blu ad assicurare la tregua. Dopo dare il via a negoziati in grado di definire una volta per tutte il problema; certo con la pandemia in corso e le imminenti elezioni americane questo auspicio pare difficile, tuttavia uscire dall’attuale situazione è necessario per evitare potenziali ricadute negative sull’intera regione. 

The situation in Nagorno Karabakh remains uncertain

 

What do you want to do ?
New mail
The hostilities, but it would be more appropriate to call them war, in Nagorno Karabakh began a month ago and the sad accounting of the victims is far from precise, the real and precise number of deaths is not known by the two contenders, Putin's estimate exists , who spoke of about 5,000 victims; the Armenians added about 1,000 killed among their fighters and 40 civilians, while Azerbaijan admits no deaths among its armed forces but 60 civilians killed by Armenian missiles. Politically, both Armenia and Azerbaijan remain on their respective positions, a factor that denounces how the conflict can become an exhausting war of position. Until now the confrontation in Nagorno Karabakh was defined as a low intensity conflict, characterized by a continuous hostility between the parties, without diplomatic developments but with sporadic clashes; in international public opinion it was not seen as a potentially more dangerous outbreak, that is, the transition to continuous and larger-scale clashes was not expected. This opinion was due to the international stagnation of the confrontation and the entry of any external actor capable of raising the level of the clash was not expected. The situation changed with the Turkish desire to re-establish the situation prior to the collapse of the Soviet empire in favor of the Azeris. The suspicion that in Erdogan's plan there is a sort of parallelism of the Kurdish situation with that of the Armenians, who historically remain enemies of Ankara; but if for the Kurds on the Syrian border it is, from the Turkish point of view, a threat because it can awaken the sense of belonging of Turkish citizens of Kurdish ethnicity, for Armenia it seems to be more than a symbol to curry favor with public opinion particularly sensitive to the Ottoman policy of the Turkish president, a cause that also serves to distract the Turks from the serious economic problems of their country. Azerbaijan does not want to give up on its intention to reconquer the territory it deems it belongs to, but Armenia is not willing to back down because it sees in its defeat the return of the danger of the Turkish genocide. The analysts' feeling is that, despite Ankara's efforts, which have brought an indisputable advantage to the Azeris, this is a conflict that no one can win. This, if possible, aggravates the situation in the war zones, because the international powers do not seem to have any intention of engaging in diplomatic action that does not offer great possibilities for a solution. A development that does not even benefit Turkish ambitions, Ankara is already committed both on the Libyan and Syrian fronts and for a prolonged commitment also in Nagorno Karabakh it does not seem to be sufficiently equipped; if this assessment concerns both the economic and military aspects, on the political level the consequence for Turkey is greater isolation with the increase of its opponents. Despite this situation there have been ceasefire efforts, the problem is that this measure is constantly being violated with mutual accusations of responsibility for resuming the use of weapons. There would be the Minsk Group, structure of the Conference for Security and Cooperation in Europe, which should, as an institutional task, find a peaceful way to the solution of Nagorno Karabakh, since its foundation in 1992. The leadership of the group is composed of a three-party presidency, expressed by France, the USA and Russia; this institution plays a mediator role between the two parties and does not have the powers to stop the conflict, furthermore for the Azeris France should be replaced by Turkey, while for the Armenians a representative of Nagorno should also be included among the members of the negotiations Karabakh, which, however, is not recognized internationally. For these reasons, the Minsk group appears to be an outdated institution, if only for not having avoided the conflict, it would be better for a single level pressure from the USA, and also from the European Union, on Turkey to stop the current situation with the intervention of the blue helmets to ensure the truce. After starting negotiations capable of defining the problem once and for all; certainly with the pandemic underway and the upcoming American elections this hope seems difficult, however getting out of the current situation is necessary to avoid potential negative repercussions on the entire region.

La situación en Nagorno Karabaj sigue siendo incierta

 

What do you want to do ?
New mail
Las hostilidades, pero sería más apropiado llamarlas guerra, en Nagorno Karabaj comenzaron hace un mes y el triste relato de las víctimas está lejos de ser preciso, el número real y preciso de muertes no es conocido por los dos contendientes, existe estimación de Putin. , quien habló de unas 5.000 víctimas; los armenios agregaron alrededor de 1.000 muertos entre sus combatientes y 40 civiles, mientras que Azerbaiyán no admite muertes entre sus fuerzas armadas, pero 60 civiles muertos por misiles armenios. Políticamente, tanto Armenia como Azerbaiyán permanecen en sus respectivas posiciones, factor que denuncia cómo el conflicto puede convertirse en una agotadora guerra de posiciones. Hasta ahora el enfrentamiento en Nagorno Karabaj se definía como un conflicto de baja intensidad, caracterizado por una hostilidad continua entre las partes, sin desarrollos diplomáticos pero con enfrentamientos esporádicos; en la opinión pública internacional no se veía como un brote potencialmente más peligroso, es decir, no se esperaba la transición a enfrentamientos continuos y de mayor escala. Esta opinión se debió al estancamiento internacional en el enfrentamiento y no se esperaba la entrada de ningún actor externo capaz de elevar el nivel del enfrentamiento. La situación cambió con el deseo turco de restablecer la situación antes del colapso del imperio soviético a favor de los azeríes. La sospecha de que en el plan de Erdogan hay una especie de paralelismo de la situación kurda con la de los armenios, que históricamente siguen siendo enemigos de Ankara; pero si para los kurdos en la frontera siria es, desde el punto de vista turco, una amenaza porque puede despertar el sentido de pertenencia de los ciudadanos turcos de etnia kurda, para Armenia parece ser más que un símbolo para ganarse el favor de la opinión pública. Particularmente sensible a la política otomana del presidente turco, causa que también sirve para distraer a los turcos de los graves problemas económicos de su país. Azerbaiyán no quiere renunciar a su intención de reconquistar el territorio que considera que pertenece, pero Armenia no está dispuesta a dar marcha atrás porque ve en su derrota el regreso del peligro del genocidio turco. La sensación de los analistas es que, a pesar de los esfuerzos de Ankara, que han aportado una ventaja indiscutible a los azeríes, este es un conflicto que nadie puede ganar. Esto, de ser posible, agrava la situación de las zonas de guerra, porque las potencias internacionales no parecen tener intención de emprender una acción diplomática que no ofrezca grandes posibilidades de solución. Un desarrollo que ni siquiera beneficia las ambiciones turcas, Ankara ya está comprometida tanto en los frentes libio como sirio y para un compromiso prolongado también en Nagorno Karabaj no parece estar suficientemente equipado; si esta evaluación concierne tanto a los aspectos económicos como militares, a nivel político la consecuencia para Turquía es un mayor aislamiento con el aumento de sus oponentes. A pesar de esta situación ha habido esfuerzos de alto el fuego, el problema es que esta medida es constantemente violada con acusaciones mutuas de responsabilidad por retomar el uso de armas. Habría el Grupo de Minsk, estructura de la Conferencia para la Seguridad y la Cooperación en Europa, que debería, como tarea institucional, encontrar un camino pacífico a la solución de Nagorno Karabaj, desde su fundación en 1992. La dirección del grupo está compuesta por una presidencia tripartita, expresada por Francia, Estados Unidos y Rusia; esta institución juega un papel de mediador entre las dos partes y no tiene poderes para detener el conflicto, además para los azeríes Francia debería ser reemplazada por Turquía, mientras que para los armenios también debería incluirse un representante de Nagorno entre los miembros de las negociaciones Karabaj, que, sin embargo, no está reconocido internacionalmente. Por estas razones, el grupo de Minsk parece ser una institución obsoleta, aunque solo sea por no haber evitado el conflicto, sería mejor que una presión a un solo nivel de EE.UU., y también de la Unión Europea, sobre Turquía para detener la situación actual con el intervención de los cascos azules para asegurar la tregua. Después de iniciar negociaciones capaces de definir el problema de una vez por todas; ciertamente con la pandemia en curso y las próximas elecciones estadounidenses esta esperanza parece difícil, sin embargo, salir de la situación actual es necesario para evitar posibles repercusiones negativas en toda la región.

Die Situation in Berg-Karabach bleibt ungewiss

 Die Feindseligkeiten, aber es wäre angemessener, sie Krieg zu nennen, in Berg-Karabach begannen vor einem Monat und die traurige Abrechnung der Opfer ist alles andere als genau, die tatsächliche und genaue Anzahl der Todesfälle ist den beiden Anwärtern nicht bekannt, Putins Schätzung existiert , der von ungefähr 5.000 Opfern sprach; Die Armenier fügten etwa 1.000 Tote unter ihren Kämpfern und 40 Zivilisten hinzu, während Aserbaidschan keine Todesfälle unter seinen Streitkräften zugibt, sondern 60 Zivilisten, die von armenischen Raketen getötet wurden. Politisch bleiben sowohl Armenien als auch Aserbaidschan auf ihren jeweiligen Positionen, ein Faktor, der anprangert, wie der Konflikt zu einem anstrengenden Positionskrieg werden kann. Bisher wurde die Konfrontation in Berg-Karabach als Konflikt geringer Intensität definiert, der durch eine anhaltende Feindseligkeit zwischen den Parteien ohne diplomatische Entwicklungen, aber mit sporadischen Zusammenstößen gekennzeichnet war. In der internationalen öffentlichen Meinung wurde dies nicht als potenziell gefährlicherer Ausbruch angesehen, dh der Übergang zu kontinuierlichen und größeren Zusammenstößen wurde nicht erwartet. Diese Meinung war auf die internationale Stagnation der Konfrontation zurückzuführen, und der Eintritt eines externen Akteurs, der in der Lage war, das Ausmaß des Zusammenstoßes zu erhöhen, war nicht zu erwarten. Die Situation änderte sich mit dem türkischen Wunsch, die Situation vor dem Zusammenbruch des Sowjetimperiums zugunsten der Aseris wiederherzustellen. Der Verdacht, dass in Erdogans Plan eine Art Parallelität der kurdischen Situation mit der der Armenier besteht, die historisch Feinde von Ankara bleiben; Wenn es jedoch für die Kurden an der syrischen Grenze aus türkischer Sicht eine Bedrohung darstellt, weil es das Zugehörigkeitsgefühl türkischer Bürger kurdischer Ethnizität wecken kann, scheint es für Armenien mehr als ein Symbol zu sein, die Gunst der öffentlichen Meinung zu verfälschen besonders sensibel für die osmanische Politik des türkischen Präsidenten, eine Sache, die auch dazu dient, die Türken von den ernsten wirtschaftlichen Problemen ihres Landes abzulenken. Aserbaidschan will seine Absicht, das Territorium zurückzuerobern, zu dem es gehört, nicht aufgeben, aber Armenien ist nicht bereit, zurückzutreten, weil es in seiner Niederlage die Rückkehr der Gefahr des türkischen Völkermords sieht. Die Analysten sind der Meinung, dass dies trotz Ankaras Bemühungen, die den Azeris einen unbestreitbaren Vorteil verschafft haben, ein Konflikt ist, den niemand gewinnen kann. Dies verschärft, wenn möglich, die Situation in den Kriegsgebieten, da die internationalen Mächte offenbar nicht die Absicht haben, diplomatische Maßnahmen zu ergreifen, die keine großen Lösungsmöglichkeiten bieten. Ankara ist eine Entwicklung, die nicht einmal den türkischen Ambitionen zugute kommt. Sie engagiert sich bereits sowohl an der libyschen als auch an der syrischen Front und scheint für ein längeres Engagement auch in Berg-Karabach nicht ausreichend ausgerüstet zu sein. Wenn diese Einschätzung sowohl die wirtschaftlichen als auch die militärischen Aspekte betrifft, ist die Konsequenz für die Türkei auf politischer Ebene eine stärkere Isolation mit der Zunahme ihrer Gegner. Trotz dieser Situation wurden Waffenstillstandsbemühungen unternommen. Das Problem besteht darin, dass diese Maßnahme ständig mit gegenseitigen Vorwürfen der Verantwortung für die Wiederaufnahme des Waffengebrauchs verletzt wird. Es würde die Minsker Gruppe geben, die Struktur der Konferenz für Sicherheit und Zusammenarbeit in Europa, die als institutionelle Aufgabe seit ihrer Gründung im Jahr 1992 einen friedlichen Weg zur Lösung von Berg-Karabach finden sollte. Die Führung der Gruppe setzt sich zusammen aus eine Dreiparteienpräsidentschaft, die von Frankreich, den USA und Russland zum Ausdruck gebracht wird; Diese Institution spielt eine Vermittlerrolle zwischen den beiden Parteien und hat nicht die Befugnis, den Konflikt zu beenden. Außerdem sollte für die Aserbaidschaner Frankreich die Türkei ersetzt werden, während für die Armenier ein Vertreter von Nagorno ebenfalls zu den Verhandlungsmitgliedern gehören sollte Karabach, das jedoch international nicht anerkannt ist. Aus diesen Gründen scheint die Minsker Gruppe eine veraltete Institution zu sein. Wenn sie den Konflikt nicht vermieden hätte, wäre es besser, wenn ein einziger Druck der USA und auch der Europäischen Union auf die Türkei die derzeitige Situation mit der EU stoppen würde Intervention der Blauhelme, um den Waffenstillstand zu gewährleisten. Nach Beginn der Verhandlungen, die das Problem ein für alle Mal definieren können; Mit der Pandemie und den bevorstehenden amerikanischen Wahlen scheint diese Hoffnung sicherlich schwierig zu sein. Es ist jedoch notwendig, aus der aktuellen Situation herauszukommen, um mögliche negative Auswirkungen auf die gesamte Region zu vermeiden.

What do you want to do ?
New mail

La situation au Haut-Karabakh reste incertaine

 Les hostilités, mais il serait plus approprié de les appeler guerre, dans le Haut-Karabakh ont commencé il y a un mois et le triste bilan des victimes est loin d'être précis, le nombre réel et précis de morts n'est pas connu des deux prétendants, l'estimation de Poutine existe , qui a parlé d'environ 5 000 victimes; les Arméniens ont ajouté environ 1 000 tués parmi leurs combattants et 40 civils, tandis que l'Azerbaïdjan n'admet aucun décès parmi ses forces armées mais 60 civils tués par des missiles arméniens. Politiquement, l'Arménie et l'Azerbaïdjan restent sur leurs positions respectives, un facteur qui dénonce comment le conflit peut devenir une guerre de position épuisante. Jusqu'à présent, la confrontation au Haut-Karabakh était définie comme un conflit de faible intensité, caractérisé par une hostilité continue entre les parties, sans développements diplomatiques mais avec des affrontements sporadiques; dans l'opinion publique internationale, elle n'était pas considérée comme une épidémie potentiellement plus dangereuse, c'est-à-dire que la transition vers des affrontements continus et à plus grande échelle n'était pas prévue. Cette opinion était due à la stagnation internationale de l'affrontement et l'entrée de tout acteur extérieur capable d'élever le niveau de l'affrontement n'était pas attendue. La situation a changé avec le désir turc de rétablir la situation antérieure à l'effondrement de l'empire soviétique au profit des Azéris. Le soupçon que dans le plan d'Erdogan il y a une sorte de parallélisme de la situation kurde avec celle des Arméniens, qui restent historiquement les ennemis d'Ankara; mais si pour les Kurdes à la frontière syrienne c'est, du point de vue turc, une menace car elle peut éveiller le sentiment d'appartenance des citoyens turcs d'ethnie kurde, pour l'Arménie cela semble être plus qu'un symbole pour attirer les faveurs de l'opinion publique particulièrement sensible à la politique ottomane du président turc, une cause qui sert également à détourner les Turcs des graves problèmes économiques de leur pays. L'Azerbaïdjan ne veut pas renoncer à son intention de reconquérir le territoire auquel il estime appartenir, mais l'Arménie ne veut pas reculer car elle voit dans sa défaite le retour du danger du génocide turc. Le sentiment des analystes est que, malgré les efforts d'Ankara, qui ont apporté un avantage indiscutable aux Azéris, il s'agit d'un conflit que personne ne peut gagner. Ceci, si possible, aggrave la situation des zones de guerre, car les puissances internationales ne semblent pas avoir l'intention de s'engager dans une action diplomatique qui n'offre pas de grandes possibilités de solution. Un développement qui ne profite même pas aux ambitions turques, Ankara est déjà engagée tant sur les fronts libyen que syrien et pour un engagement prolongé également dans le Haut-Karabakh, elle ne semble pas suffisamment équipée; si ce bilan porte à la fois sur les aspects économiques et militaires, sur le plan politique la conséquence pour la Turquie est un plus grand isolement avec l'augmentation de ses opposants. Malgré cette situation, il y a eu des efforts de cessez-le-feu, le problème est que cette mesure est constamment violée avec des accusations mutuelles de responsabilité pour la reprise de l'utilisation des armes. Il y aurait le Groupe de Minsk, structure de la Conférence pour la sécurité et la coopération en Europe, qui devrait, en tant que tâche institutionnelle, trouver une voie pacifique à la solution du Haut-Karabakh, depuis sa fondation en 1992. La direction du groupe est composée de une présidence tripartite, exprimée par la France, les USA et la Russie; cette institution joue un rôle de médiation entre les deux parties et n'a pas le pouvoir d'arrêter le conflit, de plus pour les Azéris, la France devrait être remplacée par la Turquie, tandis que pour les Arméniens un représentant du Haut-Haut-de-la-Corogne devrait également être inclus parmi les membres des négociations Karabakh, qui, cependant, n'est pas reconnu internationalement. Pour ces raisons, le groupe de Minsk apparaît comme une institution dépassée, ne serait-ce que pour n'avoir pas évité le conflit, il serait préférable qu'une pression à un seul niveau des États-Unis, mais aussi de l'Union européenne, sur la Turquie arrête la situation actuelle avec le intervention des casques bleus pour assurer la trêve. Après avoir entamé des négociations capables de définir le problème une fois pour toutes; Certes, avec la pandémie en cours et les prochaines élections américaines, cet espoir semble difficile, mais sortir de la situation actuelle est nécessaire pour éviter d'éventuelles répercussions négatives sur l'ensemble de la région.

What do you want to do ?
New mail

A situação em Nagorno Karabakh permanece incerta

 As hostilidades, mas seria mais apropriado chamá-las de guerra, em Nagorno Karabakh começaram há um mês e o triste relato das vítimas está longe de ser preciso, o número real e preciso de mortes não é conhecido pelos dois contendores, existe estimativa de Putin , que falou de cerca de 5.000 vítimas; os armênios acrescentaram cerca de 1.000 mortos entre seus combatentes e 40 civis, enquanto o Azerbaijão não admite nenhuma morte entre suas forças armadas, mas 60 civis mortos por mísseis armênios. Politicamente, tanto a Armênia quanto o Azerbaijão permanecem em suas respectivas posições, um fator que denuncia como o conflito pode se tornar uma exaustiva guerra de posições. Até agora o confronto em Nagorno Karabakh foi definido como um conflito de baixa intensidade, caracterizado por uma hostilidade contínua entre as partes, sem desdobramentos diplomáticos, mas com confrontos esporádicos; na opinião pública internacional não era visto como um surto potencialmente mais perigoso, ou seja, não era esperada a transição para confrontos contínuos e em maior escala. Essa opinião se deveu à estagnação internacional do confronto e não era esperada a entrada de qualquer ator externo capaz de elevar o nível do embate. A situação mudou com o desejo turco de restaurar a situação anterior ao colapso do império soviético em favor dos azeris. A suspeita de que no plano de Erdogan existe uma espécie de paralelismo da situação curda com a dos armênios, que historicamente permanecem inimigos de Ancara; mas se para os curdos na fronteira com a Síria é, do ponto de vista turco, uma ameaça porque pode despertar o sentimento de pertença aos cidadãos turcos de etnia curda, para a Armênia parece ser mais do que um símbolo para agradar a opinião pública particularmente sensível à política otomana do presidente turco, causa que também serve para distrair os turcos dos graves problemas econômicos de seu país. O Azerbaijão não quer desistir de sua intenção de reconquistar o território que considera pertencer, mas a Armênia não está disposta a recuar porque vê em sua derrota o retorno do perigo do genocídio turco. O sentimento dos analistas é que, apesar dos esforços de Ancara, que trouxeram uma vantagem indiscutível para os azeris, este é um conflito que ninguém pode vencer. Isso, se possível, agrava a situação das zonas de guerra, pois as potências internacionais não parecem ter qualquer intenção de se engajar em ações diplomáticas que não ofereçam grandes possibilidades de solução. Um desenvolvimento que nem mesmo beneficia as ambições turcas, Ancara já está comprometida tanto na frente da Líbia quanto na Síria e por um compromisso prolongado também em Nagorno Karabakh ela não parece estar suficientemente equipada; se esta avaliação diz respeito tanto ao aspecto econômico quanto militar, no plano político a consequência para a Turquia é um maior isolamento com o aumento de seus adversários. Apesar desta situação, tem havido esforços de cessar-fogo, o problema é que esta medida é constantemente violada com acusações mútuas de responsabilidade pela retomada do uso de armas. Haveria o Grupo de Minsk, estrutura da Conferência para a Segurança e Cooperação na Europa, que deveria, como tarefa institucional, encontrar um caminho pacífico para a solução de Nagorno Karabakh, desde sua fundação em 1992. A liderança do grupo é composta por uma presidência tripartidária, expressa pela França, EUA e Rússia; esta instituição desempenha um papel de mediador entre as duas partes e não tem poderes para parar o conflito, além disso, para os azeris, a França deve ser substituída pela Turquia, enquanto para os arménios um representante de Nagorno também deve ser incluído entre os membros das negociações Karabakh, que, no entanto, não é reconhecido internacionalmente. Por estas razões, o grupo de Minsk parece ser uma instituição ultrapassada, nem que seja por não ter evitado o conflito, seria melhor que um único nível de pressão dos EUA, e também da União Europeia, sobre a Turquia para travar a situação atual com o intervenção dos capacetes azuis para garantir a trégua. Depois de iniciar negociações capazes de definir o problema de uma vez por todas; certamente com a pandemia em curso e as próximas eleições americanas essa esperança parece difícil, porém sair da situação atual é necessário para evitar potenciais repercussões negativas em toda a região.

What do you want to do ?
New mail

Ситуация в Нагорном Карабахе остается неопределенной

 Боевые действия, но правильнее было бы назвать их войной, в Нагорном Карабахе начались месяц назад, и печальный подсчет жертв далек от точного, реальное и точное количество погибших не известно обоим претендентам, оценка Путина существует , который рассказал о 5000 пострадавших; армяне добавили около 1000 убитых среди своих бойцов и 40 мирных жителей, в то время как Азербайджан не признает погибших среди своих вооруженных сил, кроме 60 мирных жителей, убитых армянскими ракетами. В политическом плане и Армения, и Азербайджан остаются на своих соответствующих позициях, что отрицает, как конфликт может превратиться в изнурительную позиционную войну. До сих пор конфронтация в Нагорном Карабахе определялась как конфликт низкой интенсивности, характеризующийся постоянной враждебностью между сторонами, без дипломатического развития, но со спорадическими столкновениями; в международном общественном мнении это не было воспринято как потенциально более опасная вспышка, то есть не ожидалось перехода к непрерывным и масштабным столкновениям. Это мнение было связано с международной стагнацией противостояния, и прихода каких-либо внешних игроков, способных поднять уровень столкновения, не ожидалось. Ситуация изменилась из-за желания Турции восстановить положение до распада советской империи в пользу азербайджанцев. Подозрение, что в плане Эрдогана есть своего рода параллелизм курдской ситуации с ситуацией армян, которые исторически остаются врагами Анкары; но если для курдов на сирийской границе это, с турецкой точки зрения, угроза, потому что может пробудить чувство принадлежности турецких граждан курдской национальности, то для Армении это кажется больше, чем символом снискать расположение общественного мнения особенно чувствительны к османской политике президента Турции, которая также отвлекает турок от серьезных экономических проблем их страны. Азербайджан не хочет отказываться от своего намерения отвоевать территорию, которую считает своей принадлежащей, но Армения не желает отступать, потому что она видит в своем поражении возвращение опасности турецкого геноцида. По мнению аналитиков, несмотря на усилия Анкары, которые принесли азербайджанцам неоспоримое преимущество, это конфликт, который никто не может выиграть. Это, если возможно, усугубляет ситуацию в зонах боевых действий, поскольку международные державы, похоже, не имеют никакого намерения участвовать в дипломатических действиях, которые не предлагают больших возможностей для решения. Развитие, которое даже не идет на пользу турецким амбициям, Анкара уже привержена как на ливийском, так и на сирийском фронтах, и для долгосрочных обязательств также в Нагорном Карабахе она, похоже, недостаточно оснащена; если эта оценка касается как экономических, так и военных аспектов, на политическом уровне последствием для Турции является усиление изоляции с увеличением числа ее противников. Несмотря на эту ситуацию, усилия по прекращению огня предпринимаются, проблема в том, что эта мера постоянно нарушается с взаимными обвинениями в ответственности за возобновление применения оружия. Это будет Минская группа, структура Совещания по безопасности и сотрудничеству в Европе, которая должна, в качестве институциональной задачи, найти мирный путь к урегулированию Нагорного Карабаха с момента своего основания в 1992 году. Руководство группы состоит из трехпартийное председательство, выраженное Францией, США и Россией; этот институт играет посредническую роль между двумя сторонами и не имеет полномочий для прекращения конфликта, кроме того, для азербайджанцев Франция должна быть заменена Турцией, в то время как для армян представитель Нагорного также должен быть включен в число участников переговоров. Карабах, который, однако, не признан на международном уровне. По этим причинам Минская группа кажется устаревшим институтом, хотя бы потому, что не избежала конфликта, было бы лучше для одноуровневого давления со стороны США, а также со стороны Европейского Союза на Турцию, чтобы остановить текущую ситуацию с вмешательство "голубых касок" для обеспечения перемирия. После начала переговоров способны раз и навсегда определить проблему; Конечно, с учетом пандемии и приближающихся выборов в США эта надежда кажется трудной, однако, чтобы избежать возможных негативных последствий для всего региона, необходимо выйти из сложившейся ситуации.

What do you want to do ?
New mail

納戈爾諾卡拉巴赫的局勢仍然不確定

 

What do you want to do ?
New mail
敵對行動是戰爭,但更恰當的稱呼是戰爭,一個月前在納戈爾諾卡拉巴赫開始,對受害者的悲慘敘述遠非準確,兩個競爭者都不知道真實和準確的死亡人數,普京估計,約有5,000名受害者;亞美尼亞人的戰鬥人員和40名平民中有約1000人喪生,而阿塞拜疆承認武裝部隊中沒有死亡,而是60名被亞美尼亞導彈殺死的平民。從政治上講,亞美尼亞和阿塞拜疆都保持各自的立場,這一因素譴責了衝突如何成為一場枯竭的陣地戰爭。迄今為止,納戈爾諾-卡拉巴赫的衝突被定義為低強度衝突,其特徵是雙方之間持續的敵對狀態,沒有外交事態發展,但有零星的衝突。在國際公眾輿論中,這沒有被認為是潛在的更危險的爆發,也就是說,沒有期望過渡到持續不斷的大規模衝突。這種意見是由於國際上對峙的停滯,而且沒有任何能夠提高衝突水平的外部參與者進入。隨著土耳其在蘇維埃帝國倒台之前重建局勢以支持阿塞拜疆人的態度,局勢發生了變化。懷疑在埃爾多安的計劃中,庫爾德人的處境與亞美尼亞人的處境存在某種平行性,亞美尼亞人歷來是安卡拉的敵人;但是,對於土耳其邊界上的庫爾德人來說,這是一個威脅,因為它可以喚醒庫爾德族土耳其公民的歸屬感,對於亞美尼亞來說,這似乎不僅僅是一種徵求輿論的象徵對土耳其總統的奧斯曼政策特別敏感,這一原因也使土耳其人擺脫了本國嚴重的經濟問題。阿塞拜疆不想放棄其重新征服它認為屬於其領土的意圖,但是亞美尼亞不願意退縮,因為它看到土耳其種族滅絕的危險再次被擊敗。分析人士的感覺是,儘管安卡拉的努力為阿塞拜疆人帶來了無可爭議的優勢,但這是沒有人能贏得的衝突。如果可能的話,這會加劇戰區的局勢,因為國際大國似乎沒有任何打算採取外交行動的意圖,而這並沒有提供解決的巨大可能性。這種發展甚至沒有使土耳其的野心受益,安卡拉已經在利比亞和敘利亞方面作出了承諾,而且在納戈爾諾卡拉巴赫也作出了長期承諾,但似乎裝備不足;如果這一評估同時涉及經濟和軍事方面,那麼在政治層面上,隨著反對派的增加,土耳其的後果將更加孤立。儘管出現了這種停火努力,但問題在於,這一措施被不斷指控,相互指責,要求其恢復使用武器。明斯克小組將是歐洲安全與合作會議的結構,自1992年成立以來,應作為一項機構任務,為納戈爾諾·卡拉巴赫的解決找到一條和平的道路。該小組的領導包括由法國,美國和俄羅斯表示的三黨主席制;該機構在兩黨之間起調解作用,沒有製止衝突的權力,此外,阿塞拜疆法國應由土耳其取代,亞美尼亞人也應將納戈爾諾代表納入談判成員卡拉巴赫,但是,尚未得到國際認可。出於這些原因,明斯克集團似乎是一個過時的機構,即使僅僅是因為沒有避免衝突,也最好是美國和歐洲聯盟向土耳其施加單方面壓力,要求其停止目前的局勢。戴上藍色頭盔以確保休戰。開始能夠一勞永逸地確定問題的談判之後;當然,隨著大流行的進行以及即將舉行的美國大選,這一希望似乎很難實現,但是,為了避免對整個地區造成潛在的負面影響,有必要擺脫目前的狀況。

ナゴルノカラバフの状況は依然として不透明です

 

What do you want to do ?
New mail
敵対行為は、戦争と呼ぶ方が適切でしょう。ナゴルノカラバフでは、1か月前に始まり、犠牲者の悲しい説明は正確にはほど遠いです。2人の候補者は、実際の正確な死者数を知りません。プーチンの推定は存在します。 、約5,000人の犠牲者について話しました。アルメニア人は戦闘機と40人の民間人の間で約1,000人の殺害を追加しましたが、アゼルバイジャンは軍隊の死者は認めていませんが、アルメニアのミサイルによって60人の民間人が殺されました。政治的には、アルメニアとアゼルバイジャンの両方がそれぞれの立場にとどまっています。これは、紛争がどのように激しい立場の戦争になる可能性があるかを非難する要因です。これまで、ナゴルノカラバフでの対立は、外交的進展はないが散発的な衝突を伴う、当事者間の継続的な敵意を特徴とする低強度の紛争として定義されていました。国際的な世論では、それは潜在的により危険な発生とは見なされていませんでした。つまり、継続的で大規模な衝突への移行は予想されていませんでした。この意見は、対立の国際的な停滞によるものであり、衝突のレベルを上げることができる外部のアクターの参入は予想されていませんでした。状況は、アゼリスを支持してソビエト帝国が崩壊する前に状況を回復したいというトルコの願望によって変化しました。エルドアンの計画には、歴史的にアンカラの敵であり続けているアルメニア人の状況と、クルド人の状況の一種の平行性があるという疑い。しかし、シリア国境のクルドにとって、それがクルド民族のトルコ市民の帰属意識を目覚めさせることができるので、トルコの観点からは脅威であるならば、アルメニアにとって、それは世論に賛成するカレーの象徴以上のものであるように思われるトルコ大統領のオスマン帝国の政策に特に敏感であり、トルコ人を自国の深刻な経済問題からそらすのにも役立つ原因です。アゼルバイジャンは、自分が属すると思われる領土を征服する意図をあきらめたくありませんが、アルメニアは、トルコの虐殺の危険の復活を敗北させたため、後退するつもりはありません。アナリストの気持ちは、アゼリスに議論の余地のないアドバンテージをもたらしたアンカラの努力にもかかわらず、これは誰も勝つことができない対立であるということです。これは、可能であれば、戦争地帯の状況を悪化させます。なぜなら、国際勢力は、解決の大きな可能性を提供しない外交行動に従事する意図を持っていないように思われるからです。トルコの野心にさえ利益をもたらさない開発であるアンカラは、リビアとシリアの両方の面ですでにコミットされており、ナゴルノカラバフでも長期にわたるコミットメントのために十分に装備されていないようです。この評価が経済的側面と軍事的側面の両方に関係している場合、政治レベルでは、トルコにとっての結果は、敵の増加とともにより大きな孤立になります。このような状況にもかかわらず、停止の努力がなされてきたが、問題は、武器の使用を再開する責任の相互の非難によってこの措置が絶えず違反されているということである。ミンスクグループ、ヨーロッパの安全と協力のための会議の構造があり、それは制度的任務として、1992年の設立以来、ナゴルノカラバフの解決への平和的な方法を見つけるべきです。グループのリーダーシップは以下で構成されています。フランス、米国、ロシアによって表明された三者の大統領職。この機関は両当事者間の仲介役を果たしており、紛争を阻止する権限はありません。さらに、アゼリスフランスはトルコに置き換えられるべきであり、アルメニア人にとってはナゴルノの代表も交渉のメンバーに含まれるべきです。カラバフ、しかし、それは国際的に認識されていません。これらの理由から、ミンスクグループは時代遅れの機関であるように思われます。紛争を回避しなかったという理由だけで、米国および欧州連合からのトルコに対する単一レベルの圧力が現在の状況を停止する方がよいでしょう。休戦を確実にするための青いヘルメットの介入。問題を一度だけ定義できる交渉を開始した後。確かに、パンデミックが進行中であり、今後のアメリカの選挙では、この希望は難しいように思われますが、地域全体への潜在的な悪影響を回避するために、現在の状況から抜け出す必要があります。

لا يزال الوضع في ناغورنو كاراباخ غير مؤكد

 الأعمال العدائية ، ولكن سيكون من الأنسب تسميتها بالحرب ، في ناغورنو كاراباخ بدأت قبل شهر ، والحساب المحزن للضحايا بعيد عن الدقة ، ولا يعرف المتنافسان العدد الحقيقي والدقيق للقتلى ، وتقدير بوتين موجود. الذي تحدث عن حوالي 5000 ضحية. وأضاف الأرمن قرابة 1000 قتيل من مقاتليهم و 40 مدنيا ، بينما اعترفت أذربيجان بعدم وقوع قتلى في صفوف قواتها المسلحة ، لكن 60 مدنيا قتلوا بصواريخ أرمينية من الناحية السياسية ، تظل كل من أرمينيا وأذربيجان على مواقفهما ، وهو عامل يدين كيف يمكن أن يصبح الصراع حرب مواقع مرهقة. حتى الآن ، كانت المواجهة في ناغورنو كاراباخ تُعرّف على أنها صراع منخفض الحدة ، يتسم بالعداء المستمر بين الأطراف ، دون تطورات دبلوماسية ولكن مع اشتباكات متفرقة في الرأي العام الدولي ، لم يُنظر إليه على أنه تفشي يحتمل أن يكون أكثر خطورة ، أي أن الانتقال إلى اشتباكات مستمرة وواسعة النطاق لم يكن متوقعًا. وجاء هذا الرأي بسبب الركود الدولي للمواجهة ولم يكن من المتوقع دخول أي جهة خارجية قادرة على رفع مستوى الاشتباك. تغير الوضع مع الرغبة التركية في إعادة الوضع قبل انهيار الإمبراطورية السوفيتية لصالح الأذريين. الشك في وجود نوع من التوازي في خطة أردوغان للوضع الكردي مع وضع الأرمن ، الذين لا يزالون تاريخياً أعداء أنقرة ؛ ولكن إذا كان الأمر بالنسبة للأكراد على الحدود السورية ، من وجهة النظر التركية ، يمثل تهديدًا لأنه يمكن أن يوقظ شعور الانتماء لدى المواطنين الأتراك من أصل كردي ، فبالنسبة لأرمينيا يبدو أنه أكثر من مجرد رمز لكسب تأييد الرأي العام. حساسة بشكل خاص للسياسة العثمانية للرئيس التركي ، وهي قضية تعمل أيضًا على تشتيت انتباه الأتراك عن المشاكل الاقتصادية الخطيرة لبلدهم. لا تريد أذربيجان التخلي عن نيتها في إعادة احتلال الأراضي التي تعتقد أنها تنتمي إليها ، لكن أرمينيا ليست على استعداد للتراجع لأنها ترى في هزيمتها عودة خطر الإبادة الجماعية التركية. ويشعر المحللون أنه على الرغم من جهود أنقرة التي جلبت ميزة لا جدال فيها للأذريين ، فإن هذا صراع لا يمكن لأحد أن ينتصر فيه. وهذا ، إن أمكن ، يفاقم الوضع في مناطق الحرب ، لأنه لا يبدو أن القوى الدولية لديها أي نية للانخراط في عمل دبلوماسي لا يقدم إمكانيات كبيرة للحل. وهو تطور لا يفيد حتى الطموحات التركية ، فقد التزمت أنقرة بالفعل على الجبهتين الليبية والسورية بالتزام طويل الأمد أيضًا في ناغورنو كاراباخ لا يبدو أنها مجهزة بشكل كافٍ ؛ إذا كان هذا التقييم يتعلق بالجانبين الاقتصادي والعسكري ، فإن النتيجة على المستوى السياسي بالنسبة لتركيا هي عزلة أكبر مع تزايد خصومها. على الرغم من هذا الوضع ، كانت هناك جهود لوقف إطلاق النار ، إلا أن المشكلة هي أن هذا الإجراء يتم انتهاكه باستمرار باتهامات متبادلة بالمسؤولية عن استئناف استخدام الأسلحة. ستكون هناك مجموعة مينسك ، وهيكل مؤتمر الأمن والتعاون في أوروبا ، والتي ينبغي ، كمهمة مؤسسية ، إيجاد طريقة سلمية لحل ناغورنو كاراباخ ، منذ تأسيسها في عام 1992. وتتألف قيادة المجموعة من رئاسة من ثلاثة أحزاب ، عبرت عنها فرنسا والولايات المتحدة وروسيا ؛ تلعب هذه المؤسسة دور الوسيط بين الطرفين وليس لديها صلاحيات لوقف النزاع ، علاوة على ذلك ، بالنسبة للأذريين ، يجب استبدال فرنسا بتركيا ، بينما بالنسبة للأرمن يجب أيضًا تضمين ممثل ناغورنو بين أعضاء المفاوضات. كاراباخ ، مع ذلك ، غير معترف بها دوليًا. لهذه الأسباب ، يبدو أن مجموعة مينسك مؤسسة عفا عليها الزمن ، ولو لمجرد عدم تجنب الصراع ، سيكون من الأفضل لضغط على مستوى واحد من الولايات المتحدة ، وكذلك من الاتحاد الأوروبي ، على تركيا أن توقف الوضع الحالي مع تدخل الخوذ الزرق لضمان الهدنة. بعد بدء مفاوضات قادرة على تحديد المشكلة بشكل نهائي. وبالتأكيد مع انتشار الوباء والانتخابات الأمريكية المقبلة ، يبدو هذا الأمل صعبًا ، لكن الخروج من الوضع الحالي ضروري لتفادي الانعكاسات السلبية المحتملة على المنطقة بأكملها.

What do you want to do ?
New mail

martedì 27 ottobre 2020

Dietro al confronto tra Francia e Turchia

 La questione delle vignette su Maometto rischia di innescare una sorta di guerra di religione e di civiltà, che nasconde, però un confronto geopolitico che va aldilà del rapporto bipolare tre Francia e Turchia, ma che coinvolge ragioni geopolitiche, il confronto tra paesi della stessa area sunnita e, non ultimi problemi interni del paese turco. Nonostante queste analisi, che sono necessarie, è comunque doveroso fare notare che da alcun paese musulmano è stata espressa solidarietà verso il professore francese ucciso mediante decapitazione da un estremista ceceno. Questa considerazione non può non indurre a riflessioni circa la volontà di indirizzare verso un possibile scontro culturale che ha lo scopo di sollecitare l’appoggio delle classi popolari dei paesi islamici per carpirne l’appoggio; una strategia che vale soprattutto per la Turchia in difficoltà per la sua situazione economica interna, ma anche utile per altri paesi come il Pakistan o l’Iraq dove i governi in carica registrano varie difficoltà. La strategia è utile anche per cercare di destabilizzare il paese francese alimentando l’opposizione di estrema destra, ma ciò potrebbe avere pesanti ripercussioni anche per i fedeli islamici sul suolo francese. Parigi deve essere molto attente a non cadere in questa trappola che fornirebbe ulteriori argomenti al fronte islamico. Contro la Francia è in corso una inedita alleanza tra la Turchia sunnita e l’Iran sciita, che sembrano volere sfruttare l’occasione di mettere l’Arabia Saudita in difficoltà. Tra Teheran e Riyad le ragioni delle tensioni sono conosciute e si riferiscono alla ricerca della supremazia tra sciiti e sunniti, mentre il confronto tra Turchia ed Arabia verte sul confronto all’interno della parte sunnita. Anche qui la religione è un elemento ben presente, ma soltanto perché è un mezzo di dominio politico, che la politica ottomana di Ankara vuole sfruttare per insidiare l’influenza che gli arabi detengono quali custodi della Mecca. Se la Turchia è la principale interprete del boicottaggio dei prodotti francesi, i prodotti turchi sono boicottati proprio da Riyad, seppure in maniera non ufficiale, per l’alleanza tra Ankara ed il Qatar. Il provvedimento di boicottaggio dei prodotti turchi operato dall’Arabia si è diffuso in altri paesi vicini a Riyad provocando ulteriori difficoltà all’economia di Ankara già in fase calante. Al contrario l’Arabia Saudita non pratica il boicottaggio dei prodotti francesi proprio per la volontà di non apparire allineata alla Turchia e rimarcandone così la distanza. Erdogan si arroga il diritto di difendere i musulmani europei, ampliando la volontà di tutelare i turchi in Germania, ma se in questo secondo caso si tratta di una sorta di protezione diretta ai connazionali, con l’intento di diventare il paladino dei musulmani europei il progetto è più ambizioso e potrebbe anche essere inteso come una occasione per condizionare l’Unione, uno strumento da affiancare alla gestione dei profughi che percorrono la rotta balcanica. Ma ancora una volta questo ha provocato un risentimento verso Ankara che si è materializzato con messaggi di vicinanza a Macron da parte di Germania ed Italia. Nello specifico il confronto tra Ankara e Parigi si svolge per contenere l’avanzata nelle rispettive aree di influenza: la Turchia, infatti, ha operato per rafforzare la cooperazione politica, economica e militare con Algeria, Mali, Niger e Tunisia, paesi che la Francia ha sempre considerato come propria area di azione esclusiva in politica estera. Parigi ha reagito all’ingerenza turca schierandosi con Cipro e Grecia, oggetto delle manovre turche nel Mediterraneo orientale, inviando navi militari nella zona ed aumentando la fornitura di armi verso Atene. Contribuisce al confronto tra le due parti il rispettivo schieramento in Libia al fianco delle fazioni che si confrontano nella guerra civile del paese nordafricano.  Il protagonismo di Erdogan resta, comunque, un pericolo, che, meriterebbe maggiore attenzione ed impegno al fianco della Francia da parte dell’Unione Europea, sia con soluzioni diplomatiche, che con appoggio militare, anche per tutelare la Grecia e Cipro, membri di Bruxelles. La strada delle sanzioni potrebbe essere la prima da attuare per contenere l’azione turca, nonostante il possibile ricatto dei migranti verso Bruxelles. Anche dalle elezioni degli Stati Uniti dovranno arrivare risposte circa l’atteggiamento turco all’interno dell’Alleanza Atlantica e l reali  intenzioni della amministrazione che si insedierà alla Casa Bianca, se con Trump non dovrebbero esserci variazioni, con Biden è possibile una maggiore concentrazione sugli alleati europei ed una minore tolleranza verso spinte esterne, come l’acquisto di armi dalla Russia, che hanno contraddistinto l’atteggiamento turco da quando Erdogan è il presidente. In ogni caso il confronto tra Ankara e Parigi ha molto potenziale negativo che tutti gli attori dovrebbero contenere per evitare che la situazione possa degenerare. 

What do you want to do ?
New mail

Behind the confrontation between France and Turkey

 The issue of the cartoons on Muhammad risks triggering a sort of war of religion and civilization, which hides, however, a geopolitical confrontation that goes beyond the bipolar relationship between France and Turkey, but which involves geopolitical reasons, the confrontation between countries in the same area Sunni and, not least internal problems of the Turkish country. Despite these analyzes, which are necessary, it is however necessary to point out that no Muslim country has expressed solidarity with the French professor who was beheaded by a Chechen extremist. This consideration cannot fail to lead to reflections on the desire to direct towards a possible cultural clash which aims to solicit the support of the popular classes of Islamic countries in order to gain support; a strategy that applies above all to Turkey in difficulty due to its internal economic situation, but also useful for other countries such as Pakistan or Iraq where the governments in office are experiencing various difficulties. The strategy is also useful in trying to destabilize the French country by fueling the extreme right-wing opposition, but this could also have serious repercussions for the Islamic faithful on French soil. Paris must be very careful not to fall into this trap which would provide further arguments to the Islamic front. An unprecedented alliance is underway against France between Sunni Turkey and Shiite Iran, which seem to want to take advantage of the opportunity to put Saudi Arabia in difficulty. Between Tehran and Riyadh, the reasons for the tensions are known and refer to the search for supremacy between Shiites and Sunnis, while the confrontation between Turkey and Arabia focuses on the confrontation within the Sunni side. Here too, religion is a very present element, but only because it is a means of political domination, which the Ottoman politics of Ankara wants to exploit to undermine the influence that the Arabs have as guardians of Mecca. If Turkey is the main interpreter of the boycott of French products, Turkish products are boycotted precisely from Riyadh, albeit in an unofficial manner, for the alliance between Ankara and Qatar. The boycott of Turkish products carried out by Arabia has spread to other countries close to Riyadh, causing further difficulties for the economy of Ankara, which is already in decline. On the contrary, Saudi Arabia does not practice a boycott of French products precisely because of the desire not to appear aligned with Turkey and thus emphasizing its distance. Erdogan arrogates to himself the right to defend European Muslims, expanding the will to protect the Turks in Germany, but if in this second case it is a sort of direct protection to his compatriots, with the intention of becoming the champion of European Muslims, the the project is more ambitious and could also be understood as an opportunity to influence the Union, an instrument to be combined with the management of refugees traveling the Balkan route. But once again this provoked resentment towards Ankara which materialized with messages of closeness to Macron from Germany and Italy. Specifically, the confrontation between Ankara and Paris is taking place to contain the advance in their respective areas of influence: Turkey, in fact, has worked to strengthen political, economic and military cooperation with Algeria, Mali, Niger and Tunisia, countries that France has always considered it as its exclusive area of ​​action in foreign policy. Paris reacted to Turkish interference by siding with Cyprus and Greece, the object of Turkish maneuvers in the eastern Mediterranean, sending military ships to the area and increasing the supply of weapons to Athens. The respective deployment in Libya alongside the factions confronting each other in the civil war of the North African country contributes to the confrontation between the two sides. The protagonism of Erdogan remains, however, a danger, which deserves greater attention and commitment on the side of France by the European Union, both with diplomatic solutions and with military support, also to protect Greece and Cyprus, members of Brussels. . The sanctions path could be the first to be implemented to contain Turkish action, despite the possible blackmail of migrants to Brussels. Even from the US elections, answers will have to arrive about the Turkish attitude within the Atlantic Alliance and the real intentions of the administration that will take office in the White House, if with Trump there should be no changes, with Biden it is possible to focus more on allies Europeans and a lower tolerance towards external forces, such as the purchase of arms from Russia, which have characterized the Turkish attitude since Erdogan was president. In any case, the confrontation between Ankara and Paris has a lot of negative potential that all actors should contain to prevent the situation from escalating.

What do you want to do ?
New mail