Politica Internazionale

Politica Internazionale

Cerca nel blog

mercoledì 30 giugno 2021

Per l'Europa e l'occidente è essenziale combattere il fondamentalismo islamico in Africa

 I paesi occidentali temono la crescita dei movimenti radicali islamici in Africa, dove sono cresciuti gli episodi di violenza con un incremento molto rilevante, che ha contato circa 5.000 attentati con oltre 13.000 vittime, soltanto lo scorso anno. Lo spostamento di formazioni estremiste, come lo Stato islamico, dai paesi asiatici, come Siria ed Iraq, dove il fenomeno è praticamente sotto controllo, ai paesi africani, seguendo una direttrice da oriente ad occidente, pone grandi parti del continente africano sotto stretta osservazione, anche per la relativa vicinanza con l’Europa e gli ovvi contatti con temi quali l’emigrazione ed il rifornimento energetico, sempre più al centro delle problematiche europee. Non va dimenticato come, sul tema dell’emigrazione, i continui dissidi tra i membri dell’Unione Europea possano essere sfruttati come fattore di destabilizzazione dai fondamentalisti islamici, sempre più alleati delle bande dei trafficanti di uomini, sia come capacità di gestione dei flussi, che di introduzione in Europa di potenziali agenti, capaci di compiere attentati. Se i primi paesi minacciati da questi nuovi sviluppi, nell’immediato sono l’Italia e la Spagna, è ovvio che una incapacità di gestione globale da parte dell’Europa, investe proprio il vecchio continente, ancora molto diviso sulle possibili soluzioni dell’argomento. Su questo tema la nuova amministrazione americana è molto sensibile, perché basa la propria leadership atlantica sulla collaborazione con l’Europa e ritiene la sicurezza del vecchio continente un argomento centrale della propria strategia geopolitica. Probabilmente Washington, al suo interno, non vuole ripetere gli errori di valutazione compiuti da Obama, con la guerra siriana ed intende impedire uno sviluppo militare di formazioni islamiste in Africa, dove, peraltro sono già presenti ed attive, per impedire l’apertura di un nuovo fronte di impegno e, soprattutto, di pregiudicare la sicurezza europea, che implicherebbe uno sforzo ancora maggiore per gli USA.  Attualmente il punto geografico cruciale è il Shael, dove la presenza dei fondamentalisti è favorita da uno scarso presidio delle forze governative dei diversi paesi che governano l’area, oltre alla conformazione fisica del territorio, che consente una estrema libertà di movimento alle milizie islamiste. Anche la diffusione della pandemia ha favorito l’attività dei fondamentalisti, rallentando gli incontri diplomatici per la soluzione del problema, tuttavia l’assicurazione della collaborazione alla lotta al terrorismo islamico di Repubblica Centrafricana, Repubblica Democratica del Congo, Mauritania e Yemen, rappresenta una ulteriore garanzia che il problema viene percepito a livello sovra continentale come urgente e molto pericoloso. L’attività di contrasto non potrà non prevedere un impegno sul campo, ma su questo versante i paesi europei sono riluttanti ad un impegno di proprio personale direttamente sul terreno africano, piuttosto si preferisce una scelta di operazioni di intelligence, in grado di anticipare le mosse dei terroristi e, soprattutto, bloccare i finanziamenti dei gruppi fondamentalisti. Questa impostazione appare però soltanto una parte della possibile soluzione del problema: infatti senza un contrasto militare diretto, appare difficile riuscire a debellare il problema del tutto, anche perché la presenza fisica delle formazioni terroriste, da una parte riesce nel proselitismo delle popolazioni della zona e con quelle che non riesce ad integrare pratica un regime di terrore, che, in ogni caso, rappresenta un punto di forza nel presidio del territorio. La sfida per gli occidentali è sapere coinvolgere gli eserciti dei paesi della fascia del Shael, almeno con finanziamenti, forniture militari ed addestramento delle truppe regolari; certamente i finanziamenti dovranno riguardare non solo l’aspetto militare ma anche, ed in maniera sostanziosa, tutto ciò che può riguardare lo sviluppo dei paesi coinvolti, in termini di infrastrutture, presidi medici e sviluppo dei settori produttivi. La questione africana, a lungo rimandata, dai paesi occidentali, si ripresenta così sotto forma di  urgenza che ha come scopo la sicurezza stessa dell’Europa e dell’occidente, ma è, allo stesso tempo, una occasione di sviluppo globale che non può essere sprecata, anche per strappare l’Africa ad una influenza cinese, ormai male sopportata dagli stessi africani.

It is essential for Europe and the West to fight Islamic fundamentalism in Africa

 Western countries fear the growth of radical Islamic movements in Africa, where episodes of violence have grown with a very significant increase, which counted about 5,000 attacks with over 13,000 victims, last year alone. The displacement of extremist formations, such as the Islamic State, from Asian countries, such as Syria and Iraq, where the phenomenon is practically under control, to African countries, following a path from east to west, places large parts of the African continent under close observation. also due to its relative proximity to Europe and the obvious contacts with issues such as emigration and energy supply, which are increasingly at the center of European problems. It should not be forgotten how, on the issue of emigration, the continuous disagreements between the members of the European Union can be exploited as a destabilizing factor by Islamic fundamentalists, increasingly allies of the gangs of human traffickers, both as a capacity to manage flows, and the introduction in Europe of potential agents capable of carrying out attacks. If the first countries threatened by these new developments, in the immediate future, are Italy and Spain, it is obvious that an inability of global management on the part of Europe affects the old continent, still very divided on the possible solutions to the issue. . The new American administration is very sensitive to this issue, because it bases its Atlantic leadership on collaboration with Europe and considers the security of the old continent to be a central topic of its geopolitical strategy. Probably Washington, internally, does not want to repeat the errors of assessment made by Obama, with the Syrian war and intends to prevent a military development of Islamist formations in Africa, where, moreover, they are already present and active, to prevent the opening of a a new front of commitment and, above all, of jeopardizing European security, which would imply an even greater effort for the USA. Currently the crucial geographical point is the Shael, where the presence of fundamentalists is favored by a scarce presence of the government forces of the various countries that govern the area, in addition to the physical conformation of the territory, which allows extreme freedom of movement for the Islamist militias. The spread of the pandemic has also favored the activity of fundamentalists, slowing down diplomatic meetings for the solution of the problem, however the assurance of collaboration in the fight against Islamic terrorism of the Central African Republic, the Democratic Republic of Congo, Mauritania and Yemen, represents a further guarantee that the problem is perceived at the supra-continental level as urgent and very dangerous. The law enforcement activity cannot fail to provide for a commitment on the field, but on this front the European countries are reluctant to engage their own personnel directly on African soil, rather a choice of intelligence operations is preferred, able to anticipate the moves terrorists and, above all, blocking the funding of fundamentalist groups. However, this approach appears to be only part of the possible solution to the problem: in fact, without a direct military conflict, it appears difficult to overcome the problem entirely, also because the physical presence of the terrorist formations, on the one hand, succeeds in proselytizing the populations of the area and with those who fail to integrate a regime of terror, which, in any case, represents a strong point in the garrison of the territory. The challenge for Westerners is to know how to involve the armies of the countries of the Shael belt, at least with funding, military supplies and the training of regular troops; certainly the funding will have to concern not only the military aspect but also, and in a substantial way, everything that may concern the development of the countries involved, in terms of infrastructures, medical facilities and development of the productive sectors. The African question, long postponed by Western countries, thus reappears in the form of urgency which has as its purpose the very security of Europe and the West, but is, at the same time, an opportunity for global development that cannot be wasted, also to wrest Africa from a Chinese influence, now badly tolerated by the Africans themselves.

Es fundamental que Europa y Occidente luchen contra el fundamentalismo islámico en África

 Los países occidentales temen el crecimiento de los movimientos islámicos radicales en África, donde los episodios de violencia han crecido con un aumento muy significativo, que contabilizó unos 5.000 ataques con más de 13.000 víctimas, solo el año pasado. El desplazamiento de formaciones extremistas, como el Estado Islámico, desde países asiáticos, como Siria e Irak, donde el fenómeno está prácticamente controlado, hacia países africanos, siguiendo un camino de este a oeste, coloca a gran parte del continente africano bajo estrecha observación, también por su relativa proximidad a Europa y los evidentes contactos con temas como la emigración y el suministro energético, que están cada vez más en el centro de los problemas europeos. No hay que olvidar cómo, en el tema de la emigración, los continuos desacuerdos entre los miembros de la Unión Europea pueden ser explotados como factor desestabilizador por los fundamentalistas islámicos, cada vez más aliados de las bandas de traficantes de personas, tanto como capacidad para gestionar flujos. , y la introducción en Europa de agentes potenciales capaces de llevar a cabo ataques. Si los primeros países amenazados por estos nuevos desarrollos, en el futuro inmediato, son Italia y España, es evidente que una incapacidad de gestión global por parte de Europa invierte al viejo continente, todavía muy dividido sobre las posibles soluciones al problema. . La nueva administración estadounidense es muy sensible a este tema, porque basa su liderazgo atlántico en la colaboración con Europa y considera la seguridad del viejo continente como un tema central de su estrategia geopolítica. Probablemente Washington, internamente, no quiera repetir los errores de valoración cometidos por Obama, con la guerra de Siria y pretenda impedir un desarrollo militar de formaciones islamistas en África, donde, además, ya están presentes y activas, para evitar la apertura. de un nuevo frente de compromiso y, sobre todo, de poner en peligro la seguridad europea, lo que implicaría un esfuerzo aún mayor para EE.UU. Actualmente el punto geográfico crucial es el Shael, donde la presencia de fundamentalistas se ve favorecida por una escasa presencia de las fuerzas gubernamentales de los distintos países que gobiernan la zona, además de la conformación física del territorio, lo que permite una extrema libertad de movimiento para las milicias islamistas. La propagación de la pandemia también ha favorecido la actividad de los fundamentalistas, ralentizando las reuniones diplomáticas para la solución del problema, pero el aseguramiento de la colaboración en la lucha contra el terrorismo islámico de la República Centroafricana, la República Democrática del Congo, Mauritania y Yemen. , representa una garantía más de que el problema se percibe a nivel supracontinental como urgente y muy peligroso. La actividad policial no puede dejar de proporcionar un compromiso sobre el terreno, pero en este frente los países europeos son reacios a contratar a su propio personal directamente en suelo africano, más bien se prefiere una elección de operaciones de inteligencia, capaces de anticipar los movimientos terroristas y , sobre todo, bloqueando la financiación de grupos fundamentalistas. Sin embargo, este enfoque parece ser solo una parte de la posible solución al problema: de hecho, sin un conflicto militar directo, parece difícil erradicar el problema por completo, también porque la presencia física de las formaciones terroristas, por un lado, Logra proselitizar a las poblaciones de la zona y con quienes no logran integrar un régimen de terror que, en todo caso, representa un punto fuerte en la guarnición del territorio. El desafío para los occidentales es saber cómo involucrar a los ejércitos de los países del cinturón de Shael, al menos con financiamiento, suministros militares y el entrenamiento de tropas regulares; ciertamente la financiación deberá cubrir no solo el aspecto militar sino también, y de forma sustancial, todo lo que pueda afectar al desarrollo de los países involucrados, en cuanto a infraestructuras, equipamiento médico y desarrollo de los sectores productivos. La cuestión africana, postergada durante mucho tiempo por los países occidentales, reaparece así en forma de urgencia que apunta a la seguridad misma de Europa y Occidente, pero es, al mismo tiempo, una oportunidad para el desarrollo global que no se puede desaprovechar, también para arrancar África de influencia china, ahora mal tolerada por los propios africanos.

Es ist für Europa und den Westen unerlässlich, den islamischen Fundamentalismus in Afrika zu bekämpfen

 Westliche Länder befürchten das Anwachsen radikal-islamischer Bewegungen in Afrika, wo die Gewaltepisoden mit einer sehr deutlichen Zunahme zugenommen haben, die allein im letzten Jahr etwa 5.000 Anschläge mit über 13.000 Opfern zählte. Die Vertreibung extremistischer Formationen wie des Islamischen Staates aus asiatischen Ländern wie Syrien und dem Irak, wo das Phänomen praktisch unter Kontrolle ist, in afrikanische Länder auf einem Weg von Ost nach West bringt große Teile des afrikanischen Kontinents unter auch aufgrund der relativen Nähe zu Europa und der offensichtlichen Kontakte zu Themen wie Auswanderung und Energieversorgung, die zunehmend im Zentrum europäischer Probleme stehen. Es sollte nicht vergessen werden, wie in der Frage der Auswanderung die anhaltenden Meinungsverschiedenheiten zwischen den Mitgliedern der Europäischen Union von islamischen Fundamentalisten, die zunehmend Verbündete der Menschenhändlerbanden sind, als destabilisierender Faktor genutzt werden können, um die Ströme zu steuern , und die Einführung potenzieller Agenten in Europa, die Angriffe ausführen können. Wenn die ersten Länder, die von diesen neuen Entwicklungen in nächster Zeit bedroht sind, Italien und Spanien sind, ist es offensichtlich, dass die Unfähigkeit eines globalen Managements seitens Europas den alten Kontinent investiert, der immer noch sehr gespalten über die möglichen Lösungen des Problems ist. . Die neue amerikanische Regierung ist in dieser Frage sehr sensibel, weil sie ihre atlantische Führung auf die Zusammenarbeit mit Europa stützt und die Sicherheit des alten Kontinents als zentrales Thema ihrer geopolitischen Strategie betrachtet. Vermutlich will Washington intern die Einschätzungsfehler Obamas mit dem Syrienkrieg nicht wiederholen und eine militärische Entwicklung islamistischer Formationen in Afrika, wo sie zudem bereits präsent und aktiv sind, verhindern, um die Öffnung zu verhindern einer neuen Front des Engagements und vor allem der Gefährdung der europäischen Sicherheit, die eine noch größere Anstrengung für die USA bedeuten würde. Derzeit ist der entscheidende geografische Punkt der Shael, wo die Präsenz von Fundamentalisten durch eine geringe Präsenz der Regierungstruppen der verschiedenen Länder, die das Gebiet regieren, zusätzlich zu der physischen Beschaffenheit des Territoriums begünstigt wird, die extreme Bewegungsfreiheit für die islamistischen Milizen. Die Ausbreitung der Pandemie hat auch die Aktivität von Fundamentalisten begünstigt und diplomatische Treffen zur Lösung des Problems verlangsamt, jedoch die Zusicherung der Zusammenarbeit im Kampf gegen den islamischen Terrorismus der Zentralafrikanischen Republik, der Demokratischen Republik Kongo, Mauretaniens und des Jemen , ein weiterer Garant dafür, dass das Problem auf suprakontinentaler Ebene als dringend und sehr gefährlich wahrgenommen wird. Die Aktivitäten der Strafverfolgungsbehörden können nicht umhin, ein Engagement vor Ort zu gewährleisten, aber an dieser Front zögern die europäischen Länder, ihr eigenes Personal direkt auf afrikanischem Boden einzusetzen, stattdessen wird eine Auswahl an Geheimdienstoperationen bevorzugt, die in der Lage sind, die Schritte von Terroristen und , vor allem die Blockade der Finanzierung fundamentalistischer Gruppen. Dieser Ansatz scheint jedoch nur ein Teil der möglichen Lösung des Problems zu sein: Tatsächlich erscheint es ohne einen direkten militärischen Konflikt schwierig, das Problem vollständig auszumerzen, auch weil die physische Präsenz der terroristischen Formationen einerseits gelingt es, die Bevölkerung der Region zu missionieren und mit denen, die es nicht schaffen, ein Terrorregime zu integrieren, das auf jeden Fall eine Stärke der Garnison des Territoriums darstellt. Die Herausforderung für die Westler besteht darin, die Armeen der Länder des Shael-Gürtels zumindest mit Finanzmitteln, militärischer Versorgung und der Ausbildung regulärer Truppen einzubeziehen; die Finanzierung muss sicherlich nicht nur den militärischen Aspekt umfassen, sondern im Wesentlichen alles, was die Entwicklung der beteiligten Länder betreffend Infrastrukturen, medizinische Einrichtungen und Entwicklung der Produktionssektoren betreffen kann. Die von den westlichen Ländern lange aufgeschobene afrikanische Frage taucht damit in Form einer Dringlichkeit wieder auf, die auf die Sicherheit Europas und des Westens abzielt, gleichzeitig aber auch eine nicht zu verschenkende Chance für eine globale Entwicklung ist, auch zu entreißen Afrika von einem chinesischen Einfluss, jetzt von den Afrikanern selbst schlecht geduldet.

Il est essentiel pour l'Europe et l'Occident de lutter contre l'intégrisme islamique en Afrique

 Les pays occidentaux craignent la croissance des mouvements islamiques radicaux en Afrique, où les épisodes de violence se sont multipliés avec une augmentation très importante, qui a compté environ 5 000 attaques avec plus de 13 000 victimes, l'an dernier seulement. Le déplacement de formations extrémistes, comme l'État islamique, des pays asiatiques, comme la Syrie et l'Irak, où le phénomène est pratiquement sous contrôle, vers les pays africains, suivant une trajectoire d'est en ouest, met de grandes parties du continent africain sous en raison également de sa relative proximité avec l'Europe et des contacts évidents avec des questions telles que l'émigration et l'approvisionnement énergétique, qui sont de plus en plus au centre des problèmes européens. Il ne faut pas oublier comment, sur la question de l'émigration, les désaccords continus entre les membres de l'Union européenne peuvent être exploités comme facteur de déstabilisation par les fondamentalistes islamiques, de plus en plus alliés des gangs de trafiquants d'êtres humains, à la fois comme capacité de gestion des flux , et l'introduction en Europe d'agents potentiels capables de mener des attaques. Si les premiers pays menacés par ces nouveaux développements, dans l'immédiat, sont l'Italie et l'Espagne, il est évident qu'une incapacité de gestion globale de la part de l'Europe investit le vieux continent, encore très divisé sur les solutions possibles à la question. . La nouvelle administration américaine est très sensible à cette question, car elle fonde son leadership atlantique sur la collaboration avec l'Europe et considère la sécurité du vieux continent comme un sujet central de sa stratégie géopolitique. Probablement que Washington, en interne, ne veut pas répéter les erreurs d'appréciation faites par Obama, avec la guerre en Syrie et entend empêcher un développement militaire des formations islamistes en Afrique, où, d'ailleurs, elles sont déjà présentes et actives, empêcher l'ouverture d'un nouveau front d'engagement et surtout de mise en danger de la sécurité européenne, ce qui impliquerait un effort encore plus important pour les États-Unis. Actuellement, le point géographique crucial est le Shael, où la présence des fondamentalistes est favorisée par une faible présence des forces gouvernementales des différents pays qui gouvernent la région, en plus de la conformation physique du territoire, qui permet une extrême liberté de mouvement pour les milices islamistes. La propagation de la pandémie a également favorisé l'activité des intégristes, ralentissant les rencontres diplomatiques pour la solution du problème, mais l'assurance d'une collaboration dans la lutte contre le terrorisme islamique de la République centrafricaine, de la République démocratique du Congo, de la Mauritanie et du Yémen. , représente une garantie supplémentaire que le problème est perçu au niveau supra-continental comme urgent et très dangereux. L'activité de maintien de l'ordre ne peut manquer de prévoir un engagement sur le terrain, mais sur ce front les pays européens hésitent à engager leur propre personnel directement sur le sol africain, on privilégie plutôt un choix d'opérations de renseignement, capables d'anticiper les mouvements terroristes et , surtout, en bloquant le financement des groupes fondamentalistes. Cependant, cette approche semble n'être qu'une partie de la solution possible au problème : en effet, sans conflit militaire direct, il apparaît difficile d'éradiquer entièrement le problème, aussi parce que la présence physique des formations terroristes, d'une part, réussit à faire du prosélytisme auprès des populations de la région et auprès de ceux qui n'intègrent pas un régime de terreur, qui, en tout cas, représente un point fort de la garnison du territoire. L'enjeu pour les Occidentaux est de savoir comment impliquer les armées des pays de la ceinture de Shael, au moins avec des financements, des fournitures militaires et la formation de troupes régulières ; certes, le financement devra couvrir non seulement l'aspect militaire mais aussi, et de manière substantielle, tout ce qui peut concerner le développement des pays concernés, en termes d'infrastructures, d'équipements médicaux et de développement des secteurs productifs. La question africaine, longtemps reportée par les pays occidentaux, réapparaît ainsi sous la forme d'une urgence qui vise la sécurité même de l'Europe et de l'Occident, mais est, en même temps, une opportunité de développement global qu'il ne faut pas gaspiller, aussi pour arracher L'Afrique d'une influence chinoise, désormais mal tolérée par les Africains eux-mêmes.

É essencial que a Europa e o Ocidente lutem contra o fundamentalismo islâmico na África

 Os países ocidentais temem o crescimento de movimentos islâmicos radicais na África, onde os episódios de violência cresceram com um aumento muito significativo, que contou com cerca de 5.000 ataques com mais de 13.000 vítimas, só no ano passado. O deslocamento de formações extremistas, como o Estado Islâmico, de países asiáticos, como Síria e Iraque, onde o fenômeno está praticamente sob controle, para países africanos, seguindo um caminho de leste a oeste, coloca grandes partes do continente africano sob observação atenta, também pela sua relativa proximidade com a Europa e pelos contactos evidentes com questões como a emigração e o abastecimento de energia, que estão cada vez mais no centro dos problemas europeus. Não se deve esquecer como, na questão da emigração, os contínuos desentendimentos entre os membros da União Europeia podem ser explorados como fator desestabilizador pelos fundamentalistas islâmicos, cada vez mais aliados das gangues de traficantes de seres humanos, tanto como capacidade de gestão de fluxos , e a introdução na Europa de potenciais agentes capazes de realizar ataques. Se os primeiros países ameaçados por estes novos desenvolvimentos, no futuro imediato, são Itália e Espanha, é óbvio que uma incapacidade de gestão global por parte da Europa investe o velho continente, ainda muito dividido quanto às possíveis soluções para o problema. . A nova administração americana é muito sensível a esta questão, porque baseia a sua liderança atlântica na colaboração com a Europa e considera a segurança do velho continente um tema central da sua estratégia geopolítica. Provavelmente Washington, internamente, não quer repetir os erros de avaliação feitos por Obama, com a guerra síria e pretende impedir um desenvolvimento militar de formações islâmicas na África, onde, aliás, já estão presentes e atuantes, para impedir a abertura de uma nova frente de compromisso e, sobretudo, de pôr em causa a segurança europeia, o que implicaria um esforço ainda maior para os EUA. Atualmente o ponto geográfico crucial é o Shael, onde a presença de fundamentalistas é favorecida por uma escassa presença das forças governamentais dos diversos países que governam a área, além da conformação física do território, o que permite extrema liberdade de movimento para as milícias islâmicas. A propagação da pandemia também tem favorecido a atividade dos fundamentalistas, retardando as reuniões diplomáticas para a solução do problema, porém a garantia da colaboração na luta contra o terrorismo islâmico da República Centro-Africana, República Democrática do Congo, Mauritânia e Iêmen , representa mais uma garantia de que o problema é percebido a nível supracontinental como urgente e muito perigoso. A atividade de aplicação da lei não pode deixar de fornecer um compromisso no campo, mas nesta frente os países europeus relutam em engajar seu próprio pessoal diretamente em solo africano, preferindo-se uma escolha de operações de inteligência, capazes de antecipar os movimentos terroristas , sobretudo, bloqueando o financiamento de grupos fundamentalistas. No entanto, esta abordagem parece ser apenas parte da solução possível para o problema: de fato, sem um conflito militar direto, parece difícil erradicar totalmente o problema, também porque a presença física das formações terroristas, por um lado, consegue fazer proselitismo com as populações da zona e com quem não consegue integrar um regime de terror, o que, em todo o caso, representa um ponto forte da guarnição do território. O desafio para os ocidentais é saber como envolver os exércitos dos países do cinturão de Shael, ao menos com recursos, suprimentos militares e treinamento de tropas regulares; certamente o financiamento deverá cobrir não só a vertente militar mas também, e de forma substancial, tudo o que diga respeito ao desenvolvimento dos países envolvidos, em termos de infra-estruturas, instalações médicas e desenvolvimento dos sectores produtivos. A questão africana, há muito adiada pelos países ocidentais, reaparece assim em forma de urgência que visa a própria segurança da Europa e do Ocidente, mas é, ao mesmo tempo, uma oportunidade de desenvolvimento global que não pode ser desperdiçada, também para lutar África de influência chinesa, agora mal tolerada pelos próprios africanos.

Европе и Западу необходимо бороться с исламским фундаментализмом в Африке.

 Западные страны опасаются роста радикальных исламских движений в Африке, где количество эпизодов насилия резко возросло: только в прошлом году насчитывалось около 5000 нападений с более чем 13000 жертвами. Вытеснение экстремистских формирований, таких как Исламское государство, из азиатских стран, таких как Сирия и Ирак, где это явление практически находится под контролем, в африканские страны по пути с востока на запад, ставит под угрозу большую часть африканского континента. пристальное наблюдение, также из-за его относительной близости к Европе и очевидных контактов с такими вопросами, как эмиграция и энергоснабжение, которые все чаще становятся центром европейских проблем. Не следует забывать, как в вопросе эмиграции продолжающиеся разногласия между членами Европейского Союза могут использоваться исламскими фундаменталистами, которые все чаще становятся союзниками банд торговцев людьми, как дестабилизирующий фактор, как способность управлять потоками , а также появление в Европе потенциальных агентов, способных проводить атаки. Если первыми странами, которым угрожают эти новые события в ближайшем будущем, станут Италия и Испания, очевидно, что неспособность глобального управления со стороны Европы инвестирует старый континент, все еще очень разошедшийся по возможным решениям проблемы. . Новая американская администрация очень чувствительно относится к этому вопросу, потому что она основывает свое атлантическое лидерство на сотрудничестве с Европой и считает безопасность старого континента центральной темой своей геополитической стратегии. Вероятно, Вашингтон внутренне не хочет повторять ошибки оценки Обамы в отношении сирийской войны и намеревается предотвратить военное развитие исламистских формирований в Африке, где, к тому же, они уже присутствуют и действуют, чтобы предотвратить открытие. о новом фронте приверженности и, прежде всего, угрозе европейской безопасности, что потребует от США еще больших усилий. В настоящее время критически важной географической точкой является Шаэль, где присутствию фундаменталистов способствует скудное присутствие правительственных сил различных стран, которые управляют этим районом, в дополнение к физическому строению территории, которое обеспечивает крайнюю свободу передвижения для исламистские ополчения. Распространение пандемии также способствовало активности фундаменталистов, замедляющих дипломатические встречи для решения проблемы, однако уверенность в сотрудничестве в борьбе с исламским терроризмом Центральноафриканской Республики, Демократической Республики Конго, Мавритании и Йемена. , представляет собой еще одну гарантию того, что проблема воспринимается на надконтинентальном уровне как актуальная и очень опасная. Правоохранительная деятельность не может не предусматривать обязательство на местах, но на этом фронте европейские страны не хотят задействовать свой собственный персонал непосредственно на африканской земле, предпочтительнее выбор разведывательных операций, способных предвидеть действия террористов и прежде всего, блокирование финансирования фундаменталистских групп. Однако такой подход представляется лишь частью возможного решения проблемы: на самом деле, без прямого военного конфликта, представляется трудным полностью искоренить проблему, в том числе потому, что физическое присутствие террористических формирований, с одной стороны, преуспевает в обращении в свою веру жителей этого района и тех, кто не может интегрировать режим террора, который, в любом случае, представляет собой опорный пункт в гарнизоне территории. Проблема для жителей Запада состоит в том, чтобы знать, как задействовать армии стран Шаэльского пояса, по крайней мере, с помощью финансирования, военных поставок и обучения регулярных войск; Конечно, финансирование должно будет охватывать не только военный аспект, но также, причем в значительной степени, все, что может касаться развития участвующих стран в плане инфраструктуры, медицинских учреждений и развития производственных секторов. Африканский вопрос, который долгое время откладывался западными странами, таким образом, вновь проявляется в безотлагательной форме, направленной на саму безопасность Европы и Запада, но в то же время представляет собой возможность для глобального развития, которую нельзя упускать, а также вырвать. Африка из-за китайского влияния, теперь плохо переносимая самими африканцами.

歐洲和西方必須在非洲打擊伊斯蘭原教旨主義

 西方國家擔心非洲激進的伊斯蘭運動的增長,那裡的暴力事件已經顯著增加,僅去年一年就發生了約 5,000 起襲擊事件,受害者超過 13,000 人。極端組織,如伊斯蘭國,從敘利亞和伊拉克等亞洲國家,這種現象實際上得到控制,轉移到非洲國家,沿著從東到西的路徑,把非洲大陸的大部分地區置於仔細觀察,也因為它與歐洲相對接近,並且與移民和能源供應等問題有著明顯的聯繫,這些問題越來越成為歐洲問題的中心。不應忘記,在移民問題上,歐盟成員國之間的持續分歧如何被伊斯蘭原教旨主義者利用為破壞穩定的因素,越來越多地成為人口販子團伙的盟友,兩者都是管理流動的能力,以及在歐洲引入能夠進行攻擊的潛在特工。如果在不久的將來,首先受到這些新事態發展威脅的國家是意大利和西班牙,那麼很明顯歐洲方面缺乏全球管理能力,這對舊大陸進行了投資,在該問題的可能解決方案上仍然存在分歧。 .美國新政府對這個問題非常敏感,因為它的大西洋領導地位建立在與歐洲的合作之上,並將舊大陸的安全視為其地緣政治戰略的核心話題。可能華盛頓在內部不想重複奧巴馬對敘利亞戰爭所做的評估錯誤,並打算阻止非洲伊斯蘭組織的軍事發展,此外,他們已經存在並積極參與,以防止開放一個新的承諾戰線,尤其是危及歐洲安全的新戰線,這意味著美國將做出更大的努力。目前,關鍵的地理點是沙伊爾,除了領土的物理構造外,原教旨主義者的存在受到管理該地區的各個國家的政府軍稀少的支持,這允許極端的行動自由伊斯蘭民兵組織。大流行的蔓延也有利於原教旨主義者的活動,減緩了解決問題的外交會議,但中非共和國、剛果民主共和國、毛里塔尼亞和也門在打擊伊斯蘭恐怖主義方面的合作保證,這進一步保證了該問題在超大陸層面被視為緊迫且非常危險。執法活動不能不提供實地的承諾,但在這方面,歐洲國家不願意直接在非洲土地上與自己的人員接觸,而是首選情報行動的選擇,能夠預測恐怖分子和最重要的是,阻止對原教旨主義團體的資助。然而,這種方法似乎只是解決問題的可能辦法的一部分:事實上,如果沒有直接的軍事衝突,似乎很難完全​​根除這個問題,一方面也是因為恐怖組織的實際存在,成功地使該地區的居民和那些未能融入恐怖政權的人傳教,這在任何情況下都是該領土駐軍的一個強項。西方人面臨的挑戰是知道如何讓沙伊爾帶國家的軍隊參與進來,至少在資金、軍事供應和正規部隊的訓練方面;當然,資金不僅要涵蓋軍事方面,而且要在很大程度上涵蓋可能涉及有關國家發展的所有方面,包括基礎設施、醫療設施和生產部門的發展。被西方國家拖延已久的非洲問題,以歐洲和西方的安全為目標,以緊迫的形式重新出現,但同時也是一個不容浪費的全球發展機遇,非洲來自中國的影響,現在非洲人自己已經嚴重容忍了。

ヨーロッパと西洋がアフリカのイスラム原理主義と戦うことは不可欠です

 西側諸国は、アフリカでの過激なイスラム運動の成長を恐れています。アフリカでは、暴力のエピソードが非常に大幅に増加し、昨年だけでも13,000人以上の犠牲者を出した約5,000回の攻撃がありました。イスラム国などの過激派の形成が、現象が事実上制御されているシリアやイラクなどのアジア諸国から、東から西への経路をたどってアフリカ諸国に移動することで、アフリカ大陸の大部分が下に置かれます。綿密な観察。また、ヨーロッパに比較的近いことと、ヨーロッパの問題の中心になりつつある移民やエネルギー供給などの問題との明らかな接触のためです。移民の問題に関して、欧州連合の加盟国間の継続的な不一致が、イスラム原理主義者、ますます人身売買業者のギャングの同盟国によって、両方とも流れを管理する能力として、不安定要因としてどのように悪用される可能性があるかを忘れてはなりません。 、および攻撃を実行できる潜在的なエージェントのヨーロッパでの導入。これらの新しい展開によって脅かされている最初の国がイタリアとスペインである場合、ヨーロッパ側のグローバルな管理の無力さが古い大陸に投資していることは明らかですが、問題の可能な解決策についてはまだ非常に分かれています。 。新米政権は、大西洋のリーダーシップをヨーロッパとの協力に基づいており、旧大陸の安全保障を地政学的戦略の中心的なトピックと見なしているため、この問題に非常に敏感です。おそらくワシントンは、内部的には、シリア戦争でオバマが行った評価の誤りを繰り返すことを望んでおらず、さらに、彼らがすでに存在し活動しているアフリカでのイスラム主義層の軍事的発展を防ぎ、開放を防ぐことを意図しているコミットメントの新しい前線、そして何よりも、ヨーロッパの安全保障を危うくすることの、それは米国にとってさらに大きな努力を意味するでしょう。現在、重要な地理的ポイントはシャエルです。ここでは、領土の物理的な形態に加えて、地域を統治するさまざまな国の政府軍の存在が少ないため、ファンダメンタリストの存在が支持されています。イスラム教徒の民兵。パンデミックの拡大はまた、ファンダメンタリストの活動を支持し、問題の解決のための外交会議を遅らせましたが、中央アフリカ共和国、コンゴ民主共和国、モーリタニア、イエメンのイスラムテロとの戦いにおける協力の保証は、問題が超大陸レベルで緊急かつ非常に危険であると認識されていることをさらに保証します。法執行活動は現場でのコミットメントを提供することに失敗することはできませんが、この面では、ヨーロッパ諸国はアフリカの土壌に直接自分の人員を関与させることに消極的です。むしろ、テロリストの動きを予測できる諜報活動の選択が好まれます。とりわけ、原理主義グループの資金提供を阻止する。しかし、このアプローチは問題の可能な解決策の一部にすぎないようです。実際、直接の軍事紛争がなければ、テロ組織の物理的な存在が一方では、問題を完全に根絶することは難しいようです。地域の人口を改宗させることに成功し、テロ体制を統合することに失敗した人々と一緒に成功します。これは、いずれにせよ、領土の守備隊の強みを表しています。西洋人にとっての課題は、少なくとも資金調達、軍事物資、および通常の軍隊の訓練で、シャエルベルトの国の軍隊をどのように関与させるかを知ることです。確かに、資金は軍事的側面だけでなく、実質的には、インフラ、医療施設、生産部門の開発の観点から、関係国の開発に関係する可能性のあるすべてのものをカバーする必要があります。このように、西側諸国によって長い間延期されてきたアフリカの問題は、ヨーロッパと西側の安全を目指す緊急の形で再び現れますが、同時に、無駄にできない世界的な発展の機会でもあります。中国の影響からのアフリカ、今ではアフリカ人自身によってひどく容認されています。

من الضروري لأوروبا والغرب محاربة الأصولية الإسلامية في إفريقيا

 تخشى الدول الغربية من نمو الحركات الإسلامية الراديكالية في إفريقيا ، حيث نمت حلقات العنف بزيادة كبيرة جدًا ، والتي أحصت حوالي 5000 هجوم مع أكثر من 13000 ضحية ، في العام الماضي وحده. تهجير التشكيلات المتطرفة ، مثل تنظيم الدولة الإسلامية ، من الدول الآسيوية ، مثل سوريا والعراق ، حيث الظاهرة عمليا تحت السيطرة ، إلى الدول الأفريقية ، على مسار من الشرق إلى الغرب ، يضع أجزاء كبيرة من القارة الأفريقية تحت السيطرة. المراقبة الدقيقة أيضًا بسبب قربها النسبي من أوروبا والاتصالات الواضحة مع قضايا مثل الهجرة وإمدادات الطاقة ، والتي أصبحت بشكل متزايد في قلب المشاكل الأوروبية. لا ينبغي أن ننسى كيف يمكن ، فيما يتعلق بمسألة الهجرة ، استغلال الخلافات المستمرة بين أعضاء الاتحاد الأوروبي كعامل مزعزع للاستقرار من قبل الأصوليين الإسلاميين ، وهم حلفاء متزايدون لعصابات مهربي البشر ، كقدرة على إدارة التدفقات. ، وإدخال عملاء محتملين في أوروبا قادرين على تنفيذ هجمات. إذا كانت البلدان الأولى المهددة بهذه التطورات الجديدة ، في المستقبل القريب ، هي إيطاليا وإسبانيا ، فمن الواضح أن عجز الإدارة العالمية من جانب أوروبا يستثمر القارة القديمة ، التي لا تزال منقسمة بشدة بشأن الحلول الممكنة للقضية. . الإدارة الأمريكية الجديدة حساسة للغاية تجاه هذه القضية ، لأنها تبني قيادتها الأطلسية على التعاون مع أوروبا وتعتبر أمن القارة العجوز موضوعًا مركزيًا في استراتيجيتها الجيوسياسية. ربما لا ترغب واشنطن داخليًا في تكرار أخطاء التقييم التي ارتكبها أوباما بشأن الحرب السورية وتعتزم منع التطور العسكري للتشكيلات الإسلامية في إفريقيا ، حيث هم ، علاوة على ذلك ، موجودون بالفعل ونشطون ، لمنع الانفتاح. بجبهة التزام جديدة ، وقبل كل شيء ، تعريض الأمن الأوروبي للخطر ، وهو ما يعني ضمناً بذل جهد أكبر للولايات المتحدة. النقطة الجغرافية الحاسمة حاليًا هي الشيل ، حيث يفضل وجود الأصوليين من خلال الوجود النادر للقوات الحكومية في مختلف البلدان التي تحكم المنطقة ، بالإضافة إلى التكوين المادي للإقليم ، مما يسمح بحرية الحركة القصوى لـ الميليشيات الإسلامية. كما ساعد انتشار الوباء على نشاط الأصوليين ، مما أدى إلى إبطاء الاجتماعات الدبلوماسية لحل المشكلة ، ولكن ضمان التعاون في مكافحة الإرهاب الإسلامي في جمهورية إفريقيا الوسطى وجمهورية الكونغو الديمقراطية وموريتانيا واليمن ، يمثل ضمانًا إضافيًا بأن يتم النظر إلى المشكلة على المستوى فوق القاري على أنها ملحة وخطيرة للغاية. لا يمكن أن يفشل نشاط إنفاذ القانون في توفير التزام ميداني ، ولكن على هذه الجبهة ، تحجم الدول الأوروبية عن إشراك أفرادها مباشرة على الأراضي الأفريقية ، بل يفضل اختيار عمليات استخباراتية قادرة على توقع تحركات الإرهابيين و قبل كل شيء ، منع تمويل الجماعات الأصولية. ومع ذلك ، يبدو أن هذا النهج ليس سوى جزء من الحل الممكن للمشكلة: في الواقع ، بدون صراع عسكري مباشر ، يبدو من الصعب القضاء على المشكلة بالكامل ، أيضًا بسبب الوجود المادي للتشكيلات الإرهابية ، من ناحية ، ينجح في تبشير سكان المنطقة ومع أولئك الذين يفشلون في دمج نظام الإرهاب ، والذي يمثل ، على أي حال ، نقطة قوية في حامية المنطقة. التحدي الذي يواجه الغربيين هو معرفة كيفية إشراك جيوش دول حزام شيل ، على الأقل من خلال التمويل والإمدادات العسكرية وتدريب القوات النظامية ؛ بالتأكيد يجب أن يغطي التمويل ليس فقط الجانب العسكري ولكن أيضًا وبطريقة جوهرية كل ما قد يتعلق بتنمية البلدان المعنية ، من حيث البنى التحتية والمرافق الطبية وتطوير القطاعات الإنتاجية. وهكذا فإن القضية الأفريقية ، التي أجلتها الدول الغربية لفترة طويلة ، تظهر مرة أخرى في شكل إلحاح يهدف إلى أمن أوروبا والغرب ، ولكنها ، في الوقت نفسه ، فرصة لتنمية عالمية لا يمكن إهدارها ، وكذلك لانتزاعها. أفريقيا من نفوذ صيني ، الآن يتحملها الأفارقة أنفسهم بشدة.

mercoledì 16 giugno 2021

Corea del Nord in grave carestia alimentare, nuovo possibile fattore di instabilità nel Pacifico

 Il pubblico riconoscimento da parte di Kim Jong-un della gravità della situazione alimentare della Corea del Nord costituisce un allarme da non sottovalutare. Il capo di stato di Pyongyang ha parlato di una situazione molto difficile per il reperimento degli alimentari, aggravata dal mancato rispetto del piano produttivo in agricoltura, anche a causa di danni derivati da questioni ambientali e climatiche. La produzione agricola è considerata fondamentale non solo per fare fronte alla già difficile situazione del paese ma anche per cercare di superare l’emergenza collegata alla pandemia; infatti anche se, ufficialmente, il paese nordcoreano non è stato colpito dal covid, la situazione di grave denutrizione e con un settore sanitario non all’altezza della situazione, si pensa che le vittime della pandemia ed anche lo scarso settore produttivo del paese abbiano aggravato uno stato di cose già in forte crisi. Secondo le stime la Corea del Nord ha una decina di milioni, su circa venticinque, della sua popolazione che patisce la denutrizione e ciò influisce sulla vita del paese e sulla già compromessa capacità produttiva. Pyongyang patisce uno stato di arretramento nelle strutture produttive, che gli impedisce di risollevarsi dalla crisi, a cui si deve aggiungere le sanzioni per il nucleare, che hanno messo a dura prova la capacità di sopravvivenza di interi ceti sociali. Secondo le Nazioni Unite la chiusura delle frontiere avrebbe aumentato in modo esponenziale i prezzi dei prodotti di base e la non autosufficienza alimentare del paese avrebbe prodotto uno stato di grave carestia. La penuria alimentare è stata ulteriormente aumentata da fattori climatici contingenti come i tifoni e le forti piogge degli scorsi mesi di agosto e settembre. Il quadro generale è comunque incompleto per lo scarso accesso alle notizie che il regime determina ed i pochi dati disponibili provengono da alcune organizzazioni umanitarie che ne hanno accesso comunque in maniera parziale. Il fatto che Kim Jong-un abbia denunciato pubblicamente la situazione può avere diversi significati, di cui uno è però incontrovertibile: la situazione del paese è sicuramente molto grave. Il leader coreano potrebbe avere ammesso la gravità della crisi per sperare in una attenuazione delle sanzioni o per preparare il terreno per una richiesta di aiuti rivolta prima di tutti alla Cina, l’unico alleato del paese, ma anche agli Stati Uniti. Biden non ha ancora affrontato il problema dei rapporti con la Corea del Nord ed una forma di aiuti per contenere la crisi alimentare potrebbe costituire una base di partenza per la ripresa dei rapporti bilaterali, tuttavia Kim Jong-un ha abituato ad atteggiamenti contraddittori ed il pubblico riconoscimento dello stato di crisi alimentare potrebbe essere anche usato per colpevolizzare quella parte di comunità internazionale responsabile delle sanzioni. In questa ottica la ripresa delle minacce nucleari ed i lanci di prova dei missili intercontinentali potrebbero assumere, nella mente del dittatore, nuove forme di ricatto per ottenere vantaggi. Dal punto di vista della politica interna nonostante la grave crisi, non sembra possibile una sollevazione popolare in grado di rovesciare il regime: troppo intenso il controllo e troppo fiaccata ed esausta la popolazione per affrontare una rivolta, anche perché un eventuale appoggio esterno è del tutto impossibile. Un aiuto potrebbe arrivare, sotto forma di rifornimenti dalla Corea del Sud, che potrebbe temere un afflusso ingente verso le proprie frontiere, eventualità temuta anche dalla Cina, che non gradisce la creazione di campi profughi sul proprio territorio. Per il momento per Pechino l’interesse che il regime di Kim Jong-un resti al potere è prevalente per evitare una unione delle due Coree che si potrebbe concretizzare solo sotto Seul e che porterebbe il paese unito nell’orbita americana. La soluzione più logica dovrebbe quindi essere l’arrivo di aiuti da Pechino, in un quantitativo sufficiente a scongiurare la crisi ma non a risollevare del tutto il paese, per mantenere il controllo della possibilità di sostituire il regime con un governo sempre più favorevole alla Cina, ma maggiormente controllabile. Nel confronto tra Pechino e Washington ogni possibile punto a favore deve essere mantenuto e la Corea del Nord potrebbe diventare strategica perla Cina se Pechino fosse in grado di controllarne del tutto le mosse.

North Korea in severe food famine, a new possible factor of instability in the Pacific

 Kim Jong-un's public acknowledgment of the gravity of North Korea's food situation is an alarm not to be underestimated. The head of state of Pyongyang spoke of a very difficult situation for finding food, aggravated by the failure to comply with the production plan in agriculture, also due to damage caused by environmental and climatic issues. Agricultural production is considered essential not only to cope with the already difficult situation in the country but also to try to overcome the emergency linked to the pandemic; in fact, even if, officially, the North Korean country was not affected by the covid, the situation of serious malnutrition and with a health sector not up to the task, it is thought that the victims of the pandemic and also the poor production sector of the country have aggravated a state of affairs already in severe crisis. According to estimates, North Korea has about ten million, out of about twenty-five, of its population suffering from malnutrition and this affects the life of the country and the already compromised production capacity. Pyongyang suffers from a state of backwardness in its production structures, which prevents it from recovering from the crisis, to which must be added the nuclear sanctions, which have severely tested the survival capacity of entire social classes. According to the United Nations, the closure of the borders would have increased the prices of basic products exponentially and the non self-sufficiency of food in the country would have produced a state of severe famine. The food shortage was further increased by contingent climatic factors such as typhoons and heavy rains in the past months of August and September. The general picture is however incomplete due to the scarce access to the news that the regime determines and the few data available come from some humanitarian organizations that have access to it in any case in a partial way. The fact that Kim Jong-un publicly denounced the situation can have several meanings, one of which is incontrovertible: the situation in the country is certainly very serious. The Korean leader may have admitted the gravity of the crisis to hope for an easing of sanctions or to prepare the ground for a request for aid addressed first of all to China, the country's only ally, but also to the United States. Biden has not yet addressed the problem of relations with North Korea and a form of aid to contain the food crisis could constitute a starting point for the resumption of bilateral relations, however Kim Jong-un has become accustomed to contradictory attitudes and the public recognition of the state of food crisis could also be used to blame that part of the international community responsible for the sanctions. In this perspective, the resumption of nuclear threats and the test launches of intercontinental missiles could take, in the mind of the dictator, new forms of blackmail to obtain advantages. From the point of view of internal politics, despite the serious crisis, a popular uprising capable of overthrowing the regime does not seem possible: the control is too intense and the population is too weak and exhausted to face a revolt, also because any external support is entirely impossible. Help could come in the form of supplies from South Korea, which could fear a huge influx towards its borders, a possibility also feared by China, which does not like the creation of refugee camps on its territory. For the moment, for Beijing, the interest that the Kim Jong-un regime remains in power is prevalent to avoid a union of the two Koreas that could only materialize under Seoul and that would bring the united country into the American orbit. The most logical solution should therefore be the arrival of aid from Beijing, in a quantity sufficient to avert the crisis but not to revive the country altogether, to maintain control of the possibility of replacing the regime with a government increasingly favorable to China. , but more controllable. In the confrontation between Beijing and Washington, every possible point in favor must be maintained and North Korea could become strategic for China if Beijing were able to fully control its moves.

Corea del Norte sufre una grave hambruna alimentaria, un nuevo posible factor de inestabilidad en el Pacífico

 El reconocimiento público de Kim Jong-un de la gravedad de la situación alimentaria de Corea del Norte es una alarma que no debe subestimarse. El jefe de Estado de Pyongyang habló de una situación muy difícil para la compra de alimentos, agravada por el incumplimiento del plan de producción en la agricultura, también por los daños derivados de cuestiones ambientales y climáticas. La producción agrícola se considera fundamental no solo para hacer frente a la ya difícil situación del país, sino también para tratar de superar la emergencia vinculada a la pandemia; De hecho, aunque, oficialmente, el país norcoreano no se vio afectado por el covid, la situación de desnutrición severa y con un sector sanitario no a la altura, se cree que las víctimas de la pandemia y también el sector productivo pobre del país un estado de cosas que ya está en grave crisis. Según estimaciones, Corea del Norte tiene unos diez millones, de unos veinticinco, de su población que sufren desnutrición y esto afecta la vida del país y la capacidad de producción ya comprometida. Pyongyang sufre un estado de atraso en sus estructuras productivas, lo que le impide recuperarse de la crisis, a lo que hay que sumar las sanciones nucleares, que han puesto a prueba duramente la capacidad de supervivencia de clases sociales enteras. Según Naciones Unidas, el cierre de las fronteras habría incrementado exponencialmente los precios de los productos básicos y la no autosuficiencia de alimentos en el país habría producido un estado de hambruna severa. La escasez de alimentos se vio agravada por factores climáticos contingentes, como tifones y lluvias intensas en los últimos meses de agosto y septiembre. Sin embargo, el panorama general es incompleto debido al escaso acceso a las noticias que determina el régimen y los pocos datos disponibles provienen de algunas organizaciones humanitarias que tienen acceso a ella en todo caso de manera parcial. El hecho de que Kim Jong-un denunciara públicamente la situación puede tener varios significados, uno de los cuales es incontrovertible: la situación en el país es ciertamente muy grave. El líder coreano puede haber admitido la gravedad de la crisis para esperar una flexibilización de las sanciones o para preparar el terreno para una solicitud de ayuda dirigida en primer lugar a China, único aliado del país, pero también a Estados Unidos. Biden aún no ha abordado el problema de las relaciones con Corea del Norte y una forma de ayuda para contener la crisis alimentaria podría constituir un punto de partida para la reanudación de las relaciones bilaterales, sin embargo Kim Jong-un se ha acostumbrado a actitudes contradictorias y al reconocimiento público de el estado de crisis alimentaria también podría utilizarse para culpar a la parte de la comunidad internacional responsable de las sanciones. En esta perspectiva, la reanudación de las amenazas nucleares y los lanzamientos de prueba de misiles intercontinentales podrían tomar, en la mente del dictador, nuevas formas de chantaje para obtener ventajas. Desde el punto de vista de la política interna, a pesar de la grave crisis, no parece posible un levantamiento popular capaz de derrocar al régimen: el control es demasiado intenso y la población es demasiado débil y agotada para enfrentar una revuelta, también porque cualquier apoyo externo es completamente imposible. La ayuda podría llegar en forma de suministros de Corea del Sur, que podría temer una gran afluencia hacia sus fronteras, una eventualidad también temida por China, a la que no le gusta la creación de campos de refugiados en su territorio. Por el momento, para Beijing prevalece el interés de que el régimen de Kim Jong-un permanezca en el poder para evitar una unión de las dos Coreas que solo podría materializarse bajo Seúl y que llevaría al país unido a la órbita estadounidense. Por tanto, la solución más lógica debería ser la llegada de ayudas de Pekín, en cantidad suficiente para evitar la crisis pero no para reactivar del todo el país, para mantener el control de la posibilidad de sustituir el régimen por un gobierno cada vez más favorable a China., Pero más controlable. En el enfrentamiento entre Pekín y Washington, se deben mantener todos los puntos a favor posibles y Corea del Norte podría volverse estratégica para China si Pekín pudiera controlar plenamente sus movimientos.

Nordkorea in schwerer Hungersnot, ein neuer möglicher Instabilitätsfaktor im Pazifik

 Kim Jong-uns öffentliche Anerkennung des Ernstes der Ernährungslage in Nordkorea ist ein nicht zu unterschätzender Alarm. Das Staatsoberhaupt von Pjöngjang sprach von einer sehr schwierigen Situation für die Lebensmittelbeschaffung, verschärft durch die Nichteinhaltung des Produktionsplans in der Landwirtschaft, auch aufgrund von Umwelt- und Klimaschäden. Die landwirtschaftliche Produktion wird als unerlässlich angesehen, um nicht nur die ohnehin schwierige Situation im Land zu bewältigen, sondern auch zu versuchen, die mit der Pandemie verbundene Notlage zu überwinden; Selbst wenn das nordkoreanische Land offiziell nicht von der Covid-Situation, der schweren Unterernährung und einem der Situation nicht gewachsenen Gesundheitssektor betroffen war, wird angenommen, dass die Opfer der Pandemie und auch der arme Produktionssektor des Landes bereits in einer schweren Krise. Schätzungen zufolge leiden in Nordkorea etwa zehn Millionen von etwa fünfundzwanzig Menschen an Unterernährung, was sich auf das Leben des Landes und die bereits gefährdeten Produktionskapazitäten auswirkt. Pjöngjang leidet an einer Rückständigkeit seiner Produktionsstrukturen, die eine Erholung von der Krise verhindert, hinzu kommen die Atomsanktionen, die die Überlebensfähigkeit ganzer Gesellschaftsschichten auf die harte Probe gestellt haben. Nach Angaben der Vereinten Nationen hätte die Schließung der Grenzen die Preise für Grundprodukte exponentiell ansteigen lassen und die mangelnde Selbstversorgung mit Nahrungsmitteln im Land zu einer schweren Hungersnot geführt. Die Nahrungsmittelknappheit wurde durch kontingente klimatische Faktoren wie Taifune und starke Regenfälle in den vergangenen Monaten August und September noch verstärkt. Das Gesamtbild ist jedoch aufgrund des knappen Zugangs zu den Nachrichten, die das Regime bestimmt, unvollständig und die wenigen verfügbaren Daten stammen von einigen humanitären Organisationen, die ohnehin nur teilweise darauf zugreifen können. Dass Kim Jong-un die Lage öffentlich angeprangert hat, kann mehrere Bedeutungen haben, von denen eine unbestreitbar ist: Die Lage im Land ist sicherlich sehr ernst. Der koreanische Staatschef mag die Schwere der Krise zugegeben haben, um auf eine Lockerung der Sanktionen zu hoffen oder den Boden für ein Hilfsersuchen zu bereiten, das zunächst an China, den einzigen Verbündeten des Landes, aber auch an die USA gerichtet ist. Biden hat sich noch nicht mit dem Problem der Beziehungen zu Nordkorea befasst und eine Form der Hilfe zur Eindämmung der Nahrungsmittelkrise könnte ein Ausgangspunkt für die Wiederaufnahme der bilateralen Beziehungen sein, jedoch hat sich Kim Jong-un an widersprüchliche Einstellungen und die öffentliche Anerkennung von der Zustand der Nahrungsmittelkrise könnte auch dazu benutzt werden, den Teil der internationalen Gemeinschaft, der für die Sanktionen verantwortlich ist, verantwortlich zu machen. Aus dieser Perspektive könnten die Wiederaufnahme nuklearer Bedrohungen und Teststarts von Interkontinentalraketen nach Ansicht des Diktators neue Formen der Erpressung erfordern, um sich Vorteile zu verschaffen. Aus innenpolitischer Sicht erscheint trotz der schweren Krise ein Volksaufstand, der das Regime stürzen könnte, nicht möglich: Die Kontrolle ist zu intensiv und die Bevölkerung zu schwach und erschöpft, um sich einer Revolte zu stellen, auch wegen jeglicher Unterstützung von außen ist völlig unmöglich. Hilfe könnte in Form von Lieferungen aus Südkorea kommen, das einen großen Zustrom in Richtung seiner Grenzen befürchten könnte, eine Möglichkeit, die auch von China befürchtet wird, das die Einrichtung von Flüchtlingslagern auf seinem Territorium nicht mag. Für Peking ist derzeit das Interesse vorherrschend, dass das Kim Jong-un-Regime an der Macht bleibt, um eine Vereinigung der beiden Koreas zu vermeiden, die nur unter Seoul zustande kommen könnte und das vereinte Land in den amerikanischen Orbit bringen würde. Die logischste Lösung sollte daher die Ankunft von Hilfe aus Peking sein, in einer Menge, die ausreicht, um die Krise abzuwenden, aber das Land nicht vollständig wiederzubeleben, um die Kontrolle über die Möglichkeit zu behalten, das Regime durch eine Regierung zu ersetzen, die China zunehmend günstiger ist mehr kontrollierbar. In der Konfrontation zwischen Peking und Washington müssen alle möglichen Argumente aufrechterhalten werden, und Nordkorea könnte für China strategisch werden, wenn Peking seine Schritte vollständig kontrollieren könnte.

La Corée du Nord en grave famine alimentaire, un nouveau facteur possible d'instabilité dans le Pacifique

 La reconnaissance publique par Kim Jong-un de la gravité de la situation alimentaire en Corée du Nord est une alarme à ne pas sous-estimer. Le chef de l'Etat de Pyongyang a évoqué une situation très difficile pour l'approvisionnement alimentaire, aggravée par le non-respect du plan de production dans l'agriculture, également en raison de dommages dus aux problèmes environnementaux et climatiques. La production agricole est considérée comme essentielle non seulement pour faire face à la situation déjà difficile du pays mais aussi pour tenter de surmonter l'urgence liée à la pandémie ; en effet, même si, officiellement, le pays nord-coréen n'a pas été touché par le covid, la situation de malnutrition sévère et avec un secteur de la santé pas à la hauteur, on pense que les victimes de la pandémie et aussi le secteur de production défaillant du pays un état de fait déjà en grave crise. Selon les estimations, la Corée du Nord compte environ dix millions, sur environ vingt-cinq, de sa population souffrant de malnutrition et cela affecte la vie du pays et la capacité de production déjà compromise. Pyongyang souffre d'un état de retard de ses structures de production, qui l'empêche de sortir de la crise, auquel il faut ajouter les sanctions nucléaires, qui ont mis à rude épreuve la capacité de survie de classes sociales entières. Selon les Nations Unies, la fermeture des frontières aurait fait augmenter les prix des produits de base de façon exponentielle et la non-autosuffisance alimentaire du pays aurait produit un état de famine sévère. La pénurie alimentaire a encore été aggravée par des facteurs climatiques contingents tels que les typhons et les fortes pluies des derniers mois d'août et de septembre. Le tableau général est cependant incomplet en raison du peu d'accès à l'information que le régime détermine et du peu de données disponibles proviennent de certaines organisations humanitaires qui y ont de toute façon accès de manière partielle. Le fait que Kim Jong-un ait dénoncé publiquement la situation peut avoir plusieurs significations, dont l'une est incontestable : la situation dans le pays est certainement très grave. Le dirigeant coréen a peut-être admis la gravité de la crise pour espérer un assouplissement des sanctions ou pour préparer le terrain à une demande d'aide adressée d'abord à la Chine, seul allié du pays, mais aussi aux Etats-Unis. Biden n'a pas encore abordé le problème des relations avec la Corée du Nord et une forme d'aide pour contenir la crise alimentaire pourrait constituer un point de départ pour la reprise des relations bilatérales, cependant Kim Jong-un s'est habitué aux attitudes contradictoires et à la reconnaissance publique de l'état de crise alimentaire pourrait également être utilisé pour blâmer la partie de la communauté internationale responsable des sanctions. Dans cette perspective, la reprise des menaces nucléaires et les lancements d'essais de missiles intercontinentaux pourraient prendre, dans l'esprit du dictateur, de nouvelles formes de chantage pour obtenir des avantages. Du point de vue de la politique intérieure, malgré la crise grave, un soulèvement populaire capable de renverser le régime ne semble pas possible : le contrôle est trop intense et la population est trop faible et épuisée pour faire face à une révolte, aussi parce que tout soutien extérieur est tout à fait impossible. L'aide pourrait venir sous forme de ravitaillement de la Corée du Sud, qui pourrait craindre un afflux massif vers ses frontières, une éventualité également redoutée par la Chine, qui n'aime pas la création de camps de réfugiés sur son territoire. Pour l'instant, pour Pékin, l'intérêt que le régime de Kim Jong-un reste au pouvoir prévaut afin d'éviter une union des deux Corées qui ne pourrait se concrétiser que sous Séoul et qui ferait entrer le pays uni dans l'orbite américaine. La solution la plus logique devrait donc être l'arrivée d'aides de Pékin, en quantité suffisante pour éviter la crise mais pas pour relancer le pays dans son ensemble, pour garder la maîtrise de la possibilité de remplacer le régime par un gouvernement de plus en plus favorable à la Chine, mais plus contrôlable. Dans la confrontation entre Pékin et Washington, tous les points en faveur doivent être maintenus et la Corée du Nord pourrait devenir stratégique pour la Chine si Pékin était en mesure de contrôler pleinement ses mouvements.

Coreia do Norte em grave escassez de alimentos, um novo possível fator de instabilidade no Pacífico

 O reconhecimento público de Kim Jong-un da gravidade da situação alimentar da Coreia do Norte é um alarme que não deve ser subestimado. O chefe de estado de Pyongyang referiu uma situação muito difícil para a aquisição de alimentos, agravada pelo não cumprimento do plano de produção na agricultura, também devido a danos decorrentes de questões ambientais e climáticas. A produção agrícola é considerada essencial não só para fazer face à já difícil situação do país, mas também para tentar ultrapassar a emergência ligada à pandemia; de fato, mesmo que, oficialmente, o país norte-coreano não tenha sido afetado pela cobiça, pela situação de desnutrição severa e com um setor de saúde não à altura da situação, acredita-se que as vítimas da pandemia e também o deficiente setor produtivo do país um estado de coisas já em crise severa. Segundo estimativas, a Coreia do Norte tem cerca de dez milhões, em cerca de vinte e cinco, de sua população desnutrida e isso afeta a vida do país e a capacidade de produção já comprometida. Pyongyang sofre de um atraso nas estruturas produtivas que a impede de se recuperar da crise, à qual se somam as sanções nucleares, que testaram severamente a capacidade de sobrevivência de classes sociais inteiras. Segundo as Nações Unidas, o fechamento das fronteiras teria aumentado os preços dos produtos básicos de forma exponencial e a não autossuficiência de alimentos no país teria gerado um estado de fome severa. A escassez de alimentos foi agravada por fatores climáticos contingentes, como tufões e fortes chuvas nos últimos meses de agosto e setembro. O quadro geral é, no entanto, incompleto devido ao escasso acesso às notícias que o regime determina e aos poucos dados disponíveis provêm de algumas organizações humanitárias que, de qualquer modo, têm acesso às notícias de forma parcial. O fato de Kim Jong-un ter denunciado publicamente a situação pode ter vários significados, um dos quais é incontestável: a situação no país é certamente muito grave. O líder coreano pode ter admitido a gravidade da crise para esperar um afrouxamento das sanções ou para preparar o terreno para um pedido de ajuda dirigido antes de tudo à China, único aliado do país, mas também aos Estados Unidos. Biden ainda não abordou o problema das relações com a Coréia do Norte e uma forma de ajuda para conter a crise alimentar poderia constituir um ponto de partida para a retomada das relações bilaterais, porém Kim Jong-un se acostumou a atitudes contraditórias e ao reconhecimento público de o estado de crise alimentar também pode ser usado para culpar a parte da comunidade internacional responsável pelas sanções. Nessa perspectiva, a retomada das ameaças nucleares e os testes de lançamento de mísseis intercontinentais poderiam levar, na cabeça do ditador, novas formas de chantagem para obter vantagens. Do ponto de vista da política interna, apesar da grave crise, um levante popular capaz de derrubar o regime não parece possível: o controle é muito intenso e a população está muito fraca e exausta para enfrentar uma revolta, até por qualquer apoio externo é totalmente impossível. A ajuda pode vir na forma de suprimentos da Coréia do Sul, que pode temer um grande afluxo para suas fronteiras, eventualidade também temida pela China, que não gosta da criação de campos de refugiados em seu território. Por enquanto, para Pequim, prevalece o interesse de que o regime de Kim Jong-un continue no poder, a fim de evitar uma união das duas Coreias que só poderia se materializar sob Seul e que colocaria o país unido na órbita americana. A solução mais lógica deveria, portanto, ser a chegada de ajuda de Pequim, em quantidade suficiente para evitar a crise, mas não para reanimar o país completamente, para manter o controle da possibilidade de substituir o regime por um governo cada vez mais favorável à China., Mas mais controlável. No confronto entre Pequim e Washington, todos os pontos possíveis a favor devem ser mantidos e a Coréia do Norte poderia se tornar estratégica para a China se Pequim conseguisse controlar totalmente seus movimentos.

Северная Корея переживает сильный продовольственный голод - новый возможный фактор нестабильности в Тихом океане

 Публичное признание Ким Чен Ыном серьезности продовольственной ситуации в Северной Корее вызывает тревогу, которую нельзя недооценивать. Глава государства Пхеньян рассказал об очень сложной ситуации с закупками продуктов питания, усугубляемой несоблюдением производственного плана в сельском хозяйстве, а также ущербом, причиненным экологическими и климатическими проблемами. Сельскохозяйственное производство считается важным не только для того, чтобы справиться с и без того сложной ситуацией в стране, но и для попытки преодолеть чрезвычайную ситуацию, связанную с пандемией; Фактически, даже если официально северокорейская страна не пострадала от COVID, ситуация с серьезным недоеданием и сектор здравоохранения не соответствовал ситуации, считается, что жертвы пандемии, а также бедный производственный сектор положение дел в стране уже находится в тяжелом кризисе. По оценкам, около десяти миллионов из примерно двадцати пяти жителей Северной Кореи страдают от недоедания, и это влияет на жизнь страны и уже скомпрометированные производственные мощности. Пхеньян страдает отсталостью своих производственных структур, что не позволяет ему оправиться от кризиса, к которому следует добавить ядерные санкции, которые подвергли серьезным испытаниям выживаемость целых социальных классов. По данным Организации Объединенных Наций, закрытие границ привело бы к экспоненциальному росту цен на основные продукты, а отсутствие самообеспечения продовольствием в стране привело бы к состоянию сильного голода. Нехватка продовольствия усугубилась непредвиденными климатическими факторами, такими как тайфуны и проливные дожди в последние месяцы августа и сентября. Однако общая картина неполна из-за ограниченного доступа к новостям, определяемым режимом, а также из-за того, что немногочисленные данные поступают от некоторых гуманитарных организаций, которые имеют к ним доступ в любом случае частично. Тот факт, что Ким Чен Ын публично осудил ситуацию, может иметь несколько значений, одно из которых неопровержимо: ситуация в стране, безусловно, очень серьезная. Корейский лидер, возможно, признал серьезность кризиса, чтобы надеяться на ослабление санкций или подготовить почву для запроса о помощи, адресованного в первую очередь Китаю, единственному союзнику страны, но также и Соединенным Штатам. Байден еще не обратился к проблеме отношений с Северной Кореей, и форма помощи для сдерживания продовольственного кризиса могла бы стать отправной точкой для возобновления двусторонних отношений, однако Ким Чен Ын привык к противоречивым взглядам и общественному признанию состояние продовольственного кризиса можно также использовать для обвинения той части международного сообщества, которая несет ответственность за санкции. С этой точки зрения возобновление ядерных угроз и испытательные пуски межконтинентальных ракет могут обернуться, по мнению диктатора, новыми формами шантажа для получения преимуществ. С точки зрения внутренней политики, несмотря на серьезный кризис, народное восстание, способное свергнуть режим, не представляется возможным: контроль слишком интенсивен, а население слишком слабо и истощено, чтобы противостоять восстанию, в том числе из-за любой внешней поддержки совершенно невозможно. Помощь может поступать в виде поставок из Южной Кореи, которая может опасаться огромного наплыва к ее границам, чего опасается и Китай, которому не нравится создание лагерей беженцев на своей территории. На данный момент для Пекина преобладает интерес к тому, чтобы режим Ким Чен Ына оставался у власти, чтобы избежать союза двух Корей, который мог бы материализоваться только под Сеулом и который вывел бы объединенную страну на американскую орбиту. Поэтому наиболее логичным решением должно быть прибытие помощи из Пекина в количестве, достаточном для предотвращения кризиса, но не для полного возрождения страны, для сохранения контроля над возможностью замены режима правительством, которое становится все более благоприятным для Китая. более управляемый. В противостоянии между Пекином и Вашингтоном необходимо сохранить все возможные аргументы в пользу, и Северная Корея могла бы стать стратегической для Китая, если бы Пекин был в состоянии полностью контролировать свои действия.

朝鮮陷入嚴重的糧食飢荒,這是太平洋地區新的不穩定因素

 金正恩公開承認朝鮮糧食狀況的嚴重性是一個不容低估的警報。平壤國家元首談到了糧食採購的困難局面,由於未能遵守農業生產計劃,以及環境和氣候問題造成的破壞,情況更加惡化。農業生產被認為不僅對於應對該國本已困難的局勢而且對於努力克服與大流行有關的緊急情況至關重要;事實上,即使朝鮮官方沒有受到新冠病毒、嚴重營養不良的情況以及衛生部門的不適應情況的影響,但人們認為,大流行的受害者以及生產部門的不景氣國家的事態已經處於嚴重危機之中。據估計,朝鮮約有 25 名人口中約有 1000 萬人營養不良,這影響了該國的生活和已經受損的生產能力。平壤的生產結構落後,無法從危機中復蘇,除此之外,還必須加上核制裁,嚴重考驗了整個社會階層的生存能力。據聯合國稱,邊界的關閉將成倍增加基本產品的價格,該國糧食的非自給自足將導致嚴重的飢荒狀態。 8 月和 9 月過去幾個月的颱風和大雨等偶然氣候因素進一步加劇了糧食短缺。然而,總體情況並不完整,因為很難獲得該政權確定的新聞,而且可用的數據很少來自一些在任何情況下都能部分獲得的人道主義組織。金正恩公開譴責局勢的事實可以有多種含義,其中之一是無可爭議的:該國的局勢肯定非常嚴重。這位韓國領導人可能承認危機的嚴重性是希望放鬆制裁或為首先向中國這個國家唯一的盟友提出援助請求做好準備,同時也向美國提出援助請求。拜登還沒有解決與朝鮮的關係問題,一種遏制糧食危機的援助形式可以成為恢復雙邊關係的起點,但金正恩已經習慣了矛盾的態度和公眾的認可。糧食危機狀況也可以用來歸咎於對製裁負責的那部分國際社會。從這個角度來看,在獨裁者看來,恢復核威脅和試射洲際導彈可以採取新形式的訛詐來獲取優勢。從內部政治的角度來看,儘管危機嚴重,但能夠推翻政權的民眾起義似乎不太可能:控制太強,人口太弱,筋疲力盡,無法面對叛亂,也因為任何外部支持完全不可能。韓國可能會以供應的形式提供幫助,這可能會擔心大量湧入其邊境,中國也擔心這種可能性,中國不喜歡在其領土上建立難民營。目前,對北京而言,金正恩政權繼續掌權的興趣普遍存在,以避免兩個朝鮮的聯盟只能在首爾治下實現,並將統一的國家帶入美國的軌道。因此,最合乎邏輯的解決方案應該是來自北京的援助,其數量足以避免危機但不能完全振興國家,以保持控制以越來越有利於中國的政府取代政權的可能性。更可控。在北京和華盛頓之間的對抗中,必須保持每一個可能的有利點,如果北京能夠完全控制其行動,朝鮮就可以成為中國的戰略目標。

深刻な食糧飢饉、太平洋の不安定性の新たな可能性のある要因における北朝鮮

 北朝鮮の食糧事情の重大さを金正恩が公に認めたことは、過小評価されるべきではない警告である。平壌の元首は、農業の生産計画に従わなかったこと、また環境や気候の問題に起因する被害のために、食糧の調達が非常に困難な状況にあると語った。農業生産は、国内ですでに困難な状況に対処するだけでなく、パンデミックに関連する緊急事態を克服しようとするためにも不可欠であると考えられています。実際、北朝鮮の国が公式に、深刻な栄養失調の状況に影響を受けておらず、医療部門が状況に追いついていないとしても、パンデミックの犠牲者と貧しい生産部門も信じられています国の状況はすでに深刻な危機に瀕しています。推定によると、北朝鮮は約25人のうち約1,000万人が栄養失調に苦しんでおり、これは国の生活とすでに妥協した生産能力に影響を及ぼしています。平壌は生産構造の後退状態に苦しんでおり、危機からの回復を妨げており、それに加えて、社会階級全体の生存能力を厳しくテストした核制裁を追加する必要があります。国連によると、国境の閉鎖は基本的な製品の価格を指数関数的に上昇させ、国の食糧の自給自足の欠如は深刻な飢饉の状態を生み出したでしょう。食糧不足は、8月と9月の過去数ヶ月の台風や大雨などの偶発的な気候要因によってさらに増加し​​ました。しかし、政権が決定するニュースへのアクセスがほとんどなく、入手可能なデータがほとんどないため、いずれにせよ部分的にアクセスできる人道組織からのデータがほとんどないため、全体像は不完全です。金正恩がこの状況を公に非難したという事実にはいくつかの意味があり、その一つは議論の余地がない。国の状況は確かに非常に深刻である。韓国の指導者は、制裁の緩和を期待したり、まず第一に国の唯一の同盟国である中国だけでなく米国にも向けられた援助要請の根拠を準備するために危機の重大さを認めたかもしれない。バイデンは北朝鮮との関係の問題にまだ取り組んでおらず、食糧危機を封じ込めるための援助の形は二国間関係の再開の出発点を構成する可能性がありますが、金正恩は矛盾した態度と国民の認識に慣れています食糧危機の状態は、制裁に責任のある国際社会のその部分を非難するためにも使用される可能性があります。この観点から、核の脅威の再開と大陸間ミサイルの試験発射は、独裁者の心の中で、利点を得るために新しい形の恐喝をとることができます。内政の観点からは、深刻な危機にもかかわらず、政権を打倒する可能性のある人気のある蜂起は不可能であるように思われます。完全に不可能です。援助は韓国からの物資の形でもたらされる可能性があり、それは国境への大規模な流入を恐れる可能性があり、その結果、その領土に難民キャンプを作ることを好まない中国も恐れる。今のところ、北京にとって、金正恩政権が政権を維持するという関心は、ソウルの下でしか実現できず、米国をアメリカの軌道に乗せることになる韓国と韓国の連合を回避するために普及している。したがって、最も論理的な解決策は、危機を回避するのに十分であるが、国を完全に復活させるのではなく、政権を中国にますます有利な政府に置き換える可能性の制御を維持するのに十分な量の北京からの援助の到着であるべきです。より制御可能。北京とワシントンの対立では、可能な限りの有利な点を維持しなければならず、北京がその動きを完全に制御できれば、北朝鮮は中国にとって戦略的になる可能性がある。

كوريا الشمالية في مجاعة غذائية حادة ، عامل جديد محتمل لعدم الاستقرار في المحيط الهادئ

 إن اعتراف كيم جونغ أون العلني بخطورة الوضع الغذائي في كوريا الشمالية هو إنذار لا يمكن الاستهانة به. تحدث رئيس دولة بيونغ يانغ عن وضع صعب للغاية لشراء الغذاء ، تفاقم بسبب عدم الامتثال لخطة الإنتاج في الزراعة ، وكذلك بسبب الأضرار الناجمة عن القضايا البيئية والمناخية. يعتبر الإنتاج الزراعي ضروريًا ليس فقط لمواجهة الوضع الصعب بالفعل في البلاد ولكن أيضًا لمحاولة التغلب على حالة الطوارئ المرتبطة بالوباء ؛ في الواقع ، حتى لو ، رسميًا ، لم تتأثر دولة كوريا الشمالية بالفيروس ، وحالة سوء التغذية الحاد ومع وجود قطاع صحي لا يرقى إلى الوضع ، يُعتقد أن ضحايا الوباء وكذلك قطاع الإنتاج الضعيف للبلاد حالة من الوضع بالفعل في أزمة حادة. وفقًا للتقديرات ، يوجد في كوريا الشمالية حوالي عشرة ملايين ، من حوالي خمسة وعشرين ، من سكانها يعانون من سوء التغذية ، وهذا يؤثر على حياة البلاد وقدرتها الإنتاجية المعرضة للخطر بالفعل. تعاني بيونغ يانغ من حالة من التخلف في هياكلها الإنتاجية ، مما يمنعها من التعافي من الأزمة ، والتي يجب أن تضاف إليها العقوبات النووية ، التي اختبرت بشدة قدرة البقاء على قيد الحياة لطبقات اجتماعية بأكملها. ووفقًا للأمم المتحدة ، فإن إغلاق الحدود كان سيؤدي إلى زيادة أسعار المنتجات الأساسية بشكل كبير ، وكان عدم الاكتفاء الذاتي من الغذاء في البلاد سيؤدي إلى حالة من المجاعة الشديدة. وزاد نقص الغذاء بسبب العوامل المناخية الطارئة مثل الأعاصير والأمطار الغزيرة في الشهرين الماضيين في أغسطس وسبتمبر. ومع ذلك ، فإن الصورة العامة غير مكتملة بسبب ندرة الوصول إلى الأخبار التي يحددها النظام وقلة البيانات المتوفرة تأتي من بعض المنظمات الإنسانية التي يمكنها الوصول إليها بأي حال من الأحوال بطريقة جزئية. يمكن أن يكون لحقيقة إدانة كيم جونغ أون للوضع معانٍ عديدة ، أحدها لا جدال فيه: الوضع في البلاد خطير للغاية بالتأكيد. ربما اعترف الزعيم الكوري بخطورة الأزمة على أمل تخفيف العقوبات أو تمهيد الطريق لطلب مساعدة موجه أولاً وقبل كل شيء إلى الصين ، الحليف الوحيد للبلاد ، ولكن أيضًا إلى الولايات المتحدة. لم يتطرق بايدن بعد إلى مشكلة العلاقات مع كوريا الشمالية ، ويمكن أن يشكل شكل من أشكال المساعدة لاحتواء أزمة الغذاء نقطة انطلاق لاستئناف العلاقات الثنائية ، إلا أن كيم جونغ أون اعتاد على المواقف المتناقضة والاعتراف العلني به. ويمكن أيضًا استخدام حالة أزمة الغذاء لإلقاء اللوم على ذلك الجزء من المجتمع الدولي المسؤول عن العقوبات. ومن هذا المنظور ، فإن استئناف التهديدات النووية والإطلاق التجريبي للصواريخ العابرة للقارات يمكن أن يأخذ ، في ذهن الديكتاتور ، أشكالًا جديدة من الابتزاز للحصول على مزايا. من وجهة نظر السياسة الداخلية ، وعلى الرغم من الأزمة الخطيرة ، فإن الانتفاضة الشعبية القادرة على الإطاحة بالنظام لا تبدو ممكنة: فالسيطرة شديدة للغاية والسكان أضعف من أن يواجهوا ثورة ، وأيضًا بسبب أي دعم خارجي. مستحيل تماما. يمكن أن تأتي المساعدة في شكل إمدادات من كوريا الجنوبية ، مما قد يخشى تدفقًا هائلاً نحو حدودها ، وهو احتمال تخشى الصين أيضًا ، التي لا تحب إنشاء مخيمات للاجئين على أراضيها. في الوقت الحالي ، بالنسبة لبكين ، يسود الاهتمام بأن يظل نظام كيم جونغ أون في السلطة من أجل تجنب اتحاد الكوريتين الذي لا يمكن أن يتحقق إلا في ظل سيول والذي من شأنه أن يجلب الدولة الموحدة إلى المدار الأمريكي. لذلك يجب أن يكون الحل الأكثر منطقية هو وصول المساعدات من بكين ، بكمية كافية لتجنب الأزمة ولكن ليس لإحياء البلاد بالكامل ، للحفاظ على السيطرة على إمكانية استبدال النظام بحكومة مواتية بشكل متزايد للصين. أكثر قابلية للتحكم. في المواجهة بين بكين وواشنطن ، يجب الحفاظ على كل نقطة ممكنة مؤيدة ويمكن أن تصبح كوريا الشمالية استراتيجية للصين إذا كانت بكين قادرة على التحكم الكامل في تحركاتها.

La Cina produce la prima risposta all'occidente sorvolando i cieli di Taiwan

 La prova di forza dell’aeronautica militare cinese sui cieli di Taiwan rappresenta la risposta più coerente agli intendimenti di Pechino circa ciò che è stato concordato dalle potenze occidentali al G7. Il monito dei leader occidentali verso il paese cinese che evidenziava l’importanza della pace e della stabilità sullo stretto di Taiwan, anche attraverso una risoluzione pacifica della controversia, è stato recepito, come era facile immaginare, come una intromissione negli affari interni di Pechino, che ha sempre considerato Formosa come parte integrante del proprio territorio: una questione dove altri stati, soprattutto gli USA, non devono inserirsi. La tensione per Taiwan, il cui governo non è formalmente riconosciuto da Washington, aveva già subito un notevole incremento con le visite di funzionari governativi americani e gli aiuti militari arrivati dagli Stati Uniti, che sono, di fatto, il principale alleato di Taipei. La Cina non ha mai gradito questi sviluppi e l’atteggiamento avverso che si è sviluppato dai paesi occidentali ha determinato la volontà di eseguire una prova di forza. Pechino ha impiegato ben ventotto aerei che sarebbero penetrati nella zona di identificazione aerea di Taiwan. Il temuto risentimento contro l’occidente ha, così, immediatamente espresso quella che per gli occidentali e gli USA in particolare, non può che essere inteso se non come una provocazione. Sarebbe, in sostanza, partita una escalation tra le due parti di tipo militare, senza passare da un confronto politico o di contrasto economico. Inutile dire che il potenziale pericoloso che può scaturire dall’azione cinese si annuncia come drammatico. Uno scenario possibile è che la Cina metta in atto le minacce più volte ripetute di prendere in considerazione l’opzione militare per risolvere la questione di Taiwan, se questa ipotesi dovesse diventare concreta per gli USA sarebbe impossibile non schierarsi alla difesa di Taipei, con un eventuale coinvolgimento di altre forze occidentali o della stessa Alleanza Atlantica. D’altra parte la Cina non può derogare dal proposito che ha pubblicamente annunciato al mondo, che è quello di impedire ogni tentativo di infrangere la propria sovranità e sicurezza. Ciò coinvolge, oltre a Taiwan, anche Hong Kong e la questione degli Uiguri. Si tratta di difendere, oltre i propri interessi strategici, la propria immagine di aspirante potenza mondiale di primo livello, che rientra nelle ambizioni e nei progetti cinesi. L’errore di Pechino è stato quello di volere rapportarsi con l democrazie occidentali senza considerare minimamente il loro punto di vista e cercare di imporre il proprio con l’utilizzo del soft power e della forza economica, senza riuscire nell’intento. Per dialogare con le democrazie occidentali, che sono anche il mercato più ricco del mondo e perciò essenziali alla Cina stessa, l’esibizione di forza all’interno del paese cinese e l’atteggiamento neocolonialista nei paesi in via di sviluppo non può essere accettato e i partner europei degli USA non aspettavano altro che un presidente capace di compattare questa contrarietà; contrarietà che non è solo politica ma anche economica: lo strapotere cinese è male tollerato dagli occidentali, che usano anche la violazione dei diritti politici e civili per sanzionare Pechino e tentare di ridurne il peso economico. Alla fine la questione, anche geopolitica, rischia di ridursi a questo elemento, che è però in grado di trascinare ad effetti gravissimi il rapporto tra le due parti. L’avviso della Cina è chiaro e sarà impossibile non tenerne conto.   

China produces the first response to the West by flying over the skies of Taiwan

 The showdown of the Chinese Air Force over the skies of Taiwan represents the most coherent response to Beijing's intentions about what was agreed by the Western powers at the G7. The warning of Western leaders to the Chinese country that highlighted the importance of peace and stability on the Taiwan Strait, including through a peaceful resolution of the dispute, was perceived, as it was easy to imagine, as an interference in Beijing's internal affairs. which has always considered Formosa as an integral part of its territory: an issue where other states, especially the USA, must not enter. Tension over Taiwan, whose government is not formally recognized by Washington, had already increased significantly with visits from US government officials and military aid from the United States, which is, in fact, Taipei's main ally. China has never welcomed these developments and the adverse attitude that has developed from Western countries has determined the willingness to perform a show of strength. Beijing employed twenty-eight aircraft that reportedly entered the Taiwan Air Identification Zone. The feared resentment against the West thus immediately expressed what for Westerners and the US in particular, can only be understood as a provocation. In essence, an escalation of a military nature between the two parties would have started, without going through a political confrontation or economic conflict. It goes without saying that the dangerous potential that can arise from Chinese action promises to be dramatic. A possible scenario is that China implements repeatedly repeated threats to consider the military option to resolve the Taiwan issue, if this hypothesis were to become concrete for the US it would be impossible not to take sides in the defense of Taipei, with a possible involvement of other Western forces or the Atlantic Alliance itself. On the other hand, China cannot depart from the purpose it has publicly announced to the world, which is to prevent any attempt to break its sovereignty and security. In addition to Taiwan, this also involves Hong Kong and the Uighur issue. It is a question of defending, in addition to one's own strategic interests, one's image as an aspiring world power of the first level, which is part of Chinese ambitions and projects. Beijing's mistake was that of wanting to relate to Western democracies without considering their point of view in the least and trying to impose their own with the use of soft power and economic strength, without succeeding in the intent. To dialogue with Western democracies, which are also the richest market in the world and therefore essential to China itself, the display of strength within the Chinese country and the neo-colonial attitude in developing countries cannot be accepted and European partners of the USA were waiting for nothing more than a president capable of reducing this opposition; opposition that is not only political but also economic: Chinese excessive power is badly tolerated by Westerners, who also use the violation of political and civil rights to sanction Beijing and try to reduce its economic weight. In the end, the issue, even geopolitical, risks being reduced to this element, which is however capable of dragging the relationship between the two parties to very serious effects. China's warning is clear and it will be impossible not to take it into account.

China produce la primera respuesta a Occidente al sobrevolar los cielos de Taiwán

 El enfrentamiento de la Fuerza Aérea China sobre los cielos de Taiwán representa la respuesta más consistente a las intenciones de Beijing sobre lo acordado por las potencias occidentales en el G7. La advertencia de los líderes occidentales al país chino que destacó la importancia de la paz y la estabilidad en el Estrecho de Taiwán, incluso mediante una resolución pacífica de la disputa, fue percibida, como era fácil de imaginar, como una injerencia en los asuntos internos de Beijing. .que siempre ha considerado a Formosa como parte integrante de su territorio: un tema al que otros estados, especialmente EE.UU., no deben ingresar. La tensión sobre Taiwán, cuyo gobierno no es reconocido formalmente por Washington, ya había aumentado significativamente con las visitas de funcionarios del gobierno de Estados Unidos y la ayuda militar de Estados Unidos, que es, de hecho, el principal aliado de Taipei. A China nunca le han gustado estos desarrollos y la actitud adversa que se ha desarrollado desde los países occidentales ha determinado la voluntad de realizar un enfrentamiento. Beijing empleó veintiocho aviones que supuestamente ingresaron a la Zona de Identificación Aérea de Taiwán. El temido resentimiento contra Occidente expresó así inmediatamente lo que para los occidentales y los Estados Unidos en particular, solo puede entenderse como una provocación. En esencia, se habría iniciado una escalada de carácter militar entre las dos partes, sin pasar por un enfrentamiento político o conflicto económico. No hace falta decir que el peligroso potencial que puede surgir de la acción china promete ser dramático. Un escenario posible es que China ponga en acción las repetidas amenazas repetidas de considerar la opción militar para resolver el problema de Taiwán, si esta hipótesis se concretara para EE.UU. sería imposible no tomar partido en la defensa de Taipei, con un posible implicación de otras fuerzas occidentales o de la propia Alianza Atlántica. Por otro lado, China no puede apartarse del propósito que ha anunciado públicamente al mundo, que es evitar cualquier intento de quebrantar su soberanía y seguridad. Además de Taiwán, esto también involucra a Hong Kong y la cuestión uigur. Se trata de defender, más allá de los propios intereses estratégicos, la propia imagen de aspirante a potencia mundial de primer nivel, que forma parte de las ambiciones y proyectos chinos. El error de Pekín fue el de querer relacionarse con las democracias occidentales sin considerar en lo más mínimo su punto de vista y tratar de imponer el suyo con el uso del poder blando y la fuerza económica, sin lograrlo. Para dialogar con las democracias occidentales, que son también el mercado más rico del mundo y, por tanto, imprescindible para la propia China, no se puede aceptar el despliegue de fuerza dentro del país chino y la actitud neocolonial en los países en desarrollo y los socios europeos de EE. UU. Estaban esperando por nada más que un presidente capaz de reducir esta oposición; oposición que no es sólo política sino también económica: el poder excesivo chino es mal tolerado por los occidentales, que también utilizan la violación de los derechos políticos y civiles para sancionar a Beijing y tratar de reducir su peso económico. Al final, la cuestión, incluso geopolítica, corre el riesgo de reducirse a este elemento, que sin embargo es capaz de arrastrar la relación entre las dos partes a efectos muy graves. La advertencia de China es clara y será imposible no tenerla en cuenta.

China produziert die erste Antwort an den Westen, indem es über den Himmel von Taiwan fliegt

 Der Showdown der chinesischen Luftwaffe über dem Himmel von Taiwan ist die konsequenteste Reaktion auf Pekings Absichten über das, was die Westmächte bei der G7 vereinbart hatten. Die Warnung westlicher Führer an das chinesische Land, die die Bedeutung von Frieden und Stabilität in der Straße von Taiwan unterstrich, auch durch eine friedliche Beilegung des Streits, wurde leicht vorstellbar als Einmischung in die inneren Angelegenheiten Pekings wahrgenommen ., die Formosa immer als integralen Bestandteil ihres Territoriums betrachtet hat: ein Thema, in das andere Staaten, insbesondere die USA, nicht einreisen dürfen. Die Spannungen um Taiwan, dessen Regierung von Washington nicht offiziell anerkannt wird, hatten sich durch Besuche von US-Regierungsbeamten und Militärhilfe aus den USA, dem eigentlichen Hauptverbündeten Taipehs, bereits deutlich verstärkt. China hat diese Entwicklungen nie gemocht und die ablehnende Haltung der westlichen Länder hat die Bereitschaft zum Showdown bestimmt. Peking beschäftigte 28 Flugzeuge, die Berichten zufolge in die Taiwan Air Identification Zone einfuhren. Der befürchtete Ressentiment gegen den Westen drückte damit sofort aus, was für Westler und insbesondere die USA nur als Provokation zu verstehen ist. Im Wesentlichen hätte eine Eskalation militärischer Natur zwischen den beiden Seiten begonnen, ohne dass es zu einer politischen Konfrontation oder einem wirtschaftlichen Konflikt gekommen wäre. Es versteht sich von selbst, dass das gefährliche Potenzial, das aus chinesischem Handeln entstehen kann, dramatisch zu sein verspricht. Ein mögliches Szenario ist, dass China die wiederholt wiederholten Drohungen in die Tat umsetzt, die militärische Option zur Lösung der Taiwan-Frage in Betracht zu ziehen, sollte diese Hypothese für die USA konkret werden, wäre es unmöglich, nicht Partei für die Verteidigung Taipehs zu ergreifen, mit einem mögliche Beteiligung anderer westlicher Streitkräfte oder des Atlantischen Bündnisses selbst. Auf der anderen Seite kann China nicht von dem Ziel abweichen, das es der Welt öffentlich bekannt gegeben hat, nämlich jeden Versuch zu verhindern, seine Souveränität und Sicherheit zu brechen. Dies betrifft neben Taiwan auch Hongkong und die Uiguren-Frage. Es geht darum, über die eigenen strategischen Interessen hinaus das Image als aufstrebende Weltmacht der ersten Ebene zu verteidigen, was Teil der chinesischen Ambitionen und Projekte ist. Pekings Fehler bestand darin, sich auf westliche Demokratien beziehen zu wollen, ohne deren Standpunkt im Geringsten zu berücksichtigen, und zu versuchen, den eigenen mit Soft Power und wirtschaftlicher Stärke durchzusetzen, ohne dass die Absicht Erfolg hatte. Auf den Dialog mit westlichen Demokratien, die zugleich der reichste Markt der Welt und damit für China selbst unverzichtbar sind, können die Kraftentfaltung innerhalb des chinesischen Landes und die neokoloniale Haltung in Entwicklungsländern nicht hingenommen werden und europäische Partner der USA warteten für nichts anderes als einen Präsidenten, der in der Lage ist, diese Opposition zu reduzieren; Opposition, die nicht nur politischer, sondern auch wirtschaftlicher Art ist: Chinesische Übermacht wird vom Westen schlecht geduldet, der auch die Verletzung politischer und bürgerlicher Rechte nutzt, um Peking zu sanktionieren und sein wirtschaftliches Gewicht zu reduzieren. Letztlich droht die, auch geopolitische, Frage auf dieses Element zu reduzieren, das jedoch die Beziehung zwischen den beiden Parteien zu ernsthaften Auswirkungen führen kann. Chinas Warnung ist klar und es wird unmöglich sein, sie nicht zu berücksichtigen.

La Chine produit la première réponse à l'Occident en survolant le ciel de Taïwan

 L'affrontement de l'armée de l'air chinoise dans le ciel de Taïwan représente la réponse la plus cohérente aux intentions de Pékin sur ce qui a été convenu par les puissances occidentales au G7. L'avertissement des dirigeants occidentaux au pays chinois qui soulignait l'importance de la paix et de la stabilité sur le détroit de Taïwan, y compris à travers un règlement pacifique du différend, a été perçu, comme il était facile à imaginer, comme une ingérence dans les affaires intérieures de Pékin .qui a toujours considéré Formose comme faisant partie intégrante de son territoire : une question où les autres États, notamment les USA, ne doivent pas entrer. La tension à propos de Taïwan, dont le gouvernement n'est pas officiellement reconnu par Washington, s'était déjà considérablement accrue avec les visites de responsables du gouvernement américain et l'aide militaire des États-Unis, qui est en fait le principal allié de Taipei. La Chine n'a jamais aimé ces développements et l'attitude défavorable qui s'est développée des pays occidentaux a déterminé la volonté d'effectuer une épreuve de force. Pékin a employé vingt-huit avions qui seraient entrés dans la zone d'identification aérienne de Taiwan. Le ressentiment redouté contre l'Occident a ainsi immédiatement exprimé ce qui pour les Occidentaux et les États-Unis en particulier, ne peut être compris que comme une provocation. En substance, une escalade de nature militaire entre les deux parties aurait commencé, sans passer par une confrontation politique ou un conflit économique. Il va sans dire que le potentiel dangereux qui peut naître de l'action chinoise s'annonce dramatique. Un scénario possible est que la Chine mette en action les menaces répétées à plusieurs reprises d'envisager l'option militaire pour résoudre la question de Taiwan, si cette hypothèse devait se concrétiser pour les États-Unis, il serait impossible de ne pas prendre parti pour la défense de Taipei, avec un l'implication possible d'autres forces occidentales ou de l'Alliance atlantique elle-même. D'un autre côté, la Chine ne peut pas s'écarter de l'objectif qu'elle a publiquement annoncé au monde, qui est d'empêcher toute tentative de briser sa souveraineté et sa sécurité. Outre Taïwan, cela concerne également Hong Kong et la question ouïghoure. Il s'agit de défendre, au-delà de ses propres intérêts stratégiques, son image de puissance mondiale aspirante de premier niveau, qui s'inscrit dans les ambitions et les projets chinois. L'erreur de Pékin a été de vouloir se lier aux démocraties occidentales sans considérer le moins du monde leur point de vue et d'essayer d'imposer le leur avec le soft power et la force économique, sans y parvenir. Pour dialoguer avec les démocraties occidentales, qui sont aussi le marché le plus riche du monde et donc essentiel à la Chine elle-même, la démonstration de force au sein du pays chinois et l'attitude néo-coloniale dans les pays en développement ne peuvent être acceptées et les partenaires européens des USA attendaient pour rien de plus qu'un président capable de réduire cette opposition ; une opposition non seulement politique mais aussi économique : l'excès de pouvoir chinois est mal toléré par les Occidentaux, qui utilisent également la violation des droits politiques et civils pour sanctionner Pékin et tenter de réduire son poids économique. Au final, l'enjeu, même géopolitique, risque de se réduire à cet élément, qui est pourtant susceptible d'entraîner la relation entre les deux parties à des effets très graves. L'avertissement de la Chine est clair et il sera impossible de ne pas en tenir compte.

A China produz a primeira resposta ao Ocidente ao voar sobre os céus de Taiwan

 O confronto da Força Aérea Chinesa sobre os céus de Taiwan representa a resposta mais consistente às intenções de Pequim sobre o que foi acordado pelas potências ocidentais no G7. O alerta dos líderes ocidentais ao país chinês que destacou a importância da paz e da estabilidade no Estreito de Taiwan, inclusive por meio de uma resolução pacífica da disputa, foi percebido, como era fácil de imaginar, como uma ingerência nos assuntos internos de Pequim. .que sempre considerou Formosa como parte integrante de seu território: um assunto onde outros estados, especialmente os EUA, não devem entrar. A tensão em relação a Taiwan, cujo governo não é formalmente reconhecido por Washington, já havia aumentado significativamente com visitas de funcionários do governo norte-americano e ajuda militar dos Estados Unidos, que é, de fato, o principal aliado de Taipei. A China nunca gostou desses acontecimentos e a atitude adversa que se desenvolveu nos países ocidentais determinou a disposição de fazer um confronto. Pequim empregou 28 aeronaves que supostamente entraram na Zona de Identificação Aérea de Taiwan. O temido ressentimento contra o Ocidente, portanto, expressou imediatamente o que para os ocidentais e para os EUA em particular, só pode ser entendido como uma provocação. Em essência, teria começado uma escalada de caráter militar entre os dois lados, sem passar por um confronto político ou conflito econômico. Nem é preciso dizer que o potencial perigoso que pode surgir da ação chinesa promete ser dramático. Um cenário possível é que a China coloque em ação as repetidas ameaças de considerar a opção militar para resolver a questão de Taiwan, caso essa hipótese se concretizasse para os EUA seria impossível não tomar partido na defesa de Taipé, com um possível envolvimento de outras forças ocidentais ou da própria Aliança Atlântica. Por outro lado, a China não pode se desviar do propósito que anunciou publicamente ao mundo, que é impedir qualquer tentativa de quebrar sua soberania e segurança. Além de Taiwan, isso envolve também Hong Kong e a questão dos uigures. Trata-se de defender, para além dos próprios interesses estratégicos, a imagem de aspirante a potência mundial de primeiro nível, que se insere nas ambições e projetos chineses. O erro de Pequim foi querer se relacionar com as democracias ocidentais sem levar em conta seus pontos de vista e tentar impor o seu com o uso do soft power e da força econômica, sem conseguir o que pretendia. Para dialogar com as democracias ocidentais, que são também o mercado mais rico do mundo e, portanto, essencial para a própria China, a demonstração de força dentro do país chinês e a atitude neocolonial nos países em desenvolvimento não podem ser aceitas e os parceiros europeus dos EUA estavam à espera por nada mais do que um presidente capaz de reduzir essa oposição; oposição que não é apenas política, mas também econômica: o excesso de poder chinês é mal tolerado pelos ocidentais, que também usam a violação dos direitos políticos e civis para punir Pequim e tentar reduzir seu peso econômico. Afinal, a questão, mesmo geopolítica, corre o risco de se reduzir a este elemento, que é, no entanto, capaz de arrastar a relação entre as duas partes a efeitos gravíssimos. O alerta da China é claro e será impossível não levá-lo em consideração.

Китай дает первый ответ Западу, пролетая над небом Тайваня.

 Столкновение китайских ВВС в небе над Тайванем представляет собой наиболее последовательный ответ на намерения Пекина в отношении того, что было согласовано западными державами на «Большой семерке». Предупреждение западных лидеров китайской стране, в котором подчеркивается важность мира и стабильности в Тайваньском проливе, в том числе путем мирного разрешения спора, было воспринято, как это легко представить, как вмешательство во внутренние дела Пекина. ... который всегда считал Формозу неотъемлемой частью своей территории: вопрос, в который другие государства, особенно США, не должны входить. Напряженность вокруг Тайваня, правительство которого официально не признается Вашингтоном, уже значительно возросла из-за визитов официальных лиц США и военной помощи из Соединенных Штатов, которые, по сути, являются главным союзником Тайбэя. Китаю никогда не нравилось такое развитие событий, и негативное отношение, сложившееся со стороны западных стран, определило его готовность к решающей схватке. Пекин использовал двадцать восемь самолетов, которые, как сообщается, вошли в воздушную опознавательную зону Тайваня. Таким образом, опасения по поводу негодования против Запада немедленно выразились в том, что для жителей Запада и США в частности может быть истолковано только как провокация. По сути, эскалация военного характера между двумя сторонами началась бы без политического противостояния или экономического конфликта. Само собой разумеется, что опасный потенциал, который может возникнуть в результате действий Китая, обещает быть огромным. Возможный сценарий состоит в том, что Китай претворяет в жизнь неоднократно повторяющиеся угрозы рассмотреть военный вариант решения тайваньской проблемы; если бы эта гипотеза стала конкретной для США, было бы невозможно не встать на чью-либо сторону в защите Тайбэя, имея возможное участие других западных сил или самого Атлантического Альянса. С другой стороны, Китай не может отойти от цели, о которой он публично объявил миру, а именно предотвращения любых попыток подорвать его суверенитет и безопасность. Помимо Тайваня, это касается также Гонконга и уйгурского вопроса. Речь идет о защите, помимо собственных стратегических интересов, своего имиджа стремящейся мировой державы первого уровня, что является частью китайских амбиций и проектов. Ошибка Пекина заключалась в том, что он хотел относиться к западным демократиям, хотя бы не учитывая их точку зрения, и пытался навязать свою собственную, используя мягкую силу и экономическую силу, но безуспешно. Для диалога с западными демократиями, которые также являются самым богатым рынком в мире и, следовательно, необходимы для самого Китая, демонстрация силы внутри китайской страны и неоколониальный подход в развивающихся странах недопустимы, и европейские партнеры США ждали. не более, чем президента, способного уменьшить эту оппозицию; Противодействие, которое носит не только политический, но и экономический характер: чрезмерная власть Китая плохо переносится западными людьми, которые также используют нарушение политических и гражданских прав для санкций против Пекина и пытаются уменьшить его экономический вес. В конце концов, вопрос, даже геополитический, рискует свести к этому элементу, который, однако, способен затянуть отношения между двумя сторонами до очень серьезных последствий. Предупреждение Китая ясное, и не принять его во внимание будет невозможно.

中國飛越台灣上空,對西方做出第一反應

 中國空軍在台灣上空的攤牌是對北京對西方列強在七國集團達成的一致意見的最一致回應。西方領導人向中國發出警告,強調台灣海峽和平與穩定的重要性,包括通過和平解決爭端,這很容易被認為是對北京內政的干涉。 . 一直將台灣視為其領土不可分割的一部分:其他國家,尤其是美國,不得進入的問題。由於美國政府官員的訪問和美國的軍事援助,台灣的政府沒有得到華盛頓的正式承認,台灣的緊張局勢已經顯著增加,而美國實際上是台北的主要盟友。中國從不喜歡這些事態發展,西方國家的不利態度決定了攤牌的意願。據報導,北京使用了 28 架飛機進入台灣航空識別區。對西方的恐懼怨恨因此立即表達了對西方人,尤其是美國來說,只能理解為挑釁。從本質上講,雙方之間的軍事性質升級本可以開始,而不需要經歷政治對抗或經濟衝突。毋庸置疑,中國行動可能帶來的危險潛力是巨大的。一種可能的情況是,中國將一再反复的威脅付諸行動,考慮以軍事選擇來解決台灣問題,如果這一假設對美國來說變得具體,那麼在保衛台北方面就不可能不偏袒任何一方。其他西方勢力或大西洋聯盟本身的可能參與。另一方面,中國不能背離其向世界公開宣布的目的,即防止任何破壞其主權和安全的企圖。除了台灣,這還涉及香港和維吾爾族問題。這是一個超越自己的戰略利益,捍衛自己作為有抱負的第一級世界強國形象的問題,這是中國雄心和計劃的一部分。北京的錯誤是想與西方民主國家建立聯繫,絲毫不考慮他們的觀點,並試圖通過軟實力和經濟實力強加他們自己的觀點,但沒有成功。與西方民主國家對話,西方民主國家也是世界上最富有的市場,因此對中國本身至關重要,中國國內的實力展示和發展中國家的新殖民主義態度不能被接受,美國的歐洲夥伴正在等待只不過是一位能夠減少這種反對的總統;不僅是政治上的,也是經濟上的:西方人對中國的過度權力非常容忍,他們還利用侵犯政治和公民權利來製裁北京,並試圖降低其經濟權重。最終,這個問題,甚至地緣政治問題,都有可能被歸結為這個因素,但它卻能夠將兩黨之間的關係拖向非常嚴重的影響。中國的警告是明確的,不可能不考慮。

中国は台湾の空を飛ぶことによって西側への最初の反応を生み出します

 台湾の空をめぐる中国空軍の対決は、G7で西側諸国が合意したことについての北京の意図に対する最も一貫した対応を表しています。紛争の平和的解決を含め、台湾海峡の平和と安定の重要性を強調した中国への西側指導者の警告は、想像しやすいように、北京の内政への干渉として認識された。 。これは常にフォルモサをその領土の不可欠な部分と見なしてきました。他の州、特に米国が入国してはならない問題です。政府がワシントンに正式に認められていない台湾に対する緊張は、米国政府当局者の訪問と、実際には台北の主要な同盟国である米国からの軍事援助によって、すでに大幅に高まっていた。中国はこれらの進展を決して好まなかったし、西側諸国から発展した不利な態度が対決を実行する意欲を決定した。北京は、伝えられるところによると台湾防空識別圏に入った28機の航空機を採用した。したがって、西側に対する恐れられた恨みは、西側諸国、特に米国にとって何を即座に表明したかは、挑発としてのみ理解することができます。本質的には、政治的対立や経済的対立を経ることなく、双方の間の軍事的性質のエスカレーションが始まったであろう。言うまでもなく、中国の行動から生じる可能性のある危険な可能性は劇的なものになるでしょう。考えられるシナリオは、中国が台湾問題を解決するための軍事的選択肢を検討するために繰り返し繰り返される脅威を実行することです。この仮説が米国にとって具体的になるとすれば、台北の防衛に賛成しないことは不可能です。他の西側軍または大西洋同盟自体の関与の可能性。一方、中国は、主権と安全を破ろうとする試みを阻止するという、世界に公に発表した目的から逸脱することはできません。台湾に加えて、これには香港とウイグル問題も含まれます。それは、自分の戦略的利益を超えて、中国の野心とプロジェクトの一部である、第一レベルの意欲的な世界大国としての自分のイメージを守ることの問題です。北京の過ちは、西側の民主主義との関係を最小限にとどめ、ソフトパワーと経済力を利用して、意図に成功せずに自らを押し付けようとしたことでした。世界で最も豊かな市場であり、したがって中国自体に不可欠な西側の民主主義国と対話するために、中国国内での強さの表示と発展途上国での新植民地主義の態度は受け入れられず、米国のヨーロッパのパートナーが待っていましたこの反対を減らすことができる大統領に過ぎない。政治的だけでなく経済的でもある反対:中国の過度の権力は、北京を制裁し、その経済的重みを減らそうとする政治的および市民的権利の侵害を利用する西洋人によってひどく容認されています。結局、この問題は、地政学的でさえ、この要素に還元されるリスクがありますが、それは、2つの当事者間の関係を非常に深刻な影響に引きずり込む可能性があります。中国の警告は明白であり、それを考慮に入れないことは不可能です。