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sabato 19 novembre 2011

Kenya ed Israele si alleano contro Al Shabab (e contro l'Iran)

Tra Israele ed Iran non c'è solo il conflitto potenziale che ruota intorno all'atomica di Teheran, ormai tra i due paesi esiste tutta una guerra sotterranea fatta di alleanze ed aiuto ai reciproci nemici. L'ultimo caso riguarda la fornitura di supporto al Kenya nella lotta contro la milizia Al Shabab, che con frequenti incursioni dalla parte somala della frontiera, porta il terrorismo islamico mediante azioni militari ed attentati fin dentro il territorio di Nairobi. Lo scopo è formare una coalizione contro il fondamentalismo islamico, cui dietro si sospetta ci siano i concreti aiuti iraniani. L'alleanza conviene ad ambo le parti, per il Kenya la competenza militare e l'attrezzatura israeliana possono costituire un sostanziale rafforzamento della misure adottate schierata contro le milizie islamiche, per Israele il lavoro diretto sul campo può consentire un lavoro di intelligence in maniera di ricavare informazioni di prima mano, sia sull'attività di Al Shabab, che sui suoi canali di supporto, tra cui si sospetta la fattiva attività dell'Iran. Del resto la presenza della repubblica islamica nella regione non rappresenta un mistero, la marina militare iraniana pattuglia il golfo di Aden, ufficialmente per combattere la presenza della pirateria che sovente attacca le navi mercantili, durante la recente carestia il regime di Teheran ha donato alla Somalia una cifra attorno ai 43 milioni di dollari ed è diventato il principale partner commerciale del paese del corno d'Africa. E' logico che avere soldati e funzionari israeliani al confine di un paese dove certamente stazionano omologhi iraniani può diventare una fonte di confronto pericoloso e, se possibile di peggioramento della situazione regionale proprio tra Kenya e Somalia. Un aggravamento dei rapporti tra i due stati potrebbe causare una situazione molto più pericolosa sul fronte delle grandi migrazioni provocate dalle carestie ed in parte aggravate dall'atteggiamento delle milizie islamiche, che impediscono il fluire regolare delgi aiuti, indirizzando verso il Kenya grandi masse di disperati. E' una tattica usata per mettere in ginocchio il paese kenyano, aggravata ulteriormente dai ripetuti rapimenti avvenuti sul confine dei due stati, operati nei confronti di cittadini europei. Con queste tattiche Al Shabab prova a sfondare in Kenya e quindi ad allargare la sua zona di influenza e di conseguenza portare l'estremismo islamico nel paese di Nairobi. La zona è considerata particolarmente fertile per un possibile attecchimento del fondamentalismo islamico proprio per le grandi masse di somali, la cui gran parte è proprio di religione islamica, costretti a fuggire dalla fame e tenuti all'oscuro delle manovre di interdizione sui rifornimenti alimentari operati da Al Shabab. Per Israele è necessario cercare di bloccare questa tendenza proprio per togliere consenso alla nazione iraniana, che necessita di sempre un maggior numero di alleati, ma l'alleanza con il Kenya, al di la della necessità strumentale, significa anche dimostrare al panorama diplomatico mondiale, che Tel Aviv possiede ancora capacità di trovare nuove sponde con cui intessere rapporti internazionali.

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