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mercoledì 26 febbraio 2014

Ucraina: la Russia allerta le truppe

Mosca ha messo in allarme le truppe al confine con l’Ucraina ed anche quelle presenti in Crimea, dove i disordini tra i sostenitori del nuovo corso di Kiev, che appoggia la decisione di entrare nella UE, ed i filo russi, sta creando viva preoccupazione nel Cremlino. In particolare gli scontri riguarderebbero appartenenti all’etnia russa, ovviamente favorevoli a Mosca, contro appartenenti all’etnia tartara favorevoli all’Europa. Per la Russia il pericolo maggiore è di perdere la propria base navale di Sebastopoli, che nonostante gli accordi , potrebbe essere oggetto di tensioni; infatti uno dei possibili sviluppi del nuovo corso ucraino potrebbe essere quello di non tollerare più la presenza di forze armate russe sul suolo di Kiev. Contemporaneamente, come ritorsione sul precedente governo, in molte zone dell’Ucraina lo status della lingua russa non è più paritario all’ucraino e ciò ha costituito fonte di nuovi scontri in un paese sempre più diviso. Per Putin l’allerta data alle sue truppe costituisce un triplice significato: il primo è quello di mantenere lo status quo in Crimea, il secondo quello di tutelare la popolazione di etnia russa favorevole all’annessione della Crimea ed il terzo costituisce un avviso per le potenze straniere, giudicate colpevoli di ingerenza nella zone di influenza russa. Il livello della tensione è così salito ed è destinato a salire ulteriormente se non vi sarà una svolta sia sul piano interno dell’Ucraina, sia sul piano internazionale. Su questo versante gli USA e la NATO, in realtà, non hanno fatto molto per allentare la tensione. L’atteggiamento delle potenze straniere è stato da subito errato, troppo invadente negli affari interni del paese e ciò ha aggravato uno stato latente di contrasto, che ha pregiudicato la dialettica interna. Questo aspetto vale soprattutto per la Russia, che si è inserita nelle dinamiche interne attraverso il lato economico, quello più debole del paese ucraino, aggravando le tensioni già presenti tra le fazioni opposte. L’Europa ha rappresentato il lato debole della presenza internazionale, per non avere saputo mediare con la Russia in maniera determinata ed infine l’ingresso degli Stati Uniti, nella questione ha esasperato gli animi in modo definitivo. La crisi, certo non è di natura esterna, il clima interno del paese era già surriscaldato da tempo, ma l’azione degli attori internazionali ha accelerato gli eventi, che si sono trasformati in tragedia. Attualmente vi è un concreto rischio di balcanizzazione del paese, che un eventuale intervento russo può solo aggravare. Senza una trattativa a livello internazionale che sappia limitare le ingerenze dei soggetti esterni all’Ucraina, vi è la concreta possibilità di entrare in una fase caratterizzata da forte violenza, che rischia di trasformarsi in guerra civile. Meglio evitare una deriva del genere e lasciare che chi non vuole l’Europa segua il proprio destino, ma questa che è l’ipotesi più ragionevole non sembra gradita ad USA ed Europa.

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