Blog di discussione su problemi di relazioni e politica internazionale; un osservatorio per capire la direzione del mondo. Blog for discussion on problems of relations and international politics; an observatory to understand the direction of the world.
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venerdì 26 ottobre 2018
استحالة معاقبة المملكة العربية السعودية
أدى
اغتيال الصحافي السعودي الذي نفذه نظام الرياض إلى رد فعل لم يحدث قط لأي
من الفظائع التي ارتكبتها المملكة العربية السعودية سابقاً. في
الواقع، لم تكن الانتهاكات المتكررة كافية لحقوق الإنسان المرتكبة
باستمرار في بلد عربي، وحتى العنف، في كثير من الأحيان مجانا أو الناجمة عن
عدم الكفاءة القاسية، التي نفذت من قبل السعوديين العسكري في الصراع في
اليمن ملتزمون أيضا ضد الأطفال والنساء لتحديد الإدانة الدولية ل هذا المستوى. هذا
الشعور الذي ساد المجتمع الدولي ، يمثل حدا فيما يتعلق بالمملكة العربية
السعودية ، التي كانت الحكومة الكندية فقط قد أعربت في السابق ، في نزاع مع
الرياض. إذا
كان يجب تسجيل مظاهر النفور من السعوديين بشكل إيجابي ، فلا يزال هناك ندم
لعدم وصولهم من قبل ، وقبل كل شيء ، سيتعين تقييمهم بالتأثيرات الملموسة
التي سيعرفونها ويمكن أن ينتجوها. هذا
الجانب هو الأكثر أهمية ، لأنه يستثمر علاقات الدول الغربية مع النظام
الملكي السعودي ، ولا يمكن أن يكون له مثل هذا التأثير في التأثير على طرق
الرياض. تتميز
العلاقات بين الدول الغربية والمملكة العربية السعودية من قبل على مستوى
عال من التجارة، التي ميزان المدفوعات معلقة مع مصلحة كبيرة للاستثمارات
الغربية والعربية، وذلك بفضل السيولة مقدمة من النفط الخام، فهي جزء ذات الصلة في بانوراما الاقتصادات الغربية ؛ لهذا يجب إضافة إمدادات النفط ، والتي تعتبر ضرورية للصناعات الأوروبية والأمريكية. وبالتالي
هي تقارير موحدة جدا، وبالكاد يمكن أن تتغير، وبالتأكيد مسألة أخلاقية
سواء كانت مشروعة في القيام بأعمال تجارية مع مثل هذا النظام هو الآن مجرد
مسألة الخطابي، الذي كان يعطى إجابة مختلفة منذ سنوات عديدة. واحدة
من العقوبات المحتملة التي قد يعتقد، حتى من قبل البرلمان الأوروبي، وإن
كان فقط في الأسبوع الماضي، هو وقف بيع الأسلحة، وإنما هو صناعة حيث تعد
المملكة العربية السعودية ثاني أكبر مشتر في العالم، بعد " الهند ، التي زادت إنفاقها العسكري بنسبة 225 ٪ في السنوات الخمس الماضية: استثمار ، والذي يمثل حاليا 10 ٪ من المعاملات العالمية. إنها ، كما هو واضح ، أرقام ضخمة ، تؤثر على جميع الدول الغربية وتؤثر على عدد كبير من الصناعات مع عدد كبير من الوظائف المستخدمة. ليس
من قبيل المصادفة أن يتحدث الرئيس الأمريكي ترامب بوضوح عن احتمال خسارة
مليون وظيفة ، في حالة فرض حظر على المملكة العربية السعودية. إذا
لا يبدو أن أرقام ترامب إلى دعم من بيانات الصعبة، والأضرار الاقتصادية
بأنها كتلة من الممكن بيع، بدعم أيضا من قبل الديمقراطيين والجمهوريين
الولايات المتحدة، يبدو واضحا، مما يجعل من المستحيل عمليا إرادة أولئك
الذين يريدون لتنفيذ تجميد مبيعات أسلحة في الرياض. ولكن
هناك أيضا حافزا إضافيا، إلى جانب واحد الاقتصادي، والذي يمنع الأسلحة قفل
للسعوديين: منع دخول السعودية ملحوظ في الروسية والصينية، الذين حاولوا
مرارا وتكرارا، ولكن دون جدوى، لبيع أسلحتهم جزيره العرب. حافظ
على فتح قناة للتجارة الأسلحة مع وسائل السعوديين، وخاصة بالنسبة للولايات
المتحدة على عدم تقديم تنازلات للعلاقات الدبلوماسية، عززت بعد انتخاب
ترامب، بين الرياض وواشنطن، تعتبر حاسمة لاحتواء إيران في سيناريو الشرق
الأوسط، هذا أيضا في مصلحة إسرائيل ، التي تواصل تحالفها غير الرسمي مع الجزيرة العربية ضد طهران. إن
التأثير على منطقة الشرق الأوسط تعاني الترتيبات لذلك لا يعرف التغييرات
في الوقت الراهن، لأن حظر الأسلحة غربيون انه قد ينتج أي ردود فعل
دبلوماسية مثل أن تؤثر على السيناريوهات الحالية، مما أدى الى إعادة تنظيم
متنوع للغاية، حيث يمكن قيادة الولايات المتحدة إلى تغيير لتكون قادرة على لاتخاذ قرارات خطيرة ، وخاصة مع إدارة مثل الإدارة الحالية التي أنشئت في البيت الأبيض. يجب
علينا أيضا أن نتذكر أن جزءا من لوازم على أسلحة تم شراؤها من قبل المملكة
العربية السعودية يتم نقلها إلى هؤلاء الحلفاء، ودائما من الإسلام السني،
الذي لا يملك الوسائل الكافية للاستثمار في المواد الحرب، ولكن الذي رياض
لديها كل المصلحة لضمان الحفاظ على جيش مجهز بشكل صحيح ، أولا وقبل كل شيء مصر. لهذه
الأسباب، فإن الولايات المتحدة تنفيذ نوع الفكري للانتقام فقط ضد مرتكبي
جريمة اغتيال الصحافي وليس ضد مديري المدارس، ولكن هذا يثير مرة أخرى مسألة
النفعية بعض التحالفات الدول الديمقراطية مع الدول التي هي تعبير من الأنظمة الحكومية الديكتاتورية بقوة وبالتالي ضد القيم الأساسية للغرب.
mercoledì 12 settembre 2018
Aumenta la fame nel mondo
Il recente rapporto sullo stato di sicurezza alimentare e nutrizione del mondo elaborato dalle agenzie specializzate delle Nazioni Unite ha evidenziato un notevole incremento delle persone denutrite nel mondo, che ha raggiunto la quota di 821.000.000 di persone; un dato che riporta la questione ai livelli del 2008. In sostanza quello che si è registrato è un peggioramento sostanziale delle condizioni di vita di un numero consistente di persone ed indica un arretramento economico e politico incompatibile con il progresso raggiunto in alcune parti del mondo, apertamente in contrasto con diverse zone dell’Africa e del Sud America. Se la situazione dell’Asia rimane stabile, il che non vuole dire che vi è stato un miglioramento, la condizione circa la soddisfazione dei bisogni più elementari della vita umana risulta nel complesso peggiorata. Le implicazioni sociali di questo arretramento vogliono dire che la diseguaglianza economica profonda resta un problema che oltrepassa la giustizia sociale, ma investe le prospettive di sopravvivenza di un numero sempre più grande di persone. Se le considerazioni morali non devono essere confinate in una dimensione autonoma, che non appare sufficiente ad un discorso globale, le conseguenze di questo problema devono essere analizzate anche in ottica di ripercussioni politiche, sia all’interno degli stati che patiscono del problema delle risorse alimentari insufficienti, sia verso il cosidetto primo mondo, cioè non più soltanto l’area occidentale, ma anche le potenze emergenti come la Cina, la Russia il Brasile e diversi stati asiatici. La penuria di generi alimentari, che non riesce a garantire la sopravvivenza, non può che generare movimenti migratori ben più grandi di quelli attuali e capaci, quindi, di conseguenze politiche maggiori nei sistemi nazionali e sovranazionali oggetto dello spostamento delle persone. Gli stati ricchi tendono a contrastare l’emigrazione ma, ad esempio, sugli effetti del clima, forse la maggiore causa della denutrizione, non fanno abbastanza per contribuire a ridurre il riscaldamento globale, così come non riescono a trovare strumenti adatti per prevenire le guerre, che sono un altro fattore determinante per scarsità del cibo. Anche sul mancato sviluppo di economie spesso ricche di materie prime, ma che rientrano nei paesi oggetto di carestia, non ci sono progetti che possano creare una ricaduta del reddito a favore delle nazioni povere, ma c’è uno sfruttamento intensivo che arricchisce e favorisce società appartenenti a paesi del primo mondo, creando così, una sorta di continuazione del colonialismo, per il quale, tra l’altro, non ci sono stati neppure i giusti risarcimenti. La crescita economica resta il grande obiettivo dei paesi ricchi, ma è un dato finto, che non tiene conto delle difficoltà, intese come costi, causate proprio dalla carenza di cibo a livello globale e di tutto quello che ne consegue, anche a livello politico, dove le decisioni legislative vengono rallentate o deviate da questioni come quella migratoria. Certamente con gli attuali sistemi politici nazionali che procedono sul proprio interesse particolare, a discapito di quello generale, la questione della fame del mondo non può trovare una soluzione definitiva, ma soltanto, nella migliore delle ipotesi, rimedi parziali e localizzati a situazioni contingenti particolarmente pericolose per i paesi ricchi. Nonostante questa constatazione l’obiettivo delle Nazioni Unite è quello di arrivare entro al 2030 alla definitiva eliminazione del problema della denutrizione. Ci sono soltanto dodici anni per arrivare a questo obiettivo, che, potenzialmente potrebbe essere raggiunto anche prima, se la collaborazione tra le nazioni ricche fosse effettiva e la capacità di coordinamento delle Nazioni Unite diventasse efficace. Quello che si intende fare per combattere la fame nel mondo è intraprendere azioni continue per garantire l’approvigionamento di cibo, che dovrà essere anche di una certa qualità, attraverso azioni che investano le zone interessate. Questi progetti devono però assicurare un adeguato rifornimento idrico, altro tema intimamente connesso con la fame, un trasferimento di conoscenza nel campo della produzione alimentare, l’assicurazione dell’accesso universale alle risorse alimentari e gli adeguati finanziamenti per realizzare tutto ciò. Non è un programma impossibile se vengono assicurate le condizioni di sicurezza per gli operatori e gli abitanti e questo tema investe i rapporti con i governi e tra gli stati, fino a diventare il primo fattore determinante per il raggiungimento dell’obiettivo.
The hunger in the world increases
The
recent report on the state of food security and nutrition in the world
elaborated by the specialized agencies of the United Nations has shown a
remarkable increase of the undernourished people in the world, that has
reached the quota of 821.000.000 of people; a
fact that brings the question back to 2008 levels. In essence what has
been recorded is a substantial deterioration in the living conditions of
a large number of people and indicates an economic and political
retreat incompatible with the progress achieved in some parts of the
world, openly in contrast to different parts of Africa and South America. If
the situation in Asia remains stable, which does not mean that there
has been an improvement, the condition regarding the satisfaction of the
most basic needs of human life has generally deteriorated. The
social implications of this retreat mean that deep economic inequality
remains a problem that goes beyond social justice, but invests the
survival prospects of an ever greater number of people. If
moral considerations are not to be confined to an autonomous dimension,
which does not appear sufficient to a global discourse, the
consequences of this problem must also be analyzed with a view to
political repercussions, both within states suffering from the problem
of food resources insufficient,
both to the so-called first world, that is no longer only the western
area, but also emerging powers such as China, Russia, Brazil and several
Asian states. The
shortage of foodstuffs, which can not guarantee survival, can only
generate migratory movements that are much larger than the current ones
and therefore capable of greater political consequences in the national
and supranational systems that are the object of the movement of people.
Rich
states tend to thwart emigration but, for example, on the effects of
climate, perhaps the major cause of malnutrition, do not do enough to
help reduce global warming, just as they can not find suitable tools to
prevent wars, which are another determining factor for food scarcity. Even
on the lack of development of economies often rich in raw materials,
but which fall into the countries of famine, there are no projects that
can create a return to income for poor nations, but there is an
intensive exploitation that enriches and favors society belonging
to countries of the first world, thus creating a sort of continuation
of colonialism, for which, among other things, there were not even the
right reparations. Economic
growth remains the big goal of the rich countries, but it is a fake
datum, which does not take into account the difficulties, understood as
costs, caused precisely by the lack of food at the global level and all
that follows, even at the political level. where legislative decisions are slowed down or diverted from issues such as migration. Certainly
with the current national political systems that proceed on their own
particular interest, to the detriment of the general one, the question
of world hunger can not find a definitive solution, but only, at best,
partial and localized remedies to particularly dangerous contingent
situations for rich countries. Despite this observation, the UN goal is to arrive at the final elimination of the problem of malnutrition by 2030. There
are only twelve years to reach this goal, which could potentially be
achieved even before, if the collaboration between the rich nations was
effective and the coordination capacity of the UN became effective. What
we intend to do to fight hunger in the world is to take continuous
actions to ensure the supply of food, which must also be of a certain
quality, through actions that invest the affected areas. However,
these projects must ensure adequate water supply, another theme
intimately connected with hunger, a transfer of knowledge in the field
of food production, the assurance of universal access to food resources
and adequate funding to achieve all this. It
is not an impossible program if the safety conditions are guaranteed
for the operators and the inhabitants and this theme invests the
relations with the governments and between the states, until becoming
the first determining factor for the achievement of the objective.
El hambre en el mundo aumenta
El
reciente informe sobre el estado de la seguridad alimentaria y la
nutrición en el mundo elaborado por los organismos especializados de las
Naciones Unidas ha registrado un aumento significativo de personas
desnutridas en el mundo que ha alcanzado la cuota de 821 millones de
personas; un
hecho que trae el asunto a los niveles de 2008. En esencia que se ha
producido un deterioro sustancial en las condiciones de vida de un gran
número de personas y significó un revés económico y político
incompatible con el progreso logrado en algunas partes del mundo, abiertamente en contraste con diferentes partes de África y América del Sur. Si
la situación en Asia se mantiene estable, lo que no significa que haya
habido una mejora, la condición con respecto a la satisfacción de las
necesidades más básicas de la vida humana generalmente se ha
deteriorado. Las
implicaciones sociales de este retiro significan que la profunda
desigualdad económica sigue siendo un problema que va más allá de la
justicia social, pero que invierte las perspectivas de supervivencia de
un número cada vez mayor de personas. Si
las consideraciones morales no deben limitarse a una dimensión
autónoma, que no parece suficiente para un discurso global, las
consecuencias de este problema también deben analizarse en las
repercusiones políticas ópticos, tanto dentro de los estados que padecen
el problema de los recursos alimenticios insuficiente,
tanto para el llamado primer mundo, que ya no es solo el área
occidental, sino también las potencias emergentes como China, Rusia,
Brasil y varios estados asiáticos. La
escasez de alimentos, que no pueden garantizar la supervivencia, sólo
pueden conducir a la migración mucho mayor que la actual y capaz, por lo
tanto, de las principales consecuencias políticas en materia de
sistemas nacionales y supranacionales de la circulación de las personas.
Los
estados ricos tienden a frustrar la emigración, pero, por ejemplo,
sobre los efectos del clima, tal vez la principal causa de desnutrición,
no hacen lo suficiente para ayudar a reducir el calentamiento global,
del mismo modo que no pueden encontrar las herramientas adecuadas para
evitar guerras, que son otro factor determinante para la escasez de alimentos. Incluso
en la falta de desarrollo de economías a menudo ricas en materias
primas, pero que caen en los países de hambruna, no hay proyectos que
puedan generar un retorno al ingreso para las naciones pobres, pero hay
una explotación intensiva que enriquece y favorece a la sociedad perteneciente
a países del primer mundo, creando así una especie de continuación del
colonialismo, para lo cual, entre otras cosas, ni siquiera existían las
reparaciones correctas. El
crecimiento económico sigue siendo el principal desafío de los países
ricos, pero es una falsificación dado, que no tienen en cuenta las
dificultades, se entienden como los costos, causadas precisamente por la
falta de alimentos global y todo lo que va con ella, incluyendo la
política, donde las decisiones legislativas se ralentizan o se desvían de cuestiones como la migración. Ciertamente,
con los sistemas políticos nacionales actuales que proceden en su
especial interés, a expensas de la general, el problema del hambre
mundial no puede encontrar una solución definitiva, pero sólo en el
mejor de los remedios parciales y localizadas a contingencias
especialmente peligrosas para los países ricos. A pesar de esta observación, el objetivo de la ONU es llegar a la eliminación final del problema de la desnutrición para 2030. Solo
quedan doce años para alcanzar este objetivo, que podría lograrse
incluso antes, si la colaboración entre las naciones ricas fuera
efectiva y la capacidad de coordinación de la ONU se hiciera efectiva. Lo
que tenemos la intención de hacer para luchar contra el hambre en el
mundo es tomar medidas continuas para garantizar el suministro de
alimentos, que también debe ser de cierta calidad, a través de acciones
que inviertan las áreas afectadas. Sin
embargo, estos proyectos deben garantizar un suministro de agua
adecuado, otro tema íntimamente relacionado con el hambre, una
transferencia de conocimiento en el campo de la producción de alimentos,
la garantía del acceso universal a los recursos alimentarios y una
financiación adecuada para lograr todo esto. No
es un programa imposible si las condiciones de seguridad están
garantizadas para los operadores y los habitantes y este tema invierte
las relaciones con los gobiernos y entre los estados, hasta convertirse
en el primer factor determinante para la consecución del objetivo.
Der Hunger in der Welt steigt
Der
kürzlich von den Sonderorganisationen der Vereinten Nationen
ausgearbeitete Bericht über den Stand der Ernährungssicherheit in der
Welt hat eine bemerkenswerte Zunahme der unterernährten Menschen in der
Welt gezeigt, die die Quote von 821.000.000 Menschen erreicht hat; eine
Tatsache, die die Frage auf das Niveau von 2008 zurückführt: Im
Wesentlichen wurde eine erhebliche Verschlechterung der
Lebensbedingungen vieler Menschen verzeichnet, was auf einen
wirtschaftlichen und politischen Rückzug hindeutet, der mit den in
einigen Teilen der Welt erzielten Fortschritten unvereinbar ist. offen im Gegensatz zu verschiedenen Teilen Afrikas und Südamerikas. Wenn
die Situation in Asien stabil bleibt, was nicht bedeutet, dass es eine
Verbesserung gegeben hat, hat sich die Bedingung hinsichtlich der
Befriedigung der grundlegendsten Bedürfnisse des menschlichen Lebens im
Allgemeinen verschlechtert. Die
sozialen Implikationen dieses Rückzugs bedeuten, dass tiefe
wirtschaftliche Ungleichheit ein Problem bleibt, das über soziale
Gerechtigkeit hinausgeht, aber die Überlebenschancen einer immer
größeren Anzahl von Menschen einbezieht. Wenn
sich moralische Erwägungen nicht auf eine autonome Dimension
beschränken sollen, die einem globalen Diskurs nicht ausreichend
erscheint, müssen die Folgen dieses Problems auch im Hinblick auf
politische Auswirkungen analysiert werden, sowohl in Staaten, die unter
dem Problem der Nahrungsmittelressourcen leiden unzureichend,
sowohl für die so genannte erste Welt, die nicht mehr nur der westliche
Raum ist, sondern auch für aufstrebende Mächte wie China, Russland,
Brasilien und mehrere asiatische Staaten. Der
Mangel an Nahrungsmitteln, der das Überleben nicht garantieren kann,
kann nur Migrationsbewegungen erzeugen, die viel größer sind als die
gegenwärtigen und daher zu größeren politischen Konsequenzen in den
nationalen und supranationalen Systemen, die Gegenstand des
Personenverkehrs sind, führen. Reiche
Staaten tendieren dazu, die Auswanderung zu verhindern, aber zum
Beispiel durch die Auswirkungen des Klimas, vielleicht der Hauptursache
von Unterernährung, nicht genug tun, um die globale Erwärmung zu
verringern, genauso wie sie keine geeigneten Instrumente zur
Verhinderung von Kriegen finden können. das sind ein weiterer entscheidender Faktor für Nahrungsmittelknappheit. Selbst
wenn es an der Entwicklung von Volkswirtschaften mangelt, die oft reich
an Rohstoffen sind, aber in die Länder der Hungersnot fallen, gibt es
keine Projekte, die armen Ländern eine Rückkehr zum Einkommen
ermöglichen, aber es gibt eine intensive Ausbeutung, die die
Gesellschaft bereichert und begünstigt zu
den Ländern der Ersten Welt gehören und damit eine Art Fortführung des
Kolonialismus schaffen, für den es unter anderem nicht die richtigen
Reparationen gab. Das
Wirtschaftswachstum bleibt das große Ziel der reichen Länder, aber es
ist ein falsches Datum, das die Schwierigkeiten nicht berücksichtigt,
die als Kosten verstanden werden, verursacht gerade durch den Mangel an
Nahrung auf der globalen Ebene und alles, was folgt, sogar auf der
politischen Ebene. wo legislative Entscheidungen verlangsamt oder von Themen wie Migration abgelenkt werden. Sicherlich
kann die Frage des Welthungers bei den gegenwärtigen nationalen
politischen Systemen, die zu ihrem eigenen besonderen Interesse zu
Lasten des allgemeinen gehen, keine endgültige Lösung finden, sondern
bestenfalls partielle und lokalisierte Abhilfen für besonders
gefährliche Situationen für reiche Länder. Trotz
dieser Beobachtung besteht das Ziel der Vereinten Nationen in der
endgültigen Beseitigung des Problems der Unterernährung bis 2030. Es
gibt nur zwölf Jahre, um dieses Ziel zu erreichen, das möglicherweise
schon vorher erreicht werden könnte, wenn die Zusammenarbeit zwischen
den reichen Nationen effektiv wäre und die Koordinierungskapazität der
Vereinten Nationen wirksam werden würde. Was
wir tun wollen, um den Hunger in der Welt zu bekämpfen, ist es, durch
Maßnahmen, die die betroffenen Gebiete investieren, kontinuierliche
Maßnahmen zu ergreifen, um die Versorgung mit Nahrungsmitteln
sicherzustellen, die ebenfalls eine gewisse Qualität aufweisen müssen. Diese
Projekte müssen jedoch eine angemessene Wasserversorgung sicherstellen,
ein weiteres Thema, das eng mit dem Hunger verbunden ist, einen
Wissenstransfer im Bereich der Nahrungsmittelproduktion, die
Gewährleistung eines universellen Zugangs zu Nahrungsmitteln und eine
angemessene Finanzierung, um all dies zu erreichen. Es
ist kein unmögliches Programm, wenn die Sicherheitsbedingungen für die
Betreiber und die Bewohner gewährleistet sind und dieses Thema die
Beziehungen zu den Regierungen und zwischen den Staaten anlegt, bis es
der erste bestimmende Faktor für die Erreichung des Ziels ist.
La faim dans le monde augmente
Le
récent rapport sur l'état de la sécurité alimentaire et de la nutrition
dans le monde élaboré par les institutions spécialisées des Nations
Unies a montré une augmentation remarquable du nombre de personnes
sous-alimentées dans le monde, qui a atteint le quota de 821 000 000 de
personnes; un
fait qui ramène la question aux niveaux de 2008. Ce qui a été
enregistré est essentiellement une détérioration substantielle des
conditions de vie d'un grand nombre de personnes et un recul économique
et politique incompatible avec les progrès réalisés dans certaines
parties du monde, ouvertement en contraste avec différentes régions d'Afrique et d'Amérique du Sud. Si
la situation en Asie reste stable, ce qui ne signifie pas qu'il y a eu
une amélioration, la condition relative à la satisfaction des besoins
les plus fondamentaux de la vie humaine s'est généralement détériorée. Les
implications sociales de ce recul signifient que l'inégalité économique
profonde reste un problème qui dépasse la justice sociale, mais
investit les perspectives de survie d'un nombre toujours plus grand de
personnes. Si
les considérations morales ne doivent pas se limiter à une dimension
autonome, ce qui ne semble pas suffisant à un discours global, les
conséquences de ce problème doivent également être analysées en vue de
répercussions politiques, tant au sein des Etats souffrant du problème
des ressources alimentaires. insuffisant,
tant pour le soi-disant premier monde, qui n'est plus seulement la zone
occidentale, mais également pour les puissances émergentes telles que
la Chine, la Russie, le Brésil et plusieurs États asiatiques. La
pénurie de denrées alimentaires, qui ne peut garantir la survie, ne
peut que générer des mouvements migratoires beaucoup plus importants que
les mouvements actuels et donc avoir des conséquences politiques plus
importantes dans les systèmes nationaux et supranationaux qui font
l’objet de la circulation des personnes. Les
États riches ont tendance à contrecarrer l'émigration mais, par
exemple, sur les effets du climat, peut-être la principale cause de
malnutrition, ne font pas assez pour aider à réduire le réchauffement
climatique, tout comme ils ne trouvent pas d'outils appropriés pour
prévenir les guerres. qui sont un autre facteur déterminant de la pénurie alimentaire. Même
en l'absence de développement des économies souvent riches en matières
premières, mais qui tombent dans les pays de famine, aucun projet ne
peut créer un retour aux revenus pour les pays pauvres, mais une
exploitation intensive qui enrichit et favorise la société appartenant
à des pays du premier monde, créant ainsi une sorte de continuation du
colonialisme, pour lequel, entre autres, il n'y avait même pas de bonnes
réparations. La
croissance économique reste l’objectif majeur des pays riches, mais
c’est une fausse donnée, qui ne tient pas compte des difficultés,
comprises comme des coûts, causées précisément par le manque de
nourriture au niveau mondial et tout ce qui suit, même au niveau
politique. où les décisions législatives sont ralenties ou détournées de problèmes tels que la migration. Certes,
avec les systèmes politiques nationaux actuels qui agissent dans leur
intérêt propre, au détriment du système général, la question de la faim
dans le monde ne peut trouver de solution définitive, mais au mieux des
solutions partielles et localisées à des situations contingentes
particulièrement dangereuses. pour les pays riches. Malgré cette observation, l'objectif de l'ONU est d'arriver à l'élimination finale du problème de la malnutrition d'ici 2030. Il
n'y a que douze ans pour atteindre cet objectif, qui pourrait être
atteint avant même que la collaboration entre les pays riches soit
efficace et que la capacité de coordination des Nations Unies devienne
effective. Ce
que nous avons l'intention de faire pour lutter contre la faim dans le
monde, c'est de prendre des mesures continues pour assurer
l'approvisionnement en nourriture, qui doit également être d'une
certaine qualité, par des actions qui investissent les zones touchées. Cependant,
ces projets doivent garantir un approvisionnement en eau adéquat, un
autre thème intimement lié à la faim, un transfert de connaissances dans
le domaine de la production alimentaire, l'assurance d'un accès
universel aux ressources alimentaires et un financement adéquat pour
atteindre tout cela. Ce
n'est pas un programme impossible si les conditions de sécurité sont
garanties pour les opérateurs et les habitants et ce thème investit les
relations avec les gouvernements et entre les États, jusqu'à devenir le
premier facteur déterminant pour la réalisation de l'objectif.
A fome no mundo aumenta
O
recente relatório sobre o estado da segurança alimentar e nutricional
no mundo elaborado pelas agências especializadas das Nações Unidas
mostrou um notável aumento das pessoas subnutridas no mundo, que atingiu
a cota de 821.000.000 de pessoas; um
fato que traz a questão de volta aos níveis de 2008. Em essência, o que
foi registrado é uma deterioração substancial nas condições de vida de
um grande número de pessoas e indica um recuo econômico e político
incompatível com o progresso alcançado em algumas partes do mundo, abertamente em contraste com diferentes partes da África e da América do Sul. Se
a situação na Ásia permanece estável, o que não significa que houve uma
melhora, a condição relativa à satisfação das necessidades mais básicas
da vida humana geralmente se deteriorou. As
implicações sociais desse retiro significam que a profunda desigualdade
econômica continua sendo um problema que vai além da justiça social,
mas investe as perspectivas de sobrevivência de um número cada vez maior
de pessoas. Se
as considerações morais não devem ser confinadas a uma dimensão
autônoma, que não parece suficiente para um discurso global, as
conseqüências desse problema também devem ser analisadas com vistas a
repercussões políticas, tanto dentro dos estados que sofrem com o
problema dos recursos alimentares. insuficiente,
tanto para o chamado primeiro mundo, que não é mais apenas a área
ocidental, mas também potências emergentes como China, Rússia, Brasil e
vários estados asiáticos. A
escassez de gêneros alimentícios, que não pode garantir a
sobrevivência, só pode gerar movimentos migratórios muito maiores que os
atuais e, portanto, capazes de maiores consequências políticas nos
sistemas nacionais e supranacionais que são objeto do movimento de
pessoas. Os
estados ricos tendem a impedir a emigração, mas, por exemplo, os
efeitos do clima, talvez a principal causa da desnutrição, não fazem o
suficiente para ajudar a reduzir o aquecimento global, assim como não
conseguem encontrar ferramentas adequadas para prevenir guerras. que são outro fator determinante para a escassez de alimentos. Mesmo
na falta de desenvolvimento de economias muitas vezes ricas em
matérias-primas, mas que caem nos países da fome, não há projetos que
possam gerar retorno para as nações pobres, mas há uma exploração
intensiva que enriquece e favorece a sociedade. pertencendo
a países do primeiro mundo, criando assim uma espécie de continuação do
colonialismo, para o qual, entre outras coisas, não havia nem mesmo as
reparações corretas. O
crescimento econômico continua sendo o grande objetivo dos países
ricos, mas é um dado falso, que não leva em conta as dificuldades,
entendidas como custos, causados justamente pela falta de alimentos no
nível global e tudo o que se segue, mesmo no nível político. onde as decisões legislativas são retardadas ou desviadas de questões como a migração. Certamente
com os atuais sistemas políticos nacionais que procedem em seu próprio
interesse particular, em detrimento do geral, a questão da fome no mundo
não pode encontrar uma solução definitiva, mas apenas, na melhor das
hipóteses, remédios parciais e localizados para situações contingentes
particularmente perigosas. para os países ricos. Apesar dessa observação, a meta da ONU é chegar à eliminação final do problema da desnutrição até 2030. Há
apenas doze anos para atingir essa meta, que poderia ser alcançada
mesmo antes, se a colaboração entre as nações ricas fosse eficaz e a
capacidade de coordenação da ONU se tornasse efetiva. O
que pretendemos fazer para combater a fome no mundo é tomar ações
contínuas para garantir o fornecimento de alimentos, que também devem
ser de certa qualidade, por meio de ações que investem nas áreas
afetadas. No
entanto, esses projetos devem garantir o abastecimento adequado de
água, outro tema intimamente ligado à fome, uma transferência de
conhecimento no campo da produção de alimentos, a garantia do acesso
universal aos recursos alimentares e um financiamento adequado para
alcançar tudo isso. Não
é um programa impossível se as condições de segurança são garantidas
para os operadores e para os habitantes e este tema investe nas relações
com os governos e entre os estados, até se tornar o primeiro fator
determinante para a consecução do objetivo.
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