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venerdì 14 giugno 2019

O blog sai de férias para retomar o dia 1º de julho.

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Блог уходит в отпуск, мы возобновим 1 июля.

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博客去度假,我們將於7月1日恢復。

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ブログは休暇中で、7月1日に再開します。

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المدونة تطول في عطلة سنستأنف يوم 1 يوليو.

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giovedì 13 giugno 2019

La protesta di Hong Kong avvertimento per l'occidente

Ad Hong Kong la Cina si gioca una buona parte della sua credibilità. La situazione nell’ex colonia britannica registra un crescendo delle proteste e l’atteggiamento di Pechino è sotto osservazione da parte della comunità internazionale, anche se, come sempre più spesso, quando la situazione riguarda il paese cinese, le critiche sono attenuate per non urtare la suscettibilità del gigante economico. La definizione di “socialismo con caratteristiche cinesi” è quella con cui Pechino ama definire il suo sistema politico, basato, appunto, su caratteristiche peculiari proprie della nazione cinese. Peccato che queste caratteristiche non contemplino il rispetto della democrazia e dei diritti politici e civili, come vengono intesi in occidente. Questo contrasto definisce la ragione delle proteste di Hong Kong, che si ritiene ancora una città occidentale, nonostante non appartenga più alla corona britannica. Gli accordi firmati nel 1997 e che dovrebbero restare in vigore fino al 2047, prevedono uno statuto particolare per Hong Kong, all’interno della Repubblica Popolare Cinese: multipartitismo come sistema politico associato ad una libertà di espressione normale per un paese occidentale, ma assolutamente in contrasto con le consuetudini del sistema politico cinese, che controlla direttamente soltanto la politica estera e la difesa. Si deve evidenziare, come ricordato da diversi giuristi di Hong Kong, che la giustizia cinese è soggetta al Partito comunista e non al primato della legge: su questo contrasto, insanabile per chi è abituato alla democrazia occidentale, si fonda la protesta contro il regime cinese. Per Pechino avere al suo interno una fonte di dissenso, che spesso opera contro le sue più alte cariche e su cui non può esercitare il controllo, rappresenta una situazione potenzialmente molto pericolosa che richiede una gestione attenta e puntuale. Per ovviare a questa situazione il governo cinese  ha rafforzato la sua influenza politica, sostenendo il governo locale, attuando una repressione silenziosa contro il’opposizione anche attraverso rapimenti che si sono conclusi nelle carceri cinesi. L’attuale contesa riguarda la possibilità di estradizione: la legge in vigore vieta questa pratica verso la Cina e Taiwan, ma il governo di Hong Kong vuole modificarla con la scusa di un fatto usato in maniera funzionale e politicamente non rilevante. Risulta chiaro come Pechino potrà esercitare la misura dell’estradizione nei confronti dei suoi oppositori, che verranno rinchiusi in luoghi di detenzione dove si pratica la tortura e sottoposti a processi dove le condanne vengono comminate al 99%. Pechino ha confermato di sostenere questa misura, che gli consentirebbe di avere un maggiore controllo su Hong Kong. Se approvata, questa misura ridurrà sensibilmente la libertà di Hong Kong e permetterà a Pechino di ridurre il dissenso. Questa prova di forza dell’apparato cinese dovrebbe porre delle riflessioni serie sui crescenti rapporti tra i paesi democratici e la Cina, che avvengono in ragione della liquidità cinese e della grande disponibilità finanziaria, che permette di fare investimenti in qualsiasi paese straniero. Avere rapporti molto stretti con un paese con una concezione così diversa e restrittiva sul tema dei diritti, senza credere che non eserciterà mai una qualche forma di intromissione negli affari interni, come, peraltro, accade già in Africa, risulta sottovalutare il pericolo che la  progressiva conquista economica si trasformi, poi, anche in riduzone degli spazi democratici. La protesta di Hong Kong rappresenta per gli stati occidentali un monito ed un avvertimento che devono essere considerati da subito nei rapporti con la Cina.

The Hong Kong protest warning for the West

China plays a large part of its credibility in Hong Kong. The situation in the former British colony shows a growing number of protests and Beijing's attitude is under observation by the international community, although, as more and more often, when the situation concerns the Chinese country, the criticisms are attenuated in order not to hurt the susceptibility of the economic giant. The definition of "socialism with Chinese characteristics" is that with which Beijing likes to define its political system, based precisely on the peculiar characteristics of the Chinese nation. It is a pity that these characteristics do not include respect for democracy and political and civil rights, as they are understood in the West. This contrast defines the reason for the protests in Hong Kong, which is still considered a western city, despite the fact that it no longer belongs to the British crown. The agreements signed in 1997 and expected to remain in force until 2047, provide for a special status for Hong Kong within the People's Republic of China: multi-party system as a political system associated with a normal freedom of expression for a Western country, but absolutely in contrast with the customs of the Chinese political system, which directly controls only foreign policy and defense. It must be pointed out, as recalled by several Hong Kong jurists, that Chinese justice is subject to the Communist Party and not to the primacy of the law: the protest against the Chinese regime is based on this contrast, incurable for those accustomed to Western democracy . For Beijing to have within it a source of dissent, which often operates against its highest offices and over which it cannot exercise control, represents a potentially very dangerous situation that requires careful and punctual management. To remedy this situation the Chinese government has strengthened its political influence, supporting the local government, implementing a silent repression against the opposition also through kidnappings that ended in Chinese prisons. The current dispute concerns the possibility of extradition: the law in force prohibits this practice towards China and Taiwan, but the Hong Kong government wants to modify it with the excuse of a fact used in a functional and politically irrelevant way. It is clear that Beijing will be able to exercise extradition measures against its opponents, who will be locked up in places of detention where torture is practiced and subjected to trials where sentences of 99% are imposed. Beijing has confirmed that it supports this measure, which would allow it to have more control over Hong Kong. If passed, this measure will significantly reduce Hong Kong's freedom and allow Beijing to reduce dissent. This test of strength of the Chinese apparatus should pose serious reflections on the growing relations between the democratic countries and China, which take place because of Chinese liquidity and the great financial availability, which allows to make investments in any foreign country. Having very close relations with a country with such a different and restrictive conception of rights, without believing that it will never exercise some form of interference in internal affairs, as, moreover, it already happens in Africa, the danger that the progressive economic conquest is transformed, then, also into a reduction of democratic spaces. The protest in Hong Kong represents a warning and a warning for the western states that must be immediately considered in relations with China.