Blog di discussione su problemi di relazioni e politica internazionale; un osservatorio per capire la direzione del mondo. Blog for discussion on problems of relations and international politics; an observatory to understand the direction of the world.
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venerdì 29 maggio 2020
أزمة هونغ كونغ والصين والولايات المتحدة وأوروبا
إن تطور الحقائق المتعلقة بالصين لا يتعلق فقط بقضية المعارضة الداخلية والقمع النسبي ، بل أيضًا بحقائق هونغ كونغ ، التي اكتسبت أهمية أكبر من الصحافة العالمية والعلاقة المعقدة مع تايوان والآثار الدولية ذات الصلة ، إنهم يطرحون قضايا خطيرة للاستقرار العالمي ، تبدأ بالعلاقات بين بكين وواشنطن ، والتي تدهورت بشكل حاد. إذا كان الفشل في احترام الحقوق المدنية على الجبهة الداخلية الصينية أكثر تسامحًا ، حتى فيما يتعلق بقمع المسلمين الصينيين ، فإن المشكلة في هونغ كونغ تبدو أكثر إحساسًا في الغرب. يجب أن يتم تأطير موقف الصين من النفور من نظرية النظام السياسي (السياسي) بدقة في الحاجة إلى القضاء على المعارضة المحلية ، وإزالة مثال التعددية على الأراضي الصينية. يعتبر هذا الهدف الآن أولوية أيضًا فيما يتعلق بالنتائج الاقتصادية والعلاقات الدولية. تقيم الولايات المتحدة العقوبات المفروضة على النظام المالي في هونغ كونغ ، والتي قد يكون لها على المدى القصير آثار خطيرة على إمكانية العمل على الجبهة المالية ، داخل السوق الأمريكية ، ولكن الحكومة الصينية بدأت منذ فترة طويلة في إضعاف هونغ كونغ في صورة عامة عن الأهمية المالية لصالح الساحات الأخرى التي تقع تحت سيطرة الحكومة المركزية. يكشف عناد بكين في موقفها تجاه هونج كونج أنها ضحت الآن بقدرتها التشغيلية داخل العالم المالي لممارسة أكبر قدر ممكن من السيطرة. وهذا يعني أيضًا أن بكين مستعدة لتقييم التأثير السلبي المحتمل على اقتصادها من قبل الغرب. بالنسبة للمخاطرة ، يتم احتسابها: فقط الولايات المتحدة من ترامب ، الذي يشارك في الحملة الانتخابية ، يمكنه محاولة ممارسة الضغط على الصين ، بينما من أوروبا ، في الوقت الحالي لم يأت شيء سوى صمت مذنب وغير مسؤول. ومع ذلك ، فإن قضية هونغ كونغ ، حتى بكل جديتها ، لها تأثير أقل مما يمكن أن تصبح عليه تايوان. تعتبر الصين فورموزا جزءًا لا يتجزأ من أراضيها ولم تخف أبدًا سر القدرة على التفكير في الوصول إلى الخيار العسكري لتأكيد سلطتها بطريقة ملموسة. لطالما حافظت الولايات المتحدة على رابط مع تايوان بطريقة غير رسمية ، ولكن في الآونة الأخيرة ، بالنظر إلى أن البلاد إستراتيجية لحركة المرور البحرية وضرورية من وجهة نظر جيوسياسية ، فقد زادت من الاتصالات ، مما أثار غضب الصين بشكل متكرر. أما فيما يتعلق بهونغ كونغ ، فقد اختارت واشنطن نهجًا قائمًا على العقوبات الاقتصادية ، لكن سلوكًا مشابهًا من جانب بكين في تايوان لا يمكن أن يسمح باتباع نهج مماثل. لا يمكن للولايات المتحدة أن تكون سلبية في المواجهة الصينية. في الوقت الراهن ، تعثر الوضع لكن أولئك الذين يواجهون بعضهم البعض هم قائدين متماثلين ، جعلوا السيادة والقومية قوتهما ولا يبدو أن كلاهما يريد الاستسلام. سيكون هناك ممثل ثالث يمكن أن يؤثر على اقتصاد الحوار إذا كان لديه قوة سياسته الخارجية الخاصة واعتقاده أنه يريد الدفاع عن الحقوق بأي ثمن. لا يتحرك العمل الأمريكي ، في الواقع ، لضمان الحقوق العالمية التي لا تحترمها الإجراءات والنظام الصيني ، ولكن من خلال الحماية الحصرية لمصالح الولايات المتحدة: وهو موقف يجعل فقدان الأهلية في دور واشنطن في الساحة العالمية أقل أهمية . هذا الفراغ ، إن لم يكن على المستوى العسكري ، يمكن أن يملأ على المستوى السياسي من قبل أوروبا ، والتي يمكن أن تستثمر في المصداقية ، المهر الذي تنفقه لاحقًا على مستويات أخرى أيضًا. ومع ذلك ، ستكون هناك حاجة إلى قدرة شجاعة قادرة على مواجهة القوة الاقتصادية الصينية ، ولكن بدءًا من قوة الوعي بأنها أكبر سوق عالمي. إن سياسة العقوبات تجاه المنتجات الصينية ، التي تُمارس لمواجهة الفشل في احترام الحقوق المدنية والقمع الذي يتم في هونغ كونغ ، يمكن أن تكون بمثابة كبح لسياسة بكين الحالية. يمكن أن يساعد هذا أيضًا في الحصول على استقلالية من مجموعة واسعة من المنتجات الصينية التي يمكن إعادة إنتاجها إلى التربة القارية لصالح التنمية الصناعية الجديدة ، وذلك بفضل السياسات الضريبية الأوروبية المستهدفة. من الواضح أنه في المرحلة الأولية سيكون من الضروري التخلي عن المزايا الاقتصادية الفورية ، والتي يمكن استردادها من تداعيات اتخاذ دور سياسي جديد كزعيم عالمي. سيكون تطور مثير للاهتمام للغاية.
giovedì 21 maggio 2020
La trattativa di pace per la Siria potrebbe ripartire
La pandemia ha rallentato i combattimenti in Siria e ciò ha favorito le due parti, il regime di Damasco ed i ribelli, ad intraprendere una ripresa dei negoziati di pace per porre fine ad un conflitto che è in corso da più di nove anni. Le Nazioni Unite, attraverso l’attuale mediatore, hanno annunciato un incontro a Ginevra, appena le condizioni sanitarie lo potranno permettere. Ciò significa che entrambe le parti intendono, in maniera congiunta, riprendere la strada del dialogo. Ciò potrebbe favorire anche la ripresa del cammino del Comitato costituzionale siriano, l’organismo formato da rappresentanti del governo di Assad, da componenti che sostengono i ribelli e da membri della società civile, che deve costruire i presupposti per una potenziale consultazione elettorale. Attualmente un accordo tra la Russia e la Turchia mantiene la sospensione delle ostilità, che è stata più o meno mantenuta. Le posizioni di Mosca ed Ankara, con i primi sostenitori del governo di Assad ed i secondi dei ribelli islamici, affiancati in ottica di contenimento delle forze curde, saranno fondamentali per capire come si potrà sviluppare un eventuale percorso di pace. Negli attori in campo rientrano anche l’Iran e gli Hezbollah, le forze siriane democratiche, appoggiate in maniera sempre meno intensa dagli Stati Uniti e la popolazione curda, che con le sue milizie ha avuto un ruolo fondamentale contro lo Stato islamico, ma, che dopo l’abbandono dell’appoggio degli USA, si sono riavvicinati al regime siriano, sulla base di comuni interessi contro la Turchia e le milizie ad essa alleate. Finito il sogno di uno stato curdo libero ed indipendente, frustrato dal cambio di atteggiamento di Washington per mantenere dentro l’Alleanza Atlantica un membro non certo fedele come il paese turco. Una ripresa delle trattative per la pace è anche una speranza per una popolazione martoriata da una situazione sanitaria, igienica ed economica molto precaria, già prima della pandemia, le cui vittime denunciate, peraltro sono state soltanto sessantaquattro. Una ulteriore variabile che peserà sullo sviluppo dei negoziati saranno i rapporti che Mosca e Washington vorranno instaurare sull’argomento. Bisogna ricordare che le Nazioni Unite riportano sotto la propria autorità un negoziato, che era uscito dal suo ambito, sostituito dal processo negoziale di Astana in Kazakistan, voluto da Mosca e Teheran, in appoggio del regime ed Ankara in rappresentanza di soltanto una parte dei ribelli. L’intento del negoziato di Astana era limitato al mantenimento dei confini stabiliti dalla posizione delle forze in campo, ma senza alcun contenuto politico in grado di consentire un assetto futuro stabile del paese siriano. Non vi era, cioè, una legittimità garantita soltanto dal patrocinio delle Nazioni Unite. Certamente questo è funzionale all’interesse concreto e pratico di Mosca a guidare gli investimenti necessari alla ricostruzione del paese attraverso fondi assicurati dalla stessa Russia e da finanziamenti provenienti dalla cooperazione internazionale. Naturalmente l’obiettivo politico principale del Cremlino è quello di consentire ad Assad il mantenimento del potere, nel ruolo, però, di subalterno di Mosca in ogni senso ed il mezzo economico per perseguire questo fine deve sostituire quello garantito dall’uso delle armi, ancora meglio se con il benestare delle Nazioni Unite. In ogni caso una pace sulla quale è lecito avere dei dubbi è meglio della continuazione di una guerra già troppo lunga; quello che dispiace è il ruolo delle Nazioni Unite che arrivano a suggellare uno stato di cose non voluto e non condiviso dal Palazzo di vetro, l’atteggiamento americano pavido ed opportunista ed anche non riconoscente con chi ha combattuto sul terreno al suo posto. Comunque vada la conclusione della guerra siriana, sempre che ci sia, non lascerà miglioramenti ne per il popolo del paese, ne per gli equilibri internazionali e neppure per la diffusione dei diritti civili e democratici.
Peace negotiation for Syria could restart
The pandemic slowed the fighting in Syria and this helped the two sides, the Damascus regime and the rebels, to start a resumption of peace negotiations to end a conflict that has been going on for more than nine years. The United Nations, through the current mediator, have announced a meeting in Geneva as soon as health conditions will allow it. This means that both sides intend to jointly resume the path of dialogue. This could also favor the resumption of the journey of the Syrian Constitutional Committee, the body made up of representatives of the Assad government, members who support the rebels and members of civil society, which must build the conditions for a potential electoral consultation. Currently an agreement between Russia and Turkey maintains the suspension of hostilities, which has been more or less maintained. The positions of Moscow and Ankara, with the first supporters of the Assad government and the second of the Islamic rebels, side by side with a view to containing the Kurdish forces, will be fundamental to understand how a possible path of peace can be developed. The actors in the field also include Iran and Hezbollah, the Syrian democratic forces, supported less and less intensely by the United States and the Kurdish population, which with its militias played a fundamental role against the Islamic State, but, which after abandoning US support, they moved closer to the Syrian regime, based on common interests against Turkey and its allied militias. The dream of a free and independent Kurdish state, frustrated by Washington's change of attitude to keep within the Atlantic Alliance a member not as faithful as the Turkish country, ended. A resumption of the peace negotiations is also a hope for a population suffering from a very precarious health, hygiene and economic situation, even before the pandemic, whose victims reported, however, were only sixty-four. A further variable that will weigh on the development of the negotiations will be the relations that Moscow and Washington will want to establish on the subject. It must be remembered that the United Nations is reporting under its authority a negotiation, which had gone beyond its scope, replaced by the Astana negotiation process in Kazakhstan, wanted by Moscow and Tehran, in support of the regime and Ankara representing only a part of the rebels . The intent of the Astana negotiation was limited to maintaining the boundaries established by the position of the forces on the field, but without any political content capable of allowing a stable future structure of the Syrian country. That is, there was no legitimacy guaranteed only by the patronage of the United Nations. Certainly this is functional to Moscow's concrete and practical interest in guiding the investments necessary for the reconstruction of the country through funds insured by Russia itself and from funding from international cooperation. Of course, the main political goal of the Kremlin is to allow Assad to maintain power, in the role, however, of Moscow's subordinate in every sense and the economic means to pursue this goal must replace that guaranteed by the use of weapons, again better if with the approval of the United Nations. In any case, a peace on which it is legitimate to have doubts is better than the continuation of an already too long war; what is sorry is the role of the United Nations that comes to seal a state of affairs unwanted and not shared by the Glass Palace, the fearful and opportunistic American attitude and also not grateful to those who fought on the ground in its place. However the conclusion of the Syrian war goes, as long as it exists, it will not leave any improvements for the people of the country, nor for the international balance, nor for the spread of civil and democratic rights.
La negociación de paz para Siria podría reiniciarse
La pandemia ralentizó los combates en Siria y esto ayudó a las dos partes, el régimen de Damasco y los rebeldes, a emprender una reanudación de las negociaciones de paz para poner fin a un conflicto que ha estado ocurriendo durante más de nueve años. Las Naciones Unidas, a través del mediador actual, han anunciado una reunión en Ginebra tan pronto como las condiciones de salud lo permitan. Esto significa que ambas partes tienen la intención de reanudar conjuntamente el camino del diálogo. Esto también podría favorecer la reanudación del viaje del Comité Constitucional sirio, el órgano compuesto por representantes del gobierno de Assad, miembros que apoyan a los rebeldes y miembros de la sociedad civil, que deben construir las condiciones para una posible consulta electoral. Actualmente, un acuerdo entre Rusia y Turquía mantiene la suspensión de las hostilidades, que se ha mantenido más o menos. Las posiciones de Moscú y Ankara, con los primeros partidarios del gobierno de Assad y el segundo de los rebeldes islámicos, lado a lado con miras a contener a las fuerzas kurdas, serán fundamentales para comprender cómo se puede desarrollar un posible camino de paz. Los actores en el campo también incluyen a Irán y Hezbolá, las fuerzas democráticas sirias, apoyadas cada vez con menos intensidad por los Estados Unidos y la población kurda, que con sus milicias desempeñaron un papel fundamental contra el Estado Islámico, pero que Después de abandonar el apoyo de Estados Unidos, se acercaron al régimen sirio, basado en intereses comunes contra Turquía y sus milicias aliadas. El sueño de un estado kurdo libre e independiente, frustrado por el cambio de actitud de Washington para mantener dentro de la Alianza Atlántica a un miembro no tan fiel como el país turco, terminó. La reanudación de las negociaciones de paz también es una esperanza para una población que padece una situación de salud, higiene y economía muy precaria, incluso antes de la pandemia, cuyas víctimas, sin embargo, solo tenían sesenta y cuatro. Otra variable que pesará en el desarrollo de las negociaciones serán las relaciones que Moscú y Washington querrán establecer sobre el tema. Debe recordarse que las Naciones Unidas informan bajo su autoridad una negociación, que había ido más allá de su alcance, reemplazada por el proceso de negociación de Astana en Kazajstán, buscado por Moscú y Teherán, en apoyo del régimen y Ankara que representa solo una parte de los rebeldes. . La intención de la negociación de Astana se limitó a mantener los límites establecidos por la posición de las fuerzas en el campo, pero sin ningún contenido político capaz de permitir una estructura futura estable del país sirio. Es decir, no había legitimidad garantizada solo por el patrocinio de las Naciones Unidas. Ciertamente, esto es funcional para el interés concreto y práctico de Moscú en guiar las inversiones necesarias para la reconstrucción del país a través de fondos asegurados por la propia Rusia y del financiamiento de la cooperación internacional. Por supuesto, el objetivo político principal del Kremlin es permitir que Assad mantenga el poder, en el papel, sin embargo, del subordinado de Moscú en todos los sentidos y los medios económicos para alcanzar este objetivo deben reemplazar al garantizado por el uso de armas, nuevamente. mejor si con la aprobación de las Naciones Unidas. En cualquier caso, una paz sobre la cual es legítimo tener dudas es mejor que la continuación de una guerra ya demasiado larga; lo que lamenta es el papel de las Naciones Unidas que viene a sellar un estado de cosas no deseado y no compartido por el Palacio de Cristal, la actitud estadounidense temerosa y oportunista y tampoco agradecida a quienes lucharon en el terreno en su lugar. Sin embargo, la conclusión de la guerra siria continúa, mientras exista, no dejará ninguna mejora para la gente del país, ni para el equilibrio internacional, ni para la difusión de los derechos civiles y democráticos.
Die Friedensverhandlungen für Syrien könnten wieder aufgenommen werden
Die Pandemie verlangsamte die Kämpfe in Syrien und dies half den beiden Seiten, dem Damaskus-Regime und den Rebellen, eine Wiederaufnahme der Friedensverhandlungen zu beginnen, um einen Konflikt zu beenden, der seit mehr als neun Jahren andauert. Die Vereinten Nationen haben über den derzeitigen Vermittler ein Treffen in Genf angekündigt, sobald die gesundheitlichen Bedingungen dies zulassen. Dies bedeutet, dass beide Seiten beabsichtigen, den Weg des Dialogs gemeinsam wieder aufzunehmen. Dies könnte auch die Wiederaufnahme der Reise des syrischen Verfassungsausschusses begünstigen, der sich aus Vertretern der Assad-Regierung, Mitgliedern, die die Rebellen unterstützen, und Mitgliedern der Zivilgesellschaft zusammensetzt, die die Voraussetzungen für eine mögliche Wahlkonsultation schaffen müssen. Derzeit wird durch ein Abkommen zwischen Russland und der Türkei die mehr oder weniger aufrechterhaltene Aussetzung der Feindseligkeiten aufrechterhalten. Die Positionen von Moskau und Ankara mit den ersten Anhängern der Assad-Regierung und der zweiten der islamischen Rebellen nebeneinander, um die kurdischen Streitkräfte einzudämmen, werden von grundlegender Bedeutung sein, um zu verstehen, wie ein möglicher Weg des Friedens entwickelt werden kann. Zu den Akteuren auf diesem Gebiet gehören auch der Iran und die Hisbollah, die syrischen demokratischen Kräfte, die immer weniger von den Vereinigten Staaten und der kurdischen Bevölkerung unterstützt werden, die mit ihren Milizen eine grundlegende Rolle gegen den islamischen Staat spielten, aber welche Nachdem sie die Unterstützung der USA aufgegeben hatten, rückten sie näher an das syrische Regime heran, basierend auf gemeinsamen Interessen gegen die Türkei und ihre alliierten Milizen. Der Traum von einem freien und unabhängigen kurdischen Staat, frustriert von Washingtons veränderter Haltung, innerhalb des Atlantischen Bündnisses ein Mitglied zu halten, das nicht so treu ist wie das türkische Land, endete. Die Wiederaufnahme der Friedensverhandlungen ist auch eine Hoffnung für eine Bevölkerung, die unter einer sehr prekären Gesundheits-, Hygiene- und Wirtschaftslage leidet, noch vor der Pandemie, deren Opfer jedoch nur vierundsechzig waren. Eine weitere Variable, die die Entwicklung der Verhandlungen belasten wird, werden die Beziehungen sein, die Moskau und Washington zu diesem Thema aufbauen wollen. Es muss daran erinnert werden, dass die Vereinten Nationen unter ihrer Autorität eine Verhandlung melden, die über ihren Rahmen hinausgegangen ist und durch den von Moskau und Teheran gewünschten Astana-Verhandlungsprozess in Kasachstan ersetzt wurde, um das Regime und Ankara zu unterstützen, die nur einen Teil der Rebellen vertreten . Die Absicht der Astana-Verhandlungen beschränkte sich darauf, die durch die Position der Streitkräfte auf dem Feld festgelegten Grenzen beizubehalten, jedoch ohne politischen Inhalt, der eine stabile zukünftige Struktur des syrischen Landes ermöglichen könnte. Das heißt, es gab keine Legitimität, die nur durch die Schirmherrschaft der Vereinten Nationen garantiert wurde. Dies ist sicherlich funktional für das konkrete und praktische Interesse Moskaus, die für den Wiederaufbau des Landes erforderlichen Investitionen durch von Russland selbst versicherte Mittel und aus Mitteln der internationalen Zusammenarbeit zu steuern. Natürlich besteht das politische Hauptziel des Kremls darin, Assad zu ermöglichen, die Macht in der Rolle des Moskauer Untergebenen in jeder Hinsicht aufrechtzuerhalten, und die wirtschaftlichen Mittel, um dieses Ziel zu verfolgen, müssen das durch den Einsatz von Waffen garantierte wieder ersetzen besser, wenn mit Zustimmung der Vereinten Nationen. In jedem Fall ist ein Frieden, an dem es legitim ist, Zweifel zu haben, besser als die Fortsetzung eines bereits zu langen Krieges; Was bedauert, ist die Rolle der Vereinten Nationen, die dazu kommt, einen Zustand zu besiegeln, der vom Glaspalast unerwünscht und nicht geteilt wird, die ängstliche und opportunistische amerikanische Haltung und auch nicht dankbar für diejenigen, die an seiner Stelle vor Ort gekämpft haben. Der Abschluss des Syrienkrieges wird jedoch, solange er existiert, keine Verbesserungen für die Bevölkerung des Landes, für das internationale Gleichgewicht oder für die Verbreitung bürgerlicher und demokratischer Rechte hinterlassen.
Les négociations de paix pour la Syrie pourraient reprendre
La pandémie a ralenti les combats en Syrie, ce qui a aidé les deux parties, le régime de Damas et les rebelles, à reprendre les négociations de paix pour mettre fin à un conflit qui dure depuis plus de neuf ans. L'ONU, par le biais du médiateur actuel, a annoncé une réunion à Genève, dès que les conditions sanitaires le permettront. Cela signifie que les deux parties ont l'intention de reprendre conjointement la voie du dialogue. Cela pourrait également favoriser la reprise du voyage du Comité constitutionnel syrien, l'organe composé de représentants du gouvernement Assad, de membres qui soutiennent les rebelles et de membres de la société civile, qui doit créer les conditions d'une éventuelle consultation électorale. Actuellement, un accord entre la Russie et la Turquie maintient la suspension des hostilités, qui a été plus ou moins maintenue. Les positions de Moscou et d'Ankara, avec les premiers partisans du gouvernement Assad et le second des rebelles islamiques, côte à côte en vue de contenir les forces kurdes, seront fondamentales pour comprendre comment un éventuel chemin de paix peut être développé. Les acteurs sur le terrain comprennent également l'Iran et le Hezbollah, les forces démocratiques syriennes, soutenues de moins en moins intensément par les États-Unis et la population kurde, qui avec ses milices ont joué un rôle fondamental contre l'État islamique, mais qui après avoir abandonné le soutien américain, ils se sont rapprochés du régime syrien, sur la base d'intérêts communs contre la Turquie et ses milices alliées. Le rêve d'un État kurde libre et indépendant, frustré par le changement d'attitude de Washington de garder au sein de l'Alliance atlantique un membre moins fidèle que le pays turc, a pris fin. La reprise des négociations de paix est également un espoir pour une population souffrant d'une situation sanitaire, sanitaire et économique très précaire, avant même la pandémie, dont les victimes ne sont cependant que soixante-quatre. Une autre variable qui pèsera sur le développement des négociations sera les relations que Moscou et Washington voudront établir sur le sujet. Il faut se rappeler que les Nations Unies rapportent de leur propre chef une négociation qui avait dépassé son cadre, remplacée par le processus de négociation d'Astana au Kazakhstan, recherché par Moscou et Téhéran, en soutien au régime et Ankara ne représentant qu'une partie des rebelles . L'intention de la négociation d'Astana se limitait au maintien des frontières établies par la position des forces sur le terrain, mais sans aucun contenu politique capable de permettre une structure future stable du pays syrien. Autrement dit, il n'y avait pas de légitimité garantie uniquement par le patronage des Nations Unies. Cela est certainement fonctionnel pour l'intérêt concret et pratique de Moscou à orienter les investissements nécessaires à la reconstruction du pays à travers des fonds assurés par la Russie elle-même et à partir de financements de la coopération internationale. Bien sûr, le principal objectif politique du Kremlin est de permettre à Assad de maintenir le pouvoir, dans le rôle, cependant, du subordonné de Moscou dans tous les sens et les moyens économiques pour poursuivre cet objectif doivent remplacer celui garanti par l'utilisation d'armes, là encore mieux si avec l'approbation des Nations Unies. En tout cas, une paix sur laquelle il est légitime d'avoir des doutes vaut mieux que la poursuite d'une guerre déjà trop longue; ce qui est désolé, c'est le rôle des Nations Unies qui vient sceller un état de fait indésirable et non partagé par le Palais de Verre, l'attitude américaine effrayante et opportuniste et non reconnaissante à ceux qui ont combattu sur le terrain à sa place. Quelle que soit la conclusion de la guerre en Syrie, tant qu'elle existera, elle ne laissera aucune amélioration au peuple du pays, ni à l'équilibre international, ni à la diffusion des droits civils et démocratiques.
Negociação de paz para a Síria pode recomeçar
A pandemia atrasou os combates na Síria e isso ajudou os dois lados, o regime de Damasco e os rebeldes, a iniciar uma retomada das negociações de paz para encerrar um conflito que já dura mais de nove anos. As Nações Unidas, por meio do atual mediador, anunciaram uma reunião em Genebra assim que as condições de saúde permitirem. Isso significa que ambos os lados pretendem retomar conjuntamente o caminho do diálogo. Isso também poderia favorecer a retomada da jornada do Comitê Constitucional da Síria, órgão formado por representantes do governo de Assad, membros que apóiam os rebeldes e membros da sociedade civil, que devem criar as condições para uma possível consulta eleitoral. Atualmente, um acordo entre a Rússia e a Turquia mantém a suspensão das hostilidades, que tem sido mais ou menos mantida. As posições de Moscou e Ancara, com os primeiros partidários do governo de Assad e o segundo dos rebeldes islâmicos, lado a lado com o objetivo de conter as forças curdas, serão fundamentais para entender como um possível caminho de paz pode ser desenvolvido. Os atores no campo também incluem o Irã e o Hezbollah, as forças democráticas sírias, apoiados cada vez menos intensamente pelos Estados Unidos e pela população curda, que com suas milícias teve um papel fundamental contra o Estado Islâmico, mas que depois de abandonar o apoio dos EUA, eles se aproximaram do regime sírio, com base em interesses comuns contra a Turquia e suas milícias aliadas. O sonho de um estado curdo livre e independente, frustrado pela mudança de atitude de Washington para manter na Aliança Atlântica um membro não tão fiel quanto o país turco, terminou. A retomada das negociações de paz também é uma esperança para uma população que sofre de uma situação de saúde, higiene e econômica muito precária, mesmo antes da pandemia, cujas vítimas relataram, no entanto, ter apenas sessenta e quatro. Outra variável que pesará no desenvolvimento das negociações serão as relações que Moscou e Washington desejarão estabelecer sobre o assunto. Deve-se lembrar que as Nações Unidas estão relatando sob sua autoridade uma negociação que foi além do seu escopo, substituída pelo processo de negociação Astana no Cazaquistão, procurado por Moscou e Teerã, em apoio ao regime e Ancara representando apenas uma parte dos rebeldes . A intenção da negociação de Astana limitava-se a manter os limites estabelecidos pela posição das forças em campo, mas sem nenhum conteúdo político capaz de permitir uma estrutura futura estável do país sírio. Ou seja, não havia legitimidade garantida apenas pelo patrocínio das Nações Unidas. Certamente isso é funcional para o interesse concreto e prático de Moscou em orientar os investimentos necessários para a reconstrução do país por meio de fundos segurados pela própria Rússia e de financiamento da cooperação internacional. Obviamente, o principal objetivo político do Kremlin é permitir que Assad mantenha o poder, no papel, subordinado de Moscou em todos os sentidos, e os meios econômicos para perseguir esse objetivo devem substituir o garantido pelo uso de armas. melhor se com a aprovação das Nações Unidas. De qualquer forma, uma paz em que é legítimo ter dúvidas é melhor do que a continuação de uma guerra já longa demais; lamentamos o papel das Nações Unidas que vem selar um estado de coisas indesejadas e não compartilhadas pelo Palácio de Vidro, a atitude americana temerosa e oportunista e também não grato àqueles que lutaram no local em seu lugar. No entanto, a conclusão da guerra síria, enquanto existir, não deixará nenhuma melhoria para o povo do país, nem para o equilíbrio internacional, nem para a expansão dos direitos civis e democráticos.
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