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giovedì 6 agosto 2020

ترسل الولايات المتحدة وزير الصحة إلى تايوان

لم ترسل الولايات المتحدة مسؤولًا رفيع المستوى إلى تايوان منذ عام 1979 ، ليس لها علاقات دبلوماسية رسمية ، لكن قرار ترامب بإرسال وزير الصحة الأمريكي يخلق نقطة احتكاك جديدة في العلاقة الصعبة بالفعل مع الصين. . الموقف الأمريكي الرسمي حذر جدًا تجاه تايوان ، ولكن هناك مكاتب لمؤسسات أمريكية في الجزيرة تعمل رسميًا كممثلات دبلوماسية حقيقية. في الوقت الحالي ، اتسمت إرادة واشنطن ، التي كانت ثابتة في مختلف الإدارات المتعاقبة ، حتى من إشارة سياسية مختلفة ، بالحذر حتى لا تؤذي الصين ، التي أردنا معها الحفاظ على علاقة ودية. إن التحول القومي للصين والرغبة في ترسيخ نفسها كقوة عالمية ، ولكن الهدف منها قبل كل شيء إعادة توحيد الأراضي لممارسة تأثيرها في الطرق البحرية ، هو تغيير نوايا الولايات المتحدة بالقوة. تمت إضافة احتياجات ترامب الانتخابية إلى البرنامج الأمريكي للتفوق الاقتصادي والتجاري ، والذي أدى أيضًا إلى فرض عقوبات على بكين ، في الوقت الحالي الذي قدمته استطلاعات الرأي. من المهم بالنسبة لمستأجر البيت الأبيض أن يضع بايدن في موقف ضعيف ضد الصين ، كعامل خطير للولايات المتحدة في حالة فوز المرشح الديمقراطي. ومن الصحيح أيضًا أنه بعد الموقف الصيني تجاه هونج كونج ، فإن التهديدات التي تم توجيهها بالفعل تجاه تايوان تكتسب أهمية خاصة. لم تستطع الولايات المتحدة أن تظل خاملة تجاه غزو عسكري صيني محتمل لجزيرة فورموزا. مع الأخذ في الاعتبار هذا التفكير ، فإن إرسال عضو رفيع المستوى في الحكومة الأمريكية سيكون جزءًا من عمل دبلوماسي وقائي: نوع من التحذير للصين ونواياها المحتملة فيما يتعلق بالعمليات العسكرية. سبب آخر للقرار الأمريكي ، وبالتأكيد ليس على النقيض من القرارات السابقة ، هو التأكيد على موقف تايوان والخلافات مع الصين بشأن الوباء ، لفهم سوء الإدارة ، بل وما بعدها ، لانتشار الفيروس. يعمل هذا الجانب على ترامب لمحاولة التخلص من سوء إدارته للوباء في الولايات المتحدة ، من خلال وضع المسؤولية الأولية عن الأزمة الطبية على الصين. إن الإدارة السيئة للرئيس الأمريكي بشأن انتشار الفيروس هي أكثر من حقيقة بغض النظر عن مصدر الفيروس ، وعلى الرغم من وجود شكوك كثيرة حول الصمت الصيني في بداية الوباء. من المؤكد أن الاستعداد لحماية تايوان مقبول ، من أجل الحفاظ على الحقوق الديمقراطية ، خاصة بعد إلغائها من هونغ كونغ ، وتقييد العمل الصيني على الساحة الدولية والحفاظ على إمكانية السفر في الطرق البحرية التجارية ، ولكن إن توقيت هذا الإجراء هو المشتبه فيه ، لأنه يتزامن مع إحدى لحظات ترامب الأكثر صعوبة في المنزل: من وجهة نظر الصورة الداخلية والصعوبات الانتخابية. أما بالنسبة للاعتراض على ضعف محتمل لبايدن تجاه الصين ، فإن هذا لا يبدو ممكناً لأن مسار العلاقات مع الصين يبدو واضحاً بغض النظر عمن سيكون الرئيس الأمريكي المقبل وأي حزب سينتمي إليه. بالتأكيد قد تكون هناك طرائق مختلفة فيما يتعلق بالعلاقة مع الصين ، ولكن الآن المعارضة عالية للغاية والمصالح المتضاربة أكثر من أن تصل ، على الأقل على المدى المتوسط ​​، في علاقات أكثر استرخاء. من ناحية أخرى ، ظلت العلاقات المريحة على هذا النحو حتى أعربت الصين عن رغبتها في زيادة طموحاتها كقوة عظمى ، وبالتالي لا يمكن التفكير في إمكانية اتخاذ موقف مختلف من جانب الولايات المتحدة. أحد الأفكار التي تم فرضها مرة أخرى على هذه المسألة هو تأكيد عدم ملاءمة ترامب لتولي أهم منصب سياسي في العالم ، لأن رؤيته تقتصر للغاية على المصالح الداخلية الأمريكية ، دون التفكير في الفوائد غير المباشرة للإدارة السليمة لدبلوماسية القوة العالمية الأولى ، ولكن ليس فقط ، بالإضافة إلى هذه الرؤية السياسية المحدودة ، هناك أيضًا عنصر واضح للمصلحة الشخصية يبدو أنه يمكن وضعه في المقدمة مقارنة بسياسة حكومتها الخاصة: جودة سيئة من هو رئيس الولايات المتحدة.

martedì 4 agosto 2020

L'Unione Europea contro gli attacchi cibernetici

Nel 2019 l’Unione Europea si è dotata di uno strumento capace di creare ritorsioni contro gli attacchi informatici. Sebbene tale strumento sia tutt’altro che agile, a causa della regola che le sanzioni debbano essere comminate con il voto unanime dei 27 membri, la volontà di tutelarsi contro i crimini informatici ed i cyber attacchi risulta essere un fatto politico rilevante. Con lo spostamento dei conflitti da quelli convenzionali a quelli asimmetrici e la crescita del potenziale dello spionaggio, praticato da lontano, appunto attraverso l’uso di sistemi informatici, la sola azione dei singoli stati non è più sufficiente, soprattutto proprio dal punto di vista politico per controbattere con sanzioni, che, se prese a livello comunitario, hanno una maggiore rilevanza, non solo in senso punitivo, ma anche preventivo. La presa d’atto della crescita delle minacce cibernetiche a livello sovranazionale costituisce una importante variazione sul comportamento degli stati europei, abituati a combattere in maniera singola questo tipo di attacchi. Il fatto che ora si sia raggiunta l’unanimità e quindi si sia deciso per una risposta diplomatica a livello collettivo, rappresenta un risultato che vuole indicare un atteggiamento ed un avvertimento agli stati che usano queste pratiche; anche i destinatari delle sanzioni, che non sono paesi di secondo piano, visto che rispondono al nome di Cina, Russia e Corea del Nord.  Le azioni degli hacker che hanno provocato le misure sanzionatorie sono state dirette contro aziende appartenenti a paesi dell’Unione, che hanno patito ingenti perdite finanziarie, furto di dati sensibili di numerosi utenti ed aziende, con la conseguente richiesta di riscatto in denaro per la restituzione delle informazioni, spionaggio industriale e blocco della fornitura di energia elettrica. L’impulso maggiore a percorrere la via delle sanzioni, tuttavia è venuto dalla Germania e dalla sua Cancelliera, spiata dalla Russia proprio mentre collaborava per un riavvicinamento tra Bruxelles e Mosca. Recentemente si è venuto a conoscenza di una probabile intrusione cinese all’interno dei server del Vaticano per conoscere in anticipo le intenzioni della diplomazia del Papa nei confronti di Pechino. Si tratta, evidentemente solamente di alcuni casi che affiancano i vari tentativi di alterare le campagne elettorali in diversi stati, perpetrati con mezzi i informatici e più volte riscontrati. La necessità, quindi, di risposte adeguate alle minacce ha avuto come conseguenza quella di trovare l’unanimità dei paesi dell’Unione: un evento molto raro e con una enorme rilevanza politica. Le sanzioni comminate comprendono una serie di misure che impedisce il divieto di viaggio e dimora sul territorio dell’Unione, il congelamento dei beni ed il divieto di accedere a fondi europei. Se nel caso cinese ed in quello nordcoreano gli autori degli attacchi erano società, non formalmente collegate con i regimi di provenienza, le sanzioni contro la Russia hanno riguardato, tra gli altri, il dipartimento delle tecnologie speciali dei servizi di intelligence militari russi, noto come Direttorio generale dello stato maggiore delle forze armate della Federazione russa.  Probabilmente al fatto che è stato scoperto il diretto coinvolgimento di Mosca, ha causato la reazione più forte degli stati sanzionati. Il Cremlino, dopo avere specificato che le sanzioni non sono state giustificate, ha minacciato risposte simmetriche alle sanzioni subite, secondo la regola della diplomazia russa. In ogni caso queste vicende segnalano come sia necessario che lo strumento adottato diventi più flessibile e pronto ad elaborare risposte non solo diplomatiche, che sono l’ultima fase del processo, ma anche dal punto di vista dell’azione sia difensiva che offensiva, intesa soprattutto in senso preventivo. Le numerose potenzialità che offre la guerra cibernetica investono una molteplicità di argomenti, che vanno oltre gli aspetti militari, ma che riguardano i segreti industriali, la ricerca tecnologica e medica, il controllo di acquedotti, centrali elettriche e della burocrazia di ogni singolo paese. Ogni aspetto della nostra vita può ricadere sotto la minaccia informatica ed in un’ottica sovranazionale, il danno subito da un singolo paese non può non avere effetti e ripercussioni sugli altri. Quindi l’esigenza di una maggiore agilità passa dalla riduzione dell’unanimità e da una maggiore autonomia dello strumento contro gli attacchi informatici, ma  raggiungere questi obiettivi non sarà agevole, anche se la spinta dettata dalle emergenze potrà favorire questa direzione.

The European Union against cyber attacks

In 2019 the European Union has equipped itself with a tool capable of creating retaliation against cyber attacks. Although this tool is far from agile, due to the rule that sanctions must be imposed with the unanimous vote of the 27 members, the desire to protect themselves against cybercrime and cyber attacks turns out to be a relevant political fact. With the displacement of conflicts from conventional to asymmetric and the growth of the potential of espionage, practiced from afar, precisely through the use of IT systems, the single action of individual states is no longer sufficient, especially from the political point of view to counteract sanctions, which, if taken at Community level, have a greater relevance, not only in a punitive sense, but also preventively. The acknowledgment of the growth of cybernetic threats at a supranational level constitutes an important variation on the behavior of European states, accustomed to individually fighting this type of attack. The fact that unanimity has now been reached and therefore a collective diplomatic response has been decided, represents a result that wants to indicate an attitude and a warning to the states that use these practices; even the recipients of the sanctions, which are not secondary countries, since they respond to the name of China, Russia and North Korea. The actions of the hackers that provoked the sanctioning measures were directed against companies belonging to countries of the Union, which suffered huge financial losses, theft of sensitive data of many users and companies, with the consequent request for redemption in cash for the return information, industrial espionage and blocking of electricity supply. The greatest impulse to travel the path of sanctions, however, came from Germany and its Chancellor, spied on by Russia just as she collaborated on a rapprochement between Brussels and Moscow. Recently, a probable Chinese intrusion into the Vatican servers was learned to know in advance the intentions of the Pope's diplomacy towards Beijing. Obviously, these are only a few cases that flank the various attempts to alter the electoral campaigns in different states, perpetrated with IT means and repeatedly encountered. The need, therefore, for adequate responses to threats has resulted in the unanimity of the countries of the Union: a very rare event with enormous political relevance. The penalties imposed include a series of measures that prevent the travel and residence ban on the territory of the Union, the freezing of assets and the ban on accessing European funds. If in the Chinese and North Korean cases the perpetrators of the attacks were companies, not formally connected with the regimes of origin, the sanctions against Russia related, among others, to the special technologies department of the Russian military intelligence services, known as General Directory of the Armed Forces of the Armed Forces of the Russian Federation. Probably the fact that Moscow's direct involvement was discovered caused the strongest reaction from the sanctioned states. The Kremlin, after specifying that the sanctions were not justified, threatened symmetrical responses to the sanctions suffered, according to the rule of Russian diplomacy. In any case, these events point out that it is necessary that the adopted instrument becomes more flexible and ready to elaborate not only diplomatic responses, which are the last phase of the process, but also from the point of view of both defensive and offensive action, intended above all in a preventive sense. The numerous potentialities offered by the cyber war involve a multiplicity of topics, which go beyond the military aspects, but which concern industrial secrets, technological and medical research, the control of aqueducts, power plants and the bureaucracy of each individual country. Every aspect of our life can fall under the cyber threat and in a supranational perspective, the damage suffered by a single country cannot fail to have effects and repercussions on others. So the need for greater agility passes from the reduction of unanimity and greater autonomy of the tool against cyber attacks, but achieving these objectives will not be easy, even if the push dictated by emergencies may favor this direction.

La Unión Europea contra los ciberataques

En 2019, la Unión Europea se ha equipado con una herramienta capaz de crear represalias contra los ciberataques. Aunque esta herramienta está lejos de ser ágil, debido a la regla de que las sanciones deben imponerse con el voto unánime de los 27 miembros, el deseo de protegerse contra el delito cibernético y los ataques cibernéticos resulta ser un hecho político relevante. Con el desplazamiento de los conflictos de lo convencional a lo asimétrico y el crecimiento del potencial del espionaje, practicado desde lejos, precisamente mediante el uso de sistemas de TI, la acción única de los estados individuales ya no es suficiente, especialmente desde el punto de vista político. para contrarrestar las sanciones que, si se toman a nivel comunitario, tienen una mayor relevancia, no solo en un sentido punitivo, sino también preventivo. El reconocimiento del crecimiento de las amenazas cibernéticas a nivel supranacional constituye una variación importante en el comportamiento de los estados europeos, acostumbrados a combatir individualmente este tipo de ataque. El hecho de que ahora se haya alcanzado la unanimidad y, por lo tanto, se haya decidido una respuesta diplomática colectiva, representa un resultado que quiere indicar una actitud y una advertencia a los estados que usan estas prácticas; También los destinatarios de las sanciones, que no son países secundarios, ya que responden al nombre de China, Rusia y Corea del Norte. Las acciones de los piratas informáticos que provocaron las medidas de sanción se dirigieron contra empresas pertenecientes a países de la Unión, que sufrieron enormes pérdidas financieras, robo de datos confidenciales de muchos usuarios y empresas, con la consiguiente solicitud de reembolso en efectivo por la devolución. información, espionaje industrial y bloqueo del suministro eléctrico. Sin embargo, el mayor impulso para recorrer el camino de las sanciones provino de Alemania y su canciller, espiados por Rusia justo cuando ella colaboró ​​en un acercamiento entre Bruselas y Moscú. Recientemente, se aprendió una probable intrusión china en los servidores del Vaticano para conocer de antemano las intenciones de la diplomacia del Papa hacia Beijing. Obviamente, estos son solo algunos casos que flanquean los diversos intentos de alterar las campañas electorales en diferentes estados, perpetrados con medios informáticos y encontrados repetidamente. La necesidad, por lo tanto, de respuestas adecuadas a las amenazas ha resultado en la unanimidad de los países de la Unión: un evento muy raro con enorme relevancia política. Las sanciones impuestas incluyen una serie de medidas que impiden la prohibición de viajar y residir en el territorio de la Unión, la congelación de activos y la prohibición de acceder a fondos europeos. Si en los casos de China y Corea del Norte los perpetradores de los ataques fueron empresas, no relacionadas formalmente con los regímenes de origen, las sanciones contra Rusia afectaron, entre otros, al departamento de tecnologías especiales de los servicios de inteligencia militar rusos, conocido como Directorio general de las Fuerzas Armadas de las Fuerzas Armadas de la Federación de Rusia. Probablemente el hecho de que se descubrió la participación directa de Moscú causó la reacción más fuerte de los estados sancionados. El Kremlin, después de especificar que las sanciones no estaban justificadas, amenazó con respuestas simétricas a las sanciones sufridas, de acuerdo con la regla de la diplomacia rusa. En cualquier caso, estos eventos señalan que es necesario que el instrumento adoptado se vuelva más flexible y esté listo para elaborar no solo respuestas diplomáticas, que son la última fase del proceso, sino también desde el punto de vista de la acción tanto defensiva como ofensiva, pensada sobre todo en un sentido preventivo Las numerosas potencialidades que ofrece la guerra cibernética involucran una multiplicidad de temas, que van más allá de los aspectos militares, pero que se refieren a secretos industriales, investigación tecnológica y médica, el control de acueductos, centrales eléctricas y la burocracia de cada país. Cada aspecto de nuestra vida puede caer bajo la amenaza cibernética y, en una perspectiva supranacional, el daño sufrido por un solo país no puede dejar de tener efectos y repercusiones en otros. Entonces, la necesidad de una mayor agilidad pasa de la reducción de la unanimidad y la mayor autonomía de la herramienta contra los ciberataques, pero alcanzar estos objetivos no será fácil, incluso si el impulso dictado por las emergencias puede favorecer esta dirección.

Die Europäische Union gegen Cyber-Angriffe

2019 hat sich die Europäische Union mit einem Instrument ausgestattet, mit dem Vergeltungsmaßnahmen gegen Cyberangriffe ergriffen werden können. Obwohl dieses Instrument alles andere als agil ist, erweist sich der Wunsch, sich vor Cyberkriminalität und Cyberangriffen zu schützen, aufgrund der Regel, dass Sanktionen mit einstimmiger Abstimmung der 27 Mitglieder verhängt werden müssen, als relevante politische Tatsache. Mit der Verlagerung von Konflikten von konventionell zu asymmetrisch und dem Wachstum des Spionagepotentials, das aus der Ferne gerade durch den Einsatz von IT-Systemen praktiziert wird, reicht die Einzelaktion einzelner Staaten insbesondere aus politischer Sicht nicht mehr aus Sanktionen entgegenzuwirken, die, wenn sie auf Gemeinschaftsebene verhängt werden, nicht nur im Strafsinn, sondern auch präventiv eine größere Relevanz haben. Die Anerkennung des Wachstums kybernetischer Bedrohungen auf supranationaler Ebene stellt eine wichtige Variation des Verhaltens europäischer Staaten dar, die es gewohnt sind, diese Art von Angriff individuell zu bekämpfen. Die Tatsache, dass jetzt Einstimmigkeit erreicht wurde und daher eine kollektive diplomatische Antwort beschlossen wurde, stellt ein Ergebnis dar, das den Staaten, die diese Praktiken anwenden, eine Haltung und eine Warnung anzeigen möchte; auch die Empfänger der Sanktionen, die keine Sekundärländer sind, da sie auf den Namen China, Russland und Nordkorea reagieren. Die Aktionen der Hacker, die die Sanktionsmaßnahmen provozierten, richteten sich gegen Unternehmen aus Ländern der Union, die enorme finanzielle Verluste und den Diebstahl sensibler Daten vieler Benutzer und Unternehmen erlitten hatten, mit dem darauf folgenden Antrag auf Einlösung in bar für die Rückgabe Information, Industriespionage und Blockierung der Stromversorgung. Der größte Impuls, den Weg der Sanktionen zu beschreiten, kam jedoch von Deutschland und seiner Kanzlerin, die Russland ausspionierte, als sie an einer Annäherung zwischen Brüssel und Moskau mitarbeitete. Kürzlich wurde ein wahrscheinlicher chinesischer Eingriff in die Server des Vatikans erfahren, um die Absichten der Diplomatie des Papstes gegenüber Peking im Voraus zu kennen. Offensichtlich sind dies nur einige wenige Fälle, die die verschiedenen Versuche flankieren, die Wahlkämpfe in verschiedenen Staaten zu ändern, die mit IT-Mitteln durchgeführt und wiederholt angetroffen werden. Die Notwendigkeit einer angemessenen Reaktion auf Bedrohungen hat daher zur Einstimmigkeit der Länder der Union geführt: ein sehr seltenes Ereignis mit enormer politischer Relevanz. Die verhängten Sanktionen umfassen eine Reihe von Maßnahmen, die das Reise- und Aufenthaltsverbot im Hoheitsgebiet der Union, das Einfrieren von Vermögenswerten und das Verbot des Zugangs zu europäischen Mitteln verhindern. Wenn in den Fällen in China und Nordkorea die Täter der Angriffe Unternehmen waren, die nicht offiziell mit den Herkunftsregimen verbunden waren, betrafen die Sanktionen gegen Russland unter anderem die Abteilung für Spezialtechnologien der russischen militärischen Geheimdienste, bekannt als Allgemeines Verzeichnis der Streitkräfte der Streitkräfte der Russischen Föderation. Wahrscheinlich hat die Tatsache, dass Moskaus direkte Beteiligung entdeckt wurde, die stärkste Reaktion der sanktionierten Staaten ausgelöst. Nachdem der Kreml angegeben hatte, dass die Sanktionen nicht gerechtfertigt seien, drohte er gemäß der Regel der russischen Diplomatie mit symmetrischen Reaktionen auf die erlittenen Sanktionen. In jedem Fall weisen diese Ereignisse darauf hin, dass das angenommene Instrument flexibler und bereit sein muss, nicht nur diplomatische Antworten zu erarbeiten, die die letzte Phase des Prozesses darstellen, sondern auch unter dem Gesichtspunkt sowohl defensiver als auch offensiver Maßnahmen, die vor allem beabsichtigt sind in einem präventiven Sinne. Die zahlreichen Möglichkeiten des Cyberkrieges umfassen eine Vielzahl von Themen, die über die militärischen Aspekte hinausgehen, sich jedoch auf Geschäftsgeheimnisse, technologische und medizinische Forschung, die Kontrolle von Aquädukten, Kraftwerken und die Bürokratie jedes einzelnen Landes beziehen. Jeder Aspekt unseres Lebens kann unter die Bedrohung durch das Internet fallen, und aus supranationaler Sicht kann der Schaden, den ein einzelnes Land erleidet, Auswirkungen auf andere haben. Die Notwendigkeit einer größeren Agilität ergibt sich aus der Verringerung der Einstimmigkeit und der größeren Autonomie des Tools gegen Cyber-Angriffe. Die Erreichung dieser Ziele wird jedoch nicht einfach sein, selbst wenn der von Notfällen diktierte Vorstoß diese Richtung begünstigen könnte.

L'Union européenne contre les cyberattaques

En 2019, l'Union européenne a adopté un outil capable de créer des représailles contre les cyberattaques. Si cet outil est loin d'être agile, en raison de la règle selon laquelle les sanctions doivent être imposées à l'unanimité des 27 membres, la volonté de se protéger contre la cybercriminalité et les cyberattaques s'avère être un fait politique pertinent. Avec le déplacement des conflits du conventionnel vers l'asymétrique et la croissance du potentiel d'espionnage, pratiqué de loin, précisément à travers l'utilisation des systèmes informatiques, l'action unique des États individuels ne suffit plus, notamment du point de vue politique pour contrer les sanctions qui, si elles sont prises au niveau communautaire, ont une plus grande pertinence, non seulement dans un sens punitif, mais aussi préventif. La reconnaissance de la croissance des menaces cybernétiques au niveau supranational constitue une variation importante du comportement des États européens, habitués à combattre individuellement ce type d'attaque. Le fait que l'unanimité soit maintenant atteinte et donc qu'une réponse diplomatique collective ait été décidée, représente un résultat qui veut indiquer une attitude et un avertissement aux Etats qui utilisent ces pratiques; également les destinataires des sanctions, qui ne sont pas des pays secondaires, puisqu'ils répondent au nom de la Chine, de la Russie et de la Corée du Nord. Les actions des hackers qui ont provoqué les mesures de sanction étaient dirigées contre des entreprises appartenant à des pays de l'Union, qui ont subi d'énormes pertes financières, le vol de données sensibles de nombreux utilisateurs et entreprises, avec la demande conséquente de rachat en espèces pour le retour information, espionnage industriel et blocage de l'approvisionnement en électricité. La plus grande impulsion pour emprunter la voie des sanctions est cependant venue de l'Allemagne et de sa chancelière, espionnée par la Russie au moment même où elle collaborait à un rapprochement entre Bruxelles et Moscou. Récemment, une probable intrusion chinoise dans les serveurs du Vatican a appris à connaître à l'avance les intentions de la diplomatie du Pape envers Pékin. Evidemment, ce ne sont que quelques cas qui accompagnent les différentes tentatives de modification des campagnes électorales dans différents États, perpétrées par des moyens informatiques et rencontrées à plusieurs reprises. La nécessité de réponses adéquates aux menaces a donc abouti à l'unanimité des pays de l'Union: un événement très rare et d'une importance politique énorme. Les sanctions imposées comprennent une série de mesures qui empêchent l'interdiction de voyager et de séjour sur le territoire de l'Union, le gel des avoirs et l'interdiction d'accéder aux fonds européens. Si dans les cas chinois et nord-coréen les auteurs des attentats étaient des entreprises, non formellement liées aux régimes d'origine, les sanctions contre la Russie concernaient, entre autres, le département des technologies spéciales des services de renseignement militaires russes, connu sous le nom de Répertoire général des forces armées des forces armées de la Fédération de Russie. La découverte de l'implication directe de Moscou a probablement provoqué la plus forte réaction des États sanctionnés. Le Kremlin, après avoir précisé que les sanctions n'étaient pas justifiées, a menacé des réponses symétriques aux sanctions subies, selon la règle de la diplomatie russe. Dans tous les cas, ces événements soulignent qu'il est nécessaire que l'instrument adopté devienne plus flexible et prêt à élaborer non seulement des réponses diplomatiques, qui sont la dernière phase du processus, mais aussi du point de vue à la fois d'une action défensive et offensive, destinée avant tout. dans un sens préventif. Les nombreuses potentialités offertes par la cyberguerre impliquent une multiplicité de sujets, qui dépassent les aspects militaires, mais qui concernent les secrets industriels, la recherche technologique et médicale, le contrôle des aqueducs, les centrales électriques et la bureaucratie de chaque pays. Chaque aspect de notre vie peut tomber sous la menace cybernétique et d'un point de vue supranational, les dommages subis par un seul pays ne peuvent manquer d'avoir des effets et des répercussions sur les autres. Le besoin d'une plus grande agilité passe donc par la réduction de l'unanimité et une plus grande autonomie de l'outil contre les cyberattaques, mais atteindre ces objectifs ne sera pas facile, même si la poussée dictée par les urgences peut favoriser cette direction.

A União Europeia contra ataques cibernéticos

Em 2019, a União Europeia adotou uma ferramenta capaz de criar retaliação contra ataques cibernéticos. Embora essa ferramenta esteja longe de ser ágil, devido à regra de que as sanções devem ser impostas com o voto unânime dos 27 membros, o desejo de se proteger contra o cibercrime e os ataques cibernéticos acaba sendo um fato político relevante. Com o deslocamento de conflitos do convencional para o assimétrico e o crescimento do potencial de espionagem, praticado de longe, justamente através do uso de sistemas de TI, a ação única de estados individuais não é mais suficiente, especialmente do ponto de vista político. combater as sanções que, se tomadas a nível comunitário, têm maior relevância, não apenas no sentido punitivo, mas também preventivo. O reconhecimento do crescimento de ameaças cibernéticas em nível supranacional constitui uma variação importante no comportamento dos estados europeus, acostumados a combater individualmente esse tipo de ataque. O fato de a unanimidade ter sido alcançada e, portanto, ter sido decidida uma resposta diplomática coletiva, representa um resultado que deseja indicar uma atitude e um aviso aos estados que utilizam essas práticas; até os que recebem as sanções, que não são países secundários, pois respondem ao nome da China, Rússia e Coréia do Norte. As ações dos hackers que provocaram as sanções foram direcionadas contra empresas pertencentes a países da União, que sofreram enormes prejuízos financeiros, roubo de dados sensíveis de muitos usuários e empresas, com o consequente pedido de resgate em dinheiro pela devolução informação, espionagem industrial e bloqueio do fornecimento de eletricidade. O maior impulso para percorrer o caminho das sanções, no entanto, veio da Alemanha e de seu Chanceler, espionados pela Rússia no momento em que ela colaborava em uma aproximação entre Bruxelas e Moscou. Recentemente, aprendeu-se uma provável intrusão chinesa nos servidores do Vaticano para conhecer antecipadamente as intenções da diplomacia do papa em relação a Pequim. Obviamente, esses são apenas alguns casos que flanqueiam as várias tentativas de alterar as campanhas eleitorais em diferentes estados, perpetradas por meios de TI e encontradas repetidamente. A necessidade, portanto, de respostas adequadas às ameaças resultou na unanimidade dos países da União: um evento muito raro, com enorme relevância política. As sanções impostas incluem uma série de medidas que impedem a proibição de viagem e residência no território da União, o congelamento de bens e a proibição de acesso a fundos europeus. Se, nos casos chinês e norte-coreano, os autores dos ataques eram empresas, não formalmente ligadas aos regimes de origem, as sanções contra a Rússia envolviam, entre outros, o departamento de tecnologias especiais dos serviços de inteligência militar russos, conhecidos como Diretório Geral das Forças Armadas das Forças Armadas da Federação Russa. Provavelmente o fato de o envolvimento direto de Moscou ter sido descoberto causou a reação mais forte dos estados sancionados. O Kremlin, depois de especificar que as sanções não eram justificadas, ameaçou respostas simétricas às sanções sofridas, de acordo com a regra da diplomacia russa. De qualquer forma, esses eventos apontam que é necessário que o instrumento adotado se torne mais flexível e pronto para elaborar não apenas respostas diplomáticas, que são a última fase do processo, mas também do ponto de vista das ações defensivas e ofensivas, pretendidas acima de tudo em um sentido preventivo. As inúmeras potencialidades oferecidas pela guerra cibernética envolvem uma multiplicidade de tópicos, que vão além dos aspectos militares, mas dizem respeito a segredos industriais, pesquisa tecnológica e médica, controle de aquedutos, usinas de energia e burocracia de cada país. Todos os aspectos de nossa vida podem estar sob a ameaça cibernética e, em uma perspectiva supranacional, os danos sofridos por um único país não podem deixar de ter efeitos e repercussões nos outros. Portanto, a necessidade de maior agilidade passa pela redução da unanimidade e maior autonomia da ferramenta contra ataques cibernéticos, mas alcançar esses objetivos não será fácil, mesmo que o impulso ditado por emergências possa favorecer essa direção.