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Politica Internazionale
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martedì 18 agosto 2020
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venerdì 7 agosto 2020
La pandemia blocca l'istruzione nel mondo
Il segretario generale delle Nazioni Unite ha lanciato un allarme circa la situazione della scuola; si tratta di un allarma e livello mondiale causato dalla chiusura degli istituti scolastici ed università, che riguarda oltre 160 nazioni mondiali, pari ad un miliardo di studenti, di cui più di 40 milioni di bambini. La mancata possibilità della frequenza scolastica, soprattutto nelle fasce di età che riguardano le scuole dell’infanzia, delle elementari e delle scuole medie, significa un deficit che va da quello dell’apprendimento a quello della socialità e della capacità di stare insieme, che sarà potenzialmente capace di creare grandi deficit relazionali negli adulti di domani. Un ulteriore aspetto è legato alla scuola come strumento sociale anche di ammortizzatore nei confronti delle famiglie che non possono contare su di un aiuto nella custodia dei figli. Questa mancanza rischia di provocare la perdita di entrate economiche, se un genitore deve abbandonare il lavoro. Le soluzioni di emergenza con la didattica a distanza hanno evidenziato che questa scelta ha solo parzialmente riempito le lacune provocate dall’insegnamento diretto, sia per la poca preparazione dei docenti a questa soluzione improvvisa, sia per le difficoltà tecnologiche ed anche per la diseguale distribuzione degli strumenti informatici nelle famiglie. Tuttavia l’invito del segretario delle Nazioni Unite ad una riapertura degli istituti scolastici, compatibilmente con il controllo della possibile trasmissione del virus, pone delle domande sulla opportunità di questa scelta senza una adeguata sicurezza circa il controllo della diffusione del virus e delle sue cure. Il pericolo di una maggiore diffusione del contagio o di un ritorno dello stesso nei paesi dove i numeri della pandemia sono calati, secondo alcuni virologi, sembrerebbe proprio legato alle fasce più giovani della popolazione, che potrebbero agire come veicolo preferenziale del virus. Se non vi è certezza assoluta di queste ipotesi, non vi è nemmeno la sicurezza contraria. La scelta, al momento, sembra limitarsi esclusivamente su limitare gli effetti immediati della pandemia con il prezzo da pagare in termini di mancata istruzione ed anche di perdita di socializzazione della popolazione più giovane. Si tratta di un dilemma terribile, che investe l’economia nel breve e nel lunghissimo periodo, una scelta che non può essere tutta da una parte piuttosto che dall’altra. Le soluzioni che devono essere trovate devono essere per forza delle mediazioni, capaci anche di trovare soluzioni immediate che potrebbero anche non essere più valide nello stesso breve periodo. Quello che manca per stabilizzare la situazione, ma non solo per quanto riguarda l’istruzione, è avere un metodo di esame sicuro ed a prezzo accessibile, una cura certa ed un vaccino senza controindicazioni, che possa essere diffuso a livello mondiale, quindi con un costo minimo. Al momento queste tre condizioni non sembrano essere vicine, quindi occorre sforzarsi per trovare soluzioni temporanee. D’altra parte i pericoli denunciati dalle Nazioni Unite sono senz’altro veri e certi: una crisi educativa avrebbe il risultato di aumentare le diseguaglianze sia tra stati ricchi con quelli poveri, sia all’interno delle stesse nazioni progredite, con gli studenti appartenenti ai ceti alti certamente favoriti rispetto a quelli dei ceti medi e poveri. Soltanto soluzioni temporanee, ma chissà per quanto, elaborate dai governi locali o sovranazionali, quando questi hanno la possibilità di fornire indirizzi politici, possono creare dei presupposti, comunque temporanei e mai definitivi, perché la didattica in classe non è sostituibile, per limitare i danni dell’attuale situazione. I rimedi sono già stati usati, anche se in modo limitato, l’incremento della didattica a distanza, che deve però essere intervallato da periodi ritorni in classe (con tutte le precauzioni possibili) necessita di contributi per l’acquisto di apparecchiature informatiche per le famiglie (ostacolo non difficile da superare, grazie al costo sempre minore delle apparecchiature informatiche), ma soprattutto con la maggiore diffusione delle reti di trasporto informatiche, sia nella diffusione della fibra ottica, che nell’accelerazione del servizio 5G. Quello che la pandemia ha evidenziato è stata l’impreparazione, a livello generale ma soprattutto dei paesi poveri circa il ritardo delle infrastrutture di comunicazione, sempre più essenziali allo sviluppo sociale ed economico, inteso come fattore capace di limitare gli effetti dell’isolamento sull’istruzione ma anche come moltiplicatore della capacità produttiva.
The pandemic blocks education in the world
The UN secretary general has sounded an alarm about the school situation; it is a world-wide alarm caused by the closure of schools and universities, which affects over 160 countries worldwide, equal to one billion students, of which more than 40 million children. The lack of possibility of school attendance, especially in the age groups that concern kindergartens, elementary and middle schools, means a deficit ranging from that of learning to that of socializing and the ability to be together, which will be potentially capable of creating large relational deficits in the adults of tomorrow. A further aspect is linked to the school as a social tool also as a shock absorber for families who cannot count on help in custody of their children. This lack risks causing loss of income if a parent has to leave work. The emergency solutions with distance learning have shown that this choice has only partially filled the gaps caused by direct teaching, both for the lack of preparation of teachers for this sudden solution, both for the technological difficulties and also for the unequal distribution of IT tools in families. However, the invitation of the United Nations secretary to reopen the schools, compatibly with the control of the possible transmission of the virus, raises questions about the appropriateness of this choice without adequate security regarding the control of the spread of the virus and its treatments. According to some virologists, the danger of a greater spread of the contagion or a return of the same in countries where the numbers of the pandemic have dropped, would seem to be linked to the younger groups of the population, which could act as a preferential vehicle for the virus. If there is no absolute certainty of these hypotheses, there is also no opposite certainty. The choice, at the moment, seems to be limited exclusively to limiting the immediate effects of the pandemic with the price to be paid in terms of lack of education and also the loss of socialization of the younger population. This is a terrible dilemma, which affects the economy in the short and in the very long term, a choice that cannot be all on one side rather than the other. The solutions that must be found must necessarily be mediations, also capable of finding immediate solutions that may no longer be valid in the same short period. What is missing to stabilize the situation, but not only with regard to education, is to have a safe and affordable method of examination, a certain cure and a vaccine without contraindications, which can be spread worldwide, therefore with a minimal cost. At the moment these three conditions do not seem to be close, so efforts must be made to find temporary solutions. On the other hand, the dangers denounced by the United Nations are undoubtedly true and certain: an educational crisis would have the result of increasing inequalities both between rich and poor states, and within advanced nations themselves, with students belonging to the upper classes certainly favored compared to those of the middle and poor classes. Only temporary solutions, but who knows how much, elaborated by local or supranational governments, when they have the possibility to provide political guidelines, they can create presuppositions, however temporary and never definitive, because classroom teaching is not replaceable, to limit the damage of the current situation. The remedies have already been used, albeit in a limited way, the increase in distance learning, which must however be interspersed with periods of return to class (with all possible precautions) requires contributions for the purchase of computer equipment for families (an obstacle not difficult to overcome, thanks to the ever lower cost of IT equipment), but above all with the greater diffusion of IT transport networks, both in the diffusion of optical fiber and in the acceleration of the 5G service. What the pandemic highlighted was the lack of preparation, on a general level but above all of poor countries, regarding the delay in communication infrastructures, which are increasingly essential to social and economic development, understood as a factor capable of limiting the effects of isolation on education but also as a multiplier of production capacity.
Die Pandemie blockiert die Bildung in der Welt
Der Generalsekretär der Vereinten Nationen hat Alarm geschlagen über die Situation der Schule; Es ist ein weltweiter Alarm, der durch die Schließung von Schulen und Universitäten verursacht wird und mehr als 160 Länder weltweit betrifft, was einer Milliarde Studenten entspricht, von denen mehr als 40 Millionen Kinder sind. Die mangelnde Möglichkeit des Schulbesuchs, insbesondere in den Altersgruppen der Vorschulen, Grundschulen und Mittelschulen, bedeutet ein Defizit, das vom Lernen zum Geselligkeit und zur Fähigkeit, zusammen zu sein, reicht potenziell in der Lage, große Beziehungsdefizite bei den Erwachsenen von morgen zu schaffen. Ein weiterer Aspekt ist die Schule als soziales Instrument und als Stoßdämpfer gegenüber Familien, die nicht auf Hilfe bei der Kinderbetreuung zählen können. Dies führt zu einem Einkommensverlust, wenn ein Elternteil die Arbeit verlassen muss. Die Notfalllösungen mit Fernunterricht haben gezeigt, dass diese Wahl die Lücken des direkten Unterrichts nur teilweise geschlossen hat, sowohl wegen der mangelnden Vorbereitung der Lehrer auf diese plötzliche Lösung, sowohl wegen der technologischen Schwierigkeiten als auch wegen der ungleichen Verteilung von IT-Tools in Familien. Die Einladung des Sekretärs der Vereinten Nationen zur Wiedereröffnung von Schulen, die mit der Kontrolle der möglichen Übertragung des Virus vereinbar ist, wirft jedoch Fragen nach der Angemessenheit dieser Wahl auf, ohne ausreichende Sicherheit hinsichtlich der Kontrolle der Ausbreitung des Virus und seiner Behandlungen. Nach Ansicht einiger Virologen scheint die Gefahr einer stärkeren Ausbreitung der Ansteckung oder einer Rückkehr derselben in Ländern, in denen die Zahl der Pandemien zurückgegangen ist, mit den jüngeren Bevölkerungsgruppen in Verbindung zu stehen, die als bevorzugtes Mittel für das Virus fungieren könnten. Wenn es keine absolute Gewissheit dieser Hypothesen gibt, gibt es auch keine entgegengesetzte Gewissheit. Die Wahl scheint sich derzeit ausschließlich darauf zu beschränken, die unmittelbaren Auswirkungen der Pandemie auf den Preis zu beschränken, der aufgrund mangelnder Bildung und auch des Verlustes der Sozialisation der jüngeren Bevölkerung zu zahlen ist. Dies ist ein schreckliches Dilemma, das sich kurz- und langfristig auf die Wirtschaft auswirkt, eine Entscheidung, die nicht auf der einen Seite und nicht auf der anderen Seite getroffen werden kann. Die zu findenden Lösungen müssen notwendigerweise Mediationen sein, die auch in der Lage sind, sofortige Lösungen zu finden, die im gleichen kurzen Zeitraum möglicherweise nicht mehr gültig sind. Was fehlt, um die Situation zu stabilisieren, aber nicht nur im Hinblick auf die Bildung, ist eine sichere und erschwingliche Untersuchungsmethode, eine bestimmte Heilung und ein Impfstoff ohne Kontraindikationen, der weltweit verbreitet werden kann, daher mit einem Mindestkosten. Im Moment scheinen diese drei Bedingungen nicht nahe beieinander zu liegen, daher müssen Anstrengungen unternommen werden, um vorübergehende Lösungen zu finden. Andererseits sind die von den Vereinten Nationen angeprangerten Gefahren zweifellos wahr und sicher: Eine Bildungskrise hätte zur Folge, dass die Ungleichheiten zwischen reichen und armen Staaten sowie innerhalb der fortgeschrittenen Nationen selbst mit Studenten der Die Oberschicht war sicherlich der Mittelschicht und der Armen vorzuziehen. Nur vorübergehende Lösungen, aber wer weiß, wie lange sie von lokalen oder supranationalen Regierungen ausgearbeitet wurden, wenn sie die Möglichkeit haben, politische Richtlinien vorzulegen, können Bedingungen schaffen, die jedoch vorübergehend und niemals endgültig sind, da der Unterricht im Klassenzimmer nicht ersetzbar ist, um den Schaden zu begrenzen der aktuellen Situation. Die Mittel wurden bereits eingesetzt, wenn auch in begrenztem Umfang. Die Zunahme des Fernunterrichts, die jedoch mit Zeiträumen der Rückkehr zum Unterricht (mit allen möglichen Vorsichtsmaßnahmen) durchsetzt sein muss, erfordert Beiträge für den Kauf von Computerausrüstung für Familien (ein Hindernis, das aufgrund der immer geringeren Kosten für IT-Geräte nicht schwer zu überwinden ist), vor allem aber mit der größeren Verbreitung von IT-Transportnetzen, sowohl bei der Verbreitung von Glasfasern als auch bei der Beschleunigung des 5G-Dienstes. Was die Pandemie hervorhob, war die Unvorbereitetheit der Verzögerung der Kommunikationsinfrastrukturen, die für die soziale und wirtschaftliche Entwicklung immer wichtiger werden, auf allgemeiner Ebene, vor allem aber in den armen Ländern, als ein Faktor, der die Auswirkungen der Isolation auf die USA begrenzen kann Bildung, sondern auch als Multiplikator der Produktionskapazität.
La pandémie bloque l'éducation dans le monde
Le secrétaire général de l'ONU a sonné l'alarme sur la situation scolaire; c'est une alarme et un niveau mondial provoqué par la fermeture d'écoles et d'universités, qui touche plus de 160 pays du monde, soit un milliard d'étudiants, dont plus de 40 millions d'enfants. Le manque de possibilité de fréquentation scolaire, en particulier dans les tranches d'âge concernant les écoles maternelles, primaires et collèges, signifie un déficit qui va de celui de l'apprentissage à celui de la sociabilité et de la capacité à être ensemble, qui sera potentiellement capables de créer de grands déficits relationnels chez les adultes de demain. Un autre aspect est lié à l'école en tant qu'outil social et également en tant qu'amortisseur pour les familles qui ne peuvent pas compter sur une aide à la garde de leurs enfants. Ce manque risque d'entraîner une perte de revenu si un parent doit quitter son travail. Les solutions d'urgence à distance ont montré que ce choix n'a comblé que partiellement les lacunes de l'enseignement direct, à la fois par le manque de préparation des enseignants à cette solution soudaine, tant pour les difficultés technologiques que pour la répartition inégale des Les outils informatiques dans les familles. Cependant, l'invitation du secrétaire des Nations Unies à une réouverture des établissements d'enseignement, compatible avec le contrôle de l'éventuelle transmission du virus, pose des questions sur l'opportunité de ce choix sans sécurité adéquate quant au contrôle de la propagation du virus et de ses traitements. Selon certains virologues, le danger d'une plus grande propagation de la contagion ou d'un retour de celle-ci dans les pays où les chiffres de la pandémie ont baissé, semblerait être lié aux tranches les plus jeunes de la population, qui pourraient agir comme un véhicule préférentiel du virus. S'il n'y a pas de certitude absolue de ces hypothèses, il n'y a pas non plus de sécurité contraire. Le choix, pour le moment, semble se limiter exclusivement à limiter les effets immédiats de la pandémie avec le prix à payer en termes de manque d'éducation et aussi de perte de socialisation des jeunes. C'est un terrible dilemme, qui affecte l'économie à court et à très long terme, un choix qui ne peut pas être tous d'un côté plutôt que de l'autre. Les solutions à trouver doivent nécessairement être des médiations, capables également de trouver des solutions immédiates qui peuvent ne plus être valables dans la même courte période. Ce qui manque pour stabiliser la situation, mais pas seulement en matière d'éducation, c'est d'avoir une méthode d'examen sûre et abordable, un certain remède et un vaccin sans contre-indications, qui peut se propager dans le monde entier, donc avec un coût minimum. Pour le moment, ces trois conditions ne semblent pas proches, il faut donc s’efforcer de trouver des solutions temporaires. D'un autre côté, les dangers dénoncés par les Nations Unies sont sans aucun doute vrais et certains: une crise de l'éducation aurait pour conséquence une augmentation des inégalités tant entre les États riches et pauvres, qu'au sein des pays avancés eux-mêmes, avec des étudiants appartenant à la les classes supérieures certainement favorisées par rapport à celles des classes moyennes et pauvres. Seules des solutions temporaires, mais qui sait combien, élaborées par des gouvernements locaux ou supranationaux, lorsqu'ils ont la possibilité de donner des orientations politiques, ils peuvent créer des présuppositions, même temporaires et jamais définitives, car l'enseignement en classe n'est pas remplaçable, pour limiter les dégâts de la situation actuelle. Les remèdes ont déjà été utilisés, quoique de manière limitée, l'augmentation de l'enseignement à distance, qui doit cependant être entrecoupée de périodes de retour en classe (avec toutes les précautions possibles) nécessite des contributions pour l'achat de matériel informatique pour familles (un obstacle pas difficile à surmonter, grâce au coût toujours plus bas des équipements informatiques), mais surtout avec la plus grande diffusion des réseaux de transport IT, tant dans la diffusion de la fibre optique que dans l'accélération du service 5G. Ce que la pandémie a mis en évidence, c'est le manque de préparation, au niveau général mais surtout des pays pauvres, du retard des infrastructures de communication, de plus en plus indispensables au développement social et économique, censé être un facteur capable de limiter les effets de l'isolement sur les l'éducation mais aussi comme multiplicateur de capacité de production.