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giovedì 31 dicembre 2020

Unione Europea e Cina raggiungono un accordo per il riequilibrio delle relazioni commerciali

 

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Parallelamente ai negoziati per l’uscita della Gran Bretagna, l’Unione Europea ha portato avanti una trattativa altrettanto complicata con la Cina, che ha avuto una durata ancora più lunga che di quella con Londra; dopo setta anni, infatti, Bruxelles e Pechino hanno concluso un accordo per riequilibrare le loro relazioni commerciali, fino ad ora sbilanciate a favore dei cinesi. La conclusione della trattativa dovrebbe permettere, finalmente, l’accesso alle aziende europee al vasto mercato cinese, eliminando anche le pratiche discriminatorie con le quali la burocrazia cinese vessava gli investitori europei. L’accordo verte su tre punti principali: l’impegno di Pechino ha garantire una maggiore trasparenza sui sussidi statali forniti alle imprese cinesi, per favorire maggiori condizioni di equità per la concorrenza, una direzione verso un diverso approccio delle istituzioni cinesi per garantire condizioni di parità tra le aziende locali e quelle europee ed, infine, un rallentamento del trasferimento tecnologico, che, fino ad ora, è stato uno dei punti di forza del sistema produttivo cinese. Indubbiamente questo accordo non risolve del tutto le problematiche del rapporto con il mondo produttivo cinese, ma rappresenta un progresso nei rapporti bilaterali, anche se dopo sette anni il risultato appare inferiore alle attese e non permette di recuperare il divario che questo tempo ha creato proprio a vantaggio di Pechino; tuttavia l’accesso ad un mercato enorme come quello cinese, soprattutto nel momento nel quale la politica economica e finanziaria del governo cinese ha voluto privilegiare il mercato interno, rappresenta una occasione troppo importante, in senso assoluto, sia in prospettiva futura, che inquadrato nell’attuale momento di difficoltà economica. Concretamente la Cina apre alla concorrenza settori come quello dei servizi cloud, della finanza, della sanità privata e dei servizi in materia ambientale e del trasporto, che erano totalmente riservate ad aziende locali; l’accordo apre anche nuove prospettive nel settore manifatturiero, che costituisce una quota di più del 50% del totale degli investimenti europei in Cina; anche nel settore dell’automobile, che rappresenta ampi margini si sviluppo grazie alla trazione elettrica, ci saranno nuove opportunità grazie alla graduale eliminazione dell’obbligo di creare società miste: particolare rilevante gli investimenti europei in Cina in questo settore rappresentano la quota del 28% del totale, destinato, quindi, a crescere con la nuova regolamentazione. Più controverse le reali applicazioni, che la Commissione europea avrebbe ottenuto dalla Cina circa il maggiore rispetto dell’ambiente e, soprattutto, a riguardo dei diritti del lavoro: già in passato Pechino si era impegnata su questi temi, senza, tuttavia, mantenere la parola data; questa volta tra le rassicurazioni verso l’Europa, la repubblica Popolare cinese ha promesso di volere adottare, seppure in maniera graduale, tutte le convenzioni dell’Organizzazione internazionale del lavoro, si tratta di un tema che dovrebbe essere decisivo per il raggiungimento degli accordi con la superpotenza economica cinese, sia dal punto di vista morale, che di pura convenienza economica per stabilire una parità di condizioni per l’accesso del mondo del lavoro, come componente determinante del processo economico. Queste considerazioni aprono un ragionamento complesso sulla convenienza dell’accordo con la Cina: stabilito che durante la presidenza francese nel 2022, saranno compiute ampie valutazioni sulle relazioni con il paese cinese, restano i dubbi, ampiamente espressi, per la repressione operata dal regime di Xi Jinping ad Hong Kong, nei confronti delle popolazioni degli Uiguri, del Tibet e nei confronti dell’opposizione interna, anche attraverso la persecuzione di giornalisti ed attivisti dei diritti umani. Dentro le istituzioni europee non tutti sono favorevoli a questo accordo, ad esempio il presidente del Parlamento europeo per i rapporti con la Cina, ha definito il trattato un errore strategico ed il principale alleato europeo, gli Stati Uniti, hanno espresso preoccupazione; se per l’economia l’accordo può essere considerato una opportunità, in una valutazione più generale non si può non dire che il paese con cui questo trattato è stato stipulato è una dittatura, che ha tutto l’interesse, sia economico, che politico, ad avere rapporti sempre più sicuri con il maggiore mercato del mondo ed a cercare di introdursi sempre più nella società europea. Il modello cinese è guardato con invidia da molta parte del ceto dirigente delle imprese e ciò costituisce un punto di forza per Pechino, che, al contrario, dovrebbe essere stimolata, soprattutto con la leva economica, ad avvicinarsi ai valori occidentali: non il contrario.  

The European Union and China reach an agreement for the rebalancing of trade relations

 Parallel to the negotiations for the exit of Great Britain, the European Union carried out an equally complicated negotiation with China, which lasted even longer than that with London; after seven years, in fact, Brussels and Beijing have concluded an agreement to rebalance their trade relations, up to now skewed in favor of the Chinese. The conclusion of the negotiation should finally allow European companies to access the vast Chinese market, also eliminating the discriminatory practices with which the Chinese bureaucracy harassed European investors. The agreement focuses on three main points: Beijing's commitment has guaranteed greater transparency on state subsidies provided to Chinese companies, to favor greater conditions of fairness for competition, a direction towards a different approach by Chinese institutions to guarantee conditions of parity between local and European companies and, finally, a slowdown in technology transfer, which, until now, has been one of the strengths of the Chinese production system. Undoubtedly, this agreement does not completely resolve the problems of the relationship with the Chinese productive world, but it represents progress in bilateral relations, even if after seven years the result appears lower than expected and does not allow to recover the gap that this time has created precisely in advantage of Beijing; however, access to a huge market like the Chinese one, especially when the economic and financial policy of the Chinese government wanted to privilege the internal market, represents too important an opportunity, in an absolute sense, both in the future and framed in the current moment of economic difficulty. In concrete terms, China opens up to competition sectors such as cloud services, finance, private health care and environmental and transport services, which were entirely reserved for local companies; the agreement also opens up new prospects in the manufacturing sector, which constitutes a share of more than 50% of total European investments in China; also in the automobile sector, which represents ample development margins thanks to electric traction, there will be new opportunities thanks to the gradual elimination of the obligation to create mixed companies: European investments in China in this sector represent the 28% share. of the total, therefore destined to grow with the new regulation. More controversial are the real applications that the European Commission would have obtained from China regarding greater respect for the environment and, above all, with regard to labor rights: in the past Beijing had already committed itself to these issues, without, however, keeping its word date; this time among the reassurances towards Europe, the People's Republic of China has promised to adopt, albeit gradually, all the conventions of the International Labor Organization, this is an issue that should be decisive for reaching agreements with the Chinese economic superpower, both from a moral point of view and from a pure economic advantage to establish a level playing field for access to the world of work, as a determining component of the economic process. These considerations open a complex reasoning on the convenience of the agreement with China: established that during the French presidency in 2022, extensive assessments will be made on relations with the Chinese country, the doubts, widely expressed, remain for the repression operated by the regime of Xi Jinping in Hong Kong, against the populations of Uighurs, Tibet and against the internal opposition, also through the persecution of journalists and human rights activists. Within the European institutions not everyone is in favor of this agreement, for example the president of the European Parliament for relations with China, has defined the treaty as a strategic error and the main European ally, the United States, has expressed concern; if for the economy the agreement can be considered an opportunity, in a more general evaluation it cannot be said that the country with which this treaty was stipulated is a dictatorship, which has every interest, both economic and political. , to have increasingly secure relationships with the largest market in the world and to try to penetrate more and more into European society. The Chinese model is looked upon with envy by many of the corporate ruling class and this constitutes a strong point for Beijing, which, on the contrary, should be stimulated, especially with the economic lever, to approach Western values: not the other way around.

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La Unión Europea y China alcanzan un acuerdo para el reequilibrio de las relaciones comerciales

 Paralelamente a las negociaciones para la salida de Gran Bretaña, la Unión Europea llevó a cabo una negociación igualmente complicada con China, que duró incluso más que con Londres; después de siete años, de hecho, Bruselas y Pekín han firmado un acuerdo para reequilibrar sus relaciones comerciales, hasta ahora sesgadas a favor de China. La conclusión de la negociación debería permitir finalmente a las empresas europeas acceder al vasto mercado chino, eliminando también las prácticas discriminatorias con las que la burocracia china acosaba a los inversores europeos. El acuerdo se centra en tres puntos principales: el compromiso de Beijing ha garantizado una mayor transparencia en los subsidios estatales otorgados a las empresas chinas, para favorecer mayores condiciones de equidad para la competencia, una dirección hacia un enfoque diferente por parte de las instituciones chinas para garantizar condiciones de la paridad entre empresas locales y europeas y, finalmente, una ralentización de la transferencia de tecnología, que, hasta ahora, ha sido uno de los puntos fuertes del sistema productivo chino. Sin duda, este acuerdo no resuelve por completo los problemas de la relación con el mundo productivo chino, pero representa un avance en las relaciones bilaterales, aunque después de siete años el resultado parece más bajo de lo esperado y no permite recuperar la brecha que esta vez ha creado precisamente en ventaja de Beijing; Sin embargo, el acceso a un mercado enorme como el chino, especialmente cuando la política económica y financiera del gobierno chino quería privilegiar el mercado interno, representa una oportunidad demasiado importante, en un sentido absoluto, tanto de futuro como enmarcado en el momento actual de dificultad económica. En términos concretos, China se abre a sectores de la competencia como los servicios en la nube, las finanzas, la atención médica privada y los servicios ambientales y de transporte, que estaban totalmente reservados a las empresas locales; el acuerdo también abre nuevas perspectivas en el sector manufacturero, que constituye una participación de más del 50% de las inversiones europeas totales en China; También en el sector del automóvil, que representa amplios márgenes de desarrollo gracias a la tracción eléctrica, habrá nuevas oportunidades gracias a la eliminación paulatina de la obligación de crear empresas mixtas: las inversiones europeas en China en este sector representan el 28% de participación. del total, por tanto destinado a crecer con la nueva normativa. Más controvertidas son las aplicaciones reales que la Comisión Europea habría obtenido de China en cuanto a un mayor respeto por el medio ambiente y, sobre todo, en lo que respecta a los derechos laborales: en el pasado, Pekín ya se había comprometido con estos temas, sin, sin embargo, cumplir su palabra. fecha; esta vez entre las garantías hacia Europa, la República Popular China se ha comprometido a adoptar, aunque de forma paulatina, todos los convenios de la Organización Internacional del Trabajo, este es un tema que debe ser decisivo para llegar a acuerdos con la superpotencia económica china, tanto desde el punto de vista moral como desde una pura ventaja económica para establecer la igualdad de condiciones para el acceso al mundo del trabajo, como componente determinante del proceso económico. Estas consideraciones abren un complejo razonamiento sobre la conveniencia del acuerdo con China: estableció que durante la presidencia francesa en 2022 se realizarán amplias valoraciones sobre las relaciones con el país chino, quedan las dudas, ampliamente expresadas, por la represión operada por el régimen de Xi. Jinping en Hong Kong, contra las poblaciones de los uigures, el Tíbet y contra la oposición interna, también a través de la persecución de periodistas y activistas de derechos humanos. Dentro de las instituciones europeas no todo el mundo está a favor de este acuerdo, por ejemplo el presidente del Parlamento Europeo para las Relaciones con China, definió el tratado como un error estratégico y el principal aliado europeo, Estados Unidos, expresó preocupación; si para la economía el acuerdo puede considerarse una oportunidad, en una valoración más general no se puede decir que el país con el que se pactó este tratado es una dictadura, que tiene todos los intereses, tanto económicos como políticos. , tener relaciones cada vez más seguras con el mercado más grande del mundo e intentar penetrar cada vez más en la sociedad europea. El modelo chino es visto con envidia por gran parte de la clase dominante empresarial y esto constituye un punto fuerte para Pekín, que, por el contrario, debe ser estimulado, especialmente con la palanca económica, para acercarse a los valores occidentales: no al revés.

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Die Europäische Union und China erzielen eine Einigung über die Neuausrichtung der Handelsbeziehungen

 

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Parallel zu den Verhandlungen über den Austritt Großbritanniens hat die Europäische Union eine ebenso komplizierte Verhandlung mit China geführt, die noch länger dauerte als die mit London. Tatsächlich haben Brüssel und Peking nach sieben Jahren ein Abkommen zur Neuausrichtung ihrer Handelsbeziehungen geschlossen, das bisher zugunsten der Chinesen verzerrt war. Der Abschluss der Verhandlungen sollte den europäischen Unternehmen endlich den Zugang zum riesigen chinesischen Markt ermöglichen und auch die diskriminierenden Praktiken beseitigen, mit denen die chinesische Bürokratie europäische Investoren belästigte. Das Abkommen konzentriert sich auf drei Hauptpunkte: Pekings Engagement hat mehr Transparenz über staatliche Subventionen für chinesische Unternehmen garantiert, um bessere Bedingungen für faire Wettbewerbsbedingungen zu fördern, eine Richtung für einen anderen Ansatz chinesischer Institutionen, um Bedingungen für zu gewährleisten Parität zwischen lokalen und europäischen Unternehmen und schließlich eine Verlangsamung des Technologietransfers, der bisher eine der Stärken des chinesischen Produktionssystems war. Zweifellos löst dieses Abkommen die Probleme der Beziehung zur chinesischen Produktivwelt nicht vollständig, stellt jedoch Fortschritte in den bilateralen Beziehungen dar, auch wenn das Ergebnis nach sieben Jahren niedriger als erwartet erscheint und es nicht ermöglicht, die Lücke zu schließen, die dieses Mal genau entstanden ist Vorteil von Peking; Der Zugang zu einem riesigen Markt wie dem chinesischen, insbesondere wenn die Wirtschafts- und Finanzpolitik der chinesischen Regierung den Binnenmarkt privilegieren wollte, ist jedoch sowohl in der Zukunft als auch in der Zukunft eine zu wichtige Chance im absoluten Sinne aktueller Moment wirtschaftlicher Schwierigkeiten. Konkret öffnet sich China für Wettbewerbssektoren wie Cloud-Services, Finanzen, privates Gesundheitswesen sowie Umwelt- und Transportdienste, die ausschließlich lokalen Unternehmen vorbehalten waren. Das Abkommen eröffnet auch neue Perspektiven im verarbeitenden Gewerbe, das einen Anteil von mehr als 50% an den gesamten europäischen Investitionen in China ausmacht. Auch im Automobilsektor, der dank elektrischer Traktion reichliche Entwicklungsmargen darstellt, ergeben sich dank der schrittweisen Aufhebung der Verpflichtung zur Gründung gemischter Unternehmen neue Möglichkeiten: Europäische Investitionen in China in diesem Sektor machen den Anteil von 28% aus. von der Gesamtzahl, daher dazu bestimmt, mit der neuen Verordnung zu wachsen. Umstrittener sind die tatsächlichen Anträge, die die Europäische Kommission von China bezüglich eines größeren Respekts für die Umwelt und vor allem in Bezug auf die Arbeitsrechte erhalten hätte: In der Vergangenheit hatte sich Peking bereits diesen Fragen verschrieben, ohne jedoch sein Wort zu halten Datum; Diesmal hat die Volksrepublik China unter den Zusicherungen gegenüber Europa versprochen, alle Konventionen der Internationalen Arbeitsorganisation schrittweise zu verabschieden. Dies ist ein Thema, das für das Erreichen von Vereinbarungen mit entscheidend sein sollte die chinesische wirtschaftliche Supermacht, sowohl aus moralischer Sicht als auch aus rein wirtschaftlicher Sicht, um gleiche Wettbewerbsbedingungen für den Zugang zur Arbeitswelt als bestimmenden Bestandteil des Wirtschaftsprozesses zu schaffen. Diese Überlegungen eröffnen eine komplexe Begründung für die Zweckmäßigkeit des Abkommens mit China: Es wurde festgestellt, dass während der französischen Präsidentschaft im Jahr 2022 umfangreiche Bewertungen der Beziehungen zum chinesischen Land vorgenommen werden und die weit verbreiteten Zweifel an der vom Xi-Regime betriebenen Unterdrückung bestehen bleiben. Jinping in Hongkong, gegen die Bevölkerung der Uiguren, Tibets und gegen die interne Opposition, auch durch die Verfolgung von Journalisten und Menschenrechtsaktivisten. Innerhalb der europäischen Institutionen ist nicht jeder für dieses Abkommen, zum Beispiel hat der Präsident des Europäischen Parlaments für die Beziehungen zu China den Vertrag als strategischen Fehler definiert, und der wichtigste europäische Verbündete, die Vereinigten Staaten, hat seine Besorgnis zum Ausdruck gebracht. Wenn das Abkommen für die Wirtschaft als Chance angesehen werden kann, kann in einer allgemeineren Einschätzung nicht gesagt werden, dass das Land, mit dem dieser Vertrag vereinbart wurde, eine Diktatur ist, die alle wirtschaftlichen und politischen Interessen hat , zunehmend sichere Beziehungen zum größten Markt der Welt zu haben und zu versuchen, immer mehr in die europäische Gesellschaft einzudringen. Das chinesische Modell wird von vielen der herrschenden Unternehmensklassen mit Neid betrachtet, und dies stellt eine Stärke für Peking dar, die im Gegenteil insbesondere mit dem wirtschaftlichen Hebel angeregt werden sollte, sich westlichen Werten zu nähern: nicht umgekehrt.

L'Union européenne et la Chine parviennent à un accord pour le rééquilibrage des relations commerciales

 Parallèlement aux négociations pour la sortie de la Grande-Bretagne, l'Union européenne a mené une négociation tout aussi compliquée avec la Chine, qui a duré encore plus longtemps que celle avec Londres; après sept ans, en effet, Bruxelles et Pékin ont conclu un accord de rééquilibrage de leurs relations commerciales, jusqu'ici biaisées en faveur des Chinois. La conclusion de la négociation devrait enfin permettre aux entreprises européennes d'accéder au vaste marché chinois, éliminant également les pratiques discriminatoires avec lesquelles la bureaucratie chinoise harcelait les investisseurs européens. L'accord s'articule autour de trois points principaux: l'engagement de Pékin a garanti une plus grande transparence sur les subventions publiques accordées aux entreprises chinoises, à favoriser des conditions plus équitables pour la concurrence, une orientation vers une approche différente des institutions chinoises pour garantir les conditions de la parité entre les entreprises locales et européennes et, enfin, un ralentissement du transfert de technologie, qui, jusqu'à présent, a été l'une des forces du système de production chinois. Certes, cet accord ne résout pas complètement les problèmes de relation avec le monde productif chinois, mais il représente un progrès dans les relations bilatérales, même si au bout de sept ans le résultat paraît inférieur aux attentes et ne permet pas de combler l'écart que cette fois a créé précisément en avantage de Pékin; cependant, l'accès à un énorme marché comme celui de la Chine, en particulier lorsque la politique économique et financière du gouvernement chinois voulait favoriser le marché intérieur, représente une opportunité trop importante, dans un sens absolu, à la fois dans le futur et dans le moment actuel de difficulté économique. Concrètement, la Chine s'ouvre à des secteurs de concurrence tels que les services cloud, la finance, la santé privée et les services environnementaux et de transport, qui étaient entièrement réservés aux entreprises locales; l'accord ouvre également de nouvelles perspectives dans le secteur manufacturier, qui représente plus de 50% du total des investissements européens en Chine; également dans le secteur automobile, qui représente de larges marges de développement grâce à la traction électrique, il y aura de nouvelles opportunités grâce à la suppression progressive de l'obligation de créer des sociétés mixtes: les investissements européens en Chine dans ce secteur représentent la part de 28%. du total, donc destiné à croître avec la nouvelle réglementation. Plus controversées sont les vraies applications que la Commission européenne aurait obtenues de la Chine concernant un plus grand respect de l'environnement et, surtout, des droits du travail: par le passé, Pékin s'était déjà engagé sur ces questions, sans toutefois tenir parole. Date; cette fois parmi les assurances envers l'Europe, la République populaire de Chine a promis d'adopter, quoique progressivement, toutes les conventions de l'Organisation internationale du travail, c'est une question qui devrait être décisive pour conclure des accords avec la superpuissance économique chinoise, à la fois d'un point de vue moral et d'un simple avantage économique pour établir des règles du jeu équitables pour l'accès au monde du travail, en tant qu'élément déterminant du processus économique. Ces considérations ouvrent un raisonnement complexe sur la commodité de l'accord avec la Chine: établi que sous la présidence française en 2022, des bilans approfondis seront faits sur les relations avec le pays chinois, les doutes, largement exprimés, subsistent pour la répression opérée par le régime Xi. Jinping à Hong Kong, contre les populations des Ouïghours, du Tibet et contre l'opposition interne, notamment à travers la persécution des journalistes et des militants des droits humains. Au sein des institutions européennes, tout le monde n'est pas favorable à cet accord, par exemple le président du Parlement européen pour les relations avec la Chine, a défini le traité comme une erreur stratégique et le principal allié européen, les États-Unis, a exprimé son inquiétude; si pour l'économie l'accord peut être considéré comme une opportunité, dans une évaluation plus générale on ne peut pas dire que le pays avec lequel ce traité a été stipulé est une dictature, qui a tous les intérêts, à la fois économiques et politiques. , d'avoir des relations de plus en plus sûres avec le plus grand marché du monde et d'essayer de pénétrer de plus en plus dans la société européenne. Le modèle chinois est regardé avec envie par une grande partie de la classe dirigeante corporative et cela constitue un point fort pour Pékin, qui, au contraire, devrait être stimulé, notamment avec le levier économique, pour se rapprocher des valeurs occidentales: pas l'inverse.

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União Europeia e China chegam a acordo para reequilibrar as relações comerciais

 

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Paralelamente às negociações para a saída da Grã-Bretanha, a União Europeia conduziu uma negociação igualmente complicada com a China, que durou ainda mais do que a de Londres; depois de sete anos, de fato, Bruxelas e Pequim concluíram um acordo para reequilibrar suas relações comerciais, até agora enviesadas em favor dos chineses. A conclusão da negociação deverá, finalmente, permitir às empresas europeias o acesso ao vasto mercado chinês, eliminando também as práticas discriminatórias com que a burocracia chinesa assediou os investidores europeus. O acordo centra-se em três pontos principais: O compromisso de Pequim tem garantido maior transparência nos subsídios estatais concedidos às empresas chinesas, para favorecer maiores condições de equidade para a concorrência, uma orientação para uma abordagem diferente das instituições chinesas para garantir as paridade entre empresas locais e europeias e, por fim, uma desaceleração na transferência de tecnologia, que, até agora, tem sido um dos pontos fortes do sistema produtivo chinês. Sem dúvida, este acordo não resolve completamente os problemas da relação com o mundo produtivo chinês, mas representa um avanço nas relações bilaterais, ainda que depois de sete anos o resultado pareça inferior ao esperado e não permita recuperar a lacuna que este tempo criou justamente no vantagem de Pequim; no entanto, o acesso a um grande mercado como o chinês, especialmente quando a política econômica e financeira do governo chinês pretendia privilegiar o mercado interno, representa uma oportunidade importante demais, em sentido absoluto, tanto no futuro quanto enquadrada no momento atual de dificuldade econômica. Em termos concretos, a China abre à concorrência setores como serviços em nuvem, finanças, saúde privada e serviços ambientais e de transporte, que eram inteiramente reservados para empresas locais; o acordo também abre novas perspectivas no setor manufatureiro, que representa mais de 50% do total dos investimentos europeus na China; também no setor automobilístico, que representa amplas margens de desenvolvimento graças à tração elétrica, surgirão novas oportunidades graças à eliminação gradativa da obrigação de constituição de sociedades mistas: os investimentos europeus na China neste setor representam uma parcela significativa de 28% do total, portanto, destinadas a crescer com a nova regulamentação. Mais polêmicas são as reais solicitações que a Comissão Europeia teria obtido da China em relação a um maior respeito ao meio ambiente e, sobretudo, aos direitos trabalhistas: no passado, Pequim já havia se comprometido com essas questões, porém sem cumprir sua palavra. encontro; desta vez entre as garantias à Europa, a República Popular da China prometeu adotar, ainda que gradativamente, todas as convenções da Organização Internacional do Trabalho, é uma questão que deve ser decisiva para chegar a acordos com a superpotência econômica chinesa, tanto do ponto de vista moral quanto do puro aproveitamento econômico para estabelecer condições equitativas de acesso ao mundo do trabalho, como componente determinante do processo econômico. Essas considerações abrem um raciocínio complexo sobre a conveniência do acordo com a China: estabeleceu que durante a presidência francesa em 2022, serão feitas avaliações extensas sobre as relações com o país chinês, as dúvidas, amplamente expressas, permanecem para a repressão operada pelo regime de Xi. Jinping em Hong Kong, contra as populações dos uigures, do Tibete e contra a oposição interna, incluindo através da perseguição de jornalistas e activistas dos direitos humanos. Nas instituições europeias, nem todos são a favor deste acordo, por exemplo o presidente do Parlamento Europeu para as relações com a China, definiu o tratado como um erro estratégico e o principal aliado europeu, os Estados Unidos, manifestou preocupação; se para a economia o acordo pode ser considerado uma oportunidade, numa avaliação mais geral não se pode dizer que o país com o qual foi estipulado esse tratado é uma ditadura, que tem todos os interesses, tanto econômicos quanto políticos. , ter relações cada vez mais seguras com o maior mercado do mundo e tentar penetrar cada vez mais na sociedade europeia. O modelo chinês é visto com inveja por muitos da classe dominante corporativa e isso constitui um ponto forte para Pequim, que, ao contrário, deve ser estimulada, especialmente com a alavanca econômica, a se aproximar dos valores ocidentais: e não o contrário.

Европейский Союз и Китай достигли соглашения о восстановлении баланса торговых отношений

 Параллельно с переговорами о выходе из Великобритании Европейский союз провел столь же сложные переговоры с Китаем, которые длились даже дольше, чем переговоры с Лондоном; Фактически, по прошествии семи лет Брюссель и Пекин заключили соглашение о перебалансировании своих торговых отношений, которое до сих пор было перекосом в пользу Китая. Завершение переговоров должно, наконец, позволить европейским компаниям получить доступ к обширному китайскому рынку, а также устранить дискриминационную практику, которой китайская бюрократия преследовала европейских инвесторов. Соглашение сфокусировано на трех основных моментах: обязательство Пекина гарантирует большую прозрачность государственных субсидий, предоставляемых китайским компаниям, в пользу более справедливых условий для конкуренции, направление к иному подходу китайских институтов к обеспечению условий паритет между местными и европейскими компаниями и, наконец, замедление передачи технологий, что до сих пор было одной из сильных сторон китайской производственной системы. Несомненно, это соглашение не решает полностью проблемы взаимоотношений с производственным миром Китая, но оно представляет собой прогресс в двусторонних отношениях, даже если через семь лет результат окажется ниже ожидаемого и не позволяет восстановить разрыв, который на этот раз образовался именно в преимущество Пекина; однако доступ к огромному рынку, подобному китайскому, особенно когда экономическая и финансовая политика китайского правительства стремилась отдать предпочтение внутреннему рынку, представляет собой слишком важную возможность, в абсолютном смысле, как в будущем, так и в контексте будущего. текущий момент экономических затруднений. Говоря конкретно, Китай открыт для таких конкурентных секторов, как облачные услуги, финансы, частное здравоохранение, а также экологические и транспортные услуги, которые полностью принадлежали местным компаниям; соглашение также открывает новые перспективы в производственном секторе, на который приходится более 50% всех европейских инвестиций в Китай; также в автомобильном секторе, который представляет собой значительную прибыль для развития благодаря электрической тяге, появятся новые возможности благодаря постепенному устранению обязанности создавать смешанные компании: европейские инвестиции в Китай в этом секторе составляют 28%. от общего количества, поэтому им суждено расти с новыми правилами. Более спорными являются реальные заявления, которые Европейская комиссия могла бы получить от Китая в отношении большего уважения к окружающей среде и, прежде всего, в отношении трудовых прав: в прошлом Пекин уже брал на себя обязательства по этим вопросам, однако, не сдерживая своего слова. свидание; на этот раз среди заверений в адрес Европы Китайская Народная Республика пообещала принять, хотя и постепенно, все конвенции Международной организации труда, это вопрос, который должен иметь решающее значение для достижения соглашений с Китайская экономическая сверхдержава, как с моральной точки зрения, так и с точки зрения чистого экономического преимущества, должна создать равные условия для доступа к миру труда в качестве определяющего компонента экономического процесса. Эти соображения приводят к сложным рассуждениям об удобстве соглашения с Китаем: установлено, что во время президентства Франции в 2022 году будут даны обширные оценки отношений с китайской страной, при этом сохраняются широко выраженные сомнения в отношении репрессий со стороны режима Си. Цзиньпин в Гонконге, против населения уйгуров, Тибета и против внутренней оппозиции, в том числе путем преследования журналистов и правозащитников. В европейских институтах не все поддерживают это соглашение, например, президент Европейского парламента по отношениям с Китаем назвал его стратегической ошибкой, а главный европейский союзник, Соединенные Штаты, выразил обеспокоенность; Если для экономики соглашение можно рассматривать как возможность, в более общей оценке нельзя сказать, что страна, с которой был оговорен этот договор, является диктатурой, которая имеет все интересы, как экономические, так и политические. , чтобы иметь все более надежные отношения с крупнейшим рынком в мире и пытаться все больше и больше проникать в европейское общество. Многие представители корпоративного правящего класса смотрят на китайскую модель с завистью, и это является сильной стороной Пекина, который, напротив, следует стимулировать, особенно с помощью экономических рычагов, для приближения к западным ценностям, а не наоборот.

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