Il Presidente cinese Xi Jinping è intervenuto all’incontro inaugurale che apriva l’edizione in versione virtuale del World Economic Forum. Il discorso del massimo esponente della Cina si è incentrato sull’esigenza di evitare una nuova guerra fredda, senza però citare in maniera esplicita il vero destinatario del messaggio: il nuovo presidente degli Stati Uniti. Per arrivare a ciò il presidente cinese ha confermato la sua difesa del multilateralismo, quello economico non certo quello dei diritti, una maggiore cooperazione globale da testare nel momento attuale della pandemia ed ha sottolineato la necessità di una maggiore importanza del ruolo dell’associazione del G20 per governare ed indirizzare il sistema globale dell’economia globale, soprattutto nella fase complicata della ripresa dalla crisi causata dall’emergenza sanitaria. Il capo dello stato della Cina non si è contraddetto presentando la sua visione dirigistica sul governo del mondo, profondamente incentrato sugli aspetti economici a discapito, come è normale, dei temi legati ai diritti civili e politici. Un messaggio che Trump, al netto degli interessi contrastanti dei due paesi, avrebbe anche potuto apprezzare; tuttavia per Biden ci sono forti elementi di contrasto di cui Xi Jinping è ben consapevole: se già il precedente inquilino della Casa Bianca non gradiva l’eccessivo presenzialismo cinese sulla scena internazionale, sostenuto da un grande riarmo, Biden ha un atteggiamento differente rispetto ai diritti, che costituisce l’aspetto maggiormente contrastante per Pechino. Il presidente cinese sembra volere anticipare questo pericolo con l’avvertimento di non provare ad intimidire o minacciare il proprio paese con sanzioni o provvedimenti tesi a contrastare lo sviluppo economico della Cina, che potrebbero portare a situazioni di scontro o anche di un contrasto più strutturato, una sorta di nuova guerra fredda in grado di bloccare l’economia globale. Questa è certamente una minaccia, ma anche una situazione molto temuta in un paese dove il problema della crescita è vissuto sempre con molta apprensione. Rispetto a quattro anni fa Xi Jinping prova un approccio differente con l’appena insediato presidente degli Stati Uniti: se per Trump il messaggio iniziale era stato di collaborazione, con Biden c’è un avvertimento a non seguire la politica isolazionista ed arrogante del suo predecessore. La lettura che se ne trae è che il presidente cinese si stia muovendo su due piani: uno interno, per dimostrare al popolo cinese la sua volontà di affermazione del paese nel contesto internazionale ed uno esterno per sottolineare la crescita della Cina, che non accetta più un ruolo di subalternità nei confronti degli USA. Il ruolo che Xi Jinping si è costruito, quello di difensore dell’economia aperta, senza barriere commerciali, per gli investimenti e gli scambi tecnologici, non è più credibile, nonostante abbia provato a ribadire la correttezza di queste ragioni, in contrasto, però, con la coerenza di una nazione che ha fatto come elemento di forza della sua forza produttiva il basso costo del lavoro, peraltro senza alcuna garanzia legale e quindi fattore di scorretta concorrenza, il mancato rispetto della proprietà intellettuale e dei brevetti e la non reciprocità degli scambi, alterando il mercato degli investimenti con pratiche scorrette verso i paesi poveri. Anche l’ultima parte dell’appello del presidente cinese rappresenta una evidente contraddizione: viene richiamata la necessità, per favorire la crescita, di abbandonare i pregiudizi ideologici nel rispetto delle differenze culturali, storiche e sociali di ciascun paese, senza però citare la repressione del dissenso, pratica comune in Cina ed a Hong Kong, ed i ripetuti tentativi di cancellare le peculiarità tradizionali e religiose come avviene in Tibet e nei confronti dei cinesi musulmani. Paradossalmente le dichiarazioni di Xi Jinping possono costituire per Biden una agenda programmatica per regolarsi con la Cina, d’altra parte già in campagna elettorale il nuovo presidente non sembrava volere prendere una posizione troppo diversa da Trump nei confronti di Pechino, se a queste dichiarazioni seguirà un comportamento opposto, come sembra ragionevole pensare, per Biden il confronto con la Cina sarà un argomento costantemente all’ordine del giorno: sul breve periodo sarà importante cambiare i toni del confronto, anche se i temi non potranno variare sarà necessario evitare pericolosi confronti, che potrebbero degenerare; occorre ricordare la centralità delle alleanze e del quadro strategico nel pacifico orientale per Washington, come fonte di possibile conflitto, tuttavia il periodo iniziale dovrà servire a costruire un dialogo senza che gli USA arretrino di fronte alla necessità della difesa dei valori democratici ed anzi, ne siano i più strenui difensori: ciò sarà il punto di partenza per le relazioni con la Cina dopo l’uscita di scena di Trump.
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martedì 26 gennaio 2021
Dopo il cambio di presidente, la Cina avverte gli USA
After the change of president, China warns the US
Chinese President Xi Jinping spoke at the inaugural meeting that opened the virtual version of the World Economic Forum. The speech of the leading exponent of China focused on the need to avoid a new cold war, without however explicitly mentioning the true recipient of the message: the new president of the United States. To achieve this, the Chinese president confirmed his defense of multilateralism, the economic one certainly not that of rights, greater global cooperation to be tested at the current moment of the pandemic and stressed the need for a greater importance of the role of the G20 association. to govern and direct the global system of the global economy, especially in the complicated phase of recovery from the crisis caused by the health emergency. The head of state of China did not contradict himself by presenting his dirigiste vision on world government, deeply centered on economic aspects at the expense, as is normal, of issues related to civil and political rights. A message that Trump, net of the conflicting interests of the two countries, could also have appreciated; however, for Biden there are strong contrasting elements of which Xi Jinping is well aware: if the previous tenant of the White House did not like the excessive Chinese presence on the international scene, supported by a great rearmament, Biden has a different attitude towards rights , which is the most contrasting aspect for Beijing. The Chinese president seems to want to anticipate this danger with the warning not to try to intimidate or threaten his country with sanctions or measures aimed at opposing China's economic development, which could lead to situations of confrontation or even a more structured conflict, a sort of new cold war capable of blocking the global economy. This is certainly a threat, but also a very feared situation in a country where the problem of growth is always experienced with great apprehension. Compared to four years ago, Xi Jinping tries a different approach with the newly inaugurated president of the United States: if for Trump the initial message was of collaboration, with Biden there is a warning not to follow the isolationist and arrogant policy of his predecessor. . The reading that is drawn is that the Chinese president is moving on two levels: an internal one, to demonstrate to the Chinese people his will to affirm the country in the international context and an external one to emphasize the growth of China, which no longer accepts a subordinate role towards the USA. The role that Xi Jinping has built for himself, that of defender of the open economy, without trade barriers, for investments and technological exchanges, is no longer credible, despite trying to reiterate the correctness of these reasons, in contrast, however, with the coherence of a nation that has made the low cost of labor as an element of strength of its productive force, however without any legal guarantee and therefore a factor of unfair competition, the non-respect of intellectual property and patents and the non-reciprocity of exchanges , altering the investment market with unfair practices towards poor countries. Even the last part of the appeal of the Chinese president represents an evident contradiction: in order to foster growth, the need to abandon ideological prejudices in respect of the cultural, historical and social differences of each country is recalled, without however mentioning the repression of the dissent, a common practice in China and Hong Kong, and repeated attempts to cancel traditional and religious peculiarities as happens in Tibet and towards Muslim Chinese. Paradoxically, Xi Jinping's statements may constitute a programmatic agenda for Biden to settle with China, on the other hand, already in the election campaign the new president did not seem to want to take a position too different from Trump towards Beijing, if these statements are to follow an opposite behavior, as it seems reasonable to think, for Biden the confrontation with China will be a topic constantly on the agenda: in the short term it will be important to change the tone of the confrontation, even if the themes cannot vary it will be necessary to avoid dangerous confrontations, which could degenerate; it is necessary to remember the centrality of alliances and the strategic framework in the Eastern Pacific for Washington, as a source of possible conflict, however the initial period will have to serve to build a dialogue without the US retreating from the need to defend democratic values and indeed, are the strongest defenders: this will be the starting point for relations with China after Trump's departure.
Tras el cambio de presidente, China advierte a EE. UU.
Nach dem Präsidentenwechsel warnt China die USA
Après le changement de président, la Chine met en garde les États-Unis
Le président chinois Xi Jinping a pris la parole lors de la réunion inaugurale qui a ouvert la version virtuelle du Forum économique mondial. Le discours du principal représentant de la Chine s'est concentré sur la nécessité d'éviter une nouvelle guerre froide, sans toutefois mentionner explicitement le véritable destinataire du message: le nouveau président des États-Unis. Pour y parvenir, le président chinois a confirmé sa défense du multilatéralisme, économique certainement pas celui des droits, une plus grande coopération mondiale à tester au moment actuel de la pandémie et a souligné la nécessité d'une plus grande importance du rôle de l'association du G20. .pour gouverner et diriger le système mondial de l'économie mondiale, en particulier dans la phase compliquée de la reprise après la crise provoquée par l'urgence sanitaire. Le chef de l'Etat chinois ne s'est pas contredit en présentant sa vision dirigiste du gouvernement mondial, profondément centrée sur les aspects économiques au détriment, comme d'habitude, des questions liées aux droits civils et politiques. Un message que Trump, net des intérêts contradictoires des deux pays, aurait également pu apprécier; cependant, pour Biden, il y a des éléments contrastés forts dont Xi Jinping est bien conscient: si l'ancien locataire de la Maison Blanche n'a pas aimé la présence chinoise excessive sur la scène internationale, soutenue par un grand réarmement, Biden a une attitude différente à l'égard des droits. , qui est l'aspect le plus contrasté pour Pékin. Le président chinois semble vouloir anticiper ce danger avec l'avertissement de ne pas tenter d'intimider ou de menacer son pays avec des sanctions ou des mesures visant à s'opposer au développement économique de la Chine, ce qui pourrait conduire à des situations de confrontation voire à un conflit plus structuré, une sorte de nouvelle guerre froide capable de bloquer l’économie mondiale. C'est certes une menace, mais aussi une situation très redoutée dans un pays où le problème de la croissance est toujours vécu avec une grande appréhension. Par rapport à il y a quatre ans, Xi Jinping tente une approche différente avec le nouveau président des États-Unis: si pour Trump le message initial était de collaboration, avec Biden il y a un avertissement pour ne pas suivre la politique isolationniste et arrogante de son prédécesseur. . La lecture qui en est tirée est que le président chinois évolue à deux niveaux: un interne, pour démontrer au peuple chinois sa volonté d'affirmer le pays dans le contexte international et un externe pour mettre l'accent sur la croissance de la Chine, qui ne accepte un rôle subalterne vis-à-vis des USA. Le rôle que Xi Jinping s'est construit pour lui-même, celui de défenseur de l'économie ouverte, sans barrières commerciales, pour les investissements et les échanges technologiques, n'est plus crédible, bien qu'il ait tenté de réitérer la justesse de ces raisons, contrairement cependant à la cohérence d'une nation qui a fait du faible coût du travail un élément de force de sa force productive, mais sans aucune garantie légale et donc un facteur de concurrence déloyale, le non-respect de la propriété intellectuelle et des brevets et la non-réciprocité des échanges, modifiant le marché des investissements avec des pratiques déloyales envers les pays pauvres. Même la dernière partie de l'appel du président chinois représente une contradiction évidente: pour favoriser la croissance, la nécessité d'abandonner les préjugés idéologiques sur les différences culturelles, historiques et sociales de chaque pays est rappelée, sans pour autant évoquer la répression des la dissidence, une pratique courante en Chine et à Hong Kong, et les tentatives répétées pour annuler les particularités traditionnelles et religieuses comme cela se produit au Tibet et envers les musulmans chinois. Paradoxalement, les déclarations de Xi Jinping peuvent constituer un agenda programmatique pour Biden à régler avec la Chine, par contre, déjà en campagne électorale, le nouveau président ne semblait pas vouloir prendre une position trop différente de Trump envers Pékin, si ces déclarations sont suivre un comportement opposé, comme il semble raisonnable de le penser, pour Biden la confrontation avec la Chine sera un sujet constamment à l'ordre du jour: à court terme il sera important de changer le ton de la confrontation, même si les thèmes ne peuvent varier il faudra éviter les affrontements dangereux, qui pourraient dégénérer; il est nécessaire de se souvenir de la centralité des alliances et du cadre stratégique dans le Pacifique Est pour Washington, comme source de conflit possible, mais la période initiale devra servir à construire un dialogue sans que les États-Unis se retirent de la nécessité de défendre les valeurs démocratiques Et en effet, sont les plus forts défenseurs: ce sera le point de départ des relations avec la Chine après le départ de Trump.
Após a mudança de presidente, China avisa os EUA
После смены президента Китай предупреждает США